Importanti Dipinti del Secolo XIX
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Lotto 121 Carlo Marko'
(Budapest 1822 - Mosca 1891)
PINETA DI SAN ROSSORE
olio su tela, cm 34x45
firmato e datato "1855" in basso a destra
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Lotto 122 Serafino De Tivoli
(Livorno 1826 - Firenze 1892)
PAESAGGIO CAMPESTRE
olio su tela, cm 56x67
firmato in basso a sinistra
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Lotto 123 Johann Jakob Frey
(Basilea (Svizzera) 1813 - Frascati (Roma) 1865)
VEDUTA DI TIVOLI
olio su tela, cm 93x135
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Lotto 124 Michele Rapisardi
(Catania 1822 - Ferrara 1886)
AMLETO
olio su tela, cm 80,5x67,5
firmato in basso a destra
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Lotto 125 Eugenio De Blaas
(Albano (Roma) 1845 - Venezia 1931)
RITRATTO DEL MUSICISTA ORAZIO VERDICA COSTANTINI
olio su tela, cm 52x42
firmato a destra
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Lotto 126 Giuseppe De Nittis
(Barletta 1846 - Saint-Germain-en-Laye 1884)
ALABARDIERE
acquerello su carta applicata su tela, cm 32x25
firmato e datato "69" in basso a destra
Provenienza
Collezione G. Celestini, Milano
Collezione D. Barbero, Milano
Collezione privata, Milano
Bibliografia
M. Pittaluga, E. Piceni, De Nittis, Milano 1963, n. 51
P. Dini, G.L. Marini, De Nittis. La vita, i documenti, le opere dipinte, 2 voll., Torino 1990, p. 385 n. 257
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Lotto 127 Egisto Sarri
(Figline Valdarno 1837 - Firenze 1901)
MARSILIO FICINO SPIEGA LA FILOSOFIA PLATONICA ALLA FAMIGLIA SERRISTORI
olio su tela, cm 91x116
firmato in basso a sinistra
Nell'opera che qui presentiamo è da riconoscere il bozzetto per il dipinto Marsilio Ficino spiega la filosofia platonica alla famiglia Serristori, olio su tela, cm 95x127, databile al 1877 e oggi in collezione privata. Questo fu eseguito su commissione del conte Alfredo Serristori come replica di un sipario realizzato dal pittore per il Teatro Garibaldi (oggi Teatro Nuovo) di Figline Valdarno, poi distrutto durante la seconda guerra mondiale. Il dipinto valse a Sarri il 22 giugno 1877 la medaglia d'argento di III classe all'Esposizione Artistica-Industriale Fiorentina, tenutasi nell'ex-convento di San Firenze.
"Marsilio Ficino si trova nel centro del dipinto nell'atto di spiegare, con aria ispirata, un passo della filosofia platonica. Tiene nella mano sinistra la sua lezione e intorno a lui, tra i membri della numerosa famiglia Serristori, solo il vecchio e la giovane donna di spalle in primo piano sembrano ascoltarlo; il resto della compagnia è intenta a raccogliere fiori, a colloquiare amenamente o a mostrarsi fisicamente per creare movimento, come il bambino e il cane. La verità storica nelle vesti e nei lineamenti dei personaggi appare attenta a mostrare grazia e eleganza. Sulla sinistra un gruppo di figure, tra cui sono ben identificabili la donna con un cesto in mano e Prete Benedetto, sembra dividere in due parti il dipinto e riportarci allOttocento, a quei gruppi di popolano che tanta fortuna iconografica ebbero nella pittura in quegli anni. La scena si svolge sul Poggio di Prete Benedetto o del Calvario di Figline. In quel luogo esisteva nel Mille il "Castello di Fegghine", come ci ricorda il Bossini (A. Bossini, Storia di Figline, Firenze 1970, p. 354). Il paesaggio, da quella altura, è ancora oggi simile a quello dipinto dal Sarri e anche la vegetazione di pini e cipressi sembra rispettare ai miei occhi la stessa confusa armonia di crescita di allora. È la natura infatti la seconda e, forse, unica e vera protagonista del dipinto: il sole, con una luce da tardo pomeriggio estivo, allunga le ombre e rende atmosferica la visione dei contorni"
cfr. Egisto Sarri 1873-1901, catalogo della mostra (Figline Valdarno, 6 maggio - 2 luglio 2000) a cura di M. Bucci, Firenze 2000, pp. 99-100.
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Lotto 128 Giovanni Carnovali (detto Il Piccio)
(Montegrino Valtravaglia 1804 - Coltaro di Sissa 1874)
VERGINE
olio su tela, cm 44x37
sul retro del telaio: iscritto “Carnevali detto il Piccio / Dono del pittore Luigi Trecourt / e dono dell’autore al fratello di lui / Giacomo Trecourt ... di Pittura a Pavia”
Provenienza
Collezione Giovanni Finazzi, Bergamo
Collezione privata, Milano
Bibliografia
A. Podestà, Collezione Giovanni Finazzi, Bergamo 1942, p. 17 n. 47
Il nostro dipinto viene citato come confronto di un’opera di analogo soggetto in P. De Vecchi, Giovanni Carnovali detto il Piccio, Milano 1998, p. 173.
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Lotto 129 Giovanni Segantini
(Arco 1858 - Schafberg 1899)
IN CONVENTO
olio su tela senza cornice, cm 50x65
firmato in basso a destra
sul retro del telaio: etichetta della mostra di "Pittura della Scuola di Milano, Como, Villa Olmo, 1937, XV"
Provenienza
Collezione Chierichetti, Milano
Collezione privata
Esposizioni
Milano, 1880
Esposizione delle opere ammesse, Società d'Incoraggiamento delle Belle Arti in Firenze, Firenze 1881
La pittura nella scuola moderna di Milano, Villa Olmo, Como, settembre 1937
Bibliografia
P. Levi, Il primo e il secondo Segantini, in "Rivista d'Italia”, III, Roma, novembre 1899, pp. 443, 449
Catalogo della vendita all’asta della Galleria Giuseppe di Chierichetti, catalogo della vendita del maggio 1926 – gennaio 1928 della Galleria Pesaro, introd. di V. Pica e R. Giolli, Milano 1926
A. Sartoris, La pittura nella scuola moderna di Milano, catalogo della mostra (Como, 1937), Como 1937, p. 81
G. Nicodemi, Giovanni Segantini, Milano 1956, p. 38 fig. 20
F. Arcangeli, M.C. Gozzoli, L’opera completa di Segantini, Milano 1973, p. 93 n. 51
A.P. Quinsac, Segantini. Catalogo generale, vol. II, Milano 1982, p. 396 n. 480
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Lotto 130 Giuseppe Bezzuoli
(Firenze 1784 - 1855)
RITRATTO DI UFFICIALE DI CAVALLERIA BRITANNICA E DI SUA MOGLIE
olio su tela, cm 116,5x87,5
(2)
Giuseppe Bezzuoli nacque a Firenze il 28 novembre 1784. Figlio del pittore prospettico e fiorista Luigi Bazzoli (e così si firmò G. fino al 1822, per poi firmarsi Bezzuoli o Bezzoli, ritenendosi discendente da un'antica famiglia Bezzoli), studiò dapprima medicina e chirurgia pur frequentando, all'Accademia, la scuola del nudo diretta da Desmarais e Luigi Sabatelli; finché nel 1807 si iscrisse regolarmente come allievo di Pietro Benvenuti. Vinto il premio triennale (1812) con un Aiace che difende il corpo di Patroclo, si dette a far studi di paese e di costume nella montagna pistoiese, eseguì alcune decorazioni in palazzi fiorentini, dipinse numerose tele di soggetto romantico e cominciò a fare qualche ritratto. Dopo un breve soggiorno a Venezia tornò a Firenze dove lavorò per committenze pubbliche e private, affrescò palazzi, ville ed eseguì tele a soggetto storico-romantico cavalleresco. Intanto nel 1829 era stato chiamato dal Pietro Benvenuti come aiuto del maestro di pittura ed è lo stesso Benvenuti a designarlo ufficialmente come suo successore nel '44. Ma le cure dell’insegnamento non diminuirono la sua attività, e nell’ultimo decennio eseguì ancora numerosi quadri di soggetto storico.
Tra i suoi ritratti più belli eseguiti tra il 1827 e il '44 ricordiamo quelli di Gino Capponi, Lorenzo Bartolini, Elisabetta Ricasoli, Luigi de Cambray Digny col figlio, Giovanni Carmignani, Marianna Rucellai de' Bianchi, Maria Antonietta granduchessa. Morì a Firenze nel 1855. Ottimo disegnatore, il Bezzuoli fu ligio agli schemi e ai precetti dell'accademia sia nelle tele sia negli affreschi; se preferì soggetti romantici, alla moda di Francia, non ebbe dei pittori romantici d’Oltralpe le belle qualità di chiaroscuro e di colorito. Ma nei ritratti, davanti al vero, il B. dimenticò teorie e precetti accademici e fece cose gustosissime e tali da essere avvicinate ai ritratti dell'Ingres, che probabilmente egli vide operante in Firenze nel 1820.
Bibliografia di riferimento
D. Frosini, sub vocem Bezzuoli Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. IX, 1967
I due ritratti raffiguranti un cavaliere inglese in uniforme militare e sua moglie possono essere considerati tra i più belli ed eleganti ritratti di Giuseppe Bezzuoli. Dei due dipinti recentemente passati sul mercato inglese, non è stata individuata al momento la provenienza né l'identità degli effigiati. E' possibile che la coppia inglese si trovasse di passaggio a Firenze, dove decise di farsi immortalare da uno dei maestri del tempo, in ricordo anche del soggiorno fiorentino, come potrebbe testimoniare la veduta della città che compare sullo sfondo del dipinto della moglie. Il cavaliere, ritratto nella sua uniforme, non è colto nella sua tracotanza militare ma in momento più privato e informale, come testimonia anche il cappello appoggiato lateralmente sopra un tavolino. Egli mostra sul petto una medaglia della battaglia di Waterloo (1815). La moglie, sorridente ed elegantemente vestita in un abito di seta verde, volge lo sguardo all'esterno ed è ritratta in un interno dai decori neoclassici; siede su una poltrona con i braccioli dal finale intagliato a testa leonina, la stessa su cui è seduta Elisabetta Ricasoli (fig. 1), ritratta dal Bezzuoli nel 1825. Questo è la data significativa per la cronologia delle due opere, la cui esecuzione è infatti collocabile in un arco temporale tra il 1820-25; ciò è confermato anche dalla tipologia dell'acconciatura, di ricordo neoclassico ma che già volge al romanticismo di quegli anni, e il taglio dell’abito, non più con l'ampia scollatura che tanto era di moda nel periodo Impero ma accollato e finito con un morbido colletto di pizzo che ricorda l’abito di Mademoiselle Jeanne Su -
Lotto 131 Vittorio Matteo Corcos
(Livorno 1859 - Firenze 1933)
RITRATTO DI SIGNORA SUL LAGO
olio su tela, cm 80x45
firmato e datato "1909" a sinistra
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Lotto 132 Tranquillo Cremona
(Pavia 1837 - Milano 1878)
RITRATTO DI DAMA DALLA PIUMA ROSSA
olio su tela, cm 71x54,2
siglato in basso a destra
Esposizioni
Da Canova a Modigliani, il volto dell'Ottocento, Padova, Palazzo Zabarella, 2 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011, n. 79
Bibliografia
F. Mazzocca, Ottocento lombardo. Arti e decorazione, Milano 2006, p. 273
F. Mazzocca, scheda in Da Canova a Modigliani, il volto dell'Ottocento, catalogo della mostra (Padova, 2 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011) a cura di F. Leone, M.V. Marini Clarelli, F. Mazzocca, C. Sisi, Venezia 2010, p. 264 n. 79
"Questo dipinto [...] si colloca per la sua qualità tra i risultati più alti della ritrattistica di Cremona a lato di quello che rimane il suo capolavoro assoluto in questo ambito e uno dei più bei ritratti del nostro Ottocento il Ritratto di Nicola Massa del 1867 (Pavia, Musei Civici) [...]. Il nostro ritratto, dove la figura appare pervasa dalla stessa intensa atmosfera sentimentale, è caratterizzato da un uguale spessore della materia pittorica, risultato di una ricerca cromatica iniziata dal Falconiere del XVI secolo (1859) e da Un falconiere (1863), entrambi alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Milano. A questo merito era stato fondamentale il suo lungo soggiorno, tra il 1852 e il 1859, a Venezia, un'esperienza intensa che si ritrova nei richiami a Tiziano ritrattista ben percepibili nella stesura veloce, sfrangiata e ravvivata da macchie di colori puri che sembrano sfregati con i polpastrelli sulla tela. Il valore di Cremona in questo ambito e una ricerca che lo portava lontano dai rischi del naturalismo contemporaneo sono ben sottolineati da Carlo Dossi che in occasione della sua presenza all'esposizione di Brera del 1873 notava: "E una prova dell'animo artisticamente gentile di Tranquillo Cremona che stilla da ogni immagine il bello, la porgono i suoi ritratti. Fu sempre artificio dei pessimi ritrattisti, per ottenere le somiglianze, di esagerare i difetti degli originali, di farne caricature: i mediocri, poi, copiano il vero, buono e cattivo tal quale: Cremona, invece lo sceglie, e però lo migliora. Vogliamo dire cioè, che egli lascia all’originale i suoi difetti e non ne tramanda alla tela se non le virtù. Fa il vero come dovrebbe essere: fa dei ritratti, che pure riuscendo somigliantissimi, interessano tutti per quanto ignoti gli originali, ritratti, che, vinta perfino la bile degli proposti cui toccano, sono gloria futura delle pinacoteche". (citato in R. Bossaglia, Tranquillo Cremona. Catalogo ragionato, con il contributo di G. Dainotti, Milano 1994, p. 222). L'identità di questa giovane donna elegante, che sembra nascondere il suo spleen sotto lo spavaldo cappello piumato, rimane per ora misteriosa, come il libro chiuso che trattiene con la mano guantata. Ma sembra che l'artista, avendo scelto di immergerne l'immagine in un'atmosfera senza tempo e pervasa da una straordinaria tensione sentimentale, abbia voluto già lui stesso proiettare la persona reale nella dimensione di una femminilità idealizzata e distante".
da F. Mazzocca, scheda in Da Canova a Modigliani, il volto dell'Ottocento, catalogo della mostra (Padova, 2 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011) a cura di F. Leone, M.V. Marini Clarelli, F. Mazzocca, C. Sisi, Venezia 2010, p. 264 n. 79
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Lotto 133 Federico Zandomeneghi
(Venezia 1841 - Parigi 1917)
BUSTO DI GIOVANE FANCIULLA
pastello su cartoncino, cm 30x42
firmato in basso a destra
sul retro: etichetta con iscritto “Zandomeneghi n. 8944 / Buste de jeune fille nue / (pastel)”
Provenienza
Collezione Durand-Ruel, Parigi
Collezione privata, Milano
Collezione Piero Dini, Montecatini Terme
Collezione privata
Esposizioni
Mostra di pittori veneziani dell’Ottocento, Milano, Galleria Cocorocchia, maggio 1966, n. 23
Bibliografia
E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 112
E. Piceni, Zandomeneghi, Busto Arsizio 1991, n. 112
Fondazione E. Piceni, Federico Zandomeneghi, Catalogo Generale, Nuova edizione aggiornata e ampliata, scritti di Camilla Testi, Maria Grazia Piceni, Enrico Piceni, con la consulenza di Roberto Capitani, Milano 2006, n. 199, p. 369 n. 790
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Lotto 134 Luigi Bechi
(Firenze 1830 - 1919)
IL CACCIATORE
olio su tela, cm 52x42
firmato in basso a sinistra
Provenienza
Collezione privata, Firenze
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Lotto 135 Francesco Vinea
(Forlì 1845 - Firenze 1902)
VITTORIO EMANUELE II CON I CANI
olio su tela, cm 30x24
firmato e datato "1878" in basso a sinistra
Provenienza
Collezione privata, Firenze
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Lotto 136 Plinio Nomellini
(Livorno 1866 - Firenze 1943)
NEL BOSCO
olio su tela, cm 74x60
firmato in alto a destra
sul retro del telaio: etichetta autografa con iscritto "P. Nomellini / Nel bosco"
Si ringrazia Eleonora Nomellini per la conferma dell’autenticità dell’opera e la datazione intorno agli anni '30-'35.
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Lotto 137 Telemaco Signorini
(Firenze 1835 - 1901)
LA NENE
olio su tela, cm 31,5x23
siglato in alto a destra
sul retro iscritto: "La Nene / Originale / di Telemaco Signorini / M. Borgiotti"
L'opera è corredata di attestato di archiviazione n. 415355 rilasciato dell'Istituto Matteucci in data 16 gennaio 2015.
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Lotto 138 Vincenzo Irolli
(Napoli 1860 - 1949)
PUTTI CHE GIOCANO
olio su tela, cm 86,5x60
firmato in basso a sinistra
sul retro: etichetta "Galleria d'arte / A. Vitelli / Genova"
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Lotto 139 Antonio Piatti
(Viggiù 1875 - 1962)
ROSA BIANCA
olio su tela, cm 60x52
firmato e datato "1909" in basso a destra
sul retro del telaio: firmato, titolato e datato "1909"
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Lotto 140 Pietro Scoppetta
(Amalfi (Salerno) 1863 - Napoli 1920)
RITRATTO DI DONNA CON CAPPELLO NERO
olio su cartoncino incollato su tavoletta, cm 46x29,5
firmato e dedicato "All'amico Raffaele / con auguri di prosperità" in alto a destra -
Lotto 141 Federico Zandomeneghi
(Venezia 1841 - Parigi 1917)
DAVANTI ALLO SPECCHIO
pastello su carta, cm 47x33
firmato in basso a destra
L'opera è corredata di autentica rilasciata da Giuliano Matteucci in data 29 giugno 1999.
Si tratta dello studio per il dipinto La toilette, olio su tela cm 35x22.
Provenienza
Collezione privata, Parigi
Asta Finarte, 16 maggio 1992, Lugano
Collezione privata, Milano
Bibliografia
Fondazione E. Piceni, Federico Zandomeneghi, Catalogo Generale, Nuova edizione aggiornata e ampliata, scritti di Camilla Testi, Maria Grazia Piceni, Enrico Piceni, con la consulenza di Roberto Capitani, Milano 2006, n. 199, p. 243
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Lotto 142 Telemaco Signorini
(Firenze 1835 - 1901)
FIGURA DISTESA NEL BOSCO
olio su cartoncino pressato, cm 12x8,5
firmato in basso a sinistra
sul retro: iscritto "Rag. Signorini"
Provenienza
Collezione privata, Firenze
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Lotto 143 Silvio Poma
(Trescore Balneario (BG) 1841 - Turate (CO) 1932)
VEDUTA DI LAGO
olio su tela, cm 45,5x73
firmato in basso a destra
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Lotto 144 Annibale De Lotto
(San Vito di CAdore 1877 - Venezia 1932)
BIMBO MORSO DAL GRANCHIO
bronzo, alt. cm 97
firmato