Asta N. 727 - III Old Masters Paintings
-
Lot 300 di Pietro Giovanni
San Paolo e San Tommaso
tempera e foglia oro su tavola
W. 38 - H. 49 Cm -
Lot 301 di Tommè Luca attribuito a
San Francesco d'Assisi
tempera su tavola a fondo oro
W. 40 - H. 133 Cm
Expertise Prof. Mauro Natale, 7 III 2022
"La grande tavola è stata rifilata lungo i due bordi laterali e privata della cimasa che doveva completarla nella parte superiore. Come dimostrano le impronte di due traverse orizzontali segnate sul retro, faceva parte di un polittico di cui ancora non sono stati identificati altri elementi; la posizione del santo dimostra che esso era collocato a sinistra dell’immagine principale., , Il dipinto raffigura san Francesco contraddistinto dalle stigmate nelle mani e nel costato, che il santo mostra sollevando un lembo del saio grigio, abito tipico dei monaci dell’ordine mendicante da lui stesso fondato. L’aureola che cinge il capo del santo è in parte occultata dalla doratura posticcia, applicata su quella d’origine probabilmente nel corso del secolo XIX, allorché l’innesto della cuspide venne mascherato con un ridipintura di colore scuro che delinea un arco a tutto sesto, forse nell’intento di “modernizzare” in senso rinascimentale il carattere del quadro., , Nonostante questo intervento, la superficie pittorica è conservata in modo molto soddisfacente e rivela quella “insuperabile solidità e nitidezza” (Federico Zeri, Sul problema di Nicolò Tegliacci e Luca di Tomè (Paragone”, 105, 1958), in Giorno per giorno… 1991, p. 80) che contraddistingue gli inizi del pittore senese Luca di Tommé, maturati nell’orbita delle opere tarde di Pietro Lorenzetti. , , Esaminando e ricomponendo il polittico con la Madonna in trono con il Bambino, angeli e i santi Giovanni Battista, Tommaso, Benedetto e Stefano della Pinacoteca Nazionale di Siena (inv. 51: Sherwood A.Fehm Jr,. Luca di Tommé. A Sienese Fourtheenth-Century Painter, Southern Illinois University Press, Carbondale 1986, pp. 76-83, cat. 11), firmato congiuntamente da Niccolò di ser Sozzo Tegliacci e da Luca di Tommé nel 1362, Federico Zeri ((1958) 1991, pp. 79-82) ha acutamente distinto le mani dei due artisti; lo storico dell’arte ha inoltre puntualizzato come elementi caratteristici del linguaggio di Luca di Tommé “la insistita severità iconica; la preferenza per modi di abbreviazione formale e narrativa; la tendenza a risolvere l’immagine con mezzi essenzialmente lineari, e con un’accentuazione quasi neo-bizantina dei rapporti fra figure e fondo astratto” (Zeri ((1958) 1991, p. 85). [...] -
Lot 302 Pere Nicolau seguace di
L'Ultima Cena e la Cattura di Cristo nel Getsemani, scomparto di un polittico
tempera su tavola a fondo oro e pastiglia
W. 120 - H. 88 Cm
Expertise Aldo Bertini, 10 VII 1959 (“opera indubbia di un Maestro catalano del primo quarto del secolo XV”; affine per stile a Ramon de Mur e a Juan Mates), Expertise Prof. Mauro Natale, 2 III 2022, "Questo dipinto è stato eseguito su cinque tavole di ineguale altezza giunte orizzontalmente, consolidate sul retro da quattro traverse verticali applicate tramite viti in tempi relativamente recenti. Questo consolidamento invasivo e improprio ha provocato alcune fratture del supporto che si sono ripercosse sulla superficie dipinta. Antiche cadute di colore lungo le linee di congiunzione delle tavole sono state mascherate in passato con stuccature e con estese ridipinture che alterano la qualità figurativa del dipinto e ne rendono difficile la decifrazione stilistica. Nonostante questa situazione compromessa, l’opera conserva parte dell’antica cornice polilobata e, intatta, la bella doratura del fondo decorata a fiorami incisi a punzone. , , Nel primo dei due scomparti è raffigurata l’Ultima Cena in cui, a causa delle dimensioni ridotte dello spazio, compare solo una parte degli Apostoli: davanti a Cristo, coricato sul tavolo su cui è stata consumata la cena, si riconosce san Giovanni Evangelista, e in primo piano, al di là della mensa, Giuda Iscariota che mostra la borsa con i denari del tradimento. Il secondo scomparto rappresenta l’Arresto di Cristo nel Getsemani con il bacio di Giuda e in primo piano l’apostolo Pietro che taglia l’orecchio di Malco, un servo del sommo sacerdote Caifa (Giovanni 18; 10-11). I due episodi dovevano fare parte in origine di una predella dedicata alla Passione di Cristo le cui ragguardevoli dimensioni corrispondono ad un tipo di arredo liturgico (“banco”) diffuso nei territori della Corona d’Aragona tra l’ultimo quarto del Trecento e la fine del secolo seguente (su questo tema: Judith Berg Sobré, Behind the Altar Table. The Development of the Painted Retable in Spain, 1350-1500, University of Missouri Press, Columbia 1989, pp. 75-132). [...] -
Lot 303 Borrassà Lluís seguace di
San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista
tempera su tavola a fondo oro
W. 85 - H. 123 Cm
Expertise Aldo Bertini, 10 V 1968 (“opera rara e significativa di scuola catalana, del primo decennio del Quattrocento all’incirca, nella stretta cerchia di Lluis Borrassà”. Pubblicata da J.Gudiol Ricart nel 1953 come opera di “un ignorato momento giovanile dello stesso Borrassà”), Expertise Prof. Mauro Natale, 2 III 2022, , , Monastero Reale di Santes Creus (Aiguamúrcia, Alt Camp, Catalogna) ?, Collezione Jaume Vilallonga, Barcellona (1905), Collezione privata, Berlino ?, Collezione Alfred P.Sloan Jr., New York (dal 1941 circa), Torino-Venezia, Filippo Giordano delle Lanze (prima del 1968), Collezione privata, Biella (dal 1968), , “Ilustració catalana”, III, 1905, 108, 25 giugno, riprodotto in frontespizio (“Sant Joan….. Retaule gòtich del segle XV que’s creu procedent del Real Monestir de Santes Creus. De la colecció de D.Jaume Vilallonga”)(Fig. 1), , Chandler Rathfon Post, A History of Spanish Painting, VI/2, Harvard University Press, Cambridge, Mass. 1935, p. 530 nota 2 (pannello passato più volte di mano come opera catalana o aragonese, da riferire “to the circle of Ferrer Bassa’s immediate successor or to the following of the Serras”: foto Mas, n. 3329C), , Chandler Rathfon Post, A History of Spanish Painting, VIII/2, Harvard University Press, Cambridge, Mass. 1941, p. 570, fig. 265 (al Rubió Master il pannello con i Due san Giovanni detto provenire dal monastero di Santes Creus, già presso Vilallonga a Barcellona e ora presso Alfred P.Sloan Jr. a New York: il Precursore riproduce il volto del soldato nel Cristo innanzi a Caifa del Museo di Vich; il volto dell’Evangelista è identico a quello di Luciano dormiente nel pannello della collezione Junyent; inoltre tipica del pittore è la resa delle mani e dei piedi), , Chandler Rathfon Post, A History of Spanish Painting, XI, Harvard University Press, Cambridge, Mass. 1953, p. 376 (vuole ora essere meno dogmatico: “and yet the Sloan picture is extremely similar in style to the Rubio Master achievements, and I have still to find another painter of the time to whom it can be so reasonably allocated.”), José Gudiol Ricart, Borrassà, Barcelona 1953, pp. 44-45, 103, fig. 16 (“Anda por el mundo una tabla que se dice procedente del monasterio de Santas Creus, de indudable origen catalán”; non condivide l’attribuzione di Post, VIII/2, p. 579 al Maestro di Rubió; è da collocare nella tendenza del gotico internazionale e da datare all’ultimo decennio del XIV. Probabile opera del giovane Boccassà) -
Lot 304 Scuola italiana del XV secolo
Sacra conversazione con la Madonna, il Bambino e sei santi
tempera su tavola a fondo oro
W. 45,5 - H. 40 Cm -
Lot 305 Scuola del XVI secolo
Madonna con Bambino, San Giovannino, Santo Stefano, un santo e un giovane devoto, trittico
olio su tavola
W. 119 - H. 66 Cm -
Lot 306 Forte (o Forti) Jacopo (o Giacomo)
Ritratto di Lodovico Dolfi
iscrizioni:, "OPUS FORTIS BONONIENSIS 1483" (recto), "LUD . DULLH" (verso)
Opera notificata secondo il decreto ministeriale del 22 III 1960 (sottoscritto dal Soprintendente alle Gallerie di Bologna Cesare Gnudi e indirizzato al conte Girolamo De Bosdari, San Lazzaro in Savena), reiterato il 18 VII 1990 (controfirmato dal Soprintendente alle Gallerie di Bologna Andrea Emiliani), Work declared of particularly important historical and artistic interest, it is subject to constraint by the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Italian National Heritage) so it cannot be exported out of Italy.
Expertise Prof. Mauro Natale, 2 III 2022, Bologna, Lodovico Dolfi, Bologna, Maria Diamante Dolfi, sposa del marchese Benedetto Ratta (per eredità, nel 1773), Bologna, famiglia Ratta (per eredità, nel 1805 si estingue la famiglia Dolfi), Bologna, marchese Nicolò Scarani (1836 circa), San Lazzaro di Savena, conte Filippo De Bosdari (1948 circa), Milano, Finarte (?) 1963, Collezione privata, Biella (dal 1964), , Antonio di Paolo Masini, Bologna perlustrata, Bologna 1666, p. 623 (“1483. Giacomo Forti molto bene dipinse il Ritratto di Lodovico Dolfi, la cui Famiglia tuttavia lo conserva.”), , Pompeo Scipione Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 283 (1502. Lodovico Dolfi di Gabriele, “leggeva nel Studio di Bologna”, 1513-1515), p. 284 (“ il suo ritratto come ben dipinto è notato nella Bologna Perlust. da Antonio di Paolo Masini”.), , Carlo Cesare Malvasia, Felsina pittrice. Vite de’ pittor bolognesi, I, Bologna 1678, p. 35 (tra gli allievi di Marco Zoppo “il già detto Giacomo Forti, che lavorò molto in compagnia del maestro, e sù i muri, non altrove lasciandoci vedere il suo nome, che in un ritratto picciolo in tavola, che conservano ancora presso di loro i signori Dolfi, d’un Lodovico di quella Casa, con queste parole: Opus Fortis Bononiensi [sic] 1483, e l’istesso in un simile di Lippo Dalmasio presso di noi, e dal quale si è ricavato il qui anteposto alla Vita”) [...] -
Lot 307 Scuola toscana del XVI secolo
Ritratto del cardinale Ferdinando I de' Medici
olio su tavola
W. 51 - H. 66 Cm
iscritto lungo il margine superiore -
Lot 308 Scuola toscana del XVI secolo
Ritratto di Cristina di Lorena
olio su tavola
W. 51 - H. 66 Cm
iscritto lungo il margine superiore -
Lot 309 Scuola toscana del XVI secolo
Ritratto del cardinale Nicola Rodolfo
olio su tavola
W. 51 - H. 66 Cm
iscritto lungo il margine superiore -
Lot 310 Ramenghi Giovanni Battista
Adorazione dei pastori
olio su rame
W. 34 - H. 51 Cm
La Bottega di San Luca, Torino,
Collezione Privata, Torino
G. Manni, E. Negro e M. Pirondini, Arte emiliana - dalle raccolte storiche al nuovo collezionismo, Banca Popolare dell'Emilia, 1989 -
Lot 311 Scuola di Fontainebleau (Francia, XVI secolo)
Diana e Atteone
olio su alabastro
W. 30 - H. 24,5 Cm -
Lot 312 van Aelst Pieter Coecke bottega di
L'Adorazione dei Magi, trittico
olio su tavola
W. 120 - H. 83 Cm -
Lot 313 van Aelst Pieter Coecke bottega di
Adorazione dei Magi, Annunciazione e Adorazione del Bambino, trittico
olio su tavola
W. 139 - H. 99 Cm -
Lot 314 Scuola di Anversa, XVI secolo
Madonna in trono con Bambino in un interno
olio su tavola
W. 72,5 - H. 92,5 Cm -
Lot 315 Scuola italiana del XVI secolo
San Sebastiano
olio su tavola
W. 75 - H. 100 Cm
al retro reca antica attribuzione a Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma -
Lot 316 Allori Cristofano attribuito a
Maddalena penitente
olio su tela
W. 65 - H. 72 Cm -
Lot 317 De Magistris Simone
La Vergine, Maria Maddalena e San Giovanni ai piedi della croce
olio su tela
W. 152 - H. 212 Cm
iscritto in basso a sinistra, in cornice dorata antica -
Lot 318 Caliari Paolo bottega di
Sacra Famiglia con San Giovannino e Santa Caterina
olio su tela
W. 154 - H. 113 Cm
Expertise Dott. Dino Brandi
L'opera autografa realizzata dall'artista è attualmente conservata presso la Galleria degli Uffizi a Firenze -
Lot 319 Bonvicino Alessandro ambito di
Adorazione del Bambino
olio su tela
W. 77 - H. 82 Cm
Expertise Dott. Dino Brandi, 1962 -
Lot 320 Albertinelli Mariotto
Madonna col Bambino e San Giovannino
olio su tavola
W. 96 - H. 119 Cm
Expertise Dott.ssa Mina Gregori, "Quest'opera si collega strettamente all'arte di Fra Bartolomeo e rappresenta l'ultimo stile di Mariotto Albertinelli, quando lavorava in società (o compagnia) con il frate prima della morte. , La composizione è una variante di numerosi esemplari e studi nei quali Fra Bartolomeo e Albertinelli hanno interpretato il motivo della Madonna col Bambino in relazione con gli invisibili devoti. Il gesto del Bambino benedicente si trova nelle pale eseguite dai due pittori per la chiesa di Santa Caterina di Pisa del 1511 e per l'altare Ferry Carandolet della cattedrale di Besançon. (...) , Lo stile dell'opera, l'ampiezza compositiva, sottolineata dall'andamento del manto della Madonna, e la morbidezza degli incarnati confermano l'esecuzione nell'ultimo periodo di Mariotto, cioè nella prima metà del secondo decennio del Cinquecento."
L'opera si trova in regime di Temporanea Importazione -
Lot 321 Bassano Gerolamo attribuito a
La fucina di Vulcano, reca al retro etichetta di provenienza
olio su tela
W. 128 - H. 94 Cm
Expertise Prof. Giorgio Fossaluzza, "Tra le fortunate serie di dipinti formate da quattro soggetti che caratterizzano per novità la produzione di Jacopo Bassano, coadiuvato dai figli negli anni Settanta e Ottanta del Cinquecento, si annovera quella dedicata ai Quattro Elementi (Terra, Aria, Acqua e Fuoco). Anch'essa fu destinata ad essere replicata nel prosieguo degli anni con alternanza dei collaboratori. , Entro la fase che vede ancora intervenire Jacopo si classificano almeno tre serie dei Quattro Elementi, nessuna delle quali ci è giunta completa. Della prima seguita, in ordine di tempo, faceva parte L'Aria già a Berlino, Kaiser Friedrich Museum n. 1956 (dipinto distrutto nel 1945), della seconda si conosce La Terra, assegnata a Leandro della Walters Art Gallery di Baltimora, n. 37.2363 (Zeri,1976, I, pp. 409-410 cat. 281), della terza fa parte L'Acqua e Il Fuoco del The John and Mable Ringling Museum of Art di Sarasota, nn. 86, 87 (Arslan, 1960, II, figg. 215-216). , Il dipinto qui illustrato, in assenza della versione appartenente alle prime due serie, deve ovviamente essere riferito all'esemplare di quest'ultima serie datata convincentemente al 1584-1585 (Rearick, 1992, pp. CLXXX, 187-190)., Prima di entrare in dettagli circa i caratteri stilistici, sul piano iconografico si deve osservare come manchi nel dipinto in oggetto la porzione superiore con al centro la raffigurazione del carro del fuoco. L'esclusione della componente allegorica lascia intendere che la serie di cui esso faceva parte vedeva privilegiata la dimensione ‘di genere’. (…)” -
Lot 322 Da Ponte Jacopo
Cristo deriso
olio su tela
W. 176 - H. 115 Cm -
Lot 323 Bassano Francesco
La nascita della Vergine
olio su tela
W. 95 - H. 111,5 Cm