BENETTON, IL FERRO E L'ANIMA
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Lot 73 Toni Benetton (1910 - 1996)
Vivibile (bozzetto), 1969
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
45 x 37,5 x 36 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
L'opera, realizzata mediante sagomatura a caldo ed interventi di taglio con fiamma ossidrica, appartiene alla serie dei "Vivibili", e più in particolare alle "Pareti".
Sono forme da attraversare, pareti che si aprono e permettono il passaggio della luce, a diverse altezze, ma anche la visione del paesaggio all'esterno, come microspazi perfetti - quasi rinascimentali - dell'abitare. -
Lot 74 Toni Benetton (1910 - 1996)
Studio per scultura, Anni '80
Penna biro e acquerelli su carta da acquerello
22 x 17 cm
Firma: "TBntt" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Benetton usava il disegno anche come gioco estetico, libero da funzionalità precise. Qui l’artista ha riportato in acquerello l'idea di un lavoro circolare con tagli a fiamma ossidrica, dove le parti blu rappresentano l'area piena della lastra, che rimarrà fredda, e quelle rosse l'area interessata dai tagli, che sarà quindi arroventata per l'intervento. Non siamo di fronte ad uno studio preparatorio per una scultura - i disegni progettuali di Benetton sono più severi e descrittivi della materia - ma ad una riflessione ‘astratta’ sulle possibilità di sviluppo della forma circolare. -
Lot 75 Toni Benetton (1910 - 1996)
Forma geometrica 3, 1968
Ferro modellato a caldo
22 x 13 x 7 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Forma geometrica n. 3", un lavoro sperimentale, è in rapporto con un'altra opera registrata negli archivi Benetton sul tema dello svuotamento. Nella scultura in asta, l'artista ha ricavato, svuotando il pieno, una forma circolare entro un quadrato, mentre l'altra opera è una forma cilindrica entro la quale è ricavato un quadrato. La scelta di inclinare il cubo corrisponde all’intenzione di facilitare l'ingresso della luce, e quindi la percezione del volume cavo, in dimensione monumentale. -
Lot 76 Toni Benetton (1910 - 1996)
Gatto, 1989
Carboncino e acquarello su carta
12 x 12 cm
Firma: "ABenetton" a penna
Data; "89" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
"Prendiamo il gatto, animale a me particolarmente caro fin da ragazzo. In quanto felino, mi dà tutti gli spunti per pensare alla molla, al salto. Il mio problema nel volerlo rappresentare era esprimerlo attraverso l'idea dell'agguato, della spinta, del salto perché bisogna osservare bene tutto ciò che si vuole interpretare. Dunque il gatto: prima si mette in posizione di allerta, immobile, poi fiuta, tende vibrisse e orecchie, l'occhio fisso, quindi si raccoglie armoniosamente in quell'atteggiamento che gli consentirà infine di realizzare il salto. Perciò una scultura del gatto io la concepisco solo come salto. In ogni animale c'è il suo dinamismo, bisogna osservare con criterio indagatore." (Toni Benetton, in intervista con Adriano Madaro, "Toni Benetton", Montebelluna, 1987).
Nel nostro disegno, colto dal vero, Benetton non rappresenta il "gatto gioiello" dei due fogli precedenti, ma un animale davvero 'elettrico' nel suo atteggiamento. Nella distinzione dei volumi c’è già una idea scultorea.
Benetton sfruttava ogni occasione per capire l'anatomia e la dinamica degli animali, e per esempio era anche un grande amanti dei documentari di Folco Quilici, Piero Angela etc. -
Lot 77 Toni Benetton (1910 - 1996)
Tetto n. 2, 1969
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
25 x 84 x 33 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Nel boom economico degli anni Sessanta, l'Italia si riempie di nuove costruzioni, in particolare edilizia residenziale e pubblica. Benetton presto si accorge che questo proliferare di edifici non tiene conto sufficiente della qualità del vivere. La scultura - purché sappia dialogare alla pari con l'architettura e non essere un semplice "gingillo", questa la parola usata dall’artista - può fare la differenza. Benetton, sul piano teorico e della discussione pubblica, auspica che lo scultore sia chiamato a far parte del gruppo di lavoro che definisce i nuovi spazi. Ma sul piano concreto, fin dal 1960 inizia ad elaborare sculture che, in realtà, sono traduzioni della architettura ad un livello estetico ed abitativo più elevato. L'elemento chiave è il tetto, in quanto definitorio dello spazio della casa. Inizia così la serie dei tetti - cui appartiene anche l'opera in asta, "Tetto n. 2" - in allusione alle coperture che debbono proteggere le persone e come avvicinamento alla scultura. -
Lot 78 Toni Benetton (1910 - 1996)
Frammento n. 2, 1965
Ferro modellato a caldo
163 x 95 x 70 cm
Bibliografia: A. Màdaro, a cura di, "Toni Benetton", Treviso, 1987, p. 57; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 130 e 362, scheda 147
Esposizione: Galleria Giraldo, 1968; "Film festival", Asolo, 1975; Sede Banca Asolo e Montebelluna, 1987
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
La ricerca di Benetton sulla natura è anche una ricerca sul comportamento dei materiali, che, nel caso del ferro, diventa tema centrale di poesia. "Frammento n. 2" - una lastra che si arriccia sotto la forza del taglio dello scalpello in forgia - è probabilmente lo studio del comportamento del metallo non costretto da un progetto. Infatti, quest'opera - pensata per l'esterno - risulta completamente diversa se posizionata in natura o in un contesto urbano. In rapporto con gli alberi è estremamente armoniosa non solo nella forma libera, ma persino negli effetti della superfice che sembra diventare corteccia. In contesto urbano invece si stacca nettamente dalle forme rigide dell'architettura e le contrasta. In questo modo, potremmo dire, Benetton ha consentito al metallo di rivelare la sua propria forma.
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lot 79 Toni Benetton (1910 - 1996)
Scultura vivibile n. 8 (bozzetto), 1969-1970
Lamiera di ferro tagliata a fiamma ossidrica
50 x 61 x 76 cm
Bibliografia: G. Mandel, L. Rossi Bortolatto, C. Munari ed altri, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1970; L. Rossi Bortolatto, G. Boraga, a cura, "Toni Benetton- libello'", Milano, 1973; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 169; Marzio Favero, a cura di, "Toni Benetton. Townscapes", Torino, 2010, p. 30; C. Sala e N. Stringa, a cura di, "Toni Benetton. Per una scultura visibile", Torino, 2011, tavv. XV e XVI
Esposizione: Rotonda della Besana, Milano, 1970; Galleria La Galassia, Milano, 1973; Palazzo dei Trecento, Treviso, 2011
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Nonostante sia registrata, presso l'archivio Benetton, come "Scultura vivibile n. 8", l’opera in esame è la seconda della serie dedicata alle sculture-strutture attraversabili da parte degli osservatori. Mai realizzata in forma monumentale, interroga lo spazio come elemento fisico e simbolico attraverso la successione del modulo porta-parete. Un espediente compositivo notevole sono le lastre divisorie sospese, che danno al visitatore l'impressione di trovarsi in uno spazio aperto, suggerendo al contempo la potenziale leggerezza del ferro: le pareti non diventavano impedimenti ma protezioni.
Il tema venne sviluppato da Benetton anche in un'altra scultura, in cui le porte sono solo due, che effettivamente venne realizzata in misura monumentale nel 1969 ed oggi si trova nel parco del Museo Toni Benetton di Mogliano Veneto. -
Lot 80 Toni Benetton (1910 - 1996)
Progetto per scultura monumentale, 1964
Matite su carta
27,5 x 21 cm
Firma: Monogramma "TB" a matita
Data; "64" a matita
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Si tratta probabilmente dello studio di una fontana, realizzata nel parco di una villa privata, che prevede la caduta dell'acqua dalle lingue di metallo. Da notare, rispetto all'analogo disegno proposto precedentemente, l'inserzione in questo foglio di una figurina che consente di valutare la dimensione monumentale dell'opera. -
Lot 81 Toni Benetton (1910 - 1996)
Scultura vivibile n. 10 (bozzetto), 1970
Lamiera di ferro
27 x 80 x 20 cm
Bibliografia: C. Munari, L. Rossi Bortolatto, G. Mandel, ed altri, testi di, "Toni Benetton", Treviso, 1970; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 69, 275, 366, scheda 206; C. Sala e N. Stringa, a cura di, "Toni Benetton. Per una scultura visibile", Torino, 2011, p. 29, tavv. XVII e XVIII
Esposizione: Rotonda della Besana, Milano, 1970
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Scultura vivibile n. 10" è un bozzetto per una scultura monumentale non realizzata. Evidente il rapporto con l'architettura. Nei bozzetti per le opere destinate ad essere prodotte in grande dimensione, l'artista preferisce utilizzare lastre, cioè materiali industriali, per facilitare la successiva realizzazione in loco. Il bozzetto è molto preciso anche su ulteriori elementi realizzativi: per esempio, negli angoli vi sono fori, nei quali, ad opera finita, dovevano probabilmente passare pilastrini metallici - in acciaio, tali da riflettere il colore scuro della struttura e quindi quasi scomparire alla vista, garantendo tuttavia la tenuta statica della imponente costruzione. Va notato la scelta di sviluppare il corpo dell'opera in orizzontale, soluzione molto più rara e complessa dello sviluppo verticale nella scultura monumentale. Le quattro lastre alludono forse proprio alle linee dell'orizzonte, in coerenza con una soluzione architettonica molto in uso negli anni Sessanta e Settanta nelle periferie urbane. Dell'opera esiste anche un disegno progettuale, datato 1970. -
Lot 82 Toni Benetton (1910 - 1996)
Colonna (studio), 1982
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
51 x 20 x 17 cm
Firma: "TONI BENETTON" inciso nel metallo
Data; "82" incisa nel metallo
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Si tratta del bozzetto della "Colonna", esposta da Benetton alla XLII Biennale d’Arte di Venezia (1986), insieme alla "Grande sfera". L'opera è stata realizzata mediante tagli a fiamma ossidrica e successiva torsione a caldo su tubo di ferro. -
Lot 83 Toni Benetton (1910 - 1996)
Animale onirico, 1988
Matita, penna biro nera e acquarelli su cartoncino ruvido
11,8 x 12,3 cm
Firma: "ABenttn" a penna
Data; "88" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Anche i sogni rispecchiano la realtà, ma, come i disegni, simboleggiano qualcosa che è diverso" (Toni Benetton, "Segni e sogni: pensieri e disegni di Toni Benetton", Mogliano Veneto, 1995, p. 52). L'opera fa parte di una serie dedicata agli animali onirici, in particolare di una selezione di sei raffigurante un animale di forma simile ad una palla. Come ricorda, il figlio Giovanni, che talvolta aiutava Benetton a preparare i disegni per gli auguri di Natale, l'artista partiva disegnando la sagoma, poi faceva cadere l'acqua con poco colore che si spandeva sul foglio. Solo alla fine caricava ulteriormente colore che, scivolano sulla tensione dell'acqua, tendeva a raccogliersi sul perimetro del disegno. In questi fogli la tecnica ha accentuato il senso di rotondità. -
Lot 84 Toni Benetton (1910 - 1996)
Grande molla. Rapporto elastico, 1975
Lamiera di ferro tagliata a fiamma ossidrica
275 x 240 x 240 cm
Firma: "TONI BENETTON" inciso su lastrina affissa alla base
Bibliografia: F. Solmi, M. Venturoli, P. D’Ortona e M. Pasquali, a cura di, XXXI Mostra internazionale di pittura F. P. Michetti, Francavilla al Mare, 1977; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 94, 256, 372, scheda 274; "Catalogo internazionale d'arte moderna n.7" (speciale Toni Benetton), 1994-1995, p. 131
Esposizione: Galleria d’arte moderna, Bologna, 1977; Premio Michetti, Francavilla al mare, 1977; Toscana scultura, Stia, 1978; Giardini pubblici di Bologna, 1978; Castelfranco Veneto, 1986; Spazio Lazzari, Treviso, 2002-2003
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
La "Molla", realizzata nel 1975, è il capolavoro della serie dei "Semoventi", sculture in cui il moto, spesso sollecitato da magneti, è un elemento essenziale.
Sviluppati a partire dal 1971, i "Semoventi" sono il parallelo perfetto, in pura scultura, delle "Linee generatrici", che Benetton realizzate come sculture-strutture. Le "Linee generatrici" - con le loro enormi, monumentali dimensioni - avevano posto l'artista di fronte al problema di come dissipare la spinta del vento e il conseguente movimento della struttura. Nella "Molla", il movimento è impresso dall'uomo, e diventa suono. Il concetto fondamentale di Toni Benetton è di dare al ferro senso di leggerezza, sfruttandone l'elasticità. Di ciò la "Molla" è il migliore esempio. Attraverso una serie di calcoli molto complessi, l'artista realizza una scultura che, sollecitata dall'uomo senza fatica, incomincia a vibrare fino a che gli elementi si scontrano producendo un suono simile alle campane. Per un breve periodo - da pochi secondi a qualche minuto - l'opera è in una sorta di stasi mobile, per cui i suoni si generano inattesi: la stessa misura delle pause non è facilmente prevedibile essendo gli accordi creati dallo scontro alternativo di qualsiasi dei quasi 20 elementi. Qui Benetton si ricollega sia al tema della produzione industriale, affidando al sovrapporsi di lamine rugginose in forma di triangoli la costruzione del suo strumento, sia agli esiti della musica classica moderna, da Schoenberg, a Nono, Berio, Cage e Xenakis. Le pause diventano suono, il suono diventa materia, non c'è più distanza tra natura, atto volontario e caso.
La "Molla" fu preparata attraverso molti disegni e almeno dieci bozzetti in varie misure, di cui oggi solo quattro restano (per esempio, cfr. F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, pp. 39, 173, 176-177; C. Sala e N. Stringa, a cura di, "Toni Benetton. Per una scultura visibile", Torino, 2011, p. 30, tavv. XXI e XXII). Nel 1986, durante una esposizione a Castelfranco, il violoncellista Mario Brunello improvvisò di fronte alle telecamere RAI l’accompagnamento alla musica della "Molla" azionata da Toni Benetton.
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lot 85 Toni Benetton (1910 - 1996)
Solidi. Studio per grande scultura, 1996
Acciaio corten e acciaio inox
32 x 15,5 x 10 cm
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Già negli anni Cinquanta Benetton si era interessato agli effetti dei tagli sulle capacità espressive del ferro. Negli anni Novanta, è interessato ad indagare il rapporto tra oscurità e luce lavorando le lamine come corpi opachi o riflettenti. La serie dei "Solidi" ruota intorno a questo concetto: un corpo vuoto, con pareti in lamina di metallo lasciate al potere della ossidazione rugginosa, che viene chiuso da inserti in acciaio inox, proprio come la guina sul tamburo, lucidati e riflettenti. Nel nostro studio, che risale all'ultimo anno di vita di Benetton, il 1996, un cilindro è sezionato sia a metà sia in obliquo e ricomposto in efficace bilanciamento. Gli inserti sono addirittura quattro. I due centrali dialogano tra loro in un gioco di rimandi di luce che li rende molto chiari, mentre i due frontali sono in rapporto con l'ambiente, di cui assumono il colore. -
Lot 86 Toni Benetton (1910 - 1996)
Nudo di donna a figura intera, 1987
Penna biro e acquerelli su carta da acquerello
56,5 x 38 cm
Firma: "ABenetton" a matita
Data; "88" a matita
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Benetton realizza in scultura diversi nudi. Si ricordano, per esempio, "Giovanni a 9 anni", ritratto del figlio già in proprietà di Veneto Banca, ed una amichetta di famiglia della stessa età, nonché alcuni della moglie Ada, anche a grandezza naturale. In preparazione dei lavori definitivi, Benetton fece molti disegni di nudo ed anche bozzetti in terracotta che consentono di verificare i suoi ragionamenti estetici. Dice l'artista: "Mi piacciono le donne. Le linee femminili appartengono alle dimensioni dell'onirico, rimandando sempre ad altro..." (Toni Benetton, "Segni e sogni: pensieri e disegni di Toni Benetton", Mogliano Veneto, 1995, p. 6). -
Lot 87 Toni Benetton (1910 - 1996)
Forma orizzontale, 1966
Ferro modellato a caldo
40 x 74 x 10 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 359
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
In "Forma orizzontale" Benetton riecheggia il movimento di un animale, forse un uccello, ma rimanendo fedele alla natura semplice della lastra.
L'opera fa parte di una serie, le "Sintesi", cui l'artista si dedica per tutti gli anni Sessanta. -
Lot 88 Toni Benetton (1910 - 1996)
Figure, 1988
Matita e acquarelli su carta ruvida
76 x 56,6 cm
Firma: "ABenetton" a matita
Data; "85" a matita
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Il disegno documenta la riflessione di Benetton sul tema dell'abbraccio, in chiaro rapporto - si veda la bidimensionalità e i colori blu e rosso - con la possibilità di restituire l’immagine in lastra di metallo. In effetti, nel 1988, Benetton realizzò anche una analoga scultura. -
Lot 89 Toni Benetton (1910 - 1996)
Studio per scultura, 1990-1993 ca.
Matita e acquerelli su carta da acquerello
44,5 x 31,5 cm
Firma: "TBntt" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
L'acquerello, slegato dalla produzione scultorea, a prima vista rappresenta uno studio di rapporti matematici tra quadrati, ma in realtà è basato sui rapporti cromatici. La prima forma, in giallo, è effettivamente un quadrato. Ma la seconda e la terza, le "L" rovesciate in nero e blu, sono costruite bilanciando piuttosto l'intensità dei colori. L'area nera, più pesante, incontra un'area blu più ampia. Anche se si paragonano le aste e i piedi delle "L" rovesciate, si osserva che il loro rapporto non è prettamente geometrico: alla porzione più rastremata e intensa della "L" nera corrisponde la parte più ampia in blu. La datazione all'inizio degli anni Novanta è in relazione alla produzione scultorea sviluppata in particolare dal 1994 in poi, intorno ai corpi solidi ed agli effetti luminosi. -
Lot 90 Toni Benetton (1910 - 1996)
Proiezione, 1981
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
140 x 104 x 30 cm
Firma: "TONI BENETTON", inciso nel metallo
Data; "81" inciso nel metallo
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 58; F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, p. 79; R. Ridolfi, a cura di, "Toni Benetton Lo scultore taumaturgo", Fano, 2003
Esposizione: Centro storico, Stia, 2000; Centro storico, Fano, 2003
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Negli anni Ottanta, l'interesse di Benetton vira velocemente verso la proiezione delle forme geometriche ottenute dal taglio della lastra, accentuata ruotandone gli elementi. Rispetto ai tagli degli anni Settanta - in cui i giochi di luce e ombra erano molto semplificati - le proiezioni degli anni Ottanta mostrano una grande variabilità di effetti luminosi durante la giornata, a causa della rotazione del sole rispetto agli elementi geometrici. Questa "Proiezione", in particolare, mantiene la fisicità della lastra nella struttura piana rettangolare, in cui il quadrato è inserito con preciso rapporto matematico: rettangolo e quadrato sono larghi alla stessa maniera; il rettangolo è alto una volta e mezza il quadrato; il quadrato si innesta nel rettangolo a metà della propria altezza e larghezza.
L'opera è realizzata intervenendo sulla lastra di ferro con tagli a fiamma ossidrica e successiva torsione a caldo.
Della scultura esiste almeno un bozzetto (F. Batacchi, a cura di, "Toni Benetton, il genio del ferro", Stia, 2000, p. 372, scheda 281).
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto. -
Lot 91 Toni Benetton (1910 - 1996)
Composizione verticale (bozzetto), 1970
Ferro tagliato a fiamma ossidrica
70 x 7,5 x 7,5 cm
Firma: Monogramma "TB" inciso nel metallo
Bibliografia: L. Rossi Bortolatto, G. Bogara, testi di, Catalogo della mostra, Milano, 1973; F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 153
Esposizione: Galleria La Galassia, Milano, 1973
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
L'opera, di cui in asta si presenta il bozzetto, appartiene agli studi sui pieni e i vuoti per la grande dimensione. Era stata ideata, nel 1970, per il giardino interno di un palazzo storico di Treviso, di cui stava curando la ristrutturazione Giovanni Barbin, urbanista e architetto, grande amico di Toni Benetton. L'obiettivo era inserire un segno contemporaneo in un contesto rinascimentale, armonico e rigoroso nel gioco delle prospettive e delle proporzioni. -
Lot 92 Toni Benetton (1910 - 1996)
Animale onirico, 1988
Matita, penna biro nera e acquarelli su cartoncino ruvido
11,8 x 12,3 cm
Firma: "ABenttn" a penna
Data; "88" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
"Anche i sogni rispecchiano la realtà, ma, come i disegni, simboleggiano qualcosa che è diverso" (Toni Benetton, "Segni e sogni: pensieri e disegni di Toni Benetton", Mogliano Veneto, 1995, p. 52). L'opera fa parte di una serie dedicata agli animali onirici, in particolare di una selezione di sei raffigurante un animale di forma simile ad una palla. Come ricorda, il figlio Giovanni, che talvolta aiutava Benetton a preparare i disegni per gli auguri di Natale, l'artista partiva disegnando la sagoma, poi faceva cadere l'acqua con poco colore che si spandeva sul foglio. Solo alla fine caricava ulteriormente colore che, scivolano sulla tensione dell'acqua, tendeva a raccogliersi sul perimetro del disegno. In questi fogli la tecnica ha accentuato il senso di rotondità. -
Lot 93 Toni Benetton (1910 - 1996)
Vecchia con bastone, 1986
Pennarello acquarellato su carta da pacchi
56 x 37,9 cm
Firma: "Abenetton" a penna
Data; "86" a penna
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Dell'inizio degli anni Ottanta esistono alcune figure in lastra di ferro collegabili a disegni progettuali. È probabile che anche il foglio in asta sia studio per un analogo lavoro, non realizzato. Lo suggeriscono la bidimensionalità e i contorni netti e taglienti. Il soggetto è stato forse suggerito a Benetton da una suora conosciuta in un ricovero ospedaliero a Treviso. Benetton ha sempre perseguito, con frequenti intersezioni, i due paralleli percorsi dell'astratto e del figurativo. -
Lot 94 Toni Benetton (1910 - 1996)
Misericordia, 1960
Ferro modellato a caldo
37 x 33 x 29 cm
Bibliografia: L. Rossi Bortolatto, a cura di, "Toni Benetton, anni e forme", Treviso, 1992, fig. 28
Esposizione: Casa dei Carraresi, Treviso, 1992
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Si conservano diversi acquerelli di Benetton sul tema dell'abbraccio, che fonda la comunità. "Misericordia" celebra allora un sentimento completamente umano. Benetton aveva una visione molto chiara della religione. Disse un giorno al figlio Giovanni: "Io credo in Cristo fino a che lo hanno messo in croce. Dopo non mi interessa più". Benché l'artista abbia molto lavorato per committenze religiose, il centro del suo interesse rimanevano l'esperienza e i destini dell'umanità.
Nella nostra scultura si può rilevare un sistema modulare per cui molti degli abbracci si sovrappongono: la figura più alta protegge quella immediatamente più piccola e così via. E questo è un concetto anche politico (nonostante la distanza di Benetton dai partiti organizzati). L'artista era legato in amicizia a Tina Anselmi, di cui condivideva molte idee. Nella lectio magistralis tenuta il 30 marzo 2004 in occasione della laurea honoris causa presso l’università di Trento, la Anselmi sintetizzò la sua visione sociale nelle parole "sussidiarietà, interdipendenza e solidarietà", che offrono un perfetto commento all'opera in asta. -
Lot 95 Toni Benetton (1910 - 1996)
Figura con ciotola, 1984
Matite e acquerelli su cartoncino liscio
42,3 x 63,5 cm
Firma: "ABenetton" a matita
Data; "84" a matita
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Si tratta del disegno preparatorio per una scultura in bronzo, "Donna con ciotola", anch'essa del 1984 e oggi in collezione privata. Il gesso è conservato presso il Museo Toni Benetton.
La figura è sostanzialmente costituita dal mantello, che compone, con la testa, un triangolo. Lo scultore utilizza la stessa soluzione formale in una seconda scultura raffigurante un uomo con cappello. Questa struttura formale ha avuto grande successo. Si pensi per esempio, in ambito veneto, a Maurizio D'Agostini e in ambito nazionale al monumento a Giovanni Paolo II di Oliviero Rainaldi, in Piazza Termini a Roma. Oltre ovviamente alla "Madonna della misericordia" di Piero della Francesca (1460 circa. -
Lot 96 Toni Benetton (1910 - 1996)
Torsione, 1960
Ferro modellato a caldo
215 x 22 x 14 cm
Bibliografia: F. Batacchi, "Benetton 1. Il Ferro", Venezia, 1990, p. 359, scheda 115
Certificati: Certificato di Ada Allegro Benetton, curatrice dell'archivio Benetton
Stato di conservazione. Supporto: 85% (sostituzione della base)
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Ada Benetton mette in stretto rapporto "Torsione" con la "Grande stele", entrambe del 1960. Le due sculture sono apparentemente simili, nello slancio verticale verso il cielo. Tuttavia, come sottolinea Giovanni Benetton, la "Grande Stele" nasconde una allusione all'inorganico: è il concetto del monolite proiettato verso l'alto e indifferente all'ambiente, completamente altro dallo spazio che lo slancia. "Torsione", all'opposto, suggerisce l'organico, che si deforma e conquista l'alto con l'esperienza della vita. L'effetto è ottenuto deformando, in forgia, un piatto di metallo sottoposto in diversa inclinazione ai colpi del maglio. I disegni preliminari per questo tipo di sculture rappresentano figure umane stilizzate, rese progressivamente più astratte man mano che la scultura viene definita.
Infine, un appunto conservativo: in origine la base era una pietra grezza, scheggiata in maniera irregolare. In seguito venne sostituita con un corpo unico, in grado di garantire una maggiore stabilità.
Nota bene: l'opera è collocata presso la parte privata di Villa Marignana a Mogliano Veneto.