Asta 27: L'Aquila si apre al mondo - Asta di Antiquariato
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Lotto 49 Salvator Rosa (1615 - 1673)
Soldato di spalle appoggiato presso un banco di rocce
acquaforte/ puntasecca cm 20,3x13,6
Dalla serie "Diverse figure o Capricci" comprendente 62 incisioni
In basso a destra il numero 35
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Lotto 50 Pittore italiano attivo tra il secondo ed il terzo decennio del XIX secolo
Ritratto virile a torso nudo
olio su tela cm 50x50; con cornice cm 60x50 Probabile lavoro d'accademia -
Lotto 51 Manifattura dell'Italia centrale del XVII secolo
Grande cornice a cassetta in pioppo dorata a mecca con superfice bulinata a trame reticolari e con decori fogliati
cm 141x168; luce cm 104x133 -
Lotto 52 Andreas Cellarius (Neuhausen, 1596 - Hoorn, 1665)
ITALIA-DALMAZIA. 1731. ITALIA MEDIA SIVE PROPRIA 1731
Acquaforte acquerellata a mano 1731 Bella carta, arricchita da cartiglio figurato, raffigurante la penisola fino alla foce del Volturno e al promontorio del Gargano. Tratta dall'opera di Cellarius “NOTITIA ORBIS ANTIQUI SIVE GEOGRAPHIA PLENIOR”, edita da IF Gleditschii a Lipsia nel 1731.
Incisione in passepartout e cornice in legno bordata con filo oro -
Lotto 53
Vaso biansato in porcellana a fondo oro e decoro policromo di paesaggio agreste entro riserva centrale al corpo ovoidale.
Due identici esemplari in porcellana, di medesima fattura, sono pubblicati in: Agliano A., Ceramica dell' Ottocento, istituto Geografico De Agostini - Collana "Documenti d'antiquariato", Novara 1984 alle pagine 24 e 25. -
Lotto 54 Giulia Domna in rosso antico. Scultore romano del XX secolo
altezza cm 43
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Lotto 55 Manifattura Giustiniani della fine del XIX
Oliera da tavola in terraglia bianca con decori a rilievo di gusto settecentesco.
cm 26x22x16 -
Lotto 56 Luigi Fabris (Bassano del Grappa, 1883 - 1952)
Grande scultura in porcellana policroma raffigurante Dama in una carrozza, cocchiere e due cavalli.
cm 102x32x38; dimensioni della base lignea dorata cm 110x34,5 Firmata in un cartiglio al retro della carrozza “L. Fabris”.
Una dama con un sontuoso abito stringe in entrambe le mani un mazzo di fiori. Siede in una carrozza verde e oro le cui pareti interne ed il tettuccio sono decorati con serti floreali dentro riserve a losanga verdi.
L’esterno della carrozza nei tre riparti del lato è istoriato con una Venere che danza con due putti mentre agli altri lati , rispettivamente, con tre putti danzanti.
La parte inferiore della carrozza termina con un uno stemma nobiliare (nel quale è la firma del Fabris) contornato da due aquile dorate con le ali spiegate. Un cocchiere in livrea gialla e tricorno nero con decori in oro reca in mano una frusta e le briglie di due cavalli bianchi con finimenti verdi, quest’ultimi separati dalla parte anteriore della carrozza che finisce con una testa leonina in oro.
Il tutto poggia su una base lignea ed è racchiuso in una teca con relativi supporti da parete in legno intagliato e dorato.
Fabris si formò presso il Regio Istituto di Belle Arti di Venezia tra il 1905 e il 1906, sotto la guida di Antonio Dal Zotto. Nel 1912, dopo un periodo di insegnamento a Ponte di Legno, rientrò a Bassano per insegnare nella Scuola di Disegno e rilevò la Premiata Fabbrica Maioliche Artistiche del Prof. Raffaele Passarin, elaborando i suoi primi modellini di ceramica. Nel 1916, a causa di un bombardamento aereo che colpì Bassano durante la prima guerra mondiale, decise di trasferirsi a Milano. Nella città lombarda Fabris maturò la decisione di sperimentare la produzione di porcellana. Le prove per la composizione delle materie prime e per le cotture ad alta temperatura vennero superate grazie alla collaborazione del fratello di Raffaele Passarin, ingegnere nei laboratori della Ercole Marelli. Ottenuti i risultati desiderati, Fabris fondò una fabbrica di Porcellane Artistiche in corso Indipendenza 7 a Milano. Disegnò il marchio dell'Ancora rossa e il monogramma del nome per tutelare le proprie opere e sfornò in pochi anni un'ampia varietà di modelli, anche di grandi dimensioni (come quello proposto in asta), cosa rischiosa e inusuale per la porcellana. -
Lotto 57
Ribalta in radica di ulivo, Veneto inizi XVIII secolo
cm 108,5x115,3x62
Splendida ribalta in radica di ulivo a fronte mosso a 3 cassetti con segreto sul piano scrittoio.
Munita di calatoia a ribalta che cela un ampio piano attrezzato con 4 cassetti e un vano a giorno centrale.
In ottimo stato di conservazione.
Perfetta patina. Piccole mancanze.
Maniglie non coeve.
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Lotto 58 Piotr Topolski (Kielce , 1960 - )
Ritratto di filosofo
olio su tela cm 22,5x16,5; con cornice cm 34x28,5
Firmato in basso a destra in rosso
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Lotto 59
Cassapanca in legno in patina scura con intaglio dentellato al coperchio. Tirolo, XIX secolo
cm 61x138,5x45 Pannello frontale decorato con scene di città. -
Lotto 60 Piotr Topolski (Kielce , 1960 - )
Ritratto di anziano sacerdote
olio su tela cm 22,5x16,5; con cornice cm 34x28,5 Firmato in basso a destra in rosso -
Lotto 61 Paolo Monaldi (attribuito a) (roma, 1710 - Roma, 1779)
Incontro al fontanile
Olio su tela cm 57,5x78, con cornice cm 78x100 -
Lotto 62 Max Klinger (Lipsia, 1857 - Großjena, 1920)
Die Quelle
acquaforte cm 15,2x11,4; lastra cm 33x22,9 -
Lotto 63 Giovanni Maria delle Piane il Mulinaretto (attribuito a) (Genova, 1660 - Monticelli d' Ognina, 1745)
Inedita coppia di ritratti in ovale in cornice coeva dorata a più modanature.
olio su tela cm 97x74; con cornice cm 108x85 Ritratto di gentildonna stante a trattenere un rametto di fiori d' arancio con la mano destra, alludente ad un unione matrimoniale e ritratto di anziano gentiluomo con parrucca.
Bibliografia di riferimento:
D. Sanguineti "Genovesi in posa. Appunti sulla ritrattistica tra fine Seicento e Settecento" -
Lotto 64 Giovanni Antonio Magini noto anche con il nome latino Maginus (PAdova, 1555 - Bologna , 1617)
Italia Antica di Cl. Tolomeo
Tratta da: MAGINI, Giovanni Antonio (1555-1617). Italia. Bologna, a spese dell’autore (Sebastiano Bonomi), 1620, prima edizione pubblicata postuma per le cure del figlio Fabio e da questi dedicata a Ferdinando Gonzaga, del primo atlante geografico italiano. (vedi cartiglio al retro della cornice con il frontespizio dell’opera citata).
Le carte del Magini rimasero insuperate per oltre un secolo ed esercitarono una grande influenza, venendo più volte copiate e contraffatte, sia in Italia che all’estero. L’atlante si compone di una carta dell’Italia e di sessanta carte regionali, secondo i confini dei singoli stati d’allora, ed è corredato dalla nomenclatura e da note storiche.
Quivi l’autore riuscì brillantemente a raccordare le migliori carte disponibili (quelle di G. Gastaldi, G. Mercatore e A. Ortelius) con i dati da lui raccolti personalmente o ricevuti da informatori locali. Il progresso maggiore si ebbe nella descrizione dell’Italia meridionale, che migliorò di molto le precedenti raffigurazioni.
Incisione in rame. Esemplare in perfette condizioni. Molto rara e ben contrastata. In cornice di radica del XX secolo -
Lotto 65 Manifattura di Ginori, Doccia, primi decenni del secolo XIX
Zuppiera profilata in blu e oro con decori a vedute di città, tre tonde nel coperchio e due ovali nel corpo
cm 35x38 Già segnalata nel catalogo del Museo di Capodimonte come oggetto proveniente dalla Fabbrica di Doccia, è riferibile a quel momento in cui nella manifattura si producevano servizi con le vedute della città di Firenze, Roma, Napoli, secondo un repertorio importato a Firenze da Napoli con il pittore Ferdinando Ammannati. -
Lotto 66 Manifattura tedesca della fine del XIX secolo, Volkstedt di Dresda
Inchino a Luigi XVI
cm 44x70x38 Al fronte stemma coronato con tre gigli oro di Francia su campo azzurro.
La scena rappresenta plasticamente l'inchino di una coppia di nobili al Re Luigi XVI e alla Regina Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena assisa in trono.
Ai loro piedi un cartiglio e un volume.
Condizioni: lievi felature alla base, rottura di qualche rosellina, mancanza alla corona e all'indice della Regina
Volkstedt di Dresda, come da marchio in azzurro al retro. -
Lotto 67
Torso in marmo rosso antico. Roma, fine del XIX - inizi del XX secolo
cm 43x21x11 -
Lotto 68 Pittore dell'Italia meridionale della seconda metà del XIX secolo
Ritratto di Donna Angiola Pacilio, vedova di Antonio Rossi.
olio su tela cm 75x63; con cornice cm 78,5x66 La figura assisa su una sedia si staglia davanti ad una tenda verde, indossa un vestito decorato a fiori ed arricchito da gioielli, una delle due mani è guantata.
Alla sinistra la scritta "D. Angela Pacilio, ved. Rossi"
Cornice moderna -
Lotto 69 Hendrick Goltzius (Muhlbracht, 1558 - Haarlem, 1617)
Mercurio che uccide Argo
Bulino 17,3x25 cm.
Iscrizione: "Eripit et vivis blando sociata sopori Custodem Inachie niors inopina bouis. Hoc opus, hoc inges decus est Cyllenidos Harpes Junonem Maia fallere nate potes" dal testo delle Metamorfosi Ovidio, Met., Libro I, vv. 713-723.
Una volta che Argo si è addormentato, Mercurio, dio di Cillene, come riferiscono Ovidio e Estius, smette di parlare e sfiora con la verga gli occhi di Argo. Goltzius non rappresenta questo momento, bensì il successivo, più violento, assassinio del pastore, decapitato con la spada ricurva del dio. Io è presente nella scena, anche se di spalle come fosse pronta all’imminente fuga, ma non pare avere un ruolo dominante, nonostante si percepisca lo sconcerto della giovenca, consapevole di essere la causa della morte di Argo.
Condizioni: rifilata al rame, numeri in basso abrasi, gora nella parte centrale ed in alto, una piccola lacuna al centro, al retro segni di nastro adesivo.
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Lotto 70
Coppia di angeli tedofori in legno intagliato e dorato, Centro Italia, XVII secolo
altezza cm 93 Rif 359 -
Lotto 71 Pittore dell'Italia meridionale della seconda metà del XIX secolo
Ritratto di D. Maria Rossi figlia di Antonio e Angiola Pacifico
olio su tela cm 81x64,5; con cornici cm 84,5x67,5 La ragazza, la cui figura si staglia davanti ad una tenda viola, indossa un sontuoso abito puntinato, arricchito da gioielli. Reca in mano un cartiglio che spiega la sua genealogia ed il giorno della scomparsa nel 1859 a soli 20 anni -
Lotto 72 Pittore dell'Italia centrale del XVII secolo
San Francesco Saverio
olio su tela cm 102x74; con cornice cm 120x94 Il dipinto è occupato interamente dalla figura del santo gesuita, che indossa sopra un abito nero una cotta bianca dal panneggio raffinato, minuziosamente resa nel particolare decorativo delle larghe maniche ed una stola verde chiaro riccamente decorata a motivi floreali. Il santo indica con un dito il Crocifisso, suo attributo iconografico, che reca in alto col braccio sinistro. A sinistra in alto, compare il monogramma IHS, trascrizione latina dell’abbreviazione del nome greco di Gesù (᾿Ιησοῦς, maiuscolo ΙΗΣΟΥΣ) quale si trova in manoscritti greci e in iscrizioni, attorniato da due cherubini. Ignazio di Loyola l’adottò, sormontata dalla croce, come emblema della Compagnia di Gesù.
Cornice coeva dorata e a più ordini di modanature