Asta N. 863 - Old Masters
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Lot 25 Felice Giani 1758 San Sebastiano Curone-1823 Roma, Scena di commiato
penna, inchiostro bruno, biacca e acquerello su carta, Largh. 830 - Alt. 510 mm -
Lot 26 Giovanni Paolo Panini 1692 Piacenza-1765 Roma, attribuito a, Capriccio con rovine architettoniche e figure
penna, inchiostro bruno e acquerello grigio su carta, Largh. 255 - Alt. 215 mm -
Lot 27 Pio Panfili 1723 Porto San Giorgio-1812 Bologna, Capriccio con rovine ed elementi tratti dall'antichità classica
siglato "P.P." in basso a destra, penna, inchiostro bruno e nero, acquerello e biacca su carta, Largh. 248 - Alt. 193 mm, Nel lotto è inclusa anche l'incisione, per la quale l'opera qui presentata era il disegno preparatorio. -
Lot 28 Jean-Baptiste Greuze 1725 Tournus-1805 Parigi, Interno con figure
penna, inchiostro e acquerello grigio su carta, Largh. 350 - Alt. 250 mm -
Lot 29 Giuseppe Bisi 1787 Genova-1869 Varese, Vedute dell'interno del Duomo di Milano
coppia, tempera e acquerello su carta, Largh. 375 - Alt. 455 mm, Expertise Dott.ssa Nicosetta Roio, “(…)La predilezione per la pittura prospettica portò Luigi Bisi a specializzarsi nelle vedute di architettura e interni di chiese ed edifici monumentali con un'ottica consapevole dell'arte fotografica, ottenendo un buon successo presso la borghesia meneghina: a differenza del collega e contemporaneo Giovanni Migliara, che trattava composizioni analoghe ma di fantasia, Bisi preferiva comporre vedute reali, anche se nel periodo giovanile si era dedicato per lo più a composizioni di esterni come i ‘Casolari in Brianza’ e la ‘Strada dello Stelvio’. Ben presto le sue preferenze si spostarono agli interni (la Certosa di Pavia, Sant'Eustorgio, la chiesa di Tolentino, Sant' Ambrogio, l'Abbazia di Altacomba, ecc.) e fu a partire dalla fine degli anni Trenta che iniziò a realizzare opere con interni del Duomo di Milano (se ne conoscono molte decine in prestigiose raccolte pubbliche e private), ottenendo unanimi giudizi positivi già dal pubblico contemporaneo, vedute in cui si coglie il perfezionamento progressivo della tecnica di Bisi, ma sempre con intense e autentiche visioni che si rinnovano continuamente attraverso i differenti giochi delle linee, delle luci e delle ombre. (…)”, -
Lot 30 Scuola del XVIII secolo, Vedute con architetture
quattro, recto/verso, tempere su carta, Largh. 755 - Alt. 480 mm -
Lot 31 Philippe Chaperon 1823 Parigi-1906 Lagny-sur-Marne, Boudoir. Le Juif errant
firmato e datato in basso a sinistra, penna, inchiostro, acquerello colorato e biacca su carta, Largh. 355 - Alt. 250 mm -
Lot 32 Jean-Baptiste Lallemand 1716 Digione-1803 Parigi, Veduta con rovine classiche e figure di popolani
reca firma sulla base in pietra su cui poggiano i personaggi, tempera su carta, Largh. 510 - Alt. 410 mm -
Lot 33 Octavianus Monfort , nei modi di, Nature morte con canestre di frutti e pesce
coppia di dipinto, tempera su pergamena, Largh. 230 - Alt. 185 mm -
Lot 34 Scuola francese del XVIII secolo, Ritratto d gentildonna con velo
pastello su carta, Largh. 650 - Alt. 830 mm -
Lot 35 Paolo Veneziano 1300 ca. Venezia -1365 ca. Venezia, nei modi di, Madonna con Bambino e San Giovannino
tempera su tavola a fondo oro, Cm 30X23.5 -
Lot 36 Nei modi della pittura senese del XV secolo, San Paolo e San Pietro
coppia di dipinti, tempera su tavolette sagomate a fondo oro, Largh. 14,5 - Alt. 51 Cm -
Lot 37 Giovanni Maria Scupola, Episodi della Passione di Cristo
reca al retro etichetta di provenienza, olio su tavola, Largh. 11 - Alt. 18 Cm, Expertise Prof. Ferdinando Arisi, "Questa 'Passione di Gesù' è stata dipinta senza ombra di dubbio da Giovanni Maria Scupola di Otranto, attivo nei primi anni del Cinquecento, un artista presente con opere firmate al Louvre e nella Pincoteca Nazionale di Bologna e di Napoli. , I suoi modi risultano identici in un piccolo trittico venduto da Christie's a Londra nell'asta del 19 giugno 1987 (lotto n. 2). Questa tavoletta è la parte centrale di un trittico analogo. Oltre a riprendere iconograficamente Gesù crocifisso e S. Giovanni, si notano gli stessi filamenti per delineare i panneggi, paralleli o zigzaganti, così caratteristici da valere come un'impronta digitale." -
Lot 38 Scuola del XIV secolo, Profeta Elia
tempera su tavola a fondo oro, Cm 50X57 -
Lot 39 Maestro della Madonna della Misericordia (attivo a Firenze tra il 1360 e il 1390), Madonna in trono col Bambino tra due Santi Martiri e i Santi Giovanni Battista e Pietro
tempera su tavola cuspidata a fondo oro, Largh. 27 - Alt. 57 Cm, Expertise Dott. Luciano Bellosi, Collezione Spiridon, Roma, Corpus of Florentine Painting di Richard Offner, a cura di H.B.J Manginnis: A Legacy of Attributions. The Fourthteen Century. Supplement, New York, 1981, p. 13, fig. 25, Questa anconetta risulta essere un importante esempio delle opere destinate alla devozione privata che vennero prodotte a Firenze tra la seconda metà del Trecento e l'inizio del Quattrocento., Venne attribuita dallo storico dell'arte Richard Offner al pittore attivo a Firenze nella seconda metà del XIV secolo, di cui non è noto il nome, ma che da tempo viene identificato come il Maestro della Madonna della Misericordia. Con l'omonima opera conservata alla Galleria della Accademia, la nostra tavola presenta infatti evidenti affinità stilistiche e che ben si possono leggere nella figura della Santa Martire rappresentata alla destra della Vergine dietro a San Giovanni Battista. -
Lot 40 Scuola toscana del XV secolo, Figura di Evangelista
tempera su tavola a fondo oro, Cm 55,5X27 -
Lot 41 Scuola veneto/ferrarese del XV secolo, Cristo mostra i segni della Passione
entro ricca cornice a tempietto in legno intagliato e dorato con stemmi, tempera su tavola, Cm 45X39 -
Lot 42 Scuola veneta del XV secolo, Madonna in trono con Bambino e santi
tempera su tavola a fondo oro, Largh. 47 - Alt. 59 Cm -
Lot 43 Scuola fiamminga del XVI secolo, Ludovico da Tolosa benedice il fratello Roberto d'Angiò
olio su tavola, Cm 62X175 -
Lot 44 Scuola veneta del XVI secolo, San Gerolamo penitente
olio su tavola, Largh. 40,5 - Alt. 106 Cm -
Lot 45 Giacomo Raibolini 1486 Bologna-1517 Bologna, detto Giacomo Francia, Madonna con Bambino
entro cornice a tempietto, reca al retro etichette di provenienza, tempera su tavola, Cm 18X23, Beriah Botfield di Norton Hall e successivamente Lord Bath, Visconte Weymouth e successivamente Marchese di Bath, Sotheby's, ottobre 1944, lotto n. 131, Agnew & Sons Ltd, Londra., Catalogue of the Botfield Collection, 1846, p. 41 - con attribuzione a Perugino -
Lot 46 Giovan Pietro Rizzoli 1495 Milano-1521 Milano, scuola di, detto Giampietrino, Salita al Calvario
olio su tavola, Cm 59X67 -
Lot 47 Scuola ferrarese del XV secolo, Sposalizio della Vergine
tempera su tavola, Cm 33X31 -
Lot 48 Maestro di Marradi (documentato in Italia tra il 1498 e il 1513), L'arrivo dei Magi a Betlemme
olio su tavola, Largh. 55 - Alt. 75 Cm, Expertise Dott. G. Gregoretti con attribuzione a Pinturicchio (1971):, Fototeca Zeri come Maestro di Marradi (scheda n. 13609), Collezione Ruck, Londra (fino al 1925), Collezione del Conte di Ellesmere, Bridgewater House, Londra, Sotheby's, Old Master Paintings, Londra, 15 Luglio 1970, lotto n. 57 (come opera di Botticelli), , R. Van Marle, The Development of Italian School of Painting, L'Aia, 1933, vol. XIV, p. 287 come Bernardino di Betto Betti detto Pinturicchio, Pubblicata e comparsa sul mercato come opera di grandi maestri del Rinascimento italiano quali Pinturicchio e Botticelli, la paternità della tavola qui presentata venne ricondotta al legittimo esecutore da Federico Zeri solo alla fine del Novecento. Quest’ultimo, infatti, ritenne che l’opera dovesse essere attribuita al cosiddetto maestro di Marradi, un artista attivo verso la fine del XV secolo e formatosi nella bottega di Domenico Ghirlandaio, del quale purtroppo non si conosce l’identità ma che prende il nome da un gruppo di cinque opere, realizzate da questo pittore nella badia di santa Riparata in rialto Salto a Marradi. , Oltre a quelle che ruotano attorno alla figura del suo esecutore, anche la storia stessa della tavola risulta presentare alcune incognite, in quanto originariamente non si trattava di un’opera unitaria ma, con tutta probabilità, di due pannelli distinti., Questi infatti, raffiguranti il corteo e l’adorazione dei Re Magi, dovevano far parte di un dossale o essere posti ai lati della pala centrale di un trittico, che con ogni probabilità è da identificarsi con una tavola, sempre ricondotta da Zeri al Maestro di Marradi (Fototeca Zeri, scheda n. 13608), raffigurante San Giuseppe e la Madonna con in braccio Gesù Bambino con alle spalle un muro diroccato, del tutto simile a quello che fa' da sfondo al nostro corteo., Successivamente, in epoca imprecisata, questo complesso figurativo venne, come spesso accadeva, scompaginato e i due pannelli laterali uniti tra loro a costituire una scena unitaria, ma invertendo l'ordine della raffigurazione originaria. Si può notare infatti che, per come si presenta ad oggi la tavola, le figure dei Magi sono rivolte inspiegabilmente verso l’esterno della composizione, quando invece in origine i loro gesti dovevano convergere verso un centro, nell’atto di porgere doni verso la Madonna con Bambino.