ASTA 88 - ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA. Con una sezione dedicata all’arte a Roma tra le due guerre. SESSIONE UNICA
venerdì 26 febbraio 2021 ore 14:30 (UTC +01:00)
Strage degli Innocenti, 1943
RENATO MARINO MAZZACURATI
Galliera, 1907 - Parma, 1969
Strage degli Innocenti, 1943
Altorilievo in gesso su base lignea, 100 x 130 x 33 cm
Firma e data in basso a sinistra: Mazzacurati 943
PUBBLICAZIONI ED ESPOSIZIONI: “Mazzacurati la felicità della compiutezza espressiva”, a cura di S. Bonfili e A. Agati, Palombi Editori, 2009, p. 91 n° 36.
BIOGRAFIA: Sin da giovanissimo impara il mestiere frequentando gli studi dello scultore Scanapia e del pittore Beccaluva, e consolida la sua formazione lavorando presso un parente scalpellino nel Veneto; la probità artigianale derivata da questa prima fase è ricordata da Mazzacurati con la massima considerazione. L'esordio avviene nel 1925 alla Mostra d'arte triveneta Nel 1926 a Roma , frequenta la scuola libera del nudo all'Accademia ; conosce Scipione, Mafai e la Raphaël, formando con loro quel sodalizio che Longhi chiama la "Scuola di Via Cavour". Alcuni paesaggi e nature morte di quegli anni richiamano il mondo morandiano . Alla fine degli anni Venti è assistente di Arturo Martini nello studio di Villa Strohl-fern; intorno al '30, a causa di necessità contingenti, lavora come scultore funerario, mettendo a frutto il suo collaudato virtuosismo. I primi anni Trenta sono densi di attività: fonda con Scipione la rivista "Fronte", illustra i Canti orfici di Campana, e soggiorna a Parigi per alcuni mesi, guardando alle varie tendenze della scultura. Questi influssi conferiscono alle sue composizioni un dinamismo inquieto e drammatico, in cui la purezza stessa del segno rifiuta di comporsi classicamente. Emblematica, a questo riguardo, è la serie dei piccoli nudi in bronzo dei primi anni Trenta. Tra il 1934 e il '35 si ritira a Gualtieri, in Emilia, per approfondire il linguaggio della scultura che da allora diviene per lui pressoché esclusivo. Durante questo soggiorno è tra i primi ad aiutare materialmente, incoraggiandolo nella pittura, Antonio Ligabue, il più noto naif italiano. Nel 1936 si trasferisce definitivamente vicino a Civitavecchia dove fa la spola con Roma, e nel 1942 espone alla Galleria di Roma con Gentilini, Stradone, Natili e Monti. Negli anni della guerra il suo stile, già improntato a un vigoroso realismo, assume sempre di più i toni di un violento espressionismo, spinto fino a una carica grottesca e caricaturale che ricorda Daumier, come nelle serie della Strage degli innocenti degli Imperatori e delle Gerarchie.
BIBLIOGRAFIA: G.C. Argan, Marino.Mazzacurati in "Atti dell'Accademia Nazionale di S. Luca", Roma 1965-66;
M. Maccari, Mazzacurati cat. mostra, Accademia Nazionale di S. Luca, Roma 1966;
V. Martinelli, Scipione e Mazzacurati pittore, in Studi in onore di V. Viale, Torino 1 967;
M.M., cat . mostra, Municipio, Reggio Emilia 1983, con scritti di R. De Grada, G.C. Argan, R. Guttuso, M. Maccari, C. Marzi, G. Persichetti;
M. De Luca, , V. Mazzarella, R. Ruscio, Il Museo Marino Mazzacurati. Opere dalla donazione Carla Marzi, Reggio Emilia 1995;
è in preparazione un volume a cura di R. Ruscio sull'Archivio Mazzacurati del Museo di Reggio Emilia.
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