Asta 47 II: Arte Moderna e Contemporanea
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Lot 450 Robert Henry Cheney, Lotto composto di 13 disegni. 1823. Raccolta di 13 matite su carta. mm 230/260x340/370. Molte delle opere recano il luogo ritratto al margine inferiore. Collezione nata dall'esperienza del Grand Tour dei fratelli Cheney in Sud Italia. Compongono il lotto scenari molto dettagliati uniti a scorci abbozzati dove la principale attenzione è data nella rappresentazione di varie architetture e rovine immerse nella natura. (13)
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Lot 451 Robert Henry Cheney, Lotto composto di 13 disegni. 1823. Raccolta di 13 matite su carta. mm 230/260x340/370. Molte delle opere recano il luogo ritratto al margine inferiore. Collezione nata dall'esperienza del Grand Tour dei fratelli Cheney in Sud Italia. Compongono il lotto scenari molto dettagliati uniti a scorci abbozzati dove la principale attenzione è data nella rappresentazione Architettonica immersa nella natura. (13)
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Lot 452 Cesare Ciani, Ritratto di giovane ragazza. 1919. Olio su tavoletta. cm 29x18. Siglato in basso a sinistra e datato in basso a destra. Esposto nella mostra organizzata dalla Galleria dell'Accademia in omaggio all'artista nel marzo del 1927. Al verso dell'opera troviamo la targhetta della stessa Galleria a testimonianza. (1)
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Lot 453 Primo Conti, Madonna col bambino. 1961. olio su carta greve applicata a cartone. cm 25x19,6. Firmato e datato all'angolo superiore sinistro. Timbro ad inchiostro blu della Galleria Leoncini di Firenze all'angolo inferiore sinistro del verso. Opera archiviata presso la Fondazione Primo Conti di Firenze con codice inventario O.C.1852. (1)
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Lot 454 Tito Conti, Allegoria. Olio su tavola. cm 23,7x32. Firmato all'angolo inferiore destro. Etichetta recante artista e titolo poco leggibile incollata al verso del supporto. (1)
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Lot 455 Tito Corbella, Donna con tamburello. 1920-30. Pastello su cartone. cm 63x48. Firmato in basso a sinistra. Passaggi d'asta: Christie's, 2005. (1)
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Lot 456 Giovanni Costetti, Nudo femminile. Carboncini colorati su carta. mm 308x205. Firmato a matita in basso a destra. Delicato studio di nudo eseguito durante gli anni presso la Scuola Libera del Nudo a Firenze fondata da Giovanni Fattori. Traccia di questo passaggio rimane nel timbro ad inchiostro blu posto all'angolo inferiore sinistro del disegno. (1)
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Lot 457 Giovanni Costetti, Nudo femminile. Carboncino su carta bruna. mm 390x250. Firmato a matita ai piedi della figura. Proveniente dallo stesso nucleo di studio del lotto precedente. In questo caso troviamo un accento più marcato nel rappresentare l'interezza del corpo, accennando anche i tratti del viso ed il piedistallo di appoggio. (1)
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Lot 458 Pietro D'Achiardi, Campagna toscana. 1910. Acquerello e matita su carta. mm 330x432. Firma, titolo e data a carboncino in basso a destra. Meravigliosa la resa della luce in questa raffinata opera. (1)
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Lot 459 Virio Da Savona, Raccoglitori di granturco. 1971. Olio e tecnica mista su tela. cm 50x70. Firma e data all'angolo inferiore destro. Opera accompagnata dal certificato di autenticità su fotografia de La Piccola Galleria Maestri del Novecento di Savona e archiviata con il numero 70010. (1)
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Lot 460 Angelo Dall'Oca Bianca, La ninfa. 1930. Tempera, pastello grasso, matita e carboncino su cartone. cm 44,5x32 (visibili). Firmato e datato in alto a sinistra. Un dipinto vicino al nostro per soggetto e tipologia compositiva e stilistica, ovvero un Nudo femminile del 1941, è passato in asta al Ponte nel giugno del 2022. (1)
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Lot 461 Eugenio De Blaas, Dama con cesto. Acquerello e matita su carta greve. mm 315x225. Firmato a penna e inchiostro di china bruno all'angolo inferiore destro. Come solito per l'artista, l'operato di De Blaas prediligeva ritrarre pescatori, gondolieri e soprattutto dame colte in atti di vita quotidiana. (1)
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Lot 462 Henry De Groux, Savonarola nella sua prigione. 1903-1904 circa. Olio su cartone. cm 64x49. Firmato in basso a destra. L'opera in oggetto può essere identificata con il dipinto elencato dal titolo Savonarola dans sa prison al n. 12 di pagina 8 del catalogo Esposizione d'Arte nel Palazzo Corsini in Firenze, Firenze, Tipografia Victoria, 1904 nel quale erano riportate 20 opere di Henry De Groux collocate nella Sala D. Il soggiorno di De Groux a Firenze, dove si recò in viaggio e fu raggiunto poco dopo dall'amante Germaine Lievens, giovane cugina della moglie con la quale aveva una relazione extra coniugale, ebbe inizio il 28 aprile 1903. La presenza in città dell'artista belga, già molto noto a Parigi dove la rivista "La Plume" gli aveva dedicato un fascicolo monografico e le sue opere erano state esposte presso la Galerie George Petit, destò attenzione nell'élite intellettuale cittadina nella quale fu introdotto da Domenico Trentacoste, in particolare nell'ambiente artistico e letterario delle riviste d'avanguardia "Leonardo" e "Hermes" che lo accolsero tra i collaboratori. Trovò sistemazione in un atelier in Piazza Donatello dove si fermò stabilmente a eseguire una serie di opere ispirate alla figura di Savonarola. A seguito dell'apprezzamento dei suoi lavori che aveva intenzione di presentare alla biennale di Venezia, fu invitato ad esporre alla mostra dei secessionisti a Palazzo Corsini inaugurata il 28 marzo 1904, nella quale gli fu dedicata un'intera sala di quadri di tema dantesco, savonaroliano, storico e simbolista eseguiti a Firenze. In concomitanza dell'evento che lo stava celebrando a Firenze, l'artista cadde in preda di un grave stato di agitazione mentale in seguito alla gelosia per Germaine che sospettava di tradimento con Mario Schiff, il segretario della Società Leonardo. Il suo stato confusionale e violento ebbe per conseguenza l'internamento forzato nell'ospedale psichiatrico di San Salvi, mentre a seguito dello scandalo le sue opere in mostra vennero immediatamente sequestrate dalla mostra. Dopo poche settimane di ricovero, l'artista riuscì abilmente a fuggire durante il permesso di una passeggiata che gli era stato concesso grazie all'intercessione dell'amico Giovanni Papini. Attraversò a piedi quasi tutta la Toscana e da Chiavari con vari mezzi di fortuna raggiunse Marsiglia. Le opere sotto sequestro furono poi restituite e spedite a Bruxelles mentre il dipinto César à la tête de ses lègions approdò alla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti dove si trova tutt'ora. Sul soggiorno fiorentino di De Groux si veda in particolare Laura Fanti, Henry De Groux. fantôme de Rembrandt à Florence, in Henry De Groux maître de la dèsmesure, catalogo della mostra, Musée Félicien Rops, Namur, 2019, pp. 53-57. (1)
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Lot 463 Serafino De Tivoli, Lungo il fiume. Olio su tela. cm 27,3x37. Firma in basso a sinistra. Provenienza, Galleria La Navicella di Savona, la cui etichetta timbrata e contenente i dati dell'opera è applicata al verso. Iscritto in alto all'etichetta a destra: "è stata in mostra nel 1992". Accompagnata dal certificato di autenticità su fotografia della galleria stessa. (1)
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Lot 464 Enrico Del Bono, La pellegrina. 1941. Tempera e matita su tavola. cm 37x27. Firma, data e titolo in alto ai lati. Esposizioni: XCVII Mostra Sociale del 1942, Società di Belle Arti di Firenze, la cui etichetta è riportata all'angolo superiore destro del verso. (1)
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Lot 465 Carlo Domenici, Carovana. Olio su tavola. cm 35x50. Firmato in basso a destra. Controfirmato, titolato e autenticato dal figlio Claudio Domeniciin data 18/6/92 al verso. Provenienza: Galleria d'arte Giada di Castiglioncello (LI), la cui etichetta controtimbrata è applicata al verso; importante collezione perugina. (1)
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Lot 466 Ercole Drei, Nudo femminile di schiena. Carboncino rosso ed acquerello su carta greve. mm 560x270. Firmato al margine inferiore. (1)
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Lot 467 Ercole Drei, Nudo femminile. 1935. Matita e carboncino su carta filigranata. mm 295x210. Firmato in basso a sinistra, data e luogo iscritti all'angolo superiore destro del verso. (1)
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Lot 468 Giovanni Duprè, Gesù e Maria. Gesso. cm 16x23x2. L'opera è stata realizzata dall'artista in collaborazione con la figlia Amalia. Giovanni ha realizzato Cristo e Amalia ha realizzato Maria. Entrambi hanno apposto le firme sotto le relative figure. (1)
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Lot 469 Giacomo Favretto [attribuito a], La Scuola Grande di San Marco. Olio su tela. cm 65,5x83. Firmato all'angolo inferiore sinistro. Questa opera sembra preferisca far cadere l'attenzione al lavoro di decoro che adorna la facciata della Scuola, piuttosto che sulle figure che popolano la piazza della Scuola. (1)
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Lot 470 Cafiero Filippelli, Scena familiare. 1960. Olio su tavola. cm 23,5x29,5. Firmato in basso a destra. Al verso: controfirma, titolo e data a pennarello nero con timbro ad inchiostro della collezione di Maurizio Vilma di Firenze. (1)
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Lot 471 Salvatore Fiume, Il Cristo che sorride. 1997. Trittico composto da cinque graffiti a rilievo realizzati a tecniche miste su fondo di foglie d'oro applicate a mano. cm 61x41 (chiuso). cm 61x82 (aperto). Firma e tiratura a pennarello nero in basso ai lati del pannello centrale. Timbri a laser di Sanzanobi e di "Iubilaeum A.D. 2000" ai lati del margine inferiore del verso del pannello centrale. Opera accompagnata dal certificato di autenticità su fotografia. Es. 48/315. (1)
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Lot 472 Achille Funi, Raffaello, un pensatore e un messaggero. 1953. Carboncino e pastello grasso su carta greve. mm 1790x1974. Firma, data e luogo (Busto) a matita in basso a destra. Opera archiviata presso l'Archivio Funi di Milano con il codice: P.96-I.56. Quest'opera e le seguenti similari sono i preparatori per gli affreschi eseguiti da Achille Funi e i suoi allievi di Accademia nel 1955 circa a Busto Arsizio. Di questo ciclo di affreschi, purtroppo, non rimane nulla, nè a livello concreto nè a livello di testimonianze; è difficile anche capire la narrazione che il Maestro aveva intenzione di portare avanti, anche per gli accostamenti di personaggi, parecchio eterogenei. Ogni ipotesi, quindi, è piuttosto azzardata. (1)
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Lot 473 Achille Funi, Cristoforo Colombo, un frate e un togato. 1953. Carboncino e pastello grasso su carta greve. mm 1800x2205. Firma, data e luogo (Busto) a matita in basso a destra. Opera archiviata presso l'Archivio Funi di Milano con il codice: P.96-I.55. L'attribuzione di Cristoforo Colombo è supportata dalla presenza della caravella intravista sullo sfondo. Come anticipato nella scheda precedente è difficile stabilire con precisione l'identità delle figure. Possiamo trovare un esempio di come Funi accosti mondi apparentemente lontani tra loro nella Sala d'Argento del Palazzo Ducale di Ferrara, dove Funi connubia mitologia, scenari classici ed episodi leggendari. (1)