Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera

Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera

mercoledì 14 ottobre 2020 ore 17:30 (UTC +01:00)
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  • Chamba , regione centro-orientale (Nigeria)
    Lotto 13

    Chamba , regione centro-orientale (Nigeria)

    H 52 cm
    Legno ricoperto con un impasto crostoso color rosso scuro
    Scultura a due figure

    PROVENIENZA
    - Antica collezione George F. Keller (Berna) (Inv. G.F.K. 212);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts;


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 213, pag. 223;

    - FARDON RICHARD & STELZIG CHRISTINE “Column to Volume - Formal innovation in Chamba statuary” 2005, London, figura 4d, pag. 45;*

    Questo gruppo etnico, organizzato in piccoli reami governati da un re e dal consiglio degli anziani è culturalmente legato ai vicini Wurkum, Mumuye e Jukun. Questi gruppi tenevano le figure degli antenati in apposite capanne ai lati del villaggio in una zona nascosta dalla vegetazione. La funzione di queste opere era di proteggere i cacciatori e i contadini dai morsi dei serpenti durante le attività nei campi. Le statue partecipavano a rituali di culto che ogni anno si svolgevano nella comunità. La tradizione, che si tramanda dalla notte dei tempi, vuole che questa scultura rappresenti la coppia primordiale.

    (*) Gli specialisti Richard Fardon e Christine Stelzig hanno realizzato uno studio approfondito su queste rare sculture Chamba a figura doppia: inclusa questa. Le loro ricerche storiche si sono basate su una serie di esemplari che sono appartenuti a musei, mercanti e collezionisti privati che hanno fornito una documentazione relativa al periodo compreso tra il 1970 e il 2003. Infatti, negli anni precedenti le segnalazioni di queste opere erano state molto scarse. Hanno esaminato nel dettaglio i vari aspetti storici, etnografici e morfologici, individuando, per le figure doppie, due stili scultorei: stile canonico e variante stilistica. Qui riassunti in modo sintetico:
    - Stile canonico. I corpi delle due figure sono stilizzati e la testa mostra una cresta trasversale dove quella femminile risulta più alta. La bocca rettangolare è sporta in avanti. Il busto è dritto con spalle incurvate.Le braccia, piegate sui gomiti, sembrano appese alle spalle. Le mani aperte a penzoloni mostrano tutte le dita. Nelle figure femminili i seni sono scarsi o assenti. Il busto, sotto l’ombelico, è infilato all’interno della grossa colonna che divide in due spezzoni il corpo delle figure. Le due gambe, uniche per entrambe le figure, sono piegate sulle ginocchia e i piedi sono senza le dita;
    - Variante stilistica. L’esemplare di questo lotto appartiene a questa variante. La coppia di figure - femminile e maschile - hanno braccia staccate dal tronco che scendono in modo naturale dalle spalle. La figura femminile è dotata di piccoli seni e si distingue per lo chignon conico. I corpi delle figure, sono posizionati in modo che ogni gamba si trovi allineata con il corpo sovrastante.In riferimento alla loro anzianità di esecuzione gli autori hanno infine convenuto che questo esemplare di 52 cm (figura 4d) risulterebbe il più antico del gruppo perché scolpito in uno stile arcaico. E’ accertato infatti che quest’opera sarebbe stata una delle prime collezionate. A testimonianza di ciò gli Autori segnalano, con la nota 5 di pagina 116 riportata a pagina 117, la dichiarazione degli ex proprietari che conferma che l’opera era appartenuta al collezionista svizzero George F. Keller e fu da lui acquistata alla fine degli anni ’30 da un commerciante di Parigi. (cif. Lettera della Signora Morigi del 8 maggio 2003);

  • Bamun, regione di Foumban (Camerun)
    Lotto 14

    Bamun, regione di Foumban (Camerun)

    H 36 cm
    Legno ricoperto con perline colorate

    Statua commemorativa di antenato.
    Tipo di scultura che appartiene alla produzione dei Bamun, gruppo di tradizione islamica che vive nella regione sud-occidentale intorno a Foumban. E’ uno stile particolare che prevede la copertura totale della statua di legno. Le perle di vetro colorate, di produzione europea, sono state esportate in Africa con le spedizioni di fine ottocento, in particolare da Francia, Olanda e Italia, soprattutto dalle manifatture di Venezia che ne hanno fornite in quantità. Rappresenta la figura di un antenato seduto su un piccolo seggiolino. E’ interamente decorato con perle multicolori cucite su una stoffa grezza che avvolge tutta l’opera. E’ una tecnica di decorazione che si è sviluppata in passato anche presso il grande gruppo Bamileké. Queste popolazioni si basano su un sistema sociale organizzato in chefferie che si tramandano secondo una discendenza patrilineare. Le sculture di sovrani, troni, maschere, sono interamente decorate con queste perle di vetro per rendere l’opera più attraente, soprattutto le figure più importanti della gerarchia reale e quelle che rappresentano antenati di alto rango.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione George F. Keller (New York / Davos) (Inv. G.F.K. 218);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA

    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 232, pag. 245;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 38;

    - DELANGE JACQUELINE & LEIRIS MICHEL "Africa nera" Milano 1967, pag. 323, ill. 373;
    - HARTER PIERRE "Arts anciens du Cameroun" Arnouville1986;
    - PERROIS LOUIS “Arts Royaux du Cameroun” Genève 1994, pag. 38, fig. 32;


  • Kota, regione meridionale del Gabon
    Lotto 15

    Kota, regione meridionale del Gabon

    H 71 cm
    Legno duro ricoperto con lamine di rame. Zoccolo Inagaki*
    Figura di reliquiario bifronte.
    Lo stile di questo esemplare corrisponde alla tipologia di reliquiari Kota realizzati dai gruppi insediati nel Gabon meridionale, zona di Franceville, alto Ogoué.
    Utilizziamo la classificazione che lo specialista francese Louis Perrois ha individuato per questi modelli caratterizzati per i seguenti criteri dominanti che qui riassumiamo:
    Lato Concavo:
    - viso ovale e pettinatura con cimiero a mezza luna;
    - ciocche laterali curve a base rettilinea;
    - placche a lamelle orizzontali (qui sono figurate);
    - pendenti cilindrici verticali- occhi (qui a semiluna);
    - naso realista (qui ad angolo diedro);
    - anello in rilievo alla base del collo;
    - legno a rombo (qui a sezione quadra);
    - bocca assente;

    Lato Convesso:
    - fronte bombata con sopracciglia ad arco;

    E’ un reliquiario Kota tipo Janus, cioè con due figure contrapposte che hanno in comune - nella parte inferiore - la sagoma a rombo. Rappresenta un modello raro nella tipologia Kota. Entrambi i lati sono rivestiti con lamine di rame. II lato concavo ha la forma di un ovale allungato con larghe strisce di ottone sugli assi mediani. Nella zona centrale sporge il naso ad angolo diedro. Le decorazioni sottolineano tutto il profilo della sagoma. Il viso è rivestito con lamine di rame a motivo di lamelle figurate. I pendenti sono invece ricoperti con sottili spirali di rame.Il lato convesso si caratterizza per il rilievo della fronte - divisa dalla linea sagittale - dove le arcate delle sopracciglia, dalla radice del naso, riprendono la sagoma degli occhi. La mancanza della bocca sarebbe un indice di rarità. In origine le parti metalliche sono state fissate con chiodi di rame e, lungo i bordi, con linguette di ferro. Tutta la struttura evidenzia, sia nelle parti metalliche, che nel legno, rotture e abrasioni, dettagli che segnalano l’ indiscussa anzianità di quest’opera.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione Ernst Asher, Parigi;
    - Antica collezione George F. Keller (Parigi / New York) (Inv. G.F.K. 245);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 246, pag. 270 e 271;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 39;


    - CHAFFIN ALAIN “L’Art Kota” articolo pubblicato su “Arts d’Afrique Noire” Arnouville n° 5, Primavera 1973, pagg. 12 - 43;
    - PERROIS LOUIS “Arts du Gabon” Arnouville 1979, pag. 309;
    - PERROIS LOUIS “Patrimoines du Sud, collections du Nord” - Trente ans de recherche à propos de la sculpture africaine (Gabon, Cameroun) ORSTOM, Paris 1997;
    - PERROIS LOUIS “Art ancestral du Gabon dans les collections du Musée Barbier-Mueller” Genève 1985, pag. 51;
    - AUTORI VARI “Les forets natales: Arts d’Afrique équatoriale atlantique” Musée du Quai Branly, Parigi 2017;

    (*) Kichizò Inagakì (1876 -1951). Di origini giapponesi, ha vissuto a Parigi negli anni 1920 - 1940. Come artista di sculture di legno pregiato ha avuto un certo successo nella Parigi della Belle Epoque. Nel mondo dei collezionisti e mercanti d’arte primitiva è diventato un nome prestigioso realizzando le basi di legno alle opere africane che i mercanti gli consegnavano. Dopo aver ottenuto una certa fama per questi suoi interventi ha realizzato un marchio a punzone, con la sua firma in ideogrammi, che imprimeva sulle basi di legno.
    Documentazione ripresa dalla rivista “Tribal Art n° 66, Bruxelles, Hiver 2012, Articolo di Charles-Wesley Hourdé, pagg. 96-105;


    Il reliquiario Kota, nel suo insieme, era costituito da un paniere di vimini che doveva contenere i resti, puliti e lucidati, degli antenati della famiglia. La scultura, ricoperta di rame, era collocata in cima al paniere in compagnia di altri esemplari analoghi: tutti rappresentavano i volti dei fondatori del clan. Presso i popoli, Fang, Kota, Mahongwe, Shamaye, ecc., il culto degli antenati (Bwete) costituiva il centro della vita religiosa e sociale del gruppo e si basava sul grande rispetto degli antenati illustri, considerati come aventi il potere nell’aldilà di influenzare, nel bene o nel male, la vita dei loro discendenti. Alla morte di una persona importante, il grande sacerdote (Nganga) prelevava dal corpo alcune reliquie che poi lucidava e decorava con pezzi di metallo per meglio conservarle nel paniere di vimini. Sul coperchio venivano fissate le figure dei reliquiari che simboleggiavano le immagini degli antenati defunti. Esse servivano come guardiani contro gli eventuali profanatori. I reliquiari, tenuti in appositi luoghi di culto ai bordi del villaggio, erano controllati dai familiari. Il loro rivestimento di metallo - previsto solo nella parte anteriore - aveva lo scopo di proteggere la figura dall’attacco degli insetti xilofagi. Il culto Bwete e l’arte dei reliquiari Kota sono quasi scomparsi nella prima metà del XX° sec. sotto l’azione dei missionari che volevano imporre agli abitanti la loro fede religiosa. Molte opere sono state così distrutte, tuttavia la tradizione indigena - soprattutto nelle zone più inaccessibili della foresta pluviale - ha resistito anche oltre il periodo dell’indipendenza (1958). Questi reliquiari del centro Africa sono una straordinaria testimonianza di come gli scultori africani siano riusciti a rendere astratta l’immagine della figura umana.

  • Kuba  (Repubblica Democratica del Congo)
    Lotto 16

    Kuba (Repubblica Democratica del Congo)

    H 61 cm
    Legno a patina naturale scura
    Scultura ritratto di un re. 
    Località di raccolta: regione dei Bushoong compresa tra i corsi dei fiumi Kasai e Sankuru, villaggio Kuba di Nshyeeng (sulle mappe odierne diventa Mushenge).
    Rappresenta la statua del re Kuba  Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen (*). E’ l’ultima effige di un re Kuba che dopo ottant’anni è disponibile in occidente.



    Le informazioni che seguono sono riprese dall'opera di Cornet pubblicata nel 1982. Egli descrive ed illustra nel dettaglio la storia e le sculture Ndop di 12 sovrani, inclusa l’ultima, che rappresenta la statua del re Kuba Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen (1939-1969). Le antiche statue dei sovrani, dopo la loro morte, erano scolpite da scultori professionisti. Queste opere postume erano tenute in grande considerazione dalle donne dell’harem e dai discendenti diretti anche per il loro valore simbolico da tramandare ai posteri. Tuttavia la sequenza di sculture dei ritratti si interruppe per svariati motivi. Molte delle antiche statue si erano disperse nelle collezioni e musei del mondo. Già dalla prima metà del XX° secolo non erano state più scolpite dagli scultori di corte. Questa mancanza fu interrotta dal re Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen anche perché al suo insediamento egli non aveva individuato uno scultore capace o desideroso di realizzare il suo ritratto (Ndop) dopo la sua morte. Decise quindi di eseguire con le proprie mani la statua che lo rappresentasse. Essendo infatti un personaggio di grande valore e lucidità, si rammaricava della precarietà del suo regno al cospetto di tutte le evoluzioni del mondo moderno. Con questa iniziativa voleva mantenere la tradizione storica e gli elementi distintivi del proprio regno. Decise quindi di scolpire il suo autoritratto.La data di ingresso in Europa della scultura autoritratto del re (lotto 16) è il 1940, cioè un anno dopo dal suo insediamento, per questo è verosimile ipotizzare che il re in quel periodo abbia scolpito almeno due opere, una delle quali è entrata nel Musées Nationaux du Zaire.
    Entrambe le opere riprendono tutti i dettagli della tradizione che caratterizzano i ritratti Ndop: pettinatura piatta con decoro a conchiglie nel bordo superiore e, in quello inferiore, con motivo a linee incrociate; linea dei capelli in evidenza, decoro a goccia sulla nuca, forma rotonda delle orecchie, curva delle sopracciglia, scarificazioni delle tempie, fascia pettorale a tre linee di Cypree, coprinatiche decorato, base rettangolare a disegno intrecciato. Il re indossa due anelli da spalla, due anelli d’avambraccio, quattro bracciali ai polsi. Nella mano sinistra tiene il gallo (coq), un animale che allude alla vigilanza, cioè un simbolo che identifica la dinastia di ogni sovrano.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione Charmette, Gouverneur, Paris, portata da lui stesso nel 1940;
    - Antica collezione Maurice Nicaud (Parigi) (**);
    - Antica collezione George F. Keller (New York/Davos) (Inv. G.F.K. 276);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts (***);
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 276, pag. 307;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 44;

    - FAGG WILLIAM “La sculpture africaine de Eliot Elisofon” Londra 1958, pagg. 7 e 202;
    - CORNET JOSEPH “Art de l’Afrique Noire au pays du fleuve Zaire” Bruxelles 1972, pagg.120-140;
    - CORNET JOSEPH “Art Royal Kuba“ Milano 1982;
    - LaGAMMA ALISA “Heroic Africans” The Metropolitan Museum of Art, New York 2011, pagg. 152-181;

    (*) Re Kuba Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen che ha regnato dal 1939 al 1969.
    Queste sculture rappresentano i ritratti dei sovrani delle dinastie Kuba. Il nome indigeno che identifica queste statue è Ndop. L’esploratore Emil Torday nella sua spedizione del 1908 in Congo è stato tra i primi europei a raggiungere il territorio del Kasai dove vi erano insediati i Bushoong (Kuba).Nel suo prezioso volume ne ha descritto i costumi, le tradizioni, le opere: TORDAY EMIL & JOICE THOMAS A. “Notes Ethnographiques sur les peuples communément appelés Bakuba, ainsi que sur les peuplades apparentées. Les Bushongo” Annales du Musée du Congo Belge, Bruxelles 1910. La storia della dinastia dei 124 sovrani si è tramandata oralmente e avrebbe avuto dei riscontri documentati solo a partire dal XVII° secolo con l’identificazione di sedici opere considerate autentiche. Una prima rassegna di queste sculture reali Kuba è stata presentata all'Esposizione di Anversa nel 1937-1938. In seguito altri autori si sono dedicati allo studio di queste sculture reali. L’antropologo Jan Vansina dopo il viaggio in Congo del 1953 ne ha approfondito la storia. All’epoca del re Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen (1939-1969) la reggia aveva una dimensione di 800 x 400 metri con 5.000 - 10.000 abitanti. Gli edifici erano realizzati in materiale vegetale essiccato. Il villaggio del re era un modello antico - unico in Africa Centrale - paragonabile ad un grosso borgo europeo del Medio Evo.
    Un altro autore ha dedicato anni per ricostruire la storia dei Re Kuba: il padre francescanoJoseph Cornet (1919-2004). Nato in Belgio, ha vissuto come missionario in Congo per oltre trent’anni. Storico dell’arte di questo grande Paese ha condotto indagini sui costumi dei molti gruppi etnici. Ha pubblicato tanti lavori che sono la testimonianza delle sue ricerche. E’ stato direttore del Musée Nationaux du Zaire e, dopo una lunga permanenza nel Kasai, ha scritto un trattato dettagliato sulla statuaria reale Kuba ricercandone la ricostruzione storica ed iconografica.
    Uno studio dettagliato sull'età d’oro dei re Kuba è stato realizzato da Alisa LaGamma curatrice del Metropolitan Museum of Art di New York (MET): Heroic Africans. Pubblicato nel 2011, in 30 pagine ricche di illustrazioni e riferimenti storici, prende in esame le statue classiche dei re Kuba. Riporta le testimonianze di autori come Emil Torday (1875-1931), Frans Maria Olbrechts (1899-1958), Jan Vansina (1929-2017) e Joseph Cornet (1919-2004) che negli anni ne hanno documentato la storia e le origini.

    (**) Maurice Nicaud (1911 - 2003). La sua biografia è stata ripresa da un articolo di Bernard De Grunne in SOTHEBY’S “Collection Marceau Riviére” Paris, asta del 18 e 19 giugno 2019, pagina 424 La foto è stata pubblicata a pagina 164. E’ stato un famoso antiquario che ha condiviso con collezionisti e mercanti come Marceau Riviére e Pierre Verité la passione e la fortuna di scoprire l’Africa Occidentale negli anni appena successivi alla seconda guerra mondiale. Nel 1950, con la moglie spagnola Josepha Guérero, era in Africa in cerca di oggetti. Dopo diversi viaggi in Guinea, Mali, Costa d’Avorio, la coppia si stabilisce a Parigi in rue Guénégaud dove apre la galleria d’arte africana Bargui. Nel corso della loro attività i coniugi Nicaud hanno avuto tra le mani molti pezzi dei gruppi Baga, Dogon, Yauré, Baulé, Dan. Importanti opere Dogon sono state acquistate dal Musée Dapper di Parigi. Nel 1970 hanno prestato al Museo di Zurigo una dozzina di opere per la mostra organizzata dalla direttrice Elsy Leuzinger “Die Kunst von Schwarzafrika”. Il volume è stato tradotto in italiano con il titolo: “L’Arte dell’Africa Nera” Milano 1972. Tantissime opere provenienti da Maurice Nicaud oggi sono presenti nelle collezioni private ed esposti nei musei. In particolare, molti suoi esemplari si possono vedere nel volume del suo amico Marceau Riviére pubblicato a Parigi nel 1975 “Les chefs-d’oeuvre africains des collections privées françaises”. La successione della famiglia Nicaud è stata oggetto di una vendita a Parigi organizzata da Binoche & Giquello il 21 marzo 2018. Tra le 26 opere offerte vi erano nove esemplari di pulegge per la tessitura: oggetti, in apparenza di minor valore commerciale, che tuttavia rappresentavano una delle tante passioni dei coniugi Nicaud.

    (***) Berna 1980, Musée des Beaux Arts. Sotto la base della statua è ancora incollata l’etichetta del Museo di Berna. Il nome indigeno è leggermente diverso da quello segnalato da Cornet (1982). Tuttavia il Museo ha riportato il nome del re che era presente sulla scheda di Paolo Morigi da lui redatta prima del 1980.

  • Kuba (Repubblica Democratica del Congo)
    Lotto 17

    Kuba (Repubblica Democratica del Congo)

    H 42 cm
    Legno a patina scura, tracce di polvere di tukula (*)
    Scultura ritratto di un antenata.
    Regione dei Bushoong compresa tra i corsi dei fiumi Kasai e Sankuru.
    Rappresenta l’immagine stilizzata di un persona di alto rango nella gerarchia del popolo Kuba. La ricca acconciatura e i raffinati tatuaggi del corpo testimoniano l’importanza della donna. I disegni geometrici che decorano la sua figura sono caratteristici della tradizione Kuba.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione George F. Keller (New York / Davos) ( Inv. G.F.K. 275);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 277, pag. 308;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 42;

    - FELIX MARK LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Kuba, pagg. 62-63”, Bruxelles 1987;
    - CORNET JOSEPH “Art de l’Afrique Noire au pays du fleuve Zaire” Bruxelles 1972, pagg.120-140;
    - ROBBINS M. WARREN & NOOTER NANCY INGRAM “African art in American Collections ” 2004 Atglen, PA-USA, pag. 421;

    I Kuba hanno rappresentato le effigi dei loro re ai quali assegnavano un carattere divino. Una tradizione scultorea che si è tramandata da generazioni. La statuaria è molto rara perché essi non praticavano il culto degli antenati: si conoscono solo alcuni esemplari di notabili e dignitari. La loro produzione si è rivolta a maschere, caschi di danza, tamburi reali, e altri manufatti di corte come coppe, scatole, pipe; tutti oggetti eseguiti con grande bravura nelle superfici lavorate a intaglio, secondo i disegni dell’antica tradizione dei tessuti di rafia diffusi in tutto il Kasai.

    (*) "E’ una polvere di legno rosso (scorza di Pterocarpus) mischiata a grasso. Protegge contro le termiti e il suo colore rosso ha un significato simbolico. Gli indigeni si strofinano la pelle e ungono ugualmente i loro morti e anche le sculture di antenati” Elsy Leuzinger 1972, pag. 240.

  • Hemba  (Repubblica Democratica del Congo)
    Lotto 18

    Hemba (Repubblica Democratica del Congo)

    H 35 cm
    Legno a patina scura
    Oggetto magico.
    Regione sud-orientale del Congo delimitata dai corsi dei fiumi Lualaba e Lomami.
    Chiamato Mabwe Lugullu quest’oggetto magico era usato per funzioni divinatorie dai membri della società segreta Magabc. Rappresenta una figura femminile incastrata sopra un involucro sferoidale di origine vegetale. La scultura è avvolta con una pelle d’animale rinsecchita alla quale sono stati applicati grossi gusci di lumaca.Nonostante le piccole dimensioni, le varie parti del corpo sono state trattate nello stile arrotondato che caratterizza la statuaria del gruppo Hemba. Il viso è scolpito con fronte ampia, bocca sporgente, occhi sottili, orecchie a sventola e pettinatura a trecce raccolta all’indietro. Le braccia, staccate dal corpo, si chiudono con le mani appoggiate ai seni. Il ventre mette in evidenza i classici tatuaggi delle figure Hemba.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione George F. Keller (New York / Davos) (Inv. G.F.K. numero illeggibile);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 295A e 295B, pagg. 334 e 335;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav.47;

    - FELIX MARK LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Hemba, pagg. 34-35” Bruxelles 1987;
    - FAGG WILLIAM “La sculpture africaine de Eliot Elisofon” Londra 1958, pag. 231, n° 297;
    - DELANGE JACQUELINE & LEIRIS MICHEL “Africa nera” Milano 1967, ill. 272;
    - NEYT FRANCOIS & DE STRYCKER LOUIS “Approche des arts Hemba” Villiers-le Bel, Francia 1975, pag. 53;

  • Luba  (Repubblica Democratica del Congo)
    Lotto 19

    Luba (Repubblica Democratica del Congo)

    H 34 cm
    Legno leggero policromo
    Maschera di danza tipo Kifwebe.
    Regione sud-orientale del Congo delimitata dai corsi dei fiumi Lualaba e Lomami.
    La forma sferoidale di questo modello appartiene ad una delle produzioni che i Luba hanno riservato alle maschere Kifwebe. Non sono molto diffuse ma si caratterizzano per la forma circolare del volto. In questi modelli il naso assume una forma quasi realistica. Qui gli archi descritti dalle orbite oculari si diffondono con incisioni parallele su tutta la superficie della maschera, decorata con colori alternati bianco, marrone e nero. Questa alternanza di colori accentua la potenza espressiva della maschera che, nelle differenti tipologie, è stata realizzata dagli scultori in forme e modelli che si tramandano da generazioni secondo stilemi decisamente astratti.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione Netterson (Anversa);*
    - Antica collezione Léopold Haefliger (Pittore svizzero di Lucerna 1929 - 1989);
    - Antica collezione George F. Keller (New York / Davos) (Inv. G.F.K. 303);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano)- Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Bern 1980, Musée des Beaux Arts;
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 302, pag. 343;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 84;

    - FELIX MARK LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Luba pagg. 78 - 79” Bruxelles 1987;
    - AUTORI VARI “Faces of the spirits: masks from Zaire basin” Anversa 1993, pagg. 158-159;
    - DELANGE JACQUELINE & LEIRIS MICHEL "Africa nera" Milano 1967, pag. 337, n° 391;
    - WALKER ART CENTER "Art of the Congo" Minneapolis 1967, pag. 51, n° 24.6;

    La forte società segreta Kifwebe si è sviluppata in origine presso i Songye, ma in seguito si è diffusa anche tra il popolo Luba. Queste maschere appartenevano ai membri della potente società segreta Kifwebe. Sono maschere che per gli indigeni avevano un forte valore soprannaturale perché rappresentavano l’incarnazione di una divinità.Molte maschere erano indossate in occasione delle cerimonie funerarie, durante i rituali di iniziazione dei giovani o nelle riunioni dei notabili per l’elezione dei capi villaggio. Altre erano appese “nella casa delle maschere” dove venivano conservati tutti gli oggetti ritenuti sacri.

    (*) La scheda di Morigi segnala: Ex collezione Netterson, Antwerpen (1929). Dalle notizie che abbiamo trovato Netterson sarebbe stato un mercante belga operativo negli anni ’20 -’30. Ha venduto opere del Congo anche a George Keller e a Paolo Morigi. In particolare a Keller ha ceduto una statuina Yaka tipo Janus (G.F.K. 262) esposta nel 1980 al Museo di Berna, pubblicata da Morigi nel suo volume “Raccolta di un amatore” del 1980, pag. 262, n° 363. La stessa statuina è stata poi venduta da Sotheby’s il 6 dicembre 2005, lotto 107.

  • Lega, regione di Shabunda (Repubblica Democratica del Congo)
    Lotto 20

    Lega, regione di Shabunda (Repubblica Democratica del Congo)

    H 13 cm
    Legno leggero ricoperto con caolino, barba di fibre vegetali intrecciate (Lukusa)
    Maschera in miniatura Lukwakongo.
    Lo stile di questa maschera conferma la tradizione dell’arte Lega: volto di forma ovale con l’area del viso concava, in contrasto con la superficie convessa in cui è inscritta. Gli occhi sono sottili fessure in rilievo, il naso sporgente divide in due parti l’area del viso, la bocca mostra file di denti aguzzi. Intorno alla faccia è legata una lunga barba di fibre intrecciate.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione George F. Keller (Berna) (Inv. G.F.K. 312);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 313, pag. 360;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 51;

    - FELIX MARK LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Lega, pagg. 70 e 71” Bruxelles 1987;
    - FELIX MARC LEO & AUTORI VARI “Congo Masks – Masterpieces from Central Africa” Bruxelles 2018, Edited by Marc Leo Felix, pagg. 266 - 274;
    - AUTORI VARI “Face of the Spirits: Masks from the Zaire Basin“ Anversa 1993, pagg. 188 - 197;
    - CORNET JOSEPH “Art de l’Afrique noire au pays de fleuve Zaire” Bruxelles 1972, pagg. 257 - 283;
    - CAMERON ELISABETH L. “Art of the Lega” UCLA Fowler Museum of Cultural History, Los Angeles, 2001;

    I Lega o, Rega / Warega come in passato erano chiamati, sono circa 200.000 indigeni del Congo che vivono nella foresta equatoriale della regione di Maniema e sulle pendici del lago Tanganica occidentale.La loro società, in passato, era organizzata con una complessa istituzione chiamata Bwame. Divisa in vari livelli, aveva il compito di organizzare la vita sociale, politica, giudiziaria e religiosa della comunità. I passaggi da un livello all’altro si ottenevano dopo aver dato prova di abilità personale nelle varie attività della vita: allevamento corretto dei figli, cattura di grossi animali nelle battute di caccia collettiva, comportamento eroico nelle battaglie tribali, ecc.Sia le maschere, che le sculture realizzate in legno, osso, avorio, rappresentavano per i proprietari il segno identitario del proprio livello gerarchico raggiunto. L’avorio costituiva il materiale del rango più alto. Gli oggetti, una volta acquisiti, venivano custoditi nei panieri di vimini e tramandati con orgoglio ai propri discendenti. Durante le festività del villaggio erano mostrati al pubblico, appesi su trespoli di legno improvvisati, davanti alla propria abitazione.

  • Lega, regione di Shabunda  (Repubblica Democratica del Congo)
    Lotto 21

    Lega, regione di Shabunda (Repubblica Democratica del Congo)

    H 38 cm
    Legno a patina scura brillante con tracce di caolino e addobbo di piume
    Maschera della società Bwame.
    Esemplare di grandi dimensioni che conferma la tradizione dell’arte Lega. Gli occhi a fessura sono messi in risalto dal bianco del caolino. La superficie del legno, ben levigata, presenta una complessa decorazione a piccoli cerchi con punto centrale, un dettaglio molto utilizzato nelle opere Lega. Sembra che il significato dei punti rappresenti la bellezza, il vigore dell’individuo e anche la forza vitale del sole. La corona di piume si riscontra in altri esemplari della società Bwame.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione George F. Keller (Berna) (Inv. G.F.K. 316);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 314, pag. 361;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 53;

    - FELIX MARK LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Lega, pagg. 70 e 71” Bruxelles 1987
    - FELIX MARC LEO & AUTORI VARI “Congo Masks – Masterpieces from Central Africa” Bruxelles 2018, Edited by Marc Leo Felix, pagg. 266 - 274;
    - CORNET JOSEPH “Art de l’Afrique noire au pays de fleuve Zaire” Bruxelles 1972, pagg. 257 - 283;
    - CAMERON ELISABETH L. “Art of the Lega” UCLA Fowler Museum of Cultural History, Los Angeles, 2001;

  • Bambara, regione di Segou (Repubblica del Mali)
    Lotto 22

    Bambara, regione di Segou (Repubblica del Mali)

    H 115 cm
    Legno duro a patina naturale chiara, gancio di ferro sulla testa
    Marionetta.
    Rappresenta il busto di una figura femminile utilizzata come marionetta (Merekun). Scolpita secondo stilemi tipici dei Bambara il viso è inscritto in un ovale allungato che alla sommità diventa una linea orizzontale in corrispondenza della fronte ampia. Un lungo naso scende a sbalzo e divide in due parti il viso segnato da occhi circolari e caratterizzato da una porzione scura nella zona inferiore. Un collo cilindrico si innesta sul busto a spalle squadrate dove risaltano grossi seni a cono.In questo volto femminile sembra che lo scultore abbia voluto cogliere un’espressione malinconica. Qui risulta palese una azzardo stilistico che avrebbe influenzato i volti e i colli delle donne che Modigliani ha dipinto e scolpito.Ai lati delle spalle vi sono alcune rotture che la scultura ha subito nella sua lunga attività infatti le braccia mobili, ora scomparse, un tempo erano unite al corpo mediante grossi ganci di ferro. L’utilizzo di questa marionetta è palese per la patina liscia presente sul bastone dovuta al prolungato contatto umano.

    PROVENIENZA
    - Antica collezione Henri Bing (1888 - !965), Parigi / Cagnes-sur-mer. Epoca dell’acquisto 1915 - 1930(*);
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) Epoca dell’acquisto 1975;
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - MORIGI PAOLO “Arte Africana: Le Sculture” Galleria Arte Primitiva, Lugano 1975, n° 19;
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 3;

    - AUTORI VARI "Bamana: The art of existence in Mali" Museum Rietberg Zurich Editor Calleyn J. P. 2001, pag.88, cat. 62;
    - GIANINAZZI BARBARA & MAIULLARI PAOLO “Sogo - Maschere e marionette Bamana, Collezione Claude e Marthe Everlé, Lugano, Museo delle Culture; ottobre 2012 - marzo 2013” Mazzotta Editore;
    - AUTORI VARI “Modigliani e la spiritualità africana” Modigliani Institut Archives Légales, Paris-Rome 2007 Edizioni Carte Segrete;
    - FINARTE “Asta di sculture africane: expertise di Franco Monti” Milano 27 Aprile 1972;

    (*) Henri Bing (1888 Parigi - 1965 Parigi). Nato a Parigi, in origine si dedica alle attività di disegnatore, pittore e litografo. Nel 1905 si reca a Monaco di Baviera e frequenta il Café Stephanie nel vivace quartiere bohemien dove incontra molti artisti e scrittori.Nel 1918 torna in Francia e a Parigi conosce il pittore Modigliani col quale instaura una sincera amicizia. Si stabilisce in Costa Azzurra a Cagnes-sur-mer e nel 1918 ospita per un certo periodo il suo amico italiano. E’ lì che nel 1920 apprende la tragica notizia della morte di Modigliani (Livorno 1884 - Parigi 1920). Henri Bing nel 1920, alla fine della guerra, torna a Parigi dove abbandona la pittura e consolida la sua attività di mercante d’arte. Acquista e vende opere dei maggiori artisti contemporanei come Braque, Matisse, Rousseau, Soutine e Modigliani.Dal 1925 al 1932 detiene una galleria e nel 1927 espone la prima ed unica mostra delle opere di Chaim Soutine (Lituania 1894 - Parigi 1943). Si appassiona anche alle opere dell’arte primitiva: l’esemplare Bambara di 115 cm si trovava nel suo studio su uno sgabello gotico. E’ quindi plausibile che Modigliani vedendolo ne sia rimasto colpito. Già nel 1906, nel suo primo soggiorno a Parigi, Modigliani aveva avuto molte occasioni di vedere opere africane che in quel periodo destavano l’interesse dei suoi amici di Montmartre. Opere primitive che lasciarono un segno tangibile nella sua produzione artistica.

  • Bambara (Repubblica del Mali)
    Lotto 23

    Bambara (Repubblica del Mali)

    H 64 cm
    Legno duro a patina scura
    Serratura di porta di granaio.
    Regione: valle del fiume Niger a sud di Bamako.

    Il corpo della figura femminile è impreziosito con una fitta serie di incisioni a motivi geometrici.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav.2;

    - AUTORI VARI “Bamana: The art of existence in Mali” Museum Rietberg Zurich, Editor Calleyn J. P. 2001, pagg. 59 - 65;

    Queste ingegnose serrature, molto diffuse tra i Dogon e i Bambara, erano utilizzate per chiudere le porte delle abitazioni e dei granai. Erano fissate alla porta con piattine di ferro.Il meccanismo di chiusura è costituito da pezzetti di ferro prigionieri - di cui uno è rimasto -che, sollevati con una barretta rudimentale di ferro - la chiave - infilata nell'apposita cavità, ne liberava il movimento di apertura.

  • Dan (Costa d’Avorio)
    Lotto 24

    Dan (Costa d’Avorio)

    H 25 cm
    Legno a patina scura brillante, fibre vegetali
    Maschera di danza.
    E’ un modello diffuso tra i gruppi Dan, Mano, Yacouba, Guerzé, insediati nella regione forestale tra i confini della Costa d’Avorio, Guinea, Liberia.Le parti del viso sono eseguite con cura: mento a punta, naso e labbra ben modellati, occhi sottili a fessura, bocca sporta in avanti con denti di osso, elegante capigliatura.

    PROVENIENZA
    - Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
    - Ex collezione privata (Lugano);


    ESPOSIZIONI
    - Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


    BIBLIOGRAFIA
    Esemplare riprodotto in:
    - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav.8;

    - FISCHER EBERHARD & HIMMELHEBER HANS “Die Kunst der Dan” Rietberg Museum Zurich 1976, pagina 67, n° 36;
    - VERGER-FEVRE MARIE-NOEL “Etude des masque faciaux de l’Ouest de la Cote-d’Ivoire conserves dans les collections publiques françaises”. Studio pubblicato sulle riviste francesi “Arts d’Afriques Noire, 1985, n° 53 (pagg. 17 - 29) e n° 54 (pagg. 19 - 33);

Lotti dal 13 al 24 di 77
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Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera

MILANO

Via Paolo Sarpi, 6



TORNATA UNICA (lotti 1-77)

Mercoledì 14 ottobre 2020

ore 17:30

Sessioni

  • 14 ottobre 2020 ore 17:30 Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera (1 - 77)

Esposizione

MILANO

Via Paolo Sarpi, 6


Da lunedì 14 settembre fino a mercoledì 14 ottobre

dalle ore 10:00 alle 18:00

Condizioni di vendita

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Commissioni

Al Prezzo del lotto sarà aggiunta una Commissione di acquisto che l’Acquirente è tenuto a pagare quale parte dell’Importo totale dovuto.


La Commissione di acquisto è stabilita nella misura del:

VENTITRE PERCENTO (18,86 + IVA) DEL PREZZO DEL LOTTO

Rilanci

  • da 0 a 100 rilancio di 10
  • da 100 a 500 rilancio di 20
  • da 500 a 1000 rilancio di 50
  • da 1000 a 2000 rilancio di 100
  • da 2000 a 5000 rilancio di 200
  • da 5000 a 10000 rilancio di 500
  • da 10000 a 20000 rilancio di 1000
  • da 20000 a 50000 rilancio di 2000
  • da 50000 a 100000 rilancio di 5000
  • da 100000 a 200000 rilancio di 10000
  • da 200000 in avanti rilancio di 20000