Asta 277 Arte Antica e del XIX secolo III tornata, lotti 127-189
giovedì 12 dicembre 2019 ore 11:00 (UTC +01:00)
GASPARE TRAVERSI Madonna con San Giuseppe e il Bambino.
TRAVERSI GASPARE (1722 - 1769) Madonna con San Giuseppe e il Bambino. Olio su tela . Cm 30,00 x 40,00. Riporta in grafia antica nome e data al verso, in basso a destra, 1753. Provenienza: Collezione Privata. L'autografia dell'opera è stata verbalmente confermata da Nicola Spinosa dopo visione dal vivo del dipinto.Per cfr: San Giuseppe col Bambino, Toronto, Royal Ontario Museum, 1758 circa ( pubblicata in "Gaspare Traversi, napoletani del 700 tra miseria e nobiltà, Catalogo della mostra di Napoli, Castel Sant'Elmo, 13 dicembre 2003-14 marzo 2004, a cura di Nicola Spinosa, Napoli 2003, p. 247, R 134).Formatosi a Napoli presso la bottega del pittore Francesco Solimena (con Giuseppe Bonito), Gaspare Traversi è ormai un riconosciuto protagonista della pittura europea, grazie all'acutezza di indagine e alla sottile ironia con cui è riuscito a ritrarre il particolare ambiente napoletano e romano del Settecento. Solo in anni recenti (1980-1985) si è potuto procedere ad un corretto profilo biografico dell'artista a seguito di importanti ritrovamenti documentari.Nei primi anni della sua attività Traversi si dirige verso un recupero della cultura naturalistica del primo Seicento napoletano, sulla scorta di pittori quali Battistello Caracciolo, Carlo Lanfranchi, Jusepe de Ribera e Mattia Preti: tali principi pittorici sono individuabili già nella prima opera attribuitagli, la Crocifissione, firmata e datata 1748 ( ora facente parte della Collezione Escalar di Roma), e rimarranno suo riferimento figurativo costante. Nel 1752 si sposta a Roma (dove rimarrà per tutta la vita): su commissione dei Carmelitani di San Crisogono, realizza una serie di sei tele incentrate su temi biblici ed evangelici (oggi conservate presso la Basilica di San Paolo fuori le mura). L'anno successivo, per Padre Raffaele di Lugugnano, lavora alla decorazione della sagrestia della chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto a Castellarquato, in provincia di Parma, portata a termine nel 1758. Roberto Longhi, a cui spetta la rivalutazione critica dell'artista (1927), distingue Traversi dagli artisti di "genere" e vi individua rapporti con la cultura illuminista e con il teatro coevo. Per il critico Traversi è un pittore notevole perchè si avventura su un terreno fino ad allora mai battuto. Durante il periodo romano l'artista entra infatti in contatto con un ambiente culturale estremamente vivace che lo indirizza verso un'ulteriore apertura in senso naturalistico e verso la riproduzione in pittura dei sentimenti. Realizza in questi anni svariate scene di vita quotidiana con soggetti studiati dal vero, e presi sia dalle classi agiate, sia da quelle popolari, che hanno oggi la preziosa funzione di documenti recanti un'accurata indagine sociale dell'epoca. Teatro, moda, musica e società esercitano dunque una forte attrattiva sulla produzione artistica di Traversi che si avvicina alla produzione coeva di pittori quali William Hogarth. I lavori di questi anni sono il risultato della comunione tra le prime esperienze napoletane dell'artista e le sollecitazioni della pittura nordica e dell'eredità caravaggesca: la resa psicologica della realtà emerge pienamente anche nei dipinti religiosi, nei quali l'espressiva gestualità e la forte caratterizzazione dei volti sono rivelatori del carattere dei personaggi rappresentati. L'artista realizza inoltre alcuni ritratti di personalità di spicco sia dell'ambiente romano sia di quello napoletano, a testimonianza della continuità di rapporti con la città partenopea. Di Traversi si conoscono circa 200 dipinti, di cui solo 18 recano la firma e solo 10 sono datati. Con un analitico descrittivismo, che ridà nuova vitalità al realismo seicentesco di Ribera, l'opera si caratterizza per l'impiego delle cosiddette "teste di carattere", modelli non idealizzati ma studiati direttamente dal vero (sorta di ritratti anonimi), reimpiegati più volte nelle composizioni di Traversi. Il volto di San Giuseppe è connotato da un incarnato scuro ed è segnato da rughe profonde in aperto contrasto con la pelle levigata e rosea della Madonna e del Bambino. L'artista mette così in contrasto, come sovente accade nella sua produzione, le tre età della vita. Vivissima è la resa dello sguardo di San Giuseppe che si rivolge, con fare di ammonizione, al Bambino; mentre la Madonna lo guarda dolcemente. L'opera è iconograficamente confrontabile con il San Giuseppe col Bambino, del Toronto Royal Ontario Museum, databile 1758 circa (pubblicata in: Gaspare Traversi, napoletani del 700 tra miseria e nobiltà, Catalogo della mostra di Napoli, Castel Sant'Elmo, 13 dicembre 2003-14 marzo 2004, a cura di Nicola Spinosa, Napoli 2003, p. 247, R 134) e rappresenta una notevolissima aggiunta al catalogo di Traversi: il fatto che rechi la firma e la data al verso ne accresce, infatti, il valore di documento storico in quanto rappresenta uno dei rarissimi esempi di dipinti dell'artista firmati e datati. Inoltre la data 1753 e il soggetto non esclude che il dipinto possa avere fatto parte del ciclo di opere eseguite per la chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto a Castellarquato. . Cornice presente