Asta N. 727 - III Old Masters Paintings Sessione Unica
mercoledì 15 giugno 2022 ore 15:30 (UTC +01:00)
di Tommè Luca attribuito a, San Francesco d'Assisi
di Tommè Luca attribuito a
San Francesco d'Assisi
tempera su tavola a fondo oro
W. 40 - H. 133 Cm
Expertise Prof. Mauro Natale, 7 III 2022
"La grande tavola è stata rifilata lungo i due bordi laterali e privata della cimasa che doveva completarla nella parte superiore. Come dimostrano le impronte di due traverse orizzontali segnate sul retro, faceva parte di un polittico di cui ancora non sono stati identificati altri elementi; la posizione del santo dimostra che esso era collocato a sinistra dell’immagine principale., , Il dipinto raffigura san Francesco contraddistinto dalle stigmate nelle mani e nel costato, che il santo mostra sollevando un lembo del saio grigio, abito tipico dei monaci dell’ordine mendicante da lui stesso fondato. L’aureola che cinge il capo del santo è in parte occultata dalla doratura posticcia, applicata su quella d’origine probabilmente nel corso del secolo XIX, allorché l’innesto della cuspide venne mascherato con un ridipintura di colore scuro che delinea un arco a tutto sesto, forse nell’intento di “modernizzare” in senso rinascimentale il carattere del quadro., , Nonostante questo intervento, la superficie pittorica è conservata in modo molto soddisfacente e rivela quella “insuperabile solidità e nitidezza” (Federico Zeri, Sul problema di Nicolò Tegliacci e Luca di Tomè (Paragone”, 105, 1958), in Giorno per giorno… 1991, p. 80) che contraddistingue gli inizi del pittore senese Luca di Tommé, maturati nell’orbita delle opere tarde di Pietro Lorenzetti. , , Esaminando e ricomponendo il polittico con la Madonna in trono con il Bambino, angeli e i santi Giovanni Battista, Tommaso, Benedetto e Stefano della Pinacoteca Nazionale di Siena (inv. 51: Sherwood A.Fehm Jr,. Luca di Tommé. A Sienese Fourtheenth-Century Painter, Southern Illinois University Press, Carbondale 1986, pp. 76-83, cat. 11), firmato congiuntamente da Niccolò di ser Sozzo Tegliacci e da Luca di Tommé nel 1362, Federico Zeri ((1958) 1991, pp. 79-82) ha acutamente distinto le mani dei due artisti; lo storico dell’arte ha inoltre puntualizzato come elementi caratteristici del linguaggio di Luca di Tommé “la insistita severità iconica; la preferenza per modi di abbreviazione formale e narrativa; la tendenza a risolvere l’immagine con mezzi essenzialmente lineari, e con un’accentuazione quasi neo-bizantina dei rapporti fra figure e fondo astratto” (Zeri ((1958) 1991, p. 85). [...]