ASTA 167 - OLD & MODERN MASTERS Prima Sessione 25/11 ore 20.30
Monday 25 November 2013 hours 20:30 (UTC +01:00)
TIEPOLO GIANDOMENICO (1727 - 1804) Indigestione di Pulcinella. Penna e...
TIEPOLO GIANDOMENICO (1727 - 1804) Indigestione di Pulcinella. Penna e pennello inchiostro seppia su carta settecentesca. Cm 13,50 x 20,00. Opera accompagnata da parere scritto di Filippo Pedrocco che si cita di seguito. [...] Il tema di Pulcinella ricorre con grande intensità nella produzione degli anni finali di Giandomenico, quando tra il 1793 e il 1797 produce gli splendidi affreschi dipinti per la propria casa di villeggiatura a Zianigo presso Mirano (ora strappati, sono conservati nel Museo del Settecento veneziano di Cà Rezzonico) e la serie dei 104 disegni raccolti in volume col titolo di "Divertimenti per li ragazzi", realizzati con ogni probabilità già agli esordi dell'ottocento. Il volume era ancora integro nel 1921, quando faceva parte della collezione Owen a Parigi; in seguito è stato smembrato e i disegni sono dispersi in diverse collocazioni. Proprio con questi celeberrimi fogli (se ne vedano alcuni riprodotti nel catalogo della mostra "Tiepolo, iroania e comico", Venezia, 2004, pp 189 e segg.) il disegno in oggetto mostra evidenti similitudini, oltre che nel soggetto, nella struttura grafica, nel segno mosso e creativo e nel gioco dell'acquarellatura. Questa figura di Pulcinella steso a terra, probabilmente ebbro dopo pantagrueliche libagioni, col ventre gonfio di cibo che sforza i bottoni della giubba e col cappello curiosamente posato a fianco, in posizione eretta, appare quindi del tutto simile a quelle che trionfano nella serie dei disegni dell'album; inoltre, anche se la posa è completamente diversa, notevoli analogie si possono cogliere con il Pulcinella che appare egualmente ebbro in uno dei riquadri che proviene dalle pareti della stanza della villa di Zianigo dedicata alle vicende della maschera napoletana. Il disegno reca sul verso un'iscrizione settecentesca a penna di difficile lettura, nella quale parrebbe di poter leggere il nome di un altrimenti ingoto Francesco da Schio.