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Lot 98 Michele Zaza (1948) - Cielo segreto, 1985
cm 40 x 50 ciascuna
Tre C-print vintage ciascuna applicata a cartoncino originale
Opera unica
Ciascun cartoncino titolato, datato e uno firmato a pennarello nero al verso
Opera in cornice
Opera accompagnata da Certificato d'Autenticità rilasciato dal fotografo
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Lot 99 Masbedo (XX sec.) - Glima #3, 2008
cm 75,5 x 101
C-print vintage montata su alluminio
Edizione 4 di 7
Opera in cornice
Opera accompagnata da Certificato di autenticità rilasciato dal fotografo
Questa immagine è tratta dall’omonimo video che mostra, in una landa ghiacciata e desolata, lo scontro insieme fisico e psicologico fra un uomo e una donna, i cui volti non sono facilmente distinguibili mentre i corpi e gli abiti sono così legati fra di loro da resistere a ogni tentativo di reciproco allontanamento. Con quest’opera Masbedo (al secolo Nicolò Masazza e Jacopo Bedogni) evidenziano la loro poetica volta a utilizzare diversi media all’interno delle loro creazioni.
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Lot 100 Dan Graham (1942-2002) - People in a highway restaurant, Jersey City; Two families in front of a housing development, Staten Island, New York, 1967
cm 72,4 x 50,6
Due stampe cromogeniche vintage, stampate anni 1970 applicate a cartoncino originale
Edizione 32 di 40
Firmata, datata e numerata a penna nera al cartoncino recto
Opera in cornice
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Lot 101 Leandro Katz (1938) - Study for the Transcode Series, 1978
cm 75,5 x 37
Stampa cromogenica vintage applicata su cartoncino originale
Firmata a matita bianca a cartoncino recto e titolata, firmata e datata a matita con timbro del fotografo al verso
Opera in cornice
PROVENIENZA
Collezione Firinu Prof. Piergiorgio, Torino
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Lot 102 Franco Vaccari (1936) - 800 km di esposizione, 1972
cm 59,5 x 99,5
20 stampe cromogeniche vintage applicate a cartoncino originale
Edizione 42 di 60
Firmata e datata con note del fotografo a penna nera e numerata a matita al cartoncino recto
Franco Vaccari, invitato a Graz alle Settimane di pittura, cioè a trascorrere un mese in una località isolata dove avrebbe dovuto produrre oggetti artistici, il suo lavoro lo realizza durante il viaggio di andata: “Ho scelto di applicare la mia attenzione ai mezzi di trasporto merci che si muovevano nella mia stessa direzione. Voglio usare la fotografia non come mezzo di contemplazione ma per scardinare i miei condizionamenti visivi [….] Una volta arrivato a destinazione il mio lavoro era finito”.
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Lot 103 Franco Vaccari (1936) - Senza titolo (Murales), 1970s
cm 24 x 17,9
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
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Lot 104 Franco Vaccari (1936) - Senza titolo (Murales), 1970s
cm 24 x 17,9
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
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Lot 105 Stanislao Pacus (1938) - La quaglia della poesia ironica - Petrolini (Chicchignola): "Signori, una cacata di vacca", 1970s
cm 13 x 9 (ciascuna stampa) ; cm 39 x 27 (ciascun cartoncino) ; cm 42 x 30 x 4 (cofanetto)
25 stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento ciascuna applicata a cartoncino originale e contenute nel cofanetto originale in legno
Edizione 2 di 50 (a cura di Lucio Cerioli & La Guzzina Editiori)
Ciascun cartoncino numerato e firmato a matita con titolo stampato al recto
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Lot 106 Otto Mühl (1925-2013) - Senza titolo (Azione), 1977
cm 40 x 30,5 ciascuna
Quattro stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
Ciascuna stampa firmata e datata a matita al verso
Timbro Copyright Fabio Simion al verso di ciascuna
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Lot 107 Joel Peter Witkin (1939) - Woman Once a Bird, dal portfolio "A year in Tibet", 1990
cm 40,3 x 33,2 (cm 31,8 x 25,8 immagine)
Stampa al platino vintage
Edizione AP 2 di 24
Firmata a matita al margine bianco inferiore recto
Joel Peter Witkin ha l’abitudine di usare per le sue composizioni di gusto neobarocco corpi di cadaveri ed è in questo caso resa più accettabile dall’ironia noir del titolo che fa immaginare curiose mutilazioni e fantasiose esistenze. Ma qui è anche evidente il richiamo a una delle fotografie più note di Man Ray, “Le violon d’Ingres”. -
Lot 108 Paolo Gioli (1942-2022) - "Film Stenopeico" (L'Uomo senza Macchina da Presa), 1970
cm 10,8 x 17,3 (cm 12,2 x 17,8 cartoncino)
Due polaroid applicate a cartoncino originale
Opera unica
Etichetta con note del fotografo a penna nera al verso del cartoncino
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
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Lot 109 Paolo Gioli (1942-2022) - Etruschi, 1984
cm 25 x 35
Due polaroid dipinte applicate a cartoncino originale
Opera unica
Titolata, firmata e datata a matita al cartoncino recto
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
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Lot 110 Paolo Gioli (1942-2022) - Fiori secchi, 2006
cm 22 x 15,4
Polaroid trasferta su seta applicata su cartoncino originale
Opera unica
Firmata e datata a penna nera al cartoncino recto e firmata, datata, dedicata e titolata a penna nera al cartoncino verso
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
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Lot 111 Paolo Gioli (1942-2022) - "L'Operatore Perforato" (Il Macchinatore), 1979
cm 11,7 x 18
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
Note del fotografo a penna nera al verso
Grande sperimentatore, Paolo Gioli si è sempre mosso in una dimensione espressiva eterodossa, dove ad essere privilegiata è stata la ricerca sul linguaggio fotografico realizzata facendo ricorso ai materiali più duttili come le Polaroid che, da semplici materiali sensibili a sviluppo immediato, in mani come le sue si sono trasformate in opere artistiche degne di meraviglia. L’utilizzo di strumenti antichi da lui molto amati come il foro stenopeico – un minuscolo foro, lo stenope, come obiettivo – è in lui finalizzato a una rilettura del passato in chiave contemporanea dove si annullano i confini fra i generi. Lo si può constatare di fronte ai frames di due film sperimentali della Vampa Production molto noti fra gli addetti ai lavori e meno dal grande pubblico: “L’operatore perforato” e “L’uomo senza macchina da presa”. Il primo riutilizza uno spezzone di un anonimo film della Pathè manipolato inserendo nella perforazione altre immagini che ostacolano la visione di un operatore in azione, il secondo (che cita, rovesciandolo, il titolo del film di Dziga Vertov) viene realizzato con una cinepresa autoprodotta, un’asta cava di metallo, dotata di un trascinamento manuale che riprende oggetti, scorci di paesaggi, frammenti di corpi.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 112 Shunk & Kender (XX sec.) - Christo, Valley curtain, 1971/1972
cm 20,3 x 25,7 ciascuna (cm 19 x 23,8 ; cm 20 x 19 immagine)
Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbri dei fotografi al verso di ciascuna
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 113 Antonio Paradiso (1936) - Teatro Antropologico, 1977
cm 12,7 x 17,8
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
Titolata e datata a penna nera con timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 114 Antonio Paradiso (1936) - Teatro antropologico, 1977
cm 12,7 x 17,7 ciascuna
Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
Una stampa datata e ciascuna titolata a penna nera, con timbro del fotografo al verso di ciascuna
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 115 Ugo Mulas (1928-1973) - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1969
cm 24 x 18,2 ciascuna
Due stampe vintage alla gelatina sali d'argento
Timbro del fotografo al verso di ciascuna
Contenitori Umani - Ico Parisi, Francesco Somaini a pennarello nero al verso della prima stampa
Vittoria - antimonumento - Valentina Berardinone a pennarello nero al verso della seconda stampa
Il 21 settembre 1969 il centro storico di Como fu teatro di una straordinaria manifestazione artistica così radicale nella sua progettualità da non poter essere definita se non come un evento. Curata da Luciano Caramel, Ugo Mulas e Bruno Munari, “Campo Urbano. Interventi Estetici nella dimensione collettiva urbana” coinvolse un gruppo di artisti fra cui Luciano Fabro, Bruno Molli, Franca Sacchi, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Enrico Baj, Giuseppe Chiari, Gianni Colombo, Valentina Berardinone, Francesco Somaini, Ico Parisi, Gianni Pettena, Dadamaino e Ugo Mulas intenzionati a portare in mezzo alla gente comune che viene direttamente coinvolta (siamo nella più nobile atmosfera sessantottina e si sente…) una riflessione non teorica ma performativa nei campi dell’arte, dell’architettura, del design, della musica.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 116 Ugo Mulas (1928-1973) - Campo Urbano - Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana, 1968
cm 18,3 x 24 ciascuna
Due stampe vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso di ciascuna
Segnaletica Orizzontale - Enrico Baj, Ermanno Besozzi, Inse Bonstrat, Bruno Molli a pennarello nero al verso della prima stampa
Suonano La Città - Giuseppe Chiari, Franca Sacchi a pennarello nero al verso della seconda stampa
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Lot 117 Ugo Mulas (1928-1973) - Senza titolo (Milano), 1964
cm 27 x 37 (cm 22,4 x 37 immagine)
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 118 Ugo Mulas (1928-1973) - Giò Pomodoro, 1970s
cm 21 x 29,5
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 119 Ugo Mulas (1928-1973) - Giuseppe Ajmone nella sua tipografia, 1970s
cm 28,3 x 23,3 (cm 23,8 x 23,3 immagine)
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 120 Ugo Mulas (1928-1973) - David Smith, Spoleto, 1962
cm 37 x 27
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Timbro del fotografo al verso
Opera in cornice
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 121 Armin Linke (1966) - Hugo Pratt, Losanne, 1994
cm 40,3 x 30,5 (cm 35,4 x 24,3 immagine)
Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
Etichetta del fotografo al verso
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito