#75: Antiquariato e Arte e Ceramica Siciliana

#75: Antiquariato e Arte e Ceramica Siciliana

Friday 27 October 2023 hours 16:30 (UTC +01:00)
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  • Coppia di candelabri in opaline azzurro, Primi 20° secolo
    Lot 73

    Coppia di candelabri in opaline azzurro, Primi 20° secolo H cm 60 x 24Con cristalli molati e brindoli, punta piramidaleCon cristalli molati e brindoli, punta piramidale

  • Coppia di Lumi in legno laccato azzurro/verde e dorato, nineteen° secolo
    Lot 74

    Coppia di Lumi in legno laccato azzurro/verde e dorato, nineteen° secolo h cm 50, con paralume h cm 87, base cm 20,5x21Con paralumeCon paralume

  • Lume in vetro rosa, fucsia e bianco con decorazioni floreali, 20° secolo
    Lot 75

    Lume in vetro rosa, fucsia e bianco con decorazioni floreali, 20° secolo H cm 66Decorazioni floreali sulla base e sulla boccia. Minima filatura sulla bocciaDecorazioni floreali sulla base e sulla boccia. Minima filatura sulla boccia

  • C. H. Stobwasser & Cº. Actien Gessellchaft (Berlino 1860)  - Coppia di lumi a petrolio con base in metallo e corpo in porcellana con smalti nei toni del fucsia, verde tiffany e dorato, Tardo 19° secolo
    Lot 76

    C. H. Stobwasser & Cº. Actien Gessellchaft (Berlino 1860) - Coppia di lumi a petrolio con base in metallo e corpo in porcellana con smalti nei toni del fucsia, verde tiffany e dorato, Tardo 19° secolo H cm 40ElettrificatiElettrificati

  • Il filosofo Eraclito, 17°/18° secolo
    Lot 77

    Il filosofo Eraclito, 17°/18° secolo cm 66x49, in cornice cm 84x66Olio su telaIn cornice da restaurare 

  • Antonio  Amorosi (attribuito a) (Comunanza 1660-1738 Roma)  - Volto di ragazzo con bavero bianco su abito rosso.
    Lot 78

    Antonio Amorosi (attribuito a) (Comunanza 1660-1738 Roma) - Volto di ragazzo con bavero bianco su abito rosso.cm 37 x cm 27 in cornice di legno dorata e laccata cm 48 x cm 37Dipinto ad olio su tela

  • Adam Frans van der Meulen (Flemish 1632-1690)  - Cavaliere a cavallo di spalle
    Lot 79

    Adam Frans van der Meulen (Flemish 1632-1690) - Cavaliere a cavallo di spalleCm 46x38, in cornice cm 60x52Firmato e datato 1678 sul retroFirmato e datato 1678 sul retro

  • Antonio Cifrondi (Clusone 1656-Brescia 1730)  - Donna con gallina, 1700-1730
    Lot 80

    Antonio Cifrondi (Clusone 1656-Brescia 1730) - Donna con gallina, 1700-173084x105 cmDipinto ad olio su tela
    Opera sprovvista di cornice.

    "In uno scarno e appiattito sfondo bluastro, unico riferimento a una spazialità esterna, emerge dalla penombra la figura di una anziana donna ricurva, dalla fronte solcata da rughe e dalle robuste braccia – provate dal duro lavoro nella terra - che ne delineano il ruolo di campagnola. Con una sobria composizione di stampo naturalistico, la donna può considerarsi vera protagonista del dipinto anche se, nel leggere il suo lasso sguardo -  provato dalla stanchezza e dall’età – l’osservatore viene invitato a concentrarsi sul candido volatile, delicatamente appollaiato su un posatoio riempito di fieno. 

    L’immagine della donna è modellata tramite ampie e materiche pennelTardo intrise di scarni e caldi colori, evidentemente percepibili nelle rosate tinte dell’incarnato, compartecipe alle terrose ombre che contribuiscono a far emergere la plasticità della figura. Le peculiarità dell’opera, le sue caratteristiche formali risentono degli influssi della pittura lombarda, tanto da renderla vicina a quei soggetti profani tanto in voga negli ultimi decenni del XVII secolo . Tuttavia, la cifra stilistica rivelata dalla sobrietà cromatica consente di assegnare l’opera al bergamasco Antonio Cifrondi e di collocarla entro il primo trentennio del XVIII secolo ."


    ASORstudio

  • Il Riposo  Felice Ficherelli (attribuito a) (San Gimignano  1605-Firenze  1660)  - Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo , 17° secolo
    Lot 81

    Il Riposo Felice Ficherelli (attribuito a) (San Gimignano 1605-Firenze 1660) - Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo , 17° secolo cm 70 x cm 105; in cornice cm 90 x cm 125olio su tela Scena mitologica raffigurante Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo, Dioniso la consola e le offre la corona con i diamanti che costituiranno la Corona Boreale o Costellazione di Arianna. "L'opera è pervasa da una sottilissima sensualità, di ascendenza furiniana sono la morbidezza dell'incarnato di Arianna e dell'ancella. Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo sebbene malinconica emana un castigato ma voluttuoso senso erotico, mentre si strugge per il dolore. L'appropinguarsi dell'opportunista Dioniso fa scaturire una summa di intenzioni e sentimenti tra i personaggi, si da far sembrare che i protagonisti recitino ed emergono come in una piece teatrale. Sulla scena con le loro forme dal carnato luminoso con l'espresse dei volti che esprimono emotività interiore, con l'ampiezza dai movimenti enfatici danno vita ad un'opera che si racconta da sola, impreziosita da artifici pittorici creati dal pittore, come le zone d'ombra che accendono di luce le forme. In tutto questo il pittore mostra affinità con i suoi contemporanei: Furini Francesco (1603-1641) e Cecco il Bravo (1601-1661), suoi coetanei." STUDIO ASOR

  • Cane che punta pernici, French 17° secolo  animalist painter
    Lot 82

    Cane che punta pernici, French 17° secolo animalist paintercm 75x106; in cornice cm 89x120olio su tela

  • Fabrizio  Chiari (1615 ca 1695)  - Trionfo di Venere, XVI secolo
    Lot 83

    Fabrizio Chiari (1615 ca 1695) - Trionfo di Venere, XVI secolo h cm 171 x 176Olio su telaDa Tiziano. L'opera è corredata da uno studio sui pigmenti effettuata dalla facoltà di fisica nucleare del professore Paolo Romano, dell'Università di Catania, che certifica la natura dei pigmenti. Presente expertise del Prof. Strinati " 

    Il dipinto raffigurante il cosiddetto Omaggio a Venere (olio su tela, cm . 171 x 176) e una copia di altissima qualità nonché in discretostato di conservazione del celeberrimo dipinto di Tiziano Vecellio (attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid) conosciuto abantiquo sia col titolo di Festa degli Amorini (come talora si trova ancoraoggi citato) sia con quello, ben pit famoso appunto, di Omaggio a Venere. Tiziano lo dipinse per i Camerini di alabastro di Alfonso |d’ Este signore di Ferrara. Costui aveva approntato nel Palazzo Ducale dellasua citta appunto una sorta di meraviglioso studiolo per decorare il qualeinvito alcuni tra i piu grandi pittori italiani attivi al suo tempo, cioè all’inizio del Cinquecento. E tra questi Tiziano ovviamente spiccava per incomparabilefama e intrinseca grandezza. L" Omaggio a Venere riscosse unsuccesso strepitoso, tanto da diventare uno dei quadri più amati dagli artististessi e dai critici d’ arte tanto da essere copiato da molti dei più insignipittori d’ Europa tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo come Rubens, Reni,Poussin! La nostra copia, qui in esame, risale probabilmente allostesso periodo storico in piena fase “neoveneta”, come la chiamo RobertoLonghi nei suoi studi sulla corte estense e il suo enorme influsso. Dunquela nostra copia potrebbe datarsi circa cento anni dopo o poco più rispettoall’originale tizianesco eseguito intorno al 1520, e riferirsi all’ambienteromano che ebbe un vero e proprio culto verso la magnificenza dell’arteveneta quando, nella citta eterna, domino il grande pittore earchitetto Pietro da Cortona che, pur toscano, fu devotissimo seguace dei maestriveneziano del Cinquecento. Tra i molti allievi e collaboratori delCortona che si dedicarono con particolare impegno a incrementare con leloro opere questo affascinante gusto veneteggiante a Roma, ritengo siapossibile individuare proprio l'autore della nostra copia. Valutando la materia pittorica della nostra copia e laqualita eccellente del disegno e di quella che potremmo chiamare una vera e propria reinterpretazione dello stile tizianesco, ritengo che aeseguire il quadro qui in esame sia stato un ben preciso seguace del Cortona. Si tratta del Maestro romano Fabrizio Chiari (1615ca.-1695), un artista lodatissimo al suo tempo, dotto classicista e cultore delgusto veneto come si vede in uno dei suoi capolavori, l'immenso e bellissimoaffresco raffigurante la Riconciliazione di Giacobbe ed Esau nellacosiddetta Galleria di Alessandro VII al Quirinale, eseguito negli anniCinquanta del Seicento. Mi sembra qui di riconoscervi la stessa mano che ha eseguitola magnifica copia qui in esame, di marcato gusto naturalistico, difinissima qualità della materia pittorica e del disegno, prettamente seicenteschi. Un dipinto, in definitiva, di notevole interessestorico-artistico e di eccellente qualità. In fede, Claudio Strinati"

  • Ritrovamento di Mosè, 17° secolo
    Lot 84

    Ritrovamento di Mosè, 17° secolo cm 140 x cm 113Olio su telaPittore francese del XVII secolo .

  • San Giuseppe con Bambin Gesù, Second half of the 17° secolo
    Lot 85

    San Giuseppe con Bambin Gesù, Second half of the 17° secolo Cm 135x77, opera sprovvista di corniceDipinto ad olio su tela

  • Ovale raffigurante Cristo spogliato delle vesti prima della crocifissione, 17° secolo
    Lot 86

    Ovale raffigurante Cristo spogliato delle vesti prima della crocifissione, 17° secolo Diametro cm 61x54Opera sprovvista di corniceOpera sprovvista di cornice

  • Ovale raffigurante Crocifissione di Gesù, 17° secolo
    Lot 87

    Ovale raffigurante Crocifissione di Gesù, 17° secolo Diametro cm 61x54Opera sprovvista di corniceOpera sprovvista di cornice

  • San Bartolomeo, Second half of the 17° secolo
    Lot 88

    San Bartolomeo, Second half of the 17° secolo Cm 99x70, in cornice cm 106x79Dipinto ad olio su tela

  • Pieter Coecke van Aelst (attribuito_a) (Flemish 1502-1550)  - Madonna con libro e Gesù bambino.
    Lot 89

    Pieter Coecke van Aelst (attribuito_a) (Flemish 1502-1550) - Madonna con libro e Gesù bambino.Cm 40x30Dipinto ad olio su tavola"Eccellente pittore rinascimentale fiammingo ha vissuto in Italia dove ha avuto modo di apprezzare l'arte dei pittori italiani suoi contemporanei. Fu un grande estimatore di Raffaello, a cui spesso si inspira, come ad esempio in questo dipinto, seppur sostanzialmente rimane ateo entro canoni e sviluppi stilistici suoi propri. Ha dato un contributo importante alla grande arte rinascimentale nelle fiandre. Disegnatore, pittore ed editore di trattati di architettura fu conteso dai più famosi personaggi del suo tempo: Carlo V, Francesco I Re di Francia, Enrico VIII d'Inghilterra, Cosimo I dei Medici. In tale opera è evidente l'influenza dei modi rinascimentali italiani. Egli avvia nei Paesi Bassi il passaggio e la transizione dalla concezione tardo gotica a quella rinascimentale. Gli scritti e i trattati di Sebastiano Serlio gli furono di esempio. Questo dipinto, semplice, probabilmente per una committenza privata, si ispira in qualche modo alla Madonna del Connestabile da Raffaello. Infatti, la rappresentazione della Madonna e del bambino è resa in maniera reale e fluida, donando naturalità alla scena. Egli abolisce lo sfondo paesaggistico e incentra la figurazione sui due personaggi dando cosi più forza al significato spirituale. Traspare ed è palpabile un’armonia mesta e malinconica, allo stesso tempo una serenità trasmessa dai personaggi, soprattutto nello sguardo di Maria, che legge la profezia sulla morte di Gesù, con dolce rassegnazione mentre il bambino la ingiunge a leggere indicando con il dito. Le forme sono ben calibrate e la gestualità del bimbo indicante e della Madonna che lo stringe alla vita in maniera protettiva, rendono la scena felice e ridondante di armonia. Una luce che sembra provenire da una finestra incentra i personaggi e illumina gli abiti dipinti in maniera morbida e fluida. Fu di esempio per tutti quei pittori olandesi- manieristi della seconda metà del 500. 40x30, olio su tavola. Provenienza: illustra famiglia catanese." ASORstudio



  • Gaspare  Da Pesaro (attribuito a) (Operante a Palermo 1413-1461)  - Madonna in trono col Bambino tra i SS.Giovanni e Girolamo
    Lot 90

    Gaspare Da Pesaro (attribuito a) (Operante a Palermo 1413-1461) - Madonna in trono col Bambino tra i SS.Giovanni e GirolamoCm 42,5x32,5Tempera su tavolaPresente expertise del Prof. Claudio Strinati :
    "La tavola raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra i Ss. Giovanni Battista e Girolamo ( tempera su tavola, cm 42,5 x 32,5) è un’opera inedita databile, per motivi stilistici e con relativa approssimazione, al primo quarto del secolo quindicesimo e attribuibile, sia pur per via indiziaria in mancanza di confronti certi, a Gaspare da Pesaro, un pittore attivo lungamente nel meridione d’ Italia, attestato da numerose carte d’archivio e testimonianze manoscritte e poi a stampa delle fonti che ci informano della sua attività, ma di cui non rimane neppure un’ opera certa, per firme o documenti. E tuttavia gli indizi che si riscontrano nel dipinto possono far pensare che ci troviamo di fronte ad un’opera di qualità finissima nonché di eccellente conservazione e di rilevante interesse storico-artistico, probabilmente di mano di questo mitico pittore. Le fonti ci permettono, infatti, di inquadrare prima di tutto i termini cronologici sicuri del suo lavoro. Nato nell’ ultimo decennio del secolo quattordicesimo, il pittore e miniatore Gaspare da Pesaro morì nel 1461 dopo una carriera fervida e onorata anche da grandissimi committenti come il re di Napoli Alfonso il magnanimo che lo invitò alla corte di Gaeta per affidargli un incarico inerente alle sue competenze di miniatore che, per quel tempo, significava la fornitura sia di opere su carta sia di dipinti su tavola di piccolo o piccolissimo formato, idonei ad essere collocati su una scrivania o in uno studiolo. Specialista della pittura sacra, soprattutto dei Gonfaloni e degli Stendardi, ma specializzato anche in opere di minore formato e di elegante iconografia, Gaspare da Pesaro fu certamente un esponente di spicco di quella scuola marchigiana del Quattrocento che annovera una serie di figure rimarchevoli, tra cui Giovanni Antonio da Pesaro nella prima metà fino a Nicola di Maestro Antonio da Ancona nella seconda metà. Lo stile del nostro quadro, qui in esame, è prettamente marchigiano, con un misto di naturalismo (il bellissimo e tornitissimo bambino e il volto quasi sferico della Madonna) e tendenza goticheggiante astraente (la figura del Battista così emaciata o l’ arguto san Girolamo intento nella lettura). Queste figure appartengono ad una tipologia di immagini che caratterizzano tutta la cultura dell’area adriatica influenzata solo parzialmente dalla scuola veneziana ma partecipe anche di quella cultura dalmata che fu così determinante per un altro veneto-marchigiano eccelso, Carlo Crivelli col quale il nostro dipinto ha qualche punto di contatto. La tradizione attribuisce, sovente con scarso fondamento, a Gaspare da Pesaro opere molto diverse tra loro, tra cui addirittura il Trionfo della Morte di Palermo. Nondimeno l’appartenenza della nostra tavola alla cultura marchigiana adriatica sembrerebbe lampante, mentre l’impossibilità di condurre confronti convincenti con altre opere di autori acclarati, induce a pensare di trovarsi di fronte ad un artista insigne si, ma largamente dimenticato dalla storiografia. Tutte queste deduzioni mi portano, allora, a pensare che l’identikit probabile di Gaspara da Pesaro possa coincidere con quello che si vede nel nostro quadro. Il nitido baldacchino fa pensare, peraltro, alla pittura processionale di cui Gaspare da Pesaro fu noto maestro e l’idea, da autentico miniatore, di non dipingere il nimbo della Vergine ma di ricavarlo dal fondo oro su cui l’intera tavola è dipinta, sembrerebbe un escamotage raffinato ed elegante, degno di una mente pittorica colta. Quel misto di ironico e insieme di solenne, è caratteristica peculiare di questa arte adriatica e un certo rapporto con l’altro famoso pesarese del tempo, Giovani Antonio, rende ancor più plausibile l’identificazione del nostro quadro con questo sconosciuto ma notevole pittore. E ancor più interessante è apprendere dalle fonti che Gaspare, nel primo periodo della sua attività fu in stretti rapporti di collaborazione con un pittore, di cui pure ignoriamo tutto, chiamato Niccolò di Magio, senese. E un certo influsso dell’ambiente senese del primo Quattrocento è pure presente nella nostra opera qui in esame. Le prime notizie che abbiamo di Gaspare sono inerenti al suo primo matrimonio contratto nel 1415. Sembra probabile che il nostro dipinto sia databile proprio in quel torno di tempo."

  • Giuseppe Diamantini (Fossombrone 1623-Venezia 1705)  - Caino ed Abele, Eigh° decade of the 17° secolo
    Lot 91

    Giuseppe Diamantini (Fossombrone 1623-Venezia 1705) - Caino ed Abele, Eigh° decade of the 17° secolo Cm 76x101 in cornice cm 97x122Dipinto ad olio su tela
    Corredata da perizia del Prof. Strinati: "Il notevolissimo e pregevole dipinto raffigurante Abele morto con sullo sfondo la figura di Caino in lontananza (olio su tela, cm.171 x 176) è un magnifico, e splendidamente conservato autografo, a mio avviso, del grande pittore veneto ancorché di origine marchigiana(perché nato a Fossombrone nel 1623) Giuseppe Diamantini. Diamantini è un singolarissimo artista dal gusto quasi preromantico e dalla parabola lunga e complessa che lo porto a stabilirsi per gran parte della sua vita a Venezia dove morì nel 1705 in un clima culturale,debitore soprattutto alla colta tradizione bolognese, molto mutatorispetto ai presupposti barocchi tipici della sua gioventù. Problematiche, queste, ampiamente illustrate nella pregevolemonografia di A.M. Ambrosini Massari, M. Cellini, M. Luzi, Giuseppe Diamantini, 1623- 1795-pittore e incisore dalle Marche a Venezia, Ancona, il lavoro editoriale 2021. Il dipinto posto alla mia attenzione riflette la peculiare tendenza del ragguardevole maestro verso il cosiddetto “tenebrismo”,tendenza tipica di vari pittori dell’ambiente veneto del tempo ma che in Diamantini trova una realizzazione veramente singolare e personalissima. Il nostro dipinto risale con precisione all’ottavo decennio del secolo  diciassettesimo quando Giuseppe Diamantini, insieme con altri eminenti pittori, partecipo ai lavori artistici nel magnifico Palazzo Gritti Badoer a Venezia lasciandovi opere notevoli che ritengo ben si confrontano col quadro qui in esame.  Il soggetto, patetico e tragico al contempo, era molto amato dagli artisti dell’epoca e quindi Diamantini si inserisce ad alto livello in un clima figurativo di fervida emotività e come incombente sullo spettatore. Appare estremamente suggestivo lo scorcio della figura immersa nell’oscurità profondissima, magnificamente contrastante con l'accecante chiarore della mandibola d’asino con la quale Caino, nel racconto biblico, percosse il fratello uccidendolo. Un autentico piccolo capolavoro." 

  • Sospensione a petrolio a 10 luci, nineteen° secolo
    Lot 92

    Sospensione a petrolio a 10 luci, nineteen° secolo Cm 115x60Con campana in opaline bianco e contenitore in porcellana dipintaCon campana in opaline bianco e contenitore in porcellana dipinta

  • Lampadario in vetro Murano 25 luci Maria Teresa, Primi 20° secolo
    Lot 93

    Lampadario in vetro Murano 25 luci Maria Teresa, Primi 20° secolo H cm 107 x 89

  • Lampadario con struttura in metallo, brindoli in vetro molati a mano, 8 luci, Primi 20° secolo
    Lot 94

    Lampadario con struttura in metallo, brindoli in vetro molati a mano, 8 luci, Primi 20° secolo H cm 93x60

  • Lampadario con struttura in metallo, brindoli in vetro, 13 luci, Primi 20° secolo
    Lot 95

    Lampadario con struttura in metallo, brindoli in vetro, 13 luci, Primi 20° secolo H cm 103x60

  • Lampadario/Lanterna con diffusore esagonale
    Lot 96

    Lampadario/Lanterna con diffusore esagonaleH cm 29x26

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#75: Antiquariato e Arte e Ceramica Siciliana

Una prima sezione con antiquariato selezionato, dipinti d'epoca e oggetti da collezione.

Una seconda sezione, dal lotto 293 in poi, tutta dedicata all'artigianato siciliano: sponde di carretto, maioliche di Caltagirone, giare di importanti giardini siciliani, tipici ed antichi oggetti d'arte meridionale.

Sessions

  • 27 October 2023 hours 16:30 #75: Antiquariato e Arte e Ceramica Siciliana (1 - 381)

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