ASTA 306: Scultura, Bronzetti e Ceramiche dal XVI al XIX Secolo
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Lot 73 Manifattura romana, inizi XIX secolo
Alabastro scolpito
Gruppo di cinque Medaglioni ovali raffiguranti profili di imperatori romani. -
Lot 74 Francia, 1825-1870
Bronzo, patina nocciola dorato trasparente scultura: 24 x 13 x 15 cm base: 10 x 13 x 13 cm
Jean Baptiste Lebroc fu scultore francese operante verso la metà del XIX secolo, noto soprattutto per i deliziosi soggetti raffiguranti bambini in vari atteggiamenti.
Il bronzo in oggetto rappresenta un putto in veste di pescatore, probabilmente parte di una serie di "mestieri".
I bronzi di Lebroc sono caratterizzati da una altissima qualità di lavorazione ed invenzione che lo collocano fra i grandi maestri francesi del XIX secolo. In questo soggetto lo testimoniano la rete da pesca e la resa del volto incorniciata da un curioso pendente.
Lo stile di questo scultore risente, soprattutto nella fisiognomica dei bambini, dell'influenza di Francoise Duquesnoy, notissimo artista barocco fiammingo naturalizzato a Roma.
Note le traduzioni dei suoi soggetti più riusciti per la fabbrica di Sevres, sia in bisquit che in terracotta.
Il bronzetto è firmato alla base Lebroc e presenta un antico piedistallo in alabastro bianco e rosa, di gusto neoclassico. -
Lot 75 Probabilmente Fonderie Chiurazzi, XIX secolo
Bronzo patinato nero scultura: 39 x 19 x 10 cm base: 3 x 17 x 11 cm
Questo bel bronzo riproduce una nota scultura classica custodita nel Museo Archeologico di Napoli. Il marmo è copia romana da un originale bronzeo greco del II secolo a.C. e proviene dalla Collezione Farnese. Molte repliche in bronzo sono state realizzate soprattutto dalla fine del XVIII secolo e nel corso di quello successivo. La notissima Fonderia Chiurazzi lo tiene nel suo catalogo fra le opere replicate con varie patine disponibili.
La Fonderia Chiurazzi viene fondata nel 1880 con l'intento di replicare per i collezionisti le sculture rinvenute negli scavi di Pompei ed Ercolano. La forte collaborazione con il museo archeologico di Napoli fornirà una straordinaria gipsoteca alla ditta da cui trarre i modelli a catalogo.
Normalmente i prodotti di fonderia venivano marcati creando talvolta confusione fra i collezionisti del secolo successivo. Le patine archeologiche dei Chiurazzi erano straordinarie e potevano essere confuse con quelle originali.
Il modello qui presentato non ha timbri di Fonderia e potrebbe essere anche più antico, forse di epoca neoclassica, rispetto alla produzione Chiurazzi ma, per la grande qualità esecutiva, è ascrivibile alla fonderia partenopea. Degni di nota sono i piattelli in mano al Fauno che sono realizzati separatamente e mobili.
Splendidamente cesellato e patinato.
ANALISI SCIENTIFICA
J.Chiurazzi & Fils- S.De Angelis & Fils, Catalogo della Ditta, Ferruccio Lazzari, Napoli, 1910, p. 162, codice 6022. -
Lot 76 Fonderia Chiurazzi?, Napoli, XIX secolo
Bronzo patinato nero 45 x 19 x 19 cm
Questa famosa scultura fu rinvenuta negli scavi di Pompei nel 1864, e si trova attualmente nel museo archeologico di Napoli. Anche l'originale è in bronzo e raffigura un Sileno che sorregge un cerchio tenendo in pugno un serpente.Probabilmente questa struttura reggeva un bacile o qualcosa di simile. L'aspetto tipico del sileno è quello di un uomo tarchiato e muscoloso, forse ebbro in quanto sembra barcollare sotto il peso del disco.
La versione qui proposta rientra pienamente nel gusto archeologico che si diffuse in seguito agli scavi di Pompei ed Ercolano. A Napoli furono le fonderie Chiurazzi a copiare gran parte delle sculture rinvenute in tale giro d'anni.
Il bronzo in esame non ha timbro di fonderia, ma per qualità di esecuzione potrebbe rientrare nel catalogo della nota fonderia partenopea.
J. Chiurazzi & Fils-F. De Angelis &Fils, Catalogo 1911, Napoli, Ferruccio Lazzari, 1911, n. 5001, pag. 207. -
Lot 77 XIX secolo
Terracotta invetriata 50 x 33 x 10 cm
Altorilievo raffigurante Madonna con bambino in piedi colti in un gesto affettuoso tipicamente materno.
La manifattura Toscana dei Della Robbia produsse in epoca rinascimentale svariate Madonne colte in questo gesto affettuoso. Meravigliosi esempi sono visibili al Museo Nazionale del Bargello a Firenze.
Quest'opera fa parte della produzione neo rinascimentale. Non presenta marchi e se vista dal retro è costruita con tecniche molto simili a quelle originali.
Giancarlo Gentilini, I Della Robbia, Giunti, Prato, 1998, pag.89 e seg. -
Lot 78 XIX secolo
Bronzo 21 x 26 x 15 cm
Questo rarissimo busto è tratto da una scultura a corpo intero ora in Collezione Hill.
Quando apparve alla Sotheby's, nei primi decenni del secolo scorso, questo Satiro-Bacco in bronzo fu subito attribuito ad un allievo nordico del Giambologna.
Inizialmente fu Susanna Zanuso a collegarlo al ninfeo della pioggia in Villa Litta a Lainate, Milano. Si trattava di un dispersione avvenuta nei primi anni del 900. Il Bacco era collocato su un'alta colonna e schizzava acqua da vari fori sui visitatori, scherzi tipici dei giardini rinascimentali italiani. Prima attribuzione fu al Pelliccioni, scultore lombardo operante nella fabbrica del Duomo.
Questo bronzo, passato in asta internazionale ed entrato in Collezione Hill, fu attribuito da Claudia Kryza Gersch ad Adriaen de Vries, uno dei maggiori allievi del Giambologna.
L'interesse del busto risiede nel fatto che non esistono copie antiche del soggetto. Inoltre, presenta alcune diversità dall'originale, quindi non è un calco, ma opera originale.
Sono in corso esami metallurgici per stabilire l'epoca di realizzazione.
Patricia Wengraf, AA.VV., Renaissance & Baroque Bronzes from the Hill Collection, Paul Holberton Publishing, London, 2014, pagg.248-261. -
Lot 79 XIX secolo
Bronzo, patina rossastra trasparente 48 x 16 x 15 cm
La fusione qui proposta (non firmata) è di livello molto alto sia per quanto riguarda la lavorazione del metallo che per la splendida patina trasparente dai toni rossastri; per questo risulta ascrivibile alla prima metà del XIX secolo.
L'originale in marmo di questa bagnante fu realizzato da Cristophe Gabriel Allegrain (1710-1795) e venne esposto nel 1767 al Salon del Louvre. Luigi XV la regalò a Madame du Barry nel 1772 che la collocò nei giardini del suo castello di Louveciennes.
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Lot 80 XIX secolo
Bronzo patina scura rossastra 31 x 32 x 17 cm
Firmato Jacques Antoine Theodore Coinschon (1814-1883), autore francese che realizzò con un certo successo bronzi raffiguranti scene di genere.
La scultura qui proposta è atipica e senz'altro una delle più interessanti del suo repertorio, nonché di difficile reperibilità. -
Lot 81 Gautier & C, Francia, XIX secolo
Bronzo, patina trasparente dai toni dorati su fondo nero 32 x 11 x 11 cm
La piccola scultura rappresentata una ninfa con un putto, tipica rappresentazione dalla spiccata sensualità di gusto squisitamente francese, ove la mitologia si sposa alla perfezione con il voyeurismo per il corpo femminile. Lei tiene per le ali una colomba, tradizionale simbolo di Venere, torcendo il busto verso il bambino che a lei si appoggia.
Il bronzetto viene presentato su una bella base scolpita di gusto neoclassico. -
Lot 82 Prima metà XIX secolo
Bronzo patina a nera 31 x 59 x 29 cm
Trattasi della riproduzione in bronzo della nota scultura marmorea conservata nei Musei Capitolini di Roma: il "Galata Morente", copia romana di un'originale bronzeo ellenistico attribuito ad Epigono (230-220 a.C.). Esistono copie in bronzo del Galata documentate sin dal XVII sec., epoca in cui il marmo emerse dagli scavi di Villa Ludovisi. Per tutti valga la fusione conservata al Museo Nazionale del Bargello, opera di Giovan Francesco Susini ( Firenze, 1585 - Firenze?, 1635 circa).
Il bronzo in esame è stilisticamente coerente con l'epoca neoclassica e potrebbe appartenere alla moda del grand tour, quando sculture famose venivano replicate, quali souvenir di lusso, per i viaggiatori stranieri in Italia. -
Lot 83 XIX secolo
Bronzo patinato nero scultura: 43 x 31 x 16 cm base: 7 x 36 x 21 cm
Questo monumento equestre riproduce la notissima scultura dedicata al condottiero Bartolomeo Colleoni collocata a Venezia, in Campo San Zanipolo. Il monumento fu commissionato ad Andrea del Verrocchio e realizzato fra il 1480 e il 1488. Si tratta di uno dei più importanti monumenti equestri del Rinascimento.
La copia in esame risale probabilmente al XIX secolo e si erge su una bella base in marmi misti.
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Lot 84 Primo XIX secolo
Marmo bianco statuario 120 x 52 x 177 cm
Pubblicato.
Questa famosissima scultura di Antonio Canova fu realizzata in due versioni. Nel 1787 fu iniziato il primo modello commissionato dal colonnello John Campbel, ma non fu mai consegnato. Attraverso un mediatore fu venduto a Gioacchino Murat, futuro re di Napoli, ed attualmente appartiene alla collezione del Louvre.
L'altra versione, ora nel Museo dell' Ermitage, fu commissionata dal principe Nicolaj Jusupov insieme a quella dell'Amore alato ed entrambe furono consegnate a San Pietroburgo nel 1802.
Questa seconda versione presenta varianti importanti, volute dallo stesso committente, e riguardano soprattutto le gambe di Psiche che risultano coperte da un leggero drappo, mentre nella versione del Louvre sono scoperte. Anche la base rocciosa su cui gravano le due figure è notevolmente diversa.
Sembra che Canova prediligesse questa seconda versione da cui furono tratte copie come quelle realizzate da Adamo Tadolini.
La bella versione qui proposta sembra ispirarsi più alla copia dell'Hermitage che a quella del Louvre, infatti le gambe di Psiche risultano coperte da un velo ed anche la zolla erbosa è pressoché identica.
Il Professore Sandro Bellesi, specialista in scultura soprattutto toscana, ha ritenuto di pubblicare questa replica del soggetto in un suo studio intitolato il "Culto Del Bello" (vedi bibliografia qui sotto).
Bellesi ritiene l'opera mano di uno scultore neoclassico fiorentino e, per le varianti dall'originale, copia non pedissequa. La presenza della foglia sul pube di Amore, le ali staccate ed alcune diversità nella zolla e nei panneggi ne sono testimonianza.
Opera di notevoli dimensioni, anche se minori dell'originale, questa scultura rappresenta una testimonianza rara del gusto canoviano agli esordi del XIX secolo. La pubblicazione ne certifica l'importanza e l'appartenenza ai primi anni del XIX secolo, momento di produzione dell'originale.
Sandro Bellesi, IL Culto Del Bello. Antonio Canova, Giovanni degli Alessandri e l' Accademia di belle arti
Di Firenze, Polistampa, Firenze, 2022, p.61.
Sergej Androsov, Museo Statale Ermitage, La Scultura Italiana dal XVII al XVIII secolo, Da Bernini a Canova, Skira, Milano, 2017, pp.212-13, 316-17. -
Lot 85
Bronzo patinato nero scultura: 29 x 37 x 22 cm base: 7 x 42 x 28 cm
Bozzetto.
Augusto Rivalta lavorò soprattutto a Firenze, mantenendo forti legami con la città di Genova dove realizzò opere pubbliche, quali il monumento a Garibaldi in Piazza de Ferrari.
Lavorò, come quasi tutti gli scultori della sua epoca, anche per i monumenti funebri del cimitero di Staglieno, studiò nella bottega di Dupre' a Firenze e frequentò i Macchiaioli. Di lui rimangono sul mercato alcuni bronzi a tema mitologico raffiguranti satiri e ninfe in atteggiamenti provocanti ed altri soggetti di vario genere.
Il bronzo qui presentato raffigura la "Prima Morte". Il lucido modellato dei corpi e la tecnica scultorea, quasi impressionista nelle parti abbozzare, fanno di questa fusione una vera opera d'arte.
Condizioni: Base originale in portoro con etichetta antica in cui viene specificato che si tratta di un bozzetto della scultura (quindi la prima idea del maestro e non fusioni successive).
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Lot 86 Fonderie Chiurazzi?, XIX-XX secolo
Bronzo con patina rossa trasparente e nera 26 x 11 x 13 cm
Questo noto soggetto, un amorino alato che regge sulla spalla destra un delfino, riprende un bronzo rinvenuto negli scavi di Pompei nel 1880. Si trattava di una fontana i cui zampilli fuoriuscivano dalle narici del delfino. Questo genere di bronzetto ebbe notevole fortuna, come altri oggetti scavati a Pompei, e fu replicato molte volte.
La fusione qui proposta è di ottima qualità sia per quanto riguarda la lavorazione a "freddo" sia per la stupenda patina dai toni rossastri, quasi mogano.
Si può supporre, non essendoci marchi di produzione, che si tratti di una bella e precoce fusione delle fonderie napoletane Chiurazzi.
J.Chiurazzi & Fils- S. De Angelis & Fils, catalogo della fonderia, Ferruccio Lazzari ed., Napoli, 1910, n.111701. -
Lot 87 1910-1915
Bronzo patinato nero con toni rossastri 56 x 18 x 15 cm
Firmato.
Lo scultore Girbafranti rappresenta il tipico artista milanese a cavallo del secolo scorso.
Nel corso della sua lunga attività, interrotta dalla partecipazione alla guerra, realizzerà sculture di ogni tipo con particolare attenzione al loro inserimento in spazi architettonici commemorativi.
Il bronzo qui presentato è un raro esempio della produzione di sculture vagamente sensuali in perfetta assonanza con lo stile liberty primi 900.
Cesare Alpini-Edoardo Edallo, Enrico Girbafranti Scultore, Grafiche Morandi, Fusignano, 2015. -
Lot 88 XIX secolo
Bronzo patinato nero 13 x 5 x 7 cm
Questa piccola scultura in bronzo è copia del Mosè scolpito da Michelangelo per la tomba di papa Giulio II. La realizzazione del monumento funebre ebbe notevoli ritardi e modifiche. La costruzione attuale si trova in San Pietro in Vincoli, a Roma, ed è un compromesso fra il progetto iniziale e l'interminabile protrarsi dei lavori.
Papa Giulio II fu comunque sepolto in Vaticano e la sua tomba rimase uno dei progetti non realizzati completamente da Michelangelo.
Il bronzetto in esame rientra nel gusto grand tour in voga dalla fine del XVIII secolo e protrattosi nel corso di quello successivo.
Per materia, patina e finitura si può considerare un'interessante fusione del XIX secolo, probabilmente realizzata in una fonderia romana. -
Lot 89 Periodo neoclassico
Marmo bianco statuario 39 x 22 x 14 cm
Questo busto raffigura una giovane donna velata, forse una vestale.
Primo riferimento stilistico è un busto analogo realizzato da Antonio Canova (ora nella Galleria di Arte Moderna di Milano): stesso velo "attorciliato" intorno al collo e stessa espressione assorta. -
Lot 90 Italia o Francia, XVIII secolo
Legno scolpito 48 x 26 x 7 cm
Questo bel Crocifisso in legno scolpito raffigura il Cristo nel momento prima della morte, con gli occhi appena socchiusi e con il viso ancora rivolto verso il Padre.
Il corpo sinuoso è risolto con grande maestria e scolpito nei minimi particolari con sensibilità. I lunghi capelli cadono a ciocche sulla spalla sinistra ed incorniciano il bel viso abbandonato nel deliquio della morte.
Il corpo è risolto con grande naturalismo compresi i particolari delle unghie delle mani e dei piedi.
Lo stretto panneggio scopre il più possibile del corpo annodandosi sull'anca destra con uno sbuffo trattenuto da una corda.
Per misure e qualità, un'ottima occasione. -
Lot 91 Manifattura di Deruta primo quarto XVI secolo
Dimensioni 21,5x5 cm
Larga tesa e ripida balza terminante sul fondo. Al retro leggero ribasso del piano che crea una sorta di anello di appoggio.
Decorato con motivo geometrico "ad occhio di penna di pavone", che partendo dalla tesa giunge a ricoprire il fondo, nelle cromie bianco, blu e oro a lustro al terzo fuoco.
Condizioni: piatto ricomposto -
Lot 92 Seconda metà XVI secolo
diametro 43 x 4,5 cm
In stile compendiario con stretta tesa a decoro floreale su fondo bianco e scena di armigeri con amorino entro paesaggio nel cavo. Nelle cromie bianco, celeste, ocra e bruno di manganese. Al verso del piatto firma con tridente in blu cobalto sotto smalto.
Manifattura di Montelupo fiorentino attribuibile al maestro Gerolamo Mengari.
Studiato e pubblicato da Carmen Ravanelli Guidotti e da Marino Marini, con annessa analisi di termoluminescenza.
Condizioni: buone condizioni generali con una felatura passante verticale lungo la tesa ed una felatura di superficie sul fondo. Piccole mancanze di smalto lungo l'orlo esterno
Bibliografia: Carmen Ravanelli Guidotti "Maioliche di Montelupo" Edizione Polistampa 2019 -
Lot 93 Manifattura di Deruta, prima metà XVI secolo
diametro 26,3 ;altezza 5,5 cm
Larga tesa ad orlo rialzato che continua in una corta balza verticale terminante in un ampio fondo. Al retro appoggio ad anello. Decorazione a motivi vegetali sulla tesa, nel fondo entro riserva ad anelli la scritta dedicatoria in posizione centrale compresa tra due fasce a motivi embricati. Decoro al verso nei colori verde, manganese rosso su fondo bianco. Al retro motivi geometrici sotto smalto color ocra.
Condizioni: restauri e integrazioni. -
Lot 94 Deruta, primo quarto del XVII secolo
24,5 x 6 x 10 cm
Bordo mistilineo con baccellature che partendo dall'orlo arrivano al centro del piatto. Parte centrale rialzata dal corpo ceramico e piede d'appoggio ad anello su corto collo. Decoro a putto alato nelle cromie blu, giallo e arancio su fondo bianco con cintura stilizzata floreale tra l'alzata dell'orlo e la base del piatto.
Condizioni: restauri e rifacimenti.
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Lot 95 Faenza, seconda metà XVII secolo
32 x 4,5 x 14 cm
Foggiata al tornio, con ampio fondo dall'orlo lievemente rialzato, al retro corto piede di appoggio terminante ad anello. Decoro "compendiario naturalistico " in blu su fondo bianco con fiori, uccelli ed aquila bicipite coronata. -
Lot 96 Piatto
diametro 40,5 cm; altezza 4,9. cm
con cavo centrale circondato da un anello appena rilevato a cui segue un ingiro ondulato che termina in una corta tesa a conchiglie. Il verso è liscio, senza anello di appoggio. Bordo a festoni polilobati. Foggiatura a stampo da un modello utilizzato dalle manifatture di Savona ed Albisola dalla metà del XVII secolo.
Decorazione in monocromia bianca e blu " a scenografia barocca" con due dame ed un cavaliere assistiti da un putto e da un satiro posti al centro di un paesaggio. Il tutto sormontato da uno stemma d'armi.
Al retro la marca in blu cobalto sotto smalto con lo stemma di Savona.
Manifattura di Savona ultimo quarto XVII inizio XVIII secolo.