ASTA 256 - DIPINTI E DISEGNI DAL XIV AL XIX SECOLO Con una selezione di sculture e cornici
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Lotto 122 GIOVANNI BATTISTA CARLONE (Genova, 1603 ca. - Parodi Ligure, 1684 ca.)
Comunione Mistica di Santa Caterina da Siena
Olio su tela, cm. 122x97.
Il dipinto, già riconosciuto come opera di Giovanni Battista Carlone dalla Prof.ssa Anna Orlando, costituisce con ogni probabilità il modello per l'affresco di medesimo soggetto, in tutto simile nella composizione, nella cappella dedicata a Santa Caterina da Siena nella navata sinistra della chiesa di San Siro a Genova.
PROVENIENZA:
Collezione privata, Roma. -
Lotto 123 ARTISTA FIAMMINGO, XVII SECOLO
Sacra Famiglia con Sant'Anna
Olio su tela, cm. 113x135,5. Con cornice -
Lotto 124 ARTISTA FIAMMINGO, XVII SECOLO
Giuditta con la testa di Oloferne
Olio su tela, cm. 112x76,5. Con cornice -
Lotto 125 CORNELIS SAFTLEVEN (Gorinchem, 1607 - Rotterdam, 1681), ATTRIBUITO
Le tentazioni di Sant'Antonio Abate
Olio su tela, cm. 118x177
Il dipinto è accompagnato dall'Attestato di Libera Circolazione.
L'attribuzione dell'opera a Cornelis Saftleven è supportata dal confronto con l'opera di medesimo soggetto firmata e datata 1629 venduta in asta Sotheby's, Amsterdam, 8 maggio 2007, lotto 49. -
Lotto 126 ARTISTA ATTIVO A ROMA, PRIMA METÀ XVII SECOLO
Testa di vecchio con barba
Olio su tavola, cm. 46x35. -
Lotto 127 ARTISTA LOMBARDO, XVII SECOLO
Sant'Antonio da Padova con Gesù Bambino
Olio su tela, cm. 100x76,5. Con cornice
Il dipinto è in prima tela.
PROVENIENZA: Collezione privata, Lombardia. -
Lotto 128 JOOST CORNELISZ DROOCHSLOOT (Utrecht, 1585 - 1666)
Dar da mangiare agli affamati
Olio su tavola, cm. 46x65. Con cornice
PROVENIENZA:
Collezione privata, Roma. -
Lotto 129 ARTISTA VENETO, SECONDA METÀ XVI SECOLO
Sacra Famiglia con San Giovannino
Olio su tela, cm. 67x51,5. Con cornice -
Lotto 130 LODEWIJK TOEPUT DETTO LUDOVICO POZZOSERRATO (Anversa o Malines, 1550 ca. - Treviso, 1605)
Banchetto nel giardino di una villa con grande fontana
Olio su tela, cm. 126,4x175. Con cornice
Questa elegante scena di banchetto, ambientata nel giardino di una villa cinquecentesca di stile tardo-rinascimentale, tra Giulio Romano e Palladio, e ingentilita da una monumentale fontana di marmo di gusto manierista, tra Ammannati e Giambologna, parla un linguaggio pittorico inequivocabilmente veneto, legato in particolare all’esempio di Paolo Veronese, arricchito però da chiare inflessioni fiamminghe. La felice combinazione che qui si realizza di eleganza classicista, estro narrativo, ricchezza decorativa, minuziosa notazione realista, indirizza questa grande tela verso Lodewijk Toeput detto il Pozzoserrato, tra i migliori artisti nordici attivi in Veneto nella seconda metà del Cinquecento.
Arrivato a Venezia intorno al 1575, il Pozzoserrato si trasferì a Treviso qualche anno più tardi e colà risedette sino alla morte. Sebbene attivo nell’ambito della pittura di soggetto sacro, sia con pale d’altare, sia con opere di destinazione devozionale, nonché nella ritrattistica, la sua produzione più nota e peculiare si lega soprattutto a tematiche profane e in senso lato “di genere”, non di rado dense di sottotesti simbolici e allegorici. I suoi dipinti più celebri e riusciti sono quindi imperniati su tematiche amorose e/o musicali, in genere legate alla vita della nobiltà nelle ville dell’entroterra veneto, tra lussuosi banchetti, concerti e ameni svaghi. Pozzoserrato fu eccellente paesaggista e fantasioso ideatore di edifici monumentali ed elaborati giardini all’italiana: qualità di cui vediamo tracce significative anche nel nostro dipinto. Tra i riscontri più significativi con opere certe del Pozzoserrato meritano qui di essere segnalati il Banchetto nel parco del Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Paesaggio con le nove muse, passato da Sotheby’s New York il 23 gennaio 2003, l. 56, la Parabola di Lazzaro e il ricco Epulone oggi presso il Museum Schloss Wilhelmshöhe di Kassel e la pur malandata Scena di vita in villa dei Musei Civici di Padova. -
Lotto 131 ARTISTA ROMANO, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Natura morta di uva, pesche, pere e susine
Olio su tela, cm. 62x124. Con cornice
Questa smagliante composizione, che combina elegantemente un'ampia varietà di frutta minuziosamente raffigurata, s'inscrive chiaramente nelle tendenze dominanti della natura morta romana della seconda metà del Seicento. L'autore di questo trionfo di frutta sontuosamente decorativo si mostra, infatti, in stretto rapporto con la produzione di Michelangelo Pace da Campidoglio, dei fratelli Gipovanni e Niccolò Stanchi e soprattutto di Carlo Manieri. Documentato a Roma dal 1662 al 1700, le opere di quest'ultimo sono registrate negli inventari famiglie della più alta nobiltà capitolina, in primis Colonna e Pamphili. Bibliografia di riferimento: G. Bocchi, U. Bocchi, Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630 - 1750, Viadana 2005. -
Lotto 132 ARTISTA MANIERISTA DI HAARLEM, FINE XVI / INIZIO XVII SECOLO
Diana e Atteone
Olio su tela, cm. 116,5x167. Con cornice
In questa plastica e movimentata raffigurazione del mito ovidiano di Diana e Atteone si rinviene una cultura figurativa complessa, facilmente riconducibile a quella congiuntura a cavallo tra XVI e XVII nota come "Manierismo di Haarlem". La nostra tela ne condivide, infatti i caratteri fondamentali: l'influsso della raffinata scuola che si sviluppò nella corte di Rodolfo II a Praga, e in particolare la potente suggestione dell'arte di Bartholomeus Spranger, l'influsso di Parmigianino, mutuato soprattutto per il tramite delle incisioni, e la pittura di Tiziano. Protagonisti della breve stagione della scuola di Haarlem furono Hebrickk Goltzius, Abraham Bloemaert, ma soprattutto Cornelis van Haarlem, la cui impronta risulta evidentissima nel nostro dipinto, con la sua energia, la sua composizione articolata, il suo accentuato grafismo combinato con morbidi impasti cromatici di marca veneziana. E' chiaramente riscontrabile qui l'adesione a un linguaggio pittorico che deriva da capolavori di Cornelis van Haarlem quali le Nozze di Peleo e Teti dell Frans Hals Museum di Haarlem o Venere, Bacco e Cerere della Gamäldegalerie di Dresda. -
Lotto 133 JAN MIENSE MOLENAER (Haarlem, 1610 - 1668)
Interno con danzatori e musici
Olio su tavola, cm. 50x57,5. Con cornice
Il dipinto reca firma a pennello in basso a destra sulla botte: "J. M. MOLENAER".
Tra i protagonisti del secolo d’oro della pittura olandese, Jan Miense Molenaer fu forse quello che con più disinvoltura seppe esprimersi su registri espressivi diversi, alternando uno stile più alto, per descrivere la vita della borghesia agiata e dei ceti più elevati, tra cerimonie, intrattenimenti, concerti e ritratti di gruppo, e uno più basso, se non comico, riservato a scene di taverna, feste popolari, situazioni licenziose, giochi dei bambini. Anche il tipo di tecnica adottata si adeguava sapientemente al tenore delle raffigurazioni, passando da una bella pittura, eseguita con accuratezza analitica, a una pennellata molto più ruvida, veloce e sprezzata, affine a quella di Adrian Brouwer e Adriaen Van Ostade. Il presente dipinto appartiene ovviamente a questo secondo ramo della produzione di Molenaer, incentrato su temi ordinari, derivati in parte dalla vita quotidiana, in parte da un immaginario che attinge al mondo dei detti e proverbi popolari, restituiti dal pittore con rustica e divertita fragranza, non senza qualche sotterraneo intento moralistico. A titolo di confronto iconografico e stilistico ci limitiamo a segnalare l’Allegra compagnia in una taverna dello Jagdschloss Grunewald, Berlino, la Festa in famiglia del Victoria & Albert Museum di Londra, l’Osteria del villaggio, degli Staatliche Museen di Berlino.
PROVENIENZA:
Galleria Caretto, Torino; collezione privata, Roma, dal 1989. -
Lotto 134 AMBITO DI GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI DETTO GUERCINO (Cento, 1591 - Bologna, 1666)
Madonna con Bambino "Madonna del libro"
Olio su tela, cm. 73x56,5. Con cornice -
Lotto 135 LUCIANO BORZONE (Genova, 1590 - 1645)
Sansone
Olio su tela, cm. 77x62. Con cornice
Il dipinto è accompagnato da un'expertise della Prof.ssa Anna Orlando disponibile in formato PDF.
In questo notevole dipinto carico di pathos la figura di Sansone emerge suggestivamente dal buio sorreggendo, con i muscoli tesi e l’espressione caparbia, il suo canonico attributo della colonna, a personificare la fortezza e la rettitudine morale. Nello studio che accompagna il dipinto Anna Orlando ha riconosciuto la tela come opera di Luciano Borzone, tra i promotori di un rinnovamento pittorico della pittura genovese verso un più profondo naturalismo, che caratterizza anche la sua attività ritrattistica. Borzone percepisce ed assimila la lezione caravaggesca utilizzando la luce, più che il disegno, per modellare la figura e accentuarne la drammaticità, riuscendo a conferire al soggetto un inusitato spessore psicologico. -
Lotto 136 ANTON GOUBAU (Anversa, 1616 - 1698, ATTRIBUITO
Cavalieri, pastori e armenti in un paesaggio con rovine classice e ruderi di un anfiteatro
Olio su tela, cm. 73,5x104,5. Con cornice
Questa elaborata composizione combina armoniosamente scena di genere pastorale, scenografica fascinazione antiquariale, pittura animalista e paesaggio di fantasia. Si tratta di una miscela non infrequente nei pittori nordici italianizzanti attivi dalla metà del XVII secolo, che avvicina le opere di Johannes Lingelbach, Hendrick Mommers, Pieter van Bredael e Anton Gobau. In particolare paiono rilevanti le affinità del nostro dipinto con quest’ultimo. Si pensi al Mercato fra le rovine con l’Arco di Tito, Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle, al Paesaggio con pastorella e rovine, passato da Sotheby’s Londra il 6 dicembre 2007 (l. 179), il Paesagggio con rovine e figure presso una fontana, venduto da Christie’s Londra il 30 aprile 2015 (l. 542) e ancor più alla Sosta davanti alla locanda dell’Herzog Anton-Ullrich Museum di Braunschweig. Tutti dipinti caratterizzati, al pare del nostro, dall’affollamento del primo piano, dall’incombenza delle grandiose rovine romane, dall’accuratezza prospettica dell’esteso paesaggio con le montagne in lontananza, dalla resa minuziosa degli animali e in modo particolare dei cavalli, qui, come nel dipinto di Braunschweig, autentici protagonisti della scena.
BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO:
L. Salerno, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1976, vol. II, n. 95, pp. 602-607. -
Lotto 137 JAN MIEL (Beveren-Waas, 1599 - Torino, 1663)
Sosta all'osteria
Olio su tela, cm. 34x38,4. Con cornice
Questo notevole dipinto, autografo indiscutibile di Jan Miel, al di là alla sua qualità intrinseca riveste una non trascurabile importanza storica, che conferma sia la particolare riuscita della composizione, sia il notevole influsso esercitato da Miel fra gli artisti olandesi suoi contemporanei. Pochi anni dopo la sua esecuzione, infatti, il nostro dipinto fu copiato fedelmente da Nicolaesz Berchem in una tela firmata oggi presso la Gemäldegalerie di Berlino (n. 890). Inoltre nel XVIII secolo la tela di Jan Miel si trovava nella straordinaria collezione parigina di M. Poullain, in cui dominava la pittura dei Paesi Bassi. Disponiamo di questa preziosa informazione sulla storia collezionistica del dipinto poiché esso fu tradotto in controparte dall’incisore Pattas per l’album “Collection de cent-vingt estampes gravèes d’aprés les Tableaux et Dessins qui composoient les cabinet de M. Poullain”, edito a Parigi nel 1781.
L’opera costituisce un’ulteriore testimonia della diffusione dei temi legati alle attività ordinarie delle classi sociali umili presso gli artisti, per lo più olandesi, della cerchia dei Bamboccianti, sotto l’influsso de Pieter Van Laer e Cerquozzi, nonché l’irresistibile fascinazione esercitata su di essi dal paesaggio, dalla luce e dalla vita quotidiana a Roma e nei borghi della campagna laziale. Particolarmente riusciti appaiono qui il brano dei due cavalli, col biancore squillante di quello in primo piano, lo sfondo con gli edifici del villaggio accuratamente descritti e naturalmente il gruppo delle tre figure sulla destra della scena.
Veramente cospicui i possibili e inequivocabili confronti con altre opere di Miel: a semplice titolo di esempio citiamo qui il Ciabattino del Musée des Beaux Arts di Besançon, i Giocatori di bocce del Louvre, la Sosta all’osteria del Musée des Beaux Arts di Marsiglia, i Contadini davanti all’osteria della Galleria Pallavicini di Roma (Vedi Trezzani 1983).
PROVENIENZA:
Collezione Monsieur Poullain, Parigi, XVIII sec.; Galleria Caretto, Torino; collezione privata, Roma, dal 1191.
BIBLIOGRAFIA:
Collection de cent-vingt estampes gravèes d’apres les Tableaux et Dessin qui composoient les cabinet de M. Poullain, Parigi 1781, n. 38, pp. 7-8.
BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO:
L. Trezzani in I Bamboccianti, Roma, Ugo Bozzi Editore, 1983, figg. 4.2-5, pp. 91-131. -
Lotto 138 CERCHIA DI GUIDO RENI, XVII SECOLO
Amorino disteso con arco e faretra
Olio su tela, cm. 55x70,5. -
Lotto 139 BOTTEGA DI DAVID TENIERS IL GIOVANE (Anversa, 1610 - Bruxelles, 1690)
Soldati depredano un villaggio
Olio su tavola, cm. 41x57. Con cornice
La tavola reca firma a pennello in basso a destra:"D. TENIERS". Al retro una vecchia etichetta con iscrizione a penna: "SIGNED PICTURE / BY D. TENIERS / 1610-1694 / IN THE DARK SHADOW IN LOWER RIGHT HAND CORNER / CAN BE READ ‘D. TENIER[…]’”. -
Lotto 140 SEGUACE DI ANTOON VAN DYCK
Cristo deriso
Olio su tela, cm. 111,5x85.
Il tela deriva dal dipinto di Antoon van Dyck oggi presso il Princeton University Art Museum. -
Lotto 141 SCUOLA BOLOGNESE, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Madonna con Bambino
Olio su tela, cm. 100x74,7. Con cornice -
Lotto 142 SCUOLA ROMANA, SECONDA METÀ XVII SECOLO
Paesaggio laziale con abitazione e lavandaie in riva al fiume
Olio su tela, cm. 90x131. Con cornice -
Lotto 143 EGBERT VAN HEEMSKERCK II (Haarlem, 1634 - Londra, 1704)
Taverna con giocatori di dadi
Olio su tavola, cm. 17,3x23,4. Con cornice
Il dipinto reca monogramma a pennello al centro del margine inferiore sulla botte: "HK".
PROVENIENZA:
Galleria Caretto, Torino; collezione privata, Roma, dal 1990. -
Lotto 144 EGBERT VAN HEEMSKERCK II (Haarlem, 1634 - Londra, 1704)
Taverna con giocatori di carte
Olio su tavola, cm. 17,5x23,5. Con cornice
Il dipinto reca monogramma a pennello nell'angolo inferiore sinistro: "HK".
PROVENIENZA:
Galleria Caretto, Torino; collezione privata, Roma, dal 1990. -
Lotto 145 ARTISTA FIAMMINGO DELLA CERCHIA DI PETER PAUL RUBENS
Crocifissione
Olio su tavola, cm. 21,5x15,8. Con cornice
Il dipinto è accompagnato dalle analisi di fluorescenza dei raggi X (XRF) effettuate da M.I.D.A. metodologie di indagine per la dignostica artistica dell'Ing. Claudio Falcucci. I risultati delle analisi sui pigmenti (disponibili in copia PDF) hanno confermato la piena compatibilità con la datazione dell'opera entro il XVII secolo.
PROVENIENZA:
Collezione privata, Roma