Asta 11- Antiquariato
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Lot 73 Felice Ficherelli, detto "Il Riposo" (S.Gimignano 1605-Firenze 1660), Attrib. Scena mitologica, Arianna addolorata per l'abbandono di Perseo, Dioniso la consola e le offre la corona con i diamanti che costituiranno la Corona Boreale o Costellazione di Arianna. L'opera è persuasa da una sottilissima sensualità, di ascendenza furiniana sono la morbidezza dell'incarnato di Arianna e dell'ancella. Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo sebbene malinconica mentre si strugge per il dolore. L'avvicinarsi dell'opportunità di Dioniso fa scaturire una somma di intenzioni e sentimenti che i protagonisti recitino ed emergono come in una piazza teatrale. Sulla scena con le loro forme dal carnato luminoso con l'espressionismo dei volti che esprimono emotività interiore, con l'ampiezza dai movimenti enfatici danno vita ad un'opera che si racconta da sola, impreziosita da artifici pittorici creati dal pittore, come le zone d'ombra che accendono di luce le forme. In tutto questo il pittore mostra affinità con i suoi contemporanei: Furini Francesco (1603-1641) e Cecco il Bravo (1601-1661), suoi coetanei. 70x105 Olio su tela, in cornice 90x125.
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Lot 74 Cerchia di François Boucher (Parigi, 1703 – Parigi, 1770). Putto baccante con cornucopia. 40x34, olio su tela, in cornice 58x52. "Il raffronto del dipinto è possibile con altre opere dove frequenti sono le raffigurazioni di putti zefiri e cherubini. Nell'opera in oggetto ciò che traspare, come in molte altre composizioni, è una sensazione di leggiadria, enfatizzata dall'uso eccezionale della tavolozza il cui uso dei chiari esalta la luminosità. Possiamo dire che essa è un tipico esempio di uno stile Rococò, che in pittura si manifesta interpretando lo spirito della società francese che nel decorativismo lezioso, nell'eleganza e nell'idillio, ricerca un linguaggio più consono a se. Francois Boucher diventò con le sue opere il simbolo della vita a cui anelava la classe aristocratica. La sua bottega dedicò gran parte della propria attività a soddisfare le copiose richieste. La presente tela, collocabile nella seconda metà del XVII secolo si può pertanto attribuire a un suo allievo o assistente di bottega."STUDIO ASOR
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Lot 75 Luigi Miradori (Genova, 1605 circa – Cremona, 1656 circa) noto come "Il Genovesino". Putto dormiente. 64X98, olio su tela, in cornice 88x122. "Dipinto che mostra una chiara impronta naturalistica, dalle suggestioni caravaggesche. Prototipo iconografico e derivazione Reniana. Madonna in adorazione del bambino dormiente di Guido Reni. L'opera ripropone l'esatta costruzione della scena con l'esclusione della Madonna. Il putto dormiente su un elegante cuscino, quasi nell'identica posizione la tenda raccolta da un lato, che svela una parte dal paesaggio in lontananza. Sicuramente il Genovesino conosceva il dipinto sopraindicato, ma rende il suo estremamente particolare, dischiudendo il sipario al paesaggio, dando un gusto personale alla composizione. Oltre al dato iconologico, l'aspetto stilistico mostra evidenti riferimenti riguardanti le luci chiaroscurali, l'atmosfera, la stesura pastosa sezionata dall'uso dei brilli dati a punta di pennello, per definire il modellato del corpo, risultanze mediate da Orazio Gentileschi con cui aveva avuto contatti a Genova. Inoltre, il viso del bimbo, dalle paffute gote arrossate, quasi sorridente si da dare soavità e dolcezza alla composizione tutta, sembra accordarsi ai modi dello Strozzi. Questi indizi potrebbero suggerire l'idea che questa è una delle poche opere eseguite dal Miradori nella propria città natale di Genova."STUDIO ASOR
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Lot 76 Pittore olandese della fine del XVII Secolo. Paesaggio con fiume. 29x40, olio su tavola.
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Lot 77 Scultura in legno dorato a foglia a meccata. Sicilia XVIII secolo. Cigno con ali spiegate. Cm 80X95.
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Lot 78 Cristo in argento su croce in legno, 1765. Punzonato Messina PL (Console Placido Lancella). Cm 46x28
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Lot 79 Icona ortodossa da viaggio. XVI/XVII secolo. Trittico, raffigurazioni a tempera su fondo oro. San Giorgio e San Michele a cavallo a latere della Madonna col Bambino al centro. Piccoli riquadri scavati nel legno come cornici, doratura a foglia. Sul dorso croce laccata a tempera. H cm 8,3x 21,5.
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Lot 80 Base lignea, inizi XIX secolo. Dorata a foglia. H cm 21X30X23.
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Lot 81 Coppia di colonne in marmo, inizi XX secolo. Fusto scanalato. H cm 125, diametro 37.
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Lot 82 Coppia di angeli in marmo. Sicilia XVIII secolo.
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Lot 83 Coppia di balaustre in pietra di Billiemi , Sicilia (Palermo) XVII secolo. Predisposte per realizzare tavolo. H cm 58x20x20..
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Lot 84 Coppia di portavasi in maiolica bianca. XX secolo. Leoni con frutta. H cm 31x cm 60.
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Lot 85 Acquasantiera in marmo con fregio frontale raffigurante angelo. Inizi XX secolo. H cm 112x75x75.
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Lot 86 Mezzobusto di personaggio settecentesco, XIX secolo, uomo. su base in marmo troncopiramidale. H cm 23.
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Lot 87 Mezzobusto di personaggio settecentesco, XIX secolo, donna. su base in marmo troncopiramidale. H cm 21.
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Lot 88 Benedetto De Lisi (Palermo,1831 – Palermo, 1875). Calco in gesso di Garibaldi. Busto in gesso. Calco bronzo. H cm 65. Firmato e datato in basso a destra 1860
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Lot 89 Fernand Lorrain, scultore, Francia, fine XIX secolo. Allegoria della musica, statuetta in bronzo a cera persa. H cm 52, base cm 15. Firmato Lorrain alla base.
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Lot 90 Placche d’argento applicate a riquadro di malachite con raffigurazioni Bibliche. XX Secolo. Cm 25x29.
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Lot 91 Statuetta in bronzo dorato in ormolu su base a colonna in onice. Periodo impero, prima meta del XIX secolo. Giovane donna . H cm 32,5
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Lot 92 Scultore italiano della fine XIX/XX secolo. Statua in bronzo a patina bruna raffigurante Ebe. H cm 156x 50
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Lot 93 Ugo Attardi (Genova, 1923- Roma, 2006). La Dea Bendata. Scultura in bronzo patinato. H cm 45
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Lot 94 Joseph Le Guluch (Plourivo 1849 -Villejuif 1915). Statua in porcellana biscuit, ragazza con strumento musicale. H cm 55.
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Lot 95 Potiche in porcellana di Vienna con decori floreali, XIX secolo. Con presa a forma di puttino. H Cm 32
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Lot 96 Alberto Tipa (Trapani 1732, 1783). Mezzo busto di Cristo in alabastro rosa di Trapani. H cm 21, base cm 13.
Appartenente alla famiglia dei Tipa di cui fu iniziatore il padre Giuseppe, fu un famoso scultore o meglio intagliatore virtuoso per opere piccole in avorio, ambra e alabastro. Il torso dell'opera é in alabastro rosa di Trapani, comunemente chiamato pietra incarnata, veniva infatti adoperata per le particolari venature rosee che lo Tendono simile alla pelle umana. Quest'opera, esempio di esplicita delicatezza e finezza, resa in questo materiale esprime in maniera realistica, con il colore e con le macchie naturali dell’alabastro rosa la sofferenza delle membra e del viso rendendo quasi reale all'immaginazione e ai sensi il dolore del Cristo in croce.