Asta di Reperti Archeologici
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Lotto 1 CINTURONE A LOSANGA DATAZIONE: metà VIII sec. a.C. MATERIA E TECNICA: bronzo laminato e cesellato a bulino Cinturone di forma ellittica allungata, con estremità fortemente rastremate, con bordi ripiegati all’esterno e due forellini passanti per la chiusura; frammento di cinturone di forma rettangolare con tre coppie di fori per l’inserimento dei ganci di chiusura; lungo i margini serie di piccoli fori per la cucitura del rivestimento (2) DECORAZIONE: nella parte centrale tre file verticali di tre coppelle sbalzate e una su ciascun lato, che costituiscono il centro di una serie di cinque cerchi concentrici a bulino. Dai cerchi delle coppelle laterali partono due nastri serpeggianti, forse uccelli stilizzati; lungo il bordo una tripla cornice incisa con trattini obliqui e punti PRODUZIONE: cultura etrusca villanoviana STATO DI CONSERVAZIONE: perlopiù integri, ossidati e incrostati, patina verde, piccole lacune DIMENSIONI: alt. cm 13; lungh. cm 45; lungh. cm 43 PROVENIENZA: Antichità Archeologia di M. Simotti Rocchi, Roma CFR.: M. A. De Lucia Brolli, Civita Castellana. Il Museo Archeologico dell’Agro Falisco, Roma 1991, p. 105, fig. 72 Un esemplare analogo per forma e decorazione è conservato al Museo Civico Archeologico di Bologna, proveniente dalla necropoli Benacci, tomba 543 Il ruolo della cintura come segno di prestigio nell’abbigliamento delle donne è ben chiaro nelle fonti antiche: in Omero ricorre molto spesso l’epiteto “dalla bella cintura” riferito a dee o donne nobili. E’ possibile che questo ornamento, oltre a sottolineare il rango di chi lo indossava, ne dichiarasse uno status particolare. Nella decorazione, prevalentemente geometrica, predomina il tema del disco solare, in associazione con teste stilizzate di uccello. Questo motivo simboleggiava la barca trainata da uccelli acquatici sulla quale, attraverso le acque del fiume Oceano, il sole veniva ricondotto al luogo in cui doveva sorgere. Queste decorazioni dal significato sacrale avevano con tutta probabilità un ruolo di protezione.
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Lotto 2 ELMO IN BRONZO TIPO MONTEFORTINO DATAZIONE: IV sec. a.C. MATERIA E TECNICA: bronzo laminato e cesellato Elmo a calotta di forma conica con bordo conformato orizzontalmente, paranuca leggermente accennato, e pomello apicato (apex) in cima al coppo; completo delle paragnatidi mobili, (bucculae) la cui ampiezza e forma anatomica, permettevano di proteggere guance, zigomi e mento PRODUZIONE: cultura etrusco-italica STATO DI CONSERVAZIONE: integro, incrostato; alcune deformazioni; paragnatidi montate invertite destra sinistra DIMENSIONI: alt. cm 27 Elmo di bronzo di tradizione etrusco-italica conosciuto come Montefortino (dal nome della necropoli marchigiana che ne restituì alcuni esemplari), erroneamente conosciuto anche come “jockeycap” fintanto che non si capì, che l’espansione alla base della calotta era del paranuca e non della visiera. Questo tipo di elmo fu uno dei più utilizzati nel centro Italia ed è stato in uso fino al I sec. a. C.
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Lotto 3 RARA COPPIA DI SCHINIERI IN BRONZO DATAZIONE: VI sec. a.C. MATERIA E TECNICA: bronzo laminato e cesellato Coppia di schinieri, destro e sinistro, modellati anatomicamente con indicazione del ginocchio, della tibia, dei muscoli del polpaccio; foro passante nella parte posteriore per la chiusura PRODUZIONE: cultura etrusca STATO DI CONSERVAZIONE: integri, incrostati DIMENSIONI: alt. cm 28 CFR.: Etrusker in der Toskana, Firenze 1987, p 59, n 29
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Lotto 4 RARISSIMA CORAZZA ETRUSCA DATAZIONE: VI-V sec. a.C. MATERIA E TECNICA: bronzo laminato e cesellato Corazza formata da due parti distinte, quella anteriore modellata sul torace nella quale è evidenziata sia la muscolatura pettorale che quella addominale e sono presenti incavi semicircolari per il collo e le braccia e quella posteriore, oggi in due frammenti, modellata in modo più semplificato ma in cui si può comunque notare la muscolatura della schiena. Nella parte posteriore si conserva ancora uno degli anelli che consentiva di unire mediante lacci in cuoio le due valve della corazza PRODUZIONE: cultura etrusco-italica STATO DI CONSERVAZIONE: integra, ossidata e incrostata, patina verde, piccole lacune La corazza era costituita di due parti protettive, una per il torace l’altra per il dorso agganciate sulle spalle e sui fianchi mediante placche rettangolari. Essa veniva imbottita con una fodera di cuoio o pelle atta a consentire una migliore vestibilità e per renderla più funzionale negli spostamenti dei soldati appiedati.
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Lotto 5 IMPORTANTE SCUDO VILLANOVIANO IN BRONZO DATAZIONE: VII sec. a.C. MATERIA E TECNICA: bronzo laminato e finemente cesellato a bulino Grande scudo circolare di epoca orientalizzante in lamina di bronzo sbalzata e cesellata a fasce concentriche; partendo dall’esterno si ha una serie di tre file parallele di coppelle cui fa seguito una fascia con cavalli stilizzati gradienti a sinistra alternati a cerchi concentrici in rilievo, poi un’altra triplice fascia di coppelle, un’ulteriore di cavalli e cerchi concentrici ed un’ultima triplice serie di coppelle; al centro grande umbone in rilievo. Nella parte posteriore si conserva l’impugnatura a fascia. PRODUZIONE: cultura etrusca villanoviana STATO DI CONSERVAZIONE: lo scudo presenta un’ampia lacuna ed alcune mancanze sul bordo; due restauri di epoca antica testimoniano l’utilizzo non solo funerario dell’oggetto DIMENSIONI: diam. cm 55 CFR.: AAVV, Gli Etruschi e l’Europa, Milano 1992, p 127, n. 94 Uno scudo molto simile è conservato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, sala 32, proveniente da Narce, necropoli Petrina, tomba 91 Per questo lotto la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano ha intenzione di avviare il procedimento di dichiarazione di reperto archeologico particolarmente importante ai sensi del D.Lgs. 42/04
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Lotto 6 SPADA CON FODERO DATAZIONE: VIII-VII sec. a.C. MATERIA E TECNICA: bronzo laminato e cesellato a bulino Spada con lunga lama triangolare con costolatura centrale; impugnatura sagomata terminante a T con estremità superiore semicircolare; decorata con sottili linee incise; fodero allungato desinente con un’estremità a doppio bottone; decorato con linee incise (2) PRODUZIONE: cultura etrusca villanoviana STATO DI CONSERVAZIONE: integri, ossidati e incrostati, patina verde, piccole lacune DIMENSIONI: lungh. cm 42,5; lungh. cm 33,5 PROVENIENZA: Casa d’Aste San Marino Arte S. a., San Marino CFR: AAVV Civiltà degli Etruschi, (Cat. Mostra) Firenze 1985, p. 58 Una spada analoga con un fodero identico, proveniente dalla necropoli dell’Osteria di Vulci è conservata al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma
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Lotto 7 CRATERE A CALICE ATTICO DATAZIONE: fine V sec. a. C. MATERIA E TECNICA: argilla figulina arancio, vernice nera lucente con riflessi metallici, modellato a tornio veloce Labbro estroflesso con orlo pendulo, alto collo cilindrico, impostato mediante una risega sulla vasca troncoconica, anse a bastoncello, impostate orizzontalmente sulla massima espansione e ritorte verso l’alto; stelo cilindrico con piede a echino modanato, con risega presso la faccia superiore DECORAZIONE ACCESSORIA: interamente verniciato ad eccezione dell’interno delle anse; sotto al labbro catena di palmette contrapposte e semisdraiate; sotto le due scene figurate meandro sinistrorso interrotto da motivo a croce di Sant’Andrea DECORAZIONE: lato A) a sinistra una figura maschile stante di profilo a sinistra con una lunga lancia rivolta verso il basso nella mano sinistra; l’uomo ha capelli ricci che formano boccoli sulla fronte e ricadono in lunghe ciocche sulle spalle e sono fermati da una tenia; indossa un lungo chitone plissettato dal quale fuoriescono i piedi nudi e che è coperto quasi completamente dall’himation; di fronte a lui una Nike di profilo a destra con le grandi ali sollevate si muove verso l’uomo con il braccio destro proteso, tenendo una coppa, mentre nell’altra mano ha una piccola lekythos; la giovane ha i capelli scompigliati e fermati da una tenia ed indossa himation e chitone plissettatole cui pieghe si aprono a sottolineare il movimento; lato B) scena di gineceo, due donne affrontate, completamente avvolte negli himation, drappeggiati su i lunghi chitoni da cui fuoriescono solo i piedi; la donna a destra offre un alabastron con la destra all’altra che apre la mano in atto di riceverlo; fra le due giovani uno specchio con lungo manico tornito STATO DI CONSERVAZIONE: integralmente ricomposto da frammenti PRODUZIONE: ceramica attica a figure rosse DIMENSIONI: alt. cm 28; diam. bocca cm 30 CFR.: CFR.: J. Boardman Vasi ateniesi a figure rosse, Milano 1992 J. D. Beazley Attic Red-figure Vase-painters I, Londra 1963
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Lotto 8 LEKYTHOS ATTICA A FIGURE ROSSE DATAZIONE: fine V SEC. A.C. MATERIA E TECNICA: argilla figulina arancio, vernice nera lucente con riflessi metallici, modellata a tornio veloce Bocchello di forma troncoconica rovescia, sottile collo cilindrico a profilo concavo, distinto dalla spalla appiattita, corpo ovoide rastremato verso il basso; ansa a nastro impostata verticalmente dal collo alla spalla, piede a disco DECORAZIONE ACCESSORIA: bocchello e esterno dell’ansa verniciati, alla base del collo kyma ionico, sulla spalla decorazione a eleganti palmette aperte a ventaglio alternativamente rivolte in alto e in basso, fra girali; parte inferiore del corpo e superiore del piede verniciate; sopra e sotto la scena figurata motivo a meandro continuo sinistrorso, orlo e parte inferiore del piede risparmiati DECORAZIONE: scena d‘interno: a sinistra un uomo anziano, barbato e calvo, assiso su uno scranno e completamente avvolto nel mantello, un bastone nella mano sinistra, solleva la destra verso una giovane donna in piedi di fronte a lui col braccio destro sollevato mentre nell’altro sostiene una cista; la giovane è avvolta nel mantello sotto al quale porta il chitone plissettato lungo fino ai piedi PRODUZIONE: ceramica attica a figure rosse STATO DI CONSERVAZIONE: integralmente ricomposta da frammenti DIMENSIONI: alt. cm 37 PROVENIENZA: Gea Arte Antica, Roma