ASTA 256 - DIPINTI E DISEGNI DAL XIV AL XIX SECOLO Con una selezione di sculture e cornici
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Lotto 146 ARTISTA FIAMMINGO ATTIVO A ROMA, XVII SECOLO
Il palio dei somari
Olio su tela, cm. 94x122. Con cornice -
Lotto 147 MICHELANGELO CERQUOZZI (Roma, 1602 - 1660)
Erminia fra i pastori
Olio su tela, cm. 48,5x66. Con cornice
L'attribuzione a Michelangelo Cerquozzi è stata confermata dal Prof. Giancarlo Sestieri.
La nostra tela si inserisce con piena coerenza all'interno del catalogo di Cerquozzi, di cui esibisce le principali caratteristiche a livello di iconografia, composizione e stile. Il dipinto offre una lettura in chiave marcatamente bucolica e sin quasi pauperista dell'episodio tratto dalla Gerusalemme Liberata di Tasso in cui la principessa Erminia, in fuga da Tancredi che la insegue credendola l'amata Clorinda, viene ospitata in un idilliaco villaggio di pastori. L'episodio fu affrontato altre volte da Cerquozzi, per esempio nella tela già nella collezione romana Incisa della Rocchetta, che presenta corpose affinità con la nostra. -
Lotto 148 SCUOLA ROMANA, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Riposo durante la fuga in Egitto
Olio su tavola, Ø cm. 17,5. Con importante cornice antica. -
Lotto 149 CERCHIA DI GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI DETTO GUERCINO (Cento, 1591 - Bologna, 1666)
San Girolamo penitente nel deserto ode le trombe del Giudizio Universale
Olio su tela, cm. 94,5x113,5. Con cornice
Guercino ebbe una particolare predilezione per il tema di San Gerolamo nel deserto, che ebbe modo di sviluppare lungo l'arco della sua produzione in tutte le possibili declinazioni icongrafiche. La presente tela riveste un particolare interesse giacché testimonia quella che viene considerata l'a più tarda fra le varie versioni realizzate dal pittore, il cui prototipo autografo è oggi perduto. La composizione ci è però nota grazie a una bella copia di bottega conservata nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, della quale il nostro dipinto costituisce una fedele replica coeva.
PROVENIENZA:
Collezione privata, centro-Italia. -
Lotto 150 ARTISTA NAPOLETANO, XVII SECOLO
Tributo della moneta
Olio su tela, cm. 127x91,5. Con cornice -
Lotto 151 ARTISTA OLANDESE, XVII SECOLO
Paesaggio olandese con fiume barche e viandanti
Olio su tavola, cm. 17,5x26. Con cornice -
Lotto 152 ARTISTA FERRARESE, INIZIO XVII SECOLO
Giuseppe e la moglie di Putifarre
Olio su tela, cm. 93,5x116.
Il dipinto si concentra sul momento cruciale della narrazione del Genesi (19, 7-20) in cui la moglie di Putifarre, capo delle guardie del faraone, cerca invano di sedurre Giuseppe, figlio di Giacobbe e Rachele, che era stato acquistato come schiavo da Putifarre. La resistenza di Giuseppe fa infuriare la donna che per vendicare l'umiliazione subita lo accusa di avere attentato alla sua virtù e lo fa arrestare. La nostra tela, ricca di stimoli figurativi bolognesi e veneti, si qualifica subito come un notevole prodotto della scuola ferrarese di primo Seicento, in quella felice congiuntura che, oltre al capofila Scarsellino, coinvolge un gruppo di artisti di alto livello, oggi in piena fase di rivalutazione critica, come Carlo Bononi, Giuseppe Caletti e Camillo Ricci, allievo prediletto dello Scarsellino. -
Lotto 153 FRANCOIS VAN KNIBBERGEN (The Hague, 1596 - 1674)
Veduta fantasiosa di Tivoli con Tempio della Sibilla
Olio su tela, cm. 86x112,5. Con cornice
Il dipinto reca firma a pennello al margine inferiore destro: “F. VAN KNIBBERGEN". -
Lotto 154 GIOVANNI DOMENICO CAPPELLINO (Genova, 1580 - 1651)
Sansone e Dalila
Olio su tela, cm. 123,5x99. Con cornice
Il dipinto è accompagnato da un'expertise della Prof.ssa Anna Orlando disponibile in formato PDF.
Questo bel dipinto è stato riferito senza esitazioni da Anna Orlando alla mano del genovese Gian Domenico Cappellino, artista che attende ancora un adeguato approfondimento critico complessivo, ma che fu tra i protagonisti del rinnovamento culturale genovese in senso naturalista. Il dipinto, che costituisce una significativa aggiunta nel catalogo dell’artista, ancora in costruzione, rappresenta l’episodio biblico che vede Dalila tradire il suo amante nel gesto del recidergli una ciocca di capelli, mentre furtivamente si guarda le spalle. Questo episodio è stato affrontato più volte da Cappellino, che in questo caso sceglie di isolare le due figure per focalizzare l’attenzione sull’atto che porterà al drammatico epilogo. Le figure sono trattate in chiave marcatamente caravaggesca, mostrando l'allontanamento del pittore dalla lezione del suo maestro Giovanni Battista Paggi per guardare piuttosto alla pittura di Domenico Fiasella detto il Sarzana, al quale si avvicina nel terzo decennio del Seicento. -
Lotto 155 ARTISTA FRANCESE, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Le tre Grazie
Olio su tela, cm. 87,5x64. Con cornice
Il dipinto è accompagnato dall'Attestato di Libera Circolazione. -
Lotto 156 PIETER VAN LAER (Haarlem, 1599 ca. - 1642 ca.)
Il ciabattino
Olio su tela, cm. 31x26,5. Con cornice
Questa deliziosa coppia di scene di genere, proposta in due lotti consecutivi, rappresenta una sicura aggiunta al catalogo di Pieter Van Laer, soprannominato “Bamboccio” dai suoi sodali nella società della Bent, nella quale si ritrovavano artisti nordici di stanza a Roma. I due soggetti, attinti dall’osservazione curiosa e partecipe della vita quotidiana delle classi più umili, presentano alcuni dei caratteri più peculiari del pittore. Oltre alla tipicità dei soggetti, comuni alla poetica “bassa” e ordinaria distintiva della produzione dei bamboccianti, in queste tele si rinvengono agevolmente fisionomie, espressioni, posture e indumenti che ricorrono di continuo nelle figure protagoniste dei dipinti di Van Laer, al pari degli spazi architettonici o paesaggistici all’interno dei quali sono ambientate le scene. Consueto in Van Laer è il realismo esplicito e senza edulcorazioni delle situazioni descritte, non prive di una punta di compiacimento nell’assenza di filtri idealizzanti: tutti tratti che affiancano le nostre due tele a molte altre opere del Bamboccio, quali, ad esempio, il Venditore di ciambelle della Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma, il Cavaliere che si abbevera all’osteria, della Galleria Spada a Roma, la Sosta dei cacciatori, Cavallo e Cavaliere in una grotta, la Scuderia di campagna tutti conservati al Museo degli Uffizi di Firenze.
Questo lotto è il pendant del lotto successivo.
PROVENIENZA:
Collezione privata, Roma. -
Lotto 157 PIETER VAN LAER (Haarlem, 1599 ca. - 1642 ca.)
Sosta di contadini con mulo all'abbeveraggio
Olio su tela, cm. 31x26,5. Con cornice
Questa deliziosa coppia di scene di genere, proposta in due lotti consecutivi, rappresenta una sicura aggiunta al catalogo di Pieter Van Laer, soprannominato “Bamboccio” dai suoi sodali nella società della Bent, nella quale si ritrovavano artisti nordici di stanza a Roma. I due soggetti, attinti dall’osservazione curiosa e partecipe della vita quotidiana delle classi più umili, presentano alcuni dei caratteri più peculiari del pittore. Oltre alla tipicità dei soggetti, comuni alla poetica “bassa” e ordinaria distintiva della produzione dei bamboccianti, in queste tele si rinvengono agevolmente fisionomie, espressioni, posture e indumenti che ricorrono di continuo nelle figure protagoniste dei dipinti di Van Laer, al pari degli spazi architettonici o paesaggistici all’interno dei quali sono ambientate le scene. Consueto in Van Laer è il realismo esplicito e senza edulcorazioni delle situazioni descritte, non prive di una punta di compiacimento nell’assenza di filtri idealizzanti: tutti tratti che affiancano le nostre due tele a molte altre opere del Bamboccio, quali, ad esempio, il Venditore di ciambelle della Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma, il Cavaliere che si abbevera all’osteria, della Galleria Spada a Roma, la Sosta dei cacciatori, Cavallo e Cavaliere in una grotta, la Scuderia di campagna tutti conservati al Museo degli Uffizi di Firenze.
Questo lotto è il pendant del lotto precedente.
PROVENIENZA:
Collezione privata, Roma. -
Lotto 158 ARTISTA FRANCESE ATTIVO A ROMA, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Paesaggio con lago, fontana, grande vaso con mascheroni e figure
Olio su tela, cm. 73,8x91,5. Con cornice -
Lotto 159 CERCHIA DI GUIDO RENI, XVII SECOLO
Crocifissione con la Vergine, San Giovanni Evangelista e Maria Maddalena
Olio su tela, cm. 182x120. Con cornice
La tela deriva dal celebre dipinto di Guido Reni oggi conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. -
Lotto 160 ARTISTA FIAMMINGO ATTIVO IN ITALIA, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Natura morta con cacciagione e leprotto appeso
Olio su tela applicato su tavola, cm. 103x130,5. Con cornice
Questa bella natura morta di caccia combina un approccio analiticamente realista con una pennellata densamente pittorica. L'autore mostra qui una trama di riferimenti figurativi fiamminghi che muovono da Frans Snijders, grande animalista e padre putativo della natura morta di caccia, e dal suo allievo Jan Fijt. Dal punto di vista stilistico il nostro dipinto si apparenta con opere dello stesso genere eseguite in Italia da artisti fiamminghi specialisti nelle nature morte di caccia e con animali, quali Jacob van de Kerkhoven detto Giacomo da Castello e Johannes Hermans detto Monsù Aurora. -
Lotto 161 JOHANN HEINRICH ROOS (Francoforte, 1631-1685)
Paesaggio con armenti e rovine
Olio su tela, cm. 63x76. Con cornice
Il dipinto reca firma a pennello sul masso al margine destro sotto al toro al riposo: "J.H. ROOS".
Incollata al retro una vecchia perizia del Prof. Lowrence Haward, già curatore della City Art Gallery di Manchester, datata 24 Marzo 1944. -
Lotto 162 CARLO MARATTI (Camerano, 1625 - Roma, 1713), ATTRIBUITO
Ritratto di Sir Thomas Isham
Olio su tela, cm. 140x120. Con cornice
Il dipinto reca in alto a destra iscrizione a pennello: "SIR THOMAS ISHAM".
Nel 1667 Sir. Thomas Isham, nell'ambito del Grand Tour Italiano, viaggio canonico per la nobità inglese dell'epoca, trascorse dieci mesi a Roma. Oltre ad acquistare dipinti dei principali artisti attivi in quegli anni nell'Urbe, lord Isham si fece ritrarre da Carlo Maratti, all'epoca sovrano della pittura romana, nella tela oggi conservata presso Lamport Hall. Di questo ritratto esiste più di una versione licenziata dallo stesso artista con l'ausilio del suo atelier. -
Lotto 163 FRANCESCO FIDANZA (Roma, 1747 – Milano, 1819)
Veduta del porto di Messina
Olio su tela, cm. 62x89,5. Con cornice
BIBLIOGRAFIA:
L. Salerno, I pittori di Vedute in Italia, catalogo 90 A-1, p. 297. -
Lotto 164 HENDRICK MOMMERS (Haarlem, 1623 - 1697), ATTRIBUITO
Contadini che vendono ortaggi in un grande spiazzo assolato
Olio su tavola, cm. 48,5x68,5. Con cornice
PROVENIENZA:
Collezione privata, Roma. -
Lotto 165 GIAN DOMENICO VALENTINO (Roma, 1639 - Imola, 1715), ATTRIBUITO
Venditore di rame
Olio su tela, cm. 59x69. Con cornice
PROVENIENZA:
Collezione privata, Lazio. -
Lotto 166 ARTISTA OLANDESE ITALIANIZZANTE, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Paesaggio laziale di fantasia con rovine classiche, specchio d'acqua e figure
Olio su tela, cm. 84,5x115,5. Con cornice
Questo bel Capriccio, rivela esaurientemente la fascinazione esercitata dalle rovine classiche, dalla luce e dalla natura mediterranea sui pittori di paesaggio che nel Seicento scendevano a Roma dalle Fiandre e dall'Olanda. Ammiriamo qui la luce tersa e omogeneamente diffusa che conferiva un'aura quasi mitica alle liriche visioni di Poelenborch, Asselyn, Du Jardin e Gottfried Wals (quest’ultimo anche per le filiformi figurette). Il calmo nitore della composizione si accorda con una visione estensiva del paesaggio, che si sviluppa a perdita d'occhio punteggiato di viandanti, pastori, contadini al riposo e ruderi classici. -
Lotto 167 SCUOLA ROMANA, INIZIO XVIII SECOLO
a) Fuga in Egitto; b) Visitazione. Coppia di dipinti
Olio su tela 41x32,5. Con cornice, cad. -
Lotto 168 ARTISTA ATTIVO A ROMA, METÀ XVIII SECOLO
a) Veduta costiera con torrione, fortezza, figure e imbarcazioni; b) Veduta costiera con borgo fortificato, arco di roccia, figure e imbarcazioni. Coppia di dipinti
Olio su tela, cm. 24,8x126, cad. Con cornice. -
Lotto 169 SCUOLA EMILIANA, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Apollo e Dafne
Olio su tela, cm. 122,5x99,5. Con cornice
Questa notevole rappresentazione del mito narrato nelle Metamorfosi di Apuleio (fortunatissimo nella pittura e scultura barocca) parla un linguaggio pittorico prevalente bolognese, imperniato sui modelli, in primis, di Guido Reni, ma anche di Francesco Albani e Domenichino. Nella sua eleganza classicista, nella sua paletta cromatica luminosa, calda e dorata, nel suo ben ponderato plasticismo, l’autore di questa tela mostra anche uno studio attento della produzione di Nicolas Poussin. Tale profilo è compatibile con alcuni tra i migliori artisti bolognesi attivi fra secondo Seicento e primo Settecento, da Carlo Cignani a Gian Antonio Burrini, da Marcantonio Franceschini a Donato Creti. Franceschini, in particolare, sembra condividere il maggior numero di tratti avvicinabili alla nostra tela, come suggerisce il confronto con opere come Agar e Ismaele della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova, la Morte di Abele della Pinacoteca Nazionale di Bologna e alcune delle grandi tele che il pittore eseguì tra il 690 e il 1710 per il Garten Palast della famiglia Liechtenstein di Vienna (per es. Latona e i pastori di Licia e Venere scopre Adone morto).