ASTA 100 - ARTE ASIATICA E TRIBALE
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Lotto 145 VASETTO CON COPERCHIO IN METALLO E INTARSI
Nepal, XX secolo
12,5 cm altezza
Provenienza: collezione privata italiana. -
Lotto 146 DUE SCATOLE IN METALLO CON INTARSI
Nepal, XX secolo
13 x 8 x 3 cm e 11,5 x 8,5 x 4,8 cm
Provenienza: collezione privata italiana. -
Lotto 147 THANGKA CON IL CHANDA MAHAROSHANA MANDALA
Tibet o Nepal, XIX secolo
Dipinta a colori vivaci su tela spessa, l'opera raffigura al centro la divinità Chanda Maharoshana abbracciata dalla sua consorte Mamaki, nella mano destra una spada, intorno gli otto achala, la cornice del medaglione circolare ancora con numerosi personaggi, sul resto della superficie altre divinità del Buddhismo tibetano.
56,3 x 44,2 cm
Provenienza: collezione privata italiana.
Chanda Maharoshana, conosciuto anche come Krodharaja Achala (“l'inamovibile”), è una divinità di meditazione con sembianze feroci. -
Lotto 148 THANGKA CON TAGLA MEMBAR
Tibet, XIX secolo
Dipinta a a colori vivaci su tela spessa, la thangka raffigura al centro una possente divinità irata con tre occhi, dalla pelle rossa, in entrambe le mani un bastone con finale a Ruota della Legge, vestita solo di un gonnellino a pelle di tigre, sulla testa una tiara a cinque teschi, tutt'intorno una miriade di divinità, personaggi e animali, iscrizioni nei pressi di alcune delle figure, sul retro iscrizione di attivazione a inchiostro rosso.
81,5 x 66,7 cm
Provenienza: collezione privata italiana.
Tagla Membar è una importante divinità Bön, la religione popolare autoctona del Tibet e di altre zone limitrofe. E' considerata come un'arma della dottrina, poiché gli adepti del Bön la evocavano contro il Buddhismo. Tuttavia, in realtà il suo aspetto ricorda alcune delle divinità di quella dottrina e anche alcuni dei suoi attributi sono chiaramente ispirati al Buddhismo. Un santuario rupestre nei pressi del Monte Kailash è esplicitamente dedicato a questa divinità. -
Lotto 149 DIPINTO A COLORI SU TELA INCOLLATA SU UNA PORTA IN LEGNO CON DAKINI
Tibet, XVIII-XIX secolo
Il dipinto – realizzato in ricca policromia su fondo nero - raffigura la divinità dal volto irato e il corpo rosso, nella mano destra uno scettro con finale a teschio, seduta in posizione acrobatica sul dorso di un animale quadrupede, in alto i resti eviscerati di tigri e uomini, in basso montagne e onde marine.
170 x 87 cm
Provenienza: collezione privata italiana. Le dakini sono divinità in origine appartenenti al pantheon hinduista, poi entrate a far parte dell'ambito buddhista. Si tratta di spiriti femminili dotati del potere di evocare il movimento nello spazio, solitamente – come in questo caso – rappresentato dal colore nero con cui si identifica lo shunyata, la vacuità assoluta. -
Lotto 150 SCULTURA IN BRONZO DORATO CON INTARSI IN PIETRE CON IL BUDDHA VAJRADHARA
Tibet, XIX secolo
La divinità è raffigurata seduta su base a doppio fiore di loto con le gambe incrociate nella posizione padmasana, le braccia all'altezza del petto con le mani nel vajramudra, su ogni braccio uno stelo di fiore di loto, quello a destra con un vajra, quello a sinistra con un ghanta, la figura riccamente ingioiellata con inserti di granati e turchesi, sul davanti del lato superiore della base un'iscrizione incisa in tibetano, l'oro sul volto applicato a freddo, i capelli con tracce di pigmento blu.
21 cm altezza
Provenienza: collezione privata italiana.
La presenza dello scettro vajra, emblema del principio maschile, e della campana ghanta, simbolo invece del principio femminile, permette di identificare questa figura in Vajradhara, il Buddha primordiale. -
Lotto 151 AMITAYUS IN LEGA DI RAME CON INTARSI IN PIETRE
Sino-tibetano, XVIII-XIX secolo
La divinità seduta su basamento a doppio fiore di loto con le gambe incrociate in posizione padmasana, le mani sovrapposte a sorreggere il vaso kasala, vestita di ampio dhoti parzialmente decorato a incisione, i gioielli che indossa abbelliti dall'intarsio di pietre di vario colore.
17 cm altezza
Provenienza: collezione privata italiana. -
Lotto 152 SCULTURA IN BRONZO DORATO CON AVALOKITESVARA A QUATTRO BRACCIA
Mongolia, Scuola di Zanabazar, XVIII secolo
La divinità seduta su basamento a doppio fiore di loto, le gambe incrociate in posizione padmasana, le due braccia sul davanti piegate al gomito con le mani giunte nell'anjali mudra, quelle sul retro anch'esse piegate, nella mano destra un rosario, vestita di un ampio abito con gli orli finemente cesellati con corolle floreali, porta esuberanti gioielli tra cui un pettorale, orecchini e una tiara a cinque pinnacoli, i lunghi capelli divisi in tre ciocche e dipinti di blu.
18,3 cm altezza
Provenienza: collezione privata italiana. -
Lotto 153 PADMAPANI IN BRONZO DORATO CON INSERTI IN TURCHESE E GRANATI
Tibet, inizio del XX secolo
La divinità raffigurata stante su base a doppio fiore di loto con la mano destra nel varadamudra e un fiore di loto in quella sinistra, vestita di dhoti decorato a rilievo con motivi floreali, i gioielli arricchiti di piccoli inserti in turchese e granati, i capelli rivestiti di pigmento blu e il volto con doratura a freddo e tocchi di colore per i dettagli.
41 cm altezza
Provenienza: collezione privata italiana. -
Lotto 154 PIASTRA IN RAME
Tibet, XX secolo
Decorata a rilievo sulla superficie a vista con figure di bodhisattva, apsara, al centro un grande medaglione circolare con profilo a fiamme al cui interno gli animali dello zodiaco e otto esagrammi, in basso una lunga iscrizione.
36 x 29,5 cm
Provenienza: collezione privata italiana. -
Lotto 155 BAULE IN LEGNO INTAGLIATO E DIPINTO
Tibet, XX secolo
Sul davanti una decorazione con un drago tra le nuvole racchiusa entro bordura fitomorfa, sul coperchio una fenice all'interno di simile cornice, sui due lati grandi cartigli con animali nel paesaggio.
50 x 96,5 x 41 cm
Provenienza: collezione privata italiana. -
Lotto 156 GRANDE BRACIERE TRIPODE IN BRONZO
Corea, dinastia Goryeo, XIII-XIV secolo
A sezione circolare e ampia tesa piatta, il contenitore è sostenuto da tre zampe che fuoriescono dalle fauci di una testa di animale fantastico.
27 x 55 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Il prototipo per questo genere di braciere in bronzo è l'enorme e impressionante esemplare (113 cm diametro) datato al XIII secolo e conservato nel Korean Central History Museum di Pyeongyang (Treasures from The Korean Central History Museum, Pyeongyang, catalogo della mostra, Seoul 2006, pp. 98-99, n. 46).
Vedi anche l'esemplare molto simile a questo, pure nelle dimensioni, nel National Museum of Korea (inv. Sinsu 15304). -
Lotto 157 BOTTIGLIA A ZUCCA IN CERAMICA NERA
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIII secolo
34 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
La forma di questa bottiglia si ispira alla reale conformazione delle zucche che, essiccate, erano esse stesse utilizzate per contenere liquidi.
La silhouette di questo contenitore si distingue per sobrietà e una volumetria dinamica, accentuata dalla presenza verso la base di tre sottili linee parallele per orizzontale a leggero rilievo che formano due fasce a movimento continuo. -
Lotto 158 VERSATOIO IN CERAMICA NERA, CHONGBYONG
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIII secolo
40 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Originaria dell'India, dov'è nota con il termine kundika, la forma di questo versatoio è presente in tutta l'Asia orientale, molto popolare anche in Corea.
Largamente utilizzata in ambito buddhista come aspersorio d'acqua nei rituali, la kundika è soprattutto associata con il bodhisattva Gwaneum (in sanscrito Avalokitesvara), divinità connessa con la misericordia e la compassione, che utilizzava questo tipo di contenitore per versare il nettare della Legge sui devoti, come si può può vedere perfettamente in un dipinto coreano del XIII-XIV secolo che la raffigura conservato nel Musée Guimet di Parigi (P. Cambon, L'Art coréen au musée Guimet, Parigi 2001, n. 30). -
Lotto 159 FIASCA CIRCOLARE IN CERAMICA NERA
Corea, dinastia Goryeo, XII-XIII secolo
Il corpo di forma circolare stiacciata è decorato da una fitta serie di cerchi concentrici a leggero rilievo.
25 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
La forma di questo genere di fiasca ricorda per certi versi una tartaruga. Utilizzati per contenere acqua o bevande alcoliche, questi recipienti potevano essere sospesi alla cintura tramite un laccio. -
Lotto 160 VERSATOIO IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON E DECORO IN OSSIDO DI FERRO
Corea, dinastia Goryeo, XIII secolo
Sul corpo si staglia solitario ed elegante un salice piangente a smalto bruno su fondo céladon. Il manico curvo è sormontato da piccolo anellino.
22 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Lo stile immediato e corsivo della decorazione si adatta perfettamente alla superficie mossa delle pareti del corpo di questo versatoio, rivestito di una vetrina céladon di una sottile tonalità dalla calda intensità. -
Lotto 161 COPPA CON ANSE IN PORCELLANA INVETRIATA CON RESTAURO IN LACCA DORATA
Corea, dinastia Joseon, fine del XV secolo
La coppa ha sezione circolare e anse con sezione superiore a ruota dentata, una delle quali restaurata a lacca dorata.
5 x 9,5 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Questa ciotola è esemplare della produzione iniziale di porcellana in Corea.
La presenza del restauro a lacca dorata – molto popolare anche in Giappone dove è noto con il termine kintsugi – è sicuramente un valore aggiunto, testimonianza dell'attenzione riservata a questo oggetto.
Esemplari simili si trovano National Museum of Korea di Seoul (inv. Sinsu 3428), nel Museum of Fine Arts di Boston, (inv. 50-1038) e nel Seattle Art Museum (inv. 99.21). -
Lotto 162 FIASCA CIRCOLARE IN CERAMICA CON INVETRIATURA CÉLADON
Corea, dinastia Joseon, XVI-XVII secolo
24 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Questa forma – ben nota in Cina - è stata molto popolare in Corea per almeno tutta la prima metà della dinastia Joseon, usata per contenere bevande alcoliche.
Per il suo aspetto austero e l'eleganza scaturita da forme lineari semplici in combinazione con un'invetriatura organica, questa fiasca incarna perfettamente l'ideale estetico dell'élite confuciana. -
Lotto 163 BOTTIGLIA IN PORCELLANA CON INVETRIATURA BIANCA
Corea, dinastia Joseon, XVII secolo
34 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
La forma di questa bottiglia è un classico della produzione di porcellane coreane, fin dai suoi esordi nel XV secolo.
Il suo fascino risiede esclusivamente nella purezza lineare del suo elegante profilo, ed è un valore aggiunto l'austero rivestimento bianco, a testimoniare la predilezione dell'élite intellettuale coreana per manufatti eleganti per semplicità e sobrietà. -
Lotto 164 GRANDE 'MOON JAR' IN PORCELLANA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XVIII-XIX secolo
38 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
La cosiddetta 'giara del luna' è il manufatto che meglio esprime la raffinata estetica coreana dal XVIII secolo. Realizzate nei forni ufficiali di Geumsa-ri, Gwangju nella provincia di Gyeonju, sono oggetti molto complicati da assemblare e solitamente sono modellati in due metà separate e poi congiunte. Le proporzioni ideali sono quelle in cui la misura dell'altezza corrisponde con quella del diametro, ma rarissimi sono i casi in cui si raggiunge la completa equivalenza. -
Lotto 165 VASO IN CERAMICA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
24,5 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
La forza di questo vaso sta tutta nelle sue imperfezioni. A partire dalla forma, che scardina ogni presupposto di ostinata simmetria, oscillando tra la destra e la sinistra di un ipotetico asse centrale.
L'invetriatura appare poi magmatica, in un dinamismo di zolle bianco-celesti e la secchezza pastosa della terra bianca. Pure le bruciature ferrose verso la spalla e sul collo indicano la via per apprezzare una certa ceramica coreana: ammirare questo vaso come fosse un frutto, una creazione in cui eguale parte hanno svolto la natura e il sapiente lavoro dell'uomo. -
Lotto 166 PORTAPENNELLI IN PORCELLANA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
L'esterno lavorato a rilievo con una serie di fascette parallele verticali sulle quali sono riservate quattro aperture circolari con motivo geometrico a svastika. L'invetriatura ha accentuate venature celesti; nelle zone in cui è meno densa, ad esempio nelle riserve circolari, lascia trasparire la tonalità ocra della pasta in cottura.
14 cm altezza
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi. -
Lotto 167 DOSATORE D'ACQUA IN PORCELLANA INVETRIATA
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
Modellato a forma di rospo, ha la superficie invetriata solcata da una crettatura a maglie fitte e irregolari.
8,5 x 13 x 9 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
Questo oggetto combina nella forma l'astrazione geometrica, ad esempio la curva a spirale a rilievo che compare sui lati del corpo, con un certo naturalismo, notabile inoltre per la dinamica craquelure dell'invetriatura. -
Lotto 168 CIOTOLA CON BECCUCCIO IN PORCELLANA INVETRIATA CON DECORO IN ROSSO DI RAME
Corea, dinastia Joseon, XIX secolo
A sezione circolare, ha diametro massimo nei pressi della bocca su un lato della quale si innesta un lungo beccuccio curvo verso il basso, l'esterno della parete ornato a smalto rosso steso al di sotto della vetrina trasparente con un tralcio di crisantemo.
5 x 16 cm
Provenienza: ambasciatore Francesco Rausi.
La decorazione a rosso di rame è tra le più complesse da gestire in cottura. I ceramisti la sperimentarono con successo in epoca Goryeo in combinazione con la vetrina céladon, e in epoca Joseon sulla porcellana bianca.
Questo contenitore è dunque raro non solo per la particolare forma ma anche per la brillantezza e fluidità con cui si è conservato il rosso di rame.