Asta 48 - Dipinti di pregio del XIX e XX secolo
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Lotto 1 Carlo Brancaccio - Canale a Venezia - Napoli 1861 - 1920 - Olio su tela cm 68,5x88 - Inizialmente aveva studiato matematica, ma a 22 anni abbandonò questi studi per dedicarsi alla pittura. Fu allievo di Eduardo Dalbono. I suoi soggetti principali erano le strade cittadine, i paesaggi marini e terrestri, principalmente vedute di Napoli. Alla Promotrice di Napoli del 1887 espose "Passe-partout" e molti schizzi della città, inclusi gli interni delle chiese. Nel 1888 espose un grande Paesaggio marino di Capri; nel 1889, "Toledo sotto la pioggia"; e nello stesso anno all'Esposizione di Brera a Milano, presentò la "Piazza del Carmine di Napoli".
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Lotto 2 Francesco Peluso - Lezione di Pianoforte - Napoli 1836 - dopo il 1916 - Olio su tela cm 50x76 - Nato a Napoli il 29 marzo 1836, studiò privatamente con Vincenzo Petrocelli e contemporaneamente frequentò l'Istituto di Belle Arti. I suoi dipinti di genere e storici furono sempre ben accetti dal pubblico, al quale si presentò per la prima volta nel 1855 con "Labano, che benedice Giacobbe e Rachele". Dal 1862 al 1887 partecipò frequentemente alle mostre della Promotrice "Salvator Rosa". Nel 1863 e 1864 espose "Elisabetta d'Inghilterra manda ad arrestare Varney che si trova morto" e "L'alchimista", acquistati da Vittorio Emanuele II. Nel 1872 presentò "Un'allegra brigata" e successivamente altre opere come "Un brindisi", "Giocatori in riva", "Il libro delle fate", "A scaldamani", "Una canzone", "Il gioco della tombola", "La lettura dell'Orlando Furioso" e "Un giorno di festa nel villaggio".
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Lotto 3 Giacomo Moretti - L'amore di una madre - Napoli 1939 - Olio su tela cm 100x120 - Giacomo Moretti è un artista poco conosciuto al grande pubblico, ma talvolta grandi musei organizzano mostre antologiche per valorizzare figure come la sua nel panorama dell'arte. Nato probabilmente a Cava dei Tirreni nel 1939, anche se Napoli è indicata come città natia, Moretti ha vissuto a lungo in Francia dopo aver ricevuto importanti riconoscimenti artistici a Napoli nel 1971.Nonostante la sua riservatezza e le scarse informazioni biografiche disponibili, Moretti ha attirato l'attenzione dei collezionisti e ottenuto buone quotazioni sul mercato dell'arte. Il suo stile pittorico si ispira sia ai maestri della pittura napoletana come Mancini e Giordano, che ai caravaggeschi del Seicento, enfatizzando la materialità delle sue opere.Un esempio significativo del suo lavoro è "Le alici", un dipinto che richiama il Seicento non tanto per la rappresentazione realistica, ma per l'accentuazione delle qualità formali e pittoriche. L'opera si distingue per i suoi colori vivaci e luminosi, la luce incisiva che scolpisce le forme e crea un'atmosfera poetica e immortale. Sullo sfondo, un cielo dai toni pastello e nuvole eteree ampliano la profondità della scena, conferendo intensità alla linea di terra.In sintesi, Giacomo Moretti emerge come un artista che, pur nelle sue rare esposizioni e nella mancanza di pubblicazioni specifiche, ha saputo comunicare un'espressione artistica densa e robusta, amalgamando tradizioni pittoriche passate con una visione contemporanea e personale.
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Lotto 4 Giovanni Fattori - Sosta (vicino al campo) - Livorno 1825 - Firenze 1908 - Olio su tavola cm 35x50 - Autentiche: Archivio prof. Andrea Baboni – Correggio (RE) per la pittura Italiana del XIX secolo
Provenienza: Raccolta Giovanni Teront, Esp. Centenario 1925 - Promotrice FI - 1884
Bibliografia:
Società delle Belle Arti di Firenze “Onoranze a Giovanni Fattori nel I° centenario della nascita”, catalogo n. 40 pag. 20; Firenze novembre-dicembre MCMXXV
Pubblicato sul catalogo Allemandi volume IX anno 1991-92 pag. 140 tavola a colori
- Giovanni Fattori nacque a Livorno il 6 settembre 1825. Suo padre, Giuseppe, era un artigiano originario di San Marcello Pistoiese, mentre sua madre, Lucia Nannetti, era fiorentina. La famiglia di Giovanni era semplice e con valori tradizionali, ma ebbe alcune vicende complesse, come il matrimonio del padre sotto falso nome prima di formalizzare la sua unione legittima.Giovanni mostrò un talento precoce per il disegno. Nonostante i tentativi iniziali di avviarlo al commercio, la famiglia decise di supportare le sue inclinazioni artistiche. Studiò dapprima sotto G. Baldini a Livorno e successivamente con G. Bezzuoli a Firenze.A Firenze, Fattori entrò in contatto con un gruppo di giovani con ideali democratici e coinvolti nei fermenti del Risorgimento italiano. Era amico di vari intellettuali e futuri artisti, e frequentava circoli dove si discutevano temi politici e culturali. Fece parte di società segrete e fu influenzato dalle letture di autori patriottici e romantici come Foscolo, Pellico, Guerrazzi, e dagli scrittori stranieri come Byron e Schiller.Nonostante le difficoltà iniziali e la scarsa brillantezza accademica, Fattori continuò i suoi studi di pittura, frequentando la Scuola superiore di pittura a Firenze. Fece amicizia con vari artisti, tra cui Vito D'Ancona. Anche se non eccelleva negli esami, il suo talento naturale per l'arte si manifestava in altre forme.Durante i moti rivoluzionari del 1848, Giovanni si impegnò nella diffusione di stampa clandestina e "fogli incendiari". Sebbene non abbia combattuto direttamente nelle barricate di Livorno, fu testimone degli eventi che influenzarono profondamente la sua visione del mondo e la sua arte.La biografia di Giovanni Fattori descrive la formazione di un artista influenzato non solo dal contesto familiare e sociale, ma anche dai fermenti politici del suo tempo. Le sue esperienze giovanili e le relazioni con altri intellettuali del Risorgimento giocarono un ruolo fondamentale nella sua crescita personale e professionale. -
Lotto 5 Francesco Gioli - La pastorella 1894 - Pisa 1846 - Firenze 1922 - Olio su tela cm 33x61,5 - Pubblicato sul catalogo Allemandi anno 2007 – 2008 volume XXV tavola a colori pag. 320
- Francesco Gioli è nato il 29 giugno 1846 a San Frediano a Settimo, frazione di Cascina (Pisa), da Ranieri e Rosa Del Panta. Figlio primogenito di una famiglia benestante, ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Pisa con A. Marianini tra il 1860 e il 1862, orientandosi verso la pittura storica di tradizione tardoromantica. Dopo la morte improvvisa di Marianini nel 1863, Gioli ha proseguito i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Antonio Ciseri e Enrico Pollastrini.Nel 1868 ha esordito a Firenze con il dipinto "Carlo Emanuele di Savoia scaccia l'ambasciatore spagnolo don Luigi Gaetano", successivamente esposto con successo anche a Pisa e Pistoia. Questo lavoro, influenzato dalle opere di Marianini e Pollastrini, ha ricevuto apprezzamenti per la sua vivacità e l'efficace rappresentazione ambientale.Gioli ha attraversato una fase di transizione artistica, abbandonando il soggetto storico per abbracciare il genere di quadro di genere ambientato nel Settecento, in linea con le tendenze di pittori come Boldini e il cosiddetto "stile Fortuny". Il suo viaggio a Parigi nel 1875 ha ampliato i suoi orizzonti artistici, influenzandolo verso il movimento macchiaiolo e il naturalismo europeo.Negli anni successivi, Gioli ha consolidato la sua reputazione con opere significative come "Un incontro in Maremma" (1874) e "Passa il viatico" (1878), che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali e lo hanno visto partecipare a esposizioni prestigiose come quella di Parigi e Londra. Le sue opere, caratterizzate da un naturalismo severo e una composizione solenne, hanno riflettuto l'influenza di artisti come Jules Breton e Jules Bastien-Lepage.Gioli ha continuato la sua carriera con successo nel XX secolo, esponendo regolarmente in Italia e all'estero. Ha partecipato a esposizioni mondiali e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, culminando con una sala personale alla Biennale di Venezia del 1914. La sua produzione tarda ha incluso opere simboliste e divisioniste, segnando un'evoluzione stilistica significativa.Francesco Gioli è stato anche un docente rispettato, nominato professore all'Accademia di Belle Arti di Bologna e successivamente a Firenze. La sua eredità artistica è caratterizzata da una vasta gamma di temi, dalla pittura storica al paesaggio, dal genere di quadro alla simbolista, riflettendo una carriera eclettica e influente nel panorama dell'arte italiana. -
Lotto 6 Arturo Moradei - Confidenze sulla spiaggia - Firenze 1840 - Ravenna 1901 - Olio su tela cm 95x66
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Lotto 7 Ferruccio Rontini - Fiera a Villore ( Mugello ) 1942 - Firenze 1893 - Livorno 1964 - Olio su tela cm 75x144,5 - Ferruccio Rontini, pittore livornese, studiò all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, diventando in seguito anche docente presso la stessa istituzione. Il suo stile iniziale, influenzato dal movimento macchiaiolo, si evolse significativamente a partire dagli anni quaranta.La sua pittura è pervasa da un forte naturalismo, concentrandosi soprattutto su temi paesaggistici e scene di vita quotidiana. Spesso ambientati nella campagna toscana, i suoi dipinti sono realizzati en plein air, soprattutto nella Maremma e nel Mugello. Tra le sue opere più riuscite, quelle ambientate nei mercati di Vicchio emergono per lo sguardo ottocentesco che Rontini proietta sulla vita quotidiana della gente.Ferruccio Rontini fu anche uno dei fondatori del Gruppo Labronico nel 1920, contribuendo così alla scena artistica locale e nazionale. Tra le sue esposizioni più significative, si ricordano la Mostra “Fiorentina Primaverile” del 1922 e la Biennale di Milano del 1925 con l'opera "La coltratura", oltre alle esposizioni del Gruppo Labronico.Recentemente, nel ottobre 2018, la Fondazione Livorno ha inaugurato una mostra in suo onore, riconoscendo così il contributo artistico di Rontini.È interessante notare che Ferruccio Rontini è il nonno di Pia Rontini, una delle vittime del Mostro di Firenze, tragedia che ha segnato la sua famiglia.Il suo lavoro è oggi presente in numerose collezioni e musei: 13 opere fanno parte della collezione permanente della Fondazione Livorno (ex Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno), mentre altre opere sono custodite nella collezione della Banca Commerciale Italiana, nella Fondazione CRTrieste, nel Museo Luigi Bailo di Treviso e nella Pinacoteca Comunale Foresiana a Portoferraio, collezione Mario Foresi.In onore della sua memoria, una via a Livorno porta il suo nome.
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Lotto 8 Arturo Faldi - Spettegolando in campagna - Firenze 1856-1911 - Olio su tela cm 50x85 - Provenienza: Collezione privata venduto da Christie’s asta n. 5816 del 8 giugno 2005
Pubblicato sul catalogo Mondadori n. 34 pag. 239
Pubblicato sul catalogo Allemandi n. XXIV pag. 283
- Arturo Faldi (1856-1911) è stato un pittore italiano nato a Firenze il 27 luglio 1856. Formatosi all'Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida dei pittori Michele Cordigiani e G. Muzzioli, Faldi iniziò la sua carriera concentrando la sua pittura su temi storici e biblici, seguendo l'influenza di S. Ussi.Le sue prime opere significative includono "Giuseppe venduto a Putifarre" e "Atirte che predice le prime vittorie a Sesostri", esposte rispettivamente alla mostra triennale dell'Accademia di Brera nel 1878 e a Monaco di Baviera nel 1879. Tuttavia, il suo interesse per i temi biblici gradualmente cedette il passo a una ricerca pittorica più vicina alla realtà quotidiana della vita contadina toscana.Un punto di svolta nella sua carriera fu rappresentato dalla sua opera "La trecciaiuola" esposta al Salon di Parigi nel 1881, che segnò il suo distacco dai temi storici e biblici in favore di paesaggi malinconici e scene di vita rurale. Faldi adottò una tecnica influenzata dai macchiaioli e iniziò a dipingere en plein air, soprattutto nei Chianti e nelle valli dell'Impruneta.Nel corso degli anni successivi, Faldi ottenne numerosi riconoscimenti e premi per le sue opere, come la medaglia d'oro all'Esposizione nazionale di belle arti a Bologna nel 1888 per il dipinto "Sui monti". Espose anche all'estero, ricevendo l'invito alla I Esposizione d'arte italiana a Londra nel 1888.La sua produzione artistica, sempre più concentrata sulla rappresentazione dei paesaggi toscani e delle scene di vita contadina, culminò con dipinti come "Luna di miele" (1892) e "Dio li accompagni" (1894), quest'ultimo acquisito dalla Galleria nazionale di Roma.Faldi non solo eccelleva come pittore, ma fu anche attivo come illustratore e insegnante. Fu presidente dell'Accademia di Belle Arti di Firenze fino alla sua morte avvenuta il 30 maggio 1911. La sua eredità artistica continua a essere studiata e apprezzata per il suo realismo e la sua capacità di catturare l'atmosfera e i dettagli della vita quotidiana toscana del suo tempo. -
Lotto 9 Giovanni Marchini - Ninfe al bagno - Forli' 1877 - Forli' 1946 - Olio su tela cm 75,5x139,5
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Lotto 10 Noel Quintavalle - L'inchino degli Angeli omaggio a Gesu' - Ferrara 1893 - Alassio 1975 - Olio su tela cm 121x80,5 - Noël Caterino Giulio Quintavalle, nato il 23 dicembre 1893 a Ferrara da genitori di origine mantovana, è stato un eclettico artista italiano noto per la sua poliedrica carriera nelle arti visive e letterarie. Dopo aver trascorso la sua giovinezza a Ferrara, la sua famiglia si trasferì prima a Pavia e poi a Milano per motivi professionali del padre.Fin da giovane, Quintavalle manifestò una forte vocazione artistica che lo portò a iscriversi all'Accademia di Brera, dove iniziò a distinguersi come pittore, incisore, scrittore, scultore e architetto. Nonostante il trasferimento, mantenne sempre un legame profondo con la sua città natale, Ferrara, dove espose alcune delle sue prime opere nel 1925 e nel 1928 con grande successo.Durante la Prima Guerra Mondiale, Quintavalle si arruolò nel 5° Reggimento Alpini e si distinse per il suo coraggio sul fronte del Monte Nero, guadagnandosi una Croce di Guerra al Valor Militare e una medaglia d'argento per le sue azioni eroiche.Dopo la guerra, tornato a Milano, continuò la sua carriera artistica e letteraria, pubblicando diversi libri tra cui "La sfinge domata", "I figli della montagna" e "I tre canti eterni – all’ombra del Monte Nero scrissi", opere che riflettono la sua esperienza diretta di combattente e la profonda riflessione sulla guerra.Quintavalle fu anche attivo nel sociale e nella promozione culturale, collaborando con varie istituzioni e partecipando a numerose mostre, sia in Italia che all'estero. Negli anni '50, visse per un periodo in Sudamerica dove continuò la sua produzione artistica.Morì ad Alassio, Savona, il 24 agosto 1977, lasciando dietro di sé un'eredità artistica e culturale significativa. Nel 2001, a Ferrara, è stata organizzata una mostra in suo onore presso il Centro Mostre E.F.E.R., evidenziando il riconoscimento continuo della sua città natale per il suo contributo artistico e storico.Il Gruppo Alpini di Ferrara ha proposto e ottenuto che una via della città fosse intitolata a Noël Quintavalle, riconoscendo così il suo status di grande artista e valoroso alpino che ha onorato dignitosamente la sua città natale attraverso il suo talento e il suo coraggio.
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Lotto 11 Cesare Tallone - Maddalena - Savona 1853 - Milano 1919 - Olio su tela cm 101x66,5 - Pubblicato a colori su Cesare Tallone. Ritratti di società
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Lotto 12 Leonardo Roda - Il Cervino 1928 - Racconigi 1868 - Torino 1933 - Olio su tela cm 98x138 - Leonardo Roda è nato nel 1868 a Racconigi, Italia. Cresciuto in una famiglia di alpinisti e artisti botanici, ha coltivato sin da giovane l'amore per la montagna e l'arte. Ha iniziato la sua carriera artistica nel 1889, esponendo opere presso la Promotrice di Torino.Roda era noto per i suoi dipinti di paesaggi alpini e scene della vita di montagna, spesso ritraendo il maestoso Cervino. Ha anche dipinto paesaggi della pianura padana e del mare ligure. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto riconoscimenti e premi per le sue opere, ma verso la fine degli anni '20 ha abbandonato l'attività espositiva e si è ritirato dall'ambiente artistico.La sua pittura è stata descritta come un equilibrio tra realismo e espressionismo, con un'attenzione particolare alla luce e ai cambiamenti atmosferici. Roda è stato elogiato per la sua capacità di catturare la bellezza della natura, sia nelle montagne che nella campagna.La sua salute ha iniziato a declinare negli anni '30, e Roda è morto nel 1933. Sebbene la critica dell'epoca non sia stata sempre gentile con lui, le sue opere sono ancora oggi ammirate e conservate in collezioni private e musei.
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Lotto 13 Angelo Barabino - Primavera 1928 - Tortona 1883 - Milano 1950 - Olio su tela cm 24x26
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Lotto 14 Alessandro Lupo - Giorno di Mercato - Torino 1876 - 1953 - Olio su tela cm 49,5x90 - Alessandro Lupo è stato un noto esponente del naturalismo piemontese durante la seconda metà del XIX secolo e i primi anni del XX secolo. La sua formazione artistica è stata influenzata in modo significativo dalla guida di Vittorio Cavalleri, un maestro di grande rilievo nell'ambito artistico dell'epoca.Il suo debutto ufficiale avviene nel 1901 alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, presentando tre studi condotti dal vero. Questo evento segna l'inizio della sua costante partecipazione alle principali mostre d'arte a livello nazionale. Tuttavia, nei primi anni della sua carriera, Lupo è spesso criticato per ciò che alcuni considerano un'eccessiva aderenza ai modelli insegnatigli dal suo maestro, Vittorio Cavalleri.Nonostante le prime opere siano state incentrate principalmente su paesaggi realizzati en plein air, nel corso degli anni Lupo inizia a diversificare i suoi soggetti artistici, fino a specializzarsi come animalista e autore di scene di mercato a partire dagli anni Venti.Un momento significativo nella carriera di Alessandro Lupo è stato nel 1921, quando ha allestito una mostra personale presso la Galleria Vinciana di Milano. Questo evento ha segnato l'inizio di una crescente attenzione critica ed espositiva nei confronti dell'artista. Tuttavia, questa fase positiva è stata bruscamente interrotta dall'esclusione di Lupo dalla Biennale di Venezia nel 1928.Nonostante le critiche sul suo stile artistico, la piacevolezza dei soggetti da lui rappresentati e il suo gusto che sembrava attardato nei confronti dei canoni artistici ottocenteschi gli hanno garantito un successo costante sul mercato dell'arte. La sua opera ha continuato ad essere apprezzata e ricercata dai collezionisti nel corso degli anni, contribuendo così a preservare il suo lascito artistico nel panorama artistico italiano.
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Lotto 15 Bartolomeo Giuliano - Ragazza della Riviera - Susa 1825 - Milano 1909 - Olio su tela cm 88x61 - Pubblicato sul catalogo Mondadori n. 29 tavola a colori pag. 192
Pubblicato sul catalogo Allemandi volumi n. XXII ed. 2004-2005 pag. 320 e n. XX ed. 2003-2004 pag. 405
- Bartolomeo Giuliano è stato un pittore italiano del XIX secolo, nato a Susa il 15 agosto 1825 e morto a Milano il 12 aprile 1909. La sua biografia rivela una carriera ricca di esperienze e riconoscimenti nel panorama artistico italiano.Giuliano iniziò la sua formazione a Torino presso l'Accademia Albertina, dove fu allievo di artisti come G.B. Biscarra e C. Arienti. Dopo aver lavorato in Sardegna con il padre, medico, e aver prodotto disegni e acquerelli ispirati al paesaggio locale, si trasferì a Firenze e successivamente a Milano. Questi spostamenti geografici influenzarono profondamente il suo stile pittorico, che si evolse da una pittura di storia e paesaggio di impronta romantica a una più variegata esplorazione dei generi pittorici.Nel 1860 o 1861, Giuliano sposò Federica Giuseppina Gervasoni, anch'essa pittrice, e si trasferì definitivamente a Milano grazie all'incarico accademico del suocero. Qui, divenne primo aggiunto di R. Casnedi all'Accademia di Brera, insegnando fino al 1883 e partecipando attivamente alla vita accademica.La sua produzione artistica comprende dipinti di storia, paesaggi, ritratti e scene di genere. Tra le opere più celebri si annoverano "Passaggio travaglioso per Susa dell'imperatore Federico Barbarossa" e "Van Dyck dipinge i figli di Carlo I". Nel corso della sua carriera, Giuliano partecipò regolarmente alle esposizioni nazionali e internazionali, ottenendo un notevole successo anche all'estero.Giuliano si distinse per un approccio pittorico che si adattava ai cambiamenti di gusto del suo tempo, spaziando dal romanticismo iniziale a un realismo più marcato verso la fine della sua carriera. Fu anche attivo nella ritrattistica e nella pittura decorativa, contribuendo anche con opere murali alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano.La sua eredità artistica è oggi conservata in numerose collezioni pubbliche e private, testimoniando il suo ruolo significativo nel panorama artistico italiano dell'Ottocento. -
Lotto 16 Giovanni Battista Ciolina - Ave Maria a Buttogno - Toceno 1870 - 1955 (Verbano-Cusio-Ossola) - Olio su tela cm 72x88 - Giovanni Battista Ciolina nacque in una famiglia di contadini della Valle Vigezzo nel 1870. Frequenta per cinque anni, a partire dal 1882, la Scuola d'Arte Rossetti Valentini a Santa Maria Maggiore, dove diventa amico stretto di altri futuri pittori come Carlo Fornara, Gian Maria Rastellini e Lorenzo Peretti Junior. Qui assorbe gli insegnamenti di Enrico Cavalli, grande conoscitore dell'arte francese dell'epoca e innovatore storico della pittura in Valle Vigezzo.Alla fine degli anni Ottanta del XIX secolo, riceve una borsa di studio biennale per frequentare la Scuola libera del nudo presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Artista talentuoso e precoce, dimostra il suo livello di eccellenza con opere come "Ritratto della madre" (1890) e "L'ombrellino rosso" (1892). Insieme all'amico e collega pittore Carlo Fornara, trascorre un lungo periodo a Lione tra il 1895 e il 1896 studiando i grandi maestri e familiarizzando con la nuova pittura al di là delle Alpi.Al suo ritorno in Italia si avvicina al Divisionismo, applicando la nuova tecnica seguendo l'esempio di Giovanni Segantini. Dopo la sua prima partecipazione alla Terza Triennale di Brera nel 1897 con il dipinto "Il filo spezzato", apre uno studio a Milano, dove realizza numerosi dipinti in stile divisionista, tra cui "La lavandaia", "Fanciulla che guarda dalla finestra" e "Mestizia crepuscolare". Prende parte a numerose mostre in Italia e all'estero e, gradualmente abbandonando il Divisionismo, arriva alla Biennale di Venezia del 1907 con il dipinto "Preludio di primavera", utilizzando ampiamente l'impasto e mantenendo la luminosità delle sue prime opere, ma con l'aggiunta di un lirismo malinconico tipico del Neo-impressionismo, spesso affidato a composizioni di ampio respiro come in "Ritorno all’alpe" e "Toceno al tramonto".All'inizio della Grande Guerra, Ciolina lascia Milano e si ritira nella Valle Vigezzo, dove continua a dipingere paesaggi, nature morte e affreschi religiosi fino alla sua morte.**Mostre**- "Giovanni Battista Ciolina – Umanità e paesaggi della Val Vigezzo": Museo del Paesaggio, Pallanza, 1986- "Una scuola di pittura in Val Vigezzo: 1881-1919": Torino/Novara, 1990- "Carlo Fornara. Un maestro del divisionismo": Trento, 1998- "Carlo Fornara. Il colore della valle": Acqui Terme, 2007- "Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce": Riva del Garda, 2010- "Le soglie della natura": Arco di Trento, 2010- "Alessandro Poscio, collezionista appassionato": Domodossola, 2014- "Carlo Fornara e il ritratto vigezzino": Domodossola, 2015
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Lotto 17 Antonio Oberto - Al pozzo - Baselica Bologna (Pavia) 1872 - Pavia 1954 - Olio su tela cm 59x34
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Lotto 18 Garzia Fioresi - Ie Sorelline - Vigevano (Pv) 1898 - Bologna 1968 - Olio su tela cm 100x100 - Pubblicato su Garzia Fioresi 1888-1968 a cura di Franco Solmi pag. 97
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Lotto 19 Leonardo Bazzaro - Chioggia - Milano 1853 - 1937 - Olio su tela cm 40x60
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Lotto 20 Giovanni Sottocornola - Preghiera - Milano 1855 - 1917 - Pastello su carta cm 46,5x74 - Giovanni Sottocornola, nato a Milano il 1° agosto 1855, proveniva da umili origini e, rimasto orfano di padre, si iscrisse all'Accademia di belle arti di Brera nel 1875. In questo periodo, influenzato dal divisionismo, dipinse ritratti e nature morte. La cultura italiana viveva un periodo di cambiamento, e Sottocornola si unì a un gruppo di innovatori che vedeva nel divisionismo una via di rinnovamento tecnico e linguistico.Nei primi anni Ottanta, l'artista eseguì opere divisioniste, ma la sua attenzione ai temi sociali crebbe negli anni successivi. Nel 1886, all'Esposizione nazionale di belle arti, presentò la "Frutera", testimonianza della sua transizione dalle influenze accademiche al realismo sociale. L'interesse per il lavoro divenne centrale nella sua produzione, ma senza intenti di denuncia evidenti.Il decennio tra il 1888 e le cannonate di Bava Beccaris (1898) fu il periodo più creativo per Sottocornola, evidenziato dalla sua partecipazione alla Triennale di Brera del 1891. Qui espose opere divisioniste come "Fuori porta" e "Il muratore". La sua pittura abbracciò un "divisionismo ideista", influenzato da Segantini e Previati, con un focus coraggioso sui temi sociali.La sua attenzione al lavoro femminile, evidente in opere come "Le operaie" e "Chiacchiere a Corso Garibaldi", caratterizzò la sua produzione. Sottocornola mantenne un approccio centrato sulla luce e le sue vibrazioni tonali, anche quando si avvicinò alla pittura a fresco e al restauro.Dopo le repressioni del 1898, Sottocornola si orientò verso l'intimismo familiare e paesaggistico, con un'evoluzione stilistica verso un divisionismo più delicato. Morì nel 1917, e la sua eredità artistica fu onorata con una mostra postuma. La sua carriera riflette il passaggio da influenze accademiche al realismo sociale e al divisionismo, con una sensibilità particolare verso i temi sociali e l'evoluzione delle condizioni di vita nella Milano industriale.
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Lotto 21 Luigi Conconi - Scena Decameron del Boccaccio - Milano 1852 - Milano 1917 - Olio su tela cm 48x122
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Lotto 22 Ambrogio Preda - Lugano da Cureggia - Milano 1839 - Davesco ( Lugano ) 1906 - Olio su tela cm 40x62 - Ambrogio Preda (Milano, 1839 - Davesco, 1906) nacque a Milano. Le informazioni sulla sua giovinezza sono scarse, ma si sa che partecipò alla campagna del 1859 insieme allo zio Angelo Trezzini. Frequentò l'Accademia di Brera dal 1853 al 1858. Dal 1866 si stabilì a Davesco, spostandosi raramente, il che limitò forse la sua carriera artistica. Tuttavia, partecipò a diverse mostre in Italia, ricevendo riconoscimenti come una medaglia all'Esposizione artistico industriale di Asti nel 1869 e il premio Mylius nel 1875.Preda era principalmente un pittore di paesaggi, definito "pittore monogamo quasi senza infedeltà" da Adriano Soldini. Nonostante i problemi economici, vendeva le sue opere ai turisti tedeschi. Dipinse raramente ritratti o scene di genere. I suoi paesaggi, spesso vedute precise del lago di Lugano e dintorni, erano popolati da figure umane come contadine, lavandaie e signore con ombrellini, e talvolta animali come mucche, capre e asini.Pur dipingendo dal vero, Preda evitava un verismo banale e mantenne l'interesse nei suoi lavori nonostante la ripetizione dei soggetti. Occasionalmente, si spingeva a Campione, sul lago Maggiore, in Engadina e in Liguria, ma mai sul lago di Como. Sebbene alcuni suoi dipinti raffigurino paesaggi olandesi, probabilmente non visitò mai l'Olanda e potrebbe averli eseguiti da fotografie.Era profondamente amico del ticinese Luigi Monteverde, con il quale trascorse un'estate del 1888 sul Monte Boglia. Monteverde, in un'intervista del 1894, ricordò la loro armoniosa convivenza, affermando che la pittura non li aveva mai divisi.
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Lotto 23 Ambrogio Preda - Il mercato di Magadino - Milano 1839 - Davesco ( Lugano ) 1906 - Olio su tela cm 27x48 - Ambrogio Preda (Milano, 1839 - Davesco, 1906) nacque a Milano. Le informazioni sulla sua giovinezza sono scarse, ma si sa che partecipò alla campagna del 1859 insieme allo zio Angelo Trezzini. Frequentò l'Accademia di Brera dal 1853 al 1858. Dal 1866 si stabilì a Davesco, spostandosi raramente, il che limitò forse la sua carriera artistica. Tuttavia, partecipò a diverse mostre in Italia, ricevendo riconoscimenti come una medaglia all'Esposizione artistico industriale di Asti nel 1869 e il premio Mylius nel 1875.Preda era principalmente un pittore di paesaggi, definito "pittore monogamo quasi senza infedeltà" da Adriano Soldini. Nonostante i problemi economici, vendeva le sue opere ai turisti tedeschi. Dipinse raramente ritratti o scene di genere. I suoi paesaggi, spesso vedute precise del lago di Lugano e dintorni, erano popolati da figure umane come contadine, lavandaie e signore con ombrellini, e talvolta animali come mucche, capre e asini.Pur dipingendo dal vero, Preda evitava un verismo banale e mantenne l'interesse nei suoi lavori nonostante la ripetizione dei soggetti. Occasionalmente, si spingeva a Campione, sul lago Maggiore, in Engadina e in Liguria, ma mai sul lago di Como. Sebbene alcuni suoi dipinti raffigurino paesaggi olandesi, probabilmente non visitò mai l'Olanda e potrebbe averli eseguiti da fotografie.Era profondamente amico del ticinese Luigi Monteverde, con il quale trascorse un'estate del 1888 sul Monte Boglia. Monteverde, in un'intervista del 1894, ricordò la loro armoniosa convivenza, affermando che la pittura non li aveva mai divisi.
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Lotto 24 Ambrogio Preda - L'isola Bella - Milano 1839 - Davesco ( Lugano ) 1906 - Olio su tela cm 30x49 - Ambrogio Preda (Milano, 1839 - Davesco, 1906) nacque a Milano. Le informazioni sulla sua giovinezza sono scarse, ma si sa che partecipò alla campagna del 1859 insieme allo zio Angelo Trezzini. Frequentò l'Accademia di Brera dal 1853 al 1858. Dal 1866 si stabilì a Davesco, spostandosi raramente, il che limitò forse la sua carriera artistica. Tuttavia, partecipò a diverse mostre in Italia, ricevendo riconoscimenti come una medaglia all'Esposizione artistico industriale di Asti nel 1869 e il premio Mylius nel 1875.Preda era principalmente un pittore di paesaggi, definito "pittore monogamo quasi senza infedeltà" da Adriano Soldini. Nonostante i problemi economici, vendeva le sue opere ai turisti tedeschi. Dipinse raramente ritratti o scene di genere. I suoi paesaggi, spesso vedute precise del lago di Lugano e dintorni, erano popolati da figure umane come contadine, lavandaie e signore con ombrellini, e talvolta animali come mucche, capre e asini.Pur dipingendo dal vero, Preda evitava un verismo banale e mantenne l'interesse nei suoi lavori nonostante la ripetizione dei soggetti. Occasionalmente, si spingeva a Campione, sul lago Maggiore, in Engadina e in Liguria, ma mai sul lago di Como. Sebbene alcuni suoi dipinti raffigurino paesaggi olandesi, probabilmente non visitò mai l'Olanda e potrebbe averli eseguiti da fotografie.Era profondamente amico del ticinese Luigi Monteverde, con il quale trascorse un'estate del 1888 sul Monte Boglia. Monteverde, in un'intervista del 1894, ricordò la loro armoniosa convivenza, affermando che la pittura non li aveva mai divisi.