Asta N. 51 - Dipinti, Disegni, Sculture Icone e Grafica di Artisti dell'800, del ‘900, Moderni e Contemporanei Seconda Sessione - dal lotto 301 al lotto 367
Sunday 6 December 2015 hours 15:30 (UTC +01:00)
Icona Russia centrale, seconda metà '800, - , Credo, Professione di fede ,...
Icona Russia centrale, seconda metà '800, - , Credo, Professione di fede , Tavola,gesso, oro in foglia, tecnica mista, crisografia cm. 43,5x43,5. Il simbolo niceno - costantinopolitano, detto anche Credo niceno - costantinopolitano è una formula di fede relativa all'unicità di Dio alla natura di Gesù e implicitamentealla trinità delle persone divine. Composta originariamente dalla formulazione approvata al primo concilio di Nicea, 325 a cui vengono aggiunti ampliamenti, relativamente anche allo Spirito Santo ,nel primo concilio di Constantinopoli. Esso fu redatto a seguito delle dispute che attraversavano la Chiesa del IV secolo soprattutto a causa delle teorie cristologiche de Ario, sacerdote de Alessandria Il simbolo niceno - constantinopolitano viene largamente utilizzato nella liturgia cristiana. Questo simbolo viene infatti recitato durante la messa. Nelle chiese occidentali viene generalmente utilizzata una versione diversa per due aggiunte: Deum de Deo "Dio da Dio" e Filioque "e del Figlio".Di queste, la prima riprende una frase del simbolo originale niceno omessa nella versione adottata nel primo concilio di Constantinopoli. La seconda aggiunta è più tardiva e una relativa disputa, adottata dal patriarca di Constantinopoli Fozio nel conflitto con il papa nel IX secolo, è una delle ragioni dello scisma d'Oriente 1054. L'uso di recitare il Credo con questa aggiunta si è diffuso nei territori di Carlo Magno nonostante l'opposizione del papa Leone III ed è stato accettato anche a Roma nell'XI secolo,approvato da Benedetto VIII su richiesta di Enrico II di Germania. Sia la chiesa cattolica latina che le maggiori chiese protestanti includono queste due frasi nella recita di Credo niceno - constantinopolitano. La Chiesa ortodossa non le include, ma anch'essa si è discostata un po' dal testo del concilio, usando il singolare "Credo" invece del plurale "Crediamo" dei Padri Conciliari. La maggior parte delle Chiese orientali antiche adoperano il testo esatto del concilio. Però nella versione della Chiesa apostolica armena,che mantiene il plurale originale "Crediamo" le aggiunte sono molto più numerose che nelle Chiese occidentali. Tutte le parti del Credo venivano usualmente dipinte in un'unica icona. Nel caso dell'icona in esame ogni parte della preghiera veniva presentata separatamente. In basso troviamo una scritta "e la vita del mondo che verrà. Amen",che è la parte finale del Credo, quindi l'opera presentata è l'ultima, dodicesima, del ciclo. Stato di conservazione perfetto. , , Esposizione: Icone Russe, Museo delle Icone Russe "F. Bigazzi", Peccioli, Pisa per l'Arte La Cultura e la Solidarietà, dalla collezione di Margherita Maka in collaborazione con Antichità Retrò, 2006, pubblicato sul catalogo della mostra.,