#79: Dipinti d'alta epoca e Antiquariato
-
Lot 25 Filippo della Valle (Firenze 1698-Roma 1768) - Flora in carta vergellata con filigrana H mm 430x270 Sanguigna Perizia del Professore Claudio Strinati: «L’iscrizione apposta sul foglio stesso che riferisce senza alcun dubbio questo disegno a Luca Giordano è totalmente priva di fondamento e deve essere stata apposta, anche soltanto a giudicare dalla grafia, molto tempo dopo l’esecuzione dell’opera.
L’unica testimonianza degna di nota è che il disegno fu acquisito a Roma e romano è infatti l’autore, ancorché toscano di nascita. Si tratta di un superbo autografo del grande scultore del Settecento Filippo della Valle, ricordato con immensa lode dalle fonti antiche per alcune delle opere più belle eseguite al tempo, partecipe, peraltro, all’impresa della Fontana di Trevi dove lasciò alcune sue cose memorabili.
E proprio il confronto con le due Allegorie della Salubrità e dell’Abbondanza scolpite, intorno al 1760, sul fronte della Fontana di Trevi dal della Valle, induce a considerare questo disegno qui in esame come uno studio elaborato dal Maestro per una grande statua allegorica di analoga impostazione ed esattamente nello stesso momento in cui mise mano ai progetti per quelle due statue mirabili per la Fontana di Trevi. La finezza del tratto e l’armoniosa complessità del panneggio conferiscono a questa immagine quella tipica movenza barocca che Filippo della Valle esprime senza alcuna tentazione di retorica o, peggio, fatuità, mantenendosi invece sobrio e vigilato. Questo disegno è di nobilissima espressione e la perfetta conservazione contribuisce e renderlo quanto mai affascinante.
In fede,
Claudio Strinati» -
Lot 26 Mary Cassatt (Pittsburgh 1845-Francia 1926) - Cattedrale di San Ruffino in Assisi H mm 400x420 Incisione 8/30. Firmata in basso a sinistra
-
Lot 27 Luigi Desio - Trompe l’oeil raffigurante incisione di Antonio Tempesta, 18° secolo cm 65 x cm 101 Olio su tela Opera dichiarata d'interesse culturale ai sensi dell'art. 13 del D. Lgs 42/2004, l'acquisto è subordinato all'esercizio della prelazione da parte della Soprintendenza BB.CC.AA. Antica collezione Notaio Cav. Fazio. Superficie del dipinto risulta interessata dalla presenza di uno strato di vernice ossidata e ingiallita.
-
Lot 28 Veduta di Piazza San Marco, Venezia, 18° secolo cm 70 x cm 100, in cornice cm 90 x cm 120 Olio su tela In splendida cornice.
-
Lot 29 Scena di battaglia tra cavalieri, 18° secolo Cm 55x102 Cadute di colore.Cadute di colore.
-
Lot 30 Raccolta di frutta, 17° secolo 98x75 cm Dipinto a olio su tela Pittore italiano del XVII secolo.
-
Lot 31 Francesco Graziani Ciccio Napoletano - Sfida fra cavalieri a cavallo, Second half of the 17° secolo H cm 22,5x31 Olio su tela
«L’opera è da considerarsi parte della produzione artistica del pittore seicentesco Francesco Graziani, detto Ciccio Napoletano, rimembrando con tale epiteto il luogo di nascita e di formazione.
Il dipinto in esame è caratterizzato da una composizione affollata, dove tra i contrasti di zone in luce e zone in ombra, svettano i personaggi con fisionomie e vesti di reminiscenza pittorica napoletana della prima metà del secolo.
Graziani è citato all’interno degli inventari Barberini come autore di scene con cavalli, marine e battaglie e la sua fama è legata a questo genere di pittura. I cavalieri si affermano su un chiaro sfondo paesaggistico, delineati con un tratto rapido e nervoso, ravvivato da efficaci zone di luce e dall’uniforme vibrazione cromatica. Non è un racconto eroico ma realistico, le pennelfine sono scattanti e vivaci, la materia prende forma grazie ai filamenti di colore puro per rappresentare violentemente cavalli e cavalieri. La gran furia e la bizzarria che sono narrate in questo dipinto sono da confrontarsi con altri lavori dell’artista come la Scena di battaglia conservata presso Palazzo Bardini a Firenze o il Combattimento di cavalieri presso il Museo di Palazzo Pretorio di Prato.
ASOR Studio» -
Lot 33 Pieter Cornelisz van Soest (attribuito a) (1581-1647) - Scena con velieri, 17° secolo cm 90x155, in cornice cm 111x177 Olio su tavola Pittore olandese specialista in marine. L'opera raffigura una scena della Prima o Seconda guerra anglo-olandese, in cui la flotta inglese, alleata della Repubblica Genovese, metteva accanto alla propria bandiera quella della Croce di San Giorgio per non subire attacchi dagli alleati.
-
Lot 34 Mario Nuzzi Mario de' Fiori (attribuito_a) (Roma 1603-Roma 1673) - Trionfo di fiori in vaso di bronzo su piano di pietra, 17° secolo cm 100 x cm 75 Dipinto a olio su tela Le opere singole del pittore realizzate per le committenze più importanti sperimentano un nuovo stile elegantissimo e ricco, teso a svincolarsi da un repertorio strettamente botanico e didattico. In quest'opera il pittore rafforza la propria inventiva raggiungendo il più alto livello qualitativo con raffinate composizioni floreali in vaso singolo. Il nucleo centrale: delfinium, tulipani, garofani, rose ecc emanano una luce centrale che li rende vivi e leggeri come piume a cui fa riscontro la sensibilità e l'estetica caravaggesca del pittore mettendo in ombra chiaroscurale i fiori retrostanti. In tal modo risulta impreziosita la felicità cromatica del primo piano. Tipico di Mario dè Fiori: il caravaggismo ereditato dal Salini, l'impronta espositiva , il dettagliato descrittivismo dei fiori permeato da un cromatismo luministico. Inoltre appare evidente il riferimento alla tradizione dei maestri fiammingi e olandesi della fine del '500. Nonostante l'impostazione frontale del dipinto, l'ariosa disposizione dei fiori conferisce una profondità spaziale ed un'ampiezza di respiro alla composizione floreale. Ovale in cornice coeva in legno dorato.
ASORstudio -
Lot 35 Mario Nuzzi Mario de' Fiori (attribuito_a) (Roma 1603-Roma 1673) - Trionfo di fiori con frutta, selvaggina e gioco di putti, 17° secolo cm 140 x cm 107 Dipinto ad olio su tela "Protagonista assoluto di primo piano, colui il quale affermò il genere fiorante delle nature morte sì da poterne portare di diritto il nome "Mario dei Fiori". Pittore barocco, allievo del pittore caravaggesco Tommaso Salini, maturò una sapienza culturale e scientifica, oltre che artistica, che gli permise di avere le più importanti committenze dell'epoca."
ASORstudio -
Lot 36 Fabrizio Chiari (1615 ca 1695) - Trionfo di Venere, XVI secolo h cm 171 x 176 Olio su tela
Perizia del Professore Claudio Strinati: "Il dipinto raffigurante il cosiddetto Omaggio a Venere (olio su tela, cm . 171 x 176) e una copia di altissima qualità nonché in discretostato di conservazione del celeberrimo dipinto di Tiziano Vecellio (attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid) conosciuto abantiquo sia col titolo di Festa degli Amorini (come talora si trova ancoraoggi citato) sia con
quello, ben pit famoso appunto, di Omaggio a Venere.
Tiziano lo dipinse per i Camerini di alabastro di Alfonso |d’ Este signore di Ferrara. Costui aveva approntato nel Palazzo Ducale dellasua citta appunto una sorta di meraviglioso studiolo per decorare il qualeinvito alcuni tra i piu grandi pittori italiani attivi al suo tempo, cioè all’inizio del Cinquecento.
E tra questi Tiziano ovviamente spiccava per incomparabilefama e intrinseca grandezza. L" Omaggio a Venere riscosse unsuccesso strepitoso, tanto da diventare uno dei quadri più amati dagli artististessi e dai critici d’ arte tanto da essere copiato da molti dei più insignipittori d’ Europa tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo come Rubens, Reni,Poussin!
La nostra copia, qui in esame, risale probabilmente allostesso periodo storico in piena fase “neoveneta”, come la chiamo RobertoLonghi nei suoi studi sulla corte estense e il suo enorme influsso. Dunquela nostra copia potrebbe datarsi circa cento anni dopo o poco più rispettoall’originale tizianesco eseguito intorno al 1520, e riferirsi all’ambienteromano che ebbe un vero e proprio culto verso la magnificenza dell’arteveneta quando, nella citta eterna, domino il grande pittore earchitetto Pietro da Cortona che, pur toscano, fu devotissimo seguace dei maestriveneziano del Cinquecento. Tra i molti allievi e collaboratori delCortona che si dedicarono con particolare impegno a incrementare con leloro opere questo affascinante gusto veneteggiante a Roma, ritengo siapossibile individuare proprio l'autore della nostra copia.
Valutando la materia pittorica della nostra copia e laqualita eccellente del disegno e di quella che potremmo chiamare una vera e propria reinterpretazione dello stile tizianesco, ritengo che aeseguire il quadro qui in esame sia stato un ben preciso seguace del Cortona. Si tratta del Maestro romano Fabrizio Chiari (1615ca.-1695), un artista lodatissimo al suo tempo, dotto classicista e cultore delgusto veneto come si vede in uno dei suoi capolavori, l'immenso e bellissimoaffresco raffigurante la Riconciliazione di Giacobbe ed Esau nellacosiddetta Galleria di Alessandro VII al Quirinale, eseguito negli anniCinquanta del Seicento.
Mi sembra qui di riconoscervi la stessa mano che ha eseguitola magnifica copia qui in esame, di marcato gusto naturalistico, difinissima qualità della materia pittorica e del disegno, prettamente seicenteschi. Un dipinto, in definitiva, di notevole interessestorico-artistico e di eccellente qualità.
In fede, Claudio Strinati"
L'opera è corredata da uno studio sui pigmenti effettuata dalla facoltà di fisica nucleare del professore Paolo Romano, dell'Università di Catania, che certifica la natura dei pigmenti.
-
Lot 37 Gioco di putti, fine 18° secolo cm 37 x cm 49; in cornice cm 45 x cm 57 Dipinto ad olio su tela
-
Lot 38 Gioco di putti, fine 18° secolo cm 37 x cm 49; in cornice cm 45 x cm 57 Dipinto ad olio su tela
-
Lot 39 Andrea Locatelli (Roma 19.02.1695-Roma 19.02.1741) - Paesaggio laziale con personaggi, 17° secolo cm 72x100 - in cornice H cm 83x110 olio su tela La scena raffigurata da Locatelli nel dipinto in esame è ambientata in un tipico paesaggio romano, rurale e vivace, la cui composizione si sviluppa per piani successivi in luce e in ombra fino allo sfumato dell’orizzonte. Andrea Locatelli, allievo di Monsù Alto, lavorò al servizio di molte famiglie nobiliari romane e visse le trasformazioni culturali della città. L’animato clima di Roma e la vicinanza ad opere firmate da pittori come Salvator Rosa e Jan Frans van Bloemen influenzarono significativamente la produzione artistica di Locatelli. Il suo stile si ispira infatti al realismo dei modelli a lui contemporanei e nelle sue opere prende vita un'atmosfera di carattere arcadico pastorale e allegorico.
Il presente dipinto racchiude in sé queste peculiarità stilistiche ed effettuando un confronto con altre opere dello stesso artista si comprende la volontà di Locatelli di raccontare una visione della natura nei suoi aspetti più squisitamente bucolici. Questa comparazione si può effettuare con Paesaggio fluviale con lavandaie e pastori, opera proposta in asta dalla Casa d’Aste Christie’s oppure con Paesaggio Romano e viandanti, dipinto conservato presso la Fondazione Museo Francesco Borgogna a Vercelli. I tratti che caratterizzano lo stile di Locatelli sono la minuziosità nel digradare i piani, partendo da colpi piatti e decisi nel primo piano attraverso la rappresentazione di rocce, fogliame e vegetazione, spostandosi nella raffigurazione dettagliata dei vari personaggi che animano la scena, verso uno stemperato orizzonte diafano.
ASORstudio -
Lot 40 Carlo Cignani (cerchia di) (Italian 1628-1719) - Allegoria della musica e della poesia, 17th/18° secolo Cm 95x72, Olio su tela Pittore bolognese del XVII/XVIII Secolo.La benda indica che le arti della musica e della poesia sono apprezzabili senza l'aiuto della vista.
-
Lot 41 Nicolaes Pietersz Berchem (attribuito a) (Haarlem 1620-Amsterdam 1683) - Scena pastorale con personaggi ed armenti, 17° secolo cm 59 x cm 85, in cornice cm 77 x cm 103 olio su tela Pittore olandese italianizzato, figlio del pittore Pieter Claesz, fu uno stimato pittore ed incisore della così detta età dell'oro olandese. A Roma soggiornò dal 1647 al 1653 traendo, dal paesaggio laziale, i temi e gli spunti per la sua innumerevole produzione. Gli scorci suggestivi della campagna romana furono le scenografie riportate sulle sue tele per raffigurare spaccati di vita quotidiana di sapore agreste e bucolico. STUDIO ASOR
-
Lot 42 Niccolò Codazzi (Napoli 1642-Genova 1693) - Paesaggio con rovine, 17° secolo cm 32 x cm 49 Olio su tela Opera dichiarata d'interesse culturale ai sensi dell'art. 13 del D. Lgs 42/2004, l'acquisto è subordinato all'esercizio della prelazione da parte della Soprintendenza BB.CC.AA. Antica collezione Notaio Cav. Fazio. Superficie del dipinto risulta interessata dalla presenza di uno strato di vernice ossidata e ingiallita.
-
Lot 43 Ritratto di Maria Cristina di Francia in abiti da vedova H cm 70x55
«Protagonista dell’opera in esame è una donna dallo sguardo malinconico, avvolta in abiti scuri. Un tipico dipinto della ritrattistica nobiliare, genere in voga tra il Seicento e il Settecento.
I colori scuri, stesi con piatte pennelfine, hanno il predominio all’interno della tela e fanno da preludio alla condizione della donna che, sovrastata da differenti nuances di nero, regge con fermezza una spilla a forma di croce. Il gioiello, uno dei pochi elementi di luce sulla superficie, svela ancor di più la condizione della sua proprietaria. Le perle, pietre che si associano alle lacrime, compongono il gioiello indossato da una donna, una moglie, che sta attraversando la dolorosa fase del lutto.
Confrontando il dipinto sotto esame con una nota opera del ritrattista francese Philibert Torret detto Narciso, si deduce che la donna ritratta è Maria Cristina di Francia, duchessa di Savoia, raffigurata a mezza figura in abiti tipici da vedova, con scollatura bordata con preziosa passamaneria, al collo un ampio colletto bianco sotto cui traspare una collana di perle, i ricci capelli arricchiti da un copricapo nero velato e sul petto la croce con tre perle che da voce alla profonda devozione della duchessa.
ASOR Studio»
«Protagonista dell’opera in esame è una donna dallo sguardo malinconico, avvolta in abiti scuri. Un tipico dipinto della ritrattistica nobiliare, genere in voga tra il Seicento e il Settecento.
I colori scuri, stesi con piatte pennelfine, hanno il predominio all’interno della tela e fanno da preludio alla condizione della donna che, sovrastata da differenti nuances di nero, regge con fermezza una spilla a forma di croce. Il gioiello, uno dei pochi elementi di luce sulla superficie, svela ancor di più la condizione della sua proprietaria. Le perle, pietre che si associano alle lacrime, compongono il gioiello indossato da una donna, una moglie, che sta attraversando la dolorosa fase del lutto.
Confrontando il dipinto sotto esame con una nota opera del ritrattista francese Philibert Torret detto Narciso, si deduce che la donna ritratta è Maria Cristina di Francia, duchessa di Savoia, raffigurata a mezza figura in abiti tipici da vedova, con scollatura bordata con preziosa passamaneria, al collo un ampio colletto bianco sotto cui traspare una collana di perle, i ricci capelli arricchiti da un copricapo nero velato e sul petto la croce con tre perle che da voce alla profonda devozione della duchessa.
ASOR Studio» -
Lot 44 Sant’Apollonia patrona dei dentisti, 17° secolo diametro cm 28 olio su tela Pittore italiano del XVII secolo, alla maniera di Domenichino. Opera dichiarata d'interesse culturale ai sensi dell'art. 13 del D. Lgs 42/2004, l'acquisto è subordinato all'esercizio della prelazione da parte della Soprintendenza BB.CC.AA.
-
Lot 46 Giuseppe Errante (attribuito a) (Trapani 19/03/1760-Roma 16/02/1821) - Testa virile barbuta cm 33 x cm 30 Olio su tela Opera dichiarata d'interesse culturale ai sensi dell'art. 13 del D. Lgs 42/2004, l'acquisto è subordinato all'esercizio della prelazione da parte della Soprintendenza BB.CC.AA. Antica collezione Notaio Cav. Fazio. Superficie del dipinto risulta interessata dalla presenza di uno strato di vernice ossidata e ingiallita.
-
Lot 47 Andrea Sacchi (copia da) (Italian 1599-1661) - L’ebrezza di Noè , 18° secolo 46x56 cm Dipinto su cartoncino applicato su tela Quadro intelaiato nella cornice con chiodi di legno. Antica collezione Notaio Cav. Fazio. La superficie del dipinto risulta interessata dalla presenza di uno strato di vernice ossidata e ingiallita. Copia da Andrea Sacchi.
-
Lot 48 Ritrovamento di Mosè, 18° secolo 36x28 cm olio su tavola
Proveniente dall'antica collezione Notaio Cav. Fazio. La superficie del dipinto presenta uno strato di vernice ossidata e ingiallita.
-
Lot 49 Madonna con Gesù bambino e strumenti della passione, nineteen° secolo H cm 100x76 - in cornice H cm 120x96 Olio su tela Scuola di Francesco Trevisani (Capodistria 1656 - Roma 1746).
-
Lot 50 Georges Louis Hyon (Parigi 1840-1909) - Dipinto di soldati a cavallo di vedetta H cm 31x24 - in cornice H cm 57x51 Olio su tela
«Il dipinto presenta le tipiche caratteristiche delle opere del suo autore, il pittore francese Hyon. I due gendarmi francesi sono ritratti a cavallo, vigili e concentrati nello scrutare il territorio circostante. Catturati in un momento di sopralluogo, i militari, possenti sopra i loro cavalli, sono raffigurati in un ambiente boschivo e periferico.
L’opera non si discosta dai caratteri pittorici e dai motivi tipici di Hyon. L’artista francese infatti è noto per le sue raffigurazioni di militari e per la cura che ha nel dipingere i dettagli delle loro divise. La critica gli affida un talento particolare nella rappresentazione dei cavalli, ciò è ben visibile anche nell’opera sotto esame.
Le pennelfine pur non essendo definite sono costruite in modo da dare consistenza e forma a tutti gli elementi raffigurati, dalla vegetazione, ai volti, agli equini sui quali lo studio di Hyon si è focalizzato per tutta la sua carriera.
ASOR Studio»