ASTA 355 ARTE ORIENTALE DA UN'IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA E ALTRE COMMITTENZE
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Lotto 99 Arte Cinese Radice a forma di leone
Cina, dinastia Qing, XIX secolo . . Cm 14,00 x 19,00. Interessante oggetto da meditazione in radice intagliata in forma di leone. Sculture naturalistiche di questo tipo, similmente alle "dreamstones", fanno parte del corredo dei letterati ed implementano la meditazione grazie all'interpretazione fugace delle loro linee. -
Lotto 100 Arte Cinese Coppia di portacappelli in bambù
Cina, XIX secolo
. . Cm 11,00 x 27,00. Due portacappelli in bambù con pareti esterne baccellate e con fori lobati per l'areazione. Questo tipico accessorio, spesso realizzato in porcellana, prevedeva che il copricapo fosse appoggiato sulla estremità sommitale. I fori praticati sulla parete permettevano la ventilazione all'interno del cappello che si sarebbe mantenuto così potuto fresco ed asciutto. -
Lotto 103 Arte Cinese Vaso in bronzo dorato
Cina, dinastia Qing, XVIII secolo. . Cm 12,50 x 20,00. Fusione in bronzo dorato a corpo pesante costituita da due vasi affiancati su cui sono rispettivamente avvinghiati due dragoni che si fronteggiano e base separata. Sul fondo è presente marchio inciso a sei caratteri di Qianlong. Quest'oggetto, di bella esecuzione, costituisce un classico accessorio da studiolo di erudito realizzato nel gusto cosiddetto “archeologico” in voga durante il corso di tutto il XVIII secolo e che faceva riferimento a modelli arcaici desunti dall'antichità classica cinese soprattutto di epoca Han (206 a.C.-220 a.D.). -
Lotto 104 Arte Cinese Mandarino in bronzo
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 9,00 x 25,50. Scultura raffigurante un dignitario imperiale abbigliato alla maniera dei mandarini realizzata in fusione di bronzo a patina bruna, lavorata a cesello e con testa amovibile. -
Lotto 105 Arte Cinese Portapennelli bitong in huanghuali
Cina, dinastia Qing, XVIII secolo. . Cm 14,50 x 15,00. Contenitore per pennelli di forma cilindrica realizzato in pregiato legno di dalbergia odorifera conosciuto in cina come huali o huanghuali, termine quest'ultimo preferito dai collezionisti da usarsi quando il colore del legno schiarisce per la lunga esposizione alla luce e vira verso una calda tonalità di giallo. Apprezzatissimo fin dall'antichità il huali, insieme a pochi altri tipi di essenza, sta ai vertici del mobile classico cinese, impiegato da sempre dalla classi più abbienti anche per la realizzazione di pregiati manufatti destinati agli arredi delle abitazioni o, come in questo caso, per i preziosi strumenti destinati agli studi dei nobili Letterati. -
Lotto 106 Arte Cinese Incensiere zoomorfo
Cina, dinastia Ming (1368-1644). . Cm 13,00 x 16,00. Contenitore brucia-profumi in bronzo a patina bruno-rossastra raffigurante un'anatra sulle acque. Questo tipo di oggetti, spesso legati a modelli ricorrenti ispirati al mondo animale, come il cervo, il leone o appunto l'anatra mandarina, ebbero una notevole diffusione durante gli ultimi anni della dinastia Ming e gli inizi di quella Qing. Il pezzo qui presentato si contraddistingue per la bella fusione impreziosita da una piacevole patina rossastra abbastanza inconsueta in questo genere di manufatti. -
Lotto 107 Arte Cinese Incensiere tripode in bronzo
Cina, dinastia Qing, periodo Kangxi (1661-1722). . Cm 15,50 x 11,50. Fusione in bronzo a patina scura in forma di tripode con corpo leggermente schiacciato, bocca eversa e doppia ansa. Marchio a quattro caratteri Kangxi sotto la base.
Nonostante la forma di questo manufatto sia tipica del periodo Kangxi, raramente incensieri di questo tipo presentano uno specifico marchio del suo regno poichè spesso hanno un generico marchio Ming. -
Lotto 108 ARTE GIAPPONESE Grande teiera tetsubin
Giappone, periodo Meiji, XIX secolo. . Cm 33,00 x 43,00. Bollitore in ghisa per la cerimonia del tè. La forma a campana impreziosita da una fitta costolatura su cui spicca un ramo fiorito a rilievo. Questo tipo di accessorio per la complessa cerimonia del tè probabilmente prese origine dal tedorigama, un bollitore per acqua di uso domestico. L'uso delle teiere in Giappone crebbe in popolarità durante il periodo Edo nella seconda metà del XVII secolo, quando i mercanti cinesi introdussero massicciamente in Cina l'uso del tè. Il chanoyu, la complessa cerimonia legata all'assunzione di questa preziosa bevanda, prevedeva l'uso di teiere in terracotta che, solo intorno alla fine del XVIII secolo, cominciarono ad essere sostituite con quelle realizzate in ferro, usate all'interno di un cerimoniale semplificato, il senchado, più adatto al pubblico allargato della emergente classe borghese. -
Lotto 109 Arte Cinese Lavapennelli in vetro di Pechino
Cina, dinastia Qing, XVIII secolo. . Cm 12,50 x 7,00. Contenitore per acqua da calligrafo destinato alla pulizia dei pennelli realizzato in vetro bianco con sfumature porpora. Questo tipo di produzione fu sviluppata in Cina nei primi anni del XVIII secolo a seguito dell'inaugurazione nel 1696 del primo atelier imperiale dedicato alla lavorazione del vetro e realizzata con l'apporto delle tecnologie occidentali introdotte dai Gesuiti di stanza presso la corte imperiale. I manufatti emessi dalle vetrerie imperiali si contraddistinsero ben presto per l'alto livello qualitativo e per la straordinaria varietà ed eleganza di forme e colori. Molta di questa produzione presenta la particolare lavorazione “a cammeo”, che sfrutta i diversi strati colorati sovrapposti lavorati a freddo con l'ausilio delle mole. Nel caso dell'oggetto qui presentato invece il contrasto cromatico, particolarmente efficace e gradevole, è affidato al sapiente uso dei pigmenti colorati disciolti nella pasta vitrea e nella superficie perfettamente levigata. -
Lotto 110 ARTE GIAPPONESE Sashi netzuke in avorio
Giappone, Meiji (1868-1912), secolo XIX. . Cm 15,50. intaglio a patina color miele in forma di due bacche di melanzana con foglie e tralci. La sinuosa forma allungata, colloca questo manufatto tra i cosiddetti sashi netsuke identificati proprio da questa specifica caratteristica. Il tema della melanzana, che in giapponese si pronuncia “nasu” , viene tradizionalmente associato per omofonia all'espressione “che ciò si possa avverare” investendo così questo frutto di importanti valenze bene augurali, tanto da essere uno dei tre temi, insieme al monte Fuji ed al falco, dell' Hatsuyme (primo sogno dell'anno) in cui, secondo la tradizione, si concretizza l'augurio di fortuna e felicità per l'anno che verrà.
Lotto corredato di perizia indipendente sull'antichità dell'avorio. -
Lotto 111 ARTE GIAPPONESE Netsuke con serpente
Giappone, periodo Meiji (1868-1912), secolo XIX. . Cm 6,00 x 3,00. Intaglio in avorio a patina naturale raffigurante un serpente avviluppato su se stesso reso in maniera naturalistica con scaglie incise, evidenziate da pigmento nero, e occhi in ossidiana. Questa tipologia di netsuke, nota come katabori, si caratterizza per la piacevole rotondità delle forme dell'insieme e per la scelta dei soggetti spesso legati al mondo animale.
Marchio a due caratteri inciso. -
Lotto 112 Arte Sud-Est Asiatico Bracciale in forma di Disco Pi
Tailandia, cultura Ban Chiang, circa I millennio a.C. . Cm 13,50. Bracciale in pietra bianca rastremato verso la circonferenza esterna e provvisto di bordo rialzato in corrispondenza del foro centrale. Manufatti di questo tipo, la cui funzione resta tuttora piuttosto incerta,
Questo tipo di manufatto, diffuso in molte culture orientali, testimonia dell'eccezionale grado astrazione simbolica raggiunto dalle popolazioni asiatiche del neolitico (IV-I millennio aC). Il disco Pi, inteso come rappresentazione metafisica del firmamento, sembra fare la sua prima comparsa in Cina intorno al IV millennio aC, nella regione del delta dello Yangtse, spesso associato alla sua controparte “terrena”, il Cong, manufatto di forma quadrangolare attraversato per tutta la sua lunghezza da un foro circolare, simboleggiante la terra. Le linee essenziali e rarefatte del Pi e quelle solide e “muscolari” del Cong sono entrambe accumunate dalla presenza del foro centrale, passaggio mistico delle energie primordiali che formano l'asse invisibile su cui eternamente ruota il mondo sensibile. La funzione di questi manufatti durante il neolitico resta tuttora piuttosto incerta, ma evidenze storiche confermano che pur trattandosi di importanti veicoli rituali, essi fossero impiegati anche come monili o valuta di scambio. -
Lotto 113 Arte Sud-Est Asiatico Moneta a disco
Tailandia, cultura Ban Chiang, ca. I millennio a.C. . Cm 15,00 x 6,00. Disco “Pi” in roccia corallina, rastremato verso la circonferenza esterna e provvisto di foro centrale. La forma di questo elegante manufatto ripete quella dei contemporanei bracciali a disco realizzati in marmo o pietra dura, ma differisce per il materiale impiegato, che in questo caso è una una roccia bianca attraversata dal prezioso tessuto corallino. Anche in questo caso si tratta di un oggetto legato a pratiche religiose contestualmente impiegato come prezioso monile e valuta di scambio. -
Lotto 114 Arte Sud-Est Asiatico Due collane in conchiglia e pasta vitrea
Tailandia, cultura Ban Chiang, ca. IV millennio a.C . . Cm 45,00 x 3,00. Collane ricomposte formate da fitta serie di dichetti in conchiglia alternati a grani biconici in pasta vitrea color lapislazuli. Il tipo di lavorazione impiegato per questi elementi di collana corrrisponde a quello riscontrabile su manufatti analoghi rinvenuti nel sito archeologico di Ban Chiang. -
Lotto 115 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di orecchini
Tailandia, cultura Ban Chiang, ca. IV millennio a.C. . Cm 6,00 x 2,30. Coppia di monili realizzati in conchiglia. Il guscio spiraliforme del mollusco marino, tagliato a metà, costituisce la base per la creazione di due eleganti orecchini un tempo impreziositi da colori brillanti e incrostazioni in metalli pregiati. Nel sito archeologico di Ban Chiang sono stati rinvenuti molti monili di questo tipo, realizzati tutti col solido guscio di turbinella, elegante gasteropode marino dell'oceano indiano. -
Lotto 116 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di bracciali
Cambogia, Khmer (IX -XV secolo). . Cm 8,50. Coppia di monili in bronzo, ad anello aperto con la sezione terminale leggermente svasata e ornata da un motivo geometrico di cerchietti umbonati a rilievo. Originariamente lucidi, i due bracciali appaiono oggi rivestiti da una bella patina verde smeraldo. -
Lotto 117 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di bracciali
Cambogia, Khmer (IX -XV secolo). . Cm 10,00. Coppia di monili in bronzo, ad anello terminante con motivo serpeggiante attorcigliato.
Originariamente lucidi, i due bracciali appaiono oggi rivestiti da una bella patina verde smeraldo. -
Lotto 118 Arte Sud-Est Asiatico Coppia di bracciali in bronzo con sonagli
Cambogia, Periodo Khmer, (IX -XV secolo). . Cm 10,50. Coppia di monili in bronzo di forma toroidale, cavi all'interno e impreziositi da un fitto decoro a motivi spiraliformi realizzato in filigrana applicata. Questi due oggetti, rivestiti da una morbida patina “archeologica” verde, in origine dovevano essere probabilmente lucidati in modo da fare risaltare il colore giallo del bronzo. L'interno cavo contiene sonagli. -
Lotto 119 Arte Cinese Disco Pi in giada
Cina, dinastia Qing, secolo XIX (?). . Cm 14,00 x 21,00. grande intaglio in giada calcificata lavorato a rilievo secondo il gusto “archeologico” con motivo “a chicco di miglio” ed elaborata cuspide sommitale operata a traforo con figure di draghi, qilong e taotiè. Questo oggetto, conosciuto come “Pi”, costituisce uno dei oggetti rituali più iconici della millennaria cultura cinese. I più antichi riscontri storici legati a questa particolare tipologia di manufatti risalgono al neolitico e sono riconducibili alla cultura di Liangzhu, l'ultima delle grandi culture del neolitico cinese, fiorita sul delta dello Yangtze intorno al quarto millennio avanti Cristo. Secondo gli studiosi la particolare forma a disco forato al centro sarebbe da ricondurre ad una iperstilizzazione dell'universo, legata a simbologie metafisiche che vedono nel foro centrale un’immagine dell'asse celeste su cui è incardinato l'intero firmamento. Questa interpretazione, oggi universalmente condivisa, sembra che nel XVIII secolo non dovesse essere stata ancora formulata, considerato che lo stesso imperatore Qianlong, erudito possessore di una formidabile raccolta di oggetti archeologici, facesse iscrivere sul più bello dei suoi dischi in giada un poemetto di sua creazione in cui descriveva l'elegante manufatto come “un porta tazza di epoca Song”.
Il disco qui presentato, caratterizzato dal prezioso ed elaborato decoro riprende modelli conosciuti riconducibili al periodo cosiddetto “degli Stati Combattenti”(475 a.C- 403 a.C), periodo di guerre caratterizzato, al contempo, da una suprema eleganza formale che diventerà la cifra distintiva della successiva cultura Han (202 a.C-220 d.C). -
Lotto 120 Arte Cinese Grande Bixie in giada
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 23,50 x 8,50. Intaglio in giada marezzata raffigurante un Bixie, bestia mitica appartenente al pantheon taoista, qui presentata come un dragone alato dai tratti leonini. Questo soggetto, tutt'ora molto amato dai cinesi, cominciò a diffondersi in modo massiccio durante il periodo Han (206 a.C- 220 a.D.), diventando uno dei temi preferiti dei preziosi intagli in giada destinati ai corredi palaziali. Considerato di buon auspicio, il tema dalla chimera alata fu replicato nei secoli successivi spesso, come in questo caso, ad imitazione delle linee aggressive ed eleganti desunte dai modelli archeologici in contrasto con l'immagine grottesca e divertente a cui la leggenda lega questa bizzarra creatura. Si dice che nella notte dei tempi il Bixie, animale famelico e smodato, avesse osato defecare nelle sacre stanze del Palazzo Celeste e per questo fosse stato severamente punito dall'imperatore di Giada che lo fece frustare cosi malamente sul fondoschiena da provocargli l'occlusione definitiva dell'ano. Non potendo più defecare il povero Bixie sarebbe morto se l'imperatore, mosso a compassione, non lo avesse salvato stabilendo che da quel giorno in poi, per tutta l'eternità, la sua dieta si sarebbe dovuta limitare solo ad oro, argento e gioielli,evidentemente poco digeribili. Da questa storia parte lo strano legame che i cinesi hanno con questa elegante creatura, almeno dal punto di vista formale, vista come un vero e proprio salvadanio ambulante, promessa certa di meravigliose fortune e straordinarie ricchezze. -
Lotto 121 Arte Cinese Sigillo da calligrafo in saponaria
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 5,50 x 8,50. Sigillo quadrangolare in pietra saponaria color verde pallido sormontato da un intaglio in forma di Qiulong, realizzato nel gusto archeologico. Il Qiulong, letteralmente “dragone attorcigliato” è un motivo decorativo caro alla tradizione cinese che mostra questo animale mitico come un dragone privo di ali. Il tema del Qiulong fu sfruttato grandemente in epoca Han per la decorazione a rilievo delle splendide giade prodotte in questo periodo. -
Lotto 122 Arte Cinese Sigillo da calligrafo in giada
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 11,50 x 7,00. Intaglio in giada bianca con inclusioni rossastre raffigurante Budai disteso sorridente con lo Yuan Bao stretto nella mano destra. L'intaglio, di buona fattura, presenta iscrizione sulla schiena e largo sigillo da calligrafo sul fondo. L'iconografia di Budai, spesso indicata come “Buddha sorridente” molto diffusa ed apprezzata in Cina, fa riferimento a un monaco cinese vissuto, secondo la tradizione, intorno al X secolo la cui figura viene spesso associata a quella di Maitreia, il Buddha del futuro. L'immagine di Budai, rassicurante e divertente, è solitamente quella di un personaggio grasso, sorridente, talvolta circondato di bambini, spesso rappresentato con un sacco pieno di monete o, come in questo caso, con un prezioso lingotto d'oro in mano. -
Lotto 123 Arte Cinese Coppa libatoria in giada
Cina, dinastia Qing, secolo XVIII (?) . . Cm 9,00 x 6,00. Coppa rituale in giada bianca realizzata secondo il gusto archeologico ispirato a modelli di epoca Han. -
Lotto 124 Arte Cinese Versatoio da calligrafo in giada
Cina, XX secolo . . Cm 11,00 x 3,50. Intaglio in giada verde pallido a forma di piccola teiera, con decoro a rilievo di pipistrelli e zucche entrambi simboli di buon auspicio spesso associati tra loro. -
Lotto 125 Arte Cinese Intaglio in giada
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 6,50 x 19,00. Intaglio in giada grigio/verde marezzata in bruno raffigurante un gruppo di funghi lingzhi stilizzati.
Il soggetto rappresentato, a carattere bene augurante, costituisce uno dei temi preferiti dell'iconografia cinese. Il lingzhi, conosciuto in occidente con il nome di “ganoderma”, è associato alla salute e alla lunga vita ed occupa un posto di primo piano nella medicina tradizionale orientale. -
Lotto 126 Arte Cinese Armilla in giada
Cina, dinastia Han (206 a.C. - 220 a. D.). . Cm 8,50. Bracciale in giada marezzata con decoro a rilievo di qilong, di forma circolare e notevole spessore. La giada, investita di potenti valenze simboliche, già dal periodo Neolitico fu impiegata per la realizzazione di preziosi manufatti concepiti come gioielli da indossare a scopo protettivo ed apotropaico, tra questi, in special modo, i bei bracciali lisci o sobriamente decorati con motivi geometrici o figurati, realizzati a rilievo. -
Lotto 127 Arte Cinese Due intagli in giada
Cina, dinastia Qing, XIX secolo. . Cm 8,00. Lotto composto da due intagli in giada verde pallido a motivo vegetale, uno con boccioli di loto e funghi linghzhi, l'altro col limone “mano di Buddha”, soggetti entrambi cari alla tradizione orientale. -
Lotto 128 Arte Cinese Bixie in giada verde
Cina, XX secolo. . Cm 8,00 x 10,50. Intaglio in giada verde pallido raffigurante il Bixie, bestia mitica del Pantheon taoista, rappresentata come un dragone alato dai tratti leonini. Il tema dalla chimera alata, considerato fin dalla antichità di buon auspicio perché annunciatore di future favolose ricchezze, fu replicato nei secoli spesso prendendo ispirazione, come in in questo caso, dai modelli eleganti ed aggressivi realizzati in epoca Han (206 a.C. - 220 a.D.). -
Lotto 129 Arte Cinese Intaglio in saponaria
Cina, XX secolo. . Cm 31,00 x 23,50. Grande blocco di pietra saponaria marezzata lavorato a bassorilievo con immagine di carovana che percorre un paesaggio montano. Questo tipo di manufatti, molto apprezzati in Cina, tendono a salvaguardare la forma naturale del blocco di pietra enfatizzandone, con il leggero intagli a rilievo, le naturali sfumature di colore e di forma. -
Lotto 130 Arte Himalayana Rara coppia di manguste devozionali
Nepal, XVIII secolo. . Cm 31,00 x 15,00 x 9,00. Coppia di fusioni in bronzo a patina naturale, raffiguranti due grossi ratti accucciati, ognuno con la zampetta destra alzata nell'atto di fare un offerta votiva. Questa inconsueta rappresentazione, si lega ai modelli in bronzo visibili in molti templi nepalesi, come per esempio quella di grandi dimensioni esposta presso il tempio di Ashok Binayak Ganesh a Kathmandu. Il ratto, in quanto veicolo di Ganesh, è spesso oggetto di venerazione per se stesso. Nel contesto buddista però, la mangusta (nakula) è anche l'attributo principale di Jambhala, divinità dell'abbondanza, tipicamente raffigurato con ratto che vomita pietre preziose. In questo caso è possibile che questi due animali affiancassero un altare dedicato a Jambhala. -
Lotto 131 Arte Cinese Buddha coronato
Cina, dinastia Qing, XVIII (?) secolo. . Cm 17,00 x 24,50 x 12,00. Grande figura in bronzo dorato raffigurante il Buddha incoronato, seduto a gambe incrociate e adornato di ricche vesti. La fusione pesante, caratterizzata dalle linee morbide e slanciate, ripropone l'immagine del Buddha nella sua gloriosa manifestazione di Cacravartin, il monarca universale.
L'interesse mostrato dagli imperatori Qing per il buddismo tibetano favorì la rapida espansione di templi buddisti nei territori da loro dominati, in particolar modo durante il regno dell'imperatore Qianlong (r.1735-95). La necessità di fornire sculture devozionali a questi nuovi templi è il motivo principale della fioritura dei famosi centri manifatturieri della Mongolia centrale. -
Lotto 132 Arte Himalayana Figura in ferro raffigurante divinità con mani in bronzo
Area Himalayana o Mongolia, XVIII secolo . . Cm 12,00 x 18,50. Pesante fusione in ferro raffigurante una divinità seduta in padmasana, le due braccia sollevate, la mano sinistra nel gesto della ruota della dottrina dharmacakramudra. Da notare che le due mani sono in bronzo innestato sul ferro.
Raro e curioso esemplare dall'identificazione alquanto incerta, in quanto manca qualsiasi attributo. La posizione delle braccia è simile a quella assunta da Manjusri, ma mancano spada, abiti e corona a cinque punte a conferma di tale ipotesi. La corona apicata è in ogni caso simbolo di alto lignaggio religioso. -
Lotto 133 Arte Cinese Tara Bianca in argento (Sitatara)
China, dinastia Qing . . Cm 9,00 x 24,50. Scultura in argento raffigurante Tara in piedi sopra un elaborato piedistallo a doppia corolla di loto, con nella mano sinistra il Padma, il tralcio fiorito di loto, simbolo di compassione nonchè suo specifico attributo. -
Lotto 134 Arte Himalayana Tara verde
Tibet, XIX (?) secolo. . Cm 21,00 x 26,00. scultura in bronzo dorato raffigurante la dività riccamente adornata seduta in postura regale lalitasana circondata dagli utpala, i tralci fioriti di loto blu sorretti in entrambe le mani, simbolo di compassione. La figura di Tara Verde, conosciuta anche col nome sanscrito di Shyamantara o con quello tibetano di Sgrolljiang, è venerata come una delle figure più rappresentative del buddismo tibetano. Consorte celeste del Dhyani Buddha, protettrice del Tibet, incarna in sé i valori della attività illuminata e della operosa compassione. La scultura qui presentata, poggiante su base ovale in forma di corolla di loto, si ispira a modelli tibetani del XV secolo realizzati in bronzo o rame dorato e destinati ai grandi templi himalayani. -
Lotto 135 Arte Himalayana Figura in bronzo raffigurante Amitayus
Nepal, tardo XIX secolo . . Cm 13,00 x 44,50. Fusione in bronzo a patina scura raffigurante una insolita versione del bodhisattva Amitayus in piedi. Il viso è adornato con un'alta corona su più livelli e le mani, giunte in grembo, reggono la ciotola dell'ambrosia. -
Lotto 136 Arte Himalayana Lampada tibetana in argento
Tibet, XIX secolo. . Cm 11,50 x 19,00. Lampada in forma di calice realizzata in argento repoussé con inserti in turchese e fondo rifinito a cesello. Questo tipo di lampade alimentate con burro di Yak erano destinate principalmente ad essere posizionate sugli altari buddisti. L'esemplare qui presentato si impone per l'alto livello qualitativo e per l'eleganza delle proporzioni. -
Lotto 137 Arte Indiana Krishna Venugopala
India, Orissa, XVIII secolo. . Cm 12,00 x 26,50. Scultura in bronzo lucidato raffigurante il giovane Krishna in piedi sopra un elaborato piedistallo intento a suonare il flauto, ora mancante. Questo soggetto, frequente e diffuso in tutto il Sub Continente Indiano si lega al culto devozionale ispirato alla figura di Krishna, incarnazione del dio Vishnu. Promosso dal grande mistico indiano Chaitanya Mahaprabhu (1486-1534), questo culto, sviluppatosi nella regione del Bengala intorno al XVI-XVII secolo, stabiliva una forte connessione emotiva con la figura del giovane pastore Krishna che suona il flauto per la sua consorte Radha. L'amore tra Krishna e la sua consorte eterna stabilisce infatti l'origine del legame esoterico che, secondo la religione induista, sta alla base della dualità maschio-femmina insita nella Shakti, la forza primordiale che muove l'universo. Stilisticamente questa scultura, si colloca nella produzione della regione di Orissa e può essere datata intorno alla metà del XVIII secolo. -
Lotto 138 Arte Indiana Buddha stante in stile tardo Gupta
India, tardo XIX secolo o antecedente. . Cm 35,50. Grande scultura di Buddha in bronzo a patina naturale. L'elegante figura mostrata in piedi con la mano destra alzata e la sinistra abbassata con il palmo rivolto all'esterno in abhaya mudra (“gesto del coraggio”). La bella fusione pesante in lega di rame si caratterizza per l'estrema levigatezza della superficie che esalta le morbide volumetrie delle membra. Lo straordinario e rivoluzionario canone estetico che contraddistingue questa tipologia di rappresentazioni si colloca nel cosiddetto stile Sarnath, fiorito nella regione dell' Uttar Pradesh intorno al VI_VII secolo, e legato ad una serie di sculture in pietra caratterizzate dalla superficie liscia e levigata con una generale attenuazone di ogni effetto di drappeggio delle vesti. La più esemplare scultura in bronzo in stile Sarnath è senz'altro la fusione colossale del “Buddha di Sultaganj”, oggi conservata al Birmingham museum (UK) e realizzata tra il VI e VIII secolo nella regione attualmente occupata dallo stato del Bihar, al confine con il Nepal e che sembra essere il modello di riferimento per numerose sculture di minori dimensioni rinvenute nella regione. -
Lotto 139 Arte Himalayana Avalokitesvara dalle mille braccia
Tibet, inizi XX secolo. . Cm 32,50 x 60,00. Immagine di Avalokitesvara nella sua manifestazione denominata Sahasrabhuya ovvero “dalle mille braccia”. Il termine sanscrito Avalokitesvara, che letteralmente significa “colui che ascolta il suono”, quindi la preghiera, appare già in alcuni frammenti scritti del V secolo ed indica una delle manifestazioni del Buddha più legate alla devozione popolare orientale e conosciuto anche con il nome di “Buddha della misericordia”, in cinese “Guanyn” o “Kannon” in giapponese. Questa figura impiega una ben precisa iconografia diffusa specialmente in area himalayana e legata al cosiddetto “buddhismo esoterico”, che prevede l'immagine della divinità in piedi con otto braccia ognuna che impugna un simbolo di fede buddhista e un numero imprecisato di altre braccia che fanno da ali laterali, mentre la testa è sostituita da una piramide di undici volti sovrapposti. L'origine di questa particolare raffigurazione affonda le proprie radici in un'antica leggenda che vede il Buddha Amitabha trasformare gli undici frammenti in cui la testa di Avalokitesvara si era divisa a causa del dolore per la vista della sofferenza delle anime dannate in altrettante teste in grado di dare comprensione e compassione all'umanità sofferente. -
Lotto 140 Arte Sud-Est Asiatico Buddha stante
Birmania, sec XIX o precedente. . Cm 53,00. Grande scultura in bronzo raffigurante il Buddha in piedi in varadamudra, con il braccio sinistro alzato all'altezza della spalla e la mano in karanmudra che stringe i lacci del sanghati, il tipico mantello buddhista. La levigatezza della bella fusione a patina naturale evidenzia il movimento morbido e flessuoso delle membra e del corpo su cui si innesta il volto rotondo sormontato dalla vistosa Ushnisha, impreziosita da una insolita struttura di tipo architettonico che la rende simile ad uno stupa, l'edificio sacro in cui sono contenute le reliquie del Buddha. Stilisticamente questa immagine è riconducibile alla statuaria in bronzo di epoca Pagan (849-1297), del XIII secolo sviluppatasi presso l'omonima citta dell'odierno Myanmar. -
Lotto 141 Arte Sud-Est Asiatico Buddha errante
Tailandia, XIX secolo. . Cm 42,00. Fusione in bronzo dorato raffigurante il Buddha in piedi nell'atto di procedere verso l'osservatore con il braccio destro disteso lungo i fianchi e la mano sinistra in abhaya mudra. Questa iconografia, conosciuta in occidente con la dizione anglosassone di “walking Buddha”, fece la sua prima comparsa in Tailandia nel XIV secolo e fu indicata con il termine “cankrama” (colui che torna indietro e va avanti) con riferimento al percorso lungo e continuo del Buddha nella terza settimana dopo l'illuminazione quando si trasformò in un mendicante errante. -
Lotto 142 Arte Sud-Est Asiatico Due bronzetti votivi
Tailandia, periodo Ayutthaya, XIV secolo. . Cm 7,50. Due piccole fusioni in bronzo a patina di scavo color verde brillante con incrostazioni brune raffiguranti un offerente inginocchiato ed il Buddha in Buhumisparsha Mudra. Le piccole dimensioni fanno presupporre che si tratti di due oggetti destinati ad uso votivo per altari privati di piccole dimensioni. -
Lotto 143 Arte Sud-Est Asiatico Grande fiamma da Ushnisha in bronzo dorato
Tailandia, Ayutthaya (1351-1767), XV secolo . . Cm 20,00. Fiamma in bronzo dorato di grandi dimensioni facente parte di una scultura colossale di Buddha dove era posta alla sommità dell' Ushnisha secondo la tradizionale iconografia buddista. L'Ushnisha, tipica protuberanza cranica posta alla sommità del capo del Buddha storico, coperta dalla particolare acconciatura dei capelli, costituisce il trentaduesimo dei maggiori attributi del Buddha. Nella specifica iconografia tailandese, sviluppata già intorno al XII secolo, l'Ushnisha viene sempre rappresentata sormontata da un fiamma allungata a simboleggiare il potere spirituale del Buddha e la sua “illuminazione”. -
Lotto 144 Arte Sud-Est Asiatico Fregio in pietra arenaria
Cambogia, periodo Khmer (IX -XV secolo). . Cm 23,00 x 46,00. Imponente acroterio in pietra arenaria a forma di palmetta. L'alta qualità della lavorazione ed il rigoroso equilibrio formale, suggeriscono che si tratti di un frammento architettonico appartenente ad un edificio di primaria importanza. Frammenti stilisticamente assimilabili a questo sono tutt'ora visibili presso i resti del Preah Ko, il tempio del “Sacro toro”, nella citta scomparsa di Hariharalaya, oppuure ad Angkor sulle pareti del Banteay Srei, il tempio dedicato a Shiva. Entrambi i templi, edificati tra l'ottavo ed il nono secolo, costituiscono un esempio del virtuosismo tecnico ed estetico raggiunto dall'architettura di epoca Khmer contraddistinta da volumetrie perfette impreziosite dalle suggestive quanto audaci decorazioni a rilievo realizzate in arenaria -
Lotto 145 Arte Sud-Est Asiatico Frammento in pietra
Cambogia, Khmer, pre Angkor VII/VIII secolo . . Cm 12,00 x 16,00. frammento a mezzo busto realizzato ad altorilievo in pietra arenaria probabilmente riconducibile alla figura di un bodhisattva, come si può desumere dalla complessa acconciatura dei capelli e dai preziosi monili che ornano il volto. -
Lotto 146 Arte Sud-Est Asiatico Mascherone in stucco
Tailandia, Sukhothai (1238-1351). . Cm 9,50 x 12,00. Frammento consumato di decorazione parietale realizzata in stucco e raffigurante volto di demone. -
Lotto 147 Arte Sud-Est Asiatico Scultura itifallica “lolok”
Bali, XX secolo. . Cm 30,00. Simbolo beneaugurante di fertilità e fortuna realizzato in legno duro a patina scura interamente coperto da caratteri balinesi incisi in oro. Il motivo del fallo di proporzioni esagerate spesso viene abbinato ad una accentuata antroporfizzazione, qui visibile per esempio nelle due piccole gambe poste all'estremità, che rende questi manufatti particolarmente stravaganti e divertenti. -
Lotto 148 Arte Sud-Est Asiatico Frammento in arenaria
Tailandia, periodo Ayutthaya (1351-1767), secolo XV. . Cm 23,00. Frammento di volto in pietra arenaria grigia. Questo suggestivo frammento lapideo, riconducibile senz'altro ad una immagine di Buddha, può stilisticamente essere ricondotto alla splendida statuaria di stile Sukhotai che si impose in Tailandia agli inizi del XIV secolo, caratterizzata dalle forme allungate e levigate delle membra e dalla espressione serena e meditativa dei volti.