Asta 11- Antiquariato
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Lot 49 Credenza in legno laccato, Sicilia. metà XIX secolo. Unico corpo, tre cassetti parte inferiore, parte superiore a due ante a vetri. Cornice a scalare a gettante.H cm 243x142x60
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Lot 50 Console in piuma di mogano, Sicilia, prima metà XIX secolo. Marmo al piano, gambe con piede leonino curvilineo con foglia a sbalzo. H cm 100x152x70.
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Lot 51 Candeliere in legno dorato, XVIII secolo. H cm 140.
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Lot 52 Candeliere in legno color noce, base a tre zampe leonine, XVIII secolo. H Cm 161.
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Lot 53 Abraham van Cuylenborch (Utrecht, 1620– Utrecht, 1658). Diana e le sue Ninfe al bagno in una grotta. 59x85, olio su tavola, 70x100 con la cornice. Pittore olandese di paesaggi, visse e operò sempre a Utrecht. Giovanissimo, nel 1639, entrò a far parte della corporazione di S.Luca, fu operativo fino al 1648. Nelle sue opere è evidente l'influenza di Poelenburgh.
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Lot 54 Lorenzo Pasinelli (cerchia) (Bologna 1629-1700). Diana e le sue ninfe al bagno. 42x48, olio su tela, in cornice 60x66. "Nella 2°metà del XVII secolo Lorenzo Pasinelli fu uno dei più importanti pittori della scuola emiliano-romagnola. Fu allievo di Simone Cantarini e Flaminio Torri, entrambi formatisi sotto l'influenza di Guido Reni, per tal motivo ebbe modo di osservare e metabolizzare i canoni stilistici del classicismo di Reni e le caratteristiche della tecnica, del disegno e del colore. L'opera si presenta come un bozzetto preparatorio, affollato di figure, complesso come composizione. Notevole la tavolozza che rende l'opera ricca e brillante per varietà coloristica ben equilibrata nell'adattamento chiaroscurale delle ombre e degli scuri. I personaggi sono numerosi, come spesso accade nelle sue composizioni, ed hanno forme solide e bentornite, l'esaltazione coloristica dei tessuti viene moderata dai toni scuri che dominano lo sfondo. In definitiva un gusto barocco essenziale e moderato."STUDIO ASOR
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Lot 55 Pittore fiammingo XVII secolo. Buoi e capre. 39x34, olio su tavola parchettata.
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Lot 56 Pittore fiammingo del XVII secolo. Buoi e capre. 24x31,5 olio su tavola.
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Lot 57 Pittore italiano del XVII secolo, ambito Romano. Paesaggio con pastori. 75x130, olio su tela. Buco alla tela e cadute di colore. Antica collezione Notaio Cav. Fazio. Superficie del dipinto risulta interessata dalla presenza di uno strato di vernice ossidata e ingiallita.
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Lot 58 Pittore italiano del XVII secolo, ambito Romano. Paesaggio con rocca, figure e armenti. 75x130, olio su tela. Antica collezione Notaio Cav. Fazio. Superficie del dipinto risulta interessata dalla presenza di uno strato di vernice ossidata e ingiallita.
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Lot 59 Johann Heinrich Roos (Otterberg, 29 settembre 1631 – Francoforte sul Meno, 3 ottobre 1685). Famiglia di pastori con armenti e paesaggio sullo sfondo. 60X100, olio su tela. Monogramma in basso a destra H R."La sua famiglia emigra ad Amsterdam a causa della guerra dei trent'anni nel 1640. Fu allievo di Guilliam du Gardijn, Cornelis de Bie e Barent Graat, ma i pittori del paesaggio Nicolaes Berchem e Karel Dujardin hanno avuto la più grande influenza su di lui. Nel 1653 la famiglia Roos torna in Germania, dove Johann e suo fratello Theodor Roos lavorano insieme su una commissione per un chiostro a Magonza. Tra il 1654 e il 1659, Johann lavora per Ernst, Landgrave di Hesse-Rheinfels (figlio di Maurice, visse tra il 1623 e il 1693), dove dipinge un ritratto di A Prince (1654, Heidelberg, Kurpfälzisches Museum) e scene religiose. Nel 1664 é invitato a dipingere alla corte di Carlo I Luigi, Elettore Palatino. A causa di condizioni di lavoro insoddisfacenti, si trasferisce con la famiglia a Francoforte nel 1667, dove ha molto successo, ma perde tutto in un incendio nel 1685.
Il dipinto in questione sembra essere quanto di meglio potesse esprimere il pittore, allorché volesse rappresentare quella unione di uomini e animali in armonia idilliaca con la natura - tale era il suo pensiero che aspirava a dare alle sue raffigurazioni una impronta di carattere realistico, soprattutto nelle scene agresti e nelle rappresentazioni degli animali. Nel caso in specie, si avverte un senso di intimo sapore, quasi familiare, che globalizza in un'unione armonizzante paesaggio, e quindi natura, uomini e animali. Se fossimo indotti ad un paragone col figlio Philipp Peter, potremmo affermare che rimane molto più umorale e intimista nella ricerca di un legame con la natura tutta, e meno teatrale, quasi a non voler essere enfatizzante come il figlio, che spesso adotta in primo piano scene di animali e raffigurazioni quasi ritrattistiche degli stessi. "STUDIO ASOR
Roos è esposto nelle seguenti collezioni: Kunsthistorisches Museum, Vienna; Städelsches Kunstinstitut, Francoforte; Museo delle Belle Arti di San Francisco; Detroit Institute of Arts, Michigan; Dulwich Picture Gallery, Londra; Crocker Art Museum, California; Indianapolis Museum of Art, Indiana; Dallas Museum of Art, Texas; Palazzo Bianco, Genova, tra gli altri. -
Lot 60 Alessandro Magnasco, detto il Lissandrino (Genova,1667 – 1749). Interno di convento con suore al lavoro. 93x132, olio su tela. Opera poco conosciuta, questa del Magnasco. In un periodo in cui si svolgeva un dibattito acceso riguarda la corruzione degli ordini monastici. Il pittore attraverso le sue opere, denominate Fraterie, manifesta il suo pensiero, velato da una sottile ironia. Negli anni della maturità, sembra volerci mostrare, i vari aspetti, i vari modi in cui veniva vissuta la realtà religiosa nei conventi e negli ordini monastici. Molte sono le opere, che mostrano le sue figure, costruite con pennellate veloci e dense, quali macchiette, che recitano, ma che riflettono la situazione conventivale dell’epoca. Il corpus dei suoi dipinti è come una opera unica descrittiva, illustrante della situazione cronachistica del tempo, a molti non nota. Non anticlericalistico, bensì un monito ad assecondare comportamenti religiosi più consoni a una etica morale, dove la preghiera e il raccoglimento debbano essere protagonisti. I conventi non possono essere residenze dove si conduce una vita comoda, fatta di futilità e piacevolezze. Il dipinto raffigura quasi uno status di quello che era un modo di vivere aristocratico e nobiliare che non ha e non dovrebbe avere collocazione in un luogo religioso. Le suore sembrano delle signore aristocratiche intente a lavori di filo e ricamo, di addobbi floreali e degustazioni di cioccolato, attorniate da cagnolini e gatti, assistite da giovani educande, vestite elegantemente in rosa. Un’atmosfera frivola che trova comparazione in un’altra opera “ La cioccolata” molto più significativa e pregnante nel documentarci tale aspetto del modus vivendi monostico. In questa raffigurazione tranquilla egli muove le sue figure con una regia perfettamente combinata alla scenografia, che come al solito, ha la partecipazione di un’altra mano. STUDIO ASOR
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Lot 61 Pittore italiano del XVII secolo. Paesaggio al tramonto. 97,5X87, olio su tela.
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Lot 62 Pittore fiammingo del XVII Secolo. Ritratto di uomo. 62x47, olio su tela.
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Lot 63 Maerten De Vos (Anversa 1532- Anversa 1603). attrib. Sacra Famiglia. 34x25, olio su tavola. In cornice dorata non coeva cm 50x40."Trattasi di un piccolo dipinto su tavola, in cui si nota una fileur sul pannello che per nulla inficia la qualità del dipinto. L’opera luminosa e calda, fortemente italianizzante, la cui coloristica è prettamente veneziana, è testimone delle frequentazioni del pittore fiammingo in Italia.
Infatti, Maerten De Vos, prima di tornare ad Anversa nel 1558, soggiornò a Roma, Firenze e Venezia.
Il dipinto in oggetto è eseguito per qualche committenza privata veneta.
Durante tale periodo egli conobbe il“ Veronese”, “Tiziano” ed il ”Tintoretto” con cui collabora assiduamente, soprattutto assistendolo come pittore di paesaggi, come riferisce Carlo Ridolfi (1648).
La brillantezza e i toni morbidi e chiari, così come la stesura tecnica del colore che viene applicato col pennello in maniera marcatamente orizzontale, fanno ascrivere l’opera al periodo della Sua esperienza veneziana. La rappresentazione della Sacra Famiglia è incentrata nella figura della Madonna, in cui il volto ha un’espressione composta e serena, quasi gioiosa. Il clima e l’atmosfera che emergono dalla raffigurazione complessiva è di familiarità.
Anche S.Giuseppe è partecipe e mostra un interesse compiaciuto nell’aderire all’invito della Madonna, che svela il bambino, mentre dorme, quasi sorridente. Tutto nel dipinto contribuisce a creare un’atmosfera pacata e composta dando all’opera una qualità contemplativa serena. La semplicità, che trova rispondenza in fonti pittoriche popolari, è il vero fattore rigenerante che il pittore utilizza e organizza in maniera esemplare, sfuggendo ad un puro manierismo. "STUDIO ASOR
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Lot 64 Pittore italiano del XVI secolo, cerchia Andrea Del Sarto. Madonna con Bambino e San Giovannino. 145x110, olio su tavola cm 2,50. Cornice in legno dorato. Ottimo stato di conservazione. Misure comprese di cornice 170 x 135
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Lot 65 Anonimo siculo-catalano del XV/XVI secolo. Compianto del Cristo. 181x126, olio su tela.
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Lot 66 Francesco Solimena (Canale di Serino 1657-Barra di Napoli 1747). Cristo e la samaritana al pozzo, scena biblica. 76x102, olio su tela. Bella cornice coeva. "Questa bella tela si presenta in buono stato conservazione e raffigura Cristo che incontra la Samaritana al pozzo e credo di poter asserire si tratti di un’opera di Francesco Solimena (Canale di Serino 1657 - Barra di Napoli 1747).
"Il Solimena è tra i maggiori decoratori attivi a Napoli tra gli ultimi decenni del ‘600 e la prima metà del 700 e tra i piú alti esponenti della cultura tardo-barocca in Italia.
Condusse le prime esperienze pittoriche nella bottega paterna - Angelo Solimena fu tra i più intelligenti epigoni della tradizione naturalistica napoletana, la quale si era venuta sviluppando nelle particolari soluzioni soprattutto di Francesco Guarino - come documentano le primissime opere di lui note, come la pala con la visione di S. Cirillo d'Alessandria in San Domenico a Solofra (a pochi chilometri da Avellino), peraltro realizzata proprio in collaborazione col padre. A questo momento di evidenti suggestioni guariniane, nate appunto dall’insegnamento di Angelo, possono datarsi tuttavia già i segni di un primo interesse, perquanto marginale, per l’opera giovanile di Luca Giordano, evidenziabile ad esempio nella Disputa di Gesù tra i dottori di collezione Morano a Napoli, senza che, in ogni caso, queste riflessioni di natura giordanesca modificassero in qualcia connaturata inclinazione ad un fare antichizzante e quindi sostanzialmente legato ad una resa naturalistica delle immagini. E’ durante questo primo periodo di apprendistato che dovrebbe esser stata prodotta la tela in esame, tesi suffragata dal fatto che il Solimena riprenderà e l'impostazione del nostro dipinto e la gestualità in altre due tele di cui la prima trovasi a Venezia nelle Gallerie dell'Accademia e raffigura Rebecca e Eleazer."Expertise Andrea Morra. -
Lot 67 Pittore italiano del XVI-XVII secolo. Madonna del Rosario con Bambino e Santi. 175x120, olio su legno.
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Lot 68 Pittore della fine XVII secolo. Compianto di Cristo con le tre Marie e San Giovanni. 31x38, olio su tela.
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Lot 69 Pittore italiano del XVI secolo.Cena di Emmaus. 56,5x50, olio su tela.
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Lot 70 Aelst Pieter van o Pieter Coecke van Aelst (Aalst 1502-1550 Bruxelles), attrib. Madonna con libro. Eccellente pittore rinascimentale fiammingo ha vissuto in Italia, dove a avuto modo di apprezzare l'arte dei suoi contemporanei pittori italiani. Fu grande stimatore di Raffaello, a cui spesso si espira, come ad esempio questo dipinto, pur sostanzialmente rimane ateo entro canoni e sviluppi stilistici suoi propri. Ha dato un contributo importante al corpo della grande arte rinascimentale nelle fiandre. Disegnatore, pittore e editore di trattati di architettura fu conteso dai più famosi personaggi del suo tempo: Carlo V, Francesco I Re di Francia, Enrico VIII d'Inghilterra, Cosimo I dei Medici. In tale opera è evidente influenza dei modi rinascimentali italiani. Egli avvia nei Paesi Bassi il passaggio e la transizione dalla concezione tardo gotica a quella rinascimentale. Gli scritti e i trattati di Sebastiano Serlio gli furono di esempio. Questo dipinto, semplice, probabilmente per una committenza privata si ispira in qualche modo alla Madonna del Conestabile da Raffaello. Infatti, la rappresentazione della Madonna e del bambino è resa in maniera reale e fluida, donando naturalità alla scena. Egli abolisce lo sfondo paesaggistico e incentra la figurazione sui due personaggi dando cosi più forza al significato spirituale. Traspare e è palpabile un’armonia mesta e malinconica, allo stesso tempo una serenità trasmessa dai personaggi, soprattutto nello sguardo di Maria, che legge la profezia sulla morte di Gesù, con dolce rassegnazione che il bambino la ingiunge a leggere indicando con il dito. Le forme sono ben calibrate è la gestualità del bimbo indicante e della Madonna che lo stringe alla vita in maniera protettiva, rlateono la scena felice e ridondante di armonia. Una luce che sembra provenire da una finestra incentra i personaggi e illumina gli abiti dipinti in maniera morbida e fluida. Fu di esempio per tutti quei pittori olandesi- manieristi della seconda metà del 500. Madonna con libro e Gesù bambino. 40x30, olio su tavola. Provenienza: illustra famiglia catanese.
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Lot 71 Attr. Francesco Fracanzano (Monopoli, 9 luglio 1612 – Napoli, 1656). San Francesco da Paola in preghiera.
La tela è attribuibile al pittore che operò a Napoli nel XVII secolo, Francesco Fracanzano (Monopoli, 9 luglio 1612 – Napoli, 1656) e rappresenta San Francesco di Paola in preghiera, con gli attributi iconografici tipici del Santo costituiti dal saio, dal libro (nel quale si legge in parte “Charitas”) con sopra un teschio, posto in basso e lateralmente rispetto alla figura. Il dipinto ha i caratteri tipici ascrivibili al Fracanzano quali la densità materica piena e grumosa, il colore della pelle e delle mani che vira verso un rossastro, che evidenzia un naturalismo di matrice caravaggesca che in parte fa propri gli insegnamenti della scuola del Ribera ma ai quali aggiunge i valori tonali e del disegno del Guercino, dei Carracci nonché dello stesso Reni. L’opera è ascrivibile al periodo dell’esperienza pittorica del Fracanzano più contigua all’esempio del Ribera. Opera molto simile è esposta presso il Museo di Dubrovinik (Croazia), con alcune differenze (riportate in parallelo nella presente scheda con l’utilizzo dell’immagine per raffronto) che riguardano la posizione del libro, messo in verticale e con le pagine squadernate, il teschio in secondo piano, la composizione che sembra essere divenuta ormai più grumosa, accentuando la struttura riberesca, la figura inginocchiata del santo è vista per intero. Per la opera presa a raffronto, in tutto riferibile allo stesso autore, per un’esigenza meramente filologica, si segnala un dettagliato studio che ha messo in evidenza che “alla seconda metà del Seicento, va riferito il San Francesco di Paola di Dubrovnik, dove la ripresa dei caratteri ribereschi nel volto si placa nella stesura delle morbide e ampie pieghe del saio, che coprono l’intera composizione e consentono proprio per tale abbinamento un valido confronto sia con opere di Francesco Fracanzano, quali con il San Benedetto di San Gregorio Armeno e il San Paolo eremita della chiesa di Sant’Onofrio dei Vecchi a Napoli, sia con la produzione matura di Angelo Solimena e con quella giovanile del figlio Francesco, soprattutto in merito alla ripresa dei modi del Lanfranco” (Sulle tracce della pittura napoletana in Croazia tra Sei e Settecento
di Mario Alberto Pavone – Università di Palermo). Ma è da sottolineare come molte opere riferite a figure di Santi, passate dal mercato antiquario e contenute in collezioni private e museali, realizzate da Francesco Fracanzano, presentano identica impostazione espressiva e analoghe qualità pittoriche e compositive, ciò confermando la validità dell’attribuzione allo stesso pittore. Il quadro conserva il telaio originario del seicento; è stata mantenuta una vecchissima reintelatura della metà dell’ottocento che essendo in buono stato non è stata sostituita (né sollevata per altri scopi). 99X76, Olio su tela. Opera priva di cornice. Si ringrazia il Dott.Avv. Francesco Amato per l'autorevole parere. -
Lot 72 Pittore francese del XVII secolo. Ritrovamento di Mosè. 140x113, olio su tela