#56: Grandi capolavori: da Mattia Preti a Paul Gauguin

#56: Grandi capolavori: da Mattia Preti a Paul Gauguin

venerdì 24 febbraio 2023 ore 18:00 (UTC +01:00)
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  • Sant'Anna, la Madonna e il bambino, fine 15° secolo/primi 16° secolo
    Lotto 1

    Oil painting on panel

    100cm x 117cm

    Perizia del Prof.Claudio Strinati

    ” Il dipinto a fondo oro raffigurante S. Anna, la Vergine e il bambino (tavola ridotta applicata su tela, cm. 117x100) riflette l’iconografia, molto diffusa nel Quattrocento nelle diverse scuole pittoriche italiane e straniere, definita dagli storici come Sant’ Anna Metterza. Deriva dal termine latino Sancta Anna Mater tertia, cioè la nonna di Gesù vista come madre della Vergine e, come tale, madre terza del Redentore.

    L’ iconografia e lo stile del dipinto indurrebbero a collocare l’opera nel settimo decennio del Quattrocento e considerarla come inseribile in quell’ambito stilistico fiammingheggiante che dalla Spagna e Portogallo attraversa Palma di Maiorca e culmina in alcuni discepoli della scuola napoletana operosi per larga parte nella seconda metà del secolo quindicesimo e oltre fino alla Calabria e alla Sicilia.

    In particolare il nostro dipinto appare strettamente connesso, nella composizione e nello stile, con l’attività di una delle botteghe pittoriche più rimarchevoli proprio di Palma di Maiorca, ovvero quella di Rafel Moget e Pedro Nisart ( forse così chiamato perchè originario di Nizza), autori di opere notevoli e ancora oggi ben conservate in parte risalenti al settimo decennio del quindicesimo secolo e in particolare autori celebrati del politico di san Giorgio oggi conservato al Museo Cattedralico di Palma di Maiorca. Esaminando la tavola con san Giorgio e il drago di Pedro Nisart, improntata ad un carattere delicato, sognante e fiabesco, così come appare il nostro dipinto ( cfr. C. Challet, dalle Fiandre a Napoli, L’ Erma di Bretschneider Roma, 2012, p.49 segg.) posso confermare senza indugio l’appartenenza del nostro dipinto alla medesimo ambito e alla medesima scuola.

    Ciò rende indubbiamente l’opera una cospicua testimonianza di quel momento di convergenza della lezione ispano-fiamminga con quella autoctona nel Regno di Napoli, che ha creato una grande e nobilissima scuola da cui emergono personalità gigantesche come Colantonio.

    Di estremo interesse è l’ iconografia del fanciullo che sembra slanciarsi fuori dalla composizione manifestando, come salutasse, gioia e affetto verso le due madri. Una modalità iconografica che si riscontra spesso soprattutto nella scuola Catalana come, per ricordare un altro comprimario parallelo al nostro pittore, nel grande Luis Dalmau.

    In definitiva il dipinto qui in esame costituisce una notevolissima testimonianza storico-artistica ed è in sé una finissima e delicata opera .

    In fede, Claudio Strinati

    00184 Roma, via capo d’Africa 31 ”

    Bottega Antone

  • Antonio Bellucci (attribuito_a) (Pieve di Soligo 1654-Pieve di Soligo 1726)  - Susanna e i Vecchioni, XVII secolo
    Lotto 2

    Dipinto ad olio su tela

    cm 120X194

    Antonio Bellucci è stato un pittore e decoratore italiano, partecipò al movimento rococò con una nota di classicismo.

    Le esperienze del giovane Bellucci sono state la formazione veneziana e la pittura bolognese.

    Fu un pittore molto interessante anche per il suo contributo alla diffusione della pittura veneta in Austra ed Inghilterra.

    Le sue prime opere in Austria sono ben 4 dipinti per gli altari nel monastero di Klosterneuburg, per committenza dell'Imperatore stesso.

    Dal 1716 al 1722 il pittore soggiornò a Londra dove realizzò diverse opere.

  • Giovanni Ghisolfi (Milano 1623-Milano 1683)  -  Capriccio architettonico, 17° secolo
    Lotto 3

    Giovanni Ghisolfi (Milano 1623-Milano 1683) - Capriccio architettonico, 17° secolo cm 130X94 Dipinto ad olio su tela "Figlio dell’architetto piacentino Giuseppe, studiò a Milano pittura presso il lombardo Girolamo Chignoli. Nel 1649 gli fu affidato l’importante incarico di collaborare alla realizzazione degli allestimenti, degli archi trionfali e delle decorazioni pittoriche, per l’accoglienza dell’Arciduchessa Marianna d’Austria, in occasione di una sua visita in città.Nel 1650 è documentata la sua presenza a Roma, impegnato nello studio dell’architettura antica e nella riproduzione grafica di frammenti architettonici, sembra in compagnia dell'amico pittore Antonio Busca. Secondo il racconto del biografo e storico dell’arte Filippo Baldinucci, Ghisolfi a Roma si trattenne a lungo, imparando anche a “dipingere le figure” e a realizzare le prospettive architettoniche, trovandosi a stretto contatto con il più esperto partenopeo Salvator Rosa. Nel 1659 era certamente già rientrato a Milano. Infatti la decorazione ad affresco della terza cappella a destra della certosa di Pavia, eseguita nel 1661 è la sua prima opera documentata in Lombardia, dopo il proficuo soggiorno romano, mentre negli anni successivi sarà attivo anche nel Veneto.Sugli ultimi anni di vita, l’Orlandi ci racconta del suo decadimento fisico e della cecità che lo colpì sul finire. Morì a Milano nel 1683 e fu sepolto nella chiesa di S. Giovanni in Conca. L’opera in esame riproduce uno scorcio di rovine classiche, riconducibili alla sua formativa esperienza romana, ed esprime un saldo impianto architettonico: le figure, dai pochi gesti misurati, sono vestite di drappeggi, berretti e calzari, particolari di abbigliamento che sembrano tratti anche dal repertorio di Salvator Rosa, mentre la scena si presenta di severa compostezza.Infatti il classicismo che emerge dai suoi dipinti, reso attraverso composizioni lineari, colori chiari, luce diffusa e la solida impostazione architettonica, rendono Giovanni Ghisolfi anticipatore del vedutismo settecentesco e battistrada di nuove tendenze espressive. Alcuni tra i paesaggi, le vedute e le prospettive realizzate in questo periodo costituiranno un fondamentale modello di ispirazione per il più celebrato emiliano Giovanni Paolo Pannini." STUDIO ASOR

  • Alessio D'Elia (attribuito_a) (San Cipriano Picentino 1718-1770)  - Adorazione dei pastori
    Lotto 4

    Alessio D'Elia (attribuito_a) (San Cipriano Picentino 1718-1770) - Adorazione dei pastori 66,5x127 cm Dipinto a olio su tela
    Dipinto ad olio su tela. Attribuzione del Professore Nicola Spinosa. Già Casa d'Aste Finarte, Minerva Auction.




    Quantosegue è tratto dal Catalogo di Minerva Auctions.




    Il dipinto, attribuito al pittore Alessio D’Elia dallo Storico dell’Arte Nicola Spinosa, potrebbe essere collocato alla metà del Settecento, sulla sciaartistica del maestro Francesco de Mura.




    D’Eliafu un artista molto richiesto e realizzò soprattutto affreschi per importanticommittenze ecclesiastiche, mentre troviamo le sue tele in molte chiese romanee napoletane.




    Caratteristichedistintive del suo stile sono la maestria compositiva e la sapienzascenografica, particolarmente evidenti in questo dipinto.




    Rispettoallo stile del suo maestro, in generale e qui in particolare, si rivelanosottili differenze di carattere, tra cui la vena gioiosa e popolaresca,ravvisabile nei visi paffuti, nelle bocche minute dei pastorelli e in un ariosodinamismo di fondo, che attenua ascendenze altrimenti più classicheggianti emonumentali.




    Lariuscita composizione rivela, sin dal primo impatto, un’armonia corale ispiratadalla grandiosa sinergia della moltitudine di figure ed elementi, tuttidefiniti anche nel più minuto dei dettagli.




    Lungo ladiagonale amplificata della maestosa figura di donna di schiena drappeggiata,si dispiega una gioiosa processione di putti, giovinette e pastorelli checonvergono verso la Sacra Famiglia, disposta su un simbolico piedistallo diantiche rovine romane, sui cui gradoni poggia dolcemente l’agnello eucaristico,incarnazione della Mansuetudine e dell’Innocenza.




    Il gestopittorico si rivela alto e naturale, privo di impuntamenti e durezze, talmentesicuro ed espressivo da far sembrare l’opera come dipinta ad affresco.




    Secondolo spirito del più maturo rococò napoletano, le figure di angeli aleggiano,chiare ed eteree, in un armonioso trionfo.

  • Santa Rosalia con Madonna e Gesù Bambino e Santi Pietro e Paolo a latere
    Lotto 5

    Santa Rosalia con Madonna e Gesù Bambino e Santi Pietro e Paolo a latere Pittore fiammingo del XVII Secolo. Santa Rosalia con Madonna e Gesù Bambino e Santi Pietro e Paolo a latere, riferimento alla pala da Antoon van Dyck presente al Kunsthistorisches Museum (Vienna). 43x35, Olio su tavola di rovere.Pittore fiammingo del XVII Secolo. Santa Rosalia con Madonna e Gesù Bambino e Santi Pietro e Paolo a latere, riferimento alla pala da Antoon van Dyck presente al Kunsthistorisches Museum (Vienna). 43x35, Olio su tavola di rovere.

  • Maestro di Montefoscoli (Maestro Ristonchi)  Rossello di Jacopo Franchi (Firenze 1376/1377-Firenze 1456)  - Madonna in trono con bambino e santi
    Lotto 6

    Maestro di Montefoscoli (Maestro Ristonchi) Rossello di Jacopo Franchi (Firenze 1376/1377-Firenze 1456) - Madonna in trono con bambino e santi cm 75x42 Fondo oro e tempera su tavola Pubblicata nella Fototeca Fondazione Federico Zeri al n. 33256 – busta 0136. Fondo oro e tempera per questa pregiatissima tavola manifestazione dell’apprezzamento estetico dell’arte del primo Rinascimento italiano e fiorentino, che ha interessato gli studiosi della metà del XX secolo. Si tratta di iconografia in cui la sintonia amorosa che lega la madre al figlio - tenuto dolcemente per un fianco - e la rigorosa impostazione dei tre santi, in schiera su due lati rispetto alla rappresentazione centrale, offrono l’idea di uno stile che è giunto a maturazione.

  • Mario de' Fiori Mario Nuzzi (attribuito_a) (Roma 1603-Roma 1673)  - Trionfo di fiori con frutta, selvaggina e gioco di putti, XVII secolo
    Lotto 7

    Mario de' Fiori Mario Nuzzi (attribuito_a) (Roma 1603-Roma 1673) - Trionfo di fiori con frutta, selvaggina e gioco di putti, XVII secolo cm 140 x cm 107 Dipinto ad olio su tela "Protagonista assoluto di primo piano, colui il quale affermò il genere fiorante delle nature morte sì da poterne portare di diritto il nome "Mario dei Fiori". Pittore barocco, allievo del pittore caravaggesco Tommaso Salini, maturò una sapienza culturale e scientifica, oltre che artistica, che gli permise di avere le più importanti committenze dell'epoca."


    ASORstudio

  • Il Riposo  Felice Ficherelli (attribuito a) (San Gimignano  1605-Firenze  1660)  - Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo , XVII secolo
    Lotto 8

    Il Riposo Felice Ficherelli (attribuito a) (San Gimignano 1605-Firenze 1660) - Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo , XVII secolo cm 70 x cm 105; in cornice cm 90 x cm 125 olio su tela Scena mitologica raffigurante Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo, Dioniso la consola e le offre la corona con i diamanti che costituiranno la Corona Boreale o Costellazione di Arianna. "L'opera è pervasa da una sottilissima sensualità, di ascendenza furiniana sono la morbidezza dell'incarnato di Arianna e dell'ancella. Arianna addolorata per l'abbandono di Teseo sebbene malinconica emana un castigato ma voluttuoso senso erotico, mentre si strugge per il dolore. L'appropinguarsi dell'opportunista Dioniso fa scaturire una summa di intenzioni e sentimenti tra i personaggi, si da far sembrare che i protagonisti recitino ed emergono come in una piece teatrale. Sulla scena con le loro forme dal carnato luminoso con l'espresse dei volti che esprimono emotività interiore, con l'ampiezza dai movimenti enfatici danno vita ad un'opera che si racconta da sola, impreziosita da artifici pittorici creati dal pittore, come le zone d'ombra che accendono di luce le forme. In tutto questo il pittore mostra affinità con i suoi contemporanei: Furini Francesco (1603-1641) e Cecco il Bravo (1601-1661), suoi coetanei." STUDIO ASOR

  • Ritrovamento di Mosè, XVII secolo
    Lotto 9

    Ritrovamento di Mosè, XVII secolo cm 140 x cm 113 Olio su tela Pittore francese del XVII secolo.

  • Nicolas Poussin (cerchia_di) (French 1594-1665)  - Nettuno con Anfitrite, Oceano, Dio dei fiumi e le Ninfe Naiadi
    Lotto 10

    Nicolas Poussin (cerchia_di) (French 1594-1665) - Nettuno con Anfitrite, Oceano, Dio dei fiumi e le Ninfe Naiadi 45x55 cm Dipinto a olio su tavola Certificazione Prof. Francesco Gallo, docente Accademia delle Belle Arti di Roma.

  • Jan Van Kessel il Vecchio (attribuito a) (Anversa 1626-Anversa 1679)  - Gioco di Putti con natura morta di frutta
    Lotto 11

    Jan Van Kessel il Vecchio (attribuito a) (Anversa 1626-Anversa 1679) - Gioco di Putti con natura morta di frutta diametro cm 22 olio su tavola tondo "Nipote di Jean Brughel il Vecchio, in questo piccolo tondo, anche se é estraneo al genere a lui consueto, sono visibili i suoi tratti pittorici e la assidua cura dei particolari, significativo il piccolo cesto di natura morta di frutta posto alla sinistra che testimonia la grande capacità del pittore nel rappresentare il mondo naturale. Anche le farfalle che i bimbi inseguono, cercando di afferrarle, denotano l'amore del pittore per la dovizia minuziosa dei dettagli. Gran parte dei dipinti dI Kessel raffigura in maniera esatta e talvolta quasi scientifica i particolaru, esempio di finezza ed esatta esecuzione." STUDIO ASOR

  • Angelo con mani conserte, 16° secolo
    Lotto 12

    Angelo con mani conserte, 16° secolo H cm 83 x 50 Tempera su tela

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#56: Grandi capolavori: da Mattia Preti a Paul Gauguin

Grandi capolavori: da Mattia Preti a Paul Gauguin

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