Asta 269 - Cuprum Reloaded. Bronzetti dal Medioevo all'800
-
Lot 25 Coppia di armigeri
Bottega Padovana?
Probabilmente XVII-XVIII secolo
Bronzo patinato nero, consunzioni
Tot. 19,5x5,5x4,5 cm
Bronzi 15,5x6,5x4,5 cm
I due armigeri ricordano nel movimento a spirale la figura, di memoria rinascimentale, del Marte variamente attribuito a Gerolamo Campagna o a Tiziano Aspetti. Vanno comunque ritenute fusioni meno antiche di quella, anche per via di una loro apprezzabile originalità che le sposta, però, avanti nel tempo. Si propone una datazione più verso il XVIII secolo.
Bibliografia
Sergej Androsov, Museo Statale dell'emittente, La Scultura Italiana dal XIV al XVI secolo, Skira, Ginevra-Milano, 2008, pp.150-151, 158-160. -
Lot 26 Vescovo benedicente
XVIII-XIX secolo
Bronzo argentato
Tot. 24,5x12x10 cm
Bronzo 17x12x6
Bella statuina raffigurante un vescovo benedicente di ostico riconoscimento non essendo presenti nella composizione simboli o altri elementi caratterizzanti. Potrebbe essere un Sant'Ambrogio senza lo staffile in mano.
Preziose informazioni a riguardo potrebbero scaturire dallo studio del paramento indossato, di foggia molto antica.
Si tratta comunque di una bella fusione probabilmente di epoca Neoclassica collocata su una base a mezza colonna bicolore. -
Lot 27 Barthelemy Prieur (1535-1611) (scuola di)
Cupido
Probabilmente XVII secolo
Bronzo con patina rossastra trasparente, tracce di patina artificiale nera
Su mezza colonna dorata non coeva
Tot. 20x8x7 cm
Bronzo 11,5x8x9 cm
Questa piccola e deliziosa invenzione appartiene al catalogo delle opere di Barthelemy Prieur, lo scultore di corte di Enrico IV e Maria de' Medici.
Oltre alla statuaria monumentale Prieur produsse una serie di piccoli bronzi a tema femminile, velatamente erotico. Altri soggetti, fra i quali questo amorino, ebbero discreto successo e furono replicati dalla sua bottega o da altre fonderie non ben identificate.
La nostra replica presenta bel modellato e patina compatibile con fusioni antiche di questa scuola, spesso di colore rossastro trasparente, con tracce di patinatura artificiale nera.
Bibliografia
Volker Krahn, Von Allen Seiten Schon, Volker Huber editore, Offenbach am Main, 1995, p.432. -
Lot 28 Gianfrancesco Susini (Firenze 1585-1653) (scuola di)
Zampognaro
Bronzo patina trasparente marrone
Tot. 21,5x7x7 cm
Bronzo 15,5x6x4,5 cm
Questo raro bronzo è stato attribuito dal Bode a Giambologna, ma il Dhanens ha rifiutato questa idea. Anche Charles Avery, della cui scheda fatta per la mostra di Giambologna mi sto avvalendo, conferma questa seconda ipotesi.
Secondo Avery questo bronzetto si avvicina alle tematiche del Giambologna, ma potrebbe essere pi√π correttamente ascritto alla bottega di Gianfrancesco Susini, almeno per le conoscenze attuali.
Si tratta comunque di una fusione molto rara e conosciura in tre esemplari, uno nel Museo Statale di Berlino, l'altro nel Williams College of Art, Massachusetts, ed un terzo nella Collezione di Michael Hall.
Seguendo queste indicazioni si attribuisce anche la nostra fusione alla scuola di Gianfrancesco Susini.
Bibliografia
Charles Avery - Michael Hall, Giambologna, Somogy Editions d'arte, 1999, Parigi, scheda n.53.
Charles Avery-Anthony Radcliffe, Giambologna Sculptor to the Medici, catalogo della mostra (Edimburgo, Londra e Vienna), 1978-79, scheda n.139. -
Lot 29 Candeliere
Arte veneta
XVI-XVII secolo
Bronzo con patina rossastra
18,5x14x14 cm
Bel candeliere istoriato a base circolare. Nella prima fascia decorativa tre mascheroni grotteschi diversi l'uno dall'altro uniti da festoni su un fondo a buccia d'arancia.
Al di sopra si innesta il corpo centrale a balaustro con altrettanti mascheroni sovrastati da tre manici in aggetto a forma di arpia. Sul culmine la bobege bacellata con decorazioni fitomorfe.
Candeliere che ripete tutti i classici motivi decorativi della bronzistica veneta rinascimentale.
Splendida patina rossastra trasparente, probabilmente XVII secolo.
Bibliografia
Leo Planiscig, Piccoli Bronzi Italiani del Rinascimento, Fratelli Treves Editori, Milano MCMXXX, tav. XCIV, CXLVIII-CXLIX -
Lot 30 Coppia di vasi
Francia
Periodo neoclassico
Fine XVIII-inizi XIX secolo
Bronzo dorato e argentato
Tot. 23,5x8x8 cm
Bronzi 14x9,5x6,8 cm
Bella coppia di vasetti ornamentali su plinti in marmo verde.
Coppe bacellate reggenti una fascia allegorica argentata con trionfi di putti. Bellissimi manici ricurvi recanti foglie d'edera.
La fascia centrale riproduce motivi decorativi recanti giochi di putti alati in un corteo alla maniera dello scultore barocco Francoise Duquesnoj.
Ottimo il cesello dei vari particolari decorativi, che alternano motivi fitomorfi a disegni geometrici -
Lot 31 Calamaio retto da leoni stilofori
XVI-XVII secolo?
Bronzo patinato con tracce di doratura, onice
22x15x15 cm
Questo interessante oggetto potrebbe essere un calamaio, a meno che non si tratti di uno strumento liturgico, ad esempio un porta incenso.
La coppa, a tronco di piramide esagonale, è rivestita con lastre di onice trattenute da cerniere in ottone. Tre leoni stilofori sostengono la coppa tenendo fra gli artigli altrettanti rapaci, forse aquile. Sulla cuspide un'aquila stilizzata che funge da presa. Il tutto su uno zoccolo circolare a tronco di cono sempre in onice.
Questo piccolo monumento da tavolo è connotato da una matericità e da una lavorazione artigianale che lo fanno sembrare molto antico. Si ricorre spesso alla denominazione Revival quando certi oggetti si ispirano ad epoche remote, ma non lo sono. In questo caso non riscontro nulla che rimandi inequivocabilmente ad un modo di lavorare ottocentesco.
Per noi l'oggetto è antico, ma lo proponiamo con il beneficio del dubbio perché, al di là delle considerazioni stilistiche individuali, andrebbe studiato scientificamente per stabilirne epoca e provenienza ( almeno l'esame della lega).
Da studiare, da sviluppare, per collezionisti. -
Lot 32 da Stefano Maderno (Palestrina, 1576-Roma, 1636)
Ercole e Anteo
Bronzo patina rossa trasparente su tracce di patina nera
Tot. 22x10x7,5 cm
Bronzo 12,5x6,5x5 cm
Questo interessante bronzetto deriva da una celebre composizione di Stefano Maderno il cui bozzetto in terracotta è conservato alla galleria Franchetti alla Ca' d'Oro, Venezia. Esiste un altro bozzetto al Victoria and Albert Museum, Londra, leggermente diverso, ed uno al Royal Scottish Museum, Edimburgo.
Da questo bozzetto sono state realizzate copie in bronzo, ora in vari musei e collezioni private, considerate alternativamente autografe o derivazioni dal modello. Molto bello il bronzo del Museo del Castello Sforzesco, Milano. Questa fusione è dentica alla terracotta in quanto presenta la pelle del leone che scende fra le gambe di Ercole sino a terra.
Altre versioni non presentano la pelliccia del leone, in quanto non necessaria per la stabilità della composizione bronzea, al contrario che nelle versioni in terracotta.
La nostra piccola fusione appartiene a questa seconda categoria e i due eroi si presentano avvinghiati e realisticamente nudi. -
Lot 33 Francesco Fanelli (Firenze, 1577- Parigi? 1663) (scuola di)
Cavallo rampante
XVII-XVIII secolo
Bronzo con patina bruno dorata trasparente su tracce di patina scura, alcune zone verdognole
Tot. 30,5x18x8,5 cm
Bronzo 17,5x18x6,5 cm
Questo bel cavallino impennato deriva dai modelli dello scultore Francesco Fanelli. Nato a Firenze lavorò a Genova ed in seguito a Londra dove le sue opere furono molto apprezzate da Carlo I. Morì forse a Parigi.
Bella fusione con patina trasparente, il corpo è ben lavorato e lucido. Il muso e la criniera nervosi e ben modellati.
Probabilmente il piccolo basamento in bronzo su cui poggia è posteriore, aggiunto quando il bronzo è stato montato sul bel piedistallo in marmo verde, per dargli stabilità. Patina simile comunque, non stona nell'insieme. -
Lot 34 Anfora sorretta da nereidi
Arte veneta
XVI-XVII secolo
Bronzo con patina rossiccia trasparente su tracce nere
Tot. 31,5x13,5x13,5 cm
Bronzo 27x10x8 cm
Il corpo centrale di questa bellissima composizione comprende un vaso ad anfora sorretto da tre nereidi separate da valve di conchiglia e bouquet di foglie e frutta.
La raffinata decorazione ad altorilievo del vaso presenta ghirlande sorrette da anelli. Fra un festone e l'altro, sorrette da nastri annodati ad anelli, scendono due tabelle mistilinee recanti due monogrammi. Sulla prima (C.O.S.), sulla seconda (.D.O.).
Sulla parte superiore del vaso piccoli mascheroni grotteschi. Annodate con nastri scendono due teste di leone. I fondi a buccia d'arancia.
Questo inusuale bronzetto presenta finiture veramente di altissima qualità. Zone molto levigate e ceselli dei particolari molto curati. Patina trasparente rossiccia molto gradevole. Fondi a buccia d'arancia come nella migliore tradizione veneta.
Nella fantasiosa composizione nulla è lasciato al caso e i vari elementi sono perfettamente equilibrati.
Per trovare qualcosa di simile penso alla parte centrale dei due alari da camino del Victoria and Albert Museum, Londra, attribuiti da Charles Avery a Giuseppe de Levis (firme dal 1577 sl 1605).
Il fusto centrale è appunto composto da un vaso decorato a festoni con varie figure femminili a mezzobusto che lo sorreggono. In particolare il giro delle arpie a seno nudo con cappelli frigi, tipico del de Levis, è molto simile al nostro.
Presentando due monogrammi nelle tabelle, possiamo supporre che il nostro oggetto sia frutto di una unione coniugale, ma ovviamente non ne abbiamo le prove.
Un piccolo mistero da risolvere.
Bibliografia
Charles Avery, Joseph De Levis & Company, Philip Wilson Publishers, London-New York, 2016, fig. 94 e col.22-23. -
Lot 35 Severo Calzetta da Ravenna (Ravenna, 1465 c.a.-1543) (bottega di)
Satiressa con figlio
XVI-XVII secolo
Bronzo con patina trasparente rossastra su resti di patina nera
20,5x16x13,5 cm
Questo bellissimo bronzetto raffigurante una satiressa con il proprio figlio era in origine attribuita ad Andrea Briosco detto il Riccio (Trento, 1470- Padova, 1532).
Nelle catalologazioni inizio secolo del Bode molte opere satiresche erano attribuite al caposcuola, mentre attualmente vengono ricondotte alla bottega di Severo Calzetta da Ravenna.
Questa composizione in particolare ebbe un discreto successo e ne sopravvivono alcune versioni. Fra le pi√π note ricordiamo quella del Bargello (Firenze), quella del Bode Museum (Berlino) e quella I Palazzo Venezia (Roma). Patrick de Winter nel suo studio sull'autore elencano tutte le versioni conosciute del soggetto.
Si tratta di un portacandele spesso affiancato da una conchiglia che funge da calamaio. In altre versioni i due personaggi sono affiancati da un satiro o da animaletti ( per esempio, la versione del castello Sforzesco a Milano un cane).
Il nostro bronzetto è molto bello e non si allontana dalla qualità media delle fusioni museali. Presenta una patina rossa trasparente veramente strepitosa. Rimangono tracce di una patinatura nera consumatasi nel tempo.
Oggetto da grande collezionismo in perfette condizioni.
Consigliato vivamente.
Bibliografia
Volker Krahn, Bronzetti Veneziani, SMB Dumont, Germany, 2003, pp.82-85.
Pietro Cannata, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Sculture in Bronzo, Gangemi Editore, Roma, 2011, pp.64-65. -
Lot 36 Barthelemy Prieur (Berzieux, 1536 -Parigi, 1611) (bottega di)
Nereide a cavalcioni di un delfino
XVII secolo
Bronzo patina trasparente rossiccia dorata con tracce di patina scura
17x15x6 cm
Questa bellissima lampada ad olio raffigura una nereide a cavalcioni di un delfino appesa ad un anello. Dal muso del delfino fuoriusciva lo stoppino, le due pinne della sirena sono intrecciate alla coda del delfino.
Di questa composizione si hanno notizie sin dell'inventario fatto dalla moglie dopo la morte di Prieur. Il tipo di donna segue i canoni tipici dei bronzetti dell'autore.
L'esemplare di Brunswick (Herzog Anton Ulrich-Museum) è considerato autografo per la freschezza del modellato. Prieur seguita spesso tutte le fasi della fusione e quindi parlare di autografia può avere un fondamento.
La nostra lampada è veramente molto simile a quella, se confrontiamo modellato e tipo di patina trasparente rossastra. Si attribuisce, con prudenza, alla bottega del grande scultore.
Un oggetto da collezionisti il cui studio dovrebbe essere portato avanti. I bronzetti di Prieur hanno spesso valutazioni "top lot" sul mercato internazionale.
Bibliografia
Voler Khran, Von Allen Seiten Schon, Volker Huber Editore, Offenbach, 1995, scheda n.137. -
Lot 37 Francesco Fanelli (Firenze, 1577-Parigi?, 1663) (scuola di)
Amorino che cavalca un delfino
Probabilmente XVII secolo
Bronzo patina naturale trasparente marrone su patina artificiale nera
Tot. 14,5x14,5x10 cm
Bronzo 11x10,5x8,5 cm
Bronzetto dal soggetto incantevole, raffigura un Cupido che cavalca un delfino brandendo una piccola clava nella mano destra. Con la sinistra tiene spalancate le fauci del mammifero che, esibendo la dentatura, assomiglia pi√π ad un feroce "mostro" acquatico che alle docili creature nei nostri pensieri.
Splendida la patina trasparente color marrone con tracce di una patinatura artificiale nera.
Un modello identico conservato nei Musei Civici di Padova viene attribuito ai modi di Niccolò Roccatagliata e quindi questa alternativa va tenuta in considerazione, anche se sempre piu spesso bronzetti simili sono assegnati alla bottega del Fanelli.
Una coppia di bronzetti identica al nostro Cupido è passata in Asta Cambi nel 2019 con identica attribuzione.
Bibliografia
Davide Banzato e Francesca Pellegrini, Musei Civici di Padova, Bronzi e Placchette, Editoriale Programma, Padova, 1989, p.110-111. -
Lot 38 Cavaliere crociato
Arte germanica
Periodo medievale?
Bronzo con patina trasparente rossiccia, tracce di patina nera
22,5x15x6 cm
Il modello di questo cavaliere crociato appartiene alla cultura germanica medievale. Ripete alcuni acquamanili e candelieri databili al XIII secolo. Per confronto vedere quelli meravigliosi pubblicati da Mark Gregory d'Apuzzo nel catalogo del Museo Medievale di Bologna.
Il nostro cavaliere non è un utensile.
Nel catalogo del Museo Amedeo Lia (La Spezia), Charles Avery pubblica un cavaliere simile al nostro, forse un giocattolo per giochi di torneo.
Datare solo da un punto di vista stilistico questo genere di fusioni è molto difficile, almeno non rientra nelle nostre competenze. Ritengo però che gli oggetti medievali sopravvissuti dovrebbero essere studiati da una angolazione scientifica, usufruendo delle moderne tecniche di diagnostica scientifica.
Lo stile del nostro bronzo ripete modelli medievali. La patina, la consunzione e le zampe piegate del cavallo, riscontrabili in altri oggetti pubblicati, lo danno sembrare genuinamente antico.
Si propone comunque, insieme ad alcuni altri oggetti presenti in questo volume, in modo dubitato e con un prezzo accattivante per chi volesse proseguire lo studio.
Bibliografia
Mark Gregory d'Apuzzo, La Collezione dei Bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna, Libro Co, San Casciano Val di Pesa, pp.31-43.
Charles Avery, La Spezia-Museo Civico Amedeo Lia-Sculture, Bronzetti, Placchette, Medaglie, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 1998, pp.69-72.
Peter Bloch, Bronzen Von der Antike Bis Zur Gegenwart, catalogo della mostra, Dietrich Reiner Verlag Edizione, Berlin, 1983, cat.n.42, 44, 45. -
Lot 39 Due candelieri in veste di crociati
Germania
XIX secolo
Bronzo patinato
18,5x13,5x9 cm
Questi due candelieri sono chiaramente di origine tedesca e rimandano a produzioni tardo medievali o rinascimentali di quelle zone.
Si veda per tutti il candeliere a due fiamme conservato nel Museo Nazionale di Monaco. Fusione del tardo XIV secolo, presenta un omino in vesti medievali che tiene sulle braccia tese due bobege portacandela.
Molti oggetti in bronzo tedeschi furono replicati nel XIX secolo, sull'onda dello stile Revival. In realtà esiste una certa "inerzia iconografica" in molta produzione nordica legata al medioevo, non solo nel XIX secolo, quindi.
La nostra coppia di candelieri se non è dell'epoca che rappresenta, in realta vuole sembrarlo. Il tipo di lavorazione semplificata e materica che li contraddistingue non li fa sembrare immediatamente del XIX secolo, ma ci lascia qualche dubbio.
Tutto da vedere.
Bibliografia
S.Wechssler-Kummel, Chandeliers Lampes Et Appliques De Style, Office du Livre, Frigourg, 1963, schede n. 90-91. -
Lot 40 Tiziano Aspetti (Padova, 1559 - Pisa, 1606) (bottega)
Marte
XVI-XVII secolo
Bronzo patinato nero
Tot. 39,5x15x10,5 cm
Bronzo 26,5x15x8 cm
Questo modello di Marte è un prodotto tipico delle fonderie venete rinascimentali. Spesso usato come puntale di alari monumentali, magari in coppia con Minerva, oppure come come decorazione da studiolo, viene universalmente attribuito alla fonderia di Tiziano Aspetti o a quella di Girolamo Campagna ( Verona, 1552- Venezia, 1625).
Va ricordato che l'Aspetti non lasciò una vera e propria bottega a perpetrare i suoi modelli, quindi parlare di "scuola di..." non è perfettamente corretto. Le catalogazioni inizio secolo del Bode e del Planiscig attribuivano tutte queste statuette al maestro, la critica attuale le fa uscire dalla bottega o da anonime fonderie coeve che imitavano il soggetto.
Uno dei pochi Marte Autografo, per altro nudo e in equilibrio su un meraviglioso piedistallo, sia quello della Frick Collection, Washington ( Debra Pinctus, 2001).
La nostra statuetta rientra fra le prove meglio riuscite del soggetto ed è paragonabile a quella del Museo Bottacin (Banzato, Pellegrini, 1989, cat. n. 171-175), Padova, a quella dell'Hermitage (Androsov, 2008, cat.n.183).
Varianti e modelli simili in altri musei
quali il Medievale di Bologna e Palazzo di Venezia a Roma.
Bibliografia:
Mark gregory D’Apuzzo, La collezione dei bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna, Libro Co, San Casciano Val di Pesa ( Firenze), pp.216-220.
Sergej Androsov, Museo Statale dell’Ermitage, La scultura Italiana dal XIV al XVI, Skira editore, Milano , 2008,pp. 360-361.
Pietro Cannata , Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Sculture in Bronzo, Gangemi Editore spa, Roma 2011, ,pp. 11-112.
Donatello e il suo Tempo , AAVV, a cura di Davide Banzato, Skira editore, Milano 2001, pp. 360-361.
Small bronzes in the Renaissance, AAVV. Edited by Debra Pinctus, National Gallery of Art, Washington, Yale University Press, London , 2001, pp. 143-157. -
Lot 41 Candeliere
Nord Europa
XII-XIII secolo?
Bronzo con patina dorata trasparente su tracce di patina nera
17,5x11x6,5 cm
Questo incredibile candeliere raffigura un guerriero armato con il corpo di uccello e la coda di sirena. Una sorta di arpia con la pinna.
Questo genere di oggetti vennero in uso fra il XII e il XIII secolo. Mostri di ogni genere cominciarono ad animare oggetti d'uso comune o liturgico (vedi gli acquamanili).
Il nostro candeliere può essere confrontato stilisticamente con quello del Victoria and Albert Museum, Londra (Medieval and Renaissance, room 8, accession number M.50-1955), che rappresenta appunto una creatura mezzo uomo e mezzo uccello con la coda di pesce.
La scheda dice Provenienza Lorenese XII secolo.
Ovviamente è molto difficile in questa sede garantire per il nostro candeliere tale epoca di produzione, in assenza di esami scientifici ormai indispensabili per datare manufatti di tale epoca e rarità. L'approccio stilistico per quanto competente secondo noi non basta.
Lo stile e la patina del nostro bronzo sono apparentemente ineccepibili, e per questo lo proponiamo ad eventuali collezionisti in grado di svilupparne l'attribuzione.
Oggetti del genere passano raramente sul mercato e, se veramente d'epoca, raggiungono quotazioni molto interessanti. -
Lot 42 Leone
Scuola veneta
Probabilmente XVII secolo
Bronzo, patina trasparente dorata
Mutilo della coda
9,5x13x6 cm
Bel leone realizzato in modo naturalistico molto particolareggiato.
Curiosa la posizione, sembra che manchi qualcosa su cui poggiano le zampe posteriori.
Esiste un picchiotto realizzato da Vincenzo e Gian Gerolamo Grandi (XVI secolo, Castello del Buonconsiglio, Trento) che raffigura un leone, cavalcato da un amorino, nella stessa posizione del nostro.
Si potrebbe ipotizzare che il nostro leone facesse parte di un picciotto mutilo delle parti che lo fissavano al portone.
Affascinante, ma da dimostrare.
Bibliografia
Manfred Leithe-Jasper e Francesca de Grammatica, Bagliori D'Antico, Bronzetti al Castello del Buonconsiglio, Publistampa Arti Grafiche, Pergine Valsugana, 2013, pp.94-97. -
Lot 43 Mortaio
XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato 10x12,5x12,5 cm
Pestello 20,5 cm
Mortaio munito del suo pestello originale. Molto curiosa la decorazione della fascia che raffigura un drago (uno per parte) intervallato da sacche contenenti gli strumenti della fonderia.
Tutto legato al fuoco, iconografia pertinente, ma inusuale. -
Lot 44 San Giorgio e il drago
Arte germanica
XVI-XVII secolo?
Bronzo patinato marrone
26x12x8,5 cm
Questo San Giorgio e il drago è chiaramente di origine nordica, molto probabilmente tedesca. Soggetto molto amato e ripetuto in vari materiali.
Lo stile rimanda a produzioni antiche vicine al Rinascimento. Le sculture tedesche dell'epoca hanno spesso tratti che potremmo definire favolistici, la qualcosa non aiuta a stabilire facilmente l'epoca di realizzazione.
Anche per questo bronzo tedesco, come per altri in questa asta, consiglierei esami scientifici che aiutino a stabilire l'epoca. Infatti, da un esame visivo sui materiali e le patine, il nostro San Giorgio appare conforme a produzione pre- ottocentesche.
Da studiare.
Bibliografia
Volker Krahn, Von Allen Seiten Schon, Volker Huber edition, Offenbach am Main, 1996, pp.236-7. -
Lot 45 Sofocle e Demostene
Periodo Neoclassico
Primi 800
Bronzo patinato marrone
Bronzo 12,5x5,5x4
Riproduzioni in bronzo di due statue classiche conservate a Roma nei Musei Lateranensi e nel Museo Vaticano. Rientrano nel gusto Grand Tour per la riproduzione delle sculture classiche. -
Lot 46 Coppa istoriata
Probabilmente XVII secolo
Bronzo patinato marrone su base in diaspro
Tot. 17x13x7 cm
Bronzo 10,5x13x7 cm
Curiosa coppa bacellata di forma ovoidale poggiante su plinto ottagonale montato su una base posteriore in diaspro rosso.
In ogni spicchio della bacellatura viene raffigurata una delle Virt√π in altorilievo. Notare la bellezza di ogni singola figura ritratta con i suoi segni distintivi in gusto tardo rinascimentale.
Fede con la croce
Speranza con l'ancora
Carità con i due fanciulli
Temperanza che versa l'acqua
Prudenza con il viso bifronte e lo specchio
Giustizia con bilancia e spada
Fortezza con la colonna
Saggezza con la civetta.
Oggetto decorativo a cui è difficile dare un' epoca precisa. La matericità della fusione e lo stile di gusto tardo rinascimentale ci fanno pretendere per una fusione antica. Sarebbe interessante effettuare qualche esame scientifico quale l'esame della lega.
Da approfondire. -
Lot 47 Maestro dell"Omino dalle oche” (”Meister Der Gansemannchens”) (ambito di)
Viandanti
Norimberga, probabilmente XVII secolo
Bronzo con patina naturale bruna su tracce di patina nera
Viandante sin. tot. 25,5x12x13 cm
Bronzo 21,5x10x11 cm
Viandante dx. tot. 26,5x12x13 cm
Bronzo 22x7,5x9 cm
Questa coppia di bronzetti raffigura due viandanti in abiti rinascimentali recanti sulle spalle gerle per il trasporto delle merci. Su una gerla è inciso "a Rom(a)" e sull'altra " a Brest"
Possiamo confrontarla con quella analoga custodita nella Wallace collection (Londra) e quella del Museo del Palazzo di Venezia (Roma).
Nella schedatura della Wallace i due uomini vengono indicati come venditori ambulanti (pedlar) e catalogati come francesi fine XVII - inizio XVIII.
Quelli del Palazzo di Venezia, invece, vengono attribuiti dal Santangelo all'ignoto maestro che realizzò verso il 1550 la fontana della piazza di Norimberga, il "Meister der Gansemannchens" ( il maestro dell'omino dalle oche). In cima alla fontana spicca la caratteristica figura di un uomo con due oche sotto le braccia, da questo il nome dell'anonimo maestro tedesco.
Nella catalogazione di Pietro Cannata vengono spostati al XIX secolo.
Altra coppia uguale è passata sul mercato londinese come italo-fiamminga (Sotheby's, 9 giugno 1987, n.112).
Da notare che nella coppia della Wallace su una gerla sta scritto "A Roma" e sull'altra "A Venice". Sulla coppia passata da Sotheby's, invece, "A Roma" e "A Brest", come sulla nostra.
Si tratta in ogni caso di fusioni simili, ma non identiche. La coppia di statuine qui presentate risultano pi√π rifinite e caratterizzate, ad esempio nei volti e nelle mani, realizzate in modo pi√π realistico rispetto a quelle della Wallace e di Palazzo Venezia.
In particolare il viandante con la calzamaglia presenta un corpetto con maniche a sbuffo ed una curiosa conchiglia a forma di fiore sorretta da cordoni che segnano le natiche dell'uomo. Impossibile non notarla per l'originalità.
Fusioni di controversa attribuzione, ma di grande qualità e interesse, per cui si propone una datazione seicentesca in ambito Norimberghese.
Bibliografia
A.Santangelo, Museo di Palazzo Venezia, La Collezione Auriti, Istituto Grafico Tiberino, Roma, 1964, pp.29-30.
Pietro Cannata, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, sculture in bronzo, Gangemi Editore, Roma, 2011, pp.176-177.
Mann, James G., Wallace Collection Catalogues. Sculpture, London: The Wallace Collection 1981. -
Lot 48 Barthelemy Prieur (Berzieux, 1536- Parigi 1611)
Venerina che si leva una spina da piede
Bronzo, patina rossastra traslucida, tracce di patinatura pi√π scura
Bella montatura neoclassica in marmi misti e bronzo dorato
Tot. 28,5x10x10 cm
Bronzo 19,7x9x6 cm
 
Il bronzetto è accompagnato da expertise del Dottor Charles Avery.
 
Esame della lega metallica eseguito presso i laboratori dell'Università di Ingegneria, Milano.
 
Il lotto è corredato da attestato di libera circolazione indicante il nome dell'autore e l’adeguata valutazione di € 100.000
 
Noto per il suo ruolo di scultore di corte di Enrico IV e Maria de Medici, Barthelemy Prieur viaggiò anche in Italia dove lavorò per i Savoia.
Alle realizzazioni monumentali per la famiglia reale francese accostò la produzione di incantevoli figure femminili in bronzo: donnine nude che si lavano, asciugano o pettinano destinate a un raffinato collezionismo da studiolo di gusto vagamente voyeuristico.
L’elevata qualità della materia e la sensuale eleganza delle fusioni di piccolo formato di questa celebre fonderia appaiono in perfetta sintonia con la necessità di appagamento estetico che connota il collezionismo dei bronzetti.
 
Provenienza
Barone Hippolyte Boissel de Monville(1794-1873), collezionista e agente per i Rothschild.
L’illustre provenienza è attestata dalla stampigliatura BM (Baron de Monville) incussa nel tronco.
 
Bibliografia
Anthony Radcliffe-Nicholas Penny,
Renaissance Bronze, 1500-1650, The Robert H.Smith Collection, Philip Wilson Publishers, London, 2004, scheda 38, pp 220-21
 
Note di mercato
L’opera viene proposta con una valutazione - certamente adeguata alla storia di mercato della produzione della Fonderia Prieur di analoga qualità e tipologia - ma che può stimolare l'interesse per la gara.
I passaggi sul mercato internazionale premiano le sculturine della Fonderia Prieur che, se ritenute di prima mano e non tarde repliche, raggiungono sempre quotazioni rilevanti.
 
Si citi a titolo di esempio:
 
Mercurio che suona il flauto, Christie's, 28/01/2015, stima 600.000,00-1000.000,00 euro.
Prezzo realizzato 605.000,00 euro.
 
Madre inginocchiata con il figlio, Sotheby's, giugno 2018, stima 50.000,00-70.000,00 euro.
Prezzo realizzato 187.000,00 euro.
 
Donna seduta al bagno, Sotheby's, 04/06/2022, stima 120.000,00-180.000,00.
Prezzo realizzato 138.600,00 euro.
 
Donna seduta che si pettina i capelli, Christie' s, gennaio 2023, stima 400.000,00-500.000,00 USD.
Prezzo realizzato 403.000,00 USD.
 
Al di sotto di questi top lots, molti i passaggi di bronzetti - ritenuti di scuola o non valorizzati da provenienze illustri - che si attestano sempre su buoni risultati.