Importanti Mobili, Arredi, Oggetti d’arte e Maioliche
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Lot 72 FIGURA, MANIFATTURA DI MEISSEN, 1760 CIRCA
in porcellana dipinta in policromia, raffigurante suonatore di Malabar, modellatore P. Reinicke. Marca in blu sul retro, alt. cm 18,5. Restauri
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Lot 73 FIGURA, MANIFATTURA DI MEISSEN, SECONDA METÀ SECOLO XVIII
in porcellana dipinta in policromia, raffigurante dignitario cinese. Lettera X incisa nella pasta, alt. cm 15. Restauri e mancanze
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Lot 74 FIGURA, MANIFATTURA DI MEISSEN, SECONDA METÀ SECOLO XVIII
in porcellana dipinta in policromia, raffigurante mamma cinese con bambino. Marca in blu sul retro, alt. cm 12
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Lot 75 DUE FIGURE, MANIFATTURA DI MEISSEN, SECONDA METÀ SECOLO XVIII
in porcellana dipinte in policromia, raffiguranti cacciatore con cane e cacciatrice, alt. cm 18 e cm 17. Restauri (2).
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Lot 76 DUE FIGURE, MANIFATTURA DI MENNECY VILLEROY, SECONDA METÀ SECOLO XVIII
in porcellana policroma raffiguranti capre. Una delle due figure reca sul fondo sigla D.V. incisa nella pasta, alt. cm 10,5 e cm 10. Difetti (2)
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Lot 77 GRUPPO, MANIFATTURA DI MEISSEN, FINE SECOLO XVIII
in porcellana dipinta in policromia, raffigurante toro. Marca in blu sul fondo, cm 9x14,5x7. Difetti
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Lot 78 GRUPPO, MANIFATTURA DI MEISSEN, FINE SECOLO XVIII
in porcellana dipinta in policromia, raffigurante tre cani all’assalto di un toro. Marca in blu sul fondo, cm 11x17x9,5. Difetti
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Lot 79 IMPORTANTE BUREAU-PLAT, FRANCIA, EBANISTA PIERRE MIGEON IV, 1745-1749
in palissandro e bois de violette con applicazioni in bronzo dorato, piano sagomato ricoperto in pelle bulinata, fascia mistilinea con tre cassetti, eleganti gambe sinuose con applicazioni e scarpette in bronzo dorato.
I bronzi sono punzonati con la C coronata a conferma della realizzazione tra il 1745 e il 1749, secondo l'obbligo imposto proprio in questi anni di pagare una tassa sui bronzi utilizzati. Reca inoltre sotto la fascia la stampigliatura MIGEON e il monogramma JME, sigla che rimanda all'associazione "Jurande de Maître Ébénistes", che raggruppava i migliori ebanisti dell'epoca, cm 79x201x100, lievi danni.
Per confronti
F. de Salverte, Les Éé du XVIII, leurs oeuvres et leurs marques, Parigi, 1962, pp. 232-234;
S. Mouquin, Pierre IV Migeon, Parigi, 2001.
E. Colle, a cura di, I mobili di Palazzo Pitti, Il primo periodo lorenese 1737-1799, Firenze 1992, p. 195 n. 136, per un esemplare simile conservato a Palazzo Pitti a Firenze
Pierre Migeon IV (Parigi 1696 - 1758) appartiene a una famiglia di maestri ebanisti attivi a Parigi dalla prima metà del Seicento alla seconda metà del Settecento.
L’attività del Migeon, documentata sino dal 1721, testimonia un volume di produzione imponente, per far fronte al quale venivano utilizzati numerosi artigiani, specialisti dei vari settori impiegati per la realizzazione dei mobili. La clientela era formata dalla migliore società dell’epoca, fra cui membri della corte reale, come Madame de Pompadour, esponenti del Parlamento e rappresentanti del mondo dell’alta finanza. Nella produzione dell’ebanista coesistono due aspetti antitetici, uno tradizionalista ed uno innovatore, dalla cui unione deriva una produzione unica e riconoscibile.
Le forme dei mobili infatti, risentono senza dubbio l’influenza del gusto rocaille del momento ma non rinunciano mai ad influssi derivanti dello stile precedente, la reggenza. Pur nell’uso delle linee curve infatti, è sempre presente un forte impianto ed un senso di equilibrio e proporzione delle forme ereditati dallo stile reggenza, visibili nel nostro bureau plat nelle linee dritte della fascia sottostante il piano. L’innovazione si legge nella decorazione effettuata con l’impiallacciatura, nella cui messa in opera si privilegia l’esaltazione della bellezza e delle venature proprie di ciascuna essenza. Privilegia essenze come il palissandro, l’amaranto, il bois de violette ed il pero, tutti legni dalle tonalità simili, mediante l’accostamento dei quali ottiene effetti decorativi in monocromo dalle forme astratte e simmetriche, indipendenti dalla forma del mobile.
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Lot 80 PLACCA, MANIFATTURA GINORI A DOCCIA, FINE SECOLO XVIII
in porcellana bianca raffigurante l'Inverno, cm 41x55, entro cornice in legno ebanizzato di epoca posteriore
Provenienza
Asta Sothebys, Firenze 22 ottobre 1976, lotto 166
Per confronti
AA.VV., Baroque Luxury Porcelain, The manufactories of du Paquier in Vienna and of Carlo Ginori in Florence, catalogo della mostra, Liechtenstein Museum, Vienna 10 novembre 2005-29 gennaio 2006, 2005 , p.427, n. 279
Le Statue del Marchese Ginori, sculture in porcellana bianca di Doccia, a cura di J. Winter, catalogo della mostra XXIII Biennale di FIrenze, 26 settembre-5 ottobre 2003, Firenze, 2003, pp. 84-87
Allegoria dell’Inverno da un bassorilievo d’invenzione di Massimiliano Soldani Benzi
Il rilievo raffigura l’Allegoria dell’Inverno, con Marte e Venere al centro e sulla destra Vulcano all’opera nella sua Fucina. Esso ha come archetipo di derivazione una de Le Stagioni ideate e realizzate dallo scultore bronzista Massimiliano Soldani Benzi nel 1709, su commissione di Ferdinando de’ Medici per omaggiare il cognato, l’Elettore Palatino Johann Wilhelm. I bassorilievi in bronzo sono conservati al Bayerisches Nationalmuseum di Monaco, mentre i modelli in terracotta sono esposti al Museo degli Argenti in Palazzo Pitti (D. Zikos, in La principessa saggia. L’eredità di Anna Maria Luisa de’ medici Elettrice Palatina, catalogo della mostra a cura di S. Casciu, Firenze 2006, pp. 196-198, cat. 48).
Poiché la tecnica di realizzazione del bronzetto, mediante la fusione a cera persa, prevede l’esecuzione di un calco in cera all’interno di forme in gesso a tasselli, trova giustificazione la scelta del fondatore della Manifattura di Doccia, il marchese Carlo Ginori, di acquistare nel 1744 da Ferdinando, figlio del Soldani, le forme impiegate nella bottega del padre (tra cui quelle de Le Stagioni) per la realizzazione dei suoi bronzetti, come rivelato dalle note di pagamento rintracciate nei registri contabili della fabbrica (si veda K. Lankheit, Die Modellsammlung der Porzellanmanufaktur Doccia. Ein Dokument italienischer Barockplastick, München 1982, pp. 130-132, 30:41, 30:43, 31:49, 31:51).
Recenti studi, tuttavia, portano a ipotizzare che prima ancora di Ferdinando sia stato Lorenzo Maria Weber (allievo di Massimiliano) a vendere al Ginori le forme del Soldani, che a sua volta aveva acquistato “dagl’Eredi del Soldani [...]” (doc. cit. in D. Zikos, Sulla natura delle “forme” acquistate e commissionate da Carlo Ginori, in “Amici di Doccia-Quaderni”, IV, 2011, p. 21).
Certamente la produzione di placche istoriate è documentata nella manifattura fin all’epoca del fondatore, tuttavia la fortuna di alcuni soggetti, come quelli de Le Stagioni proseguì a lungo e ne abbiamo testimonianza ancora nel 1879, come attestano le date 1709 e 1879 apposte sulla forma in gesso più grande del rilievo raffigurante La Primavera. La data 1709 è da ritenersi presente sulle forme giunte a Doccia, presumibilmente provenienti dalla bottega del Soldani (D. Zikos, Sulla natura delle “forme” acquistate, cit., p. 27).
L’osservazione del gruppo di forme della serie de Le Stagioni rivela una fattura ottocentesca, è pertanto ipotizzabile che la data 1879 sia riferibile all’anno nel quale sono state replicate da parte dei formatori della manifattura, forse perché usurate dal tempo e dall’impiego (R. Balleri, Bronze into Porcelain: The enduring Legancy of Giovanni Casini’s Bas-reliefs in the Manifattura di Ginori di Doccia, in The Hours of Night and Day. A Rediscovered Cycle of Bronze Reliefs by Giovanni Casini and Pietro Cipriani, catalogo della mostra a cura di E. D. Schmidt, Minneapolis 2014, p. 161, 165).
La tradizione sette-ottocentesca della produzione a Docc -
Lot 81 MESCIROBA, MANIFATTURA DI GINORI A DOCCIA, SECONDA METÀ SECOLO XVIII
in porcellana bianca, corpo lavorato a costolonature, presa modellata a figura femminile, alt. cm 26,5
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Lot 82 CAFFETTIERA, MANIFATTURA GINORI A DOCCIA, METÀ SECOLO XVIII
in porcellana decorata in monocromia arancio a motivi vegetali, alt. cm 20
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Lot 83 CAFFETTIERA, MANIFATTURA GINORI A DOCCIA, 1745-1750
in porcellana bianca parzialmente dipinta in marrone. Corpo piriforme scandito nella parte inferiore da sottile baccellatura, tipico beccuccio modellato all’estremità a testa di serpente, manico reso ad imitare un rametto nodoso dipinto in marrone; coperchio convesso con presa a trottola, alt. cm 29, danni alla presa del coperchio
Per confronti
M. Burresi, La manifattura toscana dei Ginori. Doccia 1737-1791, Pisa 1998, p. 56, p. 110, n. 10 (per il manico)
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Lot 84 GRUPPO, MANIFATTURA GINORI A DOCCIA, SECONDA METÀ SECOLO XVIII
in porcellana bianca raffigurante coppia di contadini intorno ad un albero, alt cm 18. Difetti
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Lot 85 CINQUE PIATTI, MANIFATTURA GINORI A DOCCIA, 1770-1780 CIRCA
in porcellana dipinta in policromia e oro; tesa decorata da riserve sagomate centrate da fiorellini e decori vegetali, cavetto decorato da fiore entro medaglione circolare contornato da quattro ricchi mazzi di fiori, diam. cm 22,5 (5)
Bibliografia
M. Burresi, La manifattura toscana dei Ginori. Doccia 1737-1791, Pisa 1998, pp. 86-87, p. 162, n. 100
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Lot 86 SERVITO DI PIATTI, MANIFATTURA GINORI A DOCCIA, SECOLI XVIII-XIX
in porcellana con “decoro al tulipano”, composto di cinquantatré pezzi (53)
Composizione: 1 zuppiera con coperchio, 26 piatti piani,12 piatti fondi,1 salsiera, 1raviera tonda, 3 grandi raviere ovali, 3 vassoi ovali, 1 piccolo vassoio ovale, 1 grandevassoio circolare, 3 vassoi circolari e 1 piccolovassoio circolare
Per confronti
M. Burresi, La manifattura toscana dei Ginori. Doccia 1737-1791, Pisa 1998, pp. 73-74, p. 140, n. 62 (per il decoro)
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Lot 87 CONSOLE, ROMA, SECONDA METÀ SECOLO XVIII
in legno scolpito e dorato, piano superiore rettangolare in marmo giallo con profili in pordifo, fascia decorata da grandi volute intervallata da margherite e da medaglione centrale con testa di Medusa,gambe scannellate con capitelli a foglie di acanto sormontate da dadi con bucrani, piedi a palla, cm 100x76x156
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Lot 88 GRANDE SPECCHIERA, EMILIA, SECOLO XVIII
in legno riccamente intagliato e dorato, sormontata da alta cimasa sagomata con ampie volute che ricadono lungo i lati e centrata da specchio inciso con rovina architettonica, cornice rettangolare decorata a motivi fogliacei e perlinatura, ai lati nella parte inferiore dello specchio due sfingi alate contrapposte, piedi a foglia di acanto, cm 252x160
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Lot 89 GIUSEPPE MAGGIOLINI (Parabiago, 1738-1814)
TAVOLO DA GIOCO CON PIANO REVERSIBILE, FINE SECOLO XVIII
in legno impiallacciato ed intarsiato con ampio medaglione ottagonale bordato da fascia a nastro intrecciato a spirale, a sua volta circoscritto da una fascia decorata con motivi ovoidali entro cornice in legno chiaro. Il piano è decorato agli angoli da delfini dalle code intrecciate affiancanti una conchiglia, ed è sorretto da quattro gambe troncopiramidali con collarino, filettate in legno chiaro; l’interno del tavolo è rivestito in carta coeva, cm 77,7x81,5x81,5
Provenienza
Meli Lupi di Soragna.
Nel 1873 Luigi Meli Lupi di Soragna sposò Luisa Melzi di Cusano. Il tavolino faceva parte degli arredi di Villa Melzi di Cusano di S. Maria Molgora (Vimercate), arrivati per discendenza a Luisa Melzi di Cusano.
Per confronti
Museo di Milano, Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, novembre-dicembre 1938, Milano 1938, tav. 28;
G. Morazzoni, Il mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, Milano, Gorlich 1953, tavv. XIII, XV, XCIII;
A. Gonzalez-Palacios, Il tempio del gusto, Milano 2000, p. 729;
G. Beretti, Giuseppe Maggiolini. L’officina del Neoclassicismo, Milano 1994, pp. 176, 187, 189, 191, 201, 202;
Fondo Maggiolini del Gabinetto delle Stampe e Disegni del Castello Sforzesco a Milano, coll. 101 gen161, coll.137 gen. 208
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Lot 90 CASSETTONE, ROLO, METÀ SECOLO XIX
in noce e radica di noce intarsiato e filettato, piano rettangolare, due cassetti sottostanti e fianchi intarsiati con vedute architettoniche, gambe troncopiramidali, cm 87x62,5x138, piccoli danni
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Lot 91 PIANO IN SCAGLIOLA, CARPI, AMBITO DI GIOVANNI LEONI, FINE SECOLO XVII
decorato in policromia con cartelle barocche alternate a girali vegetali, agli angoli sono presenti motivi a scudo, il riquadro centrale è decorato con carte da gioco alternate a garofani selvatici, rose ed altri fiori, al centro stemma con cartiglio recante iscrizione "Fatto non facto”. Il piano è inserito all'interno di una cornice in legno ebanizzato e dorato, montato su base moderna in ferro battuto con decori a volute, cm 64x131, piccoli restauri
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Lot 92 CANDELIERE, NAPOLI, MANIFATTURA DI CAPODIMONTE, 1745-1750
in porcellana dipinta in policromia raffigurante putto e tralci di vite, modellatore Giuseppe Gricci?, alt. cm 22. Restauro alla base
Per confronti
A. Carò, Le porcellane dei Borbone di Napoli. Capodimonte e Real Fabbrica Ferdinandea. 1743-1806, Napoli 1986, pp. 265-267, n. 204
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Lot 93 FIGURA, NAPOLI, MANIFATTURA DELLA REAL FABBRICA FERDINANDEA, 1790 CIRCA
in porcellana dipinta in policromia raffigurante Giovane con cane, alt. cm 18. Restauro alla mano sinistra
Bibliografia
A. Carò, Le porcellane dei Borbone di Napoli. Capodimonte e Real Fabbrica Ferdinandea. 1743-1806, Napoli, pp. 544-545, n. 531
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Lot 94 FIGURA, NAPOLI, MANIFATTURA DELLA REAL FABBRICA FERDINANDEA, 1790-1800
in porcellana bianca raffigurante Giovane contadino con cappello, firmata Aniello sul fondo, alt. cm 17. Restauri e difetti
Bibliografia
A. Caròla-Perrotti, La porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea. 1771-1806, Napoli 1978, figg. 183-184
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Lot 95 DUE TAZZINE CON PIATTINO, NAPOLI, REAL FABBRICA FERDINANDEA, 1795-1800 CIRCA
in porcellana dipinta in policromia e oro, raffiguranti vedute napoletane. Dietro un piattino iscrizione Veduta di Pozzuoli, sotto una tazza la scritta Camaldoli di Pozzuoli; dietro l’altro piattino iscrizione Tempio di Diana e Castello di Baia, sotto l’altra tazza la scritta Real Casino del Fusaro. Marca N coronata in azzurro e corona con iscrizione N. 1813 in rosso su ciascun pezzo, numero 40 inciso nella pasta delle due tazzine (4)