ASTA 345 - ARTE ANTICA
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Lotto 146 SCULTORE DELL'ITALIA SETTENTRIONALE DEL XVII-XVIII SECOLO San Bartolomeo. legno dorato e intagliato. Cm 33,00 x 60,00 x 21,00. Minime mancanze e ridorature.
Questa scultura, per tecnica esecutiva e soggetto, presenta analogie con la produzione della bottega lombarda dei Fantoni e nello specifico con l'opera di Andrea Fantoni (1659-1734), con particolare riferimento al ciclo dei martiri posto sulle cimase degli armadi della seconda Sacrestia della Basilica di San Martino ad Alzano Lombardo. Forse l'elemento tecnicamente più interessante dell'ambiente, realizzato dalla bottega Fantoni tra il 1692 e il 1701, il ciclo presenta 32 martiri di santi realizzati con grande perizia decorativa e con la forte carica espressiva tipica del gusto barocco: tra essi, è presente un San Bartolomeo martire, affiancato da due figure di carnefici. Un'ulteriore suggestione comparativa con un'opera fantoniana può derivare dell'analogia con un'altra scultura del medesimo soggetto e attribuita alla bottega di Andrea Fantoni presente nella chiesa di S. Marco a Foresto Sparso, sul parapetto dell'altare maggiore: questa figura di San Bartolomeo, scolpita nel marmo e alta 50 cm, benché più vicina alla posizione stante del celebre modello di Marco d'Agrate, è confrontabile con la nostra scultura nel trattamento della muscolatura e nella realizzazione e posizionamento della pelle del santo.
Bibliografia di riferimento: R. Bossaglia, "I Fantoni: Quattro Secoli di Bottega di Scultura in Europa", Vicenza 1978, p. 200, n° 14;
L. Rigon, "La Bottega dei Fantoni", Bergamo 1988. -
Lotto 147 HEINZ GEORG ANTON (1698 - 1759) Angelo in legno policromo e parzialmente dorato. . Cm 30,00 x 68,50 x 45,00. Su base quadrata in legno.
Una delle personalità maggiormente distintive del Barocco moravo, Georg Anton Heinz nacque a Svitavy e legò il suo nome e la sua produzione soprattutto a tre luoghi, Olomouc, Uničov e Znojmo. Tra le sue opere si annoverano singole sculture e interi gruppi, sia lignei che in stucco, per svariati edifici ecclesiastici. Per un confronto, si veda la Santa Margherita di Antiochia in legno scolpito e parzialmente dorato, databile al 1755 circa, nella Chiesa della Santa Croce di Znojmo.
Bibliografia di riferimento: "Georg Anton Heinz (1698-1759)", Olomouc Archdiocesan Museum, 2011-2012; -
Lotto 148 SCULTORE ITALIANO DEL XVIII SECOLO Putto portacero in legno policromo su base dipinta a finto marmo verde. . Cm 26,00 x 54,00. Dimensioni della base: 15,5 x 21,2 x 21,2 cm.
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Lotto 149 SCULTORE DEL XVIII SECOLO San Giuseppe con Cristo Bambino in legno policromo. . Cm 29,00 x 68,00 x 22,00. Difetti e mancanze.
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Lotto 150 SCULTORE SPAGNOLO DEL XVIII SECOLO Corpus Christi in legno policromo. . Cm 34,00 x 50,00 x 9,00. Mancanze.
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Lotto 151 MANIFATTURA FRANCESE DEL XIX SECOLO Coppia di candelieri a quattro fiamme in bronzo dorato e brunito, fusto scanalato poggiante su piedi leonini. . Cm 23,00 x 57,00.
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Lotto 153 MANIFATTURA SICILIANA DEL XVIII SECOLO Immacolata Concezione. Alabastro. Cm 14,00 x 24,50 x 4,00. Difetti e mancanze. Altezza complessiva: 36 cm.
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Lotto 154 MANIFATTURA NAPOLETANA DEL XVIII-XIX SECOLO Gruppo della Natività. Legno policromo, seta e tessuto. Cm 51,00 x 57,00 x 31,00. Base in legno dorato.
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Lotto 155 SCULTORE NEOCLASSICO Volto ideale. Marmo. Cm 32,00 x 43,00 x 20,00. Questo busto in marmo, raffigurante probabilmente una divinità greco-romana o un'allegoria, è stilisticamente accostabile al modello delle "Teste ideali" di Antonio Canova (1757-1822), un filone di grande successo che il celebre scultore elaborò a partire dalla ritrattistica delle donne della famiglia napoleonica per creare, a partire dagli anni '10 del XIX secolo, una serie di variazioni sul tema del "bello ideale", apprezzate e variamente imitate per tutto il primo '800.
Bibliografia di riferimento: O. Cucciniello e P. Zatti (a cura di), "Canova. I volti ideali", Galleria d'Arte Moderna, Milano 2019-2020. -
Lotto 156 BERINI ANTONIO (1770 - 1861) Cammeo in sardonica con profilo di Marte, montato su spilla. . Cm 3,00 x 3,00. Firmato alla base del collo.
Nato a Roma e allievo di Giovanni Pichler, Antonio Berini si trasferì già in giovane età a Milano, dove lavorò per alcune importanti committenze nobiliari della città, tra cui il conte Giovanni Battista Sommariva. Di indole anti monarchica, fu imprigionato a Milano nel 1805 durante l'incoronazione di Napoleone a re d'Italia, poiché, avendo eseguito su commissione dell'arcivescovo cittadino un cammeo con il profilo del sovrano, fu apparentemente trovata una vena di colore rosso lungo il collo del profilo di Bonaparte, elemento che venne considerato un oltraggio premeditato. Non molte sue opere si conservano oggi, tra queste tre cammei tra cui uno in sardonica raffigurante Napoleone, ma senza alcun riferimento politico, parte delle collezioni del British Museum (inv. n° 1978/1002.998) e un cammeo con il busto di Ulisse parte della Collezione Santarelli ai Musei Capitolini di Roma (inv. n° B37c).
Bibliografia di riferimento: C. Gere et al., "The Art of the Jeweller, A Catalogue of the Hull Grundy Gift to the British Museum", Londra 1984, n° 876/877/878. -
Lotto 157 ANGERMAIR CHRISTOF (1580 - 1633) Ambito di. Placchetta in avorio scolpito raffigurante Venere e Marte. . Cm 5,80 x 9,50. Lotto corredato di perizia indipendente per la commercializzazione di antichi oggetti in avorio.
Su supporto in plexiglass.
Lo stile e la qualità dell'intaglio di questa piccola placca in avorio permettono un confronto con l'opera di Christof Angermair, che fu, a partire dal 1613, scultore di corte per Massimiliano I di Baviera. Proprio per il principe elettore realizzò, tra il 1618 e il 1624, uno dei suoi capolavori, uno stipo monetiere in avorio e lapislazzuli su probabile disegno di Pieter de Witte, oggi conservato al Bayerisches Nationalmuseum di Monaco di Baviera: proprio il confronto con alcune delle placchette rettangolari di questo stipo, raffiguranti scene del mito e della Storia antica con la musica come tema comune, permette di ipotizzare un'analogia stilistica con una creazione accertata di Angermair e una probabile originaria collocazione della nostra opera in un contesto simile, come parte della decorazione di uno stipo o uno scrigno, con elementi forse accomunati dal tema dell'Amore. -
Lotto 158 MANIFATTURA DELL'ITALIA SETTENTRIONALE, SECOLO XV Placchetta in avorio scolpito a bassorilievo con processione e giochi di corte. . Cm 5,00 x 9,60 x 0,60. Lotto corredato di perizia indipendente per la commercializzazione di antichi oggetti in avorio.
Montato su plexiglass a pettine.
Per questo frammento di placchetta, probabilmente in origine corpo centrale di un pettine interamente in avorio, è possibile un suggestivo confronto, stilistico ed iconografico, con il pettine conservato al Victoria and Albert Museum di Londra (n° inventario 5607-1859), che presenta su un lato degli amanti in un giardino, mentre sull'altro sono visibili dei personaggi che si alternano in una giocosa processione di corte. Oggetti di questo genere, circoscrivibili in questo caso specifico all'ambito di produzione veneziano e del Nord Italia, si diffusero ampiamente nelle corti gotiche del XIV e XV secolo, elementi essenziali del corredo delle dame dell'epoca: a causa della fragilità del materiale e della loro natura di oggetti d'uso, pochi sono però giunti fino ai nostri giorni.
Bibliografia di riferimento: P. Williamson e G. Davies, "Medieval Ivory Carvings, 1200-1550", Victoria and Albert Museum, Londra 2014, parte II, pp. 614-615, cat. n° 211. -
Lotto 159 MANIFATTURA DELL'ITALIA SETTENTRIONALE, SECOLO XV Cofanetto intagliato e intarsiato in legni vari e osso, decorato con figure a rilievo e coperchio a sarcofago, con chiave. . Cm 23,50 x 19,50 x 15,40. Restauri.
Il presente cofanetto, che presenta formelle raffiguranti personaggi di profilo affrontati e torri merlate negli angoli, è paragonabile a simili modelli attribuiti tradizionalmente alla Bottega degli Embriachi, attiva a Venezia e nell'Italia settentrionale tra il XIV e il XV secolo. Per un confronto, si veda la coppia della Collezione Chigi Saracini di Siena, con formelle decorate con scene cortesi corenti con il gusto del Gotico Internazionale (C. Sisi (a cura di) "La collezione Chigi Saracini di Siena", Mantova 2000, p. 142 n° 124) e il cofanetto con coppie di figure, datato al primo quarto del XV secolo, pubblicato in L. Martini (a cura di)"Bottega degli Embriachi. Cofanetti e cassettine tra Gotico e Rinascimento", Brescia 2001, p. 40 n° 5.
Bibliografia di riferimento: C. Sisi (a cura di) "La collezione Chigi Saracini di Siena", Mantova 2000, p. 142 n° 124;
L. Martini (a cura di) "Bottega degli Embriachi. Cofanetti e cassettine tra Gotico e Rinascimento", Brescia 2001, p. 40 n° 5. -
Lotto 160 MANIFATTURA FRANCESE DEL XVI SECOLO Pettine in avorio scolpito con scena del Giudizio di Paride e del Ratto di Elena. . Cm 10,10 x 15,20 x 1,00. Lotto corredato di perizia indipendente per la commercializzazione di antichi oggetti in avorio.
Mancanze e difetti. Su supporto in plexiglass.
Prodotto in Francia tra il 1530 e la metà del secolo, probabilmente a Parigi, questo pettine, di cui si conservano il corpo centrale e due frammenti laterali, fa parte di un gruppo di oggetti similari che presenta forti analogie stilistiche e tematiche: un pettine (non frammentario) è conservato al Louvre (E. Molinier, "Catalogue des ivoires. Musée national du Louvre", Parigi 1896, n° 157 / R. Koechlin, "Les Ivoires gothiques français", vol. III, Parigi 1924, CXCIV) e uno al Victoria and Albert Museum di Londra (P. Williamson e G. Davies, "Medieval Ivory Carvings, 1200-1550", Victoria and Albert Museum, Londra 2014, parte II, pp. 630-631, cat. n° 219), ed entrambi presentano una scena del Giudizio di Paride realizzata in modo quasi analogo al nostro, con minime variazioni. Questa scena è narrata sugli oggetti così come descritta nell'opera "Historia Destructionis Troiae" di Guido delle Colonne, scritta in latino nel 1287 e ampiamente diffusa in formato a stampa a partire dalla fine del XV secolo. Coerente con questa ispirazione letteraria è anche l'altro lato del nostro pettine, raffigurante il Ratto di Elena.
Bibliografia di riferimento: E. Molinier, "Catalogue des ivoires. Musée national du Louvre", Paris 1896, n° 157;
R. Koechlin, "Les Ivoires gothiques français", vol. III, Parigi 1924, CXCIV;
P. Williamson e G. Davies, "Medieval Ivory Carvings, 1200-1550", Victoria and Albert Museum, Londra 2014, parte II, pp. 630-631, cat. n° 219. -
Lotto 161 MANIFATTURA TEDESCA DEL XVII SECOLO Coppia di posate con manico in avorio intagliato a figure e lama in ferro. . Cm 20,00. Lotto corredato di perizia indipendente per la commercializzazione di antichi oggetti in avorio.
Misura altra posata: 17,5 cm. Su supporto in plexiglass. -
Lotto 162 MANIFATTURA INDO-PORTOGHESE DEL XVII SECOLO Placca in avorio raffigurante la Circoncisione. . Cm 10,50 x 14,50. Difetti e fratture.
Bibliografia di riferimento: M.M. Estella Marcos, "Marfiles de las provincias ultramarinas orientales de Espana y Portugal", Monterrey 1997. Cornice presente -
Lotto 163 MANIFATTURA FRANCESE DEL XIX SECOLO Placca in avorio raffigurante Giovanna d'Arco che libera Orlèans dagli Inglesi. . Cm 9,50 x 14,00. Lotto corredato di perizia indipendente per la commercializzazione di antichi oggetti in avorio.
Difetti. Cornice presente -
Lotto 164 MANIFATTURA DELL'ITALIA SETTENTRIONALE, SECOLO XVII Cassettone lastronato in noce e radica di noce, intarsiato, tre cassetti sul fronte, piedi a mensola. . Cm 133,00 x 94,00 x 57,00. Restauri.
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Lotto 165 MANIFATTURA ROMANA DEL XVII-XVIII SECOLO Tavolo da parete in legno scolpito e dorato con sostegno in forma di sirena alata e bicaudata. . Cm 136,20 x 91,50 x 60,70. Provenienza: Collezione Chigi, Ariccia; Collezione privata, Roma.
Ridorature.
Questo tavolo da parete romano nasce probabilmente come base di sostegno per una vetrina, come suggerito dal piano sagomato e dall'analogia compositiva con un altro illustre esemplare della medesima tipologia, la cosiddetta Scarabattola Ottoboni, oggi conservata al Metropolitan Museum of Art di New York (inv. 1972.73): in questo superbo arredo principesco romano realizzato a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, una figura virile appoggiata su una base rocciosa e ammantata sostiene, tra ghirlande di fiori che ne reggono gli spigoli posteriori, il piano sagomato, come nella presente versione fa la sirena alata e bicaudata. Di dimensioni più ridotte e di fattura meno elaborata rispetto all'esemplare Ottoboni, questo tavolo da parete si inserisce nel novero degli arredi scultorei dell'ultimo periodo del Barocco romano.
Bibliografia di riferimento: A. Gonzàlez-Palacios, "Arredi e Ornamenti alla Corte di Roma", Milano 2004, pp. 128-129. -
Lotto 166 MANIFATTURA LOMBARDA DEL XVIII SECOLO Cassettone a ribalta impiallacciato in radica di noce con cornici modanate in legno ebanizzato, fianchi concavi con lesene angolari, piedi a pilastro. . Cm 130,00 x 115,50 x 53,00. Restauri e mancanze.
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Lotto 167 MANIFATTURA FERRARESE DEL XVIII SECOLO Tavolino da gioco lastronato in radica di noce con piano sagomato apribile e cassetto sul fronte, gambe arcuate. . Cm 77,00 x 73,50 x 40,50. Restauri.
Dimensioni del piano da aperto: 78 x 78 cm. -
Lotto 168 MANIFATTURA FERRARESE DEL XVIII SECOLO Cassettone con ribalta lastronato in noce e radica di noce, fronte mosso a due cassetti e gambe arcuate. . Cm 85,00 x 94,00 x 48,00.
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Lotto 169 MANIFATTURA DEL XVIII SECOLO Coppia di candelieri a tre fiamme in legno scolpito, dorato e argentato. . Cm 42,00 x 78,50 x 15,00.
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Lotto 170 MANIFATTURA ROMANA DEL XVIII SECOLO Mobile angolare a doppio corpo in legno intarsiato con vetrina nella parte superiore, cassetto e gambe arcuate. . Cm 77,00 x 231,00 x 44,00.
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Lotto 171 MANIFATTURA NAPOLETANA DEL XVIII SECOLO Cassettone lastronato in palissandro e filettato in bois de rose e bois de violette, due cassetti sul fronte, gambe arcuate. . Cm 93,00 x 86,00 x 53,00.
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Lotto 172 MANIFATTURA VENEZIANA DEL XIX SECOLO Sgabello da pianoforte da grotta in noce intagliato a forma di conchiglia. . Cm 36,00 x 60,00 x 45,00.
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Lotto 173 MANIFATTURA ITALIANA DEL XIX SECOLO Piano in commesso di marmi. . Cm 153,50 x 40,00 x 84,50. Montato su struttura in legno.
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Lotto 174 MANIFATTURA FRANCESE DEL XIX SECOLO Commode in mogano e altre essenze con intarsi all'Egizia e piano in marmo bianco, decorazioni in bronzo dorato. . Cm 94,20 x 105,50 x 39,50.
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Lotto 175 MANIFATTURA DEL XIX SECOLO Poltrona in stile Impero con decorazioni in legno dorato, schienale con fregio in forma di cigni, braccioli ricurvi terminanti con testa d'aquila, gambe anteriori con decorazioni in legno dorato raffiguranti il loto egizio, terminanti su zampe ferine, gambe posteriori a sciabola. . Cm 60,00 x 96,00 x 53,00.
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Lotto 176 MANIFATTURA FRANCESE DEL XIX SECOLO Coppia di vasi in stile Luigi XVI in marmo giallo, con coperchio e decorazioni a testa d'ariete. . Cm 23,00 x 41,00 x 16,50. Lo stile di questa coppia di vasi deriva direttamente da un modello del XVIII secolo citato nella collezione del duca Louis Marie Augustin d'Aumont de Rochebaron (1709-1782) da Philippe-Francois Julliot e Alexandre Joseph Paillet. Un vaso paragonabile a questa coppia, in marmo giallo di Siena, è conservato al Museo del Louvre a Parigi, inv. n° 5183.
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Lotto 177 MANIFATTURA DEL XIX SECOLO Coppia di obelischi in marmo rosso antico e marmo nero con decorazioni all'egizia. . Cm 17,00 x 49,50 x 11,00.
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Lotto 178 PIACENTINI MARCELLO (1881 - 1960) Attribuito a. Coppia di obelischi in marmo giallo su base in marmo rosa di Siena e bianco del Carso. . Cm 14,50 x 64,50 x 14,50. Rappresentazione del recupero di stilemi classici caratteristico degli anni '20-'30 in Italia, l'ideazione di questa coppia di obelischi è attribuita alla mano di Marcello Piacentini, principale architetto del Ventennio e ideatore di alcuni dei più importanti complessi razionalisti italiani, tra cui il Palazzo della Civiltà Italiana all'EUR a Roma. Lo stesso Piacentini affermò di aver disegnato la coppia di obelischi, realizzati nell'occasione del matrimonio del conte Galeazzo Ciano con Edda Mussolini del 1930 (indicazione a voce della proprietà, affermazione diretta di Marcello Piacentini all'epoca in cui, dopo la guerra, era professore di Urbanistica alla Facoltà di Architettura all'Università "La Sapienza" a Roma).
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Lotto 179 MANIFATTURA DEL XIX-XX SECOLO Grande obelisco in marmo con geroglifici all'egizia. . Cm 18,00 x 76,50 x 18,00.
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Lotto 180 MANIFATTURA ROMANA DEL XIX-XX SECOLO Grande obelisco in commesso di marmi con stella Chigi in malachite alla base. . Cm 17,00 x 76,50 x 17,00. Provenienza: Collezione Chigi, Ariccia; Collezione privata, Roma.
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Lotto 181 MANIFATTURA ROMANA DEL XX SECOLO Coppia di obelischi in marmo broccatello di Spagna. . Cm 13,00 x 58,00.
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Lotto 182 MANIFATTURA ROMANA DEL XVII SECOLO Orologio notturno in legno ebanizzato con quadrante dipinto con Allegoria del Tempo. . Cm 46,00 x 76,00 x 18,00. Firmato "Marco Miroglio in Roma" al retro del quadrante.
Questo orologio notturno, che riporta sul quadrante la massima di stampo aristotelico sulla caducità e impotenza dell'uomo di fronte al tempo e al destino ("homo spolium temporis e foruna lusus"), fa parte di una serie di opere di manifattura romana prodotte nel corso del XVII secolo per l'aristocrazia cittadina, di cui uno degli esemplari più importanti è certamente l'orologio in ebano con decorazioni in metallo sbalzato e dorato, di mano dell'orologiaio Michael (1670), già nella raccolta del Conte Carlo Cardelli; il paragone più stringente è però effettuabile con un modello pubblicato da G. Lizzani in "Il Mobile Romano", 1997 (tav. XXX), già parte della collezione Alessandro Orsi, che presenta un impianto molto simile al nostro, con una cassa in legno ebanizzato affine nella decorazione e nella struttura, così come il quadrante in rame dipinto con una raffigurazione del Tempo, qui nelle fattezze metaforiche di un nocchiero. Due orologi firmati da Miroglio sono citati da Alvar Gonzàles-Palacios all'interno dell'inventario della collezione napoletana del Marchese del Carpio (A. Gonzàles-Palacios, "Il Tempio del Gusto, Roma e il Regno delle due Sicilie", Milano 1984, p. 224).
Bibliografia di riferimento: E. Morpurgo, "Dizionario degli orologiai italiani", Milano 1974, p. 116;
A. Gonzàles-Palacios, "Il Tempio del Gusto, Roma e il Regno delle due Sicilie", Milano 1984, p. 224;
G. Lizzani, "Il Mobile Romano", Milano1970, tav. XXX. -
Lotto 183 ANGELO DE TOPPANI (XVIII SECOLO) Attribuito a. Violino. . Cm 60,00 x 8,50 x 20,00. All'interno etichetta "Angelus de Toppanis fecit Romae Anno Dni 17.."
In custodia in pelle con rivestimento interno in panno verde. -
Lotto 184 SALOMON JEAN BAPTISTE DESHAYES (XVIII SECOLO) Violino. . Cm 60,50 x 8,50 x 21,00. Inciso "Salomon à Paris" al retro.
In custodia in pelle. -
Lotto 185 MANIFATTURA DEL XIX-XX SECOLO Violino di probabile manifattura tedesca. . Cm 61,00 x 8,50 x 21,00. In custodia in pelle.
Difetti. -
Lotto 186 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO San Nicola. Metallo argentato.. Cm 12,00 x 16,50.
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Lotto 187 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO Cristo in trono, apostoli e santi. . Tempera su tavola. Cm 17,00 x 18,50.
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Lotto 188 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO Santi scelti con il volto di Cristo Pantocrator. . Tempera su tavola. Cm 17,50 x 22,50.
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Lotto 189 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO Annunciazione. Tempera su tavola. Cm 30,50 x 35,50. Difetti.
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Lotto 190 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO Madre di Dio Eleusa. Tempera su tavola. Cm 28,00 x 35,00.
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Lotto 191 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO Madonna della tenerezza. Tempera su tavola. Cm 21,00 x 27,00.
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Lotto 192 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO L'arcangelo Michele mostra ai santi e patriarchi il Madilion. . Tempera su tavola. Cm 31,00 x 35,50.
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Lotto 193 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO Madre di Dio del Segno. . Tempera su tavola. Cm 30,00 x 35,50.
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Lotto 194 ICONA RUSSA DEL XIX SECOLO Madonna Odigitria. Tempera su tavola. Cm 31,00 x 35,50.