Asta 56 - Dipinti selezionati XIX e XX secolo.
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Lotto 1 Gino Romiti - Oleandri - Livorno 1881 - 1967 - Olio su tavola cm 20x22 - La vita di Gino Romiti, nato a Livorno nel 1881 e scomparso nel 1967, è una storia di determinazione e passione che ha attraversato il mondo dell'arte con notevole impatto. Cresciuto in una famiglia modesta, Romiti si trovò presto ad affrontare le sfide finanziarie, ma non abbandonò mai la sua innata passione per la pittura.A soli sedici anni, riuscì a entrare alla Scuola di Guglielmo Micheli a Livorno, una vera e propria fucina d'arte, dove ebbe l'opportunità di interagire con artisti di spicco come Llewelyn Lloyd, Amedeo Modigliani e Giovanni Fattori. Questo periodo formativo fu fondamentale per plasmare la sua carriera artistica.Sin dall'inizio, Romiti partecipò a importanti esposizioni, tra cui la Permanente di Milano, la Biennale di Venezia e l'Internazionale di Bruxelles. Nel 1920 fu uno dei fondatori del Gruppo Labronico, un'associazione artistica che nacque proprio nel suo studio e di cui fu presidente dal 1943 al 1967. Durante questo periodo, le sue opere subirono un'importante influenza dall'esperienza divisionista, concentrandosi su tematiche legate alla sua città natale, come le pinete di Ardenza e i paesaggi marini. Grazie al suo profondo interesse per il mare, creò anche opere singolari che ritraevano il fondo marino.Purtroppo, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo portò ad arruolarsi e combattere in Albania, dove realizzò numerosi disegni ispirati al paesaggio e alla vita militare. La sua intensa attività espositiva continuò nel 1922 con la partecipazione alla prima edizione della Primavera Fiorentina. L'ultima sua personale, la quarantacinquesima, si tenne a Siena presso la Galleria "La Balzana" nel 1964, e molte furono le sue retrospettive.Gino Romiti era non solo un talentuoso artista ma anche un uomo di profonda spiritualità e religiosità. La sua interpretazione pittorica della vita rifletteva il suo spirito cristiano di accettazione e fede. Le sue opere trasmettevano una luce "vera" che eguagliava la luce di Dio. La natura era la sua fonte d'ispirazione, e in essa trovava purezza, pace e serenità, rappresentando con semplicità ed entusiasmo ogni aspetto cromatico.I suoi quadri erano spesso caratterizzati da luminosità e cromatismi intensi. La rappresentazione della luce era centrale in tutte le sue opere, rendendo ogni forma e contenuto dorati e vibranti. Questi giochi di luce e colori si fondevano in una sinfonia che invitava alla riflessione e talvolta alla preghiera. La sua abilità nel catturare la luce in modo magistrale induceva alla meditazione e suggeriva una pausa nell'agitazione umana, incoraggiando le persone a riflettere sulla loro esistenza in rapporto all'Universo. Questo Universo era simbolicamente rappresentato dalla bellezza della natura, vista come l'elemento perfetto e sublime della creazione divina, e Romiti, con umiltà, portava rispetto a questa grandezza. Le opere di Gino Romiti erano veri e propri inno alla vita, una testimonianza della sua profonda connessione con il mondo che lo circondava e con la spiritualità che permeava ogni aspetto della sua arte.
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Lotto 2 Gino Romiti - Giornata d'estate - Livorno 1881 - 1967 - Olio su tavola cm 16,5x22,5 - La vita di Gino Romiti, nato a Livorno nel 1881 e scomparso nel 1967, è una storia di determinazione e passione che ha attraversato il mondo dell'arte con notevole impatto. Cresciuto in una famiglia modesta, Romiti si trovò presto ad affrontare le sfide finanziarie, ma non abbandonò mai la sua innata passione per la pittura.A soli sedici anni, riuscì a entrare alla Scuola di Guglielmo Micheli a Livorno, una vera e propria fucina d'arte, dove ebbe l'opportunità di interagire con artisti di spicco come Llewelyn Lloyd, Amedeo Modigliani e Giovanni Fattori. Questo periodo formativo fu fondamentale per plasmare la sua carriera artistica.Sin dall'inizio, Romiti partecipò a importanti esposizioni, tra cui la Permanente di Milano, la Biennale di Venezia e l'Internazionale di Bruxelles. Nel 1920 fu uno dei fondatori del Gruppo Labronico, un'associazione artistica che nacque proprio nel suo studio e di cui fu presidente dal 1943 al 1967. Durante questo periodo, le sue opere subirono un'importante influenza dall'esperienza divisionista, concentrandosi su tematiche legate alla sua città natale, come le pinete di Ardenza e i paesaggi marini. Grazie al suo profondo interesse per il mare, creò anche opere singolari che ritraevano il fondo marino.Purtroppo, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo portò ad arruolarsi e combattere in Albania, dove realizzò numerosi disegni ispirati al paesaggio e alla vita militare. La sua intensa attività espositiva continuò nel 1922 con la partecipazione alla prima edizione della Primavera Fiorentina. L'ultima sua personale, la quarantacinquesima, si tenne a Siena presso la Galleria "La Balzana" nel 1964, e molte furono le sue retrospettive.Gino Romiti era non solo un talentuoso artista ma anche un uomo di profonda spiritualità e religiosità. La sua interpretazione pittorica della vita rifletteva il suo spirito cristiano di accettazione e fede. Le sue opere trasmettevano una luce "vera" che eguagliava la luce di Dio. La natura era la sua fonte d'ispirazione, e in essa trovava purezza, pace e serenità, rappresentando con semplicità ed entusiasmo ogni aspetto cromatico.I suoi quadri erano spesso caratterizzati da luminosità e cromatismi intensi. La rappresentazione della luce era centrale in tutte le sue opere, rendendo ogni forma e contenuto dorati e vibranti. Questi giochi di luce e colori si fondevano in una sinfonia che invitava alla riflessione e talvolta alla preghiera. La sua abilità nel catturare la luce in modo magistrale induceva alla meditazione e suggeriva una pausa nell'agitazione umana, incoraggiando le persone a riflettere sulla loro esistenza in rapporto all'Universo. Questo Universo era simbolicamente rappresentato dalla bellezza della natura, vista come l'elemento perfetto e sublime della creazione divina, e Romiti, con umiltà, portava rispetto a questa grandezza. Le opere di Gino Romiti erano veri e propri inno alla vita, una testimonianza della sua profonda connessione con il mondo che lo circondava e con la spiritualità che permeava ogni aspetto della sua arte.
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Lotto 3 Lodovico Tommasi - Al crepuscolo - Livorno 1866 - Firenze 1941 - Olio su tavola cm 37x27
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Lotto 4 Luigi Venturi - Il pescatore - Bologna XIX secolo - Olio su tavola cm 35x50
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Lotto 5 Aurelio Catti - Viale cittadino - Palermo 1895 - 1966 - Acquerello su carta cm 50x35 - Aurelio Catti fu un pittore palermitano vissuto tra Ottocento e Novecento (1895-1966). Figlio del maestro Michele Catti, si distinse per aver seguito le orme artistiche del padre, mentre i suoi fratelli intrapresero altre strade. Dopo aver studiato architettura presso l’Accademia di Brera a Milano, visse a Trieste e a Londra, dove perfezionò la sua tecnica e ampliò il suo orizzonte artistico. Tornato a Palermo, si dedicò con passione alla pittura, specializzandosi in scorci cittadini caratterizzati da atmosfere autunnali e giornate uggiose. Le sue opere, capaci di catturare l’essenza della vita cittadina, sono state esposte in numerose mostre personali e continuano a essere apprezzate e ricercate dai collezionisti.
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Lotto 6 Giuseppe Carelli - Amalfi - Napoli 1858 - Portici 1921 - Olio su tavola cm 26x38 - è stato un pittore italiano appartenente a una famiglia di artisti. Educato alla pittura fin da bambino, come il padre Consalvo, il nonno Raffaele e gli zii Gabriele e Achille, fu specializzato in paesaggi. Le sue opere, caratterizzate dal gusto lirico della Scuola di Posillipo, raffigurano scene urbane della Napoli del suo tempo, come il Palazzo Reale, i pescatori nel golfo, il lungomare di Santa Lucia, le falde del Vesuvio e i faraglioni di Capri, molte delle quali sono ora in collezioni private.Viaggiò molto in Italia, soprattutto tra la Sicilia e il Lazio, arricchendo il suo stile con influenze di diverse scuole pittoriche. Oltre alle grandi tele a olio, realizzò gouaches, incisioni all'acquaforte e litografie, anch'esse appartenenti a collezioni private. Morì a Portici, dove operarono anche Eduardo Dalbono e G. Mancinelli, esponenti della Scuola di Resina.
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Lotto 7 Giulio Cisari - Porto di Savona 1954 - Como 1892 - Milano 1979 - Olio su tavola cm 55x65 - Giulio Cisari, nato a Como il 7 maggio 1892 e scomparso a Milano il 28 marzo 1979, è stato un artista italiano poliedrico, noto soprattutto come pittore, incisore, xilografo e illustratore. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera, dove si diplomò in architettura e approfondì gli studi di pittura e scultura sotto la guida di importanti maestri, Cisari si dedicò con passione all’arte grafica, specializzandosi nella xilografia, tecnica che lo contraddistinse e che divenne uno dei tratti distintivi della sua produzione artistica.Nel corso della sua carriera, Cisari si affermò come uno dei principali esponenti dell’illustrazione del libro in Italia, realizzando numerose copertine ed ex-libris per importanti editori, e contribuì in maniera significativa alla diffusione della grafica e dell’arte decorativa durante il periodo compreso tra le due guerre mondiali. La sua opera, caratterizzata da una raffinata attenzione al dettaglio e da un uso sapiente del colore, lo portò a partecipare a numerose esposizioni nazionali e internazionali, tra cui le Biennali di Venezia e le Quadriennali romane.Oltre all’attività artistica, Giulio Cisari si distinse anche per il suo impegno durante i periodi bellici: partecipò come volontario nella Prima Guerra Mondiale e, durante la Seconda Guerra Mondiale, raggiunse il grado di capitano, venendo premiato per il suo coraggio e la sua dedizione. La sua versatilità lo portò a cimentarsi anche in attività di insegnamento e a pubblicare trattati tecnici sulla xilografia, contribuendo così alla formazione di nuove generazioni di artisti.Le opere di Cisari, che spaziano dalla pittura alla grafica e all’illustrazione, sono oggi custodite in importanti collezioni pubbliche e private, e la sua eredità continua a rappresentare un punto di riferimento nel panorama dell’arte italiana del Novecento.
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Lotto 8 Leonardo Bazzaro - Nei pressi di Cogne - Milano 1853 - 1937 - Olio su tela cm 60x50 - Leonardo Bazzaro fu un pittore italiano attivo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, noto soprattutto per i suoi paesaggi, i ritratti e le scene di vita quotidiana. La sua formazione artistica ebbe inizio in un periodo di fermento culturale, in cui le correnti del realismo e del verismo esercitarono una notevole influenza sui giovani artisti italiani. Durante la sua carriera, Bazzaro si distinse per la capacità di catturare la luce e l'atmosfera, elementi che rendono le sue opere particolarmente evocative e ricche di dettagli naturalistici .Il percorso espositivo del pittore lo vide protagonista in numerose mostre sia in Italia che all’estero, contribuendo così a diffondere il suo stile personale e a consolidare la sua reputazione nell’ambito della pittura di genere e del paesaggio. Pur rimanendo ancorato ai canoni del realismo, Bazzaro sperimentò progressivamente nuove tecniche e linguaggi pittorici, integrando elementi modernisti che evidenziarono la sua capacità di interpretare in chiave personale la realtà circostante .Oggi, le opere di Leonardo Bazzaro sono apprezzate non solo per la loro bellezza formale, ma anche per il valore storico e culturale che rappresentano, testimonianza di un’epoca di importanti trasformazioni artistiche e sociali in Italia. Molte delle sue creazioni sono custodite in collezioni museali e private, continuando a suscitare interesse e ammirazione tra collezionisti e studiosi d’arte.Questa breve biografia intende offrire una panoramica della vita e dell’opera di un artista che, pur essendo stato apprezzato nel suo tempo, oggi rappresenta un importante capitolo della storia della pittura italiana.
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Lotto 9 Alfredo Beisone - Paesaggio nei pressi di Pinerolo - Pinerolo (TO) 1882 - Torino 1957 - Olio su tavola cm 27x37 - Alfredo Beisone è stato un pittore italiano del Novecento, la cui vita e carriera riflettono un profondo legame tra arte e territorio. Nato a Pinerolo il 17 ottobre 1882 e scomparso a Torino il 12 gennaio 1957, fin da giovane scelse la pittura, abbandonando gli studi di Farmacia per dedicarsi alla sua vera passione. Durante la sua formazione incontrò Lorenzo Delleani e divenne allievo del maestro Andrea Tavernier, esperienza che lo avvicinò al divisionismo e lo portò a esplorare nuovi linguaggi espressivi.Il suo esordio avvenne nel 1913, con l’opera "Armonie invernali" presentata alla Società Promotrice di Torino, segnando l’inizio di una carriera costellata da numerose esposizioni in città come Torino, Genova e Roma. Tra le tappe fondamentali della sua attività espositiva si annoverano la Quadriennale di Torino e la Mostra Nazionale di Trieste, con la sua prima mostra personale a Pinerolo nel 1932 che vide l’esposizione di 41 opere.Oltre alla carriera artistica, Beisone si distinse anche per il suo impegno civile. Durante la Prima Guerra Mondiale si arruolò come volontario alpino, distinguendosi per il coraggio dimostrato e ricevendo medaglie al valore militare. Negli anni Trenta, oltre a portare avanti la sua attività pittorica, assunse un ruolo attivo nella vita pubblica del Comune di Pinerolo, venendo insignito della Croce di Cavaliere della Corona nel 1931.Artisticamente, Beisone si distinse come un autentico paesaggista. Le sue opere, spesso realizzate all’aperto, catturano con delicatezza e intensità la bellezza della natura: dalle case e i campanili dei piccoli borghi alle ampie distese di colline, montagne e prati illuminate dalla luce del sole. Con un linguaggio pittorico personale, il pittore ha saputo trasmettere emozioni e sensazioni, creando immagini che rimangono impresse nella memoria di chi le osserva.La storia di Alfredo Beisone testimonia il percorso di un artista che ha saputo unire tecnica, passione e impegno civile, lasciando un’eredità preziosa che continua a illuminare il panorama dell’arte italiana.
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Lotto 10 Giacinto Bo - Lungo il sentiero - Torino 1832-1912 - Olio su cartone cm 48,5x69 - Giacinto Bo è stato un pittore italiano del XIX secolo, noto per la sua dedizione al paesaggio e per la sua formazione autodidatta. Nato a Montanaro Canavese, in provincia di Torino, nel 1832, Bo si trasferì a Torino, dove trascorse gran parte della sua vita. Influenzato dal pittore Giuseppe Camino, si specializzò nella rappresentazione di marine e paesaggi montani, spesso caratterizzati da uno stile oleografico che enfatizzava la bellezza naturale in modo romantico e idealizzato.Dal 1871 al 1900, Bo partecipò attivamente alle esposizioni delle società Promotrici di Genova e Torino, presentando opere che includevano vedute piemontesi e liguri, soggetti floreali e orientalistici, realizzati anche in tempera e acquerello. Tra le sue opere più note si annoverano "Le mie rose", esposta all'Esposizione generale d'Arte italiana del 1898. Nonostante la sua attività espositiva, Bo non raggiunse una notorietà significativa durante la sua vita, e a partire dal 1900 cessò di partecipare ad altre competizioni artistiche, probabilmente a causa di difficoltà finanziarie che lo costrinsero a vendere molte delle sue opere.Giacinto Bo scomparve a Torino nel 1912, lasciando un'eredità artistica che testimonia l'evoluzione del paesaggismo romantico italiano del XIX secolo.
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Lotto 11 Giovanni Colmo - Alle falde del Rosa - Torino 1867-1947 - Olio su cartone cm 34x44 - Giovanni Colmo è stato un pittore italiano del XIX e XX secolo, noto per la sua dedizione al paesaggio e per la sua formazione autodidatta. Nato a Torino il 13 maggio 1867, era il fratello maggiore di Eugenio Colmo, noto caricaturista con lo pseudonimo di «Golia». Dopo aver frequentato il Liceo Classico, si iscrisse alla Scuola di Applicazione per Ingegneri, laureandosi in Ingegneria Civile nel 1891. Per alcuni anni lavorò presso il Comune di Torino, ma nel 1923, all’età di cinquantasette anni, decise di dedicarsi esclusivamente alla pittura.La sua pittura, legata ai canoni paesaggistici piemontesi del XIX secolo, pur indebolita da una certa convenzionalità, toccò momenti di buon valore nella produzione di tavolette di minori dimensioni. Colmo fu assiduo espositore al Circolo degli artisti di Torino e partecipò ad alcune edizioni della Quadriennale di Torino. Oltre che nel suo amato Piemonte, dipinse a Venezia, Chioggia, Roma e in Umbria, soffermandosi sui laghi lombardi e sulla riviera ligure.Dopo la Seconda Guerra Mondiale, visse ed operò tra Garessio e Finale Ligure. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.La Pinacoteca Civica di Garessio ha dedicato a Giovanni Colmo ed al fratello Eugenio due sale permanenti, conservando alcune delle sue opere più significative.
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Lotto 12 Marco Calderini - Sottobosco - Torino 1850 - 1941 - Olio su cartone cm 30,5x40 - Marco Calderini è stato un pittore italiano del XIX e XX secolo, noto per la sua dedizione al paesaggio e per la sua formazione autodidatta. Nato a Torino il 22 luglio 1850, da Michelangelo Calderini, corriere delle Regie Poste, e da Virginia Pernaud, di nazionalità francese, Calderini completò gli studi classici e si iscrisse alla facoltà di lettere presso l'università di Torino. Si diplomò inoltre insegnante di lingua francese nel 1867 e di storia e geografia per le scuole secondarie nel 1869. Indirizzato all'arte da alcuni amici, si iscrisse all'Accademia Albertina di Torino, dove dal 1867 al 1873 frequentò le lezioni di Enrico Gamba, Andrea Gastaldi e del romanticista Antonio Fontanesi, ottenendo una medaglia d'oro nel 1872 a conclusione del corso di paesaggio. Viene presto avviato alla riproduzione di soggetti dal vero dallo stesso Fontanesi, che lo accompagna a dipingere nelle campagne torinesi; a conclusione degli studi accademici, Calderini aprì uno studio con l'amico e collega Francesco Mosso.Si presentò alle mostre annuali della Società Promotrice di Belle Arti di Torino quasi ininterrottamente dal 1870, quando esordì con "Le rive del Po a Torino" e "Le statue solitarie", al 1898: nel 1871 "Sul giardino dei ripari" venne venduto al Principe di Savoia Carignano, nel 1873 "Giardino reale" venne acquistato dalla stessa Società Promotrice. All'Esposizione del 1880 presentò nove tele e si aggiudicò il premio della giuria per "Mattino di luglio", l'anno seguente venne premiato con una medaglia in bronzo all'Esposizione Colombiana di Genova. Nel 1883 ripresentò all'Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma "Le statue solitarie", che venne acquistato dal Governo per la neonata Galleria d'Arte Moderna e partecipò alla mostra di Nizza. L'anno successivo fu all'Esposizione Generale Italiana di Torino (nella quale fu membro del comitato di accettazione e allestimento) con diverse opere, fra le quali "Tristezza invernale", acquistata dal Governo e presentata anche all'Italian Exhibition di Earls Court del 1888, anno nel quale partecipò all'Esposizione Internazionale di Barcellona (ripetuta nel 1907, quando si aggiudicò un riconoscimento). La stessa opera venne premiata nel 1893 al Salon de Paris. Nel 1888 venne premiato con una medaglia d'argento all'Esposizione Internazionale di Barcellona, nel 1889 fu presidente della sezione di pittura del circolo degli artisti di Torino, consigliere della Società Promotrice di Torino e venne premiato con diploma d'onore e stella d'oro all'Esposizione Internazionale di Colonia. Nel 1891 venne scelto dal ministro Pasquale Villari come membro della Commissione permanente di Belle Arti. Nel 1898 partecipò all'Esposizione di Torino con decine di opere, tra le quali "Piogge di Marzo", "Caduta delle foglie" e "Il giardino del palazzo Principe a Genova".Nel contempo, si dedicò con assiduità alla scrittura e alla critica d'arte, collaborando per numerose riviste come "L'Illustrazione Italiana", "La Rassegna nazionale" e la "Gazzetta letteraria di Torino"; nel 1884 pubblicò le "Memorie postume di F. Mosso, pittore", in seguito le monografie dedicate ad artisti contemporanei, come il maestro Antonio Fontanesi (1925), Giovanni Battista Quadrone, Alberto Pasini, lo scultore Vincenzo Vela e Carlo Marochetti (1928). Collaborò alla pubblicazione di tre volumi su Leonardo da Vinci, finanziata dal mecenate russo Fëdor Vasil'evič Sabašnikov, suo grande estimatore che lo volle come compagno per una serie di viaggi in Scozia e Irlanda e operò come consulente di importanti famiglie per l'allestimento delle proprie raccolte d'arte (Collezione Guagno Poma di Biella, Galleria Ricci Oddi di Piacenza, dove non a caso è presente una ricca raccolta delle opere del maestro Fontanesi).Nel 1902 la Società Promotrice di Torino gli dedicò una mostra personale, l'anno dopo espose a Venezia "Estate di San Martino", presentata anche in due occasioni al Salon di Parigi. Sempre nel 1903 partecipò a Brera con "Sole e nebbie in montagna" (Valle d’Aosta) e "Pascoli abbandonati sotto il ghiacciaio del Ruitor", nel 1906 con "Boschetti in autunno", "Dopo la pioggia in montagna" e "Giornata chiara di novembre. Giardino Reale di Torino", nel 1907 con "Autunno in Val di Susa" e "Villa del 1700", nel 1911 con "Sera di novembre sul Po" e "Strada del Piccolo San Bernardo". Nel 1912 venne insignito del premio principe Umberto per il dipinto "Nell'alto Canavese. Prealpi di Piemonte", l'anno successivo fu all'Esposizione Belle Arti di Roma con "Sera di autunno" acquistata dal Comune di Roma, nel 1914 espose a Brera "Alpi e Morene di Valchiusella", l'anno successivo "Il monte Rosa veduto dalle basi del Gran Paradiso", nel 1918 "In Valtournanche" e "Dopo la pioggia. Lago Maggiore".Tra i suoi allievi, il figlio Luigi, nato dal matrimonio con Jeanne Bourgeois (come il primogenito Marco) e Camillo Cabutti.Morì a Torino il 26 febbraio 1941.
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Lotto 13 Anna Tallone - Nebbia sul Cervino - Casteggio 1901 - Pavia 1961 - Olio su tela cm 70x100
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Lotto 14 Lorenzo Delleani - All'imbrunire - Pollone (VC) 1840 - Torino 1908 - Olio su tavola cm 24x37 - Lorenzo Delleani nacque il 17 gennaio 1840 a Pollone Biellese, terzo figlio di Agostino, "misuratore competente" nel Corpo reale del genio civile, e di Maddalena Billotti. Durante gli anni di formazione presso il collegio di Saint-Jean-de-Maurienne sviluppò un interesse per la musica e il violino, ma fu lo zio materno, Pietro Antonio Billotti (1792-1878), a indirizzarlo verso la pittura, passione condivisa anche dal fratello minore Cesare.Nel 1854 si iscrisse all'Accademia Albertina di Torino, studiando con E. Gamba e successivamente con C. Arienti e A. Gastaldi. Esordì nel 1855 alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti con l'acquarello "Testa di vecchio". Durante questi anni, si distinse con opere di soggetto storico come "Episodio dell'assedio di Ancona" (1860) e "Ulisse riconosciuto dal suo vecchio cane Argo". Nel 1863 vinse il primo premio dell'Albertina con "Studio di figura dal vero rappresentante Sordello", consolidando la sua reputazione.Le sue prime opere rispecchiano uno stile accademico-romantico con tagli scenografici e attenzione alla ricostruzione storica. Tuttavia, dal 1868 si orientò verso il paesaggio en plein air, con opere come "Spiaggia presso Genova", caratterizzate da un approccio più immediato e da un tocco pittorico meno rigido.Attivo nella vita culturale torinese, nel 1869 aderì alla società d'artisti "L'Acquaforte" e strinse amicizia con il poeta G. Camerana. Il suo viaggio a Venezia nel 1873 rafforzò l'interesse per la pittura tonale e la lezione dei maestri veneziani, influenze che si riflettono nelle sue opere degli anni Settanta. Durante questo periodo produsse sia vedute paesaggistiche sia opere di gusto orientalista, come "Tappeti da vendere" (1880) e "Fuciliere arabo a cavallo" (1881), dimostrando un interesse per l'esotismo in linea con la moda dell'epoca.Nel 1883 visitò l'Olanda con Camerana, un'esperienza che influenzò la sua tavolozza e il suo approccio alla luce. Da allora, incrementò la produzione di tavolette e paesaggi ispirati alle campagne piemontesi e alle vedute liguri. Senza un netto distacco dalla pittura storica, si concentrò progressivamente su scene di vita quotidiana e paesaggi vibranti di luce.Partecipò a numerose esposizioni: la III Esposizione nazionale italiana di Napoli (1877), la I Triennale di Milano (1891) e la I Biennale di Venezia (1895), continuando a esporre fino al 1907. Nel 1900 due sue opere furono presentate alla Mostra Universale di Parigi. Nel 1902 fu tra i promotori dell'Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna di Torino.Morì a Torino il 13 novembre 1908. La sua ultima opera, "Cuneo dalla Madonna della Riva", fu autenticata dall'amico scultore Leonardo Bistolfi, che gli dedicò anche un ritratto in gesso e una lapide commemorativa nel cimitero di Pollone Biellese.
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Lotto 15 Mario Moretti Foggia - Pascolo all'imbrunire - Mantova 1882 - Pecetto di Macugnaga VB 1954 - Olio su cartone cm 31x40 - Mario Moretti Foggia è stato un rinomato pittore italiano nato il 25 dicembre 1882 a Mantova. La sua formazione artistica lo ha portato ad apprendere presso prestigiose istituzioni, tra cui l'Accademia Cignaroli a Verona e l'Accademia di Brera a Milano. Durante il suo percorso formativo, ha avuto la fortuna di essere istruito da eminenti maestri dell'arte come Mosè Bianchi, Giuseppe Mentessi e Cesare Tallone.Foggia si è distinto come un abile paesaggista e ritrattista, utilizzando varie tecniche pittoriche come olio, tempera, acquarello e fresco per esprimere la sua creatività. Il suo debutto ufficiale nel mondo dell'arte è avvenuto a Milano nel 1902. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui medaglie d'oro all'Esposizione di Mantova per l'insieme delle sue opere nel 1902, a Milano nel 1908 con l'opera "Fratellanza" e a Como nel 1909 grazie al dipinto "Fresca Mattinata". Nel 1925, ha ottenuto il prestigioso Premio Cassani a Milano per il dipinto "L'ora del rosario".Tra il 1920 e il 1926, Foggia ha esposto con successo a Venezia, presentando opere come "Nel cantuccio di Venezia", "Nel Campiello", "Nevicata" e "Compiacenze materne". Nel 1927, a Firenze, in occasione dell'ottantesima Esposizione Nazionale di Palazzo Pitti, ha presentato le opere "Vera" e "Sole invernale". Tra le sue opere più celebri si trova il "Trittico dei Magi" (Ecce sidus, Imus, Adoremus), conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di Milano, e "Danza la circassa", esposta presso la Galleria del Palazzo Ducale di Mantova.Le opere di Mario Moretti Foggia sono state incluse in importanti collezioni, tra cui quella del Quirinale, e sono state esposte in gallerie pubbliche e private in Italia, Svizzera, Stati Uniti e America Latina. Foggia era un instancabile viaggiatore, che trascorreva lunghi periodi in Oriente per studiare costumi e paesaggi, le cui ricerche sono state esposte con successo a Londra, Parigi e Bruxelles.Partecipando a numerose mostre collettive nazionali e internazionali, Mario Moretti Foggia ha consolidato la sua reputazione come uno dei pittori più influenti della sua epoca. Nel corso della sua carriera, ha realizzato dieci mostre personali, tutte accolte con entusiasmo da parte di pubblico e critica.Mario Moretti Foggia si è spento nel 1954 a Pecetto di Macugnaga, lasciando dietro di sé un prezioso e duraturo contributo all'arte italiana.
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Lotto 16 Ercole Garavaglia - Angolo fiorito in paese (Magreglio) - Attivo in Lombardia tra XIX e XX secolo - Olio su cartone cm 25x30
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Lotto 17 Ercole Garavaglia - Rustico a Rovenza (Lago Di Como) - Attivo in Lombardia tra XIX e XX secolo - Olio su cartone cm 25x34,5
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Lotto 18 Ercole Garavaglia - Cucinando (Magreglio) - Attivo in Lombardia tra XIX e XX secolo - Olio su cartone cm 24x29,5
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Lotto 19 Andrea Tavernier - Leggerezza - Torino 1858 - Grottaferrata (Roma) 1932 - Pastello su carta cm 28x30 - Andrea Tavernier, pittore nato a Torino il 23 dicembre 1858, si distinse come artista indipendente e appassionato del paesaggio fin dai suoi primi anni di formazione all'Accademia Albertina sotto la guida di A. Gastaldi. Contrariamente alla maniera del suo maestro, Tavernier si dedicò fin da principio alla rappresentazione del paesaggio e a scene di genere all'aperto.Il suo esordio artistico avvenne nel 1884 alla Promotrice di Torino, ma la sua carriera si sviluppò soprattutto a Roma, dove si stabilì. Qui trasse ispirazione dalla suggestiva Campagna Romana e trascorse periodi significativi anche lungo la costa adriatica. Tavernier, tuttavia, non si legò a una singola località e, nel corso della sua vita, visse anche a Torino e infine a Grottaferrata, dove si spense il 15 novembre 1932.La sua produzione artistica fu ampiamente esposta a Torino e Roma, oltre che alle biennali veneziane e ad altre importanti mostre in Italia. Alcune delle sue opere sono conservate presso il Museo Civico di Torino, testimonianza del riconoscimento ottenuto nel panorama artistico dell'epoca.Il tratto distintivo di Tavernier risiede nella vivacità della sua tavolozza, che talvolta si avvicinò al gusto dei divisionisti senza tuttavia riprodurre pedissequamente i loro rapporti cromatici. I suoi paesaggi sono animati da figure umane, dotati di uno spirito aneddotico che aggiunge profondità e interesse alle sue opere. In questo modo, Tavernier ha contribuito a arricchire il panorama artistico italiano del suo tempo con la sua visione personale e la sua sensibilità alla bellezza della natura e della vita quotidiana.
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Lotto 20 Noel Quintavalle - Vaso di fiori - Ferrara 1893 - Alassio 1975 - Olio su tela cm 58,5x44,5 - Noël Caterino Giulio Quintavalle, nato il 23 dicembre 1893 a Ferrara da genitori di origine mantovana, è stato un eclettico artista italiano noto per la sua poliedrica carriera nelle arti visive e letterarie. Dopo aver trascorso la sua giovinezza a Ferrara, la sua famiglia si trasferì prima a Pavia e poi a Milano per motivi professionali del padre.Fin da giovane, Quintavalle manifestò una forte vocazione artistica che lo portò a iscriversi all'Accademia di Brera, dove iniziò a distinguersi come pittore, incisore, scrittore, scultore e architetto. Nonostante il trasferimento, mantenne sempre un legame profondo con la sua città natale, Ferrara, dove espose alcune delle sue prime opere nel 1925 e nel 1928 con grande successo.Durante la Prima Guerra Mondiale, Quintavalle si arruolò nel 5° Reggimento Alpini e si distinse per il suo coraggio sul fronte del Monte Nero, guadagnandosi una Croce di Guerra al Valor Militare e una medaglia d'argento per le sue azioni eroiche.Dopo la guerra, tornato a Milano, continuò la sua carriera artistica e letteraria, pubblicando diversi libri tra cui "La sfinge domata", "I figli della montagna" e "I tre canti eterni – all’ombra del Monte Nero scrissi", opere che riflettono la sua esperienza diretta di combattente e la profonda riflessione sulla guerra.Quintavalle fu anche attivo nel sociale e nella promozione culturale, collaborando con varie istituzioni e partecipando a numerose mostre, sia in Italia che all'estero. Negli anni '50, visse per un periodo in Sudamerica dove continuò la sua produzione artistica.Morì ad Alassio, Savona, il 24 agosto 1977, lasciando dietro di sé un'eredità artistica e culturale significativa. Nel 2001, a Ferrara, è stata organizzata una mostra in suo onore presso il Centro Mostre E.F.E.R., evidenziando il riconoscimento continuo della sua città natale per il suo contributo artistico e storico.Il Gruppo Alpini di Ferrara ha proposto e ottenuto che una via della città fosse intitolata a Noël Quintavalle, riconoscendo così il suo status di grande artista e valoroso alpino che ha onorato dignitosamente la sua città natale attraverso il suo talento e il suo coraggio.
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Lotto 21 Luigi Zuccoli - Gioie familiari - Milano 1815 - 1876 - Olio su tavola cm 35x49 - Luigi Zuccoli è stato un pittore italiano del XIX secolo, noto per la sua abilità nel ritrarre scene di genere e interni popolari con un'attenzione meticolosa ai dettagli. Nato a Milano nel 1815, Zuccoli intraprese gli studi artistici sotto la guida di Pelagio Palagi all'Accademia di Brera. Inizialmente, si dedicò a soggetti religiosi e ritratti, ma successivamente si orientò verso la rappresentazione di scene quotidiane, influenzato dalla corrente romantica che enfatizzava l'individualità e l'espressione personale.Tra le sue opere più celebri si annoverano "Il cuoco in cucina" e "La coccarda", quest'ultima conservata presso l'Accademia di Brera. Questi dipinti evidenziano la sua capacità di catturare momenti intimi e quotidiani con una tecnica raffinata e una composizione equilibrata. La sua attenzione ai dettagli e la rappresentazione realistica degli ambienti domestici gli valsero il riconoscimento tra i contemporanei.Nel 1855, Zuccoli partecipò all'Esposizione dell'Accademia di Brera con nove opere, consolidando la sua reputazione nel panorama artistico milanese. La sua carriera fu caratterizzata da una continua evoluzione stilistica, passando da influenze neoclassiche a una maggiore enfasi sul realismo e sull'osservazione diretta della realtà.Luigi Zuccoli morì a Milano il 5 gennaio 1876, lasciando un'eredità artistica che testimonia la vivacità e la varietà della vita quotidiana dell'epoca. Le sue opere sono conservate in diverse collezioni pubbliche e private, continuando a essere apprezzate per la loro qualità tecnica e la profondità emotiva.
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Lotto 22 Sebastiano De Albertis - Soldato al galoppo - Milano 1828 - 1897 - Olio su tavola cm 11,5x25
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Lotto 23 Vittorio Gussoni - La pittrice - Milano 1893 - San Remo 1968 - Olio su tela cm 59,5x49 - Vittorio Gussoni è stato un pittore italiano del XX secolo, noto per la sua abilità nel ritrarre figure femminili con eleganza e sensualità. Nato a Milano nel 1893, ha studiato all'Accademia di Brera, dove è stato allievo di Cesare Tallone e successivamente di Ambrogio Alciati. Sin dai suoi esordi, ha dimostrato una solida formazione figurativa, con uno stile che, pur mantenendo una forte identità personale, non è stato insensibile alle influenze del Novecento.Nel 1922, Gussoni ha esposto per la prima volta alla Biennale di Brera, ottenendo il titolo di socio onorario dell'Accademia. Nello stesso anno, ha presentato l'opera "La Spagnola" alla Famiglia Artistica di Milano. L'anno successivo, ha partecipato nuovamente alla Famiglia Artistica con diverse opere, tra cui un autoritratto, e ha esposto "Mantilla" alla Permanente di Milano. I suoi ritratti, in particolare quelli di donne, hanno riscosso apprezzamenti anche all'estero, soprattutto negli Stati Uniti.Oltre ai ritratti, Gussoni ha affrontato con maestria anche paesaggi, nature morte e scene di genere, dimostrando una versatilità che lo ha reso un artista completo. Le sue figure femminili, spesso caratterizzate da pose eleganti e sinuose, talvolta con richiami spagnoleggianti, sono tra le sue opere più apprezzate. Una delle sue modelle preferite lo ha accompagnato negli anni, influenzando molte delle sue composizioni.Nel corso della sua carriera, Gussoni ha coltivato amicizie con personalità del mondo dell'arte e della cultura, tra cui Giuseppe di Stefano, Giovanni Barrella, Carlo Dapporto, Carlo Carrà, Aligi Sassu e Orio Vergani. Molti dei suoi ritratti e altre opere sono conservati in collezioni e gallerie private. Un suo autoritratto è esposto alla Galleria degli Uffizi a Firenze.Nonostante una produzione di alta qualità tecnica e cromatica, le sue opere sono state spesso trattate con quotazioni basse sul mercato. Tuttavia, dopo il 2000, sono state organizzate numerose mostre volte a valorizzare la sua arte. Nel 2005, Gussoni è stato uno degli artisti scelti per la I° Esposizione Annuale Collettiva delle Arti del Novecento al Chiostro di Voltorre di Gavirate, con il patrocinio della Provincia di Varese e del comune di Gavirate. Nel 2007, è stata organizzata una mostra retrospettiva al Castello Visconteo di Pavia, con il patrocinio della Regione Lombardia.Vittorio Gussoni è scomparso a Sanremo nel 1968. Nonostante il riconoscimento postumo, la sua opera continua a essere apprezzata per la sua eleganza, la tecnica raffinata e la capacità di catturare l'essenza della figura femminile.
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Lotto 24 Arnaldo Soldini - Attorno al fuoco - Brescia 1862 - Val Trompia 1936 - Olio su tela cm 42,5x62,5 - è stato un pittore italiano noto per la sua rappresentazione della bellezza naturale delle Alpi lombarde e dei paesaggi bresciani. Nato a Brescia, ha iniziato la sua formazione artistica sotto la guida di Luigi Campini e ha sviluppato un forte interesse per il paesaggio, che divenne il suo tema principale.La sua carriera lo portò a partecipare a importanti esposizioni, come le Biennali di Venezia, e a ricevere il riconoscimento per la sua maestria nella costruzione cromatica e nella composizione. Le sue opere, caratterizzate da tonalità delicate e un naturalismo sincero, si concentravano su scene rurali, sulle valli e sul lago d'Iseo, spesso arricchite da una luce morbida che sfumava dal verde dei prati al bianco della neve.Nonostante il successo iniziale, gli ultimi anni della sua vita furono segnati da una crescente solitudine e una progressiva ritirata dalle scene artistiche pubbliche. Soldini morì nel 1936 nella Val Trompia, ma il suo lascito artistico continua a essere celebrato per l'autenticità e la profondità delle sue rappresentazioni paesaggistiche.