ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO
Friday 13 May 2022 hours 14:30 (UTC +01:00)
PIETRO PAOLINI (Lucca, 1603 - 1681)
PIETRO PAOLINI (Lucca, 1603 - 1681)
Suonatore di chitarra
Olio su tela, cm. 84,5x60. Con cornice
La tela è accompagnata dall'Expertise della Prof.ssa Patrizia Giusti Maccari e sarà pubblicata dall'editore Pacini Fazzi di Lucca, in un un volume in corso di stampa, dedicato a Pietro Paolini sempre a cura della Prof.ssa Patrizia Giusti Maccari.
L'opera è pubblicata come autografa di Pietro Paolini nella fototeca della Fondazione Federico Zeri (n. 55820).
Il dipinto è accompagnato dall'Attestato di Libera Circolazione.
Dall’attribuzione a Caravaggio, dichiarata nel 1928 da Adolfo Venturi, il dipinto è passato ad opera di Federico Zeri a quella in favore di Pietro Paolini, attribuzione da allora unanimemente accolta dagli studiosi. Lo strumento che il giovane protagonista del dipinto è intento a suonare è una chitarra alla spagnola, detta anche chitarriglia, già in uso alla fine del Cinquecento e che aveva incontrato particolare fortuna presso gli ambienti più raffinati e colti in diversi paesi: in Italia, ad esempio presso la corte granducale fiorentina. Vale la pena di ricordare che Pietro Paolini, anche prima della trasferta romana, dove sarà accolto nella bottega di Angelo Caroselli, aveva avuto una raffinata formazione musicale attraverso alcuni componenti della famiglia della madre, Ginevra Raffaelli. Del resto, la propensione de Paolini verso i temi nei quali la musica funge da protagonista è ampiamente documentata nel corpus della sua produzione. Secondo uno schema compositivo utilizzato altre volte dal pittore, un giovane suonatore si protende verso l’esterno, al di là di un semplice parapetto in pietra, superandone i limiti con il braccio con cui tiene lo parte superiore dello strumento, da cui pendono tre nastri rossi. Il giovane non esita a richiamare l’attenzione dello spettatore fissando su di lui il suo sguardo indagatore, con la precisa volontà di stabilire un contatto diretto. Le caratteristiche fisionomiche del volto, specie nella forma del naso leggermente aquilino, suggeriscono la possibilità che si tratti di un ritratto dal vero. Di sicuro si tratta di un giovane di ceto altolocato, come bene rivela il suo abbigliamento, con la giacca aderente e le maniche rigonfie, eseguita con un raffinato tessuto nero percorso da righe bianche. Tutto il dipinto, sfondo compreso, è costruito secondo tonalità brunite che bene sottolineano il tono di pacata signorilità che caratterizza la scena. L’esecuzione del dipinto è da porsi tra gli anni 1625-1630, nella fase iniziale dell'attività di Paolini.