Lotto 0945 | STEFANO DELLA BELLA (1610-1664) <br>La morte e il

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mercoledì 7 dicembre 2022 ore 10:00 (UTC +01:00)

STEFANO DELLA BELLA (1610-1664) <br>La morte e il

STEFANO DELLA BELLA (1610-1664)
La morte e il vecchio, 1648 ca
175 x 143 mm
Acquaforte e puntasecca

Incisore e disegnatore, si dedicò sporadicamente alla pittura. Il padre Francesco, scultore allievo di Giambologna, morì prematuramente ma riuscì ad avviare tutti i suoi figli a mestieri d'arte. Stefano fu il solo ad eccellere, ebbe i primi insegnamenti presso botteghe di dimenticati orefici i quali ebbero tuttavia il pregio di fargli prender dimestichezza con il bulino. Fu sostanzialmente un autodidatta. Le fonti bibliografiche affermano che egli si esercitava a disegnare figure curiosamente partendo dai piedi e a copiare le incisioni di Jacques Callot avendo come unico confronto l'incisore Remigio Cantagallina. Fu notato poi dal pittore Giovan Battista Vanni che lo prese nella sua bottega e gli diede i primi insegnamenti di pittura e del disegno. La vocazione di Della Bella fu sicuramente l'incisione e già le sue prime opere rivelano i temi a lui più cari: scene di vita contemporanea, feste, battaglie e le decorazioni. Lo studio delle incisioni e dei disegni di maestri antichi, la conoscenza e il confronto con i maestri fiorentini e fiamminghi a lui contemporanei allora presenti alla corte medicea furono di grande stimolo. Egli è considerato un grafico puro, grazie ai suoi numerosi viaggi tra Roma e Parigi e grazie alla protezione dei Medici maturò un proprio linguaggio grafico, in vita e per tutto il XVIII secolo fu ricercato e collezionato in Francia e in Italia.
Questa stampa è la quinta della serie Les cinq Morts, incisioni in ovale su lastra rettangolare, eseguite nel 1648 circa. In basso a destra la figura scheletrica della morte con in mano la clessidra mostra la fine del tempo l'uomo ancora forte ma appoggiato ad un bastone è afferrato da uno spettro dal volto smunto e urlante che con forza cerca di trascinarlo verso la morte. Il gesto è enfatizzato anche dal panneggio che avvolge la lotta da cui esce il braccio dell'uomo che impugna una fragile canna che non è più un valido sostegno verso il baratro. Alle loro spalle una figura di uomo è afferrata da uno scheletro come su un sentiero al margine di una selva di tratti oscuri.
Impressione buona. Piccoli strappi sulla figura dell'uomo, alcune pieghe della carta altrimenti buono stato di conservazione. Minimi margini oltre la battuta del rame su carta vergellata. Stato: II/III prima dell'indicazione dell'indirizzo di M. Vincent.

Bibliografia: De Vesme-Massar