Asta 58 - Libri, autografi e manoscritti
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Lotto 26 Libro d'ore acefalo. Probabilmente metà del XV secolo.
Manoscritto pergamenaceo in 12° (mm 65x45); specchio di scrittura 35x25 mm. Fogli [238] (di?). Testo su una colonna di 11 linee in scrittura gotica e in inchiostro bruno e rosso realizzato su fogli di pergamena fine, alcuni su fogli finissimi. Sono presenti 4 grandi iniziali istoriate (che raffigurano 3 santi e la Croce) a corpo azzurro con filigrana bianca e profilo esterno in bordeaux e oro, ornate al margine sinistro da foglie realizzate con i colori del verde, del rosso, del blu e sfumate dal bianco. Sono presenti 179 iniziali miniate in oro, in corpo azzurro, verde e rosso con filigrana bianca e centinaia di capilettera in oro, rosso, blu. Non è presente il calendario. Libro d'ore purtroppo acefalo e mancante di alcuni fogli (uno è in parte strappato), ma realizzato con un tratto molto elegante e raffinato. I fogli mancanti si segnalano all'inizio del manoscritto e nelle preghiere alla Beata Vergine, nell'incipit del Vespri, nelle Laudi, nell'incipit delle litanie, nella sezione che precede l'officio della Croce e nell'incipit delle preghiere per lo Spirito Santo (evidentemente sono stati tolti i fogli che contenevano le miniature a piena pagina). Legatura moderna in pelle con cofanetto. Contropiatti in pergamena moderna. Qualche minimo segno del tempo, ma in generale conservazione molto buona. (1) Libro d'ore rinascimentale, di piccolissime dimensioni, destinato alla preghiera e alla devozione privata, pur attingendo gran parte dei suoi testi dall'ufficiatura liturgia (le ore canoniche in cui è divisa la giornata). Manoscritto probabilmente realizzato in Italia. Il libro d'ore inizia con l'Ufficium Beatae Mariae. L'incipit testuale è il seguente: [...] noster quam admirabile est nomen tuum in universa terra. Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen [...]. Seguono Ad Vesperas, Principiunt Litanie, Officium Sanctae Crucis e l'Officium Spiritus Sancti. -
Lotto 27 Manoscritto di astrologia medica contenente anche il Tractatus hermetis de judiciis e il testo di Guillelmus Anglicus dal titolo De urina non visa. La data 20 ottobre 1463, Padua è posta in fine al secondo fascicolo manoscritto.
Manoscritto pergamenaceo a inchiostro bruno e rosso con titoli rossi e capilettera rossi e blu, composto da due fascicoli, in totale 4 fogli scritti recto e verso. Il primo fascicolo potrebbe essere di epoca anteriore rispetto al 1463. Scrittura gotica corsiva con moltissime abbreviazioni nel testo. Fogli compilati da mani differenti. Testo in latino. Nel primo foglio sono presenti due disegni (recto e verso) che rappresentano le rose dei venti medievali con indicazioni geografiche, astrologiche e mediche. Il secondo foglio contiene due diagrammi, uno di ambito medico. Il secondo fascicolo riporta in fine il nome del compilatore: Marsilio Sch[...], e il luogo: Padua. E' presente anche un diagramma astrologico in fine al manoscritto. Legatura moderna in pergamena. Carte di guardia moderne. Dimensioni: 200x305 mm. (1) Il manoscritto contiene: Primo fascicolo - Foglio 1r: la rosa dei venti, disegnata a inchiostro nero e rosso, presenta una stella centrale inserita in alcuni cerchi concentrici. Nel primo cerchio (dall'esterno) sono indicati i venti secondo l'antica nomenclatura romana: vulturnus, subsolanus, eurus, euronothus, nothus, libonothus, lybis, zephirus, chorus, cyrcius, septemprio, aquilo; nel secondo troviamo i punti cardinali in notazione greca e latina: anatole / oriens, mesembris /meridies, dysis / occidens, arctos /septemtrio; nel terzo, i nomi latini delle costellazioni; nel quarto, i mesi latini; nel quinto, i quattro elementi, associati alle fasi della vita: aer / infantia humida et calida, ignis / juventus calida et sicca, terra / senectus sicca et frigida, aqua / decrepitas frigida et humida. Foglio 1v: Una seconda rosa dei venti, sempre disegnata a inchiostro nero e rosso, è formata da cerchi concentrici e suddivisa in 12 settori, cui corrispondono altrettanti venti. La provenienza dei venti è indicata nel cerchio più interno: Asia, Africa, Europa. Di ogni vento, indicato secondo l'antica nomenclatura romana, sono indicate varie caratteristiche e l'effetto sulla temperatura: gelidus, calidus, temperatus ecc. Foglio 2r: Diagramma dal titolo: Viginti sunt colores urinarum quorum quidam significant. Foglio 2v: Diagramma a inchiostro bruno e rosso contenente cerchi nel quali vengono indicati dieci generi (genere super continent quam confidant [...] quantitatem, dimensionum [...] longitudine, latitudine [...]) dai quali si sviluppano la forza e la debolezza, la velocità e la lentezza, l'ordine e il disordine, il caldo e il freddo ecc.
Il secondo fascicolo contiene due testi di astrologia medica. Foglio 3 (recto e parte del verso) Incipit: Incipit tractatus hermetis de judiciis. Il testo è suddiviso in quattro capitoli. Il primo è relativo all'oroscopo, ai segni zodiacali (Aries, Taurus, Gemini, Cancer, Leo, Virgo, Libra, Scorpio, Sagittarius, Capricornus, Aquarius, Pisces. I loro nomi sono indicati anche ai margini) e ai loro ascendenti. Seguono: Hermetis de horis planetarum, [...] Hermetis de noctis diebus, [...] de amministrationi medicinarum. Si tratta di testi astrologici attribuiti alla tradizione di Ermete Trismegisto. Nel Medioevo e nel Rinascimento l'ermetismo fu considerata la dottrina occulta degli alchimisti ed Ermete Trismegisto il padre dell'alchimia. La continuazione del foglio 3v e il foglio 4r e v contengono il testo dell'opera di Guillelmus Anglicus dal titolo De urina non visa. Incipit: Ne vel ignorantie ut potius invidie causa redarguare mi germane qui [...] apud Massiliam aliquam diu metum fluidisti grazia et aliorum fludentium hanc [...] appetentem tractatum quem totiem [...]. Explicit: [...] Inveri interum [...] ingredi radios et comburi a sole. Unde dixi quam moveret[...] ad duo menses et octo dies [...] habui et exat emopto[...] et phisicus. Finis. Marsilio Sch[...] Padua. [...]". Segue un diagramma astrologico e una nota di due righe in scrittura umanistica corsiva: Vita [...] fratres pater filiorum infirmus / Uxor mortis [...]. Il trattato De urina non visa, suddiviso in nove capitoli, venne scritto da Guillelmus Anglicus - medico e astrologo inglese, fondatore dell'uroscopia medievale - intorno a 1220 a Marsiglia. Il titolo sembrerebbe curioso – l'urina non vista – ma in realtà all'epoca il consulto medico poteva avvenire in absentia patientis, essendo il malato rappresentato dalla sola boccetta di urina. Guglielmo Anglicus volle andare oltre, proponendo un consulto senza paziente, ma anche in absentia dell'urina. Con questo trattato intendeva dimostrare la superiorità dell'astrologia, ampiamente dominante nel XIII secolo in confronto alla semiologia medica, rispetto all'analisi dal vivo delle urine. L'opera si conclude (9° capitolo) con un resoconto nel quale Anglicus spiega come riuscì ad ottenere una diagnosi corretta basandosi sull'esame del cielo, e non sulle urine di un suo paziente. Il diagramma astrologico posto in fine al manoscritto è esplicativo di quanto indicato nel nono capitolo: [...] Erat 24 gradibus [...] ascendes Venus 28 Sagittaris [...] Luna 26 Capricornis [...] Mars 26 Geminorum, Saturnus 25 Scorpii ecc. Al centro del diagramma è scritto: Hec figura est exemplum supra ductorum. L'opera Urina non visa ebbe un grande successo durante il Medioevo e oltre: venne copiata, letta e diffusa persino nelle lingue vernacolari. Fu inserita anche nel programma di studi della facoltà di arti e medicina a Bologna all'inizio del XVI secolo (il che spiega la sua ampia diffusione nell'ambiente astrologico medico italiano). A fine secolo questo testo venne condannato dalla facoltà di teologia parigina, insieme ad altri considerati di astrologia divinatoria. -
Lotto 28 Raccolta di 9 pergamene. Datate 1228-1861.
Documenti pergamenacei. Manoscritti a inchiostro bruno. Testi in latino e italiano. 3 pergamene sono del XIII secolo. Le date sono: 1228, 1236 (copia autentica con un signum tabellionis di apertura e chiusura esemplata dal notaio Mandulus Grassus. Di ambito vercellese), 1259 (con 5 signa tabellionum, 1 ad apertura della pergamena). Dimensioni varie. (9) Si tratta di atti notarili, prebende, intendur, documenti vari. -
Lotto 29 Propositionibus [Auctoritates] universalibus Aristotelis. Non datato, ma XVI secolo circa.
Manoscritto a inchiostro bruno e rosso. Carte 99. Titoli e capilettera in rosso. Testo in latino. Molte abbreviazioni nel testo. In fine un indice e alcune carte con appunti vari di altro argomento (scritti con mano secentesca). Firma di appartenenza - Julius Zoboli - al contropiatto e al piede della prima carta e altra nota di appartenenza al verso dell'ultima carta Zafrat[...] di Baldi da Este. Restauro moderno con brachette di pergamena. Alcune tracce di umidità. Legatura su assi di legno antiche con costola in pelle più recente. Tracce di fermaglio. Dimensioni: 145x95 mm. Specchio di scrittura: 85x65 mm. (1) Oggi si ritiene che questo testo, conosciuto anche col titolo di Parvi flores, sia opera del francescano Johannes de Fonte, attivo tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo. Questo florilegio, databile tra il 1267 e il 1325, venne realizzato soprattutto traendo dal pensiero di Aristotele, ma anche da alcuni suoi commentatori e da altri autori antichi, come Platone, Seneca e Boezio. Del florilegio esistevano due diverse redazioni - Propositionibus e Auctoritates - cui corrisposero differenti tradizioni manoscritte. Questo testo dimostra come la massiccia penetrazione delle opere di Aristotele nel mondo latino, a partire dal XII secolo, provocò un rinnovato interesse per le scienze. Questa raccolta costituì per lungo tempo uno strumento di lavoro e non stupisce che, man mano che venne trasmessa anche in ambito accademico, abbia subito profonde trasformazioni. L'incipit del nostro manoscritto è il seguente: Incipit prologus de propositionibus universalibus Aristotelis. Alexander magnus rex fertur magistrum habuisse acutissimum philosophum Aristotelem qui annum XVIII agens, ut dicit Eusebius in Chronicis, discipulus fuit Platonis, viri magni ingenii et, ut dicit Augustinus in VIII° De civitate Dei, multos superans ex sociis suis sectam Peripateticorum instituit qui quasi deambulando studebant. Et fuit nomen patris ejus Nicomachus sapientissimus graecorum. Sed quia ipse Aristoteles scientias invenit verissima set complevit, juste sibi ipsi nomen magnum inter ceteros vindicavit. Ex cujus libris incipiendo a Metaphysica, deinde philosophica et cetera, ut patet ordo, nobiliores quasdam ex singulis libris porpositiones universales infra ut patere poterit legenti ponam [...]. Al Prologo segue Primo primi libri Metaphysicae (e poi i libri seguenti), i Libri Ethicorum, Libri aeconomicorum, Libri politicorum, Libri rethoricorum, Libri logicorum, Libri topicorum, Libri de animalibus, De Moribus (di Seneca), De Beneficjis (di Seneca), De remediis fortuitorum (di Seneca), De consolatione (di Boezio), Apuleii De deo Socratis, Empedocles cui segue Notabilia artis physionomie (in cui vengono nominate varie parti del corpo umano). Il manoscritto contiene numerose varianti rispetto alla versione pubblicata. -
Lotto 30 Insieme di 4 bellissime miniature per commissioni dogali. XVI-XVII secolo.
4 miniature policrome su pergamena, di cui due mm 230x180 e due mm 215x155/160, montate in un bell'album posteriore in marocchino rosso riccamente decorato in oro ai piatti, con bei risguardi in carta decorata. (1) La prima miniatura per una commissione emessa dal Doge Francesco Donato (1468-1553), la seconda, estremamente elaborata e miniata a vari colori con uno stemma recante un'aquila bicolore su fondo oro, la terza con bella scena celeste proveniente da una commissione per un membro della famiglia Baffo, raffigurato nella miniatura all'atto di ricevere il manoscritto che lo incarica, la quarta, datata 1603, emessa dal Doge Marino Grimani (m. 1605) per un membro della famiglia Priuli, nominato nella carta successiva, ancora unita alla miniatura.
Sotto richiesta di temporanea importazione
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Lotto 31 Varchi Benedetto, Bened. Varchi al Tribolo scultore et al Bronzino dipintore amicissimi suoi. SEGUITO DA: Delle trasformazioni di Publio Ovidio Nasone libro XIII tradotto in lingua latina. Lettera di accompagnamento datata 1 maggio 1539.
Manoscritto a inchiostro bruno. Carte [33]. Carta pesante con filigrana. 1 carta presenta al piede la mancanza di un verso. Fascicoli slegati tra loro e protetti da un foglio pergamenaceo (con molti difetti) con scrittura gotica e capilettera decorati, anch'esso staccato. Dimensioni: 190x140 mm. (1) Il manoscritto è così composto: Bened. Varchi al Tribolo scultore et al Bronzino dipintore amicissimi suoi. SEGUITO DA: Argomento. SEGUITO DA: Delle trasformazioni di Publio Ovidio Nasone libro XIII tradotto in lingua latina. SEGUITO DA: Benedetto Varchi al molto Mag.co [...] Bernardo Salviati Priore di Roma [datato in fine 12 luglio 1541]. SEGUITO DA: La morte d'Eurialo et di Niso Tradotta dal nono libro di Vergilio in lingua Toscana da Benedetto Varchi Fiorentino. Queste traduzioni poetiche diedero notorietà a Varchi agli esordi della sua attività letteraria. Dalla lettera inviata a Tribolo e Bronzino (qui datata 1539 e non 1538) si evince che si tratta di un esercizio giovanile. L'incipit è il seguente e presenta varianti rispetto alla versione pubblicata: Sedero i capitani, et stando intorno / a guisa di corona il popol greco / si levo in piedi il forte Aiace, e l'ira / non potendo frenar, con occhio bieco / si volge a sigei lidi, et a l'armata / che nel lito sigeo vicina stava / E stendendo le mani, noi trattiam disse / La lite, ahi Giove, anzi a le navi, e meco / non ha vergogna d'agguagliarsi Ulisse? / Ei non dubitò già dar luogo, et lungi / fuggir le fiamme d'Ettore, che io / sostenni e discacciai da queste navi. / Dunque è migliore et più sicuro omai / tenzionar con parole finte et vane / che combatter con mano ardita e forte? [...]. Nella lettera che accompagna l'altro volgarizzamento coevo al frammento di Ovidio, quello dell'episodio di Eurialo e Niso dall'XI libro dell'Eneide, Varchi si scusa col destinatario Bernardo Salviati di non aver avuto il tempo di rivedere e correggere la sua versione, ma si giustifica affermando che una eccellentissima dipintura, o scultura di mano di Michelagniolo fusse, tutto che ritratta poi da buon maestro, ma dassai meno che mediocre garzone o piutosto fattore, dono non indegno di qualunche et alto et nobile spirito [...]. -
Lotto 32 Libro di piante del Convento della Sant.ma Nunziata di Firenzuola [...]. Datato 1591.
Manoscritto cartaceo a inchiostro bruno, in italiano. 104 carte numerate (192 pagg. scritte, 16 bianche). Il testo è arricchito da centinaia di disegni: rilievi topografici (quotati a canne), con dettagli di costruzioni (case e chiese in pianta o sezione, con qualche accenno di vista prospettica), con simboli delle varie zone seminate, delle diverse piante e degli orti, con indicazioni di strade, sentieri, fossati ecc. Al contropiatto, ex libris novecentesco dei marchesi Antinori. Legatura coeva in piena pergamena con macchie e segni del tempo; parziale distacco del dorso. Carte in condizioni più che buone. Dimensioni: 290x430 mm. (1) Incipit: Questo libro di piante è del Convento della / Sant.ma Nunziata di fir.z cominciato / quanto alla misura nell'anno 1591 e pro / seguito a delineare e porsi al pulito in / più anni susseguenti. Sia Gloria di / S.D.M. Segue l'indicazione dell'unità di misura: La canna da misura a terra è lunga braccia cinque e due terzi, e l'indice, che elenca 75 tra poderi, chiese e luoghi, con in numero della carta di riferimento. Le descrizioni sono accuratissime: accanto ad ogni disegno sono indicati il luogo - posto nel populo di ... - i proprietari e gli affittuari – lo tiene afitto; lo tiene alivello – il tipo di terra – da grano, da biade grosse, buona, buonissima, debole, gentilina, vuole poco seme, patiscie un poco il freddo – le costruzioni, i prati, le piante (castagni, ulivi, querce, alberi da frutto) ecc. Molte descrizioni terminano con la dicitura: misurata questo p[rese]nte anno (tra il 1591 ed il 1598). -
Lotto 33 Laurea in legge - Università di Bologna. Datata 1609.
Manoscritto pergamenaceo. 7 fogli scritti e sguardie in pergamena. Testo in cornice. Intestazione decorata a tempera e 1 capolettera decorato con stemma della famiglia Magnani (in oro, blu e rosa). Legatura in pelle. Buona conservazione. Dimensioni: 233x170 mm. (1) Laurea conferita a Francesco Magnani di Castelnuovo Garfagnana. -
Lotto 34 Pergamena di laurea dell'Università di Napoli. Datata 1617.
Manoscritto di grandi dimensioni a inchiostro oro. Testo in latino. Pergamena emessa in nome di Camillus Caracciolus, ornata con tre immagini sacre policrome, uno stemma araldico (policromo, con difetti) ed una bordatura oro e blu. Segni di piegatura. Su una piccola porzione di testo, lieve traccia di ricalco dello stemma. Controfirmata da notaio. Datata 18 maggio 1617. Dimensioni: 860x650 mm. (1) Laurea in utroque iure (diritto civile ed ecclesiastico) conferita in nome di Camillo Caracciolo, Gran Cancelliere del regno e presidente dei Dottori dell'Università di Napoli. -
Lotto 35 Laurea in legge - Università di Bologna. Datata 1634.
Manoscritto pergamenaceo impreziosito da un dipinto a tempera a piena pagina raffigurante la Vergine due santi con lo stemma della famiglia Magnani di Castelnuovo Garfagnana (sfondo azzurro, una banda doppiomerlata). 8 fogli in pergamena e sguardie in carta. Testo in cornice. 1 capolettera decorato in oro e azzurro che riproduce lo stemma della città di Bologna (uno scudo ovato diviso in quattro parti, due contenenti una croce rossa su sfondo bianco sovrastata da un capo d'Angiò e le altre due la scritta color oro Libertas posta in banda su sfondo azzurro) e altri 2 capilettera in azzurro e oro. In fine è scritto: Hieronymus Grillus Bononien[sis] scripsit et miniavit. Legatura in pelle dell'epoca (alcuni difetti). Interno molto ben conservato. Dimensioni: 230x170 mm. (1) Laurea conferita a Peregrinus Magnanus (Pellegrino Magnani) di Castelnuovo Garfagnana. -
Lotto 37 Relatione dello Stato del Gran Duca di Toscana fatta dallo straordinario Imbasciator veneto [...]. Datato 1671.
Manoscritto cartaceo a inchiostro bruno. Pagine 70 scritte, cui seguono 12 bianche. Testo in italiano. Titolo completo del manoscritto: Relatione dello Stato del Granduca di Toscana fatta dallo straordinario Imbasciatore Veneto eletto per Congratulazione dell'Assuntione di S.A.S. Gran Duca Ferdinando II di Toscana nell'anno 1671. Al frontespizio, timbro a inchiostro della famiglia Strozzi, con il motto Expecto. Legatura in pelle con segni del tempo, dorso con difetti. Dimensioni 145x205 mm. (1) L'ambasciatore scrive di voler [...] dar conto di tutto quello che nella legatione di Firenze ho praticato, et inteso degno di sua saputa [...] Per parlar dunque con qualche ordine delle cose di questo Principe, degno di ogni saputa, dirò dunque della qualità dello Stato; degli habitanti; la somma del danaro, che hoggi è il nervo, et ornamento della pace [...]. La relazione inizia con la descrizione della Toscana, definita ombellico d'Italia e dei suoi confini; segue l'elenco di tutte le città importanti, in particolare Firenze, Pisa e Siena. Un capitolo è dedicato alle Rendite: Tutti gli stati di questo gran Principe, per ordinario, che rendono hoggi un milione, et otto cento milia, e più Ducati di entrata. Le entrate principali derivano dalla macina, dalla carne, dal sale, dalla tassazione dei contratti ecc. Altri introiti derivano dalla zecca, dalle pene pecuniarie de'rei, dalla rendita delle meretrici, del loro guadagno, dall'utile degli Ebrei che habitano nello stato, dalle miniere ecc. Segue il capitolo delle Spese del Principe, che è numerato fra i più ricchi d'Italia, non tanto per grosse rendite, quanto per [...] lo sparagno, il quale se li porge dall'occasione di una perpetua pace goduta per tant'anni [...]. Le spese principali derivano dai presìdi militari, ampiamente dettagliati; seguono le spese per ricettare i Principi forestieri, per il Guarda robba per tutta la casa, per ornamenti e luoghi di ricreazione, le spese di caccia, di stalla, le elemosine, i leoni et altri animali, gli ambasciatori, le varie residenze, gli aiuti ai Monasteri, il maritar Dame, sottoDame e parenti, le spese segrete ecc. Un capitolo si intitola Delle Forze, intese come milizie di terra e di mare: si sottolinea l'importanza dei Cavalieri di Santo Stefano, ordine istituito da Cosimo primo. Il penultimo capitolo tratta Del Governo, che è il maneggio delle cose di stato, argomento sul quale il Principe prende poco il consenso in ogni cosa da' diversi secretarij. L'ultimo capitolo è intitolato Dell'Intelligenza e tratta delle Corrispondenze che il Principe intrattiene con gl'altri Principi, a partire dal Comun Padre Pontefice, con il quale, come hanno fatto i suoi antecessori, procura tener buona amicitia, per ragioni militari più che religiose. I corrispondenti elencati vanno dal Christianissimo Re di Spagna, alla Casa d'Austria, ai Principi di Germania, al Duca di Savoia, ai vari duchi degli stati italiani: Mantova, Urbino, Modena, Parma, Genova ecc. -
Lotto 38 In libros Aristotelis / De Physico audito [...]. In fine: De cometis / Tractatus. Non datato, ma seconda metà del XVII secolo.
Manoscritto a inchiostro bruno. Carte [312], [2] bianche, [4], [1] bianca. Testo in latino. Tagli spruzzati. Antica firma di appartenenza di un padre gesuita al foglio di guardia datata 1715. Legatura in pergamena antica. Dimensioni: 190x130 mm. (1) L'opera è suddivisa in 3 parti (Physicae Pars I, II e III) e sezioni: De principijs intrincesis corporis naturalis in communi et in particulari - De principijs corporis in particulari – De principio formali corporis naturalis – De principio modali corporis seu de unione – De toto composito – De toto inesse suppositi – Reyciuni sententie antiperipatheticorum contra principia corporis naturalis – Impugnanturm in particulari sixtemata antiperipatheticorum – De causis extrincesis rerum naturalium – De causa finali – De loco et quantitate. Ogni parte contiene controversie e disputationes. Il testo è seguito da un breve trattato dal titolo De cometis. -
Lotto 39 La vera / dichiaratione o / spiegatione filoso / fiche dell’arte aurifica [...]. Non datato, ma fine XVII secolo circa.
Manoscritto a inchiostro bruno. Pagine [22], 257, [5 bianche]. Testo in italiano, solo alcune citazioni e un capitolo in latino. Alcuni disegni nel testo. In fine anche alcuni sonetti dedicati alla pietra dei filosofi, agli alchimisti inesperti ecc. Titolo completo dell'opera: La vera / dichiaratione o / spiegatione filoso / fiche dell'arte aurifica / Sopra il Lapis Filosofico Elisirre et Oro / Potabile et altro / ove con breve, dis / corso della generati / one de metalli, e l'ope / ra della natura / secondo la generatione di / essi, con modo chiaro, e / sicuro per cavare il sa / le, e solfo e mercurio / rio delli metalli / Tomo Terzo. Si tratta del terzo tomo, ma l'argomento è completo. In fine: Tavola delle materie. Antichi restauri alla carta di guardia e al frontespizio (quest'ultimo ha una mancanza risarcita) e in fine. Segni di umidità, ma testo ben leggibile. Legatura in pergamena antica. Dimensioni: 260x200 mm. (1) Il frontespizio è seguito da una prefazione Al benigno lettore, dall'Ordine che si deve tenere per l'edificazione del forno Atanor, dalle Regole che si ricercano per la fabbrica del presente fornello Athanore e dall'Ordine da tenersi per la fabbrica del presente fornello filosofico. Segue: La vera dichiaratione filisofica del arte aurifica degl'antichi filosofi suddivisa in sezioni e capitoli. Tra i vari argomenti: Trattato dell'antimonio e sua anotomizatione – Estrazione del mercirio d'antimonio del Battimelli – Modo di estrarre il mercurio d'antimonio d'Oliviero Olivieri da Todi – Modo di cavare il mercurio dalla Luna, Saturno, Giove et altri metalli – Trattato del mercurio – Trattato del oro – Trattato del argento – Trattato del stagno – Trattato del piombo – Trattato del rame – Trattato del ferro – Racolto fatto da Arnaldo da Villa Nova da Lacinio la quale contiene la pratica e compositione della Pietra del Filofofi con ogni chiarezza – Pietra de Filosofi che cosa sia, Da qual materia si cava la Pietra de Filosofi ecc. – Della lavanda del fuoco e della terra – La causa della lavanda secondo che riferisce Platone – Trattato del Gran Lapis del Rupesciste – Acqua mercuriale e sua preparatione d'Atanasio Chircherio – Arcano del Vitriolo di Paracelzo ad Rubeum – Luna potabile – Argento potabile di Giovanni Hartmanno – Trattati del'oro potabile di diversi autori - Del modo di fare l'ottimo oro potabile per confermare la sanità umana – Pratica della pietra de filosofi sopra Giove o Saturno racolta dalla chiave de filosofi – Circolato minore di Paracelso con il quale si fa il circolato magiore o Alkaert [il solvente universale ricercato dagli alchimisti in gradi di sconfiggere tutte le malattie] – Figura del vaso e pignatta di rame ecc. -
Lotto 40 Raccolta miscellanea contenente testi di carattere letterario e scientifico. XVII secolo-XVIII secolo.
Manoscritto a inchiostro bruno. Carte [102]. Una carta restaurata. Testi in italiano e latino. Legatura in pergamena. Dimensioni: 155x105 mm. (1) Il manoscritto contiene: Oratione del Sig.or Torquato Tasso fatta nell'apprirsi l'academia ferrarese – Il testo poetico Flaminia Amore – Un testo in prosa con il seguente incipit: Non so veramente a quale de gli antichi oratori opponer debba il [...] Monsignor Cornelio Musco vescovo di Bitonto [...] – All'Ecc.te Dottore M. Bernardino Tomitano Monsignor Cornelio Musco risponde – Alcuni testi con intestazione Francisco Thalamino e Octavio Delaito ecc. – In fine è presente un manoscritto dal titolo Della sfera. Testo in italiano. L'argomento è introdotto tramite il mito di Atlante, Rè della Mauritania e primo ad osservare i moti de' cieli, che viene aiutato da Ercole à sostener il mondo. Sono poi citati alcuni grandi astronomi antichi: Anassimandro, Euclide, Teodosio. Vengono riassunte le loro teorie sulla sfera celeste, che è rappresentata fisicamente dalla sfera armillare, ampiamente descritta. Seguono enunciazioni di calcoli astronomici: Differenza eclitica di una stella è l'Arco dell'eclitica posto frà il circolo di declinazione, et il circolo di latitudine della stella, oltre a spiegazioni relative allo Zenith, al Nadir, alle altezze e alle distanze meridiane delle stelle ed ai loro poli, agli archi diurni e notturni, ai paralleli terresti eccetera, nonché alle zone climatiche ed alla loro influenza sugli abitanti. Questi ultimi, secondo le zone, sono chiamati Amphisci, Perieci ed Echevoscij: L'habitanti della Zona Torrida si chiamano Amphisci [...] e hanno le notti, et i giorni eguali. Nella trattazione non manca una dettagliata trattazione astrologica, arricchita da una tavola fuori testo, che raffigura, a penna, la sfera armillare con la fascia zodiacale, inclinata rispetto all'equatore. Vengono descritti sia i segni zodiacali che la fascia stessa: Il Zodiaco è una fascia di larghezza, secondo gl'antichi di gradi dodici, e secondo li moderni di gradi vinti. -
Lotto 41 Secreti bellissimi della Alchimia e di diverse curiosità. Non datato, ma XVIII secolo.
Manoscritto a inchiostro bruno. Pagine 362, cui seguono altre 73 non numerate, 3 bianche e 13 con l'indice. Testo in italiano. Difetti alla legatura e alle prime e ultime carte a motivo di umidità. Le carte interne, anch'esse esposte all'umidità, sono ben leggibili e più che discretamente conservate. Legatura in pelle dell'epoca. Dimensioni: 210x155 mm. (1) Interessante raccolta di moltissime ricette per procedimenti alchemici, tramutazione dei metalli e segreti bizzarri e strambi (es. per far vedere gl'uomini come elefanti o la lucerna che fa scoreggiare). Tra i tanti argomenti: purgazione di mercurio, per fare l'oro, per dare peso all'oro, il sigillo d'Ermete con proprietà magiche, l'albero di Diana, per fondere il rame, pungazione dei vasi di stagno, congelazione del mercurio, modo di ammorbidire il ferro, di fare i pallini o munizioni di piombo, l'olio d'arsenico ecc. Una sezione è dedicata alle pietre preziose e al modo di fare i colori, di fare il sapone, preparazione dell'olio di zolfo, per fissare il salnitro ecc. -
Lotto 42 2 pergamene, ornate di stemmi, contenenti una provvisione e una immunità. Datate 1716 e 1738.
Manoscritti a inchiostro bruno e oro. Testi in italiano e latino. Alcuni segni del tempo, ma buona conservazione. Dimensioni varie. (2) La provvisione è emessa in nome di Carolus Dei Gratia Hispaniarum Rex [...] (Carlo VI). Testo in italiano e intestazione in latino. Pergamena ornata con tre stemmi araldici policromi a tempera: al centro, lo stemma imperiale di Carlo VI. Applicato sigillo reale spagnolo a secco. Datata 19 giugno 1716. Alcune gore di umidità. Dim: 460x670 mm. Provvisione e salvaguardia militare a beneficio di un ferriero della Nuova Milizia a Cavallo, proveniente dalla terra di Palena in provincia d'Apruzzo (Palena - Chieti). L'immunità è concessa in nome di Carolus Dei Gratia Rex Utriusque Siciliae [...] (Carlo III). Testo in italiano e intestazione in latino. Pergamena ornata con stemma reale circondato da putti alati, acquerellato. Applicato sigillo reale spagnolo a secco. Datata 16 aprile 1738. Dim: 420x600 mm. Immunità e salvaguardia a beneficio di un paggio di balice della milizia a cavallo dell'Aquila, proveniente dalla terra di Roccascalegna in provincia d'Apruzzo (Roccascalegna - Chieti). -
Lotto 43 Miscellaneum Astronomico-cabalisticum [...] cum dissertatione de vera cabala et aljis Numericis inventionibus nec non secretis varjis et quidem certis ac probatis in Medica omnibus ingenio prediti [...]. Frater Joannes a Cento Conc.or Capuccinus. Datato 1767.
Manoscritto a inchiostro bruno. Carte 506, [25]. Testo in italiano e latino. Carte brunite (anche se il testo è ben leggibile) con difetti. Varie tabelle nel testo. Legatura in pergamena con difetti (piatti molto allentati) e mancanze alla costola. Dimensioni: 195x140 mm. (1) Il manoscritto contiene: Discorso astronomico e proemiale a tutta l'opera (con sonetto) – Significato delle 12 case (con sezioni di Notizie e informazioni su ciascuna casa) – Cabala (sezione molto articolata) – Regole. Il manoscritto termina con un fascicolo dedicata ad alcuni segreti (ricette mediche), esempi oratici per la cabala e l'indice. -
Lotto 44 Sopra / Monsignore Bernardino Baldi / da Urbino / Primo Abate di Guastalla / Ragionamento di Giovanni de' Brignoli / Friulano / Professore di Botanica, Agraria e Storia Naturale nel Liceo di Urbino [...]. Raccolta miscellanea. Inizio XIX secolo.
Manoscritti a inchiostro bruno. Carte 182. Legatura in mezza pergamena con angoli. Provenienza (come da tassello alla costola): Biblioteca Boncompagni. L'intera biblioteca venne venduta all'asta nel gennaio-febbraio 1898 (Roma, Palazzo Cenci. Perito giudiziario Silvio Bocca). Dimensioni del volume: 300x210 mm. (1) La miscellanea comprende: Ragionamento letto dall'autore nella apertura degli Studj nel Regio Liceo-Convitto d'Urbino il giorno 12 dicembre 1811 (seguono alcune pagine di Annotazioni) – Opere italiane / edite ed inedite / di Monsignor / Bernardino Baldi / da Urbino. [Al piede]: Urbino per Vincenzo Guerrini Co' Tipi della [...] del S.S. Sagramento 1828. Seguono 5 esemplari con correzioni di un Manifesto di associazione a firma di Giuseppe Ligi Editore – Orazione di Bernardino Baldi [...] Ambasciatore del Serenissimo Signor Duca d'Urbino alla Serenità del nuovo Duce M. Antonio Memmo in Venezia 1613 – Arato Solese degli Apparenti di Greca in Toscana favella per Bernardino Baldi urbinate tradotto e commentato – L'arciero ovvero della felicità del Principe edizione veneta dell'anno 1590 manoscritto della Biblioteca Albani (si tratta di un confronto tra le varie lezioni di questo Dialogo di Baldi) – Segue una corposa raccolta di lettere, datate 1829-1829, inviate a Giuseppe Ligi, relative all'edizione delle opere di Baldi: le lettere sono scritte da Ottavio Dionigi, Antaldo Antaldi, Giuliano Nicolai, R. Baietti, Giuseppe Leoni, Antonio Ligi, cardinale Giuseppe Albani, Tito Cicconi, F. Polidori, C. Grifoni, Faustino Bertocchi, Giuseppe Molini, C. Grifoni, Secreti, Agostino Nini ecc. Le lettere sono tutte autografe; le lettere del cardinale Albani hanno solo la firma autografa. A carta 179 è presente una lista delle opere manoscritte di Bernardino Baldi conservate al suo tempo nella biblioteca Albani. -
Lotto 45 Chiarugi Vincenzo, Corso / Teorico-Pratico / Di Chirurgia / Di Vin[cen]zo Chiarugi / Med[ico] Chir[urgo] del R[egio] Spedale di Bonifazio Profess. Onor. della Regia Università di Pisa [...]. Non datato, ma inizio XIX secolo.
Manoscritto a inchiostro bruno. Pagine 128 (2 bianche). Testo in italiano scritto su carta pesante. Primo fascicolo staccato. Frontespizio in cornice. Titolo completo: Corso / Teorico-Pratico / Di Chirurgia / Di Vin[cen]zo Chiarugi / Med[ico] Chir[urgo] del R[egio] Spedale di Bonifazio Profess. Onor. della Regia Università di Pisa / P.° Lett.e in / Firenze. Socio di varie / Accademie. &cc. &cc. &cc. Carte protette da chemise in carta marmorizzata. Buona conservazione. Dimensioni: 205x145 mm. SI AGGIUNGE: Chiarugi Vincenzo. Patologia e semiotica. Datato 1804. Manoscritto a inchiostro bruno. Pagine 251 scritte (di cui 248 numerate, 3 bianche). Testo in italiano. Primo bifolio (contenente l'indice) staccato con piccole lacerazioni, leggere bruniture, ultima carta (bianca) con lacune, grafìa di agevole lettura. Carte protette da chemise in carta marmorizzata. Dimensioni: 205x145 mm. SI AGGIUNGE: Trattato quarto / Dei tumori. Non datato, ma inizio XIX secolo. Manoscritto a inchiostro bruno. Pagine 225, 3 bianche. Non è presente il frontespizio. Alcune bruniture, penultima carta rifilata al piede. Ultima carta (bianca) con lacune. Dimensioni: 200x145. (3) I DOCUMENTO: Vincenzo Chiarugi (1759-1820) è annoverato tra i più importanti medici italiani dell'età moderna, in particolare per i suoi studi sulle neuroscienze, ma anche per le innovazioni riguardanti gli ospedali per le malattie mentali. Corso teorico-pratico suddiviso in 13 capitoli, senza indice, preceduto da un'esposizione preliminare di ciò che verrà esposto nell'opera (Prolegomeni). Il manoscritto tratta di: ferite, punture e delle incisioni, lacerazioni e delle contusioni, ferite d'arme da fuoco, ferite complicate / con emorragia con perdita di sostanza [...] / con presenza di corpi estranei [...] / con frattura [...] / con veleno, delle ferite di parti familiari, della testa, della faccia, del collo, del petto, dell'addome. II DOCUMENTO: Il manoscritto – che tratta di patologie e semiotica, anch'esso suddiviso in capitoli – ha come secondo titolo "Corso d'Istruzioni mediche / Parte seconda" e tratta di: nozioni preliminari, patologia, delle malattie in generale, delle cause di malattia in generale, abito di corpo, temperamenti, alimenti, applicati esteriori, atmosfera, rimedi esterni, contagi, sangue, moto muscolare, sensazioni, dei sintomi delle malattie, della forma delle malattie, di semiotica, dei segni della sanità, dei segni diagnostici della malattia, dei segni indicanti le mutazioni delle malattie, dei segni prognostici delle malattie. III DOCUMENTO: L'opera anonima, suddivisa in capitoli e sezioni, tratta di tumori (varie patologie) e nello specifico di: Nozioni generali sui tumori per arresto, ossia, per ingorgo dei fluidi dentro ai vasi – Tumori inflammatori – Tumori linfatici – Tumori per raccolta di fluido fuori dei vasi – Tumori per accumulamento di parti solide – Tumori cistici – Ecchimosi – Aneurisma spurio – Aneurisma vero – Aneurisma varicoso e misto – Varici – Tumori marciosi e purulenti – Ascessi – Tumori per coadunamento di tutte le parti solide – Neo – Verruca – Porro – Corno – Escrescenze carnee – Polipo – Escrescenze ossee - Lipoma. Seguono I tumori in specie: oftalmia – Idroftalmosi e altri tumori che interessano l'occhio - Pterigio – Ipopion – Tumori delle palpebre – Orzaiolo – Anchilope – Tumori speciali dell'orecchio, del naso e della bocca – Polipo del naso – Parotide – Tumori anginosi – Ranula – Tumori speciali al collo – Tumori speciali delle mammelle – Scirro della mammella – Tumori in specie delle parti genitali – Parafimosi – Bubone Venere – Porri venerei – Condilomi – Emorroidi – Idrocele – Spermatocele – Sarcocele – Varicocele – Tumori spettanti agli organi genitali muliebri. -
Lotto 46 Raro manoscritto srilankese delle Vite del Buddha. Presumibilmente inizio XIX° secolo.
Raro e notevolissimo manoscritto in lingua singalese consistente in una raccolta delle vite del Buddha (Jātaka Nikāya) composto di 390 foglie di palma a caratteri incisi e successivamente inchiostrati e rilegate per mezzo una corda passante attraverso due fori su una coppia di liste lignee laccate. Questo manoscritto proviene dall'isola di Sri Lanka ed è databile all'inizio del XIX° secolo. Misure del foglio: mm. 745 x 60 ca.; testo in alfabeto singalese su 8 o 9 righi a foglia; presenza di elementi separatori ondulati a glifi obliqui modulari, segnalanti la fine e l'inizio dei vari Jataka. Il testo si è preservato integralmente in virtù della sua incisione sul supporto, mentre l'inchiostro nero che lo colorava risulta ora visibile soltanto in alcuni punti sporadici; occorre comunque rilevare che la leggibilità del manoscritto non risulta da ciò pregiudicata. Le liste lignee fungenti da legatura sono decorate con un motivo a treccia modulare a vividi colori giallo, verde e rosso corrente lungo l'intera lunghezza del supporto. Eccellenti condizioni di conservazione, tranne che per trascurabili microfratture della fibra vegetale agli angoli esterni di alcune foglie. (1) Questo splendido manoscritto testimonia dell'enorme prestigio accordato dalla tradizione libraria srilankese alla letteratura buddhista Theravada, confessione maggioritaria del paese insulare asiatico. L'estrema perizia con cui l'intero testo fu composto e redatto risulta chiaro segno dell'importanza dei testi copiati in questo manoscritto, ossia le cosiddette "Vite anteriori del Buddha", parte dell'ampio e fondamentale "Canone pali", costituite nelle loro versioni brevi da 547 narrazioni corrispondenti alle esistenze del Buddha che precedettero la sua reincarnazione finale nella figura del principe Siddharta Gautama, prodromo ai suoi insegnamenti religiosi. -
Lotto 47 Grande Corano Bukharese. Bukhara, all’epoca “Emirato di Bukhara”, oggi Uzbekistan, 1046 AH (= 1638 d.C.) al colophon, ma pseudoepigrafo: copiato tra 1830 e 1850 ca.
Manoscritto coranico completo su sottile carta vergellata opaca, proveniente "dalla gloriosa ed eccelsa città di Bukhara, al tempo di Sua Maestà il nobile Sultano e Comandante dei Credenti Nasrullah Khan", risalente cioè ai decenni centrali del XIX° secolo (r. 1826 - 1860). 487 carte complessive. Misure del foglio: mm. 345 x 260 ca.; dimensioni dello specchio di scrittura: mm. 255 x 150 ca. Testo arabo in calligrafia naskh di stile "Nayrizi" vergato all'inchiostro nero e disposto su 9 righi a facciata, con traduzione interlineare persiana rubricata in uno stile nasta'liq di modulo minore. I titoli delle Sure, scritti in inchiostro bianco entro cartigli decorati, sono in stile tawqi'. Rubricati i segni funzionali alla recitazione e quelli indicanti le ripartizioni testuali interne. Esteso commentario marginale, elegantemente ornato da decori perimetrali "a nuvoletta" e presente pressoché in ogni facciata, consistente sia in glosse che in interpretazioni testuali di passaggi ostici. Magnifica doppia pagina di apertura ('unwan) architettonicamente concepita in oro e lapislazzulo; decori laterali di varie fogge finemente elaborati, posti al di fuori dello specchio di scrittura a marcare l'inizio delle sezioni testuali successive; specchio di scrittura delimitato da spessa bordura perimetrale (jadwal) in oro, come pure i dischetti interni al testo con funzione di separatori di verso (shamsa). Legatura semplice in marocchino rosso, ornata di filo rettangolare dorato interno e priva di ribalta. Contropiatti sontuosamente decorati con motivi arabescati, a elementi vegetali stilizzati. Condizioni generali eccellenti. (1) Questo manoscritto costituisce un intrigante esempio della pervasività dei modelli persiani classici e tardo-classici nell'area centroasiatica, uzbeca in particolare, come vettori di ideali estetici raffinati e al contempo simboli di elevato prestigio sociale. La data rubricata, trascritta a mo' di colophon, del mese di Sha'ban 1048 AH (dicembre 1638 d.C.), fu aggiunta al termine del testo dalla medesima mano dello scriba ed è da considerarsi pseudoepigrafa, dal momento che la qualità del supporto non pare compatibile con tale datazione. Lo scriba ivi menzionato, Hayder di Shiraz, potrebbe quindi anche intendersi come l'originario copista di un Corano-modello del 1638 d.C., a sua volta ispirato alle strutture decorative e di mise en page dell'altissima produzione della città iraniana di Tabriz nella piena età safavide.
Sotto richiesta di temporanea importazione
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Lotto 48 Copia manoscritta dello “Hajj di Maymuna”, nobildonna pellegrina alla Mecca. Autore: Anonimo scriba per conto di Maymuna bint Muhammad bin ‘Abdallah az-Zardali. Probabilmente La Mecca, fine XIX–inizio XX secolo.
Rotolo cartaceo illuminato con testo in lingua araba, avvolto su di un rettangolo di pelle conciata impiegato a mo' di involucro fissato con un lacciuolo sagomato dalla pelle medesima. Copia manoscritta pressoché esatta del celebre "Certificato dello Hajj (il pellegrinaggio islamico maggiore alla Mecca e pilastro dell'islam) di Maymuna az-Zardali", nobildonna marocchina vissuta nel corso del XV° secolo, realizzata sul finire del XIX° secolo. L'originale è datato all'anno 836 AH (= AD 1432/'33) ed è ad oggi conservato alla British Library sotto la collocazione Add. MS 27566. Misure del rotolo esteso: mm. 1.640 x 230 ca.; testo arabo redatto nelle grafie naskh e thuluth su facciata singola, con profusione di decorazione e illustrazioni dei luoghi santi islamici, quali la "Pietra nera" (Ka'ba) alla Mecca e la Moschea del Profeta (al-Masjid an-Nabawi) a Medina. Il rotolo, strutturato in comparti rettangolari successivi di varia estensione, si apre con un'ornatissima "decorazione di testa" (sarlawh) arabescata policroma, seguita da una basmala in oro dagli altissimi ascendenti, dal "credo islamico" sull'assoluta unità divina in inchiostro rosso, e da versi coranici che inframmezzano tre imponenti colonne architettoniche affiancate e alternate a portali su due registri. A scendere, quattro medaglioni coi "luoghi santi dell'islam" alternati a due cartigli con iscrizioni coraniche, un'immagine stilizzata del "sandalo del Profeta" contenente una citazione hadithica e infine il vero e proprio "attestato di pellegrinaggio", vibrante di spirituali eulogie islamiche, di Maymuna bint Muhammad bin 'Abdallah az-Zardali, in stile naskh su 7 righi di testo. Questa nobile originaria del Marocco settentrionale compì il suo pellegrinaggio fino allo Hijaz arabo coprendo una distanza di quasi seimila chilometri. Conservato in ottime condizioni, nonostante una gora di umidità simmetrica lungo ambedue i lati. (1) Rilevante copia tardo-ottocentesca di un famoso documento, riccamente decorato a testimonianza del grande prestigio personale offerto dal "pellegrinaggio maggiore" nelle società islamiche tradizionali, in questo caso assai specificamente attestante il ruolo ben visibile, e tutt'altro che marginale, delle donne di alto rango nella civiltà magrebina nel tardo periodo della dinastia berbera dei Merinidi. -
Lotto 49 Manoscritto magico birmano (Parabaik). Myanmar, forse provincia dello Shan, XIX-XX secolo.
Manoscritto birmano di tipo parabaik a leporello su carta di gelso (saa) in legatura rigida, composto di 16 ripiegature a foglio illustrate ed estese su una o due unità per un totale di 30 miniature acquerellate, ognuna delle quali circondata da un singolo rigo circolare di testo birmano ad inchiostro nero. Questo manoscritto proviene con tutta probabilità dalla Birmania nordorientale (territorio dello Stato Shan) e risulta databile all'inizio del XX° secolo. Misura della legatura (e del foglio): mm. 165 x 105; del leporello esteso: mm. 1670 x 165. Bella legatura dai piatti esterni lavorati a sbalzo e decorati a racemi arabescati e intarsi riflettenti su entrambi i piatti. Ottime condizioni di conservazione. (1) Le miniature mostrano figure umane e animali in pose stilizzate, sovente nell'atto di brandire armi, occasionalmente schemi (simili ai cosiddetti "quadrati magici") consistenti in rettangoli scompartiti con segni alfabetici iscritti in funzione magico-protettive. Tali immagini illustrano i modelli di alcune diffuse tipologie di tatuaggio tribale Shan, che ricoprirebbero appunto tale funzione di profilassi attiva a difesa di eventuali nemici o malintenzionati. L'importanza e la diffusione dei tatuaggi magici di protezione presso il popolo Shan è ben nota e documentata per tutti gli strati sociali, non escluse le donne (come testimonia una delle illustrazioni), così come le profonde influenze che sulla spiritualità di questo popolo tuttora esercita l'antico Buddhismo Theravada. -
Lotto 50 Marinetti Filippo Tommaso, Fondazione e manifesto del Futurismo. (Pubblicato dal 'Figaro' di Parigi il 20 Febbraio 1909). Milano: Poligrafia italiana, s.d. [i.e. gennaio 1909].
In-4° (mm 290x230). Carte [2]. Segno centrale di precedente piegatura e uno strappetto restaurato al margine esterno della prima carta. Esemplare controfondato, con tracce di colla al verso della prima carta e al recto della seconda. (1) Prima edizione integrale su volantino del primo manifesto del Futurismo, versione italiana. Gli undici punti programmatici sono introdotti dal Prologo. Futurismo (catalogo di vendita n. 100). Firenze: Libreria Salimbeni, 1991, 285; Futurismo (catalogo di vendita n. 43). Gussago (BS): L'Arengario Studio Bibliografico, 2001, 36; Echaurren Pablo, Futurismo. Collaudo 1909-2009 (catalogo di vendita). Milano: Libreria Antiquaria Pontremoli, 2009, 2.