IL CULTO DELL'ARREDO
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Lotto 193 Joshua Reynolds (1723 - 1792), da
Autoritratto, 1760 ca.
Olio su tela
76,6 x 63,5 cm
Altre iscrizioni: sul telaio, diverse iscrizioni, probabilmente relative a passaggi d’asta, in gessetto e matita nera
Elementi distintivi: al verso, sul telaio, le iscrizioni moderne "Reithinger" (?) e "4998" ed un sigillo abraso
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 60% (rintelo; due punti di sfondamento risarciti)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (vernice ingiallita, cadute di colore reintegrate, graffio risarcito)
Il dipinto ritrae Sir Joshua Reynold intorno all'età di trentacinque o quaranta anni. La postura è la più amata da Reynolds, che la utilizza in molti dei suoi autoritratti, con significative varianti nell'abbigliamento, tutti caratterizzati da un richiamo al ritratto di Adam De Coster inciso da Anton Van Dyck.
Reynolds si osserva allo specchio - posto proprio nella posizione che oggi occupiamo noi osservatori - e con il braccio destro muove il pennello, fuori dal campo visivo. L'occhio è interamente concentrato sulla sua figura, che emerge dal fondo naturale di cielo e nubi, segno di un ritratto immaginato all'aperto. La bocca semiaperta mostra l'attimo di sospensione mentre egli studia e comprende la propria fisionomia. La pennellata è veloce e sicura nel delineare l'anatomia, ma diventa morbida nella capigliatura e quasi area nel tessuto bianco.
Sir Joshua Reynold produsse circa 30 autoritratti, in pittura o in disegno, durante la sua carriera (cfr. "Joshua Reynolds: The Creation of Celebrity", Tate Britain, 2005, catalogo della mostra, p. 73). L'autoritratto gli forniva, infatti, sull'esempio di quanto aveva già fatto Rembrandt, la possibilità di usare se stesso per sperimentare le possibilità espressive del modello e della pittura: era un vero e proprio modo di studiare e costruire l'immagine, che ebbe un ruolo anche nella autopromozione di Reynolds - primo presidente della Royal Academy of Arts - quale uomo di cultura e di potere.
Il dipinto in esame è considerato da Martin Postle «clearly a later copy, and is definitely not by Reynolds himself». Lo specialista avvicina la composizione a due autoritratti realizzati intorno al 1773-1774 e riprodotti ai numero 12 e 13 del catalogo ragionato dell'artista (David Mannings, "Sir Joshua Reynolds, A complete catalogue of his paintings, New Haven, 2000, cat 12 e 13), segnalando in particolare che «There are many copies of no 13, and this is possibly one of them» (comunicazione del 29 settembre 2021). Mannings registra un originale, oggi irrintracciabile ma apparso in asta presso Christie's con probabile provenienza dalla collezione di James Northcote (1746-1831), assistente nello studio di Reynolds dal 1771 al 1776 ed eletto alla Royal Academy dal 1787 (Christie's, 19 giugno 1942, lotto 61). Segnala inoltre la presenza di numerosi copie, «di cui alcune potrebbero essere opera di James Northcote», e in particolare ne registra tre (13a-c).
Il dipinto in asta appare tuttavia in più stretta relazione, per la forma maggiormente composta dei capelli ed il viso meno spiritato, con l'autoritratto conservato nella Spencer Collection di Althorp, Northamptonshire, anch'esso ricordato in letteratura come di probabile provenienza Northcote, comunemente considerato come la prima versione di questa composizione, con Reynold a mezzobusto contro il paesaggio, e di cui pure esistono numerose copie (Mannings 2000, cat. 12). Il pittore stesso, peraltro, tornerà sulla composizione, in un dipinto di cui fece dono al nono Earl of Westmorland nel 1774 (Mannings 2000, cat. 14). Una ulteriore versione, non catalogata da Mannings, è conservata nella residenza arcivescovile di Knole, a Sevenoaks nel Kent.
Una certa somiglianza esecutiva con il dipinto in esame si legge nel più maturo ritratto di Henry Fuseli, dipinto da Northcote nel 1778 ed oggi conservato alla National Portrait Gallery, Londra (NPG 5469).
Ringraziamo il dottor Martin Postle per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lotto 194 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Nahavand
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
295 x 205 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80%
Stato di conservazione. Superficie: 80%
Piccolo medaglione circolare in rosso, su fondo avorio decorato con motivi floreali stilizzati e vasi biansati con tre fiori dei Nahavand. -
Lotto 195 Jacopo Guarana (1720 - 1808), ambito di
Santa con le Virtù cardinali
Inchiostro nero su carta applicata su cartoncino
16,4 x 24,3 cm
Elementi distintivi: al recto, sul bordo del supporto, a matita "730" ed etichetta "905"
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 40% (rifodero, lesioni, depositi di colla)
Stato di conservazione. Superficie: 70%
Il disegno potrebbe avere la stessa provenienza di un gruppo di disegni, realizzati prima del 1774, confluiti alla Accademia di San Luca. -
Lotto 196 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Bijar
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
293 x 219 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Produzione del Kurdistan persiano. Fondo bianco avorio con motivi ripetuti di piccoli mazzi di fiori disposti in modo ortogonale, su file parallele e sfalsate. -
Lotto 197 Stati Uniti (II metà del XX secolo)
White Doll (omaggio a David Reimer?)
Ceramica smaltata bianca
63 x 18,7 x 19
Firma: « IB4 »
Altre iscrizioni: titolo e dedica sul corpo ("White Doll. Lost his penis, now he is a girl")
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (sbeccature alle basi; una sporgenza danneggiata, un frammento nella parte cava)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
L'opera è probabilmente ispirata alla storia di David Reimer (nato Bruce Peter Reimer; 1965-2004), un bambino canadese a cui era stato asportato il pene a 18 mesi per ragioni mediche (l'organo si era infettato a seguito di una circoncisione mal riuscita) e che venne quindi cresciuto come una ragazza. La vicenda suscitò grandissimo clamore ed interesse scientifico, sollevando per la prima volta il tema della differenza tra identità sessuale e di genere. Lo psicologo John Money, che aveva supervisionato il caso, dichiarò che la riassegnazione era riuscita e che l'identità di genere era principalmente appresa. Il sessuologo Milton Diamond in seguito riferì che Reimer si rese conto di non essere una ragazza tra i 9 e gli 11 anni e che iniziò a vivere come un uomo dall'età di 15 anni. Ben noto negli ambienti medici per anni in forma anonima come il caso "John/Joan", Reimer in seguito rese pubblica la sua storia per aiutare a scoraggiare simili pratiche mediche. Si suicidò all'età di 38 anni, due giorni dopo che la moglie aveva chiesto il divorzio. -
Lotto 198 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Sarouk
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
285 x 199 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80%
Stato di conservazione. Superficie: 80%
Elegante esemplare, con griglia contenente elementi floreali e piccoli cipressi, su fondo crema. -
Lotto 199 Olanda (I metà del XVI secolo)
Trinità
Alabastro
31,3 x 24,9 x 13,4 cm 9,6 kg (chilogrammi)
Firma: iniziali « A P » (?) sotto la base
Altre iscrizioni: altri segni illeggibili sotto la base
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 75% (linee di frattura, danni da urto alla testa di Cristo, carenza delle aureole, integrazioni)
Stato di conservazione. Superficie: 75% (depositi e graffi)
Come ci segnala Kim Woods, specialista di scultura tardo gotica, l'opera in asta presenta «un soggetto molto insolito. Il Compianto con la Vergine che tiene il Cristo morto sulle ginocchia è comune; le varie forme della Trinità sono comuni, ma un Compianto con Dio Padre che tiene Cristo sulle sue ginocchia è davvero molto insolito». La studiosa esamina l'opera in paragone ad un alabastro raffigurante San Marco attribuito alla cerchia dello scultore brabantino Jean Mone (c. 1500 – c. 1548) (vedi cfr. K. W. Woods, "Cut in alabaster", Brepols, 2018, p. 287, fig. 13), riconoscendo in entrambe le opere «l'impatto del manierismo di Anversa e anche del Rinascimento italiano». A giudizio di Woods, la scultura in asta «sembra appartenere allo stesso mondo della scultura in alabastro di Mechelen/Anversa del 1525-30 circa, anche se è difficile collocarla con maggiore precisione», poiché essa per stile non corrisponde in modo soddisfacente ai lavori noti dei principali nomi dell'intaglio dell'alabastro olandese della prima metà del XVI secolo: Jean Mone, Conrad Meit (1480-1551), Cornelis Floris (1514-1575), Willem van den Broecke (1530-1579), Guyot de Beaugrant (1500-1549 circa), Jacques du Broecke (1505 circa - 1584 circa). Né si riscontrano buoni parallelismi in Spagna, dove lavoravano molti intagliatori olandesi. All'esito della ricerca, tuttavia, la studiosa è ancora «propensa a scegliere i Paesi Bassi», come luogo di origine dell'opera (comunicazione del 30 novembre 2020).
Aleksandra Lipinska preferisce datare la scultura al 1575-1600 e ipotizza una collocazione in ambito tedesco (comunicazione del 24 gennaio 2021).
Si può ulteriormente osservare che la complessa costruzione figurativa rappresenta sia la Trinità sia l'ascesa al cielo di Cristo, accolto sopra le nuvole da Dio padre.
Ringraziamo le Professoresse Kim Woods e Aleksandra Lipinska per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lotto 200 Persia centrale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Ghom con medaglione a stella di tipo Isfahan
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
307 x 197 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80%
Stato di conservazione. Superficie: 80% -
Lotto 201 Lucas Cranach il Vecchio (1472 - 1553), da
Ritratto di Sybilla di Cleves
Stampa su vetro piombato ritoccata a mano
14,7 x 11,3 cm (Vetro)
17,6 x 14,4 x 6,3 cm (piombatura )
Altre iscrizioni: sul collo e sulla fascia fermacapelli « Als in Eren »
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (alcune incrinature e una frattura del vetro)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
La formella, probabilmente da ascrivere ad una produzione in gusto neogotico, deriva da un ritratto a stampa di Sibylla di Cleves, elettrice di Sassonia, su un modello di Lucas Cranach il Vecchio (cfr. The British Museum, Londra, inv. 1871,1209.609). Rispetto alla stampa, di formato 32,7x26 cm, la nostra formella è di dimensioni più ridotte e si concentra sulla parte centrale del busto, sacrificando la cotta d'arme ai lati. Sulle grandi campiture di colore, ottenute probabilmente in serigrafia, l'autore è intervenuto con una punta metallica per definire l'immagine. -
Lotto 202 Persia settentrionale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Meshkin
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
261 x 204 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80%
Stato di conservazione. Superficie: 80% -
Lotto 203 Renato Marino Mazzacurati (1907 - 1969), attribuito a
Testa maschile
Terracotta
34,1 x 17,4 x 20,4 cm (Scultura)
5,9 x 12,1 x 11,6 cm (base)
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (scalfitture)
Stato di conservazione. Superficie: 95% (depositi)
La testa, anonima, è molto vicina ad alcune prove di Marino Mazzacurati, tra cui il ritratto in cera che si propone in paragone.
Stabilitosi a Roma nel 1926, frequentò Scipione, Mario Mafai e Antonietta Raphaël, formando con loro il gruppo che Roberto Longhi chiamò "Scuola di via Cavour". Nel 1931 si recò a Parigi, avvicinandosi all'opera di Rodin, Matisse e Picasso, interpretati in chiave naturalistica o grottesca. A questo periodo sembra risalire la scultura in asta. Successivamente Mazzacurati tese ad un più crudo realismo, aderendo nel 1947 al "Fronte nuovo delle arti". Nel dopoguerra si dedicò soprattutto alla produzione celebrativa della resistenza ("Monumento al Partigiano", Parma, 1964; "Monumento al Partigiano", Mantova", 1969; "Monumento alle quattro giornate", Napoli; "Monumento ai caduti di tutte le guerre", Sansepolcro, 1959-1960).
Fu Mazzacurati a scoprire Antonio Ligabue. -
Lotto 204 Ferruccio Ferrazzi (1891 - 1978)
Manoscritto illustrato con la "Genesi del Mosaico della Cripta di Acqui" e altri disegni e stampe
Inchiosto, matite e pastelli su vari tipi di carta
27 x 20 cm
Provenienza: Avv, Carlo Castria, Roma; Eredi Castria, Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (pieghe, danni ai margini)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (fioriture, decolorazione)
I fogli provengono dal patrimonio di Carlo Castria (1883-1970), storico legale di Ferruccio Ferrazzi e collezionista appassionato di arte moderna.
Il cuore del lotto è costituito da un manoscritto di Ferrazzi, arricchito di molti schizzi (17), sulla "Genesi del Mosaico della Cripta di Acqui". Si aggiungono almeno altri 25 schizzi, spesso intorno allo stesso soggetto, presentato a diverso grado di finitura.
La scheda è corredata con un ridotto numero di immagini per conservare il carattere inedito del nucleo in favore dell'acquirente in sede d'asta.
Nota bene: il lotto è visionabile e va ritirato, a cura e spese dell'acquirente, presso il deposito di Bonino a Roma. -
Lotto 205 Lazzaro Baldi (1624 - 1703), attribuito a
Giuseppe riferisce a Giacobbe la cattiva fama dei fratelli
Olio su tela
93,4 x 135,2 cm
Elementi distintivi: al verso, due fogli fotocopiati con riferimenti a Lazzaro Baldi
Provenienza: Collezione privata, Roma
Stato di conservazione. Supporto: 85% (rintelo, rintelaiatura)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (cadute di colore, integrazioni diffuse, ridotte abrasioni)
C'è un ragazzo inginocchiato di fronte ad un vecchio che piange. A sinistra un uomo indica che è ora di andare, mentre a destra altri uomini stanno spostando dell'uva e del cibo. Tra il vecchio e il ragazzo c'è una forte intesa emotiva, sottolineata dal gioco degli sguardi e dalla mano del vecchio poggiata sulla spalla del giovane. Gli altri personaggi mostrano sguardi ostili o interrogativi. Nel suo complesso il soggetto si lascia interpretare come Giuseppe che riferisce al padre Giacobbe la cattiva fama che circola intorno ai suoi fratelli (Genesi, 37, 1-2: «Giuseppe, all'età di diciassette anni, pascolava il gregge con i suoi fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e con i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Giuseppe riferì al loro padre la cattiva fama che circolava sul loro conto. 3 Israele amava Giuseppe più di tutti gli altri suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga con le maniche. 4 I suoi fratelli vedevano che il loro padre l'amava più di tutti gli altri fratelli; perciò l'odiavano e non potevano parlargli amichevolmente»).
Soprattutto nelle anatomie e nei panneggi, il dipinto richiama molte soluzioni formali di Lazzaro Baldi, pittore dal ridotto corpus pittorico e raro anche nelle collezioni museali, ma se ne distacca sensibilmente circa la esecuzione dei dettagli, più raffinati nell'opera certa dell'artista.
Nota bene: il lotto è visionabile e va ritirato, a cura e spese dell'acquirente, presso il deposito di Bonino a Roma. -
Lotto 206 HERAT. Germania (XX secolo)
Tappeto meccanico in stile persiano
Vello in lana su armatura in lana
278 x 202 cm
Elementi distintivi: etichetta del produttore ”HERAT”
Provenienza: HERAT, Germania; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80%
Stato di conservazione. Superficie: 80% -
Lotto 207 Francia (metà del XIX secolo)
Ninfe, 1834-1845
Matita su carta bruna
28,6 x 21,8 cm
Altre iscrizioni: al verso del foglio, iscrizione moderna a matita illeggibile
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 50% (fissato in due punti al supporto; brunitura della carta ed effetto di riquadratura per forte sovraesposizione luminosa; abrasioni; piegatura)
Stato di conservazione. Superficie: 80% -
Lotto 208 Persia centrale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Ghom
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
301 x 207 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lotto 209 Italia (XX secolo)
Specchiera da terra con cassetti
Legno massello impiallacciato con essenze (bois de rose, noce, mogano) e fregio ebanizzato
200 x 93 x 30 cm
Provenienza: Principi Toraldo di Massa Lubrense; Eredi Toraldo, Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (mancanze, tra cui la parte sinistra della cuspide)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
Nota bene: il lotto è visionabile e va ritirato, a cura e spese dell'acquirente, presso il deposito di Bonino a Roma. -
Lotto 210 Ferruccio Ferrazzi (1891 - 1978)
Raccolta di disegni, di natura per lo più progettuale
matita, inchiostro, tempera e tecnica mista su carta, carta velina e cartoncino
33 x 30 cm (misura media)
Provenienza: Avv, Carlo Castria, Roma; Eredi Castria, Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (pieghe, strappi, danni ai margini)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (fioriture, decolorazione)
Selezione di appunti grafici sia di invenzione sia di natura progettuale. I fogli provengono dal patrimonio di Carlo Castria (1883-1970), storico legale di Ferruccio Ferrazzi e collezionista appassionato, soprattutto di arte moderna.
I disegni - studi di figura e di ambiente, oltre 120, tutti inediti - sono inclusi in diverse cartelle, non omogenee, e attraversano la carriera di Ferrazzi.
I disegni su carta velina sono a volte chiudi a libretto con i conseguenti danni.
La scheda è corredata con un ridotto numero di immagini per conservare il carattere inedito del nucleo in favore dell'acquirente in sede d'asta.
Nota bene: il lotto è visionabile e va ritirato, a cura e spese dell'acquirente, presso il deposito di Bonino a Roma. -
Lotto 211 Jean-Antoine Houdon (1741 - 1828)
Ritratto di ragazzo
Terracotta
35,7 x 27 x 18 cm 7,95 kg (chilogrammi) (Scultura)
10,2 x 14 x 14 cm 7,95 kg (chilogrammi) (Base)
Firma: « Houdon », sulla spalla
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 85%
Stato di conservazione. Superficie: 85%
Non è nota documentazione inerente a questa scultura, come cortesemente ci comunica Guilhem Scherf, specialista dell'autore e Conservateur en chef presso il Musée du Louvre (comunicazione del 21 ottobre 2021). Precisiamo che il dr. Scherf non si è espresso sulla attribuzione dell'opera.
Ringraziamo il dottor Guilhem Scherf per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lotto 212 Persia centrale (III quarto del XX secolo)
Tappeto Bakhtiyari
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
305 x 214 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 60%
Stato di conservazione. Superficie: 60%
Disegno del campo a piastrelle, detto anche a giardino, con cipressi e elementi floreali. Insolita la bordura con motivi quadrilobati, alternati a foglie o, forse, ancora cipressi. -
Lotto 213 Italia (XX secolo)
Alzata
Marmo cipollino mandolato
26 x 46,5
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 75% (mancanza della cuspide; sbeccature sull’orlo)
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lotto 214 Persia nord occidentale (I quarto del XX secolo)
Tappeto Heriz
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
315 x 219 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70%
Stato di conservazione. Superficie: 40%
Insolito tappeto di Heriz a grana piuttosto grossa, con un curioso medaglione centrale di forma tondeggiante, accompagnato da due palmette che fungono da pendenti. -
Lotto 215 Stefano della Bella (1610 - 1664)
Due cavalieri polacchi
Acquaforte su carta
17 x 22 cm (il foglio)
Elementi distintivi: al verso del foglio, le iscrizioni moderne a matita "I ii 8 20" e "2"
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 60% (residui di colla, fioriture, macchie)
Stato di conservazione. Superficie: 80%
Si tratta probabilmente di una stampa d'epoca successiva, realizzata a partire da una prova per la serie degli "Undici cavalieri in tavole da tondo" del 1650. -
Lotto 216 Ferruccio Ferrazzi (1891 - 1978)
Importante raccolta di documenti, corrispondenza e foto
Inchiostro su carta
37 x 27 x 26 cm (misura complessiva)
Firma: più firme
Provenienza: Avv, Carlo Castria, Roma; Eredi Castria, Roma
Stato di conservazione. Supporto: 90% (pieghe, danni ai margini)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (fioriture, decolorazione)
Tre faldoni di documenti, provenienti dall'archivio di Carlo Castria (1883-1970), amico e storico legale di Ferruccio Ferrazzi, nonché collezionista appassionato di arte moderna.
I materiali si possono distinguere in tre principali gruppi: i materiali librari, la corrispondenza tra Ferrazzi e Castria e le immagini delle opere di Ferrazzi.
I materiali librari, di particolare utilità per lo studio di Ferrazzi, includono articoli dell'artista e a lui dedicati apparsi su periodici, nonché i cataloghi di alcune sue opere e mostre storiche. A titolo di esempio, citiamo: "Meridiano Roma"; "La Rocca"; "Capitolium", "Ecclesia"; il mitico numero di "Dedalo", del novembre 1926, con il fondamentale contenuto di Wart Arslan sull'artista; il volumetto "Adamo-Eva" con le poesie di Girolamo Comi e i disegni di Ferrazzi; l'allocuzione pronunciata da Ferrazzi alla Accademia d'Italia in memoria di Giulio Aristide Sartorio il 1 marzo 1935; il volumetto sulle "Storie di S. Benedetto"; il catalogo dei "Mosaici dell'Apocalisse" di Ferrazzi al Mausoleo di Acqui; il contributo di Giuseppe Collecchi su "Il Mosaico", estratto dalla "Strenna dei Romanisti" del 1942; il catalogo della "Mostra del pittore Ferruccio Ferrazzi" presso la Confederazione Fascista Professionisti e Artisti; il volume n. 14 della serie della "Arte Moderna Italiana", dedicato da Ulrico Hoepli a Ferrazzi nel 1929, e la monografia sull'artista apparsa per i tipi dello stesso editore nel 1950; la raccolta "L'Angelo e l'uomo. Dramma sacro in un atto e quattro tempi" di Ferrazzi e molti altri, a volte con dedica di Ferrazzi a Castria.
Tra i manoscritti, che coprono un periodo tra gli anni Dieci e gli anni Sessanta, decine di lettere e appunti di Ferrazzi, o a proposito di Ferrazzi, a Castria, che riguardano sia elementi inventivi e poetici e stati d'animo, che l'artista amava condividere con il suo legale, sia documenti relativi alle commesse di lavoro, tra i quale le grandi commesse per l'E42 (Esposizione Universale 1942) a Roma e per la famiglia Ottolenghi Wedekind ad Acqui Terme. Questa documentazione consente di entrare, con profondità eccezionale, nella vita e nel modus operandi dell'artista, con un dettaglio molto maggiore rispetto a quanto finora noto agli studi. Tra i documenti, sia manoscritte sia a stampa, compaiono anche alcune poesie dell'artista.
Infine, una notevole selezione di fotografie originali, per lo più realizzate per lo stesso Ferrazzi, a volte appuntate al verso con date, di molte opere, strumento indispensabile per comprendere a fondo la cronologia del pittore.
Il nucleo si presenta, nel suo complesso, come uno strumento indispensabile per gli studiosi e i collezionisti dell'artista.
La scheda è corredata con un ridotto numero di immagini per conservare il carattere inedito del nucleo in favore dell'acquirente in sede d'asta.
Nota bene: il lotto è visionabile e va ritirato, a cura e spese dell'acquirente, presso il deposito di Bonino a Roma.