ASTA 306: Scultura, Bronzetti e Ceramiche dal XVI al XIX Secolo
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Lot 49 Firmato e datato 1700
Rame argentato, in patina 54 x 34 x 15 cm
L'opera è firmata e datata "Brokoff, 1700".
Jan Brokoff, padre di Ferdinand, fu scultore boemo. La loro bottega realizzò molte delle opere monumentali oggi presenti in siti pubblici a Praga. Il figlio cominciò ad avere commissioni autonome a Praga dal 1707. I Brokoff furono anche stuccatori e realizzarono opere per alcune chiese praghesi.
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Simili sculture probabilmente erano collocate in cappelle o nicchie di destinazione privata.
Ne esiste un esemplare pressoché identico nel museo di storia locale a Josefova' Dola, salvato da una cappelletta crollata e donato al museo. L'archivista della diocesi di Praga Lenka Klukova lo ritiene opera barocca. -
Lot 50 Napoli, XVIII secolo
76 x 28 x 19 cm
Questa grande scultura presenta una struttura in legno, visibile dal retro, rivestita da una lamina in rame finemente sbalzato e cesellato. Raffigura un soggetto biblico estremamente raro, ovvero la Profetessa Anna, che, rimasta vedova in giovane età, spenderà la sua vita a servire nel tempio. Nel momento in cui Gesù sarà presentato dai genitori al tempio, lei immediatamente lo riconoscerà come il nostro Salvatore ed in tal senso predicherà.
La scultura presenta la stessa qualità ed il tono di un oggetto di alta oreficeria, pur non essendo d'argento.
Raffigura una donna anziana drappeggiata in modo nobile e classico, recante in mano un cartiglio scritto in ebraico. Su di esso senz'altro il sunto della sua profezia. -
Lot 51 Sicilia, XVIII secolo
Alabastro 29 X 21 x 10 cm
Questo delizioso gruppo in alabastro rappresenta Sant'Anna che insegna la lettura a Maria. Si tratta di una scena famigliare, tratta dai Vangeli Apocrifi, che narra un momento intimo fra madre e figlia.
La scultura è stata resa policroma con lumeggiature dorate nei capelli e sui broccati dei vestiti. Anche gli occhi e le bocche sono state dipinte.
La qualità plastica, soprattutto nel particolare della sedia su cui è seduta sant'Anna, e la cura dei panneggi sono innegabili.
La produzione di questo tipo di alabastri è quasi sicuramente siciliana e risale al XVIII secolo. In quel periodo la bottega dei "Tippa" realizzava opere straordinarie in alabastro, ma anche in avorio e corallo. Questo gruppo, pur mantenendo tratti leggermente ingenui, potrebbe avere attinenza con detta scuola. -
Lot 52 XVIII secolo
Bronzo con patina trasparente dorata scultura: 77 x 34 x 30 cm base: 5 x 20 x 21 cm
Questo Mercurio è replica antica di una delle più famose sculture realizzate dal Giambologna a Firenze. L'opera monumentale attualmente si trova al Museo Nazionale del Bargello, Firenze. Il bozzetto invece è custodito nel Museo Medievale di Bologna.
Si tratta di una delle sculture dell'artista fiammingo maggiormente replicate e l'attenzione viene distolta dalla quantità di copie presenti sul mercato.
Questa denota, invece, una qualità superiore ed una straordinaria vicinanza stilistica con le migliori produzioni antiche della scuola del Giambologna.
Nota peculiare, ad esempio, è il trattamento delle unghie, tipicamente squadrate oppure l'espressione del viso e la resa delle ciocche che sfuggono alla stretta dell'elmetto.
Anche tutta la fisicità della scultura rimanda alla descrizione di un uomo in miniatura, con tutti i particolari anatomici definiti in modo naturalistico e calcato, dal sesso ai glutei al torace.
Per questi motivi si può supporre che il bronzo sia stato realizzato almeno nel XVIII secolo, se non in precedenza.
Charles Avery-Antony Radcliffe, Giambologna Sculptor of the Medici, Catalogo della mostra, Westerham Press, England, 1978, pp. 83-88.
Charles Avery, Giambologna, Cantini,Firenze, 1987.
Beatrice Paolozzi Strozzi-Dimitrios Zikos, Giambologna gli Dei gli Eroi, Giunti ed., Prato, 2006, pp. 255-68. -
Lot 53 Probabilmente XVIII secolo
Bronzo, patina trasparente rossiccia con tracce nere. scultura: 21 x 15 x 9 cm base: 11 x 13 x 13 cm
Questo busto rappresenta l'imperatore Carlo V in armatura con l'onorificenza del Todon d'Oro appesa al collo.
Lo scultore Leone Leoni ne realizzò vari e straordinari ritratti sia a figura intera (Museo del Prado, Madrid) sia a forma di busto.
Il suddetto busto è identico a quello custodito nel National Museum di Liverpool (WAG 6235) e catalogato come derivazione dal modello di Leone Leoni conservato nel Bode Museum a Berlino.
Non viene specificata l'epoca ma, per la qualità e la patina, questo potrebbe essere fusione antecedente il XIX secolo. -
Lot 54 XVIII secolo
Bronzo dorato 40 x 24 x 6 cm
Questo bellissimo Cristo vivo ripete i modi dello scultore barocco lorenese Cèsar Bagard. Sono note alcune versioni in legno scolpito con piccole varianti nel panneggio.
La posizione dei piedi, ma soprattutto delle braccia, più ravvicinate verso l'alto, indica che si tratta di un Cristo "giansenista". Il Giansenismo fu un movimento ereticale diffusosi soprattutto in Francia in epoca rivoluzionaria e fu strenuamente combattuto dalla Chiesa Cattolica Romana. Asseriva che l'uomo nasceva con una natura corrotta e solo con estremi sacrifici Dio poteva concedere la salvezza, per altro spesso per motivi impenetrabili di predestinazione.
Si trattava di una via stretta che non includeva tutti, da questa idea ecco le braccia del Cristo che si verticalizzano proprio ad indicare tale chiusura.
Il Cristo qui presentato, oltre ad avere notevoli dimensioni, conserva una straordinaria doratura, probabilmente a fuoco, ed un cesello da oreficeria in tutte le sue parti.
Veramente raro e di grande impatto. -
Lot 55 XVIII secolo
Terracotta con tracce di color bronzo scultura: 33 x 11 x 17 cm base: 4 x 12 x 12 cm
Questo interessante modelletto in terracotta ripete la scultura in marmo oggi custodita al Museo Nazionale del Bargello.
Esistono varie copie in bronzo e l'unica firmata GIO BOLONGE è quella del Museum of Fine Art di Boston. Questa mostra al collo un pendente che rappresenta il filo a piombo (in molte altre versioni il piombo non c'è e non è chiaro se si tratti di versioni tratte da un modello difettoso).
L'opera in esame è una versione in terracotta originariamente bronzata, presumibilmente antica databile fra il XVIII e il XIX secolo. Da notare l'assenza del pendente.
Charles Avery-Anthony Radcliffe, Giambologna Sculptor of the Medici, Catalogo della mostra, Westerham Press, England, 1978, pp.72-73. -
Lot 56 Fonderia napoletana, XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato nero scultura: 36 x 12 x 6 cm base: 8 x 10 x 10 cm
La bella scultura in esame raffigura un "Togato" avvolto dalla tunica splendidamente panneggiata e reggente nella mano destra un piattello.
Scultura di notevole formato, si presenta con una spessa patinatura nera ed è montata su una bella base antica a mezza colonna, questa composta da un cilindro in marmo pregiato violaceo poggiante su un "toro" circolare di colore grigio chiaro.
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Lot 57 XIX-XX secolo
Bronzo con patina trasparente rossiccia 45x50x20 cm
Firmato sul collo F. Rudier (Le Fonderie Rudier furono attive in Francia a cavallo dei secoli XIX e XX. Francoise Rudier fu attivo dal 1877 al 1913 e collaborò con i maggiori scultori dell'epoca, primo fra tutti Auguste Rodin).
Questo bel ritratto virile rappresenta un uomo di mezza età calvo e con lunga barba. La moda è quella della fine del XIX secolo, camicia dal collo alto, giacca e cravatta annodata.
Lo stile appartiene a quella corrente definibile come impressionismo scultoreo: pochi tratti rendono perfettamente la vitalità della persona ritratta.
Risulta sensato il confronto del busto con il ritratto a Victor Hugo firmato da Auguste Rodin, realizzato nella fonderia di Alexis Rudier, che si trova nella stessa corrente artistica.
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Lot 58 XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato nero 20 x 12 x 10 cm
Questo curioso oggetto si ispira ad una famosa lucerna attribuita in antico ad Andrea Briosco detto il Riccio, ma ora riportata all'ambito di Severo da Ravenna.
Si tratta degli "acrobati", ovvero uomini messi in posizioni acrobatiche e "scurrili" ove lo stoppino della lampada fuoriusciva dall'ano. Ovviamente ci si riferiva a lampade archeologiche di soggetto analogo.
Il bronzetto in esame non è una lucerna, ma si ispira a quella produzione rinascimentale padovana.
Per la lavorazione e la patina potrebbe essere realizzato fra la fine del XVIII secolo e la metà di quello successivo, comunque in quella corrente Revival che, pur ispirandosi al Rinascimento, creava oggetti originali.
Da notare i mascheroni sul piede che, se capovolti, si trasformano in bucrani.
Giovanni Mariacher, Bronzetti Veneti del Rinascimento, Neri Pozza ed.,Vicenza, 1993, fig. 79. -
Lot 59 Francia o Italia, XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato scultura: 14 x 8 x 5 cm base: 10 x 7 x 7 cm
Quattro bustini che rappresentano i rispettivi continenti.
Qualche assonanza con certi piccoli busti attribuiti a Barthelemy Prieur (XVII secolo) quali le allegorie della Francia e della Navarra in Collezione Lia a La Spezia.
Charles Avery, Museo Civico Amedeo Lia, Sculture, Bronzetti, Placchette, Medaglie, Silvana Editoriale,Cinisello Balsamo, 1989, pagg.191-193. -
Lot 60 XVIII-XIX secolo
Alabastro di due colori scultura: 42 x 13 x 13 cm base: 21 x 21 x 21 cm
Questa scultura è copia della Venere Medici, una famosissima scultura archeologica conservata al Museo degli Uffizi, a Firenze.
La statua fu scavata a Roma dove rimase a villa Medici fino al 1677. In tale data fu trasportata a Firenze e sistemata nella Tribuna insieme ad altre due famose sculture archeologiche, l'Arrotino e I Lottatori. Lo scultore Ercole Ferrata, lombardo naturalizzatosi a Roma e collaboratore del Bernini, eseguì l'opera e la restaurò subito dopo.
Molti autori importanti replicarono questa famosa scultura, fra i quali Massimiliano Soldani Benzi, per i principi del Liechtenstain, nel XVII secolo.
La scultura in esame è una piacevole copia grand tour collocata su un alto piedistallo scolpito di gusto neoclassico.
Condizioni: restaurata alla base. -
Lot 61 Periodo Neoclassico, XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato marrone trasparente. Marmi vari colorati scultura: 30 x 22 x 12 cm base: 4 x 16 x 14 cm
Bronzo raffigurante un oratore togato coronato di alloro, forse un poeta.
Esistono figure analoghe nella statuaria classica greco-romana, ma questa in particolare non risulta che sia la copia di un modello specifico.
Preziosa e decorativa la struttura in marmi colorati a cui il bronzo si appoggia. -
Lot 62 Francia, XVIII-XIX secolo
Bronzo dorato 71 x 13 x 9 cm
Splendida coppia di candelieri scultorei composti da una ninfa e da un satiro reggenti uno stelo da cui dipartono le bobege reggicandela.
Le due sculture siedono su una roccia poggiante su una base a rocaille. Lo stile della composizione risente del gusto tardo barocco, alla Bernini.
La qualità altissima di questi due bronzi, li colloca fra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. Veri propri capolavori, venivano prodotti da fonderie artistiche spesso legate alla Corona di Francia.
In un capitolo dell' Enciclopedie, quello dedicato agli esempi di illuminazione, viene riprodotto un candeliere del tutto analogo a questo: quello del satiro. -
Lot 63 XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato nero scultura: 23 x 13 x 9 cm base: 3 x 12 x 10 cm
Questo bronzo ripropone una famosa Venere "accosciata" del Giambologna. Il bronzo originale è conservato al Museo Nazionale del Bargello, Firenze ( inv.62 B). Si tratta di un capolavoro del grande maestro fiammingo firmato con la sigla I.B.F. sul bracciale che cinge il braccio destro della Venere.
Essendo impossibile azzardare qualsiasi tipo di attribuzione, ricordiamo che molte derivazioni in bronzo furono prodotte e documentate fino al XVIII secolo ed anche oltre. Sicuramente la suddetta fusione denota grande capacità esecutiva e risale probabilmente al XVIII secolo se non ai primi anni di quello successivo.
Il bronzetto, che potrebbe rientrare nella raffinata produzione grand tour, mantiene gli stessi elementi tipici della fusione originale, ad esempio il gesto della mano e le unghie squadrate, così tipiche dello stile giambolognesco.
La qualità del cesello e la levigatezza del corpo ne fanno un oggetto raro, da collezione.
Beatrice Paolozzi Strozzi, Dimitrios Zikos, Giambologna gli Dei gli Eroi, Giunti ed., Prato, 2006, pp.199-200. -
Lot 64
Plaster 41 x 31 x 17 cm
Questo interessante oggetto rappresenta la fase intermedia fra il bozzetto in gesso e la realizzazione in marmo di una scultura.
Il ritratto di questa bambina in plaster (gesso di Parigi) è stato "millesimato" con vari puntini equidistanti in modo da essere trasposto in marmo.
Non solo, fissato su una superficie dove è stato modellato, mostra due tozzetti di marmo ad indicare il materiale finale in cui sarà realizzato.
Questo busto fu realizzato dall'artista nel 1780 e presentato al Salon.
Per confronto si veda quello in plaster posseduto dal Metropolitan Museum of Art, anch'esso con i puntini per la trasposizione in marmo e di dubbia attribuzione. -
Lot 65 Francia, XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato e dorato al mercurio scultura: 33 x 10 x 8 cm base: 17 x 10 x 10 cm
Bella coppia di putti reggicandela posizionati su alte colonne rastremate in marmo verde, probabilmente postume. Modelli simili vennero prodotti in Francia dal XVIII secolo in poi.
Questi presentano le bobege a stelo di fiore in bronzo dorato al mercurio, per cui sicuramente datato prima del 1830, anno in cui, più o meno, questo tipo di doratura venne proibito perché tossico. Anche il cesello è particolarmente curato e denota una cura antica per la lavorazione.
Giacomo e Rozen Wannenes, Les Bronze Ornementaux et Les Objets Montes, Editions Vausor, stampato in Italia, 2004. -
Lot 66 XIX secolo
Bronzo patinato nero 24 x 15 x 7 cm; 26 x 15 x 7 cm
Questa coppia di bronzetti è tratta dalle famose sculture realizzate dal Canova ora in Vaticano, nel cortile del Belvedere, Museo Pio Clementino.
I due pugilatori raffigurano Creugante e Damosseno, due atleti che combatterono nei Giochi Nenei e, rimasti in parità, si affrontarono sferrandosi un unico colpo. Il secondo, con inganno, affondò la mano tesa nel fianco dell'avversario uccidendolo.
Pio VII acquistò il primo dal Canova per reintegrare parte delle espoliazioni napoleoniche, e commissionò il secondo allo scultore per completare la coppia. I gessi sono ora nella gipsoteca di Possagno, ma alcune copie furono realizzate e mandate in Europa per far conoscere il soggetti.
I due bronzetti in esame sono copie rivisitate dei due pugilatori, mancano in effetti i tronchi che davano stabilità alle due sculture in marmo e presentano minime diversità nei particolari.
Possiamo considerare fusioni ottocentesche di buon livello legate al gusto grand tour. -
Lot 67 Francia, XIX secolo
Bronzo patinato rossiccio 55 x 20 cm
Questa coppia di sculture raffigura due armigeri, forse Lanzichenecchi, in vesti rinascimentali.
I bronzetti non presentano marchi ma, data la grande decorazione, risultano quasi sicuramente ascrivibili alla scuola di August Moreau. -
Lot 68 Italia centrale, XIX secolo
Bronzo patinato
Niccolò Grosso, artista rinascimentale fiorentino, lavorava il ferro battuto in modo straordinario creando oggetti fantastici da collocare sulle facciate dei palazzi.
Questo curioso bronzo a forma di drago antropomorfo si ispira ad un porta fiaccola in ferro battuto collocato all'esterno di Palazzo Strozzi a Firenze.
La proprietà riferisce la provenienza da un castello neo rinascimentale umbro andato distrutto. In tale epoca il desiderio di emulare i castelli antichi portava le fonderie ad emulare i capolavori del Rinascimento. -
Lot 69 Francia, XIX secolo
Bronzo patina rossiccia trasparente scultura: 14 x 8 x 7 cm base: 6 x 11 x 11 cm
Questa delizioso bronzetto è sicuramente di gusto francese risalente al XIX secolo. Mantiene ancora gli stilemi di certa scultura settecentesca, che in Francia si protrarrà per tutto il corso del secolo successivo. -
Lot 70 Roma, XIX secolo
Bronzo patinato nero e dorato
L' Augusto di Prima Porta, ora conservato nei Musei Vaticani a Roma, è una scultura marmorea di dimensioni maggiori del naturale. Questa fu scavata dalla dimora di Livia, moglie di Augusto, nella villa di Prima Porta nel 1863. Detto anche Augusto Loricato (dalla corazza dei legionari che lo riveste), questo bellissimo ritratto in armatura dell'imperatore Augusto fu spesso tradotto in bronzo seguendo il gusto per le antichità classiche del Grand Tour.
La scultura in esame non è firmata ma risulta quasi sicuramente realizzata da una fonderia romana specializzata.
In questa edizione del soggetto, la riproduzione particolareggiata della decorazione a rilievo presente sulla lorica è di buona qualità. Altrettanto minuziosa la resa del panneggio e la descrizione dei tratti del volto e delle mani. -
Lot 71 XIX secolo
Alabastro 52 x 15,5 cm
L'originale di questa scultura è conservato al Museo Thorvaldsens, a Copenhagen. Thorvaldsens, danese di nascita, visse gran parte della sua vita a Roma diventando il principale rivale di Antonio Canova, re del classicismo.
La scultura, di base circolare, rappresenta Venere che regge il pomo della discordia, e cioè quello che si sarebbero disputate Era, Atena e Afrodite, per stabilire quale delle tre fosse la più bella.
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Lot 72 Fonderia romana, XIX secolo
Bronzo patinato marrone
Questa bella fusione ripete il modello archeologico conservato nei Musei Capitolini a Roma, scultura risalente al II secolo d.C.
Si tratta di una fusione ottocentesca (tipico del gusto grand tour), probabilmente risalente alla prima metà del secolo.
Condizioni: Montatura in marmo statuario. Con leggere consunzioni.