Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo
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Lot 73 Giuseppe Magni (Pistoia 1869-Firenze 1956) - La mungitura
cm 42,3 x 60,5
olio su tela
firmato in basso a destra: G Magni
Sul retro, sul telaio, cartellino consunto della Biennale di Venezia con numero di riferimento (388) e vecchie scritte con numeri di riferimento.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 74 Giuseppe Magni (Pistoia 1869-Firenze 1956) - La famiglia felice
cm 17,2 x 30
olio su tavola
Sul retro, firma e data (18 maggio 1951) di mano dell'artista.
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Lot 75 Giuseppe Magni (Pistoia 1869-Firenze 1956) - I primi fiori di pesco
cm 40 x 32,2
olio su tela
firmato in basso a destra: G Magni
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Lot 76 Costantino Barbella (Chieti 1852-Roma 1925) - Figura di bambino, 1874
cm 49,5 x 17,5 x 14,5
scultura in terracotta
firmata e datata sulla base: C.no Barbella / 1874
PROVENIENZA
Raccolta Rotondo, Napoli.
Questa scultura in terracotta di Costantino Barbella, che allo stato attuale delle conoscenze risulta inedita, costituisce una rara testimonianza della sua prima fase di attività. Nel 1874, anno in cui fu realizzata, lo scultore si trovava a Napoli per studiare con Stanislao Lista presso il Reale Istituto di Belle Arti, che poté frequentare grazie a un sussidio concesso dalla Provincia di Chieti. Fu un anno di svolta per il giovane Barbella: il gruppo a grandezza naturale La gioia dell’innocenza dopo il lavoro (fig. 1), esposto alla mostra annuale della Società Promotrice “Salvator Rosa”, fu acquistato dalla stessa società per Vittorio Emanuele II, il quale a sua volta lo destinò alle collezioni del Museo Nazionale di Capodimonte, dove ancora oggi è conservato. Fu quello il primo importante traguardo di una carriera costellata di successi. Da quel momento, infatti, le sue opere cominciarono a entrare in prestigiose collezioni, sia pubbliche che private, come la raccolta di Beniamino e Paolo Rotondo, da cui proviene anche la scultura in esame. In gran parte donata al Museo Nazionale di San Martino di Napoli, la collezione Rotondo annoverava, tra gli altri, capolavori di Domenico Morelli, Antonio Mancini, Francesco Paolo Michetti e Vincenzo Gemito.
La fama di Barbella oltrepassò i confini nazionali, merito della capacità, pienamente riconosciuta da critica e collezionismo, di raccontare con elegante accento lirico la vita di campagna. Una ricerca, quella dello scultore teatino, affine da un lato a quella di Michetti, che ritrovava il mito dell’Arcadia nella cultura popolare abruzzese, dall’altro, in letteratura, a quella di Gabriele d’Annunzio. Il “vate” scrisse a più riprese – e sempre in termini entusiastici– a proposito della scultura di Barbella, con cui fu sempre in stretti rapporti d’amicizia. Con Francesco Paolo Tosti e, tra gli altri, Edoardo Scarfoglio e Antonio De Nino, i due si incontravano periodicamente nel cosiddetto “cenacolo michettiano”, vale a dire il convento acquistato attorno al 1885 da Michetti a Francavilla al Mare.
L’opera in esame si colloca all’interno di una ricca produzione di sculture in terracotta di dimensioni ridotte, nelle quali, fin dagli esordi, Barbella dimostrò di esprimere al meglio la propria vocazione di poeta della realtà popolare. Nel 1906, in un articolo per “Il Secolo XX”, lo scrittore romano Paolo Orano lo definì «un grande scultore di statue piccine»[1].Tale attitudine è stata associata dai biografi alla sua attività nella bottega di «chincaglierie e generi coloniali»[2] del padre, dove muoveva i primi passi da scultore realizzando statuine presepiali. Quello dell’ispirazione dai presepi, per ciò che concerne la tradizione napoletana, è un topos che si ritrova pure nella biografia di Vincenzo Gemito, con cui Barbella condivideva la propensione a un modellato vibrante. A ogni modo, un certo sapore presepiale è senz’altro riscontrabile nella figura di bambino in esame. Vi si riconosce il tipo dello “scugnizzo” napoletano, come veniva definito il monello che popolava i vicoli della città, protagonista di numerose opere d’arte realizzate dagli artisti di scuola partenopea della generazione di Barbella. Al successo internazionale di tale soggetto contribuì in buona misurala fotografia: si pensi, ad esempio, agli scatti dei fratelli Alinari o di Giorgio Sommer, raffiguranti bambini poveri che giocano, suonano uno strumento o si aggirano per le vie del centro e che, quando non avevano valore documentario, venivano venduti come souvenir, in particolare ai collezionisti dell’Europa del Nord. Non sorprende, dunque, che gli “scugnizzi” affollassero le esposizioni – anche quelle nazionali, dove la scuola napoletana era sempre ben rappresentata – tra gli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento, tra bronzi e terrecotte, più raramente marmi, di carattere aneddotico e perlopiù di dimensioni contenute. Lo “scugnizzo” ebbe altrettanta fortuna in pittura: si pensi a quelli di Francesco Lojacono, Giuseppe Costantini e, soprattutto, di Antonio Mancini. La capacità di introspezione dei ritratti infantili di quest’ultimo si ritrova anche nella presente scultura di Barbella, nel quale l’artista rivela speciale perizia tecnica nella resa dei dettagli, dal vivace effetto pittorico. Negli anni a seguire, la critica avrebbe più volte sottolineato la capacità dello scultore di conferire speciale attenzione alla patinatura delle superfici[3] e alla resa della cesellatura. Nel corso della sua carriera, Barbella si confrontò più volte con i temi dell’universo infantile: tra le più note, vale qui la pena citare le figure intitolate Sù su (fig. 2) e Bum!... (fig. 3), sculture che spinsero d’Annunzio a porsi una domanda retorica: «quale mai cesellatore è giunto a quella perfezione nel lavorare una superficie?»[4].
Manuel Carrera
Giugno 2023
1 P. Orano, Un grande scultore di statue piccine: Costantino Barbella, in “Il Secolo XX”, settembre 1906, pp. 706-719.
2 Dalle memorie di Barbella pubblicate in O. Roux (a cura di), Illustri italiani contemporanei: memorie giovanili autobiografiche di letterati, artisti, scienziati, uomini politici, patrioti e pubblicisti, Firenze 1908, vol. II, parte seconda, p. 182.
3 Cfr. A. Lancellotti, Costantino Barbella (1852-1925), Roma 1934, p. 73.
4 Cfr. A. Andreoli (a cura di), Scritti giornalistici 1882-1888, Milano 1996, p. 372.
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Lot 77 Tito Pellicciotti (Barisciano 1872-L'Aquila 1943) - Contadinelli e tacchini
cm 19 x 24
olio su tavola
firmato in basso a destra: T. Pellicciotti -
Lot 78 Tito Pellicciotti (Barisciano 1872-L'Aquila 1943) - Pastorello con pecora
cm 29 x 22
olio su cartone
firmato in basso a sinistra: T. Pellicciotti -
Lot 79 Tito Pellicciotti (Barisciano 1872-L'Aquila 1943) - Zampognari all’osteria
cm 28 x 23
olio su cartone
Sul retro, firma di mano dell'artista e timbro Raccolta G. D. G. con riferimento all'artista.
PROVENIENZA
Raccolta G. D. G., Napoli;
collezione privata.
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Lot 80 Francesco Paolo Michetti (Tocco di Casauria 1851-Francavilla al Mare 1929) - Il fiume Orfento, circa 1903
cm 31 x 49
olio su tela
firmato in basso a sinistra: Michetti
PROVENIENZA
Collezione privata.
BIBLIOGRAFIA
F. Benzi, G. Berardi, T. Sacchi Lodispoto, S. Spinazzè, Francesco Paolo Michetti. Catalogo generale, Cinisello Balsamo 2018, p. 301 n. 728 (ill.).
L’opera è stata archiviata presso l’Archivio dell’Ottocento Romano con il numero 0/216/005.
Si allega autentica su fotografia del Catalogo generale Michetti firmata da Fabio Benzi, Gianluca Berardi, Teresa Sacchi Lodispoto e Sabrina Spinazzè.
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Lot 81 Traiano Chitarin (Venezia 1864-1935) - "Da S. Egidio (Scanno)", 1911
cm 34 x 50
olio su tavola, senza cornice
Sul retro, scritta a matita di mano dell'artista con titolo e data (20 luglio 1911) e altre annotazioni in riferimento al dipinto; vecchie etichette con numeri di riferimento (35 e 87). -
Lot 82 Scuola italiana fine del XIX secolo - Copia da "Il voto" di Michetti
cm 43,5 x 65,5
olio su tela -
Lot 83 Alceo Dossena (Cremona 1878-Roma 1937) - Madonna con Bambino
cm 56 x 43,5
bassorilievo in marmo riportato su lastra in marmo
firmato in basso a sinistra: Alceo Dossena Roma -
Lot 84 Attribuito a Ettore Roesler Franz (Roma 1845-1907) - Roma, veduta del Foro
cm 54,5 x 54
acquerello su cartoncino
firmato in basso a sinistra: E. Roesler Franz Roma
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Lot 85 Giuseppe Gabani (Senigallia 1846-Roma 1900) - Cavalli nella Campagna romana
cm 32,5 x 48
acquerello su cartoncino
firmato in basso a sinistra: Gabani -
Lot 86 Hermann David Salomon Corrodi (Frascati 1844-Roma 1905) - Carri di fieno lungo l'acquedotto nella Campagna romana
cm 22,3 x 37
olio su tela
firmato in basso verso sinistra: H. Corrodi / Roma
PROVENIENZA
Collezione Prosperi-Mocavini, Roma;
collezione privata, Roma.
BIBLIOGRAFIA
R. Mammucari, "I XXV" della Campagna romana, Roma 1984, p. 11 (ill.). -
Lot 87 Hermann David Salomon Corrodi (Frascati 1844-Roma 1905) - All’ombra dei cipressi
cm 43 x 29
matita, carboncino e biacca su cartoncino
firmato in basso a sinistra: H. Corrodi Roma
Si ringraziano Sabrina Spinazzè e Teresa Sacchi Lodispoto dell'Archivio dell'Ottocento Romano per aver confermato l'attribuzione dell'opera. -
Lot 88 Dante Ricci (Serra San Quirico 1879-Roma 1957) - Ansa del Tevere
cm 38,5 x 56
acquerello su cartoncino
firmato in basso a destra: Dante Ricci / Roma
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito -
Lot 89 Attribuito a Ettore Roesler Franz (Roma 1845-1907) - Scorcio della via Appia antica
cm 20,5 x 69
acquerello su cartoncino riportato su cartone
firmato in basso a sinistra: E. Roesler Franz Roma
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Lot 90 Giuseppe Rivaroli (Cremona 1885-1943) - Coppia di buoi
cm 34,5 x 48
carboncino su carta
firmato in basso a destra: G. Rivaroli -
Lot 91 Giuseppe Rivaroli (Cremona 1885-1943) - Studio di agnellini
cm 25 x 38
matita e pastelli su carta
firmato in basso a destra: G. Rivaroli -
Lot 92 Onorato Carlandi (Roma 1848-1939) - "L'amico filosofo a Fiuggi"
acquerello su cartoncino
firmato in basso verso sinistra: Fiuggi / OCarlandi
Sul retro, numero di riferimento (32) e titolo di mano dell'artista.
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Lot 93 Onorato Carlandi (Roma 1848-1939) - Villa Borghese
cm 38,8 x 29,5
acquerello su cartoncino
firmato in basso a destra: OCarlandi / ROMA
BIBLIOGRAFIA
A. Cervesato, La Campagna romana nella pittura dell'Ottocento, Roma 1982, p. 50 (ill.). -
Lot 94 Cesare Tiratelli (Roma 1864-1933) - Interno di chiesa con gatto nero
cm 34 x 24
olio su cartone telato, senza cornice
firmato in basso a sinistra: Tiratelli.C / Roma -
Lot 95 Scuola romana fine del XIX secolo - Roma, il Portico d'Ottavia con Sant'Angelo in Pescheria
cm 32,5 x 29
olio su tavola -
Lot 96 Onorato Carlandi (Roma 1848-1939) - Il santuario francescano de La Verna
cm 92 x 131,5
olio su tela
intitolato e firmato in basso a destra: La Verna / OCarlandi
Sul retro, sulla cornice, antica etichetta manoscritta con timbro e data (12/3 927).