ASTA 98 - DIPINTI, DISEGNI E SCULTURE DAL XIV AL XIX SECOLO
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Lotto 241 ARTISTA FIAMMINGO ATTIVO IN ITALIA, FINE XVI / INIZIO XVII SECOLO
San Francesco in meditazione
Olio su tela, cm. 90x71. Con cornice -
Lotto 242 ARTISTA FIAMMINGO (ATTIVO IN EMILIA ROMAGNA?), SECONDA METÀ XVI SECOLO
Ecce Homo
Olio su tavola, cm. 41x34. Con cornice
Ecce Homo
Olio su tavola, cm. 41x34. Con cornice
In quest'intensa immagine, carica di un pathos dolente, si ritiene di rinvenire la mano di un artista di formazione nordica, ben aggiornato, però, sui modelli della pittura italiana, in primis leonardesca e correggesca. Il nostro notevole dipinto richiama, più speficamente, esiti legati alla produzione bolognese della bottega dei Carracci: dalla celebre acquaforte di Agostino del 1587, alle varie rappresentazioni del tema, nel formato devozionale a figura singola a mezzo busto, da riferire alla responsabilità di Ludovico e Annibale. Meritano di essere segnalate soprattutto l'alta qualità della mano che regge la canna, l'effetto delle labbra livide e la liquidità delle pupille e dell'iride. -
Lotto 243 GIOVANNI ANTONIO GALLI DETTO LO SPADARINO (Roma, 1580 - post 1650), ATTRIBUITO
Tre Cherubini
Olio su tela, cm. 52x68. Con Cornice
Gruppi angelici o anche singoli angeli sono stati più volte eseguiti da Spadarino e dai suoi aiuti, sia come porzioni di dipinti più ampi con iconografie piu complesse, sia come composizioni autosufficenti. Possiamo riconoscere il prototipo nella tela oggi conservata nel palazzo di Propaganda Fidae, a Roma, ma sono note numerose repliche, assai variabili per qualità, impaginazione e numero di figure. La presente versione spicca per finezza esecutiva, materia pittorica ed efficacia nella resa delle espressioni, che ne rendono evidente la natura anche di possibile studio di volti di fanciulli. -
Lotto 244 PITTORE CARAVAGGESCO OLANDESE, ATTIVO A ROMA SECONDO DECENNIO DEL XVII SECOLO (DIRK VAN BABUREN?)
San Giacomo Maggiore
Olio su tela, cm. 77x63,5. Con cornice
Il dipinto è stato riferito dal Prof. Paul Huys Janssen direttamente alla mano di Dirk van Baburen, nel corso del suo soggiorno italiano, tra il 1616 e il 1620. Insieme a Hendrick ter Brugghen (1588-1629) e Gerard van Honthorst (1592-1656), Baburen fa parte della’importante cerchia dei primi pittori caravaggeschi olandesi. Ispirato da Caravaggio e dai suoi primi seguaci, lo stile pittorico di Baburen è molto espressivo e caratterizzato da ampie pennellate e forti lumeggiature, particolarmente evidenti anche nella in questa superba rappresentazione della testa del di San Giacomo Maggiore. Il presente In questo dipinto raffigurante San Giacomo Maggiore mostra i tratti classici Rinveniamo qui, in effetti, molti dei tratti peculiari dello stile di Baburen, a partire dall'energico plasticismo e dall'effetto di vividezza ottenuto per forza di accensioni cromatiche e studiati contrasti di luce.
BIBLIOGRAFIA:
W. Franits, The Paintings of Dirck van Baburen, Amsterdam 2012, p. 249 no. U1 (sezione "Unidentified", dipinti su cui lo studioso sospende il giudizio: ‘no Definitive Judgement’)
PROVENIENZA:
vendita, Finarte Milano, 20 November 1955, lotto 537 (come Dirck van Baburen);
collezione privata, Italia; attuale proprietà, Italia. -
Lotto 245 SCUOLA NAPOLETANA, QUARTO / QUINTO DECENNIO DEL XVII SECOLO
San Pietro
Olio su tela, Cm. 54,5x42,5
La tela reca al retro antica iscrizione a pennello: "BC" incrociate.
Questa intensa effige a mezzo busto di San Pietro, inequivocabilmente identificato dall'attributo della chiave, si pone esemplarmente all'intersezione di varie declinazioni del naturalismo napoletano post-caravaggesco, tra Ribera, Francesco Fracanzano, il Maestro dell'Annuncio ai pastori, e soprattutto
Antonio de Bellis e Bernardo Cavallino. Particolarmente evidente risulta la commessione con la maniera di quest'ultimo, come dimostra il confronto con il San Pietro già in in collezione Garzilli, Napoli, o il San Paolo, già nella collezione del conte de Maguiro, Madrid. Al pari di questi ultimi, è altamente presumibile che il nostro San Pietro facesse parte di un Apostolato completo, frutto di un'importante commissione privata. BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO: N. Spinosa, Grazia e tenerezza in posa. Bernardo Cavallino e il suo tempo 1616 - 1656, Roma, 2013, pp. 277 e 322-323. -
Lotto 246 ARTISTA ATTIVO A ROMA, SECONDO QUARTO DEL XVII SECOLO
Coppia di santi eremiti, l'incontro Sant'Antonio Abate e San Paolo Eremita
Olio su tela, cm. 74,5x100. Con cornice
PROVENIENZA:
collezione privata, Roma -
Lotto 247 CORNELIS DE WAEL (Anversa, 15925 - Roma, 1667)
Esaù vende a Giacobbe la primogenitura per un piatto di lenticchie
Olio su tela, cm. 80,5x108,5. Con cornice
Cornelis De Wael fu tra gli esponenti più significativi della colonia di pittori fiamminghi che, sulla scorta di Van Dyck, animò la scena artistica genovese di pieno Seicento. Forte anche della sua esperienza romana, che lo vide a contatto con il gruppo dei bamboccianti, De Wael si divise fra pittura di storia, scene di genere e battaglie.
Il nostro bel dipinto può essergli riferito per le sue forti attinenze stilistiche e compositive con le quattro tele raffiguranti altrettanti episodi delle storie del figliol prodigo, oggi tutte in collezione privata genovese. Queste ultime sono le uniche oggi note di una serie completa di otto episodi, testimoniata dal ciclo inciso da Martinus van den Enden su disegni dello stesso De Wael. In particolare la tela raffigurante la Guardia ai porci presenta chiare affinità con la nostra e, come quest'ultima, dimostra la grande qualità di De Wael come pittore di animali.
BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO:
Van Dyck a Genova, cat. della mostra, a cura di S. Barnes, P. Boccardo, C. Di Fabio, L. Tagliaferro, Genova 1997, nn. 78 a, b, c, d, pp. 346-349.
PROVENIENZA:
Collezione privata, Roma -
Lotto 248 JAN VAN DE VELDE II (Rotterdam, 1593 - Enkhuizen, 1641)
Martirio di San Bartolomeo
Olio su tela, cm. 103,5x138
La tela reca al margine inferiore sinistro iscrizione a pennello con firma e data: " J. VAN DE VELDE 1630".
Questa potente immagine di martirio, caratterizzata dalla monumentalità delle figure e da un esasperato realismo, oltre alla sua notevole qulità riveste uno speciale interesse storico-artistico. La tela, infatti, risulta essere l'unico dipinto firmato di Jan van de Velde, che fu specialista di paesaggi e di ritratti e fece fortuna soprattutto come incisore, costituendo una rara testimonianza della sua attività di pittore di storia.
PROVENIENZA:
collezione privata, Roma -
Lotto 249 BOTTEGA DI JACOPO DAL PONTE DETTO BASSANO (Bassano del Grappa, 1510 - 1592)
Cristo deposto dalla Croce
Olio su tela, cm. 60x74,5. Con cornice
Questa tela, di notevole qualità, presenta molteplici elementi di interesse legati alla produzione tarda di Jacopo Bassano e all'attività della sua bottega. Il tema della deposizione di Cristo dalla croce torna, infatti, sovente nell'ultima operosa decina d'anni di carriera del grande pittore, caratterizzati com'è noto da un uso quasi esclusivo dell'ambientazione notturna, rischiarata da fonti di luce artificiali. Il prototipo del nostro dipinto dovrebbe essere individuato nella tela in tutto analoga e pienamente autografa, oggi conservata al Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona. Questa composizione, particolarmente riuscita nella sua intensa e coinvolgente drammaticità, fu più volte replicata da Jacopo, quasi sempre affidandone l'esecuzione ai suoi aiuti, tra cui i figli Francesco e Leandro. La versione qui in oggetto presenta una esecuzione perticolarmente sciolta e caratterizzata da una pittura di tocco, soprattutto le figure di Cristo, Nicodemo e Giovanni d'Arimatea, particolarmente vicina alla peculiare declinazione del linguaggio pittorico dell'ultimo Tiziano, che caratterizza l'estrema fase creativa dello stesso Jacopo.
PROVENIENZA:
collezione privata, Roma -
Lotto 250 GIACINTO BRANDI (Roma, 1621 - 1691), ATTRIBUITO
Le lacrime di San Pietro
Olio su tela, cm. 99x74. Con cornice
Quest'immagine di così intenso patetismo deriva idealmente da un modello di Guercino e da lui riproposto in varie versioni (tra le altre, National Gallery of Scotland, Edimburgo, e Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma). L'immagine rappresenta nei termini più espliciti il pentimento di San Pietro apostolo subito dopo il tradimento di Gesù. Il nostro dipinto enfatizza il connotato dolente del dramma interiore vissuto da Pietro, accentuandone l'espressione sofferta, con la fronte rugosa corrucciata, gli occhi rivolti verso l'alto e le lacrime in piena evidenza lungo le guance. Riscrontiamo qui i caratteri tipici della pittura di Giacinto Brandi con la sua materia densa e pastosa, la pennellata vigorosa e la sua esasperata espressività. La nostra tela può essere così strettamente connessa con la versione dello stesso soggetto, oggi a Clitheroe, Lancashire, Stonyhurst College, e col San Paolo suo pendante, nella stessa sede inglese, o con il San Gerolamo penitente nella collezione Alessandro Boncompagni Ludovisi di Roma.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO: G. Serafinelli, Giacinto Brandi 1621-1691. Catalogo ragionato delle opere, Torino 2015. -
Lotto 251 BOTTEGA DI FRANCISCO DE ZURBARAN (Fuente de Cantos, 1598 - Madrid, 1664)
Santa Casilda
Olio su tela, cm. 147x103,5. Con importante cornice fiorentina del Seicento
In alto a sinistra la tela presenta un'iscrizione dorata a pennello con l'indicazione del personaggio effigiato: "S. CASILDA".
La nostra tela, corredata da una superba cornice fiorentina, costituisce una replica di buona qualità, con numerose varianti (in particolare nel taglio della composizione e nel vestito), del celebre capolavoro di Zurbaran oggi conservato presso il Museo Thyssen di Madrid. La nostra versione, coeva all'originale, potrebbe essere stata eseguita direttamente nell'atelier del grande maestro spagnolo. -
Lotto 252 BERNARDO STROZZI (Campo Ligure, 1581 – Venezia, 1644) E AIUTI
San Francesco abbracciato al crocifisso
Olio su tela, cm. 102,5x90,5
Il tema di San Francesco in estasi, in preghiera o abbracciato al crocifisso, è tra quelli più ricorrenti e felicemente risolti nel corpus delle opere sacre di destinazione devozionale di Bernardo Strozzi. Tale soggetto si rivelò, in effetti, particolarmente congeniale sia all’essenzialità e concisione del suo estro compositivo, sia all’intensità emotiva che Strozzi era incline ad assegnare alle pose e alle espressioni delle sue figure. La mirabile tela che qui si presenta rielabora, con significative aggiunte e varianti, l’impianto del San Francesco abbracciato alla croce oggi conservato al Museo di Palazzo Rosso a Genova, che dovrebbe corrispondere al prototipo della serie iconografica, più volte replicato da Strozzi e dai suoi aiuti. In aggiunta troviamo qui l’importante inserzione del superbo inserto naturamortistico, che include, accanto al teschio, gli altri principali emblemi della vanitas, clessidra e volumi chiusi, e che richiama le analoghe soluzioni figurative nelle due versioni del San Francesco in preghiera davanti al crocifisso della Pinacoteca Nazionale di Siena e del Wellesley College Museum. Con queste ultime, e con altre effigi a figura singola di Francesco, la nostra tela condivide anche la scultura lignea del Cristo in croce, coi motivi del disco piatto dell’aureola e della corona con le spine aguzze marcatamente sporgenti, evidentemente ripresa da uno stesso esemplare a disposizione nell’atelier dell’artista. Nella versione qui in oggetto il cricifisso è raffigurato più di tre quarti, una scelta che risulta perfettamente coerente con l’impegno che l’artista profuse in questa tela per produrre il massimo coinvolgimento patetico dello spettatore. Essi si combina, infatti, con l’intensità particolarmente sofferta del volto del santo, grazie alla sottolineatura naturalistica delle rughe profonde della fronte, delle guance scavate e degli occhi socchiusi e immersi nell’ombra, che conferiscono a quest’immagine un timbro dolente superiore a tutte le altre versioni note del soggetto.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO: C. Manzitti, Bernardo Strozzi, Torino 2012.