500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA
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Lotto 2 Antonio Fiordibello (Modena 1510 - ivi 1574)
Inquisizione - Pio IV - Regno di Portogallo e Algarve - ebrei e mussulmani convertiti - India (America?) e gemme
Minuta di lettera papale autografa
Due pagine in-4, su bifolio
Firma/data: 10 settembre 1562
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Nella missiva, autografa e vergata in splendida grafia bastarda, Fiordibello comunica, in qualità di segretario di Papa Pio IV, al sovrano Sebastiano I (1554–1578), Re di Portogallo e d’Algarve, di avere ricevuto con i dovuti onori il suo emissario, l'umanista Alvaro de Castro, e ringrazia per l’invio di quei doni che erano stati trattenuti in Spagna e che dice volentieri accolti come «pietatis indicium» poiché «abbiamo cara più la pietà che tutte le gemme dell’India». Inoltre circa il problema «novorum christianorum qui in regno tuo sunt» il parere di Fiordibello è che non si debba fare in alcun modo grazia per coloro che abbiano ammesso di aver compiuto atti contro la religione cattolica, ma, al contrario, che in nessun modo il sovrano ostacoli l’opera dell’Inquisizione ed anzi favorisca coloro che sono impegnato in questo compito" ("nos in animo non habuimus nec habemus gratiam illis facere delictorum, quae adversus religionem admiserint: nec impedire ulla in re Sanctae Inquisitionis: sed ei potius favorem omnem ad illos in officio continendos impedere"). L'inquisizione era stata introdotta in Portogallo nel 1536 dal padre di Sebastiano, Giovanni III Giovanni III d'Aviz, detto il Pio (1502-1557). Alvaro de Castro fu governatore civile di Lisbona. Due pagine in-4, su bifolio. -
Lotto 3 Gaetano Baluffi (Ancona 1788 - Imola 1866)
Polemiche sulla forma della messa
Tre lettere firmate
Quattro pagine in-4, su bifolii
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 3
Ecclesiastico e diplomatico, vescovo di Bagnorea (1833-36) e poi nunzio (1836-42) in Colombia, trasse da quell'esperienza un importante libro ("L'America un tempo spagnuola riguardata sotto l'aspetto religioso", 1844). Fu poi arcivescovo di Camerino (1842), vescovo di Imola e infine Cardinale (1846). Tre lettere firmate, risalenti agli anni 1850-1858. La prima diretta al canonico Bosi, prevosto del R.mo Capitolo di Lugo. "Non sono punto soddisfatto della risposta di codesto R.mo Capitolo 4 corrente, in ordine alla Messa letta che ne' giorni feriali di Quaresima deve celebrarsi in codesta Collegiata immediatamente prima della predica...". Le altre sono dirette al prevosto Carlo Cavina e canonici della collegiata di Lugo e riportano auguri natalizi. Quattro pagine in-4, su bifolii. -
Lotto 6 Antonin Cloche (Saint-Sever 1628 - Roma 1720)
Ordine dei Predicatori
11 lettere autografe firmate
8 documenti manoscritti con sigillo e sottoscrizioni autografe
1 lettera del vescovo di Todi
2 minute di lettere di autori non identificati e una memoria
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 23
Maestro generale dell'Ordine dei predicatori, proveniente da una ricca famiglia francese entrò nell'Ordine dominicano nella provincia di Tolosa, nel 1644, nel convento dei giacobini di Saint-Sever, fondato nel 1280 da Eleonora di Castiglia, moglie di Edoardo I d'Inghilterra. Il convento, che era stato gravemente danneggiato dagli ugonotti guidati da Gabriele I di Montgomery nel 1569 e che nel 1572, era in gran parte in rovina. Frequentò il noviziato e fu ordinato sacerdote a Tolosa il 25 marzo 1651. Nel capitolo generale del giugno 1686, fu eletto all'unanimità il maestro generale, una posizione che mantenne fino alla sua morte. Cloche non lasciò alcuna importante opera accademica scritta, ma un gran numero di lettere indirizzate ai suoi fratelli dell'Ordine durante gli anni del suo governo, promuovendo lo studio delle Sacre Scritture e gli scritti di San Tommaso d'Aquino, studi che conobbero un invigorimento negli ultimi anni del XVII secolo. Inoltre nelle sue lettere ha incoraggiato la consultazione e la conservazione degli antichi manoscritti e documenti che i conventi dell'Ordine conservavano nei loro archivi per procedere alla stesura di una nuova storia dell'ordine. Come risultato di questo sforzo, a lungo termine appariranno due opere fondamentali: la biblioteca di autori domenicani, Scriptores ordinis praedicatorum, diretta da Jacques Quétif e Jacques Échard, Parigi, 1719-1810 (3 volumi); la raccolta delle bolle papali di Tomás Ripoll, pubblicata con la collaborazione di Antonin Brémond in otto volumi tra il 1729 e il 1740. Sotto il magistero di Juan Tomàs de Rocaberti e di Antonio de Monroy fu l'inviato ufficiale del Maestro presso il Regno di Francia. Nel 1686 venne eletto all'unanimità maestro generale dell'Ordine dei predicatori.
Importante e ampio insieme di documenti relativi all'illustre ecclesiastico e predicatore francese.
- 11 lettere autografe firmate dirette al cardinal Galeazzo Marescotti (1627-1726). Le missive, risalenti all'arco cronologico 1701-1704, vertono su temi ed argomenti di diverso genere: dalla messa da "dire avanti la congregazione del Soffragio" in S. Niccolò da Tolentino per ordine del Conte Carpegna, ai privilegi richiesti per l’Ordine dei Predicatori, alle modifiche alle costituzioni generali di diversi Ordini. Cloche infatti fu tra i revisori delle regole e delle costituzioni delle monache di S. Domenico.
- 8 documenti manoscritti (attestazioni relative alle costituzioni e alla prassi dell'Ordine dei Predicatori) con sigillo e sottoscrizioni autografe del Cloche e di altri frati appartenenti all’Ordine.
- 1 lettera del vescovo di Todi, il cardinal Filippo Antonio Gualterio (1660-1728), nunzio apostolico in Francia e vicino agli Stuart.
- 2 minute di lettere di autori non identificati e una memoria intitolata 'Ricordo al padre reverendo nostro generale delle attioni fatte in Napoli dal padre Provinciale d’Abruzzo nel visitare i conventi di detto luogo'.
Il lotto costituisce un insieme di straordinario interesse per la storia dei Predicatori alle soglie del Settecento, mettendo in luce due personaggi di straordinario livello come il Padre Cloche, eletto maestro generale dell’Ordine all’unanimità nel 1686, ed il Cardinal Marescotti, tra i più longevi e attivi della storia della Chiesa. -
Lotto 7 Michele Da Carbonara (Carbonara Scrivia 1836 - ivi 1910)
Eritrea
Lettera autografa firmata
Una pagina in-8
Firma/data: Keren, 27 febbraio 1897
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata del frate cappuccino, missionario e esploratore - primo Prefetto Apostolico dell’Eritrea - diretta al Capitano Ademollo che viene pregato di prolungare la licenza ad un soldato che si deve sposare. Keren, 27 febbraio 1897. "Il latore della presente è quegli a cui V.S. ebbe la bontà di dargli licenza di andare a isposare. Ma andò e non è potuto andare il sacerdote". Una pagina in-8 su carta intestata 'Prefettura Apostolica dell’Eritrea'. -
Lotto 8 Beato Andrea Carlo Ferrari (Lalatta di Palanzano 1850 - Milano 1920)
Gaetano Deho
Lettera autografa firmata
Una pagina in-16
Firma/data: Pasqua del 1917
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata Pasqua del 1917 dell'illustre prelato, arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921, creato Cardinale da Leone XIII nel 1894, in risposta agli auguri ricevuti dall'avvocato Gaetano Deho. Definito dai contemporanei come ottimo pastore e teologo, venne in seguito accusato di modernismo: ciò lo portò in contrasto con papa Pio X che egli stesso aveva inizialmente sostenuto come patriarca di Venezia. Le relazioni tra i due si ammorbidirono infine nel 1912, ma monsignor Ferrari riuscì a recuperare solo con l'elezione di Benedetto XV al soglio di Pietro. La causa per la sua canonizzazione si aprì nel 1963, al termine della quale ottenne il titolo di Servo di Dio. Proclamato venerabile nel 1975 da Paolo VI (uno dei suoi successori alla cattedra episcopale milanese), venne proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1987.
Pagina in-16 obl., su carta intestata. E' unita busta con indirizzo dattiloscritto. -
Lotto 9 Pietro Gasparri (Capovallazza di Ussita 1852 - Roma 1934)
Storia Ecclesiastica
Documento autografo firmato
Una pagina in-8
Firma/data: 11 Maggio 1922
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Documento autografo firmato datato 11 Maggio 1922 dell'ecclesiastico, Cardinale dal 1907 e Nunzio Apostolico in Brasile. Quietanza di pagamento "per missioni in Africa". Una pagina in-8 (modulo a stampa). -
Lotto 10 Bernardino Honorati (Jesi 1724 - Senigallia 1807)
Insolvenza - Conte Gianfrancesco Ripanti di Jesi
Lettera firmata
Una pagina in-4
Firma/data: Sinigaglia 16 Gennaro 1783
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera firmata datata, Sinigaglia 16 Gennaro 1783 del vescovo di Senigallia, nunzio apostolico a Firenze e Venezia, nominato Cardinale nel 1777 da Pio VI, indirizzata al Conte Gianfrancesco Ripanti di Jesi, su questioni pecuniarie. "Benché il Sig. Teodoro Carletti, cui ho fatto nota la di lei lettera neghi assolutamente d'aver promesso di pagare gli emolumenti da lei indicati, confessando solo, che avrebbe ceduto alla mia autorità, se gli l'avessi precisamente comandato; nondimeno io spererei, che dopo tante insistenze discenderà a fare qualche sforzo per far quest'affare finito; pertanto Ella me conceda un poco di tempo, affinché io possa dargli l'ultimo sprone...". Una pagina in-4, indirizzo manoscritto e traccia di sigillo alla quarta. -
Lotto 11 Luigi Jona (Trevi nel Lazio 1811 - Montefiascone 1863)
Tuscia. Storia di una vedova (quasi) allegra
Firma autografa su documento manoscritto
Una pagina in-4
Firma/data: Montefalisci hac die vigesima secunda Septembris 18quinquagesimiquarti
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Firma autografa su documento manoscritto datato Montefalisci hac die vigesima secunda Septembris 18quinquagesimiquarti del vescovo di Montefiascone (dal 1854), relativo alla vicenda di una vedova, Maddalena, che, resa gravida da un altro uomo, faticava ad accasarsi. Lo Jona ospitò Pio IX in visita a Montefiascone nel Palazzo vescovile. Promulgò avvisi sacri sia in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata sia per chiedere preghiere e atti di pietà ai fedeli per lo scampato pericolo dall’epidemia di colera che imperversò nella Tuscia nel 1855-1856. Una pagina in-4 obl., in latino, su carta intestata. -
Lotto 12 [Papa Leone XIII (Carpineto Romano 1810 - Roma 1903)]
Constantino Contini
Documento membranaceo firmato
Una pagina
Firma/data: 1889
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Documento membranaceo (21,5 x 30 cm) datato al 1889. Firmato da vari prelati. Timbro papale. Si parla di questioni relative all'arciprete "Constantino Contini" di Sellano, responsabile anche della collegiata di Santa Maria della Città, dottore di filosofia e di teologia. -
Lotto 13 Santa Giacinta Marescotti (Vignanello 1585 - Viterbo 1640)
Reliquia e certificazione sulla licenziosa santa
Legno e documento a stampa
Una pagina in-8
Firma/data: Viterbo 28 Agosto 1843
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Documento a stampa (in parte manoscritto) datato Viterbo 28 Agosto 1843 firmato dal Presidente del Monastero di San Bernardino della città di Viterbo nel quale si attesta "che la qui sigillata crocetta è del legno della cassa in cui per più anni è stato il Corpo di S. Giacinta Marescotti, Religiosa dello stesso Venerabile Monastero". Una pagina in-8 obl. Su carta filigranata con sigillo in ceralacca rossa sotto carta.
Figlia del conte Marcantonio Marescotti e di Ottavia Orsini, Contessa di Vignanello (il cui padre aveva realizzato il Parco dei Mostri di Bomarzo), studiò, assieme alle sue due sorelle Ginevra e Ortensia, al convento di San Bernardino a Viterbo. Al termine degli studi Ginevra rimase in convento e prese il nome di Suor Immacolata. Membri di una famiglia assai potente ed illustre (che amava far risalire la propria origine ad un certo Mario Scoto, leggendario scozzese alleato di Carlo Magno nella guerra contro i Saraceni), Clarice e Ortensia furono introdotte nelle migliori case. Clarice era molto attratta dal giovane Paolo Capizucchi, ma egli chiese la mano della sorella minore Ortensia. Clarice ne rimase sconvolta e dopo qualche settimana decise di raggiungere la sorella Suor Immacolata a San Bernardino. Lì prese i voti, adottando il nome di Suor Giacinta. Fu una vocazione soltanto esteriore: in convento suor Giacinta tenne atteggamenti contrari alla disciplina della devozione. Anziché vivere in una cella, si fece arredare un intero appartamento nello stile delle sue stanze a Vignanello ed era servita da due giovani novizie. Condusse vita mondana e licenziosa fino al 1615, quando, in seguito ad una malattia, entrò in una crisi spirituale: si ritrovò sola e gridò forte: "O Dio ti supplico, dai un senso alla mia vita, dammi la speranza, dammi la salvezza!". Era profondamente sincera e Dio la ascoltò. Il giorno dopo venne a trovarla il Padre confessore, che però le negò l'assoluzione; la notte seguente Suor Giacinta trascorse l'intera notte pregando e provò una serenità ultraterrena. Si convertì e si diede ad esercizi di penitenza e di perfezione cristiana. Dedicò il resto della sua vita ad aiutare il prossimo. Dall'interno della clausura, moveva le fila di una fitta rete di aiuti ai poveri di Viterbo e, aiutata dal cittadino Francesco Pacini, fece nascere una confraternita laicale, detta dei Sacconi, col fine di raccogliere elemosine e soccorsi per i poveri. -
Lotto 14 Benedetto Aloisi Masella (Pontecorvo 1879 - Roma 1970)
Cardinali - Coetus Internationalis Patrum - conservatorismo cattolico
Ritratto fotografico con dedica autografa firmata
(cm 15x12,5)
Firma/data: Roma 24 dicembre 1946
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Ritratto fotografico con dedica autografa firmata datata Roma 24 dicembre 1946 del prelato, creato Cardinale da Pio XII il 18 febbraio 1946. Dopo la morte di Pio XII, che dal 1941 non aveva voluto nominare un nuovo camerlengo, il 9 ottobre 1958 fu eletto camerlengo dai cardinali presenti in attesa del conclave. Dal 1962 al 1965 partecipò al Concilio Vaticano II aderendo all'ala conservatrice del Coetus Internationalis Patrum, e durante il suo corso votò nel conclave che elesse, nel 1963, papa Paolo VI. Si dimise da prefetto della Congregazione per la Disciplina dei Sacramenti l'11 gennaio 1968. -
Lotto 16 Filippo Monacelli (Fossombrone 1762 - Pesaro 1839)
Assenza di vocazione - Fossombrone
Lettera autografa firmata
Una pagina in-4, su bifolio
Firma/data: Fossombrone 17 Giugno 1821
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1
Lettera autografa firmata, datata Fossombrone 17 Giugno 1821 del prelato, vescovo di Ripatransone (1824) e in seguito di Pesaro (1828), diretta a Raffaele Bertinelli. "Il di Lei fratello Sig. Mattia è molto tempo che ha mostrato poca voglia per lo stato ecclesiastico e si era dichiarato anche con qualche suo confidente e lo mostrava dall'avversione al servizio della Chiesa, ma in vicinanza della ordinazione non potendo più resistere ai rimorsi della coscienza si è aperto con me, e col vescovo di non aver vocazione...". Una pagina in-4, su bifolio. Indirizzo autografo e timbri postali alla quarta.
Bertinelli ebbe un ruolo importante nel rappresentare fossombrone ad Ancona, nell'udienza concessa alle comunità locali da Papa Gegorio XVI il 15 e 16 settembre 1841. Curioso che il giovane abbia affidato al vescovo il compito di convincere la famiglia sulla propria mancanza di vocazione.