500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA
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Lotto 2 Antonio Fiordibello (Modena 1510 - ivi 1574)
Inquisizione - Pio IV - Regno di Portogallo e Algarve - ebrei e mussulmani convertiti - India (America?) e gemme
Minuta di lettera papale autografa
Due pagine in-4, su bifolio
Firma/data: 10 settembre 1562
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Nella missiva, autografa e vergata in splendida grafia bastarda, Fiordibello comunica, in qualità di segretario di Papa Pio IV, al sovrano Sebastiano I (1554–1578), Re di Portogallo e d’Algarve, di avere ricevuto con i dovuti onori il suo emissario, l'umanista Alvaro de Castro, e ringrazia per l’invio di quei doni che erano stati trattenuti in Spagna e che dice volentieri accolti come «pietatis indicium» poiché «abbiamo cara più la pietà che tutte le gemme dell’India». Inoltre circa il problema «novorum christianorum qui in regno tuo sunt» il parere di Fiordibello è che non si debba fare in alcun modo grazia per coloro che abbiano ammesso di aver compiuto atti contro la religione cattolica, ma, al contrario, che in nessun modo il sovrano ostacoli l’opera dell’Inquisizione ed anzi favorisca coloro che sono impegnato in questo compito" ("nos in animo non habuimus nec habemus gratiam illis facere delictorum, quae adversus religionem admiserint: nec impedire ulla in re Sanctae Inquisitionis: sed ei potius favorem omnem ad illos in officio continendos impedere"). L'inquisizione era stata introdotta in Portogallo nel 1536 dal padre di Sebastiano, Giovanni III Giovanni III d'Aviz, detto il Pio (1502-1557). Alvaro de Castro fu governatore civile di Lisbona. Due pagine in-4, su bifolio. -
Lotto 3 Gaetano Baluffi (Ancona 1788 - Imola 1866)
Polemiche sulla forma della messa
Tre lettere firmate
Quattro pagine in-4, su bifolii
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 3
Ecclesiastico e diplomatico, vescovo di Bagnorea (1833-36) e poi nunzio (1836-42) in Colombia, trasse da quell'esperienza un importante libro ("L'America un tempo spagnuola riguardata sotto l'aspetto religioso", 1844). Fu poi arcivescovo di Camerino (1842), vescovo di Imola e infine Cardinale (1846). Tre lettere firmate, risalenti agli anni 1850-1858. La prima diretta al canonico Bosi, prevosto del R.mo Capitolo di Lugo. "Non sono punto soddisfatto della risposta di codesto R.mo Capitolo 4 corrente, in ordine alla Messa letta che ne' giorni feriali di Quaresima deve celebrarsi in codesta Collegiata immediatamente prima della predica...". Le altre sono dirette al prevosto Carlo Cavina e canonici della collegiata di Lugo e riportano auguri natalizi. Quattro pagine in-4, su bifolii. -
Lotto 6 Antonin Cloche (Saint-Sever 1628 - Roma 1720)
Ordine dei Predicatori
11 lettere autografe firmate
8 documenti manoscritti con sigillo e sottoscrizioni autografe
1 lettera del vescovo di Todi
2 minute di lettere di autori non identificati e una memoria
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 23
Maestro generale dell'Ordine dei predicatori, proveniente da una ricca famiglia francese entrò nell'Ordine dominicano nella provincia di Tolosa, nel 1644, nel convento dei giacobini di Saint-Sever, fondato nel 1280 da Eleonora di Castiglia, moglie di Edoardo I d'Inghilterra. Il convento, che era stato gravemente danneggiato dagli ugonotti guidati da Gabriele I di Montgomery nel 1569 e che nel 1572, era in gran parte in rovina. Frequentò il noviziato e fu ordinato sacerdote a Tolosa il 25 marzo 1651. Nel capitolo generale del giugno 1686, fu eletto all'unanimità il maestro generale, una posizione che mantenne fino alla sua morte. Cloche non lasciò alcuna importante opera accademica scritta, ma un gran numero di lettere indirizzate ai suoi fratelli dell'Ordine durante gli anni del suo governo, promuovendo lo studio delle Sacre Scritture e gli scritti di San Tommaso d'Aquino, studi che conobbero un invigorimento negli ultimi anni del XVII secolo. Inoltre nelle sue lettere ha incoraggiato la consultazione e la conservazione degli antichi manoscritti e documenti che i conventi dell'Ordine conservavano nei loro archivi per procedere alla stesura di una nuova storia dell'ordine. Come risultato di questo sforzo, a lungo termine appariranno due opere fondamentali: la biblioteca di autori domenicani, Scriptores ordinis praedicatorum, diretta da Jacques Quétif e Jacques Échard, Parigi, 1719-1810 (3 volumi); la raccolta delle bolle papali di Tomás Ripoll, pubblicata con la collaborazione di Antonin Brémond in otto volumi tra il 1729 e il 1740. Sotto il magistero di Juan Tomàs de Rocaberti e di Antonio de Monroy fu l'inviato ufficiale del Maestro presso il Regno di Francia. Nel 1686 venne eletto all'unanimità maestro generale dell'Ordine dei predicatori.
Importante e ampio insieme di documenti relativi all'illustre ecclesiastico e predicatore francese.
- 11 lettere autografe firmate dirette al cardinal Galeazzo Marescotti (1627-1726). Le missive, risalenti all'arco cronologico 1701-1704, vertono su temi ed argomenti di diverso genere: dalla messa da "dire avanti la congregazione del Soffragio" in S. Niccolò da Tolentino per ordine del Conte Carpegna, ai privilegi richiesti per l’Ordine dei Predicatori, alle modifiche alle costituzioni generali di diversi Ordini. Cloche infatti fu tra i revisori delle regole e delle costituzioni delle monache di S. Domenico.
- 8 documenti manoscritti (attestazioni relative alle costituzioni e alla prassi dell'Ordine dei Predicatori) con sigillo e sottoscrizioni autografe del Cloche e di altri frati appartenenti all’Ordine.
- 1 lettera del vescovo di Todi, il cardinal Filippo Antonio Gualterio (1660-1728), nunzio apostolico in Francia e vicino agli Stuart.
- 2 minute di lettere di autori non identificati e una memoria intitolata 'Ricordo al padre reverendo nostro generale delle attioni fatte in Napoli dal padre Provinciale d’Abruzzo nel visitare i conventi di detto luogo'.
Il lotto costituisce un insieme di straordinario interesse per la storia dei Predicatori alle soglie del Settecento, mettendo in luce due personaggi di straordinario livello come il Padre Cloche, eletto maestro generale dell’Ordine all’unanimità nel 1686, ed il Cardinal Marescotti, tra i più longevi e attivi della storia della Chiesa. -
Lotto 7 Michele Da Carbonara (Carbonara Scrivia 1836 - ivi 1910)
Eritrea
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Keren, 27 febbraio 1897
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata del frate cappuccino, missionario e esploratore - primo Prefetto Apostolico dell’Eritrea - diretta al Capitano Ademollo che viene pregato di prolungare la licenza ad un soldato che si deve sposare. Keren, 27 febbraio 1897. "Il latore della presente è quegli a cui V.S. ebbe la bontà di dargli licenza di andare a isposare. Ma andò e non è potuto andare il sacerdote". Una pagina in-8 su carta intestata 'Prefettura Apostolica dell’Eritrea'. -
Lotto 8 Beato Andrea Carlo Ferrari (Lalatta di Palanzano 1850 - Milano 1920)
Gaetano Deho
Lettera autografa firmata
Una pagina in-16
Firma/data: Pasqua del 1917
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata Pasqua del 1917 dell'illustre prelato, arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921, creato Cardinale da Leone XIII nel 1894, in risposta agli auguri ricevuti dall'avvocato Gaetano Deho. Definito dai contemporanei come ottimo pastore e teologo, venne in seguito accusato di modernismo: ciò lo portò in contrasto con papa Pio X che egli stesso aveva inizialmente sostenuto come patriarca di Venezia. Le relazioni tra i due si ammorbidirono infine nel 1912, ma monsignor Ferrari riuscì a recuperare solo con l'elezione di Benedetto XV al soglio di Pietro. La causa per la sua canonizzazione si aprì nel 1963, al termine della quale ottenne il titolo di Servo di Dio. Proclamato venerabile nel 1975 da Paolo VI (uno dei suoi successori alla cattedra episcopale milanese), venne proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1987.
Pagina in-16 obl., su carta intestata. E' unita busta con indirizzo dattiloscritto. -
Lotto 9 Pietro Gasparri (Capovallazza di Ussita 1852 - Roma 1934)
Storia Ecclesiastica
Documento autografo firmato
Una pagina in-8
Firma/data: 11 Maggio 1922
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Documento autografo firmato datato 11 Maggio 1922 dell'ecclesiastico, Cardinale dal 1907 e Nunzio Apostolico in Brasile. Quietanza di pagamento "per missioni in Africa". Una pagina in-8 (modulo a stampa). -
Lotto 10 Bernardino Honorati (Jesi 1724 - Senigallia 1807)
Insolvenza - Conte Gianfrancesco Ripanti di Jesi
Lettera firmata
Una pagina in-4
Firma/data: Sinigaglia 16 Gennaro 1783
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera firmata datata, Sinigaglia 16 Gennaro 1783 del vescovo di Senigallia, nunzio apostolico a Firenze e Venezia, nominato Cardinale nel 1777 da Pio VI, indirizzata al Conte Gianfrancesco Ripanti di Jesi, su questioni pecuniarie. "Benché il Sig. Teodoro Carletti, cui ho fatto nota la di lei lettera neghi assolutamente d'aver promesso di pagare gli emolumenti da lei indicati, confessando solo, che avrebbe ceduto alla mia autorità, se gli l'avessi precisamente comandato; nondimeno io spererei, che dopo tante insistenze discenderà a fare qualche sforzo per far quest'affare finito; pertanto Ella me conceda un poco di tempo, affinché io possa dargli l'ultimo sprone...". Una pagina in-4, indirizzo manoscritto e traccia di sigillo alla quarta. -
Lotto 11 Luigi Jona (Trevi nel Lazio 1811 - Montefiascone 1863)
Tuscia. Storia di una vedova (quasi) allegra
Firma autografa su documento manoscritto
Una pagina in-4
Firma/data: Montefalisci hac die vigesima secunda Septembris 18quinquagesimiquarti
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Firma autografa su documento manoscritto datato Montefalisci hac die vigesima secunda Septembris 18quinquagesimiquarti del vescovo di Montefiascone (dal 1854), relativo alla vicenda di una vedova, Maddalena, che, resa gravida da un altro uomo, faticava ad accasarsi. Lo Jona ospitò Pio IX in visita a Montefiascone nel Palazzo vescovile. Promulgò avvisi sacri sia in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata sia per chiedere preghiere e atti di pietà ai fedeli per lo scampato pericolo dall’epidemia di colera che imperversò nella Tuscia nel 1855-1856. Una pagina in-4 obl., in latino, su carta intestata. -
Lotto 12 [Papa Leone XIII (Carpineto Romano 1810 - Roma 1903)]
Constantino Contini
Documento membranaceo firmato
Una pagina
Firma/data: 1889
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Documento membranaceo (21,5 x 30 cm) datato al 1889. Firmato da vari prelati. Timbro papale. Si parla di questioni relative all'arciprete "Constantino Contini" di Sellano, responsabile anche della collegiata di Santa Maria della Città, dottore di filosofia e di teologia. -
Lotto 13 Santa Giacinta Marescotti (Vignanello 1585 - Viterbo 1640)
Reliquia e certificazione sulla licenziosa santa
Legno e documento a stampa
Una pagina in-8
Firma/data: Viterbo 28 Agosto 1843
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Documento a stampa (in parte manoscritto) datato Viterbo 28 Agosto 1843 firmato dal Presidente del Monastero di San Bernardino della città di Viterbo nel quale si attesta "che la qui sigillata crocetta è del legno della cassa in cui per più anni è stato il Corpo di S. Giacinta Marescotti, Religiosa dello stesso Venerabile Monastero". Una pagina in-8 obl. Su carta filigranata con sigillo in ceralacca rossa sotto carta.
Figlia del conte Marcantonio Marescotti e di Ottavia Orsini, Contessa di Vignanello (il cui padre aveva realizzato il Parco dei Mostri di Bomarzo), studiò, assieme alle sue due sorelle Ginevra e Ortensia, al convento di San Bernardino a Viterbo. Al termine degli studi Ginevra rimase in convento e prese il nome di Suor Immacolata. Membri di una famiglia assai potente ed illustre (che amava far risalire la propria origine ad un certo Mario Scoto, leggendario scozzese alleato di Carlo Magno nella guerra contro i Saraceni), Clarice e Ortensia furono introdotte nelle migliori case. Clarice era molto attratta dal giovane Paolo Capizucchi, ma egli chiese la mano della sorella minore Ortensia. Clarice ne rimase sconvolta e dopo qualche settimana decise di raggiungere la sorella Suor Immacolata a San Bernardino. Lì prese i voti, adottando il nome di Suor Giacinta. Fu una vocazione soltanto esteriore: in convento suor Giacinta tenne atteggamenti contrari alla disciplina della devozione. Anziché vivere in una cella, si fece arredare un intero appartamento nello stile delle sue stanze a Vignanello ed era servita da due giovani novizie. Condusse vita mondana e licenziosa fino al 1615, quando, in seguito ad una malattia, entrò in una crisi spirituale: si ritrovò sola e gridò forte: "O Dio ti supplico, dai un senso alla mia vita, dammi la speranza, dammi la salvezza!". Era profondamente sincera e Dio la ascoltò. Il giorno dopo venne a trovarla il Padre confessore, che però le negò l'assoluzione; la notte seguente Suor Giacinta trascorse l'intera notte pregando e provò una serenità ultraterrena. Si convertì e si diede ad esercizi di penitenza e di perfezione cristiana. Dedicò il resto della sua vita ad aiutare il prossimo. Dall'interno della clausura, moveva le fila di una fitta rete di aiuti ai poveri di Viterbo e, aiutata dal cittadino Francesco Pacini, fece nascere una confraternita laicale, detta dei Sacconi, col fine di raccogliere elemosine e soccorsi per i poveri. -
Lotto 14 Benedetto Aloisi Masella (Pontecorvo 1879 - Roma 1970)
Cardinali - Coetus Internationalis Patrum - conservatorismo cattolico
Ritratto fotografico con dedica autografa firmata
(cm 15x12,5)
Firma/data: Roma 24 dicembre 1946
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Ritratto fotografico con dedica autografa firmata datata Roma 24 dicembre 1946 del prelato, creato Cardinale da Pio XII il 18 febbraio 1946. Dopo la morte di Pio XII, che dal 1941 non aveva voluto nominare un nuovo camerlengo, il 9 ottobre 1958 fu eletto camerlengo dai cardinali presenti in attesa del conclave. Dal 1962 al 1965 partecipò al Concilio Vaticano II aderendo all'ala conservatrice del Coetus Internationalis Patrum, e durante il suo corso votò nel conclave che elesse, nel 1963, papa Paolo VI. Si dimise da prefetto della Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti l'11 gennaio 1968. -
Lotto 16 Filippo Monacelli (Fossombrone 1762 - Pesaro 1839)
Assenza di vocazione - Fossombrone
Lettera autografa firmata
Una pagina in-4, su bifolio
Firma/data: Fossombrone 17 Giugno 1821
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata Fossombrone 17 Giugno 1821 del prelato, vescovo di Ripatransone (1824) e in seguito di Pesaro (1828), diretta a Raffaele Bertinelli. "Il di Lei fratello Sig. Mattia è molto tempo che ha mostrato poca voglia per lo stato ecclesiastico e si era dichiarato anche con qualche suo confidente e lo mostrava dall'avversione al servizio della Chiesa, ma in vicinanza della ordinazione non potendo più resistere ai rimorsi della coscienza si è aperto con me, e col vescovo di non aver vocazione...". Una pagina in-4, su bifolio. Indirizzo autografo e timbri postali alla quarta.
Bertinelli ebbe un ruolo importante nel rappresentare fossombrone ad Ancona, nell'udienza concessa alle comunità locali da Papa Gegorio XVI il 15 e 16 settembre 1841. Curioso che il giovane abbia affidato al vescovo il compito di convincere la famiglia sulla propria mancanza di vocazione. -
Lotto 18 Domenico Silvio Passionei (Fossombrone 1682 - Eremo di Camaldoli 1761)
Giulio Visconti Borromeo Arese (Milano 1667 - Milano 1750)
Henri-Osvald de la Tour d’Auvergne (Barcy 1671 - Parigi 1747)
Storia ecclesiastica
Due carteggi
46 pagine
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 23
Domenico Silvio Passionei, cardinale, politico e intellettuale italiano, nel 1712 fu presente a Utrecht come rappresentante della Santa Sede e sostenne la questione degli aspetti relativi alla fede cattolica stabiliti nel Trattato di Munster alla fine della Guerra dei Trent'anni in rapporto con quanto stabilito nel Trattato di Ryswich alla fine della Guerra della Lega d'Augusta. Ordinato sacerdote nel 1721 divenne nunzio apostolico a Lucerna in Svizzera e nel 1730 fu promosso nunzio in Austria, a Vienna. Nel 1741 fu nominato vice-bibliotecario della biblioteca Vaticana sotto il cardinale Angelo Maria Quirini al quale succedette nel 1755. Durante questo incarico si dedicò al recupero ed al restauro di molti libri antichi. Si impegnò inoltre alla selezione di una preziosissima raccolta di testi per la sua personale biblioteca costituita da oltre 32.000 e per la quale nel 1755 offrì l'impiego di bibliotecario a Johann Joachim Winckelmann. Passionei condivideva le idee gianseniste e difendeva alcuni autori, come Montesquieu, inclusi nell'indice dei libri proibiti.
La sua imponente collezione libraria è oggi custodita all'interno della Biblioteca Angelica a Roma.
Il primo carteggio, autografo di Domenico Silvio Passionei e del Conte Giulio Visconti Borromeo Arese politico e militare italiano, Viceré di Napoli tra il 1733 ed il 1734, è composto da 14 manoscritti relativi al nipote Lodovico Passionei e lettere inerenti alle comunicazioni tra Domenico Silvio Passionei ed il Conte Giulio Visconti Borromeo Arese. Il carteggio comprende 4 missive con postilla e firma autografe di Passionei al Visconti (tutte da Roma tra il 2 gennaio 1745 ed l’8 dicembre 1746) e 10 minute interamente autografe del Visconti al Passionei (da Milano, Leinate, Arcisate, Gavirate, tra il 13 dicembre 1741 ed il 20 dicembre 1747) relative a temi diversi tra cui si segnalano questioni relative a chierici ed il matrimonio della figlia Maria Elisabetta Visconti con Pompeo Giulio Litta dal quale nacque il ramo Litta Visconti Arese.
Il secondo carteggio manoscritto è inerente alla Famiglia Passionei di Fossombrone
Nel carteggio sono compresi una missiva a carattere personale con sottoscrizione autografa di Lodovico Passionei redatta a Fossombrone il 3 ottobre 1747, due estratti da sentenze e cause discusse dal Cardinal Passionei e suo fratello Guido (non autografe), una supplica sottoposta dal Cardinal Domenico Passionei a Papa Benedetto XIV (non autografe), una lettera firmata e postillata dal celebre Cardinal Henri-Osvald de la Tour d’Auvergne al Card. Passionei, redatta a Parigi il 4 dicembre 1745 ed infine un'ampia e bella lettera vergata dal conte Guido Passionei, fratello del cardinale, e redatta a Fossombrone il 5 aprile 1709. In quest'ultima missiva il Conte Guido Passionei presenta una supplica affinché un suo compaesano il Caporal Camillo Ingegneri, non venga messo a riposo dall'esercito dopo aver servito il Papa come soldato a cavallo e nella fanteria. Infine 'Elogio storico del cardinale Domenico Passionei' composto dal Signor Le Beau, stampato in Roma presso le Stampe del Salomoni nel 1763 (18 pagine). -
Lotto 19 Adeodato Piazza (Vigo di Cadore 1884 - Roma 1957)
Nomina del canonico della Basilica di San Marco
Firma autografa su lettera dattiloscritta
Una pagina in-4
Firma/data: Venezia 8 settembre 1945
Stato di conservazione: buono
Numeto componenti del lotto: 1
Firma autografa su lettera dattiloscritta datata 'Venezia 7 settembre 1945' del Cardinale e Patriarca di Venezia Adeodato Piazza. Nacque a Vigo di Cadore il 30 settembre 1884 e fu battezzato col nome di Giovanni. Entrò nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi e nel 1907 emise a Venezia i voti solenni prendendo il nome di Adeodato di San Giuseppe e, l'anno seguente ricevette l'ordinazione sacerdotale, a Venezia, per imposizione delle mani del cardinale Aristide Cavallari, patriarca di Venezia. Fu insegnante di filosofia e teologia e, durante la prima guerra mondiale, cappellano militare. Pio XI elesse Piazza Arcivescovo di Benevento nel 1930, carica che tennefino al 1935. Sempre Pio XI lo elevò al rango di cardinale presbitero nel concistoro del 1937. Nel 1938 pubblicò una lettera pastorale in cui giustificava la legislazione antisemita italiana, affermando: "Sono gli stessi ebrei, con i loro comportamenti, che in ogni tempo e in ogni luogo provocano queste reazioni". Uomo di carattere risoluto, durante il secondo conflitto mondiale ottenne che grosse partite di derrate alimentari giungessero in città; insieme a mons. Olivotti iniziò un'opera di assistenza per migliaia di ragazzi bisognosi di cure. Il 2 aprile 1945 fu padre Giulio Mappelli, incaricato dal cardinale, ad accompagnare i membri del CLN al comando tedesco dove fu raggiunto l'accordo per l'abbandono di Venezia da parte delle truppe di occupazione. Denunciò, con il vescovo di Trieste e Capodistria, le barbarie dell'immediato dopoguerra che avvenivano in territorio giuliano, istriano e dalmata. Nel 1948 papa Pio XII lo nominò segretario della Sacra Congregazione concistoriale, e quindi cardinale vescovo il 14 marzo 1949. La missiva, diretta al rettore del Seminario Patriarcale Ettore Bressan, verte su questioni relative alla Basilica di San Marco di Venezia: "Te, exemplari modestia ornatum, de cuius sollecitudine in animarum ministerio, praesertim in Moderatione Seminarii Nostri Patriarchalis Nostrae Basilicae hodierna die, audito nostro Capitulo, elegimus et nominamus cum omnibus privilegis...". Una pagina in-4, su carta intestata. Unita busta. -
Lotto 20 [Pio VII (Cesena 1742 - Roma 1823)]
Supplica per la Basilica di San Lorenzo in Damaso
Documento manoscritto
Due pagine in-8, su bifolio
Firma/data: die 15 Julii 1823
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Documento manoscritto datato 'die 15 Julii 1823', scritto un mese prima della morte del Pontefice. La supplica è rivolta al Santo Padre: "...perché si degni perpetuare..." alcuni altari nella Basilica di San Lorenzo in Damaso, presso Roma, "... quello del SSmo Rosario...quello del'Addolorata e quello di S.? Damaso, ove esiste' l'intero corpo di questo S.? Pontefice fondatore di I.a? Basilica." La Basilica di San Lorenzo in Damaso è una delle chiese di Roma dalle origini più antiche. La tradizione vuole che nel 1577 il Cardinale Alessandro Farnese il giovane abbia fatto traslare le spoglie di Papa Damaso I, insieme a quelle di Papa Eutichiano, nella basilica. Riccamente adornata di opere d’arte, nel 1798 fu trasformata in scuderie per le truppe francesi di Napoleone e gravemente deteriorata. Venne quindi restaurata da Giuseppe Valadier nel 1807 e nel 1816-1820, quando fu eliminata la confessione che, insieme all’abside, Gian Lorenzo Bernini aveva realizzato nel 1640 per volere del cardinale Francesco Barberini, trasformando il presbiterio in sontuose forme barocche. Ulteriori restauri furono eseguiti nel 1868 da Virginio Vespignani che ripristinò le linee rinascimentali della chiesa, eliminando quasi del tutto gli interventi successivi. La chiesa assunse così l’aspetto attuale, fatta eccezione del soffitto ligneo, ricostruito in seguito all’incendio del 31 dicembre 1939. Due pagine in-8, su bifolio, sigillo in cera sotto carta. -
Lotto 21 [Felicissimo Salvini (Nocera Umbra 1803 - Macerata 1893)]
Costituzione apostolica 'Quod Divina Sapientia'
Diploma a stampa con sottoscrizione della cancelleria arciepiscopale
In-Folio
Firma/data: E Camertinae Universitatis Aula die 21 Julii 1847
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Diploma a stampa datata 'E Camertinae Universitatis Aula die 21 Julii 1847'. Sulla base della Costituzione apostolica emanata nel 1824 da Leone XII 'Quod Divina Sapientia' l'alto prelato conferisce il primo premio in 'Schola Pathologiae' ad Agostino Baroni. Il documento costituisce uno tra i primi atti emanati nel lungo governo del Salvini, che resse la cattedra di Camerino dall’aprile 1847 sino alla morte nel 1893 e alle ampie consuetudini instaurate tra la sede arcivescovile e l’università locale. In-Folio. Bel sigillo in cera sotto carta, ottimamente conservato. -
Lotto 22 [Bonaventura Secusio (Caltagirone 1558 - Catania 1618)]
Teatini a Catania
Documento firmato
Una pagina in-8
Firma/data: Platì 2 luglio 1620
Stato di conservazione: buono (lievi fioriture; foro in corrispondenza della firma)
Numero componenti del lotto: 1
Bel documento firmato, datato 'Platì 2 luglio 1620'. Si conferisce la chiesa di San Lorenzo all'Ordine religioso dei chierici regolari teatini. Una pagina in-8 obl. -
Lotto 23 [Papa Gregorio XVI (Belluno 1765 – Roma 1846)]
Casimiro Rossi
Documento manoscritto
Quattro pagine in-4
Firma/data: 23 marzo 1842
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 2
Lettera apostolica,datata '23 marzo 1842', nella quale viene assegnato un beneficio ecclesiastico a Casimiro Rossi, abate dell'Abbazia di Santa Maria della Piana nella diocesi di Senigallia. Quattro pagine in-4, in lingua latina. Casimiro Rossi di Cento († nel 1869) fu l'ultimo abate commendatario dell'Abbazia, prelato di fama per le sue conoscenze in giurisprudenza. E' accluso un documento (Due pagine in-8) contenente liste di spesa. -
Lotto 24 Giuseppe Maria Sisto y Britto (1718 - 1796)
Monsignor Casati
Lettera firmata
Una pagina in-4
Firma/data: Roma 27 Feb. 1768
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera firmata, datata 'Roma 27 Feb. 1768' dell'ecclesiastico, vescovo di Sora (dal 1768 alla morte) diretta a Monsignor Casati, vescovo di Mondovì, al quale comunica di essere stato prescelto per il prestigioso incarico di vescovo: "Nella destinazione, che s'è degnato fare il S.Padre della mia persona al governo della Chiesa di Sora di cui avanzo subito a V.S. Ill.ma e R.ma La notizia...". Una pagina in-4. -
Lotto 25 Michele Spinelli (XVIII-XIX secolo)
Storia Ecclesiastica
Lettera autografa firmata
Una pagina
Firma/data: Roma, 9 febbraio, 1810
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata dal padre teatino Michele Spinelli, superiore dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini, nella quale si concede la possibilità a: 'Josepho Mariae Castellamonte Professo' di insegnare la 'Scientia... nulloque impedimento canonico teneri...' e in particolare lo si presenta al cardinale vicario o al suo vice -in considerazione del fatto che egli è deputato all'amministrazione del sacramento della penitenza presso i Teatini - perché sia esaminata la sua dottrina e sia ammesso all'esercizio del sacramento per uomini e donne presso la chiesa di Santa Andrea della Valle a Roma.
Una pagina. -
Lotto 26 Domenico Svampa (Montegranaro 1851 - Bologna 1907)
Giovanni Tebaldini
Righi autografi su biglietto da visita
Una pagina
Firma/data: Loreto 11.12.1904
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Righi autografi su biglietto da visita dell'arcivescovo di Bologna e Cardinale Domenico Svampa, datati 'Loreto 11.12.1904', indirizzati al compositore, musicologo e direttore d'orchestra Giovanni Tebaldini. Domenico Svampa nel 1861 entrò nel Seminario di Fermo, dove nel 1867 conobbe don Giovanni Bosco, venuto a far visita all'arcivescovo Filippo de Angelis. Svampa nel 1872 vinse il concorso d'ammissione ed entrò nel Seminario Pio di Roma, poi accorpato nel 1913 dal Pontificio Seminario Romano Maggiore, insieme ad altri due seminaristi, Roberto Papiri di Montefortino (futuro arcivescovo e principe di Fermo) e Raffaele Astorri (futuro protonotario apostolico e vicario generale di Fermo). Dopo un breve periodo passato nella sua terra natale, papa Leone XIII lo chiamò ad insegnare al Seminario di Sant'Apollinare. L'11 dicembre 1886 venne nominato cameriere segreto soprannumerario di Sua Santità ed il 28 maggio 1887 venne nominato vescovo di Forlì. Nel concistoro del 18 maggio 1894 papa Leone XIII lo proclamò cardinale destinandolo all'arcidiocesi di Bologna. Il 22 giugno ricevette la nomina a cardinale presbitero di Sant'Onofrio e fino alla creazione del cardinale Pietro Maffi, effettuata da Pio X, fu il porporato italiano più giovane. Accolse le più svariate iniziative, ad esempio, istituì le casse rurali, il giornale cattolico l'"L'Avvenire d'Italia", il “Piccolo credito romagnolo” e un istituto d'istruzione per il popolo insieme ai salesiani fondati proprio dal suo caro amico Don Bosco. Il 30 maggio 1903 pubblicò la notificazione per la festa del Corpus Domini per compendiare l'enciclica di papa Leone XIII, "De Sanctissima Eucharistia". Nell'agosto dello stesso anno partecipò al conclave, durante il quale era uno dei sette cardinali con maggiori probabilità di essere eletto papa, ma un ictus gli paralizzò il viso durante le cerimonie di apertura e gli rese difficile parlare, lo afflisse e per questo non fu scelto e votò per il cardinale Sarto, futuro Papa Pio X. Il cardinale Svampa fu precursore della riconciliazione fra Stato Italiano e Chiesa cattolica e si ritrovò al centro di un delicatissimo caso diplomatico che creò non poco scalpore in Italia e in Europa. Vittorio Emanuele III si recò a Bologna nel 1904; il cardinale, conscio dei rapporti tesi fra Santa Sede e Monarchia, desiderava poter accogliere il Re senza contrariare il Pontefice, e per tale motivò inviò in Vaticano il legale della Curia bolognese (avvocato R. Ambrosini) per chiedere il permesso di ossequiare il monarca italiano. Il Papa in persona incoraggiò il cardinale Svampa. Nelle ore successive l'alta nobiltà bolognese ed i rappresentanti della classe dirigente organizzarono un banchetto per rendere onore al Re e ovviamente l'invito fu esteso anche al cardinale Svampa, il quale accettò di partecipare nonostante non avesse ricevuto ancora un'approvazione esplicita dalla Santa Sede. L'unico inconveniente fu che il giorno del banchetto combaciava con un giorno di digiuno e quindi, per non creare disagi al cardinale, si organizzò un secondo "menù di magro". Proprio da questo espediente prese il titolo il libro di Giulio Andreotti, "Pranzo di magro per il cardinale". Purtroppo la lettera con il consenso del Papa - limitato ad un incontro personale e riservato di Svampa con il Re - arrivò in ritardo ed il cardinale partecipò al pranzo con il Re, suscitando non poco scalpore nei cattolici italiani e bolognesi. Tale evento rappresentava, per il popolo, un chiaro segno di distensione nei rapporti fra Santa Sede e Monarchia; il cardinale stesso ricevette numerosissimi biglietti e lettere di ringraziamento e lode da parte di molte persone legate soprattutto dell'area socialista e progressista e ciò non fu ben visto da Roma. Il Pontefice in persona riprese il cardinale Svampa scrivendo più lettere. L'umiliazione per lo Svampa fu enorme e lo spinse a rassegnare le dimissioni, che non furono però accolte. Egli continuò il suo ministero dalla malattia e dai tragici lutti che colpirono la sua famiglia nelle Marche. Il cardinale si spense il 10 agosto 1907 lasciando una grandissima eredità spirituale e la grande responsabilità di aver incominciato il lungo processo di riconciliazione fra Stato Italiano e Chiesa cattolica. Per tutto ciò che fece il New York Times gli dedicò ventidue articoli. -
Lotto 27 Pietro Tacchi Venturi (San Severino Marche, 1861 - Roma 1956)
Collegio San Francesco Saverio, Pina Tacchi Venturi
Tre lettere firmate
Tre pagine in-16
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 3
Tre lettere firmate (due integralmente autografe, la terza dattata con poscritto autografo) - (comprese tra il 1934 e il 1955) di uno dei più eminenti gesuiti del tempo - già grande tessitore della 'conciliazione' fra Papato e Italia fascista - e autorevole intellettuale cattolico Pietro Tacchi Venturi. Dopo aver terminato gli studi al Liceo Sant'Apollinare di Roma, entrò nella Compagnia di Gesù il 12 novembre 1878, cominciando il suo noviziato in Francia a Cossé-le-Vivien. Nel 1887 si iscrisse alla Sapienza, dove si laureò in lettere nel 1891. Il 28 luglio 1892 fu ordinato presbitero. Si guadagnò una reputazione come studioso di storia e di letteratura: i suoi articoli apparvero sulla "Civiltà Cattolica". Importante lavoro di Tacchi Venturi fu la pubblicazione di scritti inediti di Matteo Ricci, il missionario gesuita in Cina: le "Opere storiche del P. Matteo Ricci, S.J." furono stampate in due volumi nel 1911 e nel 1913 e contengono l'epistolario di Ricci e i suoi "Commentari della Cina". Tacchi Venturi divenne amico di Mussolini, prima che salisse al potere, per questa ragione divenne "lo strumento normale per i messaggi fra il papa e Mussolini". Questi rapporti con Mussolini furono ufficializzati quando papa Pio XI scelse padre Tacchi Venturi per negoziare l'acquisto dell'antica biblioteca di Palazzo Chigi dal governo fascista. La scelta di Mussolini di donarla diede l'avvio al processo di riconciliazione fra l'Italia e la Santa Sede, che era stato problematico dopo la conquista di Roma del 1870, che aveva privato il Papa del suo stato. Tacchi Venturi fu un negoziatore dei Patti Lateranensi (1929), che posero fine alla "Questione romana" e riconobbero la sovranità della Santa Sede e diedero origine allo Stato della Città del Vaticano. Il New York Times descrisse Tacchi Venturi come il "principale negoziatore, che rimane nell'ombra ed è quasi sconosciuto". Tacchi Venturi fu tenuto al corrente da Mussolini dei preparativi per le leggi razziali fasciste ed espresse riserve sull'effetto delle leggi sui cattolici, sia per i matrimoni misti sia per gli ebrei convertiti al Cattolicesimo. In particolare, Tacchi Venturi cercò di evitare il divieto di matrimoni fra "ariani" e "non ariani". Dopo che i suoi tentativi di mitigare le leggi razziali ebbero scarso frutto, padre Tacchi Venturi intervenne presso Mussolini per richiedere esenzioni per singoli casi, tanto di ebrei convertiti al cristianesimo quanto di ebrei che professavano il giudaismo. Dopo l'elezione di Pio XII nel conclave del 1939, fu annunciato che don Francesco Tomasetti, procuratore generale dei Salesiani, avrebbe sostituito Tacchi Venturi come messaggero non ufficiale fra il Papa e Mussolini. Tacchi Venturi rimase il rappresentante ufficiale presso la Direzione della Polizia e il Consiglio superiore sulla demografia e la razza. In qualche occasione si servì della sua influenza per agevolare ebrei convertiti al Cattolicesimo. Dopo la morte di Mussolini, Pietro Tacchi Venturi, ormai ottantaquattrenne, non ebbe più ruoli di rilievo e si dedicò nuovamente all'attività di storico. Le missive sono dirette ad alcuni famigliari: "La tua lettera ultima è veramente deliziosa, rallegra con le più dolci speranze gli estremi miei giorni e penso che tu e Pino non potrete mai benedire Idio che ha singolarmente benedetto la vostra unione...". Tre pagine in-16 obl. (due su carta intestata 'Collegio S. Francesco Saverio'). E' unita una busta viaggiata con indirizzo autografo. -
Lotto 28 Placido Maria Tadini (Moncalvo 1759 - Genova 1847)
Reale Basilica di Superga
Lettera autografa firmata
Una pagina in-4, su bifolio
Firma/data: Genova li 27 Giugno 1842
Stato di conservazione: buono (lievi strappi al margine destro)
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata 'Genova li 27 Giugno 1842' dell'illustre ecclesiastico, arcivescovo di Genova (dal 1832) e Cardinale (elevato da Gregorio XVI dal 1835) diretta al preside di teologia morale ed eloquenza sacra della Reale Accademia di Superga. "Rendo i miei più cordiali ringraziamenti a V.S. Rev.ma dell'erudito e leggiadro libro sulla Reale Basilica di Superga. io l'ho letto con piacere e molto m'è piaciuto, e per l'eleganza con cui è scritto, e per i principi...". Una pagina in-4, su bifolio. Indirizzo autografo e traccia di sigillo alla quarta. -
Lotto 29 Ascanio Turamini (Siena 1586 - 1647)
Maremma
Lettera autografa firmata
Una pagina in-4
Firma/data: Roccastrada 5 8bre 1646
Stato di conservazione: buono (macchia di umidità; lacuna al margine inferiore, non lede il testo)
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata 'Roccastrada 5 8bre 1646' del prelato, vescovo di Grosseto Ascanio Turamini. Esercitò, a Siena, la professione di avvocato e fu anche docente di diritto civile presso l'ateneo senese. Venne nominato vescovo di Grosseto il 2 marzo 1637 e consacrato tredici giorni dopo dal cardinale Francesco Maria Brancaccio. Tra le iniziative, ci fu l'ampliamento della chiesa parrocchiale di San Nicola a Roccastrada e il nuovo regolamento per le monache del convento delle Clarisse. Sotto il suo vescovato venne nuovamente consacrato il duomo di Grosseto. La missiva è relativa alla pratica del commercio da parte degli ecclesiastici in Maremma: "dalla quale si possa sperare buon esito già che per altra maniera, o sarà in tutto tolto il comercio alle persone ecclesiastiche in giudizio...". Una pagina in-4.