ASTA 329 – Sculture, Placchette, Medaglie e Ceramiche dal XIV al XIX secolo

ASTA 329 – Sculture, Placchette, Medaglie e Ceramiche dal XIV al XIX secolo

mercoledì 5 marzo 2025 ore 15:00 (UTC +01:00)
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Madonna con Bambino Ambito genovese, XVIII secolo
    Lotto 25

    Terracotta policroma; 42x25x18
    Questa bellissima Madonna in terracotta è, probabilmente, il bozzetto per una scultura in marmo o legno policromo.
    Potrebbe anche essere un' opera definitiva ma, abitualmente, la terracotta veniva usata dagli artisti per modellare bozzetti verosimili da proporre al committente.
    Si presenta comunque come opera completa sia nel modellato che nella policromia, addirittura il panneggio svolazzante del bambino è stato dorato a foglia.
    Le due figure si presentano stanti ed in contrapposto. Entrambe incedono verso l'osservatore in equilibrio sulla groppa di un drago con le fauci spalancate, simbolo del male domato e soggiogato.
    Le figure sono avvolte da panneggi mossi dal vento mistico e sono espressione di un gusto barocco facilmente di area genovese.
    Gli scultori genovesi a cui si può fare riferimento stilistico sono, a nostro parere, Anton Maria Marigliano (Genova, 1664-1739) e Francesco Maria Schiaffino, (Genova, 1688-1763) le cui meravigliose Madonne tanto assomigliano stilisticamente alla nostra.
    Si ringrazia il Prof. Andrea Bacchi per la cortese segnalazione verbale.

    Bibl. AAVV, La Scultura a Genova e in LIguria dal Seicento al Primo Novecento, Fratelli Pagano Editori, Genova, 1989, pp.87-295.

  •  
Inverno? Scultore di area veneta, XVIII secolo
    Lotto 26

    Terracotta; 92x30x30 cm
    Questa importante scultura rappresenta un anziano in piedi, con lunga barba e torso giovanile. Questi è avvolto da un panneggio di gusto classico, forse una pelliccia, che lascia scoperto il torace.
    Seguendo l'iconografia tradizionale potremmo immaginarlo come una allegoria dell' inverno ma, non essendoci altri segni distintivi ( quali un falò o uno scaldino) l'identificazione è incerta.
    Potrebbe trattarsi del bozzetto per una scultura da realizzare, successivamente, in marmo. Potrebbe altresì, viste le notevoli dimensioni, essere opera già definitiva da collocare in una nicchia o in un ninfeo. La definizione de viso barbuto e dei piedi appare completa e quindi fruibile ad una distanza ravvicinata.
    L'area di produzione sembra quasi sicuramente veneta, se confrontiamo il nostro "vecchione" a certe figure barbute di Orazio Marinali (Angarano, Vicenza, 1643- Vicenza, 1720) o di Giovanni Bonazza (Venezia, 1654- Padova, 1739) o della loro scuola. 

    Bibl. Davide Banzato, Franca Pellegrini e Monica De Vincenti, Dal Medioevo a Canova - Sculture dei Musei Civici di Padova dal Trecento all' Ottocento, Marsilio, Venezia, 2000, pp. 64-65, 156. 

  • detto Giambologna (disegno di) (Douai, 1529 - Firenze, 1608) 
Architettura XVIII-XIX secolo
    Lotto 27

    Terracotta tracce di color bronzo; 43 x 17 x 15 cm, senza base 33 x 17 x 15 cm 

    Questo interessante modelletto in terracotta riprende la scultura in marmo oggi custodita al Museo Nazionale del Bargello. Esistono varie copie in bronzo, l'unica delle quali firmata GIO BOLONGE, è quella del Museum of Fine Art di Boston. Questa mostra al collo un pendente che rappresenta il filo a piombo. In molte altre versioni il piombo non c'è e non è chiaro se si tratti di versioni tratte da un modello difettoso. La nostra è una versione in terracotta originariamente bronzata, presumibilmente antica databile fra il XVIII e il XIX secolo. Si nota l'assenza del pendente.


    Bibl. Charles Avery-Anthony Radcliffe, Giambologna Sculptor of the Medici, Catalogo della mostra, Westerham Press, England, 1978, pp.72-73.

  •  
Venere de' Medici, dal modello archeologico Scuola toscana, XVIII-XIX secolo
    Lotto 28

    Bronzo patinato con toni rossastri traslucidi; 52x16x16 cm. Su base 37,5 x 11 x 11,5 cm

    Il bronzetto qui esaminato deriva dalla nota scultura marmorea custodita al Museo degli Uffizi a Firenze, denominata appunto Venere Medici o Venere Pudica. Questa è una copia romana del II secolo d.C. da un originale greco in bronzo del I secolo a.C. Trattandosi di una delle sculture classiche più apprezzate e rinvenute in epoca rinascimentale, di cui si hanno documenti certi solo nel XVII secolo, fu oggetto di copie in scala ridotta sin dall'origine ai giorni nostri. La più nota versione in bronzo, accompagnata da altre riproduzioni di sculture classiche tanto in voga all'epoca, fu senz'altro quella realizzata dal grande scultore toscano Massimiliano Soldani Benzi ( Montevarchi 1656-1740) oggi conservata a Vaduz nella collezione dei principi del Liechtenstain.


    Questo capolavoro fu realizzato in coppia al Fauno Danzante, a sua volta custodito in Firenze, per il principe J.A.A. von Liechtenstain nel 1695 e misura 158 cm. Questo bronzo straordinario presenta le tipiche patinature toscane, tanto apprezzate all'epoca del Giambologna e della sua scuola, di un colore traslucido dorato tendente al rosso.



    Anche la rifinitura a cesello ovviamente risulta ai massimi livelli della scuola fiorentina. Ovviamente, esistono altre riproduzioni dello stesso soggetto realizzate da grandi scultori del bronzo sino all'epoca neoclassica ed oltre, fra tutti ricordiamo la versione di Pietro Cipriani (Firenze 1678- 1745), alta 155,3 cm con la variante senza del delfino, ma con putto ai piedi della dea. Tornando alla piccola Venere in bronzo qui esaminata, possiamo  inserirla nel filone archeologico di cui si è accennato in precedenza. A mio avviso, si tratta di una fusione settecentesca con bella risoluzione nel modellato del corpo, che mantiene il realismo sensuale dell'originale marmoreo. In particolare seni, glutei e gambe descrivono un corpo femminile in modo estremamente realistico.

    Depone per l'antichità di questo manufatto soprattutto la splendida patina trasparente, dai toni rossastri dorati, tipica della migliore tradizione toscana dal Giambologna in poi.


    Il nostro bronzo è montato su un bel piedistallo neoclassico in alabastro.

    Bibl. Eike D. Shmidt, Sandro Bellesi, Riccardo Gennaioli, Plasmato dal Fuoco, catalogo della mostra, Le Sillabe ed., Livorno, 2019, pp.64-66, 298-99, 306-309

  •  
Coppia di leoni MANIFATTURA FRANCESE (?), XVIII-XIX SECOLO
    Lotto 29

    Bronzo patinato con tracce di doratura. 18 x 35 x 16,5 cm con la base in marmo; 12,5 x 27 x 14 cm solo i bronzi


    Bellissima coppia di leoni in bronzo fuso e meticolosamente cesellato nei particolari dei velli, e delle criniere. Queste vengono rese molto realisticamente grazie alla meticolosa lavorazione a freddo mediante cesello e punzonatura.


    La splendida resa plastica ci fornisce due leoni sdraiati che si voltano e ruggiscono l'un l'altro, in simmetria: esito molto naturalistico che ripete motivi tardo barocchi da non escludere nella datazione, anche se per prudenza vengono collocati in epoca poco posteriore.


    Lo stato di conservazione della doratura originale, mista alla patina nero-bruna data dal tempo, ci fanno protendere per un datazione più coerente al XVIII secolo.

  •  
Coppia di Veneri anadiomene XVIII-XIX secolo
    Lotto 30

    Bronzo patinato nero; 31x9x9 cm

    l soggetti di questi incantevoli bronzetti, riprendono il motivo archeologico di Afrodite Anadiomene. Si tratta della nascita di Venere dalle acque colta nell'atto di strizzarsi i capelli.


    Si hanno esempi archeologici in vari materiali. Iconografia molto apprezzata, ispirò vari scultori fra i quali il Giambologna (la Fiorenza, scultura in bronzo originariamente posta come coronanento della fontana del Labirinto, villa medicea della Petraia, ripete questa iconografia).

    I nostri hanno una patina molto scura e si ispirano chiaramente a motivi archeologici e rinascimentali. Entrambe si appoggiano ad un vaso su cui è drappeggiato un telo.

    Come riferimento valga per tutti la nota Venere Anadiomene di Adriano Fiorentino (attivo a Firenze nel XIV secolo) conservata al Philadelphia Museum of Art.


  • detto il Sansovino (copia da) (Firenze, 1486 - Venezia, 1570) 
Bacco XVIII-XIX secolo
    Lotto 31

    Bronzo con patina bruna; Misure con base: 34,5x13xx13 cm. Misure senza base: 30x11x11 cm.

    Questo bel bronzetto si ispira alla cultura marmorea realizzata da Jacopo Sansovino nel 1515 per decorare o giardini di Giovanni Bartolini a Firenze. In seguito, fu donata a Cosimo I e collocata a Palazzo Vecchio, insieme ad opere di Michelangelo, Baccio Bandinelli e Benvenuto Cellini. La nostra scultura rientra nel gusto del Grand Tour della fine del XVIII secolo e degli inizi di quello successivo, periodo in cui grandi fonderie realizzarono copie delle più famose sculture classiche rinascimentali presenti nelle collezioni italiane. La scultura del nostro Bacco ebbe grande successo e fu tradotta in bronzo anche da grandi scultori; fra tutti ricordiamo Massimiliano Soldani Benzi  (Montevarchi, 1656- 1740), che realizzò il bronzo ora conservato al Museo Nazionale del Bargello (Firenze) con la variante dell' esclusione del satiretto dalla composizione.

     Il nostro bronzetto riproduce fedelmente, in scala, tutta la composizione originale del Sansovino. Inoltre, presenta un modellato spigliato ed originale che, insieme ad una certa matericità non esente da piccoli difetti di fusione, lo colloca fra le copie antiche del soggetto probabilmente nel XVIII secolo.

    Bibli. Eike D. Shmidt, Sandro Bellesi, Riccardo Gennaioli, Plasmato dal Fuoco, catalogo della mostra, Le Sillabe ed., Livorno, 2019, pag. 72, fig. 7.

  •  
Testa di un santo Artista spagnolo, XVIII secolo
    Lotto 32

    Reliquiario in legno policromo, 60 x 50 x 30 cm

  •  
Testa di Golia o del Battista Scuola veneta, XVIII-XIX secolo
    Lotto 33

    Bronzo patina bruno chiaro; 23x28x32 cm
    Questa grande scultura realizzata a cera persa, quindi cava all'interno, rappresenta un piccolo mistero.
    Scultura autonoma, rappresenta un uomo barbuto dal naso camuso, una smorfia sul viso per la recente decapitazione.
    Potrebbe trattarsi della testa del Battista reclamata da Salome' al re Erode, posta sul vassoio, oppure potrebbe essere la testa di Golia ai piedi di Davide.
    Molti esempi nella statuaria antica ci mostrano teste simili a questa ai piedi del giovinetto Davide, con la stessa smorfia e capelli scomposto. Ricordiamo i David di Donatello, Verrocchio e Bartolomeo Bellano, tutti con l'enorme testa di Golia ai piedi.
    Il nostro bronzo a questi esempi aulici sembra ispirarsi. Una scultura di grande effetto da inserire nell'universo collezionistico delle Wunderkammer.

  • Antonio Canova (neimodi_di) (Possagno, 1757 - Venezia, 1822) 
I Pugilatori XIX secolo 
Bronzo patinato nero 24 x 15 x 7 cm; 26 x 15 x 7 cm
    Lotto 34

    Questa coppia di bronzetti è tratta dalle famose sculture realizzate dal Canova ora in Vaticano, nel cortile del Belvedere, Museo Pio Clementino.

    I due pugilatori raffigurano Creugante e Damosseno, due atleti che combatterono nei Giochi Nenei e, rimasti in parità, si affrontarono sferrandosi un unico colpo. Il secondo, con inganno, affondò la mano tesa nel fianco dell'avversario uccidendolo.
    Pio VII acquistò il primo dal Canova per reintegrare parte delle espoliazioni napoleoniche, e commissionò il secondo allo scultore per completare la coppia. I gessi sono ora nella gipsoteca di Possagno, ma alcune copie furono realizzate e mandate in Europa per far conoscere il soggetti.

    I due bronzetti in esame sono copie rivisitate dei due pugilatori, mancano in effetti i tronchi che davano stabilità alle due sculture in marmo e presentano minime diversità nei particolari.
    Possiamo considerare fusioni ottocentesche di buon livello legate al gusto grand tour.

  • Antonio Canova (copia da) (Possagno, 1757 - Venezia, 1822) 
Busto Venere Italica XIX secolo
    Lotto 35

    Bronzo patinato nero; 23x11,5x11,5 cm, senza base 15 x 10,5 x 7,5 cm 

    Questo busto è tratto dalla "Venere Italica" realizzata dallo scultore Antonio Canova. L'opera originale è realizzata a corpo intero ed è conservata nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.


    Curiosa la storia dell'originale che fu commissionata al grande scultore in sostituzione della Venere Medici, opera archeologica trasferita al Louvre da Firenze durante le spoliazioni napoleoniche.

    La commissione iniziale prevedeva una copia pedissequa mentre Canova riuscì a far passare l' idea di una reinvenzione del soggetto.

    Questa scultura fu posizionata agli Uffizi su un nuovo piedistallo ruotante e da lì trasferita nella Galleria Palatina solo quando lo stesso Canova, incaricato dallo stato Pontificio dopo la caduta napoleonica, riuscì a fare rientrare a Firenze la Venere Medici.


    Il nostro busto è una deliziosa copia del torso della Venere Italica e può essere collocata nella prima metà del XIX secolo vista la qualità tipicamente neoclassica del bronzo, soprattutto nella resa dei capelli e nell'eleganza del viso.

  • Antonio Canova (copia da) (Possagno, 1757 - Venezia, 1822) 
Ercole e Lica
    Lotto 36

    Bronzo patinato su base in legno e pietra paesina posteriori; 57x28x14 cm.
    Questo bel bronzo riproduce una famosa scultura di Antonio Canova, "Ercole e Lica", ora conservata nella Galleria Nazionale d'arte Moderna di Roma, realizzata fra alterne vicende nel periodo 1795-1815.
    Il marmo colossale vede Ercole dibattersi furiosamente per il dolore provocatogli dalla tunica impregnata del sangue di Nesso, il centauro.
    Deianira, la moglie di Ercole, gliela fece consegnare dal servo Lica illudendosi che si trattasse di un filtro d'amore. Al contrario il sangue del centauro lo fece impazzire dal dolore ed il povero Lica, ritenuto responsabile, fu scagliato lontano nel mare, da cui ebbero origine le isole Licadi.
    Il nostro bronzo, di notevoli dimensioni, si ispira alla scultura di Canova apportandone alcune modifiche quali, ad esempio, la sostituzione della foglia di fico con un leggero velo che ne copre le nudità, (la tunica di Nesso).
    Fusione splendidamente rifinita e dalla patina rosso bruno trasparente, può essere collocata nei primi decenni dopo la realizzazione dell'originale, quindi nella prima metà del XIX secolo.
    Bibl. Fred Licht, Canova, Longanesi&C, Milano, 1984, p.188.

  •  
Busto di Nicola Pisano Toscana XIX secolo
    Lotto 37

    Firmato E. Salori
    Terracotta; 53x55x30 cm.


    Questo grande busto rientra nella produzione di gusto neo-rinascimentale tardo ottocentesca.


    Ci sembra di trovarci davanti ad un ritratto del Verrocchio, ma siamo invece nel XIX secolo. Si tratta di una terracotta modellata a stecca, e quindi realizzata a stampo, cavo all'intero. La firma E. Salori, almeno così sembra leggibile, al momento non trova riscontri nei testi in mio possesso. Senz'altro, lo scultore che ha realizzato questo splendido ritratto di Nicola Pisano era dotato di grande capacità tecnica, in quanto la resa naturalistica è grandiosa. Inoltre, la realizzazione di una terracotta di queste dimensioni comporta difficoltà tecniche, in quanto riguarda la fase di cottura.


    Non esistendo ritratti analoghi del grande scultore-architetto toscano, il nostro artista si è ispirato alla xilografia stampata nel frontespizio "Vite" del Vasari.

  • detto Clodion (Nancy, 1738 - Parigi, 1814) 
Baccanale XIX secolo
    Lotto 38

    Bronzo patinato nero su base in marmo rosso; 39x21x21 cm.
    Questo gruppo rappresenta Bacco fanciullo portato in trionfo dalla baccante. Ai suoi piedi un putto che assapora un grappolo d'uva e la pantera, simbolo del Dio.
    Splendidamente fuso e cesellato, nella migliore tradizione delle fonderie francesi del XIX secolo, reca la firma di Clodion. I modelli del grande scultore francese furono replicati nel corso del XIX secolo ed ebbero una grande popolarità per la piacevole sensualità dei soggetti.
    Questa fusione, per qualità indiscussa, si colloca fra quelle più vicine alla prima metà del XIX secolo. Da notare la bella base originale in marmo rosso che permette di ruotare la scultura.

  •  
Sfinge Francia?, XIX-XX secolo
    Lotto 39

    Bronzo patinato marrone e nero; 40x107x39
    Grande scultura in bronzo nata per decorare. Ben curata la lavorazione delle parti "nobili" ed in modo naturalistico, soprattutto le ali.
    Bello il volto con il tipico copricapo egizio. Molto originale anche la doppia patinatura delle superfici, rossiccia sul corpo, lucido a specchio, e nera sulle ali ed il copricapo.
    Per gli amanti dell'esotismo egizio. 

  •  
Cornice ovale Napoli?, XVIII-XIX secolo
    Lotto 40

    Bronzo patinato marrone; 30x19x3 cm
    Bella cornice ovale, probabilmente porta ritratti, in stile Luigi XVI. Il giro esterno è decorato con parti traforate a griglia o a racemi.
    Sulla cuspide superiore due figure sdraiate su un cornicione recano i simboli delle arti, della pittura e della scultura. Un festone unisce le due allegorie.

  •  
Kronos e lo Zodiaco Italia XIX secolo
    Lotto 41

    Piatto in bronzo con rilievi; diametro cm 24.

    Al centro raffigurato Kronos seduto, circondato da quattro scene che rappresentano le diverse età dell'uomo. Bordo decorato con i segni zodiacali.

  •  
Cornice per Madonna con Bambino Scuola italiana <Venezia ?> sec. XVII-XVIII.
    Lotto 42


    Ae fuso con residui dorati, mm132,3 x 83,4; gr 98,3. Patina naturale.


     

    Piccola cornice figurata con due figure sulla cimasa. Fusione antica.

     

    Bibl. Rossi F. coll. Scaglia tipo XIV. 20

  •  
Madonna con Bambino e santi in architettura Nord Italia XIII-XIV secolo
    Lotto 43

    Placca in argento sbalzato montata su legno; cm 29 x 21 x 2. 

    Buono stato di conservazione, ossidi, tavola di epoca posteriore.

  •  
Nettuno e Nereide Officine San Marco? XV secolo
    Lotto 44

    Placchetta ovale in bronzo con patina naturale; mm 54,4 x 46,3; gr 19,3.
     
    Nettuno con una Nereide seduti su di cavallo marino, che va a sinistra. 
    Fusione di buona qualità, XVIII secolo.

     
    Bibl. Non reperita nei testi consultati.

  • Maestro IO.F.F. (Giovanni Fonduli?) ( - sec. XVI) 
Muzio Scevola
    Lotto 45

    Placchetta tonda in bronzo con patina marrone chiaro e tracce di doratura; mm 54,6; gr 36,4. 


    Muzio Scevola, armato e vestito alla romana, pone la mano destra su un braciere acceso: lo seguono un soldato con l’ insegna dell’ aquila, un cavaliere con labaro e due cavalieri al galoppo. Sulla destra, due figure maschili sedute sotto un arco con pilastri. Fondo puntinato, tre fori.
    Rara fusione antica per rilegature.
     
    Rif. Rossi F. coll Scaglia 2011, pp. 266-268 tipo var. D; Toderi - Vannel 1996, pp. 73-74, n. 118\121; Toderi – Vannel 1998, pp. 142-143, n 142\143.
     
    Gli ultimi studi di questo maestro, Rossi 2011; Fulton 1989; Collareta 1997; tendono ad assegnare la firma del maestro IO. F. F. all’orafo Giovan Francesco Furnio da Bologna.

  • Maestro IO.F.F. (Giovanni Fonduli?) ( - sec. XVI) 
Arianna a Naxos
    Lotto 46

    Placchetta tonda in bronzo con patina marrone, un foro in alto e piccoli foro a sinistra; mm 49,3; gr 29,5.
     
    Arianna seduta al centro su una roccia; tiene nella mano sinistra una torcia?, a sinistra un fauno che regge un’ asta con tre teste di animali seguito da un satiro reggente una satiressa sulle spalle. A destra due fauni danzanti: il primo tiene con un braccio alzato una statuetta (Cupido) e con l’ altra mano accende una fiaccola al secondo fauno dietro di lui. In esergo IO.F.F. seguito da motivi floreali. 
    Fusione tarda.



    Rif. Rossi F. coll. Scaglia 2011, pp. 260\263; Toderi – Vannel 1996, pp. 74\75, n 122\125;
     
    Gli ultimi studi su questo artista: Rossi 2011; Fulton 1989; Collareta 1997; tendono ad assegnare la firma del maestro IO. F. F. all’orafo Giovan Francesco Furnio da Bologna.

  •  
Scena di combattimento
    Lotto 47

    Placchetta ovale in bronzo, patina verde; mm 60,3 x 48,7; gr 75,7. 
     
    Al centro, un soldato con lancia e scudo in atto di colpire un fante con elmo piumato; dietro, una biga con cavaliere. A sinistra, un altro fante in combattimento; sotto, una figura maschile stesa. In esergo la scritta in cartiglio BRO....? Il tutto dentro un contorno lineare liscio e un secondo più sottile. Interessante lo scudo in rilievo del soldato con un Centauro con arco. 
    Fusione moderna.

     
    Rif. Non reperita nei testi consultati.

  •  
Ercole I d'Este (1431 - 1505)
    Lotto 48

    Placchetta poligonale in bronzo con patina marrone; mm 84; gr 130. 

    Busto di Ercole d'Este rivolto verso sinistro con borchia su petto; due fori di sospensione. Intorno: FERe / HER / DVX / 1472. 
    Fusione antica, molto rara. 

    Bibl. Armand III, 168 A

Lotti dal 25 al 48 di 268
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ASTA 329 – Sculture, Placchette, Medaglie e Ceramiche dal XIV al XIX secolo


Sessioni

  • 5 marzo 2025 ore 15:00 ASTA 329 – Sculture, Placchette, Medaglie e Ceramiche dal XIV al XIX secolo (1 - 268)

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