Pre-Asta Asta 55 - Arte Antica, Orientale, Moderna e Contemporanea
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Lotto 73 Anonimo del XIX secolo, Otto disegni satirici e caricaturali. 1820 ca.
Matita nera su fogli di taccuino in carta bianca non vergellata. mm 164x115. (8) Segni di legatura al lato sinistro. -
Lotto 74 Charles Pierre Baratier, Présence de Dieu / Secret de la vie spirituelle / Pour arriver à la vie éternelle. A Grenoble, de l'Imprimerie de C.-P. Baratier, 1818-1829.
Xilografia in coloritura. mm 640x483. Manifesto popolare a carattere satirico-devozionale stampato a Grenoble da Charles Pierre Baratier: Baratier ottiene la licenza di tipografo nel 1818 ed esercita singolarmente fino al 1829 quando la tipografia diventa "Baratier frères". Fu una delle maggiori tipografie della città, con clienti provenienti dal vescovado, dai tribunali e dagli studiosi locali. Carta vergellata sottile con filigrana "B.F.K.". (1) Presenza di lievi pieghe. -
Lotto 75 Nicolas de Larmessin [da], Habit de Centurier / Habit de Boulanger / Habit de Remouleur Gaigne Petit / Habit de Boucher / Habit de Bonnetier. 1695-1720.
Acquaforte e bulino. mm 264/270x185. Foglio: mm 280x200. Copie in controparte da Les Costumes Grotesques: Habits des Métiers et Professions, serie in 97 tavole, iniziata intorno al 1690 da Nicolas II con i primi 62 pezzi, ai quali si aggiungono i 14 della sua vedova Marie Bertrand recuperati dai disegni del marito rimasti incompiuti, arricchita e completata dal fratello Nicolas III con ulteriori 21 incisioni realizzate tra il 1695 e il 1720. Buone prove su carta vergellata con filigrana "lettere PM in cerchio singolo sormontato da trifoglio" (Bologna, 1740 circa). (5) Tutte le tavole con piccoli margini oltre la battuta del rame, diffuso ingiallimento con sporadiche fioriture; piccole mancanze marginali e forellini di tarlo su alcune. Tracce d'uso. -
Lotto 76 Domenico Dell'Acerra, Dodici tavole satiriche con scene di vita e personaggi impersonati da scimmie per Viaggi di Enrico Wanton alle terre incognite australi,... Berna [ma Villa di Melma]: s.e. [ma Remondini], 1764.
Acquaforte. mm 153x210. Foglio: mm 175x230. Dodici tavole per le illustrazioni del volume di Zaccaria Seriman (sotto lo pseudonimo dell'inglese Enrico Wanton), Viaggi di Enrico Wanton alle terre incognite australi, ed ai regni delle scimie, e de' cinocefali nuovamente tradotti da un manoscritto inglese. 1764. In questo viaggio immaginario nelle terre sconosciute dell'Oriente e dell'Emisfero australe, su modello del Gulliver swiftiano, Seriman affronta le principali problematiche del suo secolo immaginando differenti modelli culturali e societari, con una pungente satira soprattutto della società veneziana del tempo. Il volume venne corredato di illustrazioni con scimmie in vesti umane. (12) Fogli in buono stato con pieghe editoriali da inserimento in volume e segni d'uso. -
Lotto 77 Giovanni Florimi, Il tedeschino che li piace il vino / Romagasso il bizarro. 1630-1650 ca.
Bulino. mm 188x127 e 195x132. Nagler, II, 2261. In basso al centro di una delle due incisioni si legge "Gio. Flor. flor". Coppia di tavole da una serie molto rara tratta dai Gobbi di Jacques Callot. Non conosciamo con esattezza il numero di tavole della serie completa, forse 20 come i Gobbi callotiani; 16 ne descrive Luigi Rasi, attore drammaturgo e storico del teatro, nel catalogo della sua collezione (Catalogo generale della raccolta dramatica italiana di Luigi Rasi, Firenze, Tipografia l'Arte della Stampa,1912, pp. 64-65, al capitolo "Maschere, buffoni, scene"), che così le elenca nell'ordine: Guido Selvagio Dasutri, Il Tedeschino che li piace il vino, Bizzarro Pedrolino, Il Bravazzo de Catania, Il Chitarino grazioso, Cola Chiatta dal Colascione, Il Virtuoso oltramonta)io con la sinfonia, Rodomonte altiero, Il Violiìio da Val Bronbajta, Il povero Guittone che va in calca, Naspo Bizarro nobile da Francolino, Cola Chiatta dal Tiorba, Marsia che perse la pelle con Apollo sonando il subiotto, Il furioso Trapolino, Panza piena da Lizafusina, Romagasso il Bizzarro. Presso la Biblioteca degli Intronati di Siena sono conservate 13 tavole con due non descritte da Rasi (Miser Sburufaldo Tedescho, Gradasso Arcibravo Paladino. Si veda Ettore Romagnoli, Biografia cronologica de' Bellartisti senesi, (ante 1835), 1976, X, p. 132/2), mentre un lotto di 14 è andato in vendita da Christie's il 12/06/2009 (Splendid Ceremonies the Paul and Marianne Gourary Collection of Illustrated Fête Books, Lot 469). Carta vergellata sottile priva di filigrana. (2) Entrambe le tavole con sottile margine oltre la linea d'inquadramento, e tracce di vecchio incollaggio al verso. Due lievi spellature al verso di uno dei fogli. -
Lotto 78 Johann Jakob Haid Gilles Rosselin [excudit], Le quattro parti del giorno. Augsburg: chez J. Jacques Haid /Paris chez Mr Gilles Rosselin, 1760 ca.
Acquaforte e mezzotinto. mm 418/420x280/283. Foglio:mm 490/494x352/363. La tavola con la Mezzanotte è tratta da un dipinto perduto con scena di stregoneria di David Teniers il giovane, soggetto ripreso da altri incisori dell'epoca tra i quali Jan Jacques Aliamet. Buone prove su carta vergellata con filigrana "stemma coronato quadripartito con armi", visibile su tutti i fogli. (4) Ampi margini come in origine, forse lievemente resecato un margine in alto a una delle tavole. Tutti gli esemplari presentano due strappi entro l'inciso nella parte sinistra riparati al verso. Uno strappo al margine inferiore della tavola con la Sera. In alto al verso di ciascun foglio residuo di nastro cartaceo. -
Lotto 79 Giuseppe Maria Mitelli, Gioco nuovo del Turco, del Todesco, e del Venetiano. 1684-1685.
Acquaforte. mm 305x433. Foglio: mm 370x492. Buscaroli, 118. Varignana, 526. Sulla lastra compaiono il titolo in alto e, in basso a sinistra, la firma "G. M. Mitelli I. e F. in Bologna."[s.d.]. Gioco di dadi a vignetta senza tavoliere. Si gioca con due dadi, sul tappeto del tavolo si leggono le regole del gioco mentre in basso sono illustrate le combinazioni vincenti: punti del Todesco e del Venetiano. Le combinazioni del Turco sono perdenti. Il Turco, sicuro di aver vinto, mostra le sue carte, ma gli altri due, mostrando le loro, dichiarano d'essere loro i vincitori. L'incisione non è datata, ma presumibilmente deve attribuirsi al 1684-85, allorché, dopo la lega fra l'Imperatore e i Veneziani, Maometto IV perdeva parte dell'Ungheria e alcune isole dell'Egeo. Bellissima prova su carta vergellata sottile con filigrana lettere "GMR". (1) Foglio integro con margini come in origine. Restauro all'angolo inferiore destro. Piega di legatura verticale al centro con residuo di brachetta cartacea al verso. Punto di assottigliamento della carta all'angolo sinistro in basso. -
Lotto 80 Giuseppe Maria Mitelli, La maschera è cagion di molti mali. 1688.
Acquaforte. mm 430x304. Foglio: mm 458x317. Bertarelli, 495. Con la data "1688" sulla lastra in basso a sinistra e la firma "G. M. Mitelli Ie F." a destra. Al centro della composizione una maschera con sembianze umane è circondata da figurine diaboliche e da rappresentazioni allegoriche che alludono alle tentazioni dei cinque sensi. In basso al centro una coppia danza tra due diavoli musici con in basso i motti "al mio basso ballate" e "e in questo tuon cantate". Bella prova su carta vergellata con filigrana "otto cerchi vuoti lungo i lati lunghi e parziale scritta ...ZANO". (1) Margini di 4/8 mm oltre la battuta del rame. Vecchie pieghe e fragilità riparate con controfondatura su carta Giappone. Lieve ma diffuso ingiallimento del foglio con due sottili fasce di brunitura al margine superiore e a quello inferiore. -
Lotto 81 Giuseppe Maria Mitelli, Il gioco del Aquila, quale si gioca con due dadi... 1690 ca.
Acquaforte. mm 428x305. Foglio: mm 540x405. Gioco con i dadi a vignetta, senza tavoliere. Si gioca con due dadi, con sigle. Titolo nella parte superiore con a seguire le regole. Sotto al titolo, a destra "G. M. Mitelli I.F."[s.d.]. Nella parte alta della tavola si trova la figura dell'Aquila Imperiale alle cui ali spiegate sono appesi i medaglioni rappresentanti gli alleati contro i Turchi. L'aquila tiene avvinti negli artigli le estremità delle catene che recano a medaglioni colle teste dei pascià, richiamo alle vittorie ottenute dagli Alleati fra il 1683-1690 al quale ultimo anno si può approssimativamente attribuire l'incisione. In basso, si osserva la figura del Sultano incatenato. A queste figurazioni e scritte si aggiungono le combinazioni dei dadi e le indicazioni della sorte del gioco. L'incisione, non datata, celebra le vittorie alleate contro i turchi sino al 1690, epoca probabile dell'esecuzione: hanno quindi interesse per i riferimenti ai fatti di guerra le immagini e le iscrizioni. Bellissima impressione su carta vergellata sottile con filigrana "piccolo fiore di giglio" e contromarca con lettere "GDF". (1) Foglio integro con margini come in origine. Lieve traccia di alone esteso al centro. Deboli pieghe di stampa. Al margine destro alcuni brevi strappi riparati e minime fioriture alle estremità. -
Lotto 82 Giuseppe Maria Mitelli, Gioco della Speranza. 1699.
Acquaforte in coloritura. mm 310x220. Foglio: mm 370x278. Bertarelli, 617. Sulla lastra in basso a sinistra "Mitelli inv. e Fece 1699. in Bologna.". Gioco di dadi a vignetta senza tavoliere. Si gioca con un dado, vince solo il 6, il 5 né vince né perde. Sulla muraglia della torre al centro compaiono il titolo e le regole del gioco, sulla sommità un soldato trattiene con un filo una pernice, un'anatra, una quaglia e un tacchino, che i quattro personaggi in basso in rappresentanza di quattro nazioni (Spagna, Fiandra, India e Italia), si augurano di catturare. Nell'ovale alla base della torre la figurazione allegorica della Speranza con l'ancora, suo attributo. Seduto su un'altura a destra un turco osserva la scena con un canocchiale. Bellissima impressione su carta vergellata sottile priva di filigrana. (1) Foglio con ampi margini come in origine. Traccia di lievi pieghe di stampa, sul lato sinistro al verso nastrino cartaceo per tutta la lunghezza. Segni d'uso. -
Lotto 83 Antonio Tempesta, Sette ritratti grotteschi dall'Orlando furioso. 1590 ca.
Acquaforte. mm 147x108. Foglio: mm 153/156x107/111. Bartsch, XVII, 1358-1369. The Illustrated Bartsch, vol. 37 (17), p. 203. Da una serie di dodici, che Bartsch descrisse erroneamente come "Les principaux héros et héroines des Romains représentés d'une manière grotesque et des plus burlesques". Le invenzioni derivano in realtà dall'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e richiamano la tradizione iniziata con i ritratti grotteschi di Leonardo da Vinci. Nelle tavole del Tempesta l'idealizzazione della bellezza viene ribaltata in senso grottesco allo scopo di suscitare l'ilarità. Ciascuna tavola è composta da un doppio ritratto caricato su un unico foglio con i personaggi affrontati di profilo. Nel caso presente ciascuna incisione rappresenta la metà di una tavola della serie. Bibliografia: S. Samek Ludovici, Caricature inedite di Antonio Tempesta, in "Studi di biblioteconomia e storia del libro in onore di Francesco Barberi", Roma, 1976, pp. 513–517. (7) I fogli si presentano tutti applicati a pieno su supporto in carta vergellata sottile, in alto al centro di ogni montaggio marchio di collezione impresso a secco non identificato. Piccoli margini su tre lati, rifilato alla linea d'inquadramento il lato dove la tavola è stata divisa. -
Lotto 84 Pietro e Giuseppe Vallardi, Lotto reale. Milano: presso P. e G. Vallardi, ante 1818.
Incisione in rame in coloritura. mm 745x735. Tavoliere formato da 36 caselle con raffigurati personaggi, animali, fiori e piante. Si compone poi di due fasce laterali, con a sinistra gli scomparti del "pari fuori", "dispari fuori", "dentro" e "dispari", e a destra "dispari dentro", "pari", "fuori" e "pari dentro". Nella fascia in basso gli scomparti "bianco" e "rosso", in quella in alto "passa", nove caselle rotonde con i numeri da 1 a 9, e infine il riquadro con "manca". Il Lotto Reale o Biribissi, era un gioco d'azzardo diffusissimo in Italia nel Settecento, tanto nelle corti quanto tra il popolo: lo si giocava nelle osterie, nei teatri, in strada. Funzionava come una tombola figurata, con la differenza che i giocatori puntavano somme in denaro sulle varie caselle della tabella. Il Banco avrebbe poi estratto da un sacchetto dei foglietti arrotolati con i vari numeri, determinando così la vincita o meno dei partecipanti. Si veda altro esemplare presso Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" (Collezione Giuliano Crippa, 187). (1) Esemplare rifilato alla cornice d'inquadramento del tabellone e applicato a pieno su tela. Traccia di piegatura del foglio in quattro con nastro di rinforzo al verso in corrispondenza delle pieghe. Pieghe e screpolature dovute a utilizzo. -
Lotto 85 Frammento di clavus con orbiculus decorato con suonatori di flauto di Pan. Egitto, V-VI secolo d.C.
Frammento di bordura in lino. cm 12,5x13. Le stoffe copte ritrovate in Egitto furono portate in Europa fin dal XVII secolo, come semplici curiosità. Solamente a partire dai primi decenni del XX secolo divennero oggetto di una vera e propria indagine storico-artistica. La maggior parte dei reperti sono datati fra il IV e il X secolo, e solitamente si tratta di frammenti di tuniche o di parti del loro ornamento. La tunica era decorata da clavi, cioè bordi ornamentali che, dalle spalle, scendevano sulla schiena e sul petto. Sulle spalle e sul petto, o sulla parte inferiore della tunica potevano trovarsi anche delle tabulae o degli orbiculi, ovvero degli inserti ornamentali rispettivamente di forma quadrata o circolare, monocromi o policromi. Inoltre, spesso un bordo ornamentale circondava il fondo della tunica, delle maniche e della scollatura, diventando talvolta, in quest'ultimo caso, un vero e proprio pettorale. Provenienza: Collezione Tammaro De Marinis. (1) In antica cornice dorata. Con la cornice: cm 250x300. -
Lotto 86 Capolettera miniato lettera N con i santi Pietro e Paolo. XIV secolo.
Tempera a colori e oro su pergamena. mm 75x80. Provenienza: Collezione Tammaro De Marinis. (1) La lettera è stata resecata ai contorni e applicata su vecchio cartoncino. Con il supporto mm 95x105. In antica cornice dorata: con la cornice:cm 15,5x17. -
Lotto 87 Iniziale O miniata con Presentazione di Gesù al Tempio. Seconda metà del XIV secolo - primi decenni del XV.
Tempera a colori su pergamena e oro. mm 143x140. Splendida iniziale 'O' miniata con al centro la Presentazione di Gesù al tempio (Luca, 2:22-40) da antifonario pergamenaceo. Al verso notazioni musicali quadrate su tetragramma tirato in rosso; nella rubrica in rosso alla seconda riga si legge "Nativitatis Beatae Mariae", in scrittura rotonda. L'incipit miniato è delimitato da due tralci fitomorfi in blu e verde. Nello specchio al centro la scena della Presentazione di Gesù al tempio si svolge all'interno del santuario, dove solitamente è la Vergine a porgere il Bambino al vecchio Simeone, che si prepara a riceverlo con le mani velate. Qui Simeone ha già il piccolo Gesù tra le braccia ed è Maria ad avere le mani coperte da un panno sottile reso con grande morbidezza e passaggi sottili di pittura. Accanto a Simeone compare Giuseppe che reca le colombe per la purificazione, di fronte la Vergine con accanto la profetessa Anna. Dietro di loro un religioso reca l'agnello sacrificale. Le figure di Simeone e Giuseppe si ergono da dietro un altare timidamente prospettico e coperto da un ricco tovagliato a sottolineare il valore sacramentale della scena. Sull'altare è posto un crocefisso, prefigurazione della profezia di Simeone alla Vergine: "...parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».(Luca, 2:33-35). In altre rappresentazioni sono il pane e il vino posati sull'altare a prefigurare il sacrificio di Cristo. L'episodio della Presentazione al Tempio è spesso, come in questo caso, associato alla Purificazione della Vergine: Maria e Giuseppe, infatti, si recano al tempio per consacrare il figlio al Signore, come prescritto dalla legge mosaica, che prevedeva il sacrificio a Dio di ogni primogenito, che poteva essere riscattato pagando cinque sicli d'argento (Numeri, 18:15-16). La madre, poi, era ritenuta impura per sette giorni dopo la nascita del figlio e per altri trentatré giorni non poteva entrare nel santuario fino al rito della purificazione, che avveniva tramite il sacrificio di un agnello e di una tortora o colombo, ma "se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi" (Levitico, 12:1-8). (1) Minimi distacchi nella parte a foglia d'oro. Residui cartacei in alto al verso. -
Lotto 88 Foglio di antifonario pergamenaceo con iniziale rubricata. XVI secolo.
Manoscritto su pergamena a inchiostro nero e rosso, alcune lettere in blu. Scrittura tardo gotica con notazione musicale quadrata su tetragramma. Testo al recto: "[...] exaudisti me, Deus: inclina aurem tuam, et exaudi verba mea: Dicit Dominus: Ego cogito cogita / Testo al verso: tiones pacis, et non afflictionis. Invocabitis me, et ego exaudiam vos, et reducam captivitatem vestram[...]. Incipit con lettera D miniata al recto con motivi fitomorfi in blu, rosa, verde, arancio e oro. (1) Lieve traccia di minime pieghe. -
Lotto 89 Iniziale 'S' miniata raffigurante San Pietro. Fine XV-inizio XVI secolo circa.
Frammento di antifonario pergamenaceo (mm 220x88). Iniziale "S" miniata (mm 92x74) al recto raffigurante San Pietro che tiene le chiavi della Chiesa, realizzata a tempera azzurro, rosa, verde, arancio, bianco, grigio e oro. Parti scritte in grafia gotica a inchiostro nero. Notazione musicale quadrata su tetragramma tirato a inchiostro rosso. (1) Minuscoli forellini in alto e lungo il lato sinistro. In basso estremità tagliata irregolarmente con residuo cartaceo al verso. -
Lotto 90 Scuola francese XVI secolo, Placchetta in rame con La morte della Vergine. 1520 ca.
Smalto su rame. cm 21,5x17,3. Placchetta a smalto su rame verosimilmente facente parte di un ciclo dedicato alla Vita della Vergine. Secondo l'uso le placchette erano disposte lungo i lati di una cornice che conteneva al centro una tavola dipinta, l'insieme poi fungeva da pala d'altare o da quadro votivo davanti a un inginocchiatoio. Si confronti con il retablo con formelle dedicate alla Passione di Cristo dalla Cattedrale di Beauvais (oggi Musée de l'Oise) e con agli smalti della chiesa di Notre-Dame de Vitré (Ille-et-Vilaine) e quelli del Museo del Rinascimento di Ecouen (Val-d'Oise). (1) Alcuni distacchi, segnatamente all'angolo in alto a sinistra e in misura minore lungo i lati e all'angolo in basso a destra. La placchetta è inserita in cornice a cassetta moderna. Con la cornice: cm 270x220. -
Lotto 91 Anonimo della fine del XVI secolo, Progetto architettonico con mascheroni, arpie e delfini.
Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello marrone chiaro, tracce di matita nera, carta vergellata sottile priva di filigrana. In basso verso sinistra il numero "31" a matita nera. mm 260x188. (1) Resecato irregolarmente al lato sinistro. -
Lotto 92 Scuola veneta del XVII secolo, Cristo incontra due discepoli in cammino verso Emmaus.
Olio su tela. cm 77,5x105 (1) Reintelato. In vecchia cornice dorata. Con la cornice: cm 100x126. -
Lotto 93 Sei matrici xilografiche con episodi religiosi. XVII secolo.
Sei matrici xilografiche in legno di frutto (verosimilmente pero). cm 8,6x11,2. Le scene raffigurano episodi di vita religiosa con corteo papale, scena di udienza, celebrazione della Messa, somministrazione della Comunione, forse per illustrazioni di corredo a volume a stampa. (6) -
Lotto 94 Scuola ferrarese del XVII secolo, Annunciazione.
Olio su tela. cm 56,5x64. Il dipinto è corredato di relazione tecnica sull'intervento di pulitura al quale è stato sottoposto. (1) Prima tela. -
Lotto 95 Anonimo del XVII secolo, La Fedeltà.
Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello grigio su pergamena. mm 77x54. La figura è rappresentata seduta su una roccia con l'iscrizione "Et memoriae aeternae ", nell'atto di incidere su una tavola di pietra le lettere "H C", con un piccolo cane accucciato ai suoi piedi. Entro la cornice decorativa che inquadra l'immagine si scorgono maschere ai quattro angoli, in basso un volume aperto, lungo i lati strumenti musicali e un globo armillare. (1) Al verso minimi residui di carta lungo i lati e in alto di nastro adesivo. -
Lotto 96 Ritratto di uomo barbato con berretto.
Matita nera su carta color sabbia con filigrana "frecce incrociate sormontate da stella" (simile a Woodward, 193). mm 208x168. Disegno di bella qualità eseguito su carta con filigrana verosimilmente del XVI secolo ma con vergellatura non distinguibile. (1) Traccia di piega verticale parallela al margine destro, segni di tarlo in alto e al margine destro. Alcune fragilità.