ASTA 414 - GIOIELLI DAL MONDO E ARTE AFRICANA
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Lot 275 Arte africana Marka/Bambara, Mali.
Maschera Ngolo.
Legno duro a patina scura, tessuto, chiodi e metallo.
Segni d'uso e tracce di sostanze organiche sacrificali. . . Cm 16,00 x 37,00 x 12,00. Rara maschera Ngolo parzialmente ricoperta da tessuto rosso e lamelle sagomate di metallo come nella classica tradizione scultorea delle maschere Marka.
La fronte bombata, il naso stretto ed allungato, la piccola bocca socchiusa inserita all'interno di una mascella particolarmente affusolata sono tutte caratteristiche peculiari delle maschere Ngolo dei Marka cosi come le lamelle in lega di rame sagomate a forma triangolare e decorate con puntini a disegno geometrico. Anche le tre trecce Turu, dello stesso materiale e con fiocchetti in tessuto rosso, posizionate su naso e tempie sono elementi distintivi caratteristici delle maschere Marka.
Gli occhi quadrati, cosi come la presenza delle corna, ci suggeriscono invece una chiara influenza stilistica Bambara ed il probabile utilizzo di questa versatile maschera Ngolo anche in ambito dei riti Ntomo.
Il tessuto rosso, di chiara fabbricazione europea, e le lamelle risultano in più punti incrostati da tracce di sostanze organiche. con ogni probabilità residui di offerte sacrificali.
I fori a margine della maschera sono a sezione quadrangolare, pertanto è da escludere che siano stati realizzati con l'ausilio di strumenti industriali come il trapano.
Interessante osservare infine la geometria dei volumi di questa maschera presa di profilo. Se si escludono le corna, restano una curva per il capo, una linea lunga ed una corta per il naso ed altre sei linee ben disposte per delineare magistralmente il resto del volto. In sintesi una curva ed otto linee. -
Lot 276 Arte africana Bambara, Mali.
Maschera Ntomo.
Legno a patina scura.
Segni d'uso. . . Cm 20,00 x 44,00 x 15,00. Maschera Bambara di un volto estremamente stilizzato che comprende sia elementi antropomorfi che zoomorfi.
Utilizzata durante le cerimonie iniziatiche dalla società segreta Ntomo per istruire i giovani non ancora circoncisi, questa maschera di bella sintesi, espressività, patina e segni d'uso è accompagnata dall' expertise del Dott. Beppe Berna che ne attesta l'autenticità, oltre che metterla in relazione ad una maschera molto simile esposta al Museo Rietberg di Zurigo (catalogo n.80 ) della mostra Bamana, un art et un savoir-vivre au Mali, J.P.Colleyn. -
Lot 277 Arte africana Bambara, Mali.
Mascherina in ferro.
Difetti visibili ed evidenti segni d'uso. . . Cm 11,00 x 7,00 x 2,00. Rara, affascinante e misteriosa piccola maschera a forma triangolare in ferro che Andre Blandin a pagina 169 del suo prezioso libro "Fer Noir" d'Afrique de l'ouest, del dicembre 1992 classificava (una mascherina molto simile a questa), come Bambara, senza però escludere la provenienza Attiè e, soprattutto, senza svelarci l'utilizzo per cui era stata creata.
Quel che è certo in questa piccola maschera è la sua antichità, dato che oramai il ferro originario è ridotto ad un foglio di ruggine. -
Lot 278 Arte africana Dan, Costa d'Avorio.
Piccola maschera in legno duro a patina scura.
Provenienza: Ex. collezione Franco Monti. . . Cm 4,50 x 9,50 x 3,00. Deliziosa piccola maschera Dan, di quelle che una volta venivano chiamate "maschere passaporto" e venivano utilizzate in Africa in rappresentanza di un notabile nelle transazioni commerciali a distanza.
Pochi colpi di coltello hanno realizzato gli occhi, mentre naso e bocca sono il risultato del "togliere" a partire da un triangolo, come nella migliore tradizione scultorea Dan.
Bella patina con evidenti segni d'uso. Con base. -
Lot 279 Arte africana Kpelle/Dan, Guinea Costa d'Avorio,
Piccola maschera.
Legno duro a patina naturale.
Segni d'uso.
Provenienza: Ex. collezione Franco Monti. . . Cm 6,00 x 17,00 x 8,00. Maschera di piccola dimensione ma di notevole valore estetico artistico, a forma di volto umano caratterizzato da una fronte bombata, un naso prominente che cela alcuni fori sottostanti, probabilmente utilizzati in origine per fermare peli di scimmia (oggi mancanti) che ricadevano sulla bocca quadrangolare. Quest'ultima potrebbe esser stata scolpita in origine a forma di becco di tucano come nelle maschere maschili Gagon dei Dan. In accordo con quanto descritto da Ezio Bassani sulla scheda di una maschera molto simile in collezione delle Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco di Milano, per essere attribuita con certezza all'etnia Kpelle ( o Guerzè, uno dei 140 soprannomi dati a questo popolo della Guinea), questa maschera dovrebbe avere occhi tubolari circolari, mentre nelle maschere dello stesso tipo dei vicini Dan dovrebbero essere a fessura. Risulta pertanto difficile dare una zona di provenienza certa a questa maschera, dato che sebbene siano ben evidenziate le arcate sopraccigliari, gli occhi non sono neanche accennati. Per uscire dal dilemma prendo ancora in prestito le parole di Bassani che sempre nella stessa scheda propone: "E' possibile che l'iconografia delle maschere Kpelle derivi dalla sovrapposizione di elementi delle maschere Gagon dei Dan e di altri derivanti dalle maschere Landau dei Toma della Liberia"
Con base. -
Lot 280 Arte africana Dan, Costa d'Avorio.
Maschera Zapkai Ga.
Legno duro a patina marrone.
Difetti visibili e segni d'uso. . . Cm 14,00 x 21,00 x 7,00. Maschera Dan di bella fattura e discreta patina, caratterizzata dagli occhi circolari, con ogni probabilità originariamente cerchiati da metallo oggi andato perduto, tipici delle maschere da corsa Gunyege e delle Zapkai Ga. Maschere come questa erano ritenute molto importanti in passato in Africa, poiché chi le indossava aveva il compito di controllare i fuochi e prevenire gli incendi all'interno del villaggio, dove le abitazioni erano mediamente costruite in legno e con tetti di paglia. -
Lot 281 Arte africana Dan, Costa d'Avorio.
Maschera Deagle.
Legno duro a patina marrone, alluminio.
Segni d'uso. . Cm 11,50 x 25,00 x 6,00. Bella maschera antropomorfa a patina naturale marrone, caratterizzata da viso ovale, fronte bombata segnata al centro da una cresta cicatriziale, occhi a fessura, occhiaie, naso triangolare e bocca prominente corredata di denti in alluminio (uno mancante). Naso e bocca sono state realizzate a partire da un singolo sbozzo triangolare ed i fori delle narici avevano anche l'intento pratico di areare l'interno della maschera durante le danze.
Le occhiaie erano originariamente fornite di placchette in alluminio, sono ancora oggi evidenti le tracce.
I fori disposti tutto intorno al perimetro della maschera per trattenere il "vestito", risultano effettuati non meccanicamente, ma da un ago o da un chiodo sottile.
Questa maschera è stata evidentemente attaccata da animali xilofagi o da muffe che hanno corroso la parte interna lasciando miracolosamente quasi del tutto intatta la parte esterna. Visionata con la lampada di wood, non risulta alcun tipo di restauro in nessuna sua parte.
Opera raccolta in Africa e collezionata da Franco Monti che l'ha numerata di suo pugno 3743 su etichetta al verso. -
Lot 282 Arte africana Guerè, Costa d'Avorio/Liberia.
Maschera in legno duro a patina naturale con pigmenti. ferro, chiodi e borchie in ottone.
Difetti visibili ed evidenti segni d'uso. . Cm 18,00 x 26,00 x 15,00. Bella maschera caratterizzata da elementi antropozoomorfi, particolarmente espressiva, dai volumi equilibrati e decisamente cubisti come nella migliore tradizione della scultura Guerè.
Occhi a nacchera, bocca spalancata con denti in ferro e lingua ben in vista, diverse paia di corna, borchie e chiodi sono il corredo tipico di queste "spaventose" e geniali maschere che la sapiente maestria degli scultori di questa parte della Costa d'Avorio ha saputo tramandare dalla notte dei tempi fino a noi.
Maschera vissuta e "consacrata" , come dimostra il ferro rituale conficcato nella parte superiore del capo, che ha anche a lungo danzato, come risulta evidente dai significativi segni d'uso, non ultimo l'allargamento volontario della feritoia oculare per permettere al danzatore di vedere meglio
Questa maschera, oltre a ballare, ha anche viaggiato molto: dall'Arizona, USA, dove era in collezione Rebecca E. Morton Lipkin, passando per Londra, alla Galleria David Malik dove è stata pubblicata su catalogo nel Settembre 2016. con foto a piena pagina ed altre tre addizionali, ed in chissà quanti altri posti prima di arrivare nell'attuale collezione privata lombarda. -
Lot 283 Arte africana Dogon, Mali.
Maschera Kanaga.
Legno, pigmenti, caolino, fibre, cuoio e ferro.
. . Cm 59,00 x 103,00 x 20,00. Tra le più iconiche e conosciute maschere di tutta l'Africa, le Kanaga sono caratterizzate da un volto estremamente stilizzato, poche linee ed una combinazione di volumi pieni e vuoti magistralmente disposti, che sostiene una staffa verticale e due orizzontali, sempre in legno, tenute insieme da legacci di cuoio, a rappresentare il coccodrillo, animale totemico tra i Dogon, o, secondo altre versioni, la congiunzione tra cielo e terra.
Utilizzata durante le danze per le feste agricole ed i riti di passaggio, queste maschere venivano indossate dai danzatori che le facevano roteare vorticosamente con estremo sforzo dei muscoli del collo tenendole assicurate al capo con legacci e soprattutto dai denti che mordevano un ramo posto tra i due fori delle parti laterali basse della maschera.
Questa Kanaga, da ritenersi giovane, ma non manipolata o invecchiata artificialmente, ricoperta di caolino e decorata con bitume e tracce di pigmento blu, contiene nella parte posteriore del capo, quasi nascosta dietro la staffa verticale un vecchio ferro rituale ed è pertanto da ritenersi una maschera "consacrata".
Un restauro "artigianale" e senza pretese di camouflage è stato effettuato più di trent'anni fa con ogni probabilità da Ninì, il vecchio assistente di Tiziano Ortolani, a cui è appartenuta questa Kanaga. -
Lot 284 Arte africana Dogon, Mali.
Maschera antilope Walu.
Legno, fibre pigmenti e caolino.
Difetti visibili e segni d'uso. . Cm 19,00 x 66,00 x 19,00. Maschera antilope o Walu caratterizzata da lunghe corna incurvate, orecchie dritte, occhi triangolari e bocca rettangolare, all'interno di un volto-contenitore dai volumi geometrici squadrati ed alternati tra pieno e vuoto, tipici della magistrale scultura Dogon.
Due fori laterali ci testimoniano che anche questa maschera veniva trattenuta sul capo dal danzatore grazie ai legacci in fibre ancora presenti, ma soprattutto mordendo il ramo inserito tra due fori .
I colori di questa maschera, pigmento nero e caolino ci sono pervenuti particolarmente lisi e consumati. -
Lot 285 Arte africana Dogon, Mali.
Frammento di figura antropomorfa.
Legno duro a patina marrone.
Evidenti difetti visibili e segni d'uso. . . Cm 5,40 x 13,80. Il tempo ci ha purtroppo consegnato solo un frammento di questa intrigante figura antropomorfa.
Pochi tratti superstiti, ma sufficienti a suggerirci le buone proporzioni dei volumi e la sintesi espressa con pregevole qualità d'intaglio dal lavoro di un anonimo artista Dogon del passato.
Diverse mancanze ma ciò che resta è coperto da una bella patina e da tanto fascino.
Con base.
Misura con base: 18,8 x 5,4 cm -
Lot 286 Arte africana Dogon, Mali.
Scultura Bambou-toro.
Legno duro a patina crostosa.
Segni d'uso. . . Cm 5,50 x 21,70 x 6,00. Questa bella figura Bambou-toro racchiude in se il concentrato di tutte le qualità estetiche e artistiche magistralmente espresse dalla grande scultura classica dei Dogon. Bella per qualità d'intaglio, proporzione dei volumi e per le soluzioni plastiche adottate dallo scultore (si noti l'intera composizione del volto con gli occhi quadrangolari e l'armoniosa disposizione delle braccia). Bella anche per la sorprendente semplicità dell'unica scarificazione dorsale presente, a parere del Dott. Bebbe Berna evocante il "cammino dell'acqua-parola", e per la patina crostosa derivante dalle numerose offerte devozionali ricevute nel tempo. Bella, infine, per l'usura, la consunzione e i molteplici segni d'uso presenti che danno chiara testimonianza dell'antichità di quest'oggetto.
Proveniente da una vecchia raccolta di Amsterdam e da una collezione privata francese questa Bambou-Toro è accompagnata dall'expertise del Dott. Beppe Berna.
Con base. -
Lot 287 Arte africana Baulè, Costa d'avorio - area Bouakè.
Maschera Kpwan ple.
Legno duro, pigmenti industriali, caolino e metallo.
Segni d'uso.
Provenienza: Ex Collezione Enrico Prometti - Collezione Renato Volpini. . . Cm 15,00 x 32,00 x 11,00. Maschera a forma di volto umano caratterizzata da tratti fini ed aggraziati, occhi semicircolari, naso lungo e sottile, bocca piccola e sobria, scarificazioni temporali, una linea a zig zag nella parte inferiore del viso che ne dichiara l'evidente influenza Yaurè ed un'acconciatura molto particolare: quella che per alcuni potrebbe infatti sembrare un ciuffo in stile "rockabilly" per altri rappresenta la fusione di due corna in un unico corno centrale che attribuisce a questa maschera la qualifica di antropozoomorfa, facendola entrare di diritto tra le maschere Kpwan ple appartenenti alla grande famiglia delle N'guli o Goli.
Le maschere Kpwan ple venivano mostrate in coppia durante le cerimonie e differivano tra loro per la diversa colorazione: una era rossa, l'altra nera.
Nel caso di questa maschera, il colore rosso industriale utilizzato influisce purtroppo sull'occhio dell''osservatore frettoloso che potrebbe dubitare dell' antichità di quest'opera, catalogandola sbrigativamente come giovane e/o recente.
Vi invito pertanto ad osservare attentamente questa maschera (scoprirete anche un ferro rituale conficcato nella parte posteriore del corno) ed a concederle il giusto tempo che merita. -
Lot 288 Arte africana Baule, Costa d'Avorio.
Scultura maschile.
Legno duro a patina scura.
Segni d'uso. . Cm 6,00 x 32,00 x 5,00. Figura antropomorfa maschile in piedi, caratterizzata dai volumi tipicamente arcaici i della scultura Baule; la testa risulta sproporzionata e sovradimensionata rispetto al corpo, così come i polpacci tozzi e possenti hanno volumi particolarmente ridotti.
La figura è stata scolpita con le mani disposte sull'addome e l'espressione facciale è concentrata e serena.
L'acconciatura curata e le scarificazioni disposte su corpo e volto ci segnalano l'alto rango della persona rappresentata, probabilmente un antenato. -
Lot 289 Arte africana Baule, Costa d'Avorio.
Scultura maschile.
Legno duro a patina scura.
Piccoli difetti visibili e magnifici segni d'uso.
Provenienza: Collezione Pomini, Varese. . . Cm 14,00 x 71,00. Straordinaria per dimensione e qualità d'intaglio, questa scultura antropomorfa maschile è quanto di più iconico e vicino all'ideale di bellezza espresso dalla scultura Baule.
In posizione eretta su basamento decorato geometricamente, con gambe e polpacci ben torniti e possenti, il sesso esposto, braccia adornate da monili e mani disposte sull'addome in atteggiamento di pace e serenità, questa splendida opera d'arte Baule, stupisce per l'imponenza della sua misura, per le ottime proporzioni dei volumi e, non da ultimo, per l'accuratezza dei dettagli.
Il personaggio è sicuramente di alto rango, come risulta evidente dall'osservazione delle complesse scarificazioni magistralmente disposte sia su addome e dorso, che su viso, collo e nuca.
Nell'elaborato scultoreo della testa con la raffinata e complessa acconciatura, le orecchie magistralmente risolte in forma circolare, la barba accuratamente pettinata e il volto perfettamente proporzionato da cui traspare un'espressione fiera, austera e serena, tutto concorre a confermare l'alto lignaggio del dignitario rappresentato e, contemporaneamente, la maestria dell'anonimo scultore che ha realizzato questa splendida opera d'arte.
Le consunzione di alcuni particolari del volto e delle scarificazioni addominali, ci informano di come questa scultura sia stata per molto tempo maneggiata e strofinata, mentre una piccola foto in bianco e nero dell'opera ci testimonia la sua presenza in una importante collezione privata milanese già nel 1974. -
Lot 290 Arte africana Moba, Togo.
Figura antropomorfa in ferro.
Difetti visibili e segni d'uso. . . Cm 3,50 x 12,00. Bella figura antropomorfa in ferro, stilizzata e caratterizzata da corte braccia e un volto particolareggiato da occhi e bocca. Testa e corpo di questa scultura potrebbero far pensare ai Senufo, ma le braccia accorciate collocano la sua origine in Togo, tra i Moba o Mwaba.
Con base. -
Lot 291 Arte africana Moba, Togo.
Figura antropomorfa in ferro.
Con bella patina e segni d'uso. . . Cm 3,00 x 19,50. Bella figura antropomorfa altamente stilizzata in ferro forgiato e lavorato dai fabbri Moba dell'alto Togo per essere utilizzata durante i riti per il culto dei defunti o nelle divinazioni.
Con base. -
Lot 292 Arte africana Moba, Togo.
Scultura antropomorfa Tcihtcherik.
Legno duro a patina naturale chiara.
Consunzioni e segni d'uso. . Cm 9,50 x 77,40. Prescritte dai divinatori del nord del Togo per innalzare il potere e la protezione di singoli, famiglie o interi villaggi, queste sculture altamente stilizzate realizzate da un unico blocco di legno, descrivono la figura antropomorfa con pochi volumi e tratti sintetici: testa tondeggiante senza alcun accenno al volto, collo e bacino ad anello, braccia sgrossate dal torso e gambe separate. Nessuna concessione al particolare descrittivo, solo sintesi.
Con bella patina naturale ed un' intrigante texture del legno.
Con base.
Misura con base: 77,9 x 15 cm -
Lot 293 Arte africana Yoruba, Nigeria.
Due gemelli Ibeji singoli.
Legno duro a patina scura, perline pigmenti ed alluminio.
Segni d'uso.
. . Cm 9,00 x 28,50. Lotto composta da due singoli gemelli Ibeji femminili di diversa provenienza geografica, qualità d'intaglio ed epoca.
Misura del secondo gemello: 25,5 x 8 cm -
Lot 294 Arte africana Yoruba, Nigeria.
Due gemelli ibeji in legno duro a patina chiara, perline, fibre e pigmenti.
Segni d'uso. . . Cm 8,00 x 28,50. Lotto composto da due gemelli Ibeji singoli, uno maschio e l'altro femmina di diversa provenienza, qualità d'intaglio ed epoca.
Misura del secondo gemello: 25,8x8 cm -
Lot 295 Arte africana Yoruba, Nigeria.
Due gemelli ibeji singoli.
Legno duro a patina naturale.
Segni d'uso. . . Cm 6,50 x 27,50. Lotto composto da due singoli gemelli Ibeji, uno femmina e l'altro maschio, di diversa provenienza, qualità d'intaglio ed epoca.
Misura del secondo gemello: 24,5x 6,5 cm -
Lot 296 Arte africana Yoruba, Nigeria.
Coppia di gemelli Ibeji maschili.
Legno duro a patina chiara e perline.
Difetti visibili e segni d'uso. . . Cm 8,00 x 22,80. Particolare coppia di gemelli maschili Ibeji, per acconciatura, forma del naso e della bocca ascrivibili alla zona di provenienza Oyo. Caratterizzati da un viso a patina molto chiara e da abbondante presenza di pigmento blu nelle acconciature e di materiale terroso con polvere di woodcam sui corpi.
Da segnalare la mancanza di una collana di perline.
Misura del secondo gemello: 23 x 8 cm -
Lot 297 Arte africana Yoruba, Nigeria.
Gemello ibeji femmile.
Legno duro a patina naturale, perline, tessuto e cauri. Segni d'uso. . . Cm 7,50 x 24,00 x 7,00. Scultura di gemello singolo Ibeji femminile, completo del suo vestito ricoperto da conchiglie cauri ed adornata da una cintura di perline.
Oggetto di buona qualità d'intaglio con ottimi canoni stilistici ed estetici Yoruba.
Bella patina ed evidenti segni d'uso. -
Lot 298 Arte africana Yoruba, Nigeria.
Gemello ibeji maschile.
Legno duro a patina marrone.
Difetti visibili e segni d'uso. . Cm 7,00 x 26,00. Raffinata scultura maschile Yoruba di gemello Ibeji, caratterizzata dalla completa assenza di scarificazioni facciali. Tale peculiarità è da ritenersi tipica della scultura realizzata nella regione nigeriana di Shaki - Oyo. Quest'opera, di pregevole qualità d'intaglio per descrizione dei particolari anatomici come volto, acconciatura, sesso e peli pubici e con pregevoli soluzioni stilistiche di proporzioni volumetriche adottate, risulta molto simile agli Ibeji presentati nella scheda 433 del volume di Fausto Polo, Encyclopedie des Ibeji , Ibeji Art, 2008 e sul volume Ibeji, Zwillingsfiguren der Yoruba von Mareldi und Gert Stoll, Mitarbeit:Ulrich Klever, a pag. 242.