Asta N. 75 - Dipinti antichi e del XIX secolo
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Lotto 49 Giacomo Guardi Venezia 1764 – 1835 CAPRICCIO ARCHITETTONICO CON FONTANA olio su tela, cm 36x26. Provenienza: Milano, Collezione Botto; Mestre (Venezia), Collezione privata Bibliografia: A. Morassi, Guardi. I dipinti, Electa, Venezia 1973, fig. 685, Cat. n. 739. Il disegno preparatorio dell’opera è pubblicato sul volume: A. Morassi, Guardi. I disegni, Electa, Venezia 1973, fig. 685, Cat. n. 739. L’opera, pubblicata come Francesco Guardi sulla monografia di Morassi presenta - come suggerito da Charles Beddington che qui ringraziamo per l’assistenza alla schedatura del presente lotto - alcuni elementi, come i volatili e le figure umane, che rimandano maggiormente ai modi di Giacomo piuttosto che all’attività tarda di Francesco Guardi.
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Lotto 50 Domenico Induno Milano 1815 – 1878 RITRATTO DI NOBILDONNA pastelli, matita e biacca su carta, cm 22,4x18.
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Lotto 51 Domenico Induno Milano 1815 – 1878 STUDIO PER IL DIPINTO “UNA MADRE” pastelli e matita su carta, cm 20,8x16,5.
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Lotto 52 Gerolamo Induno Milano 1825 – 1890 UN PENSIERO MALINCONICO (DA F. HAYEZ) pastelli e matita su carta, cm 10x8.
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Lotto 53 Domenico Induno Milano 1815 – 1878 SCENA IN UN INTERNO matita e pastelli su carta, cm 21,6x17,5. Firmato in basso a sinistra: Domenico Induno Dip.
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Lotto 54 Gerolamo Induno Milano 1825 – 1890 STUDIO PER IL DIPINTO “IL SALVATAGGIO DEL CAGNOLINO” pastelli e matita su carta, cm 20,8x17
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Lotto 55 Giuseppe Molteni Affori 1800 – Milano 1867 SPAZZACAMINO olio su tela, cm 116,5x98 Provenienza: Milano, Porro & C., Dipinti del XIX secolo, 14/05/2008, lotto n. 275 Il dipinto presentato è una delle varianti del celebre tema dello Spazzacamino, di cui la prima versione fu presentata all’esposizione annuale di Brera nel 1838. Il soggetto fu accolto da svariate critiche, tra cui quella del Segretario dell’Accademia di Brera, Ignazio Fumagalli, che sulle pagine della “Biblioteca Italiana”, si lamentava che “l’artista ne avesse più lumeggiate le ginocchia e le parti inferiori donde forse avrebbero pigliato maggior rilievo”, sebbene ammirasse “la verità e la fusione del colorito”. In breve tempo il dipinto raccolse un grande consenso da parte dei collezionisti, tanto da indurre il pittore a replicarlo più volte (cfr. S. Rebora, Regesto delle opere, in Giuseppe Molteni (1800-1867) e il ritratto della Milano romantica. Pittura, collezionismo, restauro, tutela, catalogo della mostra, a cura di F. Mazzocca, L. M. Galli Michero, P. Segramora Rivolta, Milano 2000, pp. 227-240), e altre personalità ad ispirarsi a tale soggetto, da Angelo Inganni a Giovanni Pock. Il successo del tema pittorico indusse anche personalità istituzionali a commissionare un dipinto al pittore, tra cui Massimo d’Azeglio, il quale, entrato nel 1850 a far parte del Consiglio dei Ministri di Torino, ne richiese uno per la sala del Consiglio.
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Lotto 56 Domenico Induno Milano 1815 – 1878 LA CASTA SUSANNA olio su tela, cm 109,5x89. Provenienza: Chieti, Collezione del Barone Frigerj (dal 1854); Milano, Finarte, Dipinti del XIX secolo, 02/12/2010, lotto n. 125. Bibliografia: M. Macchi, La Casta Susanna dipinta da Domenico Induno, in “Gemme d’Arti Italiane”, Milano, Venezia e Verona coi tipi dello Stabilimento Nazionale di Paolo Ripamonti Carpano, 1854, Anno Settimo, pp. 7-13; G. Matteucci (a cura di), Domenico e Gerolamo Induno. La storia e la cronaca scritte con il pennello, Umberto Allemandi & C., Torino 2006, p. 37. L’opera in esame proviene dalla Collezione del barone Frigerj, che la acquistò con ogni probabilità direttamente dall’artista nel 1854. Essa era collocata nella villa in stile neoclassico che il nobile lombardo aveva costruito a Chieti, dove si era trasferito dal 1830 a seguito del matrimonio con la marchesa Ferrante Mayo, discendente di una antica famiglia abruzzese. Oggi la villa, eseguita su progetto di Enrico Riccio, è sede del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo. L’opera era nota all’epoca da un’incisione di Giuseppe Barni che ne permetteva la raffigurazione sulla rivista “Gemme d’Arti Italiane” nel 1854 - a corredo di un saggio illustrativo dell’opera firmato da Michele Macchi - volume pubblicato a cadenza annuale in occasione delle esposizioni di Brera. Il nobile lombardo era solito recarsi a Milano per acquistare dipinti da destinare alla sua dimora; nel corso del tempo costituì una nutrita raccolta che non passò inosservata neanche agli storici del tempo, tra cui Raffaele De Cesare (cfr. R. De Cesare, La fine di un regno, Casa tip. ed. S. Lapi, Città di Castello, 1908-1909), che non mancò di lodare le opere offerte dal Barone per decorare il Palazzo dell’Intendenza in occasione della visita a Chieti di Vittorio Emanuele II il 18 dicembre 1859. A seguito della morte del Barone, avvenuta nel 1860, le proprietà di costui furono divise tra i vari rami ereditari. Si può scorgere altresì la citazione dell’opera presentata anche nell’inventario redatto dal notaio che ha stilato il primo elenco dei beni oggetto della successione. L’opera presentata si colloca nella fase pittorica che ha inizio dal 1840, quando l’artista si trasferisce nello studio di via Monte di Pietà, poco distante da quello di Hayez. In questa fase, sebbene i soggetti di studio siano tratti ancora dalla letteratura classica o dai contemporanei lombardi tra cui Manzoni, Induno ricerca quanto più possibile l’intensità morale dei soggetti ritratti, in grado di conferire alle vicende narrate una connotazione di straordinaria realtà. Elementi che non è difficile ritrovare nell’opera in esame, in cui spicca l’intimità della scena raffigurata, e la naturalezza espressiva dei personaggi.
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Lotto 57 Vincenzo Morani Polistena 1809 – Roma 1870 CROCIFISSIONE, 1847 olio su tela, cm 69,5x52. Firmato e datato in basso verso destra: V. Morani f. Roma 1847 Figlio di Fortunato, appartenente ad una famiglia di decoratori e scultori attiva in Calabria nel XVIII secolo, Vincenzo Morani iniziò la sua formazione accanto al padre, partecipando all’attività della sua famiglia. Successivamente proseguì la sua formazione a Napoli, dall’inizio circa degli anni Venti, presso il Real Istituto di Belle Arti, ed esordì con l’opera Veduta di un tempio presso l’esposizione della Biennale borbonica nel 1830. Ricevette poi la sua prima commissione dai monaci benedettini che gli affidarono l’affresco del refettorio dell’abbazia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni; in questa occasione conobbe Walter Scott, che si era recato nell’abbazia nel 1832, e lo ritrasse impegnato a leggere i codici longobardi custoditi presso il luogo sacro. Successivamente si trasferì a Roma e qui ottenne importanti committenze, entrato ormai a far parte del panorama artistico della città. Dopo aver dipinto L’incoronazione di Ester nel 1840, custodita oggi presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, ricevette gli incarichi forse più importanti di questo periodo, da parte del duca Marino Torlonia – che gli affidò la decorazione della cappella del palazzo di famiglia in piazza Venezia – e del fratello di costui, il conte Alessandro, che gli commissionò il dipinto Apollo che riceve doni e omaggi dalle muse. In tali occasioni Morani venne in contatto con le personalità di spicco dell’epoca, che avevano partecipato alle decorazioni dell’illustre residenza nobiliare, tra cui Francesco Coghetti e Francesco Podesti. L’importanza di questi lavori fruttò al pittore una grande notorietà: nel 1846 il re delle Due Sicilie Francesco II volle per sé una Sacra famiglia, oggi custodita presso il Museo di Capodimonte a Napoli, mentre nel 1847 dipinse una Crocifissione per la chiesa del cimitero Nuovo di Poggio Reale, su incarico di Ferdinando II, opera che riscosse un grande apprezzamento di pubblico e critica, tanto che venne considerata come il dipinto più rappresentativo del pittore, fattispecie che probabilmente indusse Morani ad affrontare le tematiche sacre in diverse occasioni, come nell’opera qui presentata, in cui spicca la qualità esecutiva e l’armonia nell’uso del colore.
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Lotto 58 Gaetano Previati Ferrara 1852 – Lavagna 1920 LE TRE MARIE AI PIEDI DELLA CROCE olio su tela, cm 100x79,3 Firmato in basso a sinistra: Previati Provenienza: Milano, Galleria Pesaro (etichetta al retro) Milano, Collezione Chierichetti (etichetta al retro) L’opera si colloca tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. Del soggetto sono note tre versioni: la prima (olio su tela, cm 125x171) oggi conservata in una collezione privata (cfr. Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del simbolismo europeo, catalogo della mostra, Milano, Palazzo Reale, 8 aprile – 29 agosto 1999, n. 34, p. 157), la seconda sempre in collezione privata dal formato orizzontale con quattro donne piangenti ai piedi della Croce (cfr. op. cit., p. 156), e la terza dal formato verticale di ubicazione sconosciuta (cfr. op. cit., p. 63; S. Asciamprener, Gaetano Previati. Lettere al fratello, Milano 1946, tav. VII; T. Fiori, Archivi del Divisionismo, Roma 1968, n. III.89, tav. 508). Dell’opera è anche noto un disegno preparatorio, carboncino nero su cartone, mm 550x347 (cfr. Gaetano Previati 1852-1920. Un protagonista del simbolismo europeo, catalogo della mostra, Milano, Palazzo Reale, 8 aprile – 29 agosto 1999, n. 65a, p. 233), in cui l’analogia con l’opera presentata è ancor più evidente.
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Lotto 59 Tranquillo Cremona Pavia 1837 – Milano 1878 CONFIDENZE acquerello su cartoncino, cm 25,5x18,2. L’opera è in relazione con altri due esempi di analogo soggetto e dimensioni: la prima, acquarello su carta, cm 23x17 (cfr. R. Bossaglia, Tranquillo Cremona. Catalogo Ragionato, Federico Motta Editore, Milano 1994, n. 217, p. 188), la seconda, di analogo supporto e tecnica, cm 22x18 (cfr. op. cit., n. 214, p. 187).
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Lotto 60 Giuseppe Amisani Mede Lomellina 1879 – Portofino 1941 RITRATTO FEMMINILE olio su tela, cm 121x114,5. Firmato in basso a sinistra: G Amisani
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Lotto 61 Giacinto Bo Montanaro Canavese 1832 - Torino 1912 A) MARINA olio su compensato, cm 29x60,7. Firmato in basso a sinistra: Bo B) MARINA olio su compensato, cm 29x60,7. Firmato in basso a destra: Bo
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Lotto 62 Giuseppe De Nittis Barletta 1846 – Saint-Germain-en-Laye 1884 VIALE DELLE TUILERIES pastelli su carta applicata su tela, cm 61x73. Provenienza: Milano, Collezione Biki Leonardi Milano, Porro & C., La Collezione Biki Leonardi Bouyeure, 12/10/2004, lotto n. 59 Opera archiviata presso la Fondazione Giuseppe De Nittis con il numero 119.