ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE
Tuesday 14 September 2021 hours 15:00 (UTC +01:00)
Francesco Sebaldo Unterperger (Cavalese 1706 - 1766)
Francesco Sebaldo Unterperger (Cavalese 1706 - 1766)
San Giuseppe con Gesù bambino
Olio su tela
St. Josep with Jesus
Oil on canvas
77 x 62 cm
Gli storici concordano nel sostenere una presenza del pittore trentino a Venezia e un suo apprendistato presso la bottega di Giambattista Pittoni. Le opere di questo mutevole pittore partono dalle tonalità perlacee, probabilmente desunte dal fratello Michelangelo, anch’egli pittore, e maturano in un colorismo veneto derivato dalla sua permanenza veneziana. Stilisticamente l’influenza pittoniana si averte attorno alla metà del XVIII secolo quando Francesco perde contatto col fratello, oramai stabilmente a Vienna. Intorno al 1750 vanno moltiplicandosi i dipinti ispirati da Pittoni, quindi passando a effetti chiaroscurali più morbidi e ad una paletta più accesa e in linea col nuovo stile rocaille. Però, per comprendere l’arte di Francesco Sebaldo, artista eclettico bisogna ricordare che egli ebbe modo di confrontarsi col pittore altoatesino Paolo, Paul, Troger, pittore dal forte sentimentalismo patetico, nato nella Val Pusteria da una famiglia di artisti, con formazione artistica si svolse a Venezia dove, all'inizio del secondo decennio del Settecento, fu in contatto con pittori quali Piazzetta e Federico Bencovich. Inoltre come la tela” Madonna e San Francesco” conservata presso la Comunità di Cavalese di Nicola Grassi, già in collezione del nostro pittore, egli al pari del fratello Michelangelo, ha avuto molta ammirazione per il pittore friulano. La nostra opera trova punti di sicura attinenza nel confronto tra il nostro Gesù bambino e il Divin Bambino della pala di San Vincenzo, 1752, Chiesa di Falzes; oppure col Gesù della pala “Madonna dà il Carine a San Simone Stock della Parrocchiale di San Nicolò d’Ega, realizzata nella seconda metà degli anni ’50 del XVIII secolo. Questo doppio dettaglio, oltre alla morbida e pastosa pennellata con cui è realizzato il perlaceo corpicino del Gesù, memore di Michelangelo Unterperger, ci permettono di datare l’opera attorno al sesto decennio del Settecento. A suffragare la tesi l’imponente figura del San Giuseppe che pare una trascrizione vernacolare dell’alto linguaggio scenico pittoniano