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Lotto 25 Francesco Bartolozzi (1728-1815). Putti giocosi. 1750 ca. Matita nera e rossa, con una linea di cornice a matita nera; su carta bianca a vergelle filigranata. Foglio: mm 167x168. Il disegno potrebbe forse rappresentare uno studio preparatorio per incisione. La grande qualità del segno minuto e l'estrema libertà del ductus lo collocano a ragione nell'ambito delle opere mature dell'artista fiorentino che, dalla metà del secolo, dopo un lunghissimo soggiorno a Londra, entrò a far parte, a Roma, della Calcografia Camerale (cfr. Bartolozzi, 1995). Il foglio, a parte lievissime mancanze lungo i bordi (in particolare a sinistra), è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 26 Giuseppe Bazzani (1690-1769). La Madonna consegna lo scapolare a S. Simone Stock e a S. Teresa d’Avila. Prima metà del XVIII secolo. Matita nera e gesso su carta lievemente preparata e tinteggiata, inchiostro marrone; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 240x170. Sul verso, in basso, manoscritta a penna e inchiostro un'annotazione antica: "Per 1 Banchiere". Il disegno è tagliato all'angolo in alto a destra. Dal verso, presenta una striscia di carta a rinforzo del bordo destro ed è attaccato al cartoncino dorato e sagomato che funge da cornice (secolo XX, fine) al centro in alto e a sinistra in basso.
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Lotto 27 Pietro Berrettini (detto Pietro da Cortona) (1596-1669) [cerchia di]. Studio per David; Abramo servito dagli angeli (recto). Schizzi a penna (verso). Prima metà del XVII secolo. Al recto, in alto: penna e inchiostro nero su matita rossa. In basso: matita rossa; al verso penna e inchiostro su tracce di matita nera; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 270x205. Negli angoli superiori il foglio presenta integrazioni con carta antica dovute a un recente restauro, senza perdite. Tale intervento non altera tuttavia la qualità dei disegni, sicuramente eseguiti da una stessa mano. Nel recto non c'è soluzione di continuità tra la composizione superiore e quella inferiore, eseguite sullo stesso foglio, così come negli schizzi di figure e cavalli sul verso.
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Lotto 28 Vittorio Maria Bigari (1692-1776). Studio per una statua di Ercole. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro acquerellato su carta bianca a vergelle, filigranata. Foglio: mm 143x103. Il disegno reca i timbri della collezione del fiorentino Nicola de Giacomo (Lugt 1953a) e di una raccolta non identificata (a cui Lugt ricollega alcune opere derivate da quella De Giacomo, cfr. Lugt 3177). Sul verso il timbro ovale del "Museo S. Baglioni". Il foglio è in buone condizioni di conservazione, nonostante alcune macchie oleose. Sul verso, solo agli angoli, tracce di un precedente incollaggio a un cartoncino azzurro.
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Lotto 29 François Boitard (1670-1715). Concerto di figure femminili. Prima metà del XVII secolo. Penna e inchiostro nero e grigio; carta bianca-avorio pesante a vergelle con una grande filigrana (un fiore di giglio e uno scudo con le lettere DVI). Foglio: mm 358x317. Il disegno è appartenuto alla collezione Paul Sandby (Lugt 2112), da cui deriva il timbro apposto nell'angolo in basso a sinistra. Probabilmente si tratta di uno studio preparatorio per un dipinto o un'incisione. Lieve sporcizia sulla superficie ma nel complesso il foglio è in ottime condizioni. È incollato al supporto sottostante (cartoncino, secolo XX) lungo il bordo superiore.
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Lotto 30 Antonio Bresciani (1720-1817). La Madonna, con il Bambino Gesù, appare a San Martino. Metà del secolo XVIII. Penna e inchiostro acquerellato, matita nera; carta bianca avorio a vergelle. Foglio: mm 320x212. Lo studio potrebbe essere stato eseguito in preparazione a un'incisione: il riquadro bianco sulla sinistra sembra infatti destinato ad accogliere un'iscrizione. Inoltre, sul verso, la parte in corrispondenza della composizione è stata annerita con polvere di grafite, forse per facilitare il trasporto su lastra. Il foglio è ottimamente conservato, nonostante la presenza di una piegatura orizzontale al centro e rare macchie e spellature sul verso.
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Lotto 31 Francesco Brizio (1574 ca.-1623). La Sacra Famiglia ritorna dall'Egitto. Post 1610. (1) Bulino. Foglio: mm 218x138; (2) Bulino. Matrice: mm 219x141. Foglio: mm 240x153. Bartsch, II, n. 204; Nagler, I, p. 141. Birke (TIB), 40 (Comm.), n. 4003.034. Il lotto è composto da due esemplari, rispettivamente in I (1) e in IV (2) stato di 4, della rara stampa citata anche da Bartsch e poi da Kaspar Georg Nagler, del bolognese Franz Brizio (detto anche Briccio), allievo bolognese di Ludovico Carracci, eseguita in stretta collaborazione con il suo maestro che ne fornì il disegno, (si veda l'iscrizione in basso entro i margini a sinistra "Lodo. Car.in" e a destra "Fra.Brici.s"), i due esemplari mantengono la presentazione voluta dall'ultimo collezionista e si trovano montati sullo stesso supporto. Il secondo esemplare oltre all'aggiunta dell'iscrizione in basso, entro i margini "Si vende da Matteo Giudici alli Cesarini" e la cancellazione della firma dell'incisore sulla destra, è caratterizzato dalla presenza delle linee del cielo, totalmente assenti nel primo stato. La (1) è in ottime condizioni di conservazione, seppur rifilata ai margini; l'inchiostratura è fresca e ben definita; il foglio originale, su carta vergellata bianca, rimane attaccato al supporto cartonato sottostante (sec. XX) esclusivamente da due strisce incollate dal verso che tuttavia permettono la piena godibilità dell'esemplare. La (2) presenta un montaggio simile alla (1): si tratta però di un esemplare più stanco e meno definito in quanto a inchiostratura. Presenta inoltre un piccolo foro, ma ha buoni margini e nel complesso è in buono stato.
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Lotto 32 Jan II Brueghel (detto il Giovane) (1601-1678). Venere e Amorini in cornice floreale. 1630-40. Matita nera e gesso; carta beige-azzurra a vergelle (sec. XVII). Foglio: mm 290x220. Il foglio è appartenuto alla collezione di Johann Wilhelm Nahl a Cassel (Lugt ,1954), alla quale si riferisce il timbro sul verso, in basso a sinistra. Lo studio si ricollega stilisticamente alle raffigurazioni allegoriche degli Elementi (cfr. La dinastia Brueghel, 2012, nn. 16-18). Le quattro pieghe del foglio indicano chiaramente che il foglio è stato inviato, forse per lettera. Controfondato. Il foglio presenta nel verso tracce di antichi incollaggi (tre strisce di carta lungo il bordo superiore), lievi imperfezioni e alcune macchie di vernice.
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Lotto 33 Giovan Battista Brustolon (1712-1796). 1) Architectura picta. 2) Prospettiva dipinta della volta. 1756. (1) Bulino e acquaforte. Matrice: mm 340x494. Foglio: mm 400x550. (2) Bulino e acquaforte. Matrice: mm 370x520. Foglio: mm 400x550. Thieme-Becker, V, p. 151; Zani, 1820, I, 5, Parma 1820, p. 68; Cicogna, 1847, p. 614; Alpago Novello, 1939-40, pp. 557-73. Nella prima è l'iscrizione: "Dimostra un più vero ritratto della forma dell'architettura dipinta ne i quattro angoli della volta della sala e de i lavori di plastica che adornano le pitture dell'istessa volta, di quelle che fanno l'altre tavole, che in quest'opera dimostrano simili parti / Angiolo Carboni dis. ; Gio B.a Brustolon int." In basso a destra, inciso: "Tav. XXIII".- Nella seconda, nel margine: "Prospettiva dipinta nelle volte, che serve d'ornamento alla Caduta di Fetonte da Pellegrino Tibaldi/ Tav. XXV". Le due stampe fanno parte del volume Pitture di Pellegrino Tibaldi e di Niccolo Abbati esistenti nell'Instituto di Bologna descritte ed illustrate da Giampietro Zanotti segretario dell'Accademia Clementina, In Venezia, 1756 [In Venezia : Presso Gianbatista Pasquali stampatore e libraio all'Insegna della Felicità delle Lettere con licenza de' Superiori, 1756]. Le incisioni del volume sono eseguite da Bartolomeo Crivellari e Joseph Wagner, oltre che da Brustolon, da invenzioni di Tibaldi e Ludovico Carracci; i disegni per le incisioni sono di Giovan Battista Moretti, Antonio Maria Zanetti, Gaetano Gandolfi e Giovanni Domenico Ferretti. Le due stampe sono su carta bianca compatta con filoni. Ampi margini. Ottima conservazione.
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Lotto 34 Bernardo Buontalenti (1531-608). Studio architettonico di cantonata a bugnato. 1593. Penna e inchiostro, acquerellature inchiostro marrone su tracce di matita rossa. Carta bianca a vergelle, con filigrana appena visibile (agnello con croce iscritto in un cerchio); mm 425 x 570 ca. Il foglio è stato piegato in due longitudinalmente e faceva verosimilmente parte di un album o taccuino, dal momento che l'iscrizione al centro doveva certamente continuare sul foglio attiguo. Sul foglio sono presenti molte iscrizioni che potrebbero essere autografe: dall'alto al centro: "Di pietra forte e lavorete bene/ Ber(nar)do Buontalenti il dì XXVIII/ di luglio 1593". Al centro, entro la pianta, stessa grafia della precedente: "Pianta de la cantonata (...)". In basso: "Tuta questa linia è b(raccia) cinque". Sul verso del foglio (o meglio sulla facciata a sinistra) in alto in grafia diversa "Di M(essere) Ber(nar)do Buontalenti". Si tratta di un importante studio preliminare per il bugnato d'angolo di Palazzo Nonfinito in Borgo degli Albizi, progettato da Buontalenti nell'anno 1593. Mancano ancora il capitello e la base decorata e il numero delle bugne è inferiore di una rispetto alla realizzazione finale, ma la disposizione e la proporzione tra gli elementi sono invece perfettamente corrispondenti. La calligrafia dell'iscrizione al centro è originale e confrontabile con quella delle iscrizioni presenti sui fogli degli Uffizi GDSU 2354 A e 2355 A. Agli Uffizi sono conservati altri cinque disegni per Palazzo Nonfinito: GDSU 2361 A (facciata); GDSU 2409 A (finestra inginocchiata); GDSU 6777 A (peduccio e cappella dei principi); GDSU 2393 A, recto (finestre per il piano superiore); GDSU 2392 A (finestra per piano superiore), cfr. A. Morrogh, 1985, nn. 79-83. Alcune macchie di vernice o lacca rossa. Il foglio è stato oggetto di un ottimo restauro che non ha coinvolto la parte disegnata e presenta integrazioni con carta giapponese lungo le pieghe interne e i bordi.
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Lotto 35 Hans Burgkmair (1473-1531). Scena di Battaglia (Battaglia nelle vigne contro i Burgundi). 1512-1516. Xilografia. Blocco: mm 220x193. Foglio: mm 239x206. Falk (TIB),V, XI, p. 143, nn. 80-163; Hollstein (German), V, pp. 116-117, n. 121.463; Hans Burgkmair, 1973, nn. 178-203; Questo raro esemplare, in ottime condizioni e molto fresco, appartiene alla serie di xilografie stampata da blocchi originali cinquecenteschi incisi dal tedesco Hans Burgkmair il Vecchio con le battaglie dell'Imperatore Massimiliano (1512-1516) dal titolo Marx Treitzsaurwein der Weisskunig (The History of Emperor Maximilian I and his ancestors in 236 xilografie) pubblicata per la prima volta nel 1775. L'esemplare presente, conosciuto in unico stato, reca il monogramma dell'incisore al centro sul bordo della gualdrappa del cavallo "H.B." In basso a destra, invece, parzialmente inclusa nella cornice del blocco, è la numerazione della tavola nella serie: "63". La filigrana, una spada, è visibile all'altezza delle lance dei soldati sulla sinistra. Sia la stampa, su carta bianca di media pesantezza a vergelle e filigranata, che il foglio, sono in ottime condizioni e perfettamente godibili sia dal recto che dal verso. Esemplare tagliato poco oltre la cornice.
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Lotto 36 Giovanni Antonio Burrini (1656-1727). Figura maschile sdraiata e raccolta sul fianco destro (Studio per un prigioniero). 1680-90. Matita nera, lievi tocchi di matita rossa e inchiostro marrone, gesso bianco; carta bianca fine a vergelle e filigranata. Foglio: mm 280x237. L'attribuzione a Burrini è stata proposta anche da Mario di Giampaolo (comunicazione orale). Sul recto sono presenti piccoli strappi e tre macchie; sul verso alcune tracce di precedenti incollaggi. Il disegno rimane in ogni caso perfettamente godibile.
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Lotto 37 Jacques Callot (1592-1635). Scapino. 1618-1620. Acquaforte. Foglio: mm 238x152. Lieure, n. 290; Meaume, n. 629. Stampa conosciuta in unico stato, appartenente alle serie progettate in Italia ma pubblicate al rientro in Francia dell'autore. Esemplare rifilato in basso e lungo il bordo sinistro (da metà). Stampa ben definita e fresca, su carta bianca sottile a vergelle. Il foglio è incollato sul verso, lungo il bordo superiore, al supporto di cartone sottostante soltanto per due punti (strisce di carta incollata, XX secolo). Sul verso del foglio, lungo il lato destro sono visibili due rinforzi cartacei. Nel complesso il foglio è in buone condizioni di conservazione.
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Lotto 38 Jacques Callot (1592-1635). I Due Pantaloni. 1618 ca. Acquaforte. Foglio: mm 95x141. Lieure, 1927, n. 173. Bella e fresca impressione (I stato di II), appartenente alle serie delle maschere della Commedia dell'Arte a cui Callot si dedicò all'epoca della sua lunga permanenza in Italia ma che stampò solo al rientro in Francia, dopo il 1621. In basso a sinistra "ICallot F." La stampa, su carta bianca vergellata, è rifilata entro i margini; il foglio è attaccato al supporto cartonato sottostante solo per due strisce incollate sul verso. In ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 39 Jacques Callot (1592-1635). Veduta del Louvre. 1630 ca. Acquaforte. Matrice: mm 165x340. Foglio: mm 169x141. Lieure, n. 667. Esemplare nel V stato su 5 della celebre Veduta del Louvre in una tiratura edita a Parigi nel XIX secolo. La stampa su carta bianca vergellata, è finemente inchiostrata e seppur ritagliata, mantiene ancora un po' di margini. Il foglio è in buone condizioni, nonostante un diffuso ingiallimento. È attaccato al supporto cartonato sottostante da due strisce di carta incollate sul verso.
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Lotto 40 Simone Cantarini (1612-1648). Santa che legge. Prima metà del XVII secolo. Penna e inchiostro, su carta bianca a vergelle, preparata e lievemente tinteggiata. Foglio: mm 71x113. Sul verso, manoscritta a penna e inchiostro, l'annotazione antica "Simon da Pesaro". Sul supporto in alto a destra la cifra "63". Lo schizzo e il suo supporto sono stati evidentemente ritagliati da un album. Anche su questo è un'iscrizione più recente a matita nera "Simon da Pesaro" e, sul verso, un'annotazione più antica, a penna e inchiostro: "Schizzo preteso di Simone/da Pesaro". Il foglio è stato oggetto di un intervento di restauro che l'ha interamente staccato dal supporto cartaceo sottostante (secolo XVIII), al quale rimane tuttavia ancora collegato da due piccole strisce di carta giapponese lungo il bordo superiore del verso.
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Lotto 41 Giovanni Capellotti (? -? ). Cinque disegni con Storie della vita di Cristo. 1592. Matita nera, penna e inchiostro; carta bianca fine a vergelle filigranata (solo il 3); il verso è annerito da polvere di matita nera. I contorni delle figure sono ripassati con uno stilo. Foglio 1 (Cacciata dei Mercanti dal Tempio): mm 103x128. Foglio 2 (Lasciate che i bimbi vengano a me): mm 102x127. Foglio 3 (Predicazione alle genti): mm 103x126. Foglio 4 (Cristo risana lo storpio): mm 100x126. Foglio 5 (Cristo libera l'indemoniato): mm 100x127. Eseguiti forse in preparazione di un'incisione su lastra di metallo, i disegni sono tutti firmati e datati. A parte lievi danni e piccoli fori nel 3, i disegni sono in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 42 Giulio Carpioni (1613-1679). Baccanale con Danza di Putti. 1670. Acquaforte. Foglio: mm 224x401. Mazzoli 2008, pp. 68-69, n. 20. Bellissimo esemplare in unico stato, dall'inchiostratura molto fresca e ben definita. La stampa, su carta bianca a vergelle, è rifilata ai margini, al di fuori della linea di cornice. Sul verso sono evidenti una piccola macchia d'inchiostro e la traccia di un restauro (non recente) nella parte centrale, verso sinistra.
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Lotto 43 Agostino Carracci (1557-1602). Schizzi caricaturali di tre teste. Fine del XVI secolo. Penna e inchiostro; carta bianca. Foglio: mm 68x100. Il piccolo studio, caratterizzato da segno irruente e molto incisivo, testimonia di una consuetudine al ritratto grottesco e caricaturale, peculiare nella bottega dei Carracci e considerato fondamentale per il completamento della formazione grafica dell'artista (cfr. MALVASIA 1678, [1841], I, p. 278). L'opera proviene da collezione privata (cfr. N. Roio in CENTO DISEGNI, 1998, n. 22). Il foglio è interamente controfondato. Sono presenti qualche spellatura della carta e un lieve ingiallimento della superficie.
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Lotto 44 Agostino Carracci (1557-1602). Titiani Vecellii Pictoris Celeberrimi ac Famosissimi Vera Effigies. 1587. Bulino. Foglio: mm 320x230. Bartsch, XVIII.121.154; Bohn, 1995, n. 3901.151. Nell'iscrizione del margine inferiore: "Ill.mo et R.mo D.Dno Henrico Caetano S.R.E. Card. ampl.mo Bon.ae Legato/ Exiguum hoc munus imaginis Titiani pict. cuius nomen orbis continere non valet submisse dicat sacratque/ humill.s dedit. s.q. servuus August. Carratius. 1587". Dal verso, al centro in alto, parte a destra, è leggibile una filigrana con tre mezzelune in fila. (III stato di 4). La stampa è rifilata ai margini. Carta vergellata bianca, filigranata. È attaccata al cartoncino sottostante con tre strisce di scotch (supporto sec. XX) che permette la visione anche del verso.
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Lotto 45 Agostino Carracci (1557-1602). Sapientia Martem depellente Pax et Abundantia cogaudent. 1589. Bulino. Matrice: mm 195x254. Foglio: 202x258. Bartsch, 118. Bohn, 1995, n. 3901.156. Il soggetto è derivato da Tintoretto. In basso entro il margine a sinistra "Jacobus Tinctorectus Pinxit." Più sotto: "Sapientia Martem depellente Pax et Abundantia cogaudent". A sinistra, verso l'angolo sulla pietra "A.C." (III stato di 4). In buono stato di conservazione e su carta vergellata bianca. La stampa è rifilata poco oltre i margini che sono ancora ben visibili e intatti. Lievi ingiallimenti sul verso. Il foglio presenta un'antica piegatura longitudinale ed è attaccato dal verso a un supporto cartonato (sec. XX) con due strisce di scotch lungo il margine superiore che permettono la libera e piena godibilità del foglio originale.
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Lotto 46 Annibale Carracci (1560-1609). Adorazione dei Pastori. Bulino. Matrice: mm 105x131. Foglio: mm 108x134. Bartsch XVIII, 2. Bohn (TIB), 39, (Part 2), n. 3906.019. Esemplare della stampa incisa da Annibale e pubblicata da Nicolaus van Aelst. Di entrambi la firma lungo il margine interno: da sinistra "Annibal Caracius fecit et inve." A destra "Nico van Aelst for." (IV stato di 4). Sul verso un'iscrizione manoscritta a penna e inchiostro "G. Storck a Milano 1805/In. N. 14057". La stampa, dall'inchiostratura non freschissima, è rifilata oltre i margini che sono ancora visibili; è controfondata, ossia interamente incollata a una carta antica pesante, vergellata, che reca lungo il bordo superiore due strisce di adesivo. Alcune piccole mancanze lungo i bordi esterni.
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Lotto 47 Annibale Carracci (1560-1609). Tre figure in un paesaggio. 1590 ca. Penna e inchiostro; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 195x155. Il disegno è inquadrato da una linea di cornice a penna e inchiostro. In basso a destra, manoscritta, la sigla "AC". Il disegno è tracciato con straordinaria sicurezza, senza pentimenti ed è riconducibile alle prime prove grafiche di Annibale nell'ambito della pittura di paesaggio. Il foglio è parzialmente incollato al cartone sottostante (sec. XX). A parte un lieve ingiallimento della carta e le tracce di piegature, è in buone condizioni di conservazione.
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Lotto 48 Annibale Carracci (1560-1609) [attribuito a]. Assunzione della Vergine. 1592-1600 ca. Matita nera, penna e inchiostro su carta preparata bianca vergellata. Foglio: mm 132x165. La posizione della Madonna Assunta in questo importante schizzo è la stessa della celebre Pala di Santa Maria del Popolo a Roma eseguita da Carracci (1600-1601 ca.). Anche l'apostolo con il volto alzato ha la stessa posa di quello che in questo disegno si trova sulla destra in basso. Per la vicinanza con le opere di Ludovico, tuttavia, soprattutto per la leggerezza del ductus, questo studio potrebbe tuttavia essere più antico e risalire invece alla preparazione dell'Assunzione della Pinacoteca di Bologna, 1592 (cfr. Bohn, 2004). Il disegno, non in condizioni ottimali, è interamente incollato a un antico cartoncino azzurro piuttosto consunto (dai piccoli fori e lesioni sul verso è possibile vedere chiaramente in trasparenza il verso del foglio originale). Probabilmente è stato ritagliato ai margini: un accenno a una linea di cornice a penna è visibile sul recto in alto a sinistra.