Asta N. 21 - Stampe, disegni e dipinti dal XVI al XX secolo
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Lotto 193 Anonimo del XVIII secolo
Paesaggio fluviale con cascatella, pescatori e capre.
Olio su tela. cm 39x59,5. -
Lotto 194 Scuola lombarda della fine del XVIII secolo
Paesaggio valtellinese con pastori e gregge.
Olio su tela. cm 109x128. Questo grande paesaggio con montagne sullo sfondo raffigura probabilmente una veduta della Valtellina commissionata dalla nobile famiglia Omodei della quale nella tela compare il blasone in basso a sinistra ad indizio anche di una eventuale provenienza. Gli Omodei originari di Bellagio, si trasferirono a Tirano all'inizio del XIII secolo e vengono ricordati nel paese di Sernio dall'anno 1377. -
Lotto 195 Anonimo della fine del XVIII secolo ed inizi del XIX
Paesaggio lacustre con tre figure in barca.
Olio su tela. cm 68x86. -
Lotto 196 Anonimo della fine del XVIII secolo
Ritratto di donna con scialle in pizzo e velo nero.
Olio su tela. cm 76x59. -
Lotto 197 Francesco Albani
Madonna che legge col Bambino in braccio.
Olio su rame. cm 23x18. Francesco Albani eseguì molte versioni della Madonna che legge con in braccio il Bambin Gesù addormentato. La versione presente sembra affine ad altra, sempre su rame ma di dimensioni più piccole, venduta presso Christie's (New York, 15 aprile 2008, lotto 326), e ad altra ancora di dimensioni pressoché identiche conservata ai Musei Capitolini. -
Lotto 198 Giovanni Battista Busiri
Coppia di tempere su carta con vedute immaginarie.
Tempera a colori su carta. cm 29,5X40,5. Coppia di vedute immaginarie di Roma antica con architetture classiche e rovine; tipiche dell'artista le tempere con vedute della città e dei dintorni. (2) -
Lotto 199 Matteo Ghidoni
Tre pitocchi in una piazza di paese.
Olio su tela. cm 29x23. -
Lotto 200 Salvator Rosa
Scena di maleficio.
1674
Olio su tela. cm 46x68. Siglato "FGS" e datato "1674" sull'orcio al centro. La scena - con la creatura mostruosa evocata dal rito malefico, lo stregone atterrito che fugge, ed il bambino inconsapevole destinato al sacrificio ancora legato - dichiara tutto il suo debito nei confronti dei quadri di magia e di stregoneria dipinti da Salvator Rosa nel suo periodo fiorentino (dall'autunno del 1639 al 1650), ed ambitissimi dagli amatori. La stregoneria a Firenze aveva trovato nella seconda metà del XVII secolo grande diffusione, in seguito alla pubblicazione del Corpus Hermeticum ed il collezionismo per questo tipo di soggetti magico-stregoneschi era divenuto comune ad alcuni nobili legati alla casata Medici, ad esempio il marchese Corsini, destinatario della celebre Stregoneria Corsini; i dipinti a tematica stregonesca-magica, le cosiddette Magherie o Incatesimi, erano infatti opere per un pubblico elitario di collezionisti, di fruizione privata, tenute segrete e mostrate solo ad una cerchia ristretta di amici. -
Lotto 201 Ippolito Scarsella (detto Scarsellino)
Madonna con bambino.
Ante 1580.
Olio su rame. cm 15x12. Figlio di Sigismondo Scarsella, anche lui pittore, si deve al padre l'aver sospinto il giovane alla futura professione. Non è certa una prima visita a Bologna mentre si ricorda un tirocinio nella bottega del Veronese, operante a Venezia, dove il giovane Ippolito assimila lo stile manieristico e la lezione tizianesca. Tornato a Ferrara inizia ad operare in proprio ed apre una sua bottega. Alla prima maturità può esser fatta risalire l'influenza dei Carracci, riscontrabile nell'intimo tono devozionale dei dipinti sacri. Il suo percorso artistico comprende, oltre a numerose grandi pale d'altare per chiese ferraresi, anche una copiosa produzione di dipinti di piccolo formato, a soggetto sacro o profano, per la devozione o il gusto privato di una committenza scelta. A quest'ultima produzione sembra appartenere anche il piccolo rame in esame, dove la componente veneta sembra far largo all'affettività spiegata di marca carraccesca. Il dipinto è accompagnato da una lettera di Mina Gregori che ne conferma l'attribuzione e ne analizza la cifra: “I confronti con le opere note fanno datare questo prezioso quadretto prima del 1580, nella fase giovanile. Vi sono evidenti i punti di riferimento della cultura di formazione del pittore, Paolo Veronese, riecheggiato nell'intonazione dei colori, e il Parmigianino nell'articolazione formale del Bambino. E' interessante notare che un'iscrizione nel verso della fine del Settecento o degli inizi dell'Ottocento attribuiva già il quadro allo Scarsellino”. -
Lotto 202 Francesco Soderini
Santa Barbara ed il padre colpito dal fulmine.
1700-1710.
Olio su tela. cm 62,5x115. Il soggetto raffigura Santa Barbara, figlia del pagano Dioscuro, in un momento precedente la sua decapitazione per mano del padre che l'aveva denunciata alla magistratura romana dopo averne scoperta la conversione al Cristianesimo. Una volta effettuata l'esecuzione, Dio punisce Dioscuro per il suo gesto sciagurato scagliando un fulmine che lo uccide. Sulla destra la torre dove la santa era stata rinchiusa dal padre per tenerla lontana dalle tentazioni del mondo. Francesco Soderini inizia sotto la guida di Alessandro Gherardini per poi passare a studio dal fiammingo Giovan Niccolò Rombouts, divenne in seguito artista autonomo lavorando soprattutto per il Gran Principe Ferdinando e la sorella di lui Anna Maria Luisa, Elettrice palatina. La tela mostra caratteri della lezione del Gherardini e del Rombouts ed analogie con la pittura fiorentina di inizio Settecento con elementi del Sagrestani e di Giuseppe Moriani, di Sebastiano Galeotti e Niccolò Nannetti. L'opera è corredata da un'esaustiva perizia di Sandro Bellesi. -
Lotto 203 Philips Wouwerman
La sosta del cavaliere.
XVII secolo.
Olio su tela. cm 40,5x32. Piacevole scena di genere ambientata nei pressi di un fiume, nei modi di Philips Wouwerman, esponente del barocco olandese influenzato, come gran parte della produzione dell'Europa settentrionale, dalle immagini di contadini, soldati e briganti di Pieter van Laer. A parte un breve soggiorno ad Amburgo verso la fine del 1630, Wouwerman visse e lavorò ad Haarlem, specializzandosi in paesaggi di campagna collinare, scene a cavallo, campi, immagini di viaggiatori all'esterno di alberghi. -
Lotto 204 Anonimo della seconda metà del XVII secolo
Madonna del latte.
Rilievo in marmo fissato su supporto ottagonale in legno. Diametro: cm 40. Il soggetto è testualmente ripreso dal dipinto del Correggio eseguito attorno al 1523-24 ed attualmente al Szépmuvészeti Múzeum di Budapest: la tavola vi giunse nel 1812, in quanto parte della raccolta del principe Esterhàzy il quale, a sua volta, l' aveva acquisita dalla collezione romana del cardinale Pietro Aldobrandini, dove è ricordata nel 1603. -
Lotto 205 Anonimo del XVII secolo
San Giovannino.
Rilievo in marmo. In alto il numero "6" a matita. Sul retro residuo di vecchia etichetta inventariale. cm 9,5x8,5. -
Lotto 206 Ceroplasta fiorentino della fine del XVIII secolo
Ritratto femminile con un seno scoperto.
Rilievo in cere policrome, perline e pietre dure. Diametro: cm 11. Il ritrattino sembra in linea con la tradizione ceroplastica fiorentina che alla fine del XVIII secolo vide in Clemente Susini (Firenze 1754-1814) il suo massimo esponente. I lineamenti e la carica seduttiva della giovane donna richiamano la "Venerina" dei Medici, la cera anatomica a grandezza naturale e smontabile realizzata dal Susini fra il 1781 e il 1782 e conservata al Museo de La Specola: la giovane donna di grande avvenenza influenzò moltissimo gli artisti coevi che ne subirono il fascino eseguendo varie repliche e prendendola a modello per opere indipendenti. -
Lotto 207 Giovanni Francesco Pieri
Maddalena penitente.
1749 ca.
Rilievo in cera policroma entro cornice coeva in legno dorato. cm 20x15. González-Palacios, 1993, pp. 155-163. Allievo dello scultore Gioacchino Fortini, negli anni 1713-174, il Pieri viene ricordato come medaglista, modellatore e ritrattista ma soprattutto come il più abile ceroplasta della sua epoca. Attivo prima alla corte dei Medici e poi presso i Borbone a Napoli, secondo il biografo Francesco Gabburri si specializzò sin da giovane in figure a mezzo e a basso rilievo in cere colorite che furono particolarmente apprezzate dall'ultimo granduca mediceo Gian Gastone, che lo pose alla guida dell'Arazzeria nella Real Galleria dei Lavori assegnandogli lo studio che era stato del suo maestro Fortini. Con la morte del Granduca e la fine della dinastia medicea, nel 1737 il Pieri si trasferì alla corte di Napoli dove dal 1734 regnava Carlo di Borbone; anche qui fu alla guida dell'arazzeria voluta dal sovrano, ma, come a Firenze, il suo successo fu legato all'attività di squisito ritrattista e autore di scenette in cera. Le sue opere non risultano sempre firmate e talvolta lo sono solo su etichette di carta incollate sulle piccole cassette con fondo di lavagna che costituiscono il sostegno delle sue composizioni. Il soggetto del rilievo deriva da un dipinto di Bartolomeo Schedoni (1578-1615) del quale è nota una versione al Minneapolis Institute of Arts (inv. 62.86). Esistono altre cere del Pieri tratte da opere dello Schedoni, artista presente nella raccolta degli antenati materni di Don Carlo, i Farnese. Del rilievo in oggetto si conoscono altri esemplari, fra i quali quello al Museo di San Martino a Napoli (González-Palacios, fig. 270. di identiche dimensioni e datato sul retro 1749) -
Lotto 208 Scuola francese del XIX secolo
Ritratto virile.
Olio su tela. cm 49x37. Al retro una vecchia scritta con ipotetico riferimento a Jean-Francois Millet. -
Lotto 209 Scuola italiana del XIX secolo
Ritratto di donna con boccoli scuri.
Olio su tela. cm 56x51. Opera ascrivibile a un artista attivo nella prima metà dell'Ottocento, interessante poiché distinta da un incipiente naturalismo, che emerge da un'impostazione formale e da un'interpretazione sentimentale dell'soggetto effigiatoancora radicate nella temperie culturale romantica. -
Lotto 210 Scuola italiana del XIX secolo
Mendicante.
Olio su tela. cm 33x25,5. Il dipinto, di autore anonimo, si distingue per una raffinata qualità pittorica e per la gradevolezza aneddotica del soggetto. -
Lotto 211 Scuola italiana del XIX secolo
Cantiere navale.
1882
Olio su tela. cm 41x61. Firmato e datato al centro G. Vandoni 21 ottobre 1882. -
Lotto 212 Scuola francese del XIX secolo
Giovane contadina francese con bambino.
Olio su tela. cm 54x44,5. -
Lotto 213 Anonimo dell'inizio del XX secolo
Paesaggio con ritratto d'uomo che legge.
Olio su cartone. cm 29,5x22,5. Non firmato ma molto interessante. Il personaggio ritratto potrebbe essere Umberto Boccioni. -
Lotto 214 Luigi Aversano
Natura morta.
Olio su tavola. cm 19x30. Firmato in basso a destra. -
Lotto 215 Salvatore Balsamo
Passeggiata sul lungomare a Napoli.
Olio su cartone. cm 34x48. Firmato in basso a sinistra. Opera caratteristica della miglior produzione di Balsamo, pittore napoletano allievo di Vincenzo Irolli, la cui presenza sul mercato è rara e ricercata in particolare per le vedute, come la nostra, ambientate nel Golfo di Napoli e descrittive della vita quotidiana del capoluogo partenopeo, in toni pianamente narrativi e intrisi di folklore. -
Lotto 216 Gino Barbieri
Vaso di rose.
Olio su compensato. cm 31x28. Firmato in basso a sinistra "G. Barbieri". -
Lotto 217 Adolfo Carlo Barone
Scena lacustre.
Olio su tela. cm 18,5x42. -
Lotto 218 Antonio Berti
Veduta di paese con chiesa.
1927
Olio su cartone. cm 29,8x44,5. Firmato e datato in basso a destra. -
Lotto 219 Enrico Boggione
Natura morta.
Olio su tavola. cm 23x17,5. -
Lotto 220 Anton Brioschi
Paesaggio.
Olio su cartone. cm 25x35. Firmato in basso a sinistra. -
Lotto 221 Bartolomeo Butori
Profilo di fanciulla bionda.
1950
Olio su tela. cm 54x34,5. Firmato in basso a destra e datato in basso a sinistra. Opera la cui sintesi cromatica e stilistica, volta alla semplificazione delle forme e a risaltare la funzione simbolica dei colore, sembra dar voce alle dichiarazioni di poeica dell'artista: "creare il modo più semplice e chiaro per comunicare il più fedelmente possibile la sensazione che ha dato origine all'impulso di fare quel quadro". -
Lotto 222 Guido Cadorin
Uomo disteso e tre figure femminili nude.
1943
Olio su tavola. cm 40x25. Firmato e datato in basso a sinistra -
Lotto 223 Dino Caponi
Natura morta con brocca.
1967
Olio su cartone. cm 32x40,5. Firmato in basso a destra. Al verso scrittura dell'artista: "Dino Caponi, Firenze 1967 Natura (Brocca e ...)". -
Lotto 224 Giuseppe Cassioli
Ritratto virile.
1887
Olio su tavola. cm 29x22. Firmato e datato in basso a destra. Allievo del padre Amos e di Tito Sarrocchi, Giuseppe Cassioli esordisce alla Promotrice fiorentina del 1884. Attivo anche come scultore e decoratore, è ricercato principalmente per la sua rara produzione figurativa, in specie quella ascrivibile all'ottavo decennio dell'Ottocento, cui si riferisce il nostro dipinto. Firma infrequente sul mercato nazionale. -
Lotto 225 Romeo Costetti
Paesaggio idillico con figure femminili e pavoni.
Olio su tavola. cm 169x103. Firmato in basso a destra. -
Lotto 226 Romeo Costetti
Parco di villa Strohl Fern.
Olio su tavola. cm 70x55,5. Firmato in basso a destra. -
Lotto 227 Romeo Costetti
Parco di villa Borghese.
Olio su tavola. cm 67x56,6. Firmato in basso a destra. -
Lotto 228 Romeo Costetti
Paesaggio della campagna romana.
Olio su tavola. cm 75x110. Firmato in basso a destra. -
Lotto 229 Raoul Dal Molin Ferenzona
Visione mistica.
Olio su tavola. cm 48x34. Monogrammato in basso a destra. -
Lotto 230 Raoul Dal Molin Ferenzona
Apparizione dall'incensiere.
Olio su tavola. cm 70x26,5. Monogrammato in basso a destra. -
Lotto 231 Raoul Dal Molin Ferenzona
Paesaggio con giardino.
1908
Olio su tela. cm 46,5x47. -
Lotto 232 Raoul Dal Molin Ferenzona
Paesaggio con argine.
1908
Olio su tela. cm 46x53. -
Lotto 233 Raoul Dal Molin Ferenzona
Il cerchio.
1909
Olio su tavola. cm 37,5x55. Una delle due figure femminili ripete il motivo dell'incisione Il cerchio del 1909 (Quesada 1978, n. 92). Firmato e datato in basso a sinistra. -
Lotto 234 Raoul Dal Molin Ferenzona
Bacco.
1929
Olio su tavola. cm 37x28. Monogrammato in basso a destra, firmato, titolato e datato "Dicembre 1929" al verso. -
Lotto 235 Raoul Dal Molin Ferenzona
La rosa e l'usignolo.
1930
Olio su tavola. cm 42,2x36,3. Mongorammato in basso a destra. Al verso titolato. Cartellino "MEZZO SECOLO D'ARTE TOSCANA, SOCIETA' DELLE BELLE ARTI PALAZZO STROZZI FIRENZE N. 531". -
Lotto 236 Raoul Dal Molin Ferenzona
Paesaggio nel Mugello. Viandante che domanda la direzione.
Olio su tavola. cm 42,5x47,5. -
Lotto 237 Raoul Dal Molin Ferenzona
Uriel torcia di Dio.
1943
Olio su tavola. cm 48,7x29,7. Monogrammato in basso a sinistra, datato giugno 1943 e titolato "Uriel torcia di Dio". -
Lotto 238 Raoul Dal Molin Ferenzona
L'Aedo dell'Orsa Maggiore.
1944
Olio su tela. cm 70x50. Titolato, firmato e datato al verso. Monogrammato e firmato in basso a destra. -
Lotto 239 Henry De Groux
Dante.
1903
Tempera su carta. cm 98x57. Firmato in basso a destra. Bellissima opera eseguita quasi sicuramente a Firenze. Henry De Groux è una delle personalità più interessanti del simbolismo belga, meno indulgente di altre alle raffinatezze e agli estetismi decadenti, dotato invece di un linguaggio aspro, robusto e impetuoso che precorre certi modi e colori dell'espressionismo. Nel 1900 ebbe un'importante consacrazione dalla rivista parigina “La Plume” che gli dedicò un intero numero contenente numerosi e lusinghieri contributi della critica. Nel 1901 espose a Parigi alla Galleria George Petit i suoi quadri ispirati alla Divina Commedia e a Napoleone, mentre in Italia la sua opera fu sostenuta su “Emporium” da Vittorio Pica che gli fu amico. Un capitolo interessante e non molto conosciuto è il soggiorno di De Groux a Firenze dove si recò con l'amante Germaine Lievens, giovane cugina della moglie che aveva abbandonato per lei. Il viaggio fiorentino iniziato il 28 aprile 1903 lo mise in contatto con l'elite intellettuale cittadina, da D'Annunzio all'ambiente artistico e letterario del “Leonardo”. Trovò quindi sistemazione in un atelier in Piazza Donatello fermandosi stabilmente ad eseguire una serie di opere ispirate alla figura di Savonarola. A seguito dell'apprezzamento dei suoi lavori, fu invitato ad esporre alla mostra dei secessionisti a Palazzo Corsini inaugurata il 28 marzo 1904, nella quale gli fu dedicata un'intera sala di venti quadri di tema dantesco, savonaroliano, storico e simbolista. Nel bel mezzo dell'evento che lo stava celebrando a Firenze, De Groux cadde in preda di un grave stato di agitazione mentale in seguito alla gelosia per Germaine che sospettava di tradimento con Mario Schiff, il segretario della Società Leonardo. Il suo stato confusionale e violento, che costrinse Germaine a fuggire da lui, portò al suo intermento forzato nell'ospedale psichiatrico di San Salvi, mentre a seguito dello scandalo le sue opere in mostra vennero tolte e sequestrate. Dopo poche settimane di ricovero, l'artista riuscì abilmente a fuggire durante una passeggiata. Attraversò a piedi quasi tutta la Toscana e da Chiavari con vari mezzi di fortuna raggiunse Marsiglia. Si concluse così in modo rocambolesco la vicenda italiana di De Groux, che comunque continuò negli anni la sua attività artistica tra successi e riconoscimenti, come la l'importante mostra al Salon d'Automne nel 1911. Bibl.: E. Baumann, La vie terrible d'Henry De Groux, Paris 1936. Henry De Groux. Journal, a cura di R. Rapetti e P. Wat, Paris 2007. Henry De Groux. Le visage de la victoire, a cura di C. Morganti, Trieste 2013. -
Lotto 240 Carlo Domenici
Strada di campagna con figure.
Olio su tavola. cm 36x50,5. Firmato in alto a sinistra.