Stampe e Disegni dal sec. XVI al sec. XX e Libri Antichi
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Lotto 49 Rossini, Luigi
(Ravenna 1790 – Roma 1857)
CINQUE INCISIONI
Cinque tavole incise all’acquaforte tratte da “Le antichità Romane” edite a Roma nel 1829 e realizzate fra il 1819 ed il 1823. Cavazzi/Tittoni, pagg. 55/79.
Avanzi della Curia Ostilia. mm 405x485.
Veduta dei Portici d’Ottavia. mm 400x460.
Unici avanzi dei Portici di Filippo. mm 460x362.
Veduta del condotto dell’Acqua Vergine. mm 365x460.
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Lotto 50 Specchi, Alessandro
(Roma 1666 – 1729)
PROSPETTO DEL NUOVO NAVALE DI RIPETTA. 1704
Acquaforte. mm 675x1325. Foglio: mm 735x1385.
Le Blanc, 10.
Grande veduta di notevole rarità dello scalo tiberino stampata su 3 fogli da 3 lastre. Il prospetto costituisce una importante testimonianza documentaria del porto Clementino dopo la ristrutturazione della piazza antistante la chiesa di San Girolamo dei Croati e la costruzione della scalinata verso il fiume; i lavori furono affidati da Clemente XI ad Alessando Specchi e al maestro Carlo Fontana e terminarono nell’agosto del 1704.
In basso: la pianta della scalinata, affiancata da due vedute che testimoniano altrettante fasi della ristrutturazione; dedica di Domenico de Rossi (l’editore) al Cardinale Francesco Giudice Arcivescovo di Monreale.
Ottima impressione omogenea stampata su carta vergellata. Grandi margini, applicata su tela e montata su telaio, sporadiche e lievi tracce marginali di ossidazione, ottima conservazione.
In cornice.
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Lotto 51 Vasi, Giuseppe
(Corleone 1720 – Roma 1782)
PROSPETTO DELL’ALMA CITTÀ DI ROMA. 1765
Acquaforte. mm 1030x2625. Foglio: mm 1110x2690.
Scalabroni, 313. Gori Sassoli, 50.
La più ampia e celebre veduta monumentale incisa di Roma, presa a volo d’uccello dal colle Gianicolo. Stampata su 12 fogli da 12 lastre. Datata “1765” nella lapide a sinistra contenente la dedica a Carlo III. Al centro le armi di Spagna affiancate dalle personificazioni della pace e della guerra. Nel secondo foglio in basso da sinistra, l’autore si è ritratto intento a disegnare la veduta. In basso, per tutta la larghezza del prospetto, l’ampia legenda contenente 390 voci.
Bellissima prova settecentesca completa ed omogenea stampata con segno nitido ed uniforme su carta vergellata. Grandi margini, applicata su tela e montata su telaio, tre mancanze reintegrate al margine superiore fuori dalla parte incisa, minimi difetti, per il resto ottima conservazione.
In cornice.
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Lotto 52 Ughi, Lodovico
(attivo a Venezia XVIII secolo)
Zucchi, Francesco
(Venezia 1698 – 1764)
ICONOGRAFICA RAPPRESENTAZIONE DELLA INCLITA CITTÀ DI VENEZIA … 1729
Acquaforte e bulino. mm 1475x2035.
Cassini, 72. Moretto, 152.
Importante e rara veduta monumentale di Venezia stampata in 20 fogli da venti lastre. Opera di notevole rilievo artistico e documentale realizzata con estremo dettaglio topografico in scala 1:2260 e dedicata da Lodovico Ughi al Doge Aloysio Mocenigo. Ai lati destro e sinistro sono allineate vericalmente sedici piccole vedute della città incise dallo Zucchi da soggetti di Luca Carlevarijs. In alto il titolo a caratteri cubitali e in basso la descrizione della città in otto riquadri.
I stato su 2 (I edizione) con l’indirizzo di Giuseppe Baroni a San Giuliano e prima dell’indirizzo di Ludovico Furlanetto.
Bellissima impressione stampata con segno nitido ed omogeneo su 20 fogli di carta vergellata. Foxing diffuso e tracce al verso di vecchio incollaggio. La carta si presenta smontata in fogli sciolti e reca alcuni difetti di conservazione legati ad un precedente assemblaggio. Alcuni strappi e lacune sui margini bianchi generalmente esterni alla parte incisa e dunque pressochè invisibili con la carta montata, una lacuna restaurata nel cartiglio in basso a destra e altri minori difetti.
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Lotto 53 Probst, Georg Balthasar (editore)
VEDUTA PROSPETTICA DI VENEZIA. 1740
Acquaforte su due lastra. mm 395 x 1090.
Moretto, 164.
Rara e suggestiva veduta della città lagunare stampata fra il 1740 ed il 1745; questa versione è la terza edita dai Probst a partire dal 1730. La prospettiva abbraccia la città dal S. Marta a S. Antonio di Castello.
Esemplare in bella e fresca coloritura d’epoca. Rifilata entro l’impronta della lastra ma completa della parte incisa e di tutta la legenda. Numerose tracce di foxing e di sporco. Lacune e strappi restaurati.
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Lotto 54 [attribuito a] Alberti, Cherubino
(Borgo Sansepolcro 1553 – Roma 1615)
LE ESPERIDI RACCOLGONO I POMI D’ORO
Penna e inchiostro bruno e acquerello bruno su carta vergellata con filigrana “Agnello pasquale in cerchio singolo”. mm 167x290.
Da Il giardino delle Esperidi affrescato da Polidoro da Caravaggio intorno al 1525 per il Casino del Palazzo del Bufalo Cancellieri a Roma in un ciclo dedicato a Perseo e Andromeda.
Dell’ affresco perduto rimane testimonianza in un bulino non datato di Cherubino Alberti (TIB 34/17, 109) che ritrae l’intera composizione.
Questo disegno, benchè stilisticamente più armonico e sicuro, è senza dubbio della stessa mano di un foglio dell’Alberti presso l’Istituto Nazionale per la Grafica raffigurante una Allegoria dell’Autunno (Inv. FN2957. Herrmann Fiore, 4) da un pennacchio di volta di Taddeo Zuccari anch’esso poi tradotto in incisione.
Come nel caso del foglio zuccaresco, il presente disegno potrebbe derivare da un disegno di Polidoro piuttosto che dall’affresco e solo indirettamente sarebbe preparatorio per l’incisione. Questa ipotesi giustificherebbe lo stile inconsueto rispetto al corpus grafico più noto dell’artista toscano; come infatti rileva Herrmann Fiore nella scheda del foglio dell’allegoria “Il segno non è quello tipico e sciolto di quando Cherubino copia da pitture, ma corrisponde alla maniera legata che egli ha quando copia e studia il ductus grafico di altri”.
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Lotto 55 Altomonte, Martino pseudonimo di Johann Martin Hohenberg
(Napoli 1657 – Vienna 1745)
TRANSITO DI GIUSEPPE
Penna inchiostro e acquerello bruno, acquerello azzurro e rialzi a tempera bianca, riquadrato a penna su carta vergellata. mm 355x217.
Applicato a supporto di cartoncino. Annotato al recto del supporto in antica grafia “Martino Altomonte”.
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Lotto 56 Aquila, Pietro
(Marsala 1640 – Alcamo 1692)
SAN TOMMASO D’AQUINO SALVATO DAGLI ANGELI DALLA TENTAZIONE
Penna e inchiostro nero e bruno e acquerello grigio su carta vergellata. mm 194x164.
Iscritto al verso a penna in antica grafia D. Pietro Aquila”.
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Lotto 57 [cerchia di] Boscoli, Andrea
(Firenze 1560 – 1607)
CORTEO DI SIRENE
Penna e inchiostro bruno su carta vergellata. mm 146x398.
Applicato a supporto con riquadratura a penna.
Il disegno replica in controparte un disegno di Andrea Boscoli presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Inv. 15115F) a sua volta ripreso da un modello del Buontalenti al Victoria and Albert Museum (Inv. E 1186-1931). Nei due disegni citati le figure femminili sono inserite nella scenografia teatrale detta L’armonia delle sfere, I intermezzo de La Pellegrina di Girolamo Bargagli, spettacolo teatrale rappresentato a Firenze nel 1589 per i festeggiamenti delle nozze fra Ferdinando dè Medici e Cristina di Lorena. I costumi e gli apparati furono appunto affidati al Buontalenti. L’ immagine fu anche resa nota nella traduzione incisa di Agostino Carracci (De Grazia (1984), 153).
Il nostro disegno può essere interpretato come parte del processo di passaggio fra l’originale modello buontalentiano ed il disegno di Boscoli; nel disegno del Buontalenti infatti le figure delle sirene sono 11 come nel presente foglio, mentre la loro postura replica, con leggere varianti, i modelli finali di Boscoli e Carracci.
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Lotto 58 [cerchia di] Bigari, Vittorio Maria
(Bologna 1692 – 1776)
STUDIO DI NUDO VIRILE E DI ARCIERE
Penna e inchiostro bruno e tracce di gessetto nero su carta vergellata grigio-verde. mm 252x173.
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Lotto 59 [attribuito a] Cantagallina, Remigio
(Borgo San Sepolcro 1582/83 – Firenze 1656)
PAESAGGIO CON GRANDE ALBERO E FIGURE
Penna e inchiostro bruno su carta vergellata. mm 199x145.
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Lotto 60 Scuola Emiliana I metà del XVII secolo
CRISTO CONDOTTO DAVANTI A CAIFA
Penna e inchiostro bruno su carta vergellata. mm 165x125.
Appllicato a supporto di cartoncino.
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Lotto 61 Scuola Emiliana I metà del XVII secolo
LA VERGINE CON BAMBINO E SANTI
Penna e inchiostro bruno e matita rossa su carta vergellata. mm 85x129
Provenienza:
F. Asta, Venezia (Lugt 116a. Timbro al recto).
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Lotto 62 Scuola Emiliana del XVII secolo
STUDIO PER IL VOLTO DI UN MONACO
Gessetto nero su carta vergellata color avana. mm 260x205.
Applicato a supporto recante timbro di collezione non identificata (Lugt, 3068).
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Lotto 63 [attribuito a] Cesari, Giuseppe detto il Cavalier d’Arpino
(Arpino 1568 – Roma 1640)
SANT’ONOFRIO
Matita rossa su carta vergellata. mm 108x83.
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Lotto 64 [attribuito a] Cardi, Lodovico detto il Cigoli
(Cigoli 1559 – Roma 1613)
FIGURA MASCHILE DRAPPEGGIATA
Matita rossa su carta vergellata con filigrana “Sole a sei punte entro cerchio singolo”. mm 425x270.
Al verso: Ritratto di giovane con copricapo (Raffaello?). Matita rossa.
Sia il registro compositivo che il segno, poco tratteggiato e molto granuloso e disteso della matita rossa, evocano strette analogie con i disegni preparatori delle figure di apostoli per L’ultima cena del 1591 per la Confraternita del Corpus Domini nella Chiesa di Sant’Andrea ad Empoli, andata distrutta nel 1944. Fra questi sono utili i confronti con due disegni al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Inv. 8910F. Chappell, 12 e Inv. 8947F. Chappell 13).
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Lotto 65 Cibo, Gherardo
(Genova 1515 – Roccacontrada 1600)
DUE DISEGNI
Roccia e albero morto
Grande roccia sul mare
Penna e inchiostro bruno e acquerello rosa, verde e violetto su carta vergellata. mm 103/95x179/187. Applicati a supporti di carta antica.
Sul supporto del I disegno iscrizione a penna in antica grafia “Al Molto Ill. Sig. Girolamo Mantelli”.
I due studi provengono probabilmente da fogli più grandi. la tecnica ed il registro compositivo della Roccia e albero morto sono confrontabili con lo studio al recto di una partitura musicale conservato presso la Biblioteca Civica di Fossombrone (Inv. vol. IV, c.13. Nesselrath, 14). Un utile raffronto per Grande roccia sul mare è un disegno di paesaggio presso la British Library di Londra (Inv. Ms.Add22333. Tongiorgi Tommasi, pag.63).
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Lotto 66 [cerchia di] Crespi, Giuseppe Maria
(Bologna 1665 – 1747)
POPOLANA IN UN INTERNO RUSTICO
Matita rossa su carta vergellata. mm 282x239.
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Lotto 67 Castello, Giovanni Battista detto il Genovese
(Genova 1547 – 1637)
DEPOSIZIONE DALLA CROCE
Tempera policroma su pergamena. mm 397x295.
Applicata a supporto di cartone pesante. Al verso del supporto le iscrizioni a penna in antica grafia: “Un quadro dipinto sulla cartina di carta pecora dal famoso autore Bernardo Castello” e “1600 genova”. Sempre al verso numerazione inventariale a penna “N° 2160”.
Replica di un celebre soggetto di derivazione raffaellesca; le figure nella parte superiore della composizione derivano infatti da un disegno conservato all’Albertina databile al 1506/07 (Inv. Bd IV 245) concordemente attribuito a Raffaello, la composizione intera invece è nota nelle traduzioni incise di Ugo da Carpi (TIB 48/12, 22) e di Marcantonio Raimondi (Schoemaker, 50). E’ invece ancora dibattuto l’argomento sulla paternità di un modello completo che abbia ispirato le stesse incisioni e dunque la presente pergamena; Stegemeier suggerisce che questo sia probabilmente opera di un discepolo di bottega del Sanzio, forse Giovanni Francesco Penni (Oberhuber, pp. 44/45).
La miniatura è parte della vasta produzione (ancora oggi lungi dall’essere esaustivamente censita) del Castello destinata alla commitenza patrizia genovese di immagini per la devozione privata. Le dimensioni insolitamente ragguardevoli della pergamena, indicherebbero l’importanza del committente. Si suppone che la sua riconosciuta celebrità come miniaturista, tale da determinare una vera e propria rinascita del genere, sia seguita al suo soggiorno in Spagna, chiamato da Filippo II, dove avrebbe miniato nel 1584 un prezioso antifonario dell’ Escorial.
Lotto provvisto di attestato di libera circolazione
Lot provided with export license
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Lotto 68 Creti, Donato
(Cremona 1671 – Bologna 1749)
DAMA DI PROFILO A FIGURA INTERA
Penna e inchiostro bruno riquadrato a penna su carta vergellata sottile. mm 193x124.
Al verso: Busto virile (satiro?) visto dall’alto. Penna e inchiostro bruno.
Al verso marchio di collezione con numerazione non identificato (Lugt, 1052b) apposto a penna.
Il soggetto deriva probabilmente da una libera interpretazione degli affreschi di Nicolò dell’Abate, in particolare da L’incontro di Alcina e Ruggero alla Pinacoteca Nazionale di Bologna (Mazza, pag. 194/195).
In cornice.
Pubblicato in:
A. Mazza, Artisti, eruditi e storiografi: la memoria di Nicolò in: S. Béguin / F. Piccinini, Nicolò dell’Abate. Storie dipinte nella pittura del Cinquecento tr Modena e Fontainbleau, Milano 2005, pag. 195 fig. 7.
M. Riccomini, Donato Creti. Le opere su carta. Catalogo ragionato, Torino 2012, n. 81.6.
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Lotto 69 Creti, Donato
(Cremona 1671 – Bologna 1749)
MADONNA CON BAMBINO E SAN GIOVANNI E SCHZZO DI DUE TESTE
Penna e inchiostro bruno su carta vergellata sottile. mm 221x162.
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Lotto 70 [cerchia di] Crosato, Giovanni Battista
(Venezia 1686 - 1756)
GIOCO DI AMORINI
Penna e inchiostro bruno e matita rossa, applicato a supporto con riquadrato a penna. mm 125x208.
In cornice.
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Lotto 71 De Jode, Pieter il Vecchio
(Amsterdam 1570 - 1634)
EPISODI DELLA VITA DI UN SANTO
Penna e inchiostro bruno su carta vergellata. mm 287x205. Applicato a supporto di carta vergellata.
Il disegno è plausibilmente parte di una serie agiografica alla quale appartiene un foglio di analoghe dimensioni, stessa mano ed identico registro compositivo, conservato al Louvre (Inv. 20011).
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Lotto 72 Dolci, Carlo
(Firenze 1616 – 1686)
MADONNA IN GLORIA
Matita rossa e matita nera su carta vergellata con filigrana “Profilo di uomo coronato entro un cerchio singolo” (cfr Heawood, 2607). mm 322x234.
Iscrizione all’angolo inferiore sinistro a matita rossa “Carlo Dolci (..?..)”.
Il foglio è in relazione all’omonimo dipinto ottagonale datato intorno verso il 1670 e dal 1970 presso la collezione della Stanford University (Inv. 1970.103. Baldassari, 137), del quale costituisce una versione grafica estremamente didascalica. Tipico ed inconfondibile l’uso della matita bicolore che il Dolci padroneggia in un tratteggio finissimo e meticolosamente insistito fino ad ottenere, in talune pieghe dei panneggi, vere e proprie campiture uniformi di spessore pittorico.
Consueta nella produzione grafica dell’artista fiorentino la ricorrenza di fogli che, come in questo caso, appaiono repliche fedeli delle opere finali, con caratteristiche più di memorie che di studi preparatori. Fra gli esempi più eloquenti lo Studio per Santa Maria Maddalena al Courtauld Insitute (Inv. RW.4369. Baldassari, 80a) per il dipinto già di Collezione Gerli (Baldassari, 80) e lo Studio per Angelo Custode agli Uffizi (Inv. 2526S. Baldassari, 144a) per il dipinto oggi al Museo dell’Opera del Duomo di Prato (Baldassari, 144) anch’esso databile verso il 1670. Entrambi i disegni citati sono eseguiti nella stessa tecnica del rosso-nero.