Asta N. 116 - Libri, Autografi e Stampe
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Lot 97 Litta, Pompeo Lettera autografa e firmata Una pagina in 8°, grafia minuta, inchiostro bruno. Lettera viaggiata, indirizzo e timbri postali sul verso. Vi ringrazio delle notizie che mi volete procurare degli antichi Farnese, e vi dirò che i tempi anteriori a Paolo III sono affatto ignorati. Ora termino la casa di Savoia, le di cui ultime tavole sono alla Censura di Vienna, ove hanno a pensare alla Polonia, che continua a dare grandi molestie. Ho pronti gli Orsini alla stampa, ed ho anche tutti i disegni, in tutto circa 50 tavole… Ho dovuto cedere ai desideri del Conte della Gherardesca, che ora ha fatto parentadi con nobiltà metallica. Ho impegno per i Marchesi di Monferrato.Un suggestivo sguardo sul laboratorio creativo dello studioso. Questa ampia ed interessante lettera autografa firmata dell'illustre genealogista lombardo, datata 4 aprile 1846, è diretta al Marchese Pietro Bourbon Dal Monte S. Maria e concerne la preparazione di una delle sue opere di maggior fama, l'imponente Famiglie celebri Italiane.
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Lot 98 Luigi XIII di Francia Diploma & Passaporto Diploma cartaceo, 355 x 230 mm., sottoscritto in basso dal re nell’ottobre 1618, con timbro a secco e firma Louis, entro cornice in legno marrone; passaporto concesso al Marchese Anton Francesco Montauti per il suo viaggio a Dusseldorf, Bruxelles e in Olanda, datato Versailles, 15 aprile 1697, firmato in calce dal re, Louis (Louis XIV). Luigi XIII re di Francia, detto il Giusto (fr. le Juste). - figlio (Fontainebleau 1601 - Saint-Germain-en-Laye 1643) del re Enrico IV e di Maria de' Medici. Succedette al padre nel 1610. Dopo la reggenza di Maria de' Medici (1610-17), si riappropriò del potere, non senza conflitti con la madre. Entrato nel Consiglio il cardinale Richelieu (1624), lasciò progressivamente il potere nelle sue mani e, alla morte di questi (1642), al cardinale Mazzarino. Fu favorevole a una politica di grande fermezza nei confronti degli ugonotti della Spagna.Luigi XIV noto come Luigi il Grande fu un monarca di casa Borboni, il cui regno durò ben 72 anni.
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Lot 99 Marchand, Jean Baptiste Foto con dedica Foto di grandi dimensioni, 305 x 205 mm. con lunga dedica autografa a Boussard Bonnefoy, datata 1 giugno 1899, timbrata a secco Paul Boyer Parigi. Jean-Baptiste Marchand (2 novembre 1863 – 13 gennaio 1934) è stato un ufficiale francese ed un’esploratore in Africa. Partecipò alla conquista del Senegal, esplorò le fonti del Niger e del Nilo, ed è ricordato per la resistenza a Fashoda contro gli anglo-egiziani. La dedica è al celebre gironalista e politico francese Boussard, fondatore di diverse testate, attivista, movimentista ma anche letterato e poeta.
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Lot 100 [Moore, Thomas] Spartito autografo - What life like that of the Bard? Quattro pagine di spartito, 235 x 292 mm., trascritte e arrangiate da Henry R.Bishop nel 1834 come indicato in alto a destra, montate in passepartout. Sir Henry Rowley Bishop (18 Novembre 1786 – 30 Aprile 1855) è stato un celebre compositore inglese. Famosissimo per le canzoni "Home! Sweet Home!" e "Lo! Here the Gentle Lark." Qui si cimenta con l’arrangiamento di una celebre ballata irlandese di Moore.
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Lot 101 Odescalchi, Livio - Alvise Contarini Patente di Nobiltà veneta Pergamena di 640 x 450 mm., vergata in inchiostro nero e dorato con festone fitomorfo laterale, sottoscritto in basso dal segretario Agostino Bianchi, datata Palazzo Ducale [Venezia], 1676, sotto il dogato di Alvise Contarini. Concessione perpetua di patente nobiliare a Livio Odescalchi e famiglia: “Livio Odescalchi Nipote di Sua Santità con tutti li Figliuoli, e Discendenti suoi nati, e che nasceranno di legitimo matrimonio in perpetuo sia creato Nobile Patritio Veneto, e come tale habbi à godere tutti gl’honori, privileggi, immunità, dignità, e prerogative degl’altri Nobili Nostri”. Alvise Contarini (Venezia, 24 ottobre 1601 – Venezia, 15 gennaio 1684) fu il centosesto doge della Repubblica di Venezia, in carica dal 26 agosto 1676 alla morte. Il suo dogato fu pacifico e mirò soprattutto a sanare il pesante passivo economico accumulato in seguito alle guerre contro i turchi. Pochi giorni prima della sua morte, Venezia riaprì le ostilità con l'impero ottomano.Livio Odescalchi (Como 1658 - Roma 1713) fu il nipote di papa Innocenzo XI , uno dei più illustri mecenati e collezionisti della Roma seicentesca. Costituì il caso esemplare di un aristocratico non solo amante dell’arte, ma dilettante e con buone conoscenze tecniche sia nel disegno sia nella pittura.
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Lot 102 Papa Clemente XI Breve apostolico Foglio pergamenaceo di 230 x 320 mm. con sigillo in piombo di papa Clemente XI, datato 23 luglio 1720. Breve con sottoscrizioni, riguardante una concessione per Joseph Formoza e Domenica Busastil.
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Lot 103 Poe, Edgar Allan Lettera autografa Lettera in 4° di 4 pp., 222 x 170 mm., 26 righe per pagina, interrotta (manca forse un’altra facciata), indirizzo autografo - su polizza acclusa - di Mrs Maria Clemm, destinataria della lettera, la zia e poi suocera di Poe dopo il suo matrimonio con sua figlia Virginia Clemm, cugina di Poe. Datata Wednesday Evening - Aug 29 [Richmond, 1849], applicata su passepartout. Stupenda e rara lettera di uno dei più grandi e influenti scrittori statunitensi della storia, inventore del racconto poliziesco, della letteratura dell'orrore e del giallo psicologico, nonché uno dei rappresentanti maggiori del racconto gotico.La lettera è indirizzata alla sua “darling, beloved Mother”, dal suo Eddy. E così inizia: “May God grant that this letter, so long delayed, may find you well. I ask no more. For I have been tortured, almost to death, by horrible dreams, in which I fancied that you were ill and helpless and I so far away from you. Oh, my dear. dear good Muddy, I never knew the depth of my affection for you until this long and terrible separation.” Le riferisce come la sua situazione finanziaria sia penosa e dunque non in grado di mandarle dei soldi, utili a curarla. Non gli manca però l’ottimismo: “But now, my beloved Mother, cheer up... better days are at hand for both of us. Unless some unforeseen accident shall occur, we shall be out of all our terrible poverty in less than one month.” Poe confessa di avere “one half dollar in the whole world for 3 weeks, here in a strange city... I had not so much as one single cent”. Nella pagina successiva si dilunga sulla decisione presa di sposare Elmira [Sarah Elmira Royster Shelton], una notizia straordinaria quasi sconosciuta ai bibliografi di Poe: “We are solemnly engaged to be married within the coming month (Sept.r) - but I make no doubt that in a week or 10 days, all will be over. I enclose you her last note - that you may see how we stand. I got angry with her for wishing to defer it till January and wrote her a cross letter”. Ma alla fine si decise, e anzi comunicò la notizia ai Mackenzies tanto che tutta Richmond venne a sapere del loro fidanzamento al punto che “It was reported, indeed, thus we were married last Thursday” scatenando così le ire dei familiari di Elmira che erano contrari al matrimonio per “pecuniary interests”. Insieme hanno deciso che Maria Clemm avrebbe dovuto vivere con loro, dove ancora non si sa, “but would prefer the North - at least for the present - to get rid of her relations, who pester her to death for money”. Poe le riferisce che il valore della proprietà di Mr. Shelton (il marito di Elmira, morto da diversi anni) assomma a $ 70000. Lei è l’unica erede delle proprietà, ma nel caso in cui dovesse risposarsi terrebbe solo la casa, il mobilio, i servi (slaves) e un entrata di circa $ 1200-1400. Poe si dilunga sulle sue qualità manageriali, tali da averle consentito di far fruttare il patrimonio immobiliare negli ultimi anni. Il figlio di Elmira, di 10 anni, potrebbe decidere di vivere con la madre e lui potrebbe fargli da precettore a $ 500 l’anno. Poe vorrebbe comprare un cottage che potrebbero loro stessi decorare e ristrutturare. Elmira sino al giorno prima (28 agosto) era ansiosa di mantenere segreto il loro fidanzamento, ma ora è felice di averlo comunicato a tutti. E tutti pensano che sia un bene anche per Edgar. Poe esterna quindi tutto il suo affetto verso la suocera: “I would give up the whole world, as a moments’ notice, for your dear sake” and, if in this marriage you are not made happy, we have still our love for each other to defend upon.” Quindi passa a descrivergli il suo stato di salute: “It is now 4 weeks since I have touched anything to drink. In bodily health I am quite well, and in mind I would be so, but for dreadful anxiety on your account: - there is one other thing: too, dear mother, which drives me frantic - my love for Annie [Nancy Richmond] - I worship her beyond all human love: My passion fro her grow
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Lot 104 Ponsiglione, Antonio Lettera autografa firmata In 4°, 300 x 210 mm. lettera autografa firmata datata Burgos 29 maggio 1524, 2 pp. su bifolio, indicazione del destinatario e traccia di sigillo alla quarta. De novo la Maestà Cesarea ha concluso il matrimonio di donna Caterina sua sorella col Serenissimo Johanne Re di Portogallo… Se dice la Cesarea Maestà haver mandato Imbasciatori al Sguicero per reducerlo al Jugo il che non podendo farlo per placet delibera far per nocet per asecurar quella exhausta et povera Italia. Politica e diplomazia europea nel '500. Interessantissima lettera autografa dell'illustre giureconsulto piemontese Antonio Ponsiglione, nella quale, dalla città spagnola di Burgos, riferisce al Podestà di Genova circa le ultime notizie relative ai disegni politico-militari in Europa del Re di Spagna Carlo V d'Asburgo. Nella lettera, tra le altre informazioni, si fa riferimento al matrimonio combinato dal Re tra la sorella Caterina d'Asburgo e il Re di Portogallo Giovanni III di Aviz.
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Lot 105 Regnanti d’Europa - Maria Pia di Savoia Regina del Portogallo Lettere autografe firmate Bell’insieme di lettere di Maria Pia di Savoia, Maria Teresa Asburgo-Lorena e Maria Cristina di Sassonia, illustri regine e regnanti, e una lettera di Fernando I di Bulgaria. Due lettere autografe firmate e datate di Maria Pia di Savoia, futura Regina di Portogallo. Le lettere di cortesia sono dirette a una contessa: la prima è datata Moncalieri 22 7bre 1859, la seconda Turin 2 Aout 1862. Figlia di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, Maria Pia sposerà Luigi I del Portogallo e sarà regina dal 1862 al 1889.Lettera autografa firmata di Maria Teresa, con data Turin le 24 fevrier 1841. La Regina di Sardegna, consorte di Carlo Alberto, che aveva sposato nel 1817, invia questa lettera decorata alla Contessa della Volvera in cui le propone data e orari per un incontro.
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Lot 106 Rossini, Gioacchino Lettera autografa firmata Una pagina in 4°, mm. 272 x 216, su bifolio, datata Firenze 12 giugno 1851, corsivo leggibile, inchiostro nero, nome del destinatario alla quarta, lettera su carta azzurrina con timbro a secco, Bath. Raro autografo rossiniano. La lettera, inviata da Firenze ove il compositore risiedeva, è indirizzata ad Antonio Monghini (1822-1875), patriota riparato a Firenze dopo aver partecipato all'esperienza della Repubblica romana. La missiva fa riferimento al pagamento di una consistente somma di danaro, da effettuarsi attraverso una banca: è interessante notare che Antonio Monghini si occupò principalmente di finanza e del sistema delle banche.
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Lot 107 Sand, George Lettera autografa firmata In 8°, 200 x 130 mm. 1 c. con 25 righe e firma in calce, grafia in corsivo, inchiostro nero, testo al recto, al verso autentica di Luigi Calamatta, 1801 - 1868, incisore italiano, consuocero della Sand, giacché sua figlia sposò Maurice, figlio della scrittrice. Strappi al margine interno, macchioline. Quant à ce livre, il en sera comme plaira à vous et à mes amis… Vous n'imaginez pas, j'espère, qu'après les complaisances istinctives pour la poésie mystique, je vais chercher la moralité de mon livre dans les institutions de la cour de Rome. Vous y verrez seulement qu'au milieu de cette fantaisie d'artiste qui me pousse au couvent, mes idées tendent à un rassérènement général, à l'amour d'une règle intelligente et à l'eternel spiritualisme sans lequel il n'est pas de poésie.Importantissima lettera autografa firmata, inviata a un destinatario sconosciuto. La lettera riguarda il rimaneggiamento del romanzo Lélia, opera lirica e simbolica facente parte dei romanzi detti "femministi" di George Sand. L'opera uscì nel 1833 e in seguito, profondamente cambiata e aumentata, fu riedita nel 1839. In questa lettera la scrittrice fa diretto riferimento al finale diverso che ha in mente, e alle ragioni che lo motivano: nella nuova edizione, infatti Lélia, divenuta badessa, riuscirà a creare una società armoniosa in un convento. Il 15 luglio 1836 un estratto di Lélia apparve nella Revue des Deux Mondes accompagnato dal fac-simile di questa lettera. Cfr. L'histoire littéraire: ses méthodes et ses résultats; mélanges offerts à Madeleine Bertaud, a cura di Luc Fraisse, Librairie Droz, 2001, p. 775.
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Lot 108 Sicilia - Carlo VI Concessione al Principe di Roccafiorita, di Palermo, del territorio allodiale della Margana, sottoscritto dal Re in fine Manoscritto pergamenaceo, datato in fine Vienna, 22 dicembre 1725, mm. 273x190, 215 carte non numerate, stemma imperiale disegnato alla prima carta, testo inquadrato dentro cornice di doppio filetto e vergato in elegante e calligrafica corsiva, in lingua italiana e latina, legatura coeva in pergamena, tagli colorati in rosso, ottimo esemplare perfettamente conservato, con pergamena bianchissima e di grande qualità. Importantissimo documento originale, in manoscritto pergamenaceo. Si tratta di un imponente diploma imperiale di Carlo VI (1685-1740) sottoscritto in fine "yo el Rey", in cui si concede a Francesco Bonanno del Bosco, Principe di Roccafiorita, il riconoscimento del contratto enfiteutico per il godimento del territorio allodiale della Margana, nei pressi di Palermo. In primo luogo il codice riporta l' “istrumento”, stipulato il 4 luglio 1723 fra il Principe di Roccafiorita e l'Abate dell'Abbazia cistercense della Magione dei Teutonici, in cui il territorio allodiale della Margana è concesso in affitto per il canone annuo di 1337 once; seguono poi numerose testimonianze e i decreti emessi dalla Gran Corte Arcivescovile di Palermo in merito a tale usufrutto di terreni. Al verso della carta 204 si trova la registrazione del diploma da parte di Antonio De Fialdi, Segretario dell'Imperatore e Scriba del Supremo Consilio, in data 20 giugno 1724. Le carte finali contengono il decreto ufficiale e si concludono con la data 22 dicembre 1725 e la firma a penna dell'imperatore Carlo VI. Don Francesco Bonanno è uno dei più prestigiosi esponenti della potente e nobile famiglia Bonanno che governò Misilmeri dal 1721 al 1812.
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Lot 109 Thorvaldsen, Bertel - Fratelli Camuccini Pagina autografa firmata Una pagina in 4°, 236 x 182 mm., montata su passepartout. Interessantissimo elenco di opere scultorie greche che Alberto Thorvaldsen (Copenaghen, 19 novembre 1770 – 24 marzo 1844) visiona presso la bottega dei fratelli Camuccini:“Avendo esaminato la collezione de’ Marmi antichi dei SSri. Fratelli Camuccini, e particolarmente di quattro Bassorilievi che facevano parte del Foro Trajano, e che ciascuno nel loro genere li credo li più belli che esistono; una delle Cariatidi Semicolossale del Tempio di Pandrosia opera greca rarissima appartenuta ad un tempio così interessante d’Atene, et perché n’esiste soltanto una compagna nel museo....; un Amazzone opera greca eseguita in marmo greco duro, e di stile superiore alle due statue di Amazzoni opere latine, che esistono una al Museo Vaticano, l’altra al Capitolino; Fiume colossale rappresentante l’Oceano ed è l’unica statua che si conosca di grandezza superiore ai due fiumi di Nilo e Tevere che esistono nel Museo Vaticano e di merito non inferiore (....) giudico li sopradescritti oggetti degni di sostenere il paragone di qualunque opera greca che si conosca. Alberto Thorvaldsen”.Thorvaldsen fu un celebre scultore danese, uno dei massimi rappresentanti del neoclassicismo nella scultura, che interpretò rigorosamente aderendone ai canoni estetici con grande purezza formale. Pur essendo spesso paragonato a Canova, rispetto a quest'ultimo Thorvaldsen incarnò in misura maggiore lo stile dell'arte classica greca. Le pose ed espressioni delle sue figure sono molto più rigide e formali di quelle di Canova. Molto interessante l’elenco stilato presso l’atelier dei Camuccini della loro collezione di statue greche, che sicuramente furono fonte di ispirazione per l’artista danese.
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Lot 110 Tommaseo, Niccolò Lettera autografa firmata Una pagina in 8° di 215 x 150 mm., su bifolio. Insieme nel lotto tre belle lettere dell’editore Francesco Vallardi e una gustosa tenzone poetica del XVIII secolo tra Ambrogio Viale e l' Abate Luigi Richeri. Lettera di cortesia di Tommaseo. Il letterato dalmata, che si firma "Il loro obbligatissimo Tommaseo", scrive a S. Ronchetti, Cassiere della Società degli Studenti. Interessante il carteggio della famiglia di editori milanesi, i Vallardi. Le tre lettere autografe firmate, due di Francesco del 1853, una di Pietro del 1856, sono dirette ad Antonio Cappelli, 1818-1887, tipografo di Modena; la carta postale, del 1884, è indirizzata allo stesso Cappelli nella sua qualità di Bibliotecario della Biblioteca Estense di Modena. L'enciclopedico studioso modenese, in effetti, fu anche tipografo dal 1845 e il 1871, e nel 1860 fu nominato vicesegretario della Biblioteca Estense.
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Lot 111 Verga, Giovanni Lettera autografa e firmata Due pagine in 8°, 210 x135 mm., su bifolio, lettera autografa firmata datata Milano martedì 25 settembre 1900 e indirizzata ad una gentilissima signora. Ho perduto amici non giocando a Mars e lasciando Pallanza - ma ci ho guadagnato la sua bella cartolina e il suo pensiero gentile… Ahimè il fiore, o per meglio dire, la spino secco sono proprio io, e non le cartoline come questa.Curiosa e interessante lettera indirizzata a una "Gentilissima Signora". La lettera è scritta su carta intestata "Grand Hotel Continental Milano".
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Lot 112 Walpole, Horace Lettera autografa e versi Lettera autografa in 4°, una pagina, 195 x 163 mm., datata Strand 8 novembre 1793, montata su passepartout; insieme sei versi di un componimento intitolato The State of France, un foglio di 136 x 146 mm. montato su passepartout. “It is not to refuse, but to accept your visit on Sunday next, that I write. I thought you lost, or, which was much more probable, that you had forgotten a superannuated Invalid in a Village out of the way. (...) I have been much concerned for John Hunter [illustre medico scozzese, noto per essere stato fautore della necessità di fondare la chirurgia sulla ricerca e sulla sperimentazione]...You will find Twickenham scarce wrinkled: the unexampled Summer still lasts, & the Elms like old Beauties flatter themselves that they look as well as ever; and I hope politically, that our Laurels will not lose a leaf. The atrocious murder of that matchless Heroise et first of human Beings the Queen of France has filled me with a horror I can not express [si riferisce alla morte di Maria Antonietta, ghigliottinata il 16 ottobre 1793]. But if the French have shown themselves a race of intentionalHyaenas they have proved Her superior to every weakness that may reduce the Mind to the failings of Morality. Adieu till Sunday.” I versi del foglio acclusi, dal titolo The State of France, sono una sestina a rime baciate ed ironizzano sullo stato della Francia di fine secolo.
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Lot 113 Zola, Émile Contratto editoriale autografo Due pagine in 4°, 250 x 175 mm., firmato in calce da Zola in data Parigi, 20 dicembre 1898, indirizzato ad Attilio Luzzatto. Interessante contratto editioriale tra Zola e Attilio Luzzatto, il celebre direttore della rivista La Tribuna (1883-1946). Nel 1887 la proprietà fu rilevata dal principe Maffeo Sciarra Colonna, che dotò il giornale di una propria tipografia e di una propria sede (Palazzo Sciarra) e tramutò La Tribuna in un foglio di sole notizie, non politicamente connotato. La nuova proprietà promosse alla direzione Attilio Luzzatto. Nel 1890 uscì il supplemento settimanale La Tribuna illustrata. Nel 1895 Luzzatto iniziò a fare un giornale nazionalista, sostenendo apertamente l'impresa coloniale in Africa. Nel giro di un anno «La Tribuna» si affermò come primo quotidiano della capitale e del centro Italia. Alla fine del decennio uno scandalo sconvolse l'opinione pubblica francese: il caso Dreyfus. La Tribuna seguì da vicino gli eventi. Al processo, cominciato nel 1898, La Tribuna sostenne il capitano Dreyfus ed Émile Zola, autore del famoso J'accuse. La scelta si rivelò felice e ciò accrebbe il prestigio del giornale. Ed è proprio a quegli anni che si colloca il presente contratto, stipulato tra Zola e Luzzatto per la cessione dei diritti per la pubblicazione, sia su rivista che in volume, di Fecondité. Si tratta di un romanzo poco noto di Emile Zola, che uscì nel 1899, tutto dedicato al tema della denatalità che caratterizzava la Francia di fine Ottocento, rendendola diversa dagli altri Paesi europei e soprattutto dalla Germania, sua nemica naturale, dove invece l'indice demografico era in costante aumento. Un romanzo molto lungo, uno dei più lunghi scritti dall'autore francese e, come tutte le sue opere, carico di vis polemica contro il pensiero dominante e contro la tendenza sociale in atto, un'opera insieme di denuncia e di proposta per l'avvenire: il protagonista Mathieu Froment - che all'inizio del romanzo ha 27 anni, quattro figli ed è povero, e che alla fine di anni ne avrà 90 e di figli dodici, con una fertile e ampia azienda agricola - rappresenta l'utopista che crede nella fecondità della moglie e della terra, e che grazie alla sua tribù di figli e alla sua audacia come imprenditore agricolo raggiunge la ricchezza e la felicità. Il contratto prevede l’uscita della traduzione italiana sulla Tribuna tre giorni dopo la sua uscita in un giornale francese. La cessione costerà a Luzzatto 5000 franchi francesi da versarsi: duemila alla ricezione dei primi foglio dell’opera, 1500 alla pubblicazione di metà dell’opera e i restanti 1500 alla ricezione degli ultimi fascicoli. Il volume invece non potrà essere messo in vedita che 8 giorni dopo l’uscita dell’edizione orginale francese. L’opera, anticipata a puntate sulla Tribuna, uscì efefttivamente a stampa a Roma presso lo Stab. Tipogr. della Tribuna nel 1899.
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Lot 114 Zola, Émile Lettera autografa firmata Due pagine in 8°, 212 x 134 mm., datata Parigi 29 ottobre 1899 con firma in calce, indirizzata ad Attilio Luzzatto, strappi alle piegature senza alcuna perdita di testo. Bella lettera intensa e cordiale, tra due veri amici e collaboratori. Zola divenne un habitué delle pagine della Tribuna, consolidando un sodalizio letterario che non conobbe crisi e contribuendo alla conoscenza in Italia del grande romanziere francese. Nella missiva parlano della eco prodotta da Les Quatre Évangiles, il ciclo di romanzi progettato e realizzato da Zola tra il 1898 e il 1902, e dell’imminente uscita di Travail. Zola ribadisce di avere piena fiducia in Luzzatto, che mai e poi mai abbandonerà per altri editori. Documento interessante sulla circolazione in Italia delle opere di Zola a fine Ottocento, che tanto influenzeranno verismo e decadentismo nostrano.
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Lot 115 Abdisho - Marcantonio de Mula Patriarchae Orientalium Assyriorum de Sacro oecumenico Tridentini concilio approbatio Riva del Garda, Giacobbe Marcaria, 1562. In 4°. Stemma di Pio IV xilografato, legatura del XX secolo in mezza pergamena con titolo in oro al piatto. Rara prima edizione. Si tratta di una delle poche edizioni del primo tipografo di Riva di Trento, l'ebreo Jacob Marcaria. La produzione degli opuscoli conciliari costituisce, certamente, il dato più particolare a riguardo della produzione tipografica uscita dai torchi del Marcaria. L'opera contiene la professione di fede del Patriarca della Chiesa caldea, che era di confessione nestoriana, fatta davanti a papa Pio IV il 17 aprile 1562: è preceduta dalla lettera di presentazione al Concilio di Trento del Cardinale Marcantonio De Mula ed è seguita da un'altra lettera del Patriarca in cui sono elencate le diocesi orientali sotto il suo governo, che andavano dall'Impero Ottomano alla Persia e l'India. Ester, Editori e Tipografi di Trento e Rovereto, n. 10283.
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Lot 116 Abissinia - Marescotti Ruspoli Carlo Relazione dei viaggi in Abissinia del Tenente Marescotti Ruspoli. Condizioni ed usi militari in Abissinia 1926-1928 Dattiloscritto di 56 pagine numerate, cm. 29x21 circa, con 7 carte geografiche di cui 4 ripiegate, e 55 fotografie d’epoca nel testo, legatura coeva in mezza pergamena con angoli, titoli in oro su doppio tassello al dorso. Interessantissimo resoconto di viaggio, inedito, relativo alle esplorazioni effettuate nel triennio 1926-1928 dal tenente colonnello Carlo Marescotti Ruspoli, ufficiale italiano di stanza in Africa orientale, e medaglia d’oro al Valore Militare, deceduto durante la battaglia di El Alamein. La premessa dell’autore è preceduta dall’intestazione “Ministero delle Colonie“, che lascia presupporre che il testo fosse stato allestito come relazione ufficiale da presentare al governo. L’insieme risulta di enorme interesse storico-documentario, data l’articolazione e i dettagli delle informazioni fornite, tutte di prima mano, e la ricca documentazione fotografica allegata che ritrae usi tribali, scene di caccia, villaggi indigeni, scenari paesaggistici, macabri trofei di guerra. Il testo è diviso in 6 capitoli: Sguardo riassuntivo delle Province dell’Ovest e Sud-Ovest dell’Etiopia; Relazione dei viaggi in Abissinia del capitano Marescotti Ruspoli; Muli e basti abiussini; Elenco di parole Massango e Jambo; Elenco delle tappe compiute durante il viaggio; Condizioni ed usi militari in Abissinia. Un insieme davvero tutto da scoprire.
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Lot 117 Académie des inscriptions et belles-lettres Dissertazione sopra i supposti Fulmini. N° XVII Venezia, A. Groppo, 1748. In 4°. Vignetta al frontespizio incisa in rame, 2 tavole in rame fuori testo, legatura coeva in cartonato decorato. Prima edizione italiana. La dissertazione riprende una memoria dell'archeologo francese Nicolas Mahudel, letta nel 1734 alla Reale Accademia delle Iscrizioni, e Belle Lettere di Parigi, in cui si dimostra che le cosiddette "pietre ceraunie", che gli antichi ritenevano prodotto dei fulmini, sono in realtà attrezzi dell'uomo primitivo, ascie, mazze, cunei, scalpelli. Rossetti e Cantoni, p. 116.
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Lot 118 Accademia degli Occulti Carmina Academia Occultorum Brescia, apud Vincentium Sabiensem, 1570. In 8°. Frontespizio allegorico inciso in rame, firmato B.L.F., restauro al margine esterno del frontespizio e della seconda carta, in parte risarcita, legatura in pergamena antica del sec.XVIII. Prima ed unica edizione. Sono raccolte diverse opere poetiche dei letterati che facevano parte della prestigiosa Accademia di Brescia: alla fine un'annotazione di mano coeva riporta i nomi dei diversi autori, fra i quali Tommaso Porcacchi. L'Accademia degli Occulti, attiva tra il 1564 e i primi anni del '600, ebbe il merito di avere contribuito allo studio e alla conoscenza della lingua italiana: il suo programma si esprime nell'emblema dell'Accademia, il Sileno, qui splendidamente raffigurato nel frontespizio allegorico. Ugo Vaglia, Stampatori e editori bresciani e benacensi nei secoli XVII e XVIII, Brescia, 1984.
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Lot 119 Accademia del Cimento Saggi di Naturali Esperienze fatte nell'Accademia del Cimento. Terza edizione fiorentina preceduta da notizie storiche sull'Accademia stessa e seguitata da alcune aggiunte Firenze, Tipografia Galileiana, 1841. In 4°. 22 tavole f.t. inc. in rame fuori testo incise da Lasinio, Dotti e Bedetti, tutte montate su braghetta della larghezza del vol., legatura originale in cartonato, doppio riquadro tipografico con motivi floreali agli angoli e grande fiorone al centro dei piatti. Esemplare n. 377 con invio autografo del segretario F. Tartini al prof. Pietro Conticini. Pregevole edizione figurata. Si tratta della migliore edizione dell'unica pubblicazione dell'Accademia del Cimento: contiene le descrizioni degli esperimenti effettuati dagli scienziati nel XVII secolo, Borelli, Steno, Redi, Cassini e i due allievi di Galileo, Viviani e Torricelli. Il testo è scritto dal conte Lorenzo Magalotti, e include i resoconti di esperimenti su temperatura e pressione dell'aria, fra cui l'invenzione del barometro di Torricelli, la velocità del suono e della luce, la fosforescenza, il magnetismo, l'ambra e altri organi elettrici, il congelamento di acqua. Questa edizione fu stampata in poche centinaia di esemplari, in occasione del Terzo Congresso degli Scienziati Italiani, tenutosi in Firenze nel 1841. Riccardi: "Interessantissime sono in particolare le notizie dell'Antinori per la storia delle matematiche in Toscana e per la storia della scuola Galileiana." Le 22 tavole incise su rame da Lasinio, Dotti e Bedetti, illustrano le più importanti scoperte scientifiche del XVII secolo. Riccardi II, 408; Favaro, 815; Wolf, History of science, I, pp. 55-59.
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Lot 120 Adam, Melchior Vitae Germanorum Philosophorum Heidelberg, Tipis Joannis Lacelloti, 1615. In 8°. Marca al frontespizio, stampato in rosso e nero, qualche capolettera. Legato con Vitae Germanorum Jureconsultorum et Politicorum.Heidelberg, Tipis Joannis Lacelloti, 1620, e con Vitae Germanorum Medicorum… ad annum usque MLCXX.Heidelberg, Tipis Joannis Lacelloti, 1620. Uniforme brunitura, legatura coeva in pelle di scrofa. Prime edizioni. Si tratta di repertori originali con le biografie di personaggi della nazione germanica distintisi nei vari campi della cultura scientifica e letteraria nel corso del XVI secolo. Ricordiamo fra gli altri: Purbach, Agricola, Longueil, Erasmo, Melantone, Oporinus; U. von Hutten, Pirckheimer, Grynaeus; Paracelso, Gemma Frisius, Janus Cornarius, Vesalio, Fuchs, Gesner, J. Camerarius.