ASTA DI PRESTIGIO - DIPINTI, SCULTURE, OROLOGI E OGGETTI D'ARTE
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Lotto 169 Dipinto guazzo (tempera su carta), periodo XIX secolo, raffigurante La Moschea di Istanbul.
Dimensioni: 72x52 cm
Firmato da pittore di scuola Europea non identificato. -
Lotto 170 Antico dipinto tecnica guazzo (tempera su carta), periodo XIX secola scuola Europea, raffigurante Moschea di Istanbul.
Dimensioni: 72x50,5 cm.
Firma in basso a destra da artista non identificato. -
Lotto 171 Antico dipinto tecnica guazzo (tempera su carta), periodo XIX secolo scuola Europea, raffigurante Moschea a Istanbul.
Dimensioni: 72x52 cm
Firma in basso a destra da artista non identificato. -
Lotto 172 Dipinto olio su pannello, periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Donna seduta.
Dimensioni: 24,5x18 -
Lotto 173 Dipinto olio su tela, periodo XIX secolo, scuola Italiana raffigurante Eruzione del Vesuvio nel 1850.
Dimensioni interno cornice: 20x27,5 cm
Firma in basso a destra da C. Carelli -
Lotto 174 Dipinto olio su tela, periodo XIX secolo, scuola Italiana raffigurante Eruzione del Vesuvio nel 1850.
Dimensioni interno cornice: 20x27,5 cm
Firma in basso a destra da C. Carelli -
Lotto 175 Placca in porcellana dipinta, raffigurante San Pietro Roma, firmato in basso a destra da artista non identificato.
Dimensioni: 44x28 cm -
Lotto 176 Dipinto olio su tela, periodo XIX/XX secolo scuola Italiana, raffigurante Madonna con Bambino.
Dimensioni: 44x55 cm
Lievi cadute di colore craquelè e segni di vissuto.
Da artista anonimo. -
Lotto 177 Dipinto guazzo (tempera su carta), periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Eruzione riavvicinata del Vesuvio.
Dimensioni interno cornice: 65x44 cm
Da artista anonimo. -
Lotto 178 Dipinto guazzo (tempera su carta), periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Napoli da Margellina.
Dimensioni interno cornice: 78x58 cm
Da artista anonimo. -
Lotto 179 Dipinto guazzo (tempera su carta), periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Veduta di Napoli da Chiaia.
Dimensioni interno cornice: 75x45 cm
Da artista anonimo. -
Lotto 180 Dipinto guazzo (tempera su carta), periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Eruzione del Vesuvio.
Dimensioni interno cornice: 35x62 cm
Da artista anonimo. -
Lotto 181 Dipinto guazzo (tempera su carta), periodo XX secolo scuola italiana, raffigurante Eruzione del Vesuvio.
Dimensioni interno cornice: 65x44 cm
Da artista anonimo. -
Lotto 182 Dipinto guazzo (tempera su carta), periodo XX secolo scuola italiana, raffigurante Lago di Agnano col Vesuvio.
Dimensioni interno cornice: 60x34 cm
Da artista anonimo. -
Lotto 183 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante Ritratto di bevitore
Dimensioni: 60,5x44,5 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA (Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 184 Dipinto olio su Cartoncino attaccato su tela, raffigurante Pasqua
Dimensione: 60x47,5 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA (Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 185 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante Due uomini in locanda
Dimensioni: 56x43,5 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA (Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 186 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante Ritratto di donna africana.
Dimensioni: 50x35 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA
(Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 187 Dipinto olio su Cartoncino attaccato su tela, raffigurante Ritratto.
Dimensioni: 50x34,5
OPERE DI AMPLETO PANNOCCHIA
(Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 188 Dipinto olio su Cartoncino attaccato su tela, raffigurante Cocci e frutta
Dimensioni: 47x28,5 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA
(Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini, ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono i crociati, i paladini e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 189 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante ritartto di giovane donna.
Dimensioni: 49,5x33,5
OPERE DI AMPLETO PANNOCCHIA
(Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 190 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante I Berberi
Dimensioni:49x33,5 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA
(Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 191 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante Cavalieri.
Dimensioni:55x43 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA (Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 192 Dipinto acqurello su seta, periodo XX secolo scuola Orientale, raffigurante Geisha.
Dimensioni interno passpartou: 33x20 cm
Firma in basso a sinistra da artista non identificato.