Asta N. 362 - Arredi, Dipinti Antichi e Argenti Prima Sessione - dal lotto 1 al lotto 161
Wednesday 6 April 2016 hours 15:30 (UTC +01:00)
e Carlo Antonio Tavella (Milano 1668 - Genova 1738) "San Paolo eremita nel...
e Carlo Antonio Tavella (Milano 1668 - Genova 1738) "San Paolo eremita nel deserto" olio su tela (cm 100x154,5) In cornice antica in legno intagliato e dorato a volute e frutti. Provenienza nostra asta numero 61, lotto numero 380. Bibl: B.Geiger "Magansco" Bergamo 1960, pag. 78, autentica su fotografia di Antonio Morassi in data 1960, allegata scheda attributiva di Anna Orlando in data 2016. "St. Paul the heremit" oil on canvas. Framed BIBLIOGRAFIA: Mostra della pittura del Seicento e Settecento in Liguria, catalogo della mostra di Genova a cura di A. Morassi, Milano 1947, cat. 124 p. 93, fig. 75 (come C.A. Tavella, cm 110 x 160); B. Geiger, Magnasco, Bergamo 1949, p. 78, tav. 387 (come Magnasco, illustrazione parziale; cm 122 x 170); M. Chiarini, Ricci o Magnasco? , in “Atti del congresso internazionale di studi su Sebastiano Ricci, e il suo tempo, Milano 1976, p. 147; F. Franchini Guelfi, Alessandro Magnasco, Genova 1977, p. 54, nota 29; L. Muti, D. De Sarno Prignano, Alessandro Magnasco, Faenza 1994, cat. 373 p. 264, figg. 68, 210. Questo importante ritrovamento costituisce una notevole testimonianza, non poi così frequente sebbene attestata dalle fonti, della collaborazione tra i due pittori genovesi Carlo Antonio Tavella, per il paesaggio, e Alessandro Magnasco, per la figura. Il loro biografo Carlo Giuseppe Ratti, a proposito del Lissandrino scrive: “Dipinse alcuni quadri con energico brio, e contratta avendo amicizia con Carlo Antonio Tavella Pittore assai felice nel rappresentare paesi, per costui molto lavorò; e prese a introdurre nei di lui quadri varie graziosissime figurine di Romiti, di Pastorelli, di Pellegrini, ed altre simili idee che a esso Tavella facevano special onore (C.G. Ratti, Delle vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi..., Genova 1769, p. 160). La sigla stilistica dei paesaggi del Tavella è molto riconoscibile anche in questo dipinto, esposto come opera esclusivamente sua alla storica mostra di Palazzo Reale a Genova nel 1947, quando si trovava nella collezione di Mario Sanguineti a Chivari (Ge). Fu Benno Geiger, vero e proprio pioniere nella riscoperta critica del Magnasco, nella sua monografia del 1949 a riconoscere la paternità della figura al Lissandrino; in quest’opera, come nel suo pendant raffigurante Sant’Antonio nel deserto già conservati nella medesima raccolta chivarese e poi pervenuti a quella dell’avvocato Sonnino a Venezia, dove li vide il Geiger. Purtroppo nella monografia del Geiger lo studioso non pubblica le immagini totali dei due quadri, bensì la parte più incentrata sulle figure e indica misure diverse da quelle del catalogo della mostra del ’47. Ciò non è stato rilevato dalla critica più recente, che pubblica la stessa fotografia del Geiger e non il totale del dipinto (fig. 1). Da quest’ultima è possibile dedurre che in data imprecisata l’opera è stata lievemente ridotta in altezza e sul lato sinistro (non potendosi trattare di due opere diverse per l’esatta coincidenza dei dettagli). La qualità molto alta della figura e l’indubbia tangenza con lo stile di Sebastiano Ricci ampiamente discusso dalla critica proprio con dipinti simili a questi (cfr. da ultimo A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamnenti dal collezionismo privato, Torino 2010, pp. 134-135), lascia ritenere che si tratti di un’opera matura del Lissandrino. Il genovese e il veneziano lavorarono insieme a Firenze per i Medici negli anni 1703-1707. Questa ipotesi troverebbe anche conferma alla notizia riportata dal Ratti secondo cui il Tavella e il Magnasco, essendo stati entrambi lontani dalla loto città, si ritrovarono anziani a Genova, indicativamente negli anni 1735-38, anni estremi del Tavella. Ma resta aperta la possibilità che i due artisti si siano incontrati prima a Milano, e che quest’opera di grande impegno per la parte di figura nasca più a ridosso dell’incontro con Ricci e quindi nel secondo decennio del secolo. Anna Orlando 2016