Asta N. 727 - III Old Masters Paintings Sessione Unica
Wednesday 15 June 2022 hours 15:30 (UTC +01:00)
Joli Antonio, La piscina di Betsabea
Joli Antonio
La piscina di Betsabea
olio su tela
W. 64 - H. 76,5 Cm
Expertise Dott. Giancarlo Sestieri, Come illustrato dal Prof. Giancarlo Sestieri all'interno della sua expertise, il dipinto qui presentato ben esemplifica le discordanze e le confusioni attributive di cui sono state sovente oggetto le opere di due grandi maestri del genere del capriccio: Gian Paolo Panini e Antonio Joli., , "(...) La composizione del dipinto è assai vicina, quasi identica anche nelle figure, a quella illustrata dal sottoscritto nella sua pubblicazione Il Capriccio architettonico in Italia nel XVII-XVIII secolo (etgraphiae editore, 2015, II, pp. 230-251; fig. 6a). Questo dipinto, già in collezione Richmond Green e venduto alla Sotheby's nel 2005, era stato pubblicato, insieme al suo pendant, da F. Arisi, come opera di Gian Paolo Panini, nella sua seconda monografia sull'autore Gian Paolo Panini e i falsi della Roma del '700 (Bozzi Ed. Roma 1986, cat. nn. 106-107, pag. 274)., La succitata 'Piscina di Betsabea', chiaramente della stessa mano, ossia dello Joli e non del Panini, a quella qui presa in esame, è stata recentemente pubblicata nell'opuscolo Antonio Joli e la scena per angolo (Bper di Modena)., Una precisazione significativa quella di una ripresa dei Bibiena, in quanto un elemento qualificante, oltre a quello stilistico, per distinguere la mano dello Joli da quella del Panini che, una volta intrapresa, a partire dal terzo decennio del Settecento, la via della sua personale ideazione del 'capriccio architettonico', non avendo più attinto all'ascendente dei Bibiena a differenza dello Joli che svolse una fervida attività scenografica, prima a Venezia dopo il soggiorno romano e poi nel suo ultimo periodo napoletano. (...), La ricomparsa di numerose inventive dello Joli, in origine create in vista di applicazioni scenografiche, si spiega con il loro successo presso un vasto contesto di committenti, così da indurre l'autore a replicarle con alcune modifiche e con evidenti finalità mercantili, rientrando in effetti in quel filone iconografico del 'capriccio architettonico' in generale, che riscosse un notevole successo nella prima metà del Settecento.",